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MODULO C - Civiltà e lingua della Grecia / saggi obbligatori + saggio a scelta, Sintesi del corso di Lingua Greca

Riassunto dettagliato dei saggi OBBLIGATORI + quello A SCELTA del modulo C, relativi a: Donna/donnola e Le donne cattive, la presenza femminile nella letteratura neogreca + La novella della Matrona di Efeso (a scelta) Autori saggi: M. Peri, R. Lavagnini, G. Spadaro

Tipologia: Sintesi del corso

2021/2022
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Caricato il 22/02/2022

thefoolonthehill
thefoolonthehill 🇮🇹

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Scarica MODULO C - Civiltà e lingua della Grecia / saggi obbligatori + saggio a scelta e più Sintesi del corso in PDF di Lingua Greca solo su Docsity! MODULO C M. PERI – DONNA/DONNOLA Nelle culture europee la donnola assume diversi ruoli interdipendenti: 1. “donna” / “ragazza” -> italiano, portoghese, tedesco, bavarese, ecc. 2. “sposina” -> area balcanica. La donnola è la ragazza che si prepara alle nozze, ma poi queste ultime, per un motivo o per un altro, saltano. Il mito deriverebbe da una favola di Esopo: la donnola viene trasformata in donna da Afrodite e sposa un bel giovane. Dopo le nozze, Afrodite volle sapere se la donnola avesse cambiato la sua natura oltre che la sua forma; mette allora un topo in mezzo alla stanza e la ragazza inizia ad inseguirlo per mangiarlo. Afrodite, adirata, la trasforma nuovamente in donnola. 3. relazioni di parentela: “zia”, “cugina”, “nuora”, “cognata” 4. figura legata al parto -> la donnola ha funzione di protezione contro le doglie 5. simbolo della bellezza femminile -> la donnola viene designata in diverse lingue con denominazioni che significano “bella”, “graziosa”, eccetera. Perché la donnola è simbolo di bellezza femminile in molte lingue e culture? La risposta sarebbe nel greco classico: γαλῆ. Nei dizionari etimologici questo termine viene collegato ad altri due termini: a) γαλεώτης -> indica, oltre alla donnola, la lucertola/geco b) γαλεός -> indica il pescecane o altre specie di squali Il punto in comune tra donnola, lucertola, geco, pescecane è il ventre bianco, color latte, γάλα, che è appunto il termine cui si ricollega la radice di questi nomi. Stabilito che γαλῆ derivi da γάλα, cioè bianco, le cose sono praticamente risolte: sappiamo infatti che in tutte le letterature europee antiche, medievali e moderne, colte e popolari, prevedono che il colore a cui si associa la donna bella sia il bianco. Nel caso della donnola c’è anche un altro elemento che richiama il topos della bellezza: nella descrizione della donna il bianco può abbinarsi solo al rosso (guance) e al giallo (capelli biondi): la donnola infatti ha dorso bianco e manto biondo-fulvo. Il fatto che la bellezza femminile sia inscritta nello stesso nome “donnola” è dato anche dall’odio che la donnola prova per la cornacchia nera, che appunto rappresenta la donna brutta. Donnola e cornacchia sono nemiche perché opposte. Nel ritratto La dama con l’ermellino, di Leonardo Da Vinci, vediamo ritratta Cecilia Gallerani ed un ermellino (animale parente della donnola). L’animale allude al candore della donna, non è un mero “ornamento”, ma esattamente il corrispettivo pittorico di un elemento cromatico del topos. Tutto ciò, ovviamente, non esclude nemmeno che l’ermellino sia anche un simbolo di purezza, di maternità, di castità, o anche che alluda all’amante di Cecilia Gallerani, cioè Ludovico il Moro. R. LAVAGNINI – LE DONNE CATTIVE A causa delle condizioni di dipendenza dall’Impero ottomano, la società greca è stata per molto tempo una società chiusa e conservativa, molto legata ai propri valori. La letteratura popolare rappresenta e trasmette questo sistema di valori, che trova il perno principale nella famiglia. Se si guarda alla rappresentazione della famiglia nella poesia popolare, la donna è perlopiù ritratta come madre affettuosa e protettiva, moglie obbediente e fedele, figlia devota. Nelle ballate sono innumerevoli le figure positive di madri e figlie, contraddistinte da virtù domestiche che fanno della donna greca una nuova Penelope. Accanto a queste figure femminili esemplari, però, ne troviamo anche altre, più inquietanti, donne pericolose e portatrici di rovina. Ad esempio, le Νεραιδες, che portano uomini alla morte. Vi sono persino racconti in cui la donna tentatrice non è altro che un diavolo travestito, come nelle storie dei padri del deserto. Ad ogni modo, anche la raffigurazione della donna circoscritta alla dimensione della vita domestica presenta un lato oscuro: La suocera cattiva, del Tommaseo > di questa ballata esistono diverse versioni. - La nuora viene affidata dallo sposo (che sta per partire) alla madre. Quest’ultima le dà da mangiare serpenti velenosi, e le nega l’acqua quando è assetata per il veleno. - La nuora viene mandata dalla suocera a fare la vita dura del pastore. L’epilogo vede il ritorno del marito, che non sempre riesce a salvare la sposa, ma punisce sempre la madre, riservandole un castigo crudele come la decapitazione o lo squartamento. Secondo alcuni studiosi, l’uccisione della madre non poteva corrispondere al sentimento popolare, e dunque è stato ipotizzato che la canzone della suocera cattiva potesse non essere autoctona ma piuttosto derivata da un originale straniero, probabilmente francese. Il più forte nucleo tematico della vicenda è comunque il contrasto suocera-nuora, che ben si adatta alla struttura della famiglia e della società greca androcentrica, e che ha ereditato lo stereotipo generale di derivazione biblica (figura di Eva nel paradiso terrestre), che fa della donna la fonte di ogni imperfezione. L’ingresso della donna nella famiglia, attraverso il matrimonio, da una parte è necessario all’uomo per il fine della procreazione, ma dall’altro può essere fonte di
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