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La Istruzione nel Sec. XVIII-XIX: Metodi Scolastici e Attività Didattica, Appunti di Pedagogia

Storia dell'EducazioneStoria della scuolaStoria della pedagogiaMetodi di insegnamento

Sulla percezione della istruzione durante il Settecento e Ottocento tra la borghesia e le classi sociali basso, il metodo individuale e il metodo mutuo, la scarsità di materiali didattici e la mancanza di preparazione dei maestri. anche il metodo normale e il ruolo del maestro, la scuola attiva e il nuovo ruolo del maestro.

Cosa imparerai

  • Quali erano i metodi di insegnamento utilizzati nel XVI-XVIII secolo?
  • Come il metodo individuale, il metodo mutuo e il metodo normale erano applicati in Italia e in Gran Bretagna?

Tipologia: Appunti

2017/2018

Caricato il 19/02/2018

francescasivigiliauni
francescasivigiliauni 🇮🇹

4.8

(8)

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Scarica La Istruzione nel Sec. XVIII-XIX: Metodi Scolastici e Attività Didattica e più Appunti in PDF di Pedagogia solo su Docsity! CAPITOLO 3- L'insegnamento e la didattica tra autoritarismo e attivismo. 1. Insegnare normalmente Nel xvi xvii e parte del xviii secolo, I metodi di insegnamento erano mirati a inculcare nell’allievo un insieme di nozioni teoriche e pratiche. In tutta l'Europa l'obiettivo era quello di istruire i fanciulli con un atteggiamento autoritario e si vedeva l'istruzione come strumento di ordine e di impegno. A fine 700 le classi popolari compiono un passo avanti rispetto al passato, ma un passo avanti deciso da gruppi dirigenti e quindi imposto. In questo contesto, per la borghesia l'istruzione era considerata fondamentale, mentre per i ceti sociali bassi come contadini, braccianti ecc. si pensava che l'istruzione fosse una perdita di tempo che toglieva tempo al lavoro nei campi. • Il metodo individuale ovvero tanti metodi quanti i maestri. Prima del 700 è fuorviante parlare di metodo poiché esso variava da scuola a scuola e da maestro a maestro. È necessario però distinguere le scuole del popolo aperte con qualche progettualità (scuola del calasanzio) da quelle disorganizzate dei comuni o di qualche maestro improvvisato che avevano come caratteristica principale la discontinuità e la presenza di ragazzi di varie età e preparazione. Esse avevano comunque in comune una metodologia condivisa che consiste nel cosiddetto metodo individuale. Consisteva di insegnare a ciascuno individualmente alla leggere e a scrivere mentre gli altri ragazzi rimanevano in attesa dell'arrivo dell'insegnante e ci voleva molto tempo prima che arrivasse il turno di ognuno. questo causa di una grave spreco di tempo. I maestri venivano definiti dei mercenari per lo più ignoranti che amo chiamano scolari in stanze malsane. Era una scuola livellatrice che non teneva conto delle diversità degli alunni ed era troppo centrata sull'autorità del maestro e sulla visita del programma. Tale metodo secondo Vico si applicava per delle ragioni: - la scarsità di fanciulli da istruire • le fluttuazioni eccessive della frequenza • la mancanza di libri e di altri sussidi didattici • insufficiente preparazione dei maestri. I ragazzi più vivaci venivano abbandonati a sé stessi senza essere istruiti è obbligati a starsene per più ore in silenzio con l'occhio sopra I libri. Questi fanciulli erano quindi condannati alla noia e all'ignoranza • Il metodo Mutuo e il mormorio edificante del lavoro In Gran Bretagna dove l'industrializzazione e l'urbanesimo avanzavano più rapidamente, si cercò di dare una risposta diversa al problema dei molti alunni e di pochi maestri, utilizzando il metodo del reciproco e mutuo insegnamento. Di tale metodo I pionieri furono Andrew Bell (1753 1832) e Joseph Lancaster. In italia questo metodo arrivò nel 1819. I maestri lamentavano il fatto che spesso erano soli ad insegnare ad un grande gruppo di bambini di varie età. Così si servivano degli alunni più grandi e più preparati. Erano i cosiddetti “sotto maestri” che erano allievi più grandi e più preparati che servivano a controllare gli alunni più piccoli e più vivaci per mantenere un certo ordine. Anche I sotto maestri erano sotto la guida degli insegnanti. Il metodo mutuo ha tre caratteristiche principali: divisione della scuola in più classi scelta degli allievi più grandi che controllano quelli più piccoli lavoro simultaneo delle classi nello stesso locale e negli stessi momenti IL METODO MUTUO In Italia questo metodo arrivò nel 1819 e venne mandato presso Padre Girard a Friburgo. Questo metodo consisteva nella divisione della scuola in classi. Ogni classe aveva 7-10 alunni ed erano inseriti all’interno della stessa tenendo in considerazione,capacità di apprendimento e grado di preparazione culturale in modo che gli alunni fossero alla pari. Ogni classe aveva la sua particolare impostazione a seconda che andava dal “facile al difficile”, dal “piccolo al grande”. Al maestro aspettava la direzione di tutta la scuola, la formazione delle classi, la loro distribuzione nell’aula, l’assegnazione opportuna dei programmi ecc. Quando un ragazzo aveva completato l'intero programma della propria classe, lo si faceva passare alle classi superiori. Un’altra caratteristica del metodo consisteva nella simultaneità dell’insegnamento. Le classi cioè non lavoravano a intervalli l’una dopo l’altra ma contemporaneamente per tutta la durata della lezione. Dappertutto si leggeva o si dettava a bassa voce. L’istruzione era rivolta anche alle classi più povere e si insegnava lettura, aritmetica, scrittura e religione. Gli scolari scrivevano sui rispettivi banchi in 3 modi differenti: col dito nella prima classe, con la matita nella classe intermedia con la penna e la carta nell’ultima classe. In Lombardia la 1 scuola fu quella di Monpiani a Brescia. • Il metodo normale Il maestro delle scuole inferiori non si rivolga agli scolari sempre uno per volta, ma bensì dovevano studiare la stessa cosa tutti insieme. Lettura in comune: leggere tutti dallo stesso libro ad alta voce Il nuovo atteggiamento verso fine 800 è fatto proprio di scuole attive, queste scuole aiutano il bambino e crescere in libertà, serenità, fare esperienza, avere fiducia, un ambiente di contatto con la natura e fonte di ispirazione di ideali democratici . L esperienza del fanciullo, non poteva più essere scissa dall’esperienza dell’attiva pratica e l’uomo non poteva ridursi a prodotto passivo dell’ambiente, entrambi si trovano all’interno di un rapporto attivo e di reciproche influenze. Le caratteristiche educative principali della scuola attiva: 1. la rilevanza assegnata alla psicologa del fanciullo 2. lo sviluppo personalizzato 3. la motivazione secondo la quale ogni apprendimento deve essere collegato ad un interesse "non fittizio "da parte del bambino 4. Lo stretto rapporto scuola e vita, socializzazione come bisogno primario 5. Lo sviluppo dell’intelligenza sul piano operativo/pratico Il pedagogista Ferrier sottolinea come in tutti i paesi d Europa la scuola si sia adoperata con ogni mezzo per abituare il fanciullo all’obbedienza passiva, per plasmare, domare le personalità dei giovani, e non ha mai fatto niente per abituarli a sviluppare uno spirito critico. Abituandoli ad essere comandati, i fanciulli crescendo, non vogliono altro che comandare. Se tra qualche anno si chiederà a loro di fondare o divivere in una comunità o società democratica, non ne saranno capaci. • Il "nuovo "ruolo del maestro Edmond Demoline, fondatore della scuola Des Rocher, elenca le caratteristiche del professore antico, della scuola tradizionale: non abita nella scuola, viene solo quando ha lezione, sale sulla cattedra, parla dell’alto, e finita la lezione si affretta a tornare a casa. Durante la lezione tiene a rispettosa distanza i ragazzi, ha in suo aiuto una persona che lo aiuta a sorvegliare gli alunni e la disciplina è tenuta con timore e paura nei confronti delle punizioni e dei voti scolastici. In questo clima i ragazzi cercano in tt i modi di eludere la sorveglianza o di imbrogliare per avere voti più alti. Il nuovo tipo di professore nella sua scuola tipo collegiale: vive con i ragazzi condivide anche i momenti della giornata dopo la scuola, fa lezione ma gioca anche con i ragazzi, ha conoscenze letterarie, artistiche, F 3 3 2scientifiche ma anche capacità manuali e fisiche superiori alla norma. Tutto l’insegnamento condotto in modo attivo: la geografia si insegna attraverso lo studio del luogo, non attraverso la nomenclatura delle montagne e dei laghi. La lingua straniera è insegnata da un prof di madre lingua e si studia attraverso viaggi all’estero. Importante per lui è anche il lavoro manuale attraverso il giardinaggio e la visita in officine e fattorie ma soprattutto l’esercizio fisico ritenuto importante come quello mentale. (larghezza mente/larghezza torace) Alexander Neil, fondatore di una scuola a Summerhill. Si basa su una sincera fiducia nella bontà del bambino. Il suo scopo è rendere felici i bambini, il bambino educato tradizionalmente è un bambino plasmato, condizionato. Neil dice che un bambino obbedisce per soddisfare la richiesta di un adulto, ma diventerà a sua volta un uomo incapace di essere libero. Secondo Neil bisogna stare dalla parte del bambino, che è di natura leale e provvisto naturalmente di atteggiamento realistico. Nella sua scuola tutti sono uguali e all’assemblea generale il voto di un bambino di sei anni conta quanto il suo. Autogoverno completo e coeducazione sono alla base del suo istituto. La sua scuola va adattata al bambino, a Summerhil non ci sono orari, o meglio ci sono per gli insegnanti, lezioni facoltative, il passaggio libero, i ragazzi imparano quello che vogliono e quando vogliono . Nella scuola di Summerhill chiunque deve rispettare la libertà dell’altro. Devaud: pedagogista svizzero, di ispirazione cristiana. Influenzato dal suo pensiero cristiano, ritiene che il bambino per natura sia buono, ma ritiene che vi sia anche il male, a causa del peccato originale. Per qst motivo il bambino ha bisogno di essere guidato da un educatore amorevole che lo guidi per fini più ampi rispetto al semplice conoscere. Per questo critiche il naturalismo, lo spontaneismo e le scuole nuove, perché ritiene che esse ricerchino il metodo migliore per insegnare e per educare mentre lui crede ci si debba concentrare più che altro sul fine che nel caso ritiene siano delle verità sovra-individuali. • Fra libertà e autorità Questa è una tematica molto importante nel rapporto educativo con gli alunni. Alcune interpretazioni puerocentriche dell’educazione hanno interpretato il concetto della libertà come libertà assoluta per i bambini di fare ciò che vogliono. Vanno evitati gli estremismi, sia l’autoritarismo che l’anarchia. A metà fra i due c’è un autorità morale che sappia insegnare al bambino a chiedere aiuto, appoggio e dall’adulto. La condizione necessaria per trasformare i bambini in adolescenti e poi in adulti è laa libertà che si deve xo conquistare gradualmente. Infatti la libertà è un punto di arrivo e non di partenza. Per educaare alla libertà è necessaria l’autorità che non deve essere asservitrice ma liberatrice. • Fra confessionalismi e totalitarismi Le scuole attive e l’attivismo in generale sono state spesso preda delle dittature che li hanno usati come terreno fertile per inculcare ideologie politiche. I regimi dittatoriali del 900 (nazisti, fascisti, comunisti) si sono avvalsi delle tecniche della scuola nuova (contatto con la natura, lavori di gruppo, socializzazione ecc.) come dolcificante per incoraggiare i ragazzi ma inculcando in loro valori volti ad auna massificazione del pensiero Giuseppe Giovanazzi ha contribuito a portare la scuola in qst direzione. La scuola doveva diventare terreno per “l’educazione italiana” e il maestro doveva avere “volontà” e “fede fascista”. Attraverso qst fede si potevano raggiungere le finalità educative con i ragazzi. • Il valore dell’esperienza: fra metodi, tecniche e contenuti L’esperienza diretta dei fanciulli con le cose è importante perché far fare ai bambini delle cose che non coincidono con le loro naturali attitudini può essere controproducente e creare poca vogli e poco impegno nei ragazzi. Adattare l’insegnamento alle passioni e attitudini dei ragazzi è importante ma bisogna fare attenzione perché dire che l’apprendimento e l’educazione derivino dall’esperienza, non vuol dire che tt le attività manuali o esperienziali conducano all’apprendimento. Esse devono essere fatte con metodo. Qst è un punto di discussione molto approfondito nel corso del tempo perché il rapporto fra metodi e tecniche è stato sempre confuso e considerato equivalente. Invece, il metodo indica una serie di procedure, principi, regole per raggiungere uno scopo, risolvere un problema. Le tecniche, invece, rappresentano i mezzi concreti con cui si realizza il metodo per raggiungere un dato fine.
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