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movimenti sociali e azioni di protesta, Appunti di Sociologia Del Mutamento

riassunto del libro della Pilati, può contenere errori di battitura ma comunque non danneggiano la comprensione

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 27/04/2020

alessandra-ciccarelli
alessandra-ciccarelli 🇮🇹

4.2

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Scarica movimenti sociali e azioni di protesta e più Appunti in PDF di Sociologia Del Mutamento solo su Docsity! 1 – MOVIMENTI SOCIALI, RIVOLUZIONI, RIOTS  LE AZIONI COLLETTIVE DI PROTESTA: ALCUNE CARATTERISTICHE Gli azioni collettive di protesta sono le unità di base di fenomeni quali i movimenti sociali, ribellioni, cicli di protesta, rivoluzione in punto lezioni collettive di protesta possono essere intesa come azioni svolte da uno o più gruppi organizzati che condividono un obiettivo e operano in vista di un cambiamento della resistenza un cambiamento. Tali azioni sono intraprese pubblicamente, attuati e solitamente con mezzi non convenzionali e utilizzate da gruppi dotati di poche risorse per poter accedere alla sfera politica attraverso canali politici istituzionali appunto considerando tale definizione, possiamo desumere: a. le azioni collettive di protesta sono azioni che rappresentano gli sforzi di un gruppo. Soluzioni svolte da un insieme di individui attori collettivi che si riconoscono come membri appartenenti a un gruppo e di conseguenza individui e gruppi sociali agiscono unitariamente in quanto si sentono appartenenti a una stessa comunità o a uno stesso gruppo sociale. Ciò che caratterizza l'azione collettiva rispetto ad altre forme di aggregazione sociale e la natura intenzionale delle azioni. I comportamenti collettivi tendono ad avere un carattere spontaneo e in tale prospettiva le proteste tendono a essere associate all’irrazionalità dei protagonisti. Diversamente, un gruppo sociale è capace di impegnarsi in azioni che, per i membri del gruppo, sono dotati di senso. Le azioni sono inoltre orientate verso altri attori e in particolare verso le élite politiche. b. In quanto svolte da gruppi, lezioni collettive di protesta implicano la presenza di attori, individuali e collettivi, coordinati tra loro punto tendono quindi essere organizzati emergere grazie la presenza di qualche forma organizzativa o grazie al leader e imprenditori della protesta punto in alternativa, alcune forme di coordinamento possono emergere anche negli spazi on line attraverso l'uso dei media digitali punto anche questo elemento distingue le azioni collettive di protesta da dinamiche in cui individui agiscono più spontaneamente come nel caso del comportamento collettivo c. gli attori coinvolti in azioni collettive riconoscono e perseguono un obiettivo comune. Questo non dipende necessariamente dalla presenza di solidarietà condivisa tra i componenti del gruppo ma può anche risultare dall' espressione degli interessi dei vari membri punto la presenza di un’identità condivisa trattorie gruppi che si coordinano tra loro è una caratteristica specifica di dinamiche di azione collettiva durevoli nel tempio, quali movimenti sociali. Al tal proposito, per Pizzorno un movimento sociale è un modo di offrire certezze di valore punto di per sé a realizzare la singola azione collettiva di protesta non necessita tuttavia di una base valoriale comune in quanto gli attori possono formare coalizioni ad hoc capaci di coordinarsi su specifici obiettivi raggiungibili attraverso azioni contingenti e di breve durata. d. Essendo orientato a un cambiamento o a resistere a un cambiamento le azioni collettive di protesta implicano un conflitto punto le relazioni che si instaurano tra gli attori protagonisti delle rivendicazioni, i cosiddetti gruppi che sfidano il potere in inglese e d'ora in poi chiamati Challengers e gli altri attori a cui si indirizzano le proteste virgole sono di natura conflittuale, cioè implicano interazioni intenzionali tra due o più parti in competizione tra loro per il controllo alcune risorse il punto attraverso lezioni collettive di protesta i Challengers avanzano rivendicazioni tese al riconoscimento dei propri interessi identità contro gli interessi, le categorie identità dei loro targets ho contro quelle dominanti e socialmente riconosciute punto il cambiamento auspicato il tipo di conflitto generato possono essere di natura politica, orientati quindi alle élite e alle istituzioni politiche , come ad esempio accade nel caso di relazioni a specifiche leggi o policies; oppure di natura culturale, orientate a generale trasformazioni riguardanti la dimensione simbolica e le modalità dominanti di interpretazione della realtà. L'attenzione al conflitto politico ha prodotto una vasta letteratura che si riconosce all’interno del filone di ricerca identificato come modello nel processo politico punto a sua volta il conflitto di natura simbolica è stato oggetto di analisi a partire dagli studiosi che hanno analizzato i movimenti degli anni '80, i cosiddetti nuovi movimenti sociali  I MOVIMENTI SOCIALI La categoria di movimento sociale è quella intorno alla quale si sono sviluppate la maggior parte delle teorie che si tratteranno ed è quella che occupa l'immaginario collettivo quando ci si riferisce alle proteste. I movimenti sociali si sviluppano con l'emergere della società moderna virgola in concomitanza con la rivoluzione industriale virgola e con la rivoluzione francese punto prima dell'Ottocento, il repertorio delle azioni è caratterizzato da mobilitazioni ha carattere strettamente locale, spesso appoggiate da élite e notabili del luogo virgola e comprende reazioni quali vendette collettive, saccheggi, conflitti relativi alla fornitura di cibo, come le confische dei prodotti attacchi ai venditori di prodotti. Tracciando le forme EI repertori di azione collettiva prevalenti in alcuni secoli di storia europea, Tilly mostra che nel 1400 e 1500 neuri fa indicazioni tendono esse orientate al controllo e la gestione delle risorse e sono identificate come rivendicazioni di tipo competitivo. Dal 1600 1800 prevalgono le reactive claims , rivendicazioni di tipo reattivo tese a ristabilire OA rivendicare i diritti offesi di specifici gruppi sociali punto le proteste di questo periodo sono orientate a resistere alle richieste da parte delle nuove istituzioni dello Stato nazione alla crescita dei mercati nazionali che diventano prioritari rispetto alle necessità locali e comprende nozioni quale ribellioni collegate all’introduzione di nuove tasse nazionali o rivolte contro la coscrizione obbligatoria appunto in questo periodo mentre i gruppi tradizionali legami di comunità e di famiglia si indeboliscono, emergono nuove forme di associazione come i sindacati a cui si associano nuova solidarietà. Dal 1800^1900 prevalgono le rivendicazioni di tipo proattivo pro-active claims attraverso le quali i gruppi chiedono un uomo i diritti risorse di cui non hanno mai goduto punto a dimostrazione pubblica, l'assemblea, allo sciopero diventano le forme di azione collettiva di protesta più diffuse tipiche dei contesti urbani delle società occidentali. E solamente nel corso dell'Ottocento che si osservano proteste che si caratterizzano per alcune dinamiche associate tipicamente movimenti sociali in cui sono presenti gruppi sostenuti da solidarietà condivise intenzionalmente orientate al cambiamento sociale e politico è impegnato in azioni collettive per raggiungere tale scopo. Con il 1800, i movimenti sociali segnano quindi un cambiamento qualitativo nell’azione collettiva visto che individui e gruppi iniziano a intervenire ripetutamente negli affari pubblici, grazie ad azioni cosmopolite, coordinate su larga scala e non più attraverso azioni limitate a questioni locali. Alcuni mutamenti che riguardano la sfera politica e che avvengono verso la fine del 1700 e nel corso del 1800 virgola in particolare la graduale nazionalizzazione della vita politica e la costruzione degli stati moderni, sono direttamente associati alla nascita dei movimenti sociali appunto la Rivoluzione francese porta con sé un progetto di costruzione dello Stato nazione contro le rivalità locali ha caratteristiche della società premoderne. Si assiste virgola in quel periodo, a una crescita del senso di appartenenza della coscienza nazionale da parte di coloro che iniziano a diventare era sentirsi cittadini dei nuovi stati nazione. Inoltre, lo stato nazione si fa carico di nuove funzioni di regolazione e di coordinamento della produzione della distribuzione della ricchezza, della protezione della sovranità economica a livello nazionale e stimola l'allargamento dei mercati punto la crescente espansione dei diritti di cittadinanza, inclusi diritti collegati alla partecipazione e interesse organizzativa, garantisce diritti politici e civili a più ampie categorie sociali. In tale contesto appaiono gruppi di lavoratori organizzati in sindacati che iniziano a esercitare pressioni sui datori di lavoro e partiti politici di massa che rappresentano gli interessi dei cittadini punto con il processo di urbanizzazione anche le masse urbane propongono nuove sfide all'ordine sociale per far fronte ai bisogni presentati dei servizi collettivi qual è un sistema sanitario che permetta di gestire la diffusione delle malattie o un sistema di trasporto pubblico ha dato le nuove esigenze dei grandi agglomerati urbani. a. Le caratteristiche di un movimento sociale: A partire dalla metà degli anni '50 del secolo scorso, grazie al movimento per i diritti civili negli Stati Uniti durante gli anni '60 in Europa grazie allo sviluppo del movimento studentesco del movimento operaio virgola e movimenti iniziano a essere studiati come fenomeni specifici e concepiti come insieme di azioni collettive di protesta intenzionali, organizzate e razionali. Tra i primi studiosi ci sono McCarthy e zald all’interno della cosiddetta teoria della mobilitazione delle risorse e identificano i movimenti sociali come un gli eventi rivoluzionari sono dinamiche che possono essere compreso l'interno di un apparato concettuale che considera lezioni collettive di protesta come oggetto di studio. a. Il concetto di rivoluzione :le rivoluzioni sono le manifestazioni più imponenti del cambiamento sociale, segnano profonde rotture nel processo storico e riguardano sia la ricostruzione delle società interessate ma anche la ridefinizione delle biografie personali punto i fenomeni rivoluzionari possono coinvolgere un gran numero di azioni collettive di proteste come scioperi manifestazioni in piazza petizione assemblee e comprendere dinamiche quali rivolte contadine movimenti sociali colpi di Stato, guerre civili. Per Goldstone le rivoluzioni sono tuttavia distinta da tali eventi in quanto implicano l'obiettivo del rovesciamento istituzionale in vista di un miglioramento della giustizia sociale e della creazione di nuove istituzioni politiche punto le rivoluzioni coinvolgono la mobilitazione di gran parte della popolazione e di conseguenza, la scala delle proteste molto più ampia rispetto a quella tipicamente raggiunto nei momenti sociali. Anche la scala dei cambiamenti e più estesa perché queste si riferiscono ai mutamenti globali radicali che toccano aspetti della società che riguardano economia politica cultura eccetera punto per alcuni autori le rivoluzioni si distinguono da altri processi trasformativi soprattutto per la coincidenza del cambiamento socio culturale con la ribellione di classe punto e cambiamenti connessi alla rivoluzione conflitti socio politiche sono fondamentalmente lotte di classe appunto quali rivoluzioni cambiamenti sono inoltre eccezionalmente rapidi in quanto le trasformazioni delle strutture statali di classe di una società ma vengono in un breve lasso temporale. Infine, alcuni autori sostengono che le rivoluzioni coinvolgono ampi settori della società e che utilizzano oh spaventano l'uso di forme di violenza politica e coercizione contro le elite al potere al fine di favorire cambiamenti durevoli nelle proprie società. Questo argomento e tuttavia largamente contestato in quanto l'evidenza storica mostra l'esistenza dei movimenti rivoluzionari non violenti ma sorprendentemente efficaci e il tipo di mutamento sociale generato appunto nonostante la rivoluzione sia un fenomeno logicamente diverso nei movimenti sociali virgola e si è studiato facendo riferimento anche alle teorie utilizzate per spiegare i movimenti sociali. Di conseguenza un approccio teso a comprendere le azioni collettive di protesta, può essere un utile strumento per cercare di comprendere non solo i movimenti sociali ma anche altre dinamiche in piedi che osservate. Oltre a poter essere applicata a molti fenomeni empiricamente diversi tra loro, da analisi delle proteste in termini di azioni collettive permette di rendere il conto alla complessità delle varie dimensioni che le caratterizzano. b. La diffusione della categoria riots: negli ultimi anni è tornato in uso il termine Riots (letteralmente rivolte) per definire fenomeni di protesta. Tra gli eventi che sono stati definiti i raids sono inclusi le proteste parigine del 2005, le proteste cinesi a Milano, le primavere arabe iniziato in Tunisia nel dicembre 2010 e volta a rovesciare le gemme e solitarie nell'area meridionale, le proteste avvenute ad agosto del 2011 a Londra e quelle che hanno coinvolto la Grecia nel dicembre del 2008. Questi eventi sono stati identificati esplicitamente come il riots in modo piuttosto trasversale dai media e soprattutto dai rappresentanti politici. Il Riot si identifica un tipo di comportamento collettivo conflittuale che si contrappone alle azioni collettive per le caratteristiche di spontaneità e assenza di organizzazione. Differentemente dai movimenti sociali le proteste definito il Riot sono caratterizzate da un livello bassissimo di coordinamento tra gli attori e le reti sociali. in questo senso il Riot sembrano rappresentare alcune caratteristiche peculiari. In primo luogo, è spesso un evento iniziale che fa precipitare la situazione che diventa il casus belli per lo scoppio delle proteste punto in secondo l'uomo, il Riot hanno una forte connotazione simbolica ed emotivo appunto il carattere simbolico e soprattutto collegata al significato attribuito all’evento stesso che pende a enfatizzare la marginalità e la subordinazione delle vittime e dei gruppi a cui queste appartengono e che di conseguenza diventano protagonisti delle proteste. Elevata portata simbolica attribuita agli eventi scatenanti influenza anche il tipo di risposta che essi generano appunto la narrazione mediatica dei Reds sottolinea il carattere improvviso della comparsa degli eventi di protesta Virgo allora natura inaspettata e convulse, emotiva e distruttiva. Quindi sono in genere spontanei e razionali aberranti e c'è una dimensione patologica della protesta. I Riots sono associati alla diffusione dei sentimenti di rabbia tra i riottosi EA una situazione di crisi che t'hanno incoraggiare l'azione di stimolo risposta appunto questo tipo di interpretazione suggerisce che il seguito a condizioni ed esperienze di marginalizzazione e frustrazione, individui irati e furiosi non abbiano che come ultima possibilità quella di farsi sentire attraverso azioni di protesta, spesso violente. i sentimenti diffusi di rabbia stimolerebbero la partecipazione alle proteste concepite come un insieme di azioni criminali irrazionali derivanti dalla frustrazione. Etichettare le azioni collettive di protesta in termini di riots può avere alcune conseguenze : in primo luogo le relazioni suscitato nell’elite politiche tendono a essere diverse nel caso in cui le autorità percepiscano coloro che protestano come attori irrazionale oppure come attori dotati di richiesta ragionevole ponderate un topo e che sono associate le caratteristiche di spontaneità razionalità e patologia sociale, i riots sono condannati quasi all'unanimità al interno delle società in cui si sviluppano, connotati da un giudizio politico negativo da parte degli stessi attori che li definiscono tali. Secondo Waddington la mancata attenzione al contesto sociopolitico in cui avvengono le rivolte, patologia azione delle proteste come comportamento criminale razionale, il tentativo di minimizzare l'intervento repressivo la condotta da parte della polizia e delle forze dell'ordine pubblico sono elementi comuni a un concetto di folla e a quell’approccio quale la teoria della deprivazione relativa in gran parte superate dalle teorie attuali. Al contrario, una spiegazione in termini di azione collettiva di protesta sembra offrire strumenti per un'analisi complessiva degli eventi di protesta capace di mettere l'azione gli attori protagonisti con altri attori e il contesto in cui si sviluppano gli eventi. Se analizziamo gli eventi descritti come riots riferendoci al quadro concettuale delle azioni collettive di protesta che abbiamo delineato ci accorgiamo che definire tali casi Riot non è sufficiente per comprendere gli eventi in maniera adeguata. Diversamente dalla spontaneità attribuita, le proteste discusse si sviluppano grazie l'organizzazione il coordinamento da parte di alcuni gruppi. Ad esempio, le proteste in Grecia non erano strutturate nella fase iniziale ma gli eventi sono stati successivamente sostenuti da attori quali i sindacati. Analizzato alla luce di quella quelle che più sopra abbiamo visto essere le caratteristiche delle azioni collettive di protesta gli eventi greci possono essere ricondotti al contesto esterno in particolare alle relazioni con le elite politiche. in questa prospettiva le proteste sono l'espressione di un contesto ostile, una risposta intenzionalmente diretta all’elite politiche italiane direzione delle forze dell'ordine.  SPIEGARE LE AZIONI COLLETTIVE DI PROTESTA, NON SOLO I MOVIMENTI SOCIALI Lezioni collettive di protesta si possono manifestare attraverso vari fenomeni. Inoltre l'utilità di analizzare gli eventi di protesta attraverso la lente delle azioni collettive di platessa e una prospettiva che ci permette di considerare alcune dimensioni che altri concetti ignorano e di conseguenza di cogliere in modo più sistematico lo sviluppo e le implicazioni di questi fenomeni nella loro complessità appunto questo è un compito non agevole sia per il carico emotivo associato al fenomeno di protesta sia perché, empiricamente ,si possono sovrapporre possono sovrapporre varie dinamiche talvolta difficile identificare singolarmente punto le difficoltà collegate alla definizione delle primavere arabe ne sono un esempio. 2 – I CLASSICI: ALCUNE LINEE DI INTERPRETAZIONE  MARX L'opera di Marx non contiene una teoria che spieghi in maniera esplicita lo sviluppo, il carattere, diffusione il declino dei movimenti sociali. Marx quindi non è percepito come un teorico dei movimenti sociali punto la forma di protesta analizzata da Marx e infatti la rivoluzione. Marx era principalmente interessato alle cause e le dinamiche dei movimenti rivoluzionari orientate allo smantellamento del sistema capitalista. come abbiamo visto rivoluzioni e movimenti sociali possono essere spiegati Attraverso lo stesso apparato concettuale. Max prevede più passaggi nel processo rivoluzionario che contrappone i proletari ai capitalisti. Inizialmente proprietari costruiscono una massa incoerente vivono stati di alienazione sociale e sono spinti ad agire contro i macchinari e le fabbriche poi, per contrapporsi alla borghesia, i proletari formano sindacati attraverso i quali chiedono aumenti salariali, migliori condizioni lavorative eccetera. Successivamente, i proletari attivi in diverse località creano reti nazionali e internazionali per collegarsi tra loro permettendo a proteste locali di diventare significativo a livello nazionale e internazionale. Poi si organizzano in classe per sé. In questa fase, la legislazione comincia a riconoscere gli interessi del proletariato e le differenze interne alla borghesia si intensificano. Infine, alcuni settori illuminati dalla borghesia si uniscono al proletariato e nella fase finale, quest'ultimo intraprende la rivoluzione contro la borghesia. L'analisi di Marx è prima di tutto un’analisi strutturale e gli elementi associati allo sviluppo della rivoluzione sono da ricondurre alla struttura del capitalismo stesso. Marx collega così le disuguaglianze strutturali all’ascesa di movimenti rivoluzionari. La forma di protesta e la rivoluzione. Marx concepisce la rivoluzione come un evento normale inevitabile sotto il capitalismo virgola in quanto quest'ultimo contiene genera contraddizioni strutturali endemiche punto la condizione principale l esistenza di due classi con interessi mutualmente esclusivi: Marx sostiene che i capitalisti di fronte a tarsi di caduta del profitto tendono a voler mantenere elevato il livello dei loro profitti aumentando lo sfruttamento dei lavoratori e in tali condizioni capitalisti hanno interesse a sfruttare i lavoratori mentre quest’ultimi mirano a evitare tale condizione appunto interessi collegati all’appartenenza ciascuna di queste classi sono diverse : i capitalisti cercano la forza lavoro più economica, i proletari hanno come obiettivo il miglioramento dei propri salari. Nel suo pensiero, le condizioni collegate alle disuguaglianze di profitto tra capitalisti e proletari e la conseguente polarizzazione tra classe borghese classe operaia virgola sono le condizioni di partenza la base della lotta di classe E della rivoluzione del proletariato. Marx crede che gli individui siano per natura liberi, creativi e socievoli. Tuttavia, sono costretti ad abbandonare queste propensioni quando emergono condizioni storiche che non permettono di esercitare tale potenzialità in particolari condizioni dei umanizzanti. Max è considerato il precursore di questi approcci che analizzano la partecipazione al movimento sociale come un atto razionale intenzionale orientato ad altri attori. Inoltre orientamento dell'azione verso altri attori e la lotta di classe tra proletariato e borghesia capitalista sono riprese nella contrapposizione tra i challengers elite contro cui vengono indirizzate lezioni collettive di protesta punto le condizioni oggettive inerenti alla presenza di rapporti di classe asimmetrici non sono tuttavia sufficienti per generare la rivoluzione appunto la classe è un concetto relazionale e dinamico e la sua formazione prevede il passaggio della classe in sé alla classe per s. La prima è definita dalla relazione degli individui alla produzione amatoriale, e sono rappresentate nel contesto storico della società moderna dalle 2:00 classi prevalenti al tempo e capitalisti EI proletari. Le classi sociali in sé sono composte da aggregati di individui il cui membri condividono tratti comuni collegati alla stessa posizione i rapporti di produzione punto è solamente attraverso il processo di formazione della classe e quindi grazie al passaggio dalla classe in sé alla classe per sé che i membri diventano consapevoli della propria appartenenza di classe e quindi diventano una classe sociale è dotata di coscienza. Con questa trasformazione svolta a conoscere una dimensione soggettiva collegata alla costruzione di una coscienza di classe. Il passaggio dalla classe in sé alla classe per sé avviene grazie alle relazioni sociali che si instaurano nel sul luogo di lavoro dove gli operai sono obbligati a cooperare in tutti i luoghi della produzione in cui si intensifica la densità fisica appunto le relazioni dei lavoratori concentrati all’interno della fabbrica sono all'origine della coscienza di classe. L'attenzione alla costruzione di identità collettiva come prodotto sociale è una riflessione che verrà in seguito ripresa appunto la riflessione di Marx sulla mancanza di coscienza del proletariato industriale e ripresa da Lenin che enfatizza le analisi del fattore organizzativo come elemento capace di coordinare la forza rivoluzionaria E la riflessione di Lenin riguarda le modalità attraverso le quali le risorse per l'azione rivoluzionaria possono essere mobilitate. presenza di alcuni stati emotivi collegati all’appartenenza degli individui un gruppo punto come per durkheim, per simmel quando gli individui si trovano riuniti in un gruppo emerge uno stato forte di eccitazione, un' eccitazione nervosa eccezionalmente forte che trascina il singolo e esalta ogni impulso punto le caratteristiche che il simmel attribuisce ai gruppi di grandi dimensioni, tra cui la presenza di azioni che prevedono la specializzazione delle funzioni delle organizzazioni in un ambiente altamente competitivo, evidenza gli elementi tipici delle organizzazioni di movimento sociale. Poiché simmel poi nella relazione sociale al centro della sociologia, nella letteratura dei movimenti sociali e gli viene soprattutto dal richiamato dagli studiosi che si riconoscono nell’approccio relazionale nell’approccio di rete. la trattazione della differenziazione sociale e la Distinzione tra cerchi concentrici tipiche delle società premoderne e cerchi intersecantesi tipiche delle società moderne. L'analisi del ruolo delle cerchie sociali in relazione a fenomeni che riguardano la sfera politica e ripresa da più autori contemporanei punto tra questi Pizzorno considera il ruolo delle cerchie di appartenenza nel fornire le risorse per la partecipazione politica appunto diani, analizza la struttura sociale che si sviluppa grazie ai legami degli individui e gruppi primari e secondari questa filiazione presentano strutture caratterizzate da cerchie sociali concentriche il cui livello di sovrapposizione è elevato. Diversamente, le società moderne sono caratterizzate da cerchie cosiddette intersecantesi. Individui hanno più libertà di scelta e la filiazione si combinano in maniera diversa appunto attraverso cerchi che si intersecano si possono individuare due processi che a livello empirico vengono analizzati dall' approccio di rete ai movimenti sociali : da una parte individuo si differenziano poiché presentano affiliazioni dei gruppi molteplici e diverse due, dall'altra i gruppi stessi si differenziano in quanto sono il risultato della convergenza di individui diversi e l'autore collegata la discussione con l'idea che la partecipazione movimenti sociali in cui il coinvolgimento degli individui in gruppi e organizzazioni. In tale prospettiva l'azione a cerchi che si intersecano e un criterio per l'analisi sistemati via della struttura di specifici ovviamente o settori di movimenti. L'autore inoltre collega la discussione simmeliana con la tensione tra forme di organizzazione inclusive ed esclusive punto nel caso di partecipazione ad azioni collettive radicali, tendenzialmente associate modelli organizzativi esclusivi, tendono a prevalere cerchie concentriche in quanto gli attivisti derivano le proprie amicizie ed ambienti simili al gruppo principale a cui sono affiliati. Diversamente, a stili più inclusivi di partecipazione, sono collegate cerchi intersecanti e la filiazione a più gruppi. Infine, l'autore collega la discussione di simmel alla possibilità di esaminare identità individuali e collettive in maniera dinamica, relazionale e non essenzialista grazie alla quale le modalità di rappresentarsi di essere rappresentati derivano dal mutamento delle cerchie in cui gli attori sono coinvolti. 3 – LE ANALISI DEL COMPORTAMENTO COLLETTIVO  I COMPORTAMENTI COLLETTIVI I comportamenti collettivi riguardano fenomeni sociali di varia natura quali il panico, le manie, le mode, etc. Essi sono stati studiati a vari gradi di autori della scuola di Chicago nella prima metà del secolo scorso. La maggior parte degli autori infatti alla protesta come comportamento non istituzionalizzato e quindi i movimenti sociali sono forme atipiche di interazione, comportamenti che contrastano con i comportamenti convenzionali. Tre fenomeni osservati nel 1800 e definiti i comportamenti collettivi in collegamento con la presenza di folle figurano gli eventi di protesta del 1848 e l'esperienza della comune del 1871. Questi casi sconvolgono la società francese durante il 1800 perché sono di natura spontanea, irrazionale ed estremista e sono associati alla presunta barbarie dei protagonisti delle proteste, la folla, ritenuta responsabile dello sviluppo di tali eventi. Una delle prime teorie elaborate per spiegare questi fenomeni e la teoria della psicologia delle folle di le bo. Questo autore identifica coloro che partecipano le proteste come una massa omogenea amorale facilmente manipolabile Ed e composta secondo lui da una marmaglia di individui senza alcuna leadership, quasi una massa primitiva che agisce guidata dall' istinto e senza alcuna coscienza in tali circostanze, l'elite è necessaria per contrastare il despotismo delle masse. Il comportamento della folla sarebbe strettamente connesso a uno stato ipnotico capace di influenzare gli individui e di coinvolgerli in dinamiche di folla. Secondo tale teoria, il meccanismo attraverso il quale gli individui agiscono in tali circostanze derivano da forme di contagio ipnosi che inducono alla subordinazione dell'individuo alla folla. Individui quindi abbandonano le proprie responsabilità e sono condizionati da emozioni contagiose. La folla provocherebbe emozioni tali da guidare gli individui verso una condizione di irrazionalità, a volte anche verso comportamenti violenti e in presenza di una folla individui si trasforma nessuno per disposti a stati di rabbia e di violenza, producono mentalità e sentimenti primitivi condivisi da tutti i partecipanti e trascendendo condizioni considerate normali. Questa teoria è stata contraddetta dall' evidenza empirica. tilly sottolinea che gli eventi discussi da Le Bonsono trattati in maniera isolata rispetto al contesto storico. L'autore evidenzia la necessità di considerare la complessità della storia durante il 1800 mettendo in relazione agli eventi di quel periodo virgola in particolare alla diffusione della società industriale. Le Bon ignora infatti la crescente urbanizzazione, la crescenza esponenziale dei livelli di ricchezza e di potere della borghesia, la marginalizzazione delle fasce più povere, etc. Inoltre, gli eventi di protesta succedutisi durante l’Ottocento sono per Tilly frutto di azioni intenzionali e individui che vi partecipano agiscono orientando le proprie azioni contro le autorità e le elite politiche. Quindi c'è una consapevolezza da parte degli autori delle proprie azioni. Le folle si contrappongono alla crescita dei mercati nazionali che diventano prioritari rispetto alle necessità locali e la maggior parte di tali azioni sono indirizzate a contrastare le pretese e le invadenze da parte dello Stato nazione, il nuovo attore che si impone sulla scena politica in quel periodo. La presenza di solidarietà è condivisa dagli attori coinvolti nelle proteste virgola che si riconoscono e che agiscono consapevolmente in quanto gruppi sociali contro le posizioni azioni dell'elite tali caratteristiche sono lontane dal concetto di comportamento collettivo qual è la folla che prefigura al l'opposto un aggregato ho una sommatoria di comportamenti del singolo. le unità individuali che non agisce niente nazionalmente né in relazione ad altri attori.  LE TEORIE DEL COLLASSO SOCIALE Le teorie del collasso sociale sono accomunate da una visione che concepisce movimenti sociali come forme di comportamento collettivo accanto ad altri comportamenti quali il panico, le mode, i tumulti, ai culti religiosi foto la teoria del collasso sociale e sono una variante del funzionalismo la teoria che si sviluppa negli anni '50 del secolo scorso negli Stati Uniti e che concepisce la società come un sistema sociale composto da parti integrate. In linea con tale prospettiva la teoria del collasso sociale tende a percepire i conflitti come disfunzionale equilibrio sociale. In tale panorama, Turner e Killian collegano i movimenti sociali a comportamenti che derivano dall’ambiguità delle norme di riferimento. a sua volta Un allievo di Parsons, smelser, associa i movimenti sociali alla presenza di tensioni sociali. Questi autori rilevano che i movimenti sociali siano propri di individui che appartengono a gruppi sociali marginali oppure senza norme di riferimento a cui ancorarsi. In tali circostanze, perdendo la capacità di agire razionalmente, gli individui sono portati ad assumere anche comportamenti devianti. In maniera simile alle teorie della psicologia delle folle della società di massa anche le teorie del collasso sociale pongono al centro delle spiega zioni l'individuo atomizzato isolato ed escluso. Secondo Turner e Killian e il comportamento collettivo non istituzionale deve essere realizzato attraverso lo stesso modello utilizzato per esaminare le forme di comportamento istituzionale. I due autori criticano la teoria del contagio di Le Bon sostenendo che gli individui che partecipano a eventi collettivi non perdono la loro capacità razionale. Gli individui tendono ad agire seguendo alcune linee guida che sono appropriate alla situazione vissuta punto prima e durante gli eventi collettivi di protesta l'ordine sociale tende a essere percepito in maniera vaga, ambigua e confusa punto e tale condizione, la percezione dell' ambiguità dell’ordine normativo virgola che facilita l'emergere di comportamenti collettivi non istituzionali in punto in tali situazioni, emergono nuove norme che gli individui adottano come guida per i loro comportamenti appunto per gli autori non è quindi l'esistenza di norme contraddittorie che facilita l'emergere di comportamenti collettivi ma il cambiamento di un dato ordine normativo che prevale in un certo contesto a facilitare l'emergere di comportamenti extra istituzionali. Secondo gli autori, l'inizio delle azioni del movimento per i diritti civili negli Stati Uniti nel 1955 può essere riconducibile alla decisione della Corte Suprema del 1954 che sancisce la incostituzionalità della segregazione razziale. I movimenti hanno quindi specifiche proprietà, processi e logica interna appunto sono forme non routinarie dei comportamenti collettivi che non possono essere spiegati né da forme precedenti di organizzazione sociale né da norme o culture preesistenti punto sono forme emergenti e nuove che acquisiscono le caratteristiche tipiche di un organizzazione durante il loro ciclo di vita appunto un altro approccio che si considera appartenente alle teorie del collasso sociale e la prospettiva di Smelser Per il quale e comportamenti collettivi sono attività attraverso le quali gli individui tentano di ricostruire il loro ambiente socio culturale. Le persone coinvolte in episodi di comportamento collettivo cercano di ricostruire l'ambiente circostante sulla base di ciò che è definita credenza generalizzata. Un'azione non istituzionalizzata costituisce un episodio di comportamento collettivo. L'autore studia i movimenti di riforma EI movimenti rivoluzionari insieme ad altri tipi di comportamento collettivo tra cui le risposte al panico, le mode, le esplosioni di ostilità virgola e culti religiosi. Estendendo il concetto di movimento sociale di blumer smelser sottolinea che i movimenti collettivi sono tesi a modificare norme e valori e in particolare un movimento orientato alle norme, è un tentativo di ristabilire e proteggere nuove forme in nome di una credenza generalizzata che induce gli attori a adottare comportamenti non istituzionali. Secondo tale approccio tra i vari obiettivi il movimento femminista era teso a stabilire l'uguaglianza nell’accesso al sistema educativo per le donne punto il risultato dei movimenti e quindi collegato a un elevato livello di innovazione normativa. La approccio di smelser Detto approccio del valore aggiunto, implica una strutturazione logica dei determinanti sociali che contribuiscono con il loro valore alla spiegazione del comportamento collettivo. Queste comprendono la propensione strutturale, la possibilità degli attori di disporre delle risorse, la presenza di tensioni sociali, la minaccia di perdite finanziarie, lo sviluppo di credenze generalizzate. Smelser sostiene che il tipo di tensione sociale che può dare origine a sentimenti rivoluzionari è variabile e può riguardare difficoltà economiche, migrazione di popolazioni, eccetera. Anche l'incoerenza tra gli standard normativi e le condizioni sociali vissute oppure l'emergere di nuovi valori può offrire la base per lo sviluppo dei movimenti tesi a modificare le norme esistenti. Tuttavia, le tensioni sociali da sole non conducono necessariamente allo sviluppo di movimenti e possono implicare anche altri tipi di comportamento. Infatti, all’insorgenza effettiva delle rivoluzioni dipende anche da altri fattori tra cui il comportamento delle agenzie di controllo sociale. In generale, il contesto entro il quale si sviluppano episodi comportamento collettivo è caratterizzato da discontinuità che producono tensioni, disorientamento e anomia Che indeboliscono i vincoli sociali degli individui il punto in tali circostanze i movimenti creano domande per il riaggiustamento di tali situazioni punto la partecipazione movimenti e una risposta non istituzionalizzata a una situazione di crisi da parte di individui che soffrono di condizioni di deprivazione e di tensione.  IL RUOLO DELLE FRUSTRAZIONI: LA TEORIA DELLA DEPRIVAZIONE RELATIVA La teoria della deprivazione relativa è sviluppata in un testo di Gurr che si focalizza sulla violenza politica definita come attacchi all’interno di una comunità politica da parte di una collettività contro un regime politico. Gurr esamina episodi di violenza politica collettiva quali colpi di Stato, rivoluzione in, ribellioni, etc. La teoria di questo autore è un riferimento sia per gli studi sulla protesta sia per le ricerche sulla rivoluzione sui conflitti civili punto per spiegare la presenza di azioni di violenza, Gurr enfatizza il ruolo delle percezioni collegate alla deprivazione relativa, richiamando le teorie psicologiche che sottolineano la presenza di stati mentali di rabbia e aggressività che portano ad azioni violente. Il concerto di deprivazione relativa equivale alla discrepanza percepita tra le aspettative degli individui rispetto un certo valore, value expectations, e le possibilità e le condizioni reali, value capabilities, di ottenere o mantenere tali valori dati i mezzi a disposizione. I valori a cui fa riferimento alla teoria possono riguardare beni di vario tipo ed includono benefici fisici quali il cibo, un riparo, etc punto la deprivazione vissuta dai individuo può essere drastica e riguardare eventi collegati alla soppressione dei partiti politici di opposizione in un regime autoritario o può concernere un innalzamento improvviso dei livelli di inflazione punto la deprivazione può anche essere lente di guardare il declino progressivo dello status socio economico di alcuni gruppi sociali che si confrontano con quello di altri gruppi. La situazione di deprivazione relativa non è quindi una condizione oggettiva e subentra quando gli individui mettono in discussione le proprie condizioni in contrapposizione a quanto tende essere limitato nel tempio e l'interazione tra individui si svolge in un breve lasso temporale punto i fenomeni di comportamento collettivo sono caratterizzati da un' interazione tra individui, sporadica e circoscritta mentre i gruppi sociali che sostengono azioni connettive tendono essere sostenuti da relazioni continuative e durevoli tra i membri che alimentano identità e interessi condivisi punto una quarta differenza riguarda i confini punto un gruppo sociale tende ad avere confini netti che delimitano anche se a gradi diversi la membership e che dipendono dalla stabilità e dal grado di formalizzazione dei gruppi, elevato nel caso di organizzazioni, più limitato nel caso di gruppi informali . Infine, le azioni collettive di protesta presuppongono la definizione chiara degli antagonisti e degli attori in competizione tra loro e implicano un conflitto, un nemico a cui contrapporsi e a cui sono indirizzate le azioni in quanto tendono a obiettivi di cambiamento sociale e politico. Questo non vale per i comportamenti collettivi. Parte seconda 4 – TEORIA DELLA MOBILITAZIONE DELLE RISORSE  GLI STUDI CHE CONTRIBUISCONO ALL’EMERGERE DELLA TEORIA DELLA MOBILITAZIONE DELLE RISORSE Una discussione che anticipa alcuni assunti della RMT si trova nella “logica dell’astrazione collettiva “di olson. Olson esplora le implicazioni collegate al sunto della razionalità degli individui in relazione alle dinamiche dell'azione collettiva virgola in particolare a quelle che coinvolgono gruppi sociali quali le organizzazioni. L'autore sostiene che l'interesse personale motiva le persone a perseguire i beni privati ma per l'autore questo non è sufficiente per motivare individui. L'accesso ai beni pubblici infatti, se fornito un membro di un gruppo virgola non può essere impedito limitato agli altri membri e in tali circostanze anche coloro che non subiscono i costi connessi all’impegno necessario per partecipare a un'azione collettiva possono ricevere benefici se questa si conclude con successo. Secondo olson mentre tutti i membri di un gruppo possono condividere un interesse comune orientato ottenere i benefici collegati al perseguimento di un bene pubblico non tutti i membri sono disposti a pagarne i costi necessari per ottenerlo. In questi casi si manifesta il problema del free rider : ogni individuo è consapevoli di un bene inoltre sa anche che nel caso di mancata partecipazione all azione collettiva predisposta per ottenere tale bene potrà comunque beneficiare degli sforzi dei risultati ottenuti grazie all azione di coloro che hanno partecipato punto il dilemma per l'azione collettiva e quindi il seguente: se l'obiettivo è un bene pubblico è razionale per ogni individuo non partecipare in quanto la partecipazione impone un costo e nel caso in cui l'azione si concluda con successo anche coloro che non hanno partecipato potranno ottenere i benefici. Secondo l'autore l'individuo razionale ha la tendenza a comportarsi da free rider. Paradossalmente se tutti pensassero così nessuno parteciperebbe. le soluzioni di olson riguarda una necessità di presentare gli individui incentivi diversi da quelli collegati all interesse comune o di utilizzare alcuni meccanismi di coercizione per stimolare la partecipazione di tutti punto in particolare le organizzazioni stesse, nel tentativo di coinvolgere gli individui nelle azioni collettive pianificate devono offrire alcuni incentivi selettivi utilizzare meccanismi di coercizione poiché questi riducono i costi della partecipazione individuale o ne aumentano i benefici. A loro volta virgole fattori di coercizione possono essere costruiti da sanzioni di volte e coloro che non partecipano a lezioni collettive. In tale prospettiva la possibilità di impiegare i meccanismi di coercizione tentativi selettivi implica la presenza di organizzazioni capaci di monitorare, amministrare e di distribuire tali misure. In tal modo l'analisi di olson precede la RMT nel porre al centro del problema dell’azione collettiva la capacità di mobilitare le risorse da parte delle organizzazioni per agevolare lo svolgimento delle azioni collettive stesse. Il processo di mobilitazione delle risorse è anche discusso nel contributo di Tilly ed è considerato il fondamento del modello del processo politico che vedremo più avanti. Tuttavia, contiene alcune riflessioni sui processi collegati la mobilitazione delle risorse sul ruolo delle organizzazioni in tali processi. In tal modo l'autore supera le spiegazioni che partono dalle caratteristiche individuali come nell’approccio di Gurr per spiegare le azioni collettive non più come sommatoria delle azioni individuali ma con azioni collettive con caratteristiche proprie e specifiche punto il secondo luogo, Tilly mette in evidenza il ruolo dell'organizzazione come attore collettivo capace di mobilitare le risorse necessarie per l'azione collettiva, includendo le risorse collegate alla solidarietà. In terza il caso l'autore orienta l’interpretazione dello sviluppo delle azioni collettiva dell’analisi delle radici psicologiche tipica degli approcci del collasso sociale. Per tilly il processo di mobilitazione delle risorse agevole il passaggio dalla presenza di individui passivi a individui che partecipano attivamente alla vita pubblica. tale processo riguarda soprattutto la possibilità da parte dei challengers e dei propri membri di aumentare le risorse a loro disposizione. L'obiettivo dei challengers è quello di accumulare più risorse possibili in modo da massimizzare le possibili azioni collettive di protesta e ridurre allo stesso tempo la differenza con le risorse di cui espongono gli avversari. Per tilli la possibilità di mobilitare le risorse dipende soprattutto dall’organizzazione sociale resistente l'azionestessa.it gruppi con alto livello di organizzazione possono infatti mobilitare più facilmente le risorse. il modello include la considerazione di variabili che si riferiscono sia la presenza di gruppi di interesse, il grado di organizzazione all ammontare delle risorse mobilitate virgola che le opportunità e rischi di mobilitazione il punto gli individui non possono agire in azioni collettive spero che non siano affiliati un gruppo minimamente organizzato che riesco ad accedere a un mobilitare le risorse necessarie per tali azioni punto di conseguenza, nel modello proposto da Tim, nel sorse collegate alla presenza dei gruppi sociali sono un elemento cruciale per lo sviluppo delle azioni collettive dei challengers. Le organizzazioni favoriscono la creazione di solidarietà condivise perché agevolano le relazioni prolungate tra i membri, la base per la costruzione sociale di un entità collettiva appunto secondo tale approccio lezioni collettive non emergono per la presenza di masse sradicate ma si sviluppano per difendere interessi collettivi dei gruppi che agiscono intenzionalmente razionalmente punto per l'autore l'impatto di eventuali cambiamenti sociali non è collegato la crescita di tensioni sociali e frustrazioni punto di tensioni sociali e le frustrazioni sono costanti e ricorrenti nella storia punto per tilli l'effetto dei cambiamenti sociali e soprattutto connesso al potenziale delle risorse che i challenger spostano mobilitare e alla capacità da parte delle autorità di utilizzare le varie forme di controllo sociale.  LO SVILUPPO DELLA TEORIA Nuovo paradigma si consolida definitivamente nel 1977 con un famoso articolo di McCarthy e Zald. In questo contributo i due autori partono dall' assunto che i lavori sull azione collettiva elaborati fino ad allora delle teorie del collasso sociale non riesco a rispondere ad alcuni problemi fondamentali posti dagli attivisti ed ai partecipanti i movimenti sociali punto tra questi gli autori sostengono che le teorie precedenti non abbiano trattato adeguatamente i problemi riguardanti la scelta delle tattiche da utilizzare e non abbiamo discusso le modalità che rendono possibile aggregazione delle risorse necessarie per la se ho le collettiva . L'articolo si sviluppa in contrapposizione alle teorie del collasso sociale riguardano la natura degli attori che non sono riconducibili allo stato mentale degli individui, ai meccanismi di frustrazione aggressiva, alle tensioni sociali all’ambiguità delle credenze che non è l'individuo ma i gruppi sociali in particolare l'organizzazione di un movimento sociale. Per McCarthy e Zald i membri dei movimenti non sono attori che soffrono di frustrazione a cui mancano solide credenze o che agiscono in seguito attenzioni sociali punto sei movimenti sociali fosse una risposta diretta alle prestazioni sociali che dovrebbero osservare meno movimenti sociali quando cresce il livello di benessere ma l'evidenza empirica mostra che questo non avviene. Gli attori esaminati dalla RMT includono anche le elite attori che non hanno apparentemente nessun legame con i movimenti sociali poiché queste possono sopportare esternamente movimenti grazie alla fornitura di risorse come servizi, denaro, attrezzature e infrastrutture. Per McCarthy e Zald la base dei movimenti sociali non è costituita solamente da coloro che beneficiano delle eventuali azioni dei movimenti sociali che si concludono con successo appunto uno dei contributi degli autori è quello di porre l'attenzione anche sui settori della popolazione esterni movimenti sociali soprattutto su coloro che appoggiano le loro cause. Inoltre le azioni dei movimenti sociali degli anni '60 e '70 sono associate all accresciuta possibilità da parte degli individui di potersi occupare in modo professionale di tale attività e la disponibilità di individui che per professione sono membri di organizzazioni attive in movimenti sociali fanno cadere all'interno di tali organizzazioni, quali i leader punto le attività dei movimenti sociali dipendono anche dalla disponibilità di risorse da parte di coloro che simpatizzano con le cause dei movimenti, le fondazioni, enti privati, associazioni religiose, etc. Un aspetto cruciale della RMT e la discussione delle modalità attraverso le quali sia possibile mobilitare le risorse. In maniera simile a Tilly, per McCarthy e Zald il processo di mobilitazione delle risorse riguarda il trasferimento di risorse individuali adatto riorganizzazione del movimento sociale che si traducono in un maggior numero di risorse controllate dai challengers. Poiché la gran parte delle risorse deriva da membri che non sono affiliati ai movimenti sociali dalle jam che i movimenti sociali devono costruire con altri gruppi, lo sviluppo dei movimenti sociali dipende molto dal supporto esterno punto un gruppo organizzato facilità infatti la mobilitazione delle risorse anche attraverso incentivi selettivi per gli esposti dall’organizzazione a tal scopo. McCarthy e Zald Come olson hanno come obiettivo quello di comprendere quali sanzioni o incentivi selettivi possano essere utilizzati per facilitare il passaggio da condizioni in cui individui condividono gli obiettivi di un movimento sociale a condizione in cui essi si impegnano concretamente per raggiungere tale obiettivo nonostante il problema del free rider. In contrapposizione alla teoria della deprivazione relativa McCarthy e Zald privilegiano l'osservazione dell'organizzazione virgola che la cosiddetta organizzazione di movimento sociale (SMO). Per gli autori popolazioni con elevati livelli di organizzazione interna hanno più probabilità di produrre forme organizzate che possano prendere parte attiva in dinamiche di azione collettiva di movimento sociale. Nella RTM un movimento sociale definito come un insieme di opinioni e credenze che rappresentano preferenze orientate al cambiamento di alcuni elementi della struttura sociale Della distribuzione delle risorse in una società. le SMO sono organizzazione informale complesse che identificano i propri obiettivi con le preferenze dei movimenti sociali con lo scopo di implementarli punto le preferenze non si traducono in fatti automaticamente in azioni poiché richiedono un'organizzazione preesistente e l'integrazione di quei segmenti della popolazione che condividono le stesse preferenze. Gli autori discutono alcune ipotesi specificatamente connesse ai compiti che le organizzazioni possono svolgere. Oltre a definire la SMO come l'unità principale di analisi nel nuovo approccio McCarthy e Zald propongono un insieme di concetti che saranno successivamente adottati negli studi delle dinamiche organizzative nella letteratura dei movimenti sociali. L'insieme delle SMO attive in un certo movimento è definito un’industria di movimento sociale, la SMI. In ogni società ci possono essere molte SMI che rappresenta uno strutture di preferenze collegiate per esempio ai diritti civili. In tale prospettiva il movimento contro la globalizzazione verso la fine degli anni '90 può essere considerato una SMI. gli obiettivi di un movimento sociale non coincidono quindi con gli obiettivi di una singola organizzazione poiché essi sono composti rappresentati da varie SMO. Infine, McCarthy e Zald dicono che l'insieme delle industrie di movimento sociale e definito settore dei movimenti sociali, SMS. Questo comprende varie SMI che rappresentano tutte le strutture delle preferenze presenti in una certa società. Come per tilli, il problema principale nella riflessione di McCarthy e Zald concerne la capacità delle SMO di mobilitare le risorse per poter agire in azioni collettive. In primo luogo, ogni organizzazione è un insieme di interessi che possono variare in base agli obiettivi specifici per i quali lavora. Inoltre, le organizzazioni devono possedere più di una risorsa e le risorse necessarie per l'azione collettiva sono molteplici e includono la legittimazione, il denaro, etc. Le SMO variano in maniera significativa anche rispetto alla possibilità e capacità di poter mobilitare questi tipi diversi di risorse. McCarthy e Zald propongono una serie di ipotesi riguardanti le questioni collegate alla mobilizzazione delle risorse. La prima ipotesi dice che se le risorse disponibili da parte della popolazione aumentano, crescono anche le risorse disponibili agli SMS. McCarthy e Zald Ipotizzano anche che maggiore è il livello educativo degli individui maggiore è la probabilità che si abbiano tempi disponibile per potersi dedicare ad attività di volontariato, incluse le attività svolte all’interno delle SMO. Un'altra ipotesi sviluppata da McCarthy e Zald sostiene che indipendentemente dalle risorse di coloro che risultano essere i beneficiari diretti delle azioni dei movimenti sociali, maggiore l’ammontare delle risorse di coloro che sostengono in movimento maggiore è la probabilità che si sviluppino e si diffondono nuove SMO o SMI. Gli autori si aspettano che un individuo che dispone di molte risorse economiche possa allocare parte di tali risorse anche a favore di cause che permette individui aumentare il proprio capitale sociale migliorare le proprie abilità comunicative, le proprie capacità organizzative e l'abilità di gestione e di coordinamento dei gruppi punto le organizzazioni agevolano il confronto tra i membri attraverso discussioni e scambi di azione , tutte qualità che facili per il coinvolgimento in azioni collettive e, più in generale di impegno in attività politiche.  STUDI ORGANIZZATIVI E MOVIMENTI SOCIALI Gli studi dei movimenti sociali gli studi organizzativi anno nella fase iniziale dello sviluppo, a seguito di reazioni divergenti. Durante gli anni '50 gli studi organizzativi ci sono orientato analizzare gli aspetti istituzionali dell’organizzazione, mentre i movimenti sociali sono stati esaminati in quanto comportamenti collettivi non istituzionali in antitesi alla presenza di organizzazioni capaci di coordinare la protesta. In questo periodo gli studi organizzativi si concentrano sulla propensione delle organizzazioni informali in quanto strutture so giganti l'individuo che derivano dalla presenza di regole impersonali razionali e di gerarchia burocratica e appunto i teorici organizzativi sono interessati a spiegare la relazione tra strutture formali dell azionario burocratiche le modalità attraverso le quali si strutturano relazioni gerarchiche all’interno di tali organizzazioni. Contemporaneamente a questi sviluppi e fino agli anni 70 le ricerche sui movimenti sociali sono dominate da un’analisi che enfatizza la spontaneità la disorganizzazione e la mancanza di struttura nei movimenti sociali. Questi ultimi sono concepiti come comportamenti collettivi che si sviluppano in seguito alla presenza di individui che agiscono sostenuti da forti stati emotivi punto nella fase di sviluppo delle due discipline gli studi organizzativi la letteratura è interessato ai movimenti sociali si concentrano pertanto soggetti diversi mentre i movimenti sociali sono concepiti come comportamenti collettivi devianti in cui manca qualsiasi forma organizzativa. E solamente durante gli anni '70 soprattutto grazie alla RMTche gli studiosi di movimento sociale spostano l'attenzione sulle strutture e sui processi organizzativi considerando i movimenti sociali non più come comportamenti collettivi irrazionali e devianti ma come attori nazionali strategici che agiscono intenzionalmente. Questo avviene in primo luogo grazie al lavoro di McCarthy e Zald che pone al centro dell’analisi dei movimenti sociali l'organizzazione. Verso la metà degli anni 60 emergono altri punti di contatto tra le 2:00 discipline il punto in questo periodo, alcuni approcci degli studi organizzativi prediligono un'analisi a livello macro. Si sviluppa per esempio la teoria della contingenza che studia l'adattamento delle organizzazioni ai loro ambienti. Inoltre, alcune teorie pongono la propria attenzione su dinamiche esterni all'organizzazione stessa. Per esempio, le teorie sull’ecologia delle organizzazioni si focalizzano sulle modalità di sopravvivenza delle organizzazioni sulle dinamiche di selezione delle organizzazioni. Le teorie istituzionali convergono sull’analisi delle dinamiche culturali e del contesto normativo, sulle dinamiche di consenso e sulla strutturazione dei campi Inter organizzativi punto le teorie della dipendenza delle risorse si focalizzano sulle modalità attraverso le quali le risorse esterne influenzano le azioni delle organizzazioni. In tale prospettiva gli studiosi dei movimenti sociali camminano il contesto in cui operano le organizzazioni, le modalità attraverso le quali le dimensioni normative cognitive delle istituzioni influenzano lo sviluppo delle organizzazioni, la diffusione delle pratiche all’interno della popolazione organizzativa. Nonostante la progressiva integrazione della letteratura nei movimenti sociali con gli studi organizzativi si possono identificare alcuni elementi che tendono a differenziare i due tipi di letteratura. il punto principale che contraddistingue questi due filoni di ricerca riguardo all’oggetto d'analisi. In generale pur essendo entrambi orientati a studiare le organizzazioni, il punto di vista adottato dagli studiosi che si riconoscono nella letteratura dei movimenti sociali lei è diverso da quello in cui si identificano gli autori che fanno riferimento a studi organizzativi. Questi ultimi tendono a essere concentrati sulla stabilità delle strutture organizzative mentre gli studiosi nei movimenti sociali sono rientrati a studiare le dinamiche associate alle strutture organizzative emergenti e concepiscono organizzazioni come attori orientati al cambiamento sociale politico culturale. Mentre gli studi organizzativi Privilegiano le analisi delle strutture stabili e formale all’interno delle organizzazioni e tra le organizzazioni il le analisi dei movimenti sociali tendono ad evidenziare i processi che riguardano le modalità necessarie per organizzarsi la mobilitazione delle risorse lo sviluppo delle identità collettive la costruzione delle alleanze. un altro punto di divergenza riguarda la relazione con la sfera politica: studi organizzativi si concentrano sull'analisi delle organizzazioni relazione alla politica istituzionale, la letteratura dei movimenti sociali esamina invece l’organizzazione in relazione alle attività collettive di protesta, esterni canali partecipativi istituzionali. In aggiunta la dimensione del potere dell’elite e dell'autorità politica è centrale nella prospettiva dei movimenti sociali per esempio per esaminare la loro capacità repressiva. Diversamente in studi organizzativi esaminano le dinamiche interne del potere soprattutto riconoscendo che l'organizzazione è un sistema di dominazione e trattano temi legati per esempio processi di decision making a livello centrale. Infine, mentre gli studiosi dei movimenti sociali privilegiano le analisi dei movimenti i cui obiettivi sono collegati a questioni sociali che si rivolgono a un ampio pubblico, gli studi organizzativi tendono ad essere orientati a specifici settori o a singoli attori. Negli ultimi due decenni la letteratura che ho utilizzato concetti e teorie presi in prestito dagli studi organizzativi per studiare i movimenti sociali si è molto ampliata. Flingstein e McAdam sottolineano che l'oggetto di ricerca comune gli studi organizzativi alle ricerche sui movimenti sociali se l'azione collettiva strategica che si rivolge nei campi d'azione strategica appunto in tale prospettiva l'analisi orientata al campo delle interazioni tra gli attori a livello meso Che consiste nell insieme delle relazioni tra le organizzazioni e gli altri attori punto il campo d'azione strategico e il livello nel quale si svolgono le interazioni trattori che si riconoscono reciprocamente e che hanno una visione condivisa sugli obiettivi relazione all interno del campo e sulle regole che vigono nello stesso punto gli attori che interagiscono il competono in un campo sono composti dai challengers cioè gli attori che tendono a occupare posizioni poco privilegiati all’interno del campo e che quindi hanno poca influenza gli incumbent cioè gli attori che hanno invece molta influenza EI cui interessi la cui visione si riflettono solo nell organizzazione dominante punto la maggiore differenza de questo approccio rispetto alle precedenti prospettive istituzionali tipiche degli studi organizzativi e la natura conflittuale dei campi. per Fligstein e McAdam, i conflitti emergono come risultato dell interazione che coinvolge almeno un incumbent e un challenger nel momento in cui quest'ultimo mette in discussione le relazioni significato esistenti nel campo con l'obiettivo di destabilizzare le organizzazioni e le istituzioni più stabili punto uno delle tecniche di analisi che si è diffusa per studiare i campi organizzativi e l'analisi delle reti network Analysis. Negli ultimi anni la messa a punto di tecniche di analisi delle reti sempre più sofisticate agevolato l'analisi empirica delle dinamiche di interazione tra organizzazioni, anche in relazione alle dinamiche dell'azione collettiva inclusi i movimenti sociali.  RETI E MOVIMENTI SOCIALI L'applicazione della prospettiva delle reti allo studio dei movimenti sociali ha permesso di analizzare le strutture sociali e politiche in prospettiva relazionale concependo queste ultime come prodotto dell’interazione tra attori e non come insieme di caratteristiche gli attori condividono. Facendo riferimento alla concezione relazionale dei movimenti sociali sviluppatasi grazie ai contributi di tilly e soprattutto Melucci, Diani applica l'analisi delle reti per comprendere le modalità attraverso le quali attori si coordinano i modes of coordination e agiscono unitariamente in azioni collettive. in modo of coordination sono definiti da Diani come tutti quei processi relazionali che permettono l'allocazione di risorse virgola che facilitano i processi decisionali e la possibilità di prendere decisioni condivise che sostengono l'elaborazione di rappresentazioni collettive di solidarietà e vincolano gli attori in seguito obblighi di reciprocità appunto l'oggetto di studio diventa la struttura delle interazioni tra attori sociali in particolare tra organizzazioni che nell insieme identifica nel campo organizzativo. In tale prospettiva i movimenti sociali sono una specifica modalità di coordinamento attraverso la quale gli attori agiscono collettivamente punto la definizione di Melucci sui movimenti sociali tende a sottolineare la presenza di piccoli gruppi informali , gli attori protagonisti dei nuovi movimenti studiati dall'autore, di tale definizione, Diani coglie soprattutto l'attenzione alla dimensione relazionale applicando l'analisi sistematica delle interazioni tra organizzazioni punto per l'autore infatti i movimenti sociali definiscono realtà empiriche caratterizzate da densi scambi tra le organizzazioni che si sovrappongono alla presenza di identità collettive le quali emergono grazie a molteplici reti interpersonali e affiliazioni tra attori. In mancanza di relazioni durature che facilitano lo sviluppo di identità condivise e le modalità di coordinamento tra organizzazioni tendono a caratterizzare dinamiche di coalizione. Queste sono contraddistinte da un insieme di organizzazioni collegate tra loro che si coordinano su temi specifici o singoli eventi punto si differenziano dai movimenti sociali per la mancanza di identità collettive che facilitano la possibilità di collaborare e di agire in maniera stabile e durevole nel tempo. Un'altra modalità di coordinamento, la sub cultura politica riguarda la presenza di reti sociali in cui scambi sono limitati in cui attori condividono un forte senso di appartenenza.  CONCLUSIONI La presenza di organizzazioni i legami Inter organizzativi e associato alla fase di sviluppo e di diffusione dei movimenti sociali punto per svilupparsi durare nei tempi hanno infatti bisogno di rafforzare la struttura organizzativa e questo processo avviene tra attraverso l’istituzionalizzazione di alcune relazioni tra i gruppi sociali alle dinamiche implicano uno spostamento della capacità di mobilitare le risorse dai gruppi sociali informali alle organizzazioni formali. Il processo di istituzionalizzazione dei gruppi sociali organizzazioni strutturate e formali è connesso alla possibilità di riuscire a perseguire meglio i propri obiettivi punto tale processo accompagnato tuttavia da alcuni rischi: la formalizzazione può generare il meccanismo di oligarchi azione gli obiettivi delle organizzazioni diventano il mantenimento della struttura organizzativa piuttosto che il perseguimento di cambiamenti sociali e politici nei movimenti sociali, con la presenza di organizzazione informale strutturati la leadership si differenza dalla base e le relazioni tendono a strutturarsi verticalmente a discapito delle relazioni orizzontali. Il secondo pericolo associato all’eccessiva formalizzazione dei gruppi e la cooptazione e questo processo avviene soprattutto se il movimento diventa progressivamente dipendente dalla necessità di acquisire risorse dagli attori esterni. Recentemente il ruolo delle SMO in relazione alle dinamiche delle azioni collettive di protesta è stato ridiscusso: da una parte questo è avvenuto grazie alle riflessioni sui movimenti quali Occupy Wall street caratterizzati da strutture dirette più fluide che deliberatamente rifugiano alla formalità delle SMO. Dall'altra ciò si è verificato grazie ad alcune riflessioni sui media digitali sulla capacità di coordinamento della rete online. Im presenza di queste nuove dinamiche alcuni studiosi hanno discusso il ruolo delle organizzazioni anarchiche, caratterizzata da un insieme di elementi che si contrappongono a quelli tipici dell'organizzazione formali : la partecipazione volontaria in contrapposizione a quella basata sulla filiazione, la democrazia diretta in contrapposizione alla gerarchia, l'autonomia in contrapposizione alle regole, l'auto organizzazione in contrapposizione al monitoraggio e l'aiuto reciproco in contrapposizione a meccanismi sanzionatori. 6 – IL MODELLO DEL PROCESSO E LA STRUTTURA DELLE OPPORTUNITA’ POLITICHE  INTRODUZIONE Durante gli anni '70 emerge un’interpretazione politica dei movimenti sociali conosciuta come il modello del processo politico. Nel tempio, tale approccio sarà soprattutto associato a una dimensione, quella della struttura dell’opportunità politiche POS, operando uno stringimento rispetto alla concettualizzazione iniziale del modello. L'interpretazione di politica delle dinamiche di azione collettiva nasce dalla concezione dei movimenti sociali come interazioni tra i challengers, il gruppo i protagonisti delle rivendicazioni e gli incumbents, gli attori a cui sono indirizzate le proteste virgola che coinvolgono le autorità politiche. L’interazione conflittuale emergono poiché gli incumbents e i challengers Rappresentano categorie con interessi divergenti il punto nella fase di sviluppo iniziale delle teorie sui movimenti sociali, la RMT e il modello del processo politico sono Uniti nella critica indirizzata contro le prospettive che associano l'emergere dei movimenti sociali a situazioni di collasso sociale. Le 2:00 prospettive evolvono e si allontanano progressivamente verso la fine degli anni '70 soprattutto grazie a Tilly principalmente rivolto all’interpretazione politica dei movimenti sociali. Grazie alla RMT, I movimenti sociali sono considerati attori razionali ed espressioni politiche di un gruppo che condivide alcuni interessi appunto inoltre la RMT ha posto l'attenzione sul ruolo degli attori che sostengono i movimenti sociali dall'esterno pur non beneficiando direttamente dalle azioni dei movimenti. Infine mcadam riconosce il ruolo della RMT per aver posto l'attenzione sull importanza dei gruppi sociali, soprattutto le organizzazioni, nel processo di - la propensione da parte dell'autorità politica alla repressione 2. la capacità organizzativa. Il secondo fattore cruciale per l'emergere dei movimenti sociali riguarda la capacità organizzativa dei challengers appunto le opportunità offerte dal contesto strutturale non sono sufficienti per l'azione collettiva in quanto i gruppi devono essere capaci di cogliere tale opportunità. McAdam Specifica quattro tipi di risorse associate alla capacità organizzativa dei challengers - la prima risorsa riguarda la possibilità di reclutare nuovi membri - capacità organizzativa dei challengers che riguarda l'insieme di incentivi simbolici trasmessi attraverso le organizzazioni, quali forme di solidarietà - possibilità di costruire reti e collaborazioni tra organizzazioni e individuo - capacità organizzativa collegata alla possibilità di fornire leader, coloro che più di altri membri all’interno di un’organizzazione sono capaci di coordinare l'azione. In presenza di possibilità di reclutare nuovi membri di solidarietà di reti sociali i movimenti sociali hanno la capacità organizzativa necessaria per diminuire i costi collegati all’azione collettiva e soprattutto per poter cogliere e sfruttare le opportunità politica che si rendono disponibili per intraprendere azioni collettive di protesta punto 3. la liberazione cognitiva. Accanto alla struttura delle opportunità politiche e alla capacità organizzativa dei challengers un terzo elemento che favorisce le azioni collettive di platessa e la liberazione cognitiva appunto questa dimensione si esprime nella percezione da parte dei challengers che le strutture sociali esistenti abbiano perso legittimità e che la loro partecipazione possa fare una differenza nel risultato finale associato alle azioni collettive. Queste dinamiche sono simili al processo di trasformazione delle credenze e riguardano l'attribuzione di significato alle situazioni vissute. La liberazione cognitiva implica tre passaggi: - individui percepiscono la progressiva perdita di legittimità dell'ordine sociale - individui superano il fatalismo collegato alla percezione dell’impossibilità e dell’inefficacia della propria azione - individui accrescono il senso di efficacia politica collegato alla possibilità di cambiare e si impegnano in azioni collettive di protesta.  Tarrow Per Tarrow le difficoltà collegate allo sviluppo dei movimenti sociali concernono soprattutto le modalità attraverso le quali popolazioni inizialmente disperse, frammentate, disorganizzati e autonomi si coordinano tra loro per impegnarsi in azioni collettive e condivise e durevoli nel tempo. Ipotesi principali per spiegare lo sviluppo dei movimenti sociali predilige, anch'essa l'importanza della POS. Quest'ultima definita come un insieme di segnali coerenti indirizzati agli attori politici e sociali che incoraggiano o scoraggiano i challengers a usare le proprie risorse interne al fine di formare movimenti sociali. Tali segnali possono riguardare dimensioni collegate alle istituzioni statali o la struttura delle alleanze punto la direzione ipotizzata per la relazione tra apertura della POS e sviluppo delle azioni collettive di protesta è tale che all’aprirsi della POS aumentano le possibilità da parte dei challengers di impegnarsi in azioni collettive di protesta appunto se l'opportunità migliorano, aumenta l'accesso alla partecipazione. Tarrow individua quattro dimensioni della POS: - apertura delle opportunità istituzionali virgola In altre parole la possibilità di partecipare ai processi decisionali degli organi politici e di poter accedere alla sfera politica attraverso attività politiche convenzionali. - Speciali feci il processo eventi che alterano ho destabilizzano le elite coinvolgendo establishment politico e sociale - struttura delle alleanze politiche punto la presenza di alleati influenti può infatti essere determinante per lo sviluppo e la diffusione di un movimento - opportunità che emergono in seguito alla presenza di divisioni tra le elite che costituiscono degli incentivi soprattutto per i gruppi sociali dotati di poche risorse appunto in tale circostanza questi percepiscono maggiori possibilità di successo sono più portati a intraprendere forme di azione collettiva. - Infine, Tarrow identifica la capacità di repressione da parte del governo come un'ultima dimensione della POS.  Il ciclo delle proteste L'analisi sul ruolo della POS nelle ricerche di Tarrow trova un'importante applicazione empirica nello studio del ciclo delle proteste in Italia appunto questo riguarda gli eventi di protesta che si svolge all'incirca dalla metà degli anni '60 fino alla metà degli anni '70 e che coinvolgono principalmente il movimento studentesco, operaio , femminista e quello che si sviluppa intorno alla chiesa cattolica appunto un ciclo di protesta indica la presenza di movimenti sociali di molteplici gruppi sociali attivi in azioni collettive di protesta che dura nel tempo e che si diffondono su un vasto territorio. Un ciclo di protesta coinvolge molti settori della società tra cui studenti, impiegati pubblici negli operai eccetera e il livello di conflittualità sociale è molto elevato e si diffonde rapidamente. Tali circostanze favoriscono un rapido sviluppo dell’innovazione e di frames collegati alla possibilità di intraprendere nuove azioni collettive punto i cicli di protesta hanno un andamento parabolico e si ricompongono delle seguenti fasi: - la fase iniziale caratterizzata dall’apertura delle opportunità politiche che favoriscono lo sviluppo delle azioni collettive di protesta appunto in tale periodo si espandono le possibilità di mobilitare le risorse che incoraggiano le attività da parte di uno o più movimenti sociali. - In un secondo tempi le proteste tendono a diffondersi coinvolgere vari gruppi sociali - nella fase di espansione l'andamento delle proteste mostra un picco in termini di numerosità di eventi - la fase finale caratterizzata sia da un periodo di riforme senza la presenza di misure repressive da parte dello Stato. in questa fase Tarrow identifica alcuni processi collegati al cambiamento nelle caratteristiche dei gruppi delle azioni collettive che tendono verso due modalità alternative istituzionalizzazione la radicalizzazione punto anche se non esplicitamente identificati da Tarrow questa fase comprende inoltre processi di frammentazione dei gruppi e delle azioni. 1. Lo sviluppo del ciclo delle proteste in Italia Tarrow Spiegalo sviluppo del ciclo delle proteste in Italia analizzando le caratteristiche del contesto politico italiano e internazionale nel periodo immediatamente precedente l'inizio degli eventi in punto in quel periodo, il concorso internazionale dominato dalla guerra fredda che contrappone gli Stati Uniti e l'unione sovietica, nelle persone del presidente Kennedy, fino al novembre del 1963, e chruscev. te li do in contrapposizione si riflette su alcuni allenamenti domestici virgola in particolare nel confronto tra il blocco della democrazia cristiana e il blocco del partito comunista italiano. La democrazia cristiana e il partito che domina la scena politica dal 48 e il 63 rimanendo il principale partito politico in Italia anche negli anni successivi punto le basi sociali della democrazia cristiana sono prevalentemente composte dal ceto medio con una forte componente cattolica appunto in contrapposizione l'elettorato del partito comunista italiano il principale partito dell'opposizione, è associato la classe lavoratrice operaia appunto la crescita economica dell'Italia è basata sulla produzione industriale su larga scala e avviene a discapito di tale classe lavoratrice punto gli operai comuni sono infatti soprattutto immigrati dal sud Italia con un basso profilo educativo e poche qualifiche professionali. In tale contesto si inseriscono nuovi scenari che mutano le alleanze politiche italiane punto nel 1963 per la prima volta nella storia della prima Repubblica si forma un governo di centro sinistra grazie all’apertura della democrazia cristiana il partito socialista italiano. Entrata del partito socialista italiano nel governo è considerato un elemento fondamentale per l'apertura delle opportunità politiche. in aggiunta alla contrapposizione della classe operaia e la classe media emergono altre importanti forme di conflittualità tra cui quelle che guardano il ruolo della figura femminile nella famiglia nella società e si diffondono un clima e una cultura della protesta che facilitano la costruzione di nuove alleanze, anche se variabili, tra i principali protagonisti del ciclo delle proteste, il movimento studentesco, il movimento operaio e quello femminista. 2. I principali protagonisti del ciclo delle proteste in Italia punto il ciclo delle proteste in Italia inizia intanto alla metà degli anni '60. Eventi coinvolgono numerosi i settori della popolazione che si rendono protagonisti delle più varie azioni collettive di protesta punto le forme di azioni più diffuse durante il ciclo delle proteste sono le azioni di protesta più convenzionali socialmente accettate legittimati dalla società quali lo sciopero e corteo incontri pubblici. Le azioni conflittuali più dirompenti , occupazioni interruzione del traffico auto riduzione del costo di un bene o di un servizio giudicato eccessivamente caro virgola e le azioni violente quali attacchi a proprietà gli scontri con la polizia sono di gran lunga meno numerosi rispetto alle azioni più convenzionali, secondo Tarrow le azioni violente rappresentano un 23,1% del totale delle azioni osservate nel periodo analizzato mentre le azioni come elettive convenzionali rappresentano il 56,1% appunto il primo settore che si mobilita e la popolazione studentesca in particolare, gli studenti universitari punto secondo le analisi di Tarrow il 38,6% degli attori coinvolti negli eventi di protesta durante il decennio osservato tra il 1965 e il 1975 appartiene alla categoria degli studenti e dei giovani punto nel movimento studentesco prevale una forte carica anti autoritaria punto se prima della nascita del movimento gli studenti universitari erano organizzate principalmente attraverso due associazioni studentesche: l'unione goliardica italiana un'organizzazione di sinistra virgola e l'intesa universitaria un'associazione cattolica, le proteste degli studenti rappresenta una sfida alle istituzioni in parte per il loro legame ai partiti politici il punto le proteste degli studenti universitari iniziano con le occupazioni delle sedi universitarie a Pisa nel 65 attento nel 66 a Torino nel 67. Mentre le proteste da parte degli studenti universitari declina nel 1969, le proteste degli studenti delle scuole superiori continuano negli anni '70. Della porta identifica tre fasi di sviluppo del movimento. Nella prima fase azioni come le assemblee studentesche contribuiscono a offrire uno spazio comune creano quel sentimento di effervescenza collettiva tipico delle prime fasi di un movimento. In questa fase le indicazioni riguardano questioni interne all'università punto la seconda fase tra il 67 e il 68 e caratterizzata da azioni di massa quali dimostrazioni pubbliche e cortei. Mentre la prima fase orientata al riconoscimento interno reciproco da parte degli attori che appartengono al movimento, le azioni in questa nuova fase sono tese a ricercare riconoscimento da parte del pubblico esterno agli attori del movimento stesso. L'ultima fase che contraddistingue gli anni successivi al 68 e ha segnata dall’incontro con il movimento operaio punto le proteste in questa fase sono azioni congiunte con gli operai e riguardano temi legati al mondo del lavoro, sono marcate il discorso di classe si contrappongono allo sfruttamento e all oppressione da parte del sistema capitalista. Questa fase è caratterizzata anche da azioni violente da parte di alcuni gruppi che emergono in relazione all'adozione di misure di repressione da parte delle forze dell'ordine appunto il movimento operaio e un altro settore della popolazione attivamente ogni volta nel ciclo delle proteste in Italia appunto in parte le azioni di questo movimento si sviluppano con l'apertura della POS rappresentata dall' obiettivo della piena occupazione che accresce la capacità di negoziazione della classe operaia appunto la partecipazione riguarda se gli operai qualificati II protagonisti nella fase iniziale delle proteste virgola che gli operai comuni appunto la fase di diffusione della protesta del movimento operaio in Italia è conosciuta come autunno caldo. 3. la fase di declino del ciclo: istituzionalizzazione, Frammentazione e radicalizzazione. tipologie di attori politici, i gruppi di destra e le forze dell'ordine predisposte al controllo della protesta. per quanto riguarda i gruppi Di destra, a cavallo tra la fine degli anni '60 e l'inizio degli anni '70 avvengono una serie di eventi, identificati con la nozione di stragismo, i cui responsabili sono alcune organizzazioni di estrema destra tra cui spicca Ordine nuovo. La strage neofascista del 12 dicembre 1969 alla banca nazionale dell'agricoltura in piazza Fontana a Milano e considerata la spartiacque che segna l'inizio del ciclo di violenza politica e di terrorismo, una stagione nota come i annidi piombo punto a partire dal 1969 si susseguono una serie di stragi attribuite ad attori che si riconoscono il panorama politico della destra estrema appunto tra queste le più tristemente note sono quelle del 1974 a Brescia quando 8 persone rimangono uccise e più di 100 feriti a piazza della Loggia in seguito una bomba nascosta in un cestino che viene fatta esplodere mentre era in corso una manifestazione contro il terrorismo neofascista , l'attentato terroristico del 4 agosto del 1974 il treno espresso italicus in provincia di Bologna in seguito al quale muoiono 12 persone, l'attentato alla stazione di Bologna 2980 e l'attentato della val di Sambro al treno Napoli Milano del 1984 . Tali stragi si inseriscono in un primo identificato con l'espressione di strategia della tensione per cui molti settori della popolazione ipotizzano il coinvolgimento l'esistenza di una rete di collaborazione tra le forze dell'ordine, i servizi segreti gli ambienti neofascisti punto del 1970 fallisce il gulp da parte di borgese in questo contribuisce alla diffusione di un clima di sospetto e paura e alla diminuzione della fiducia del pubblico di sinistra verso le istituzioni statali percepita come ingiusta appunto inoltre, la violenza politica una risposta all accresciuta attività di controllo della protesta da parte delle forze dell'ordine in termini di ordine pubblico appunto il periodo dal 1977^1979 è collegato all'immagine di un ritorno dello Stato solitario punto anche se la relazione tra le ali pressione e protesta è piuttosto controversa, della porta avanza l'ipotesi che l'uso di tecniche repressive e diffuse scoraggino l'ape la partecipazione a proteste pacifiche di massa favorendo invece le frange più radicali punto il controllo della protesta si inasprisce nel corso degli anni '70. Tra il 1963 e il 1960 7 nessun Attivista rimane ucciso. Diversamente, alla fine del 1968 si contano due mila 700 studenti denunciati e nel 1970 10.000 operai sotto processo. Il picco in termini di numero di morti e feriti è rappresentato dalle circa 150 persone coinvolte in eventi violenti nel 1972. L'aumento della repressione si riflette anche nell’inserimento di varie disposizioni a tutela dell'ordine pubblico per rispondere all emergenza del terrorismo. In particolare considerando il periodo dal 1974^1979 vengono adottate la legge reale che facilita le attività delle forze dell'ordine in relazione all identificazione e alla perquisizione delle persone indiziate, ed estende il ricorso alla custodia preventiva, il decreto ministeriale del 1977 che dispone la creazione dei carceri speciali, la legge del 1978 che potenza l'azione di prevenzione e contrasto alle attività finalizzata al terrorismo o di eversione dell'ordine democratico, come sequestro di persona a scopo di estorsione.  CRITICHE AL CONCETTO DI STRUTTURA DELLE OPPORTUNITA’ POLITICHE. Il ciclo delle proteste in Italia rappresenta uno degli esempi più importanti nella letteratura sull’applicazione del modello del processo politico in prospettiva diacronica appunto l'applicazione empirica del modello del processo politico è stata abbondante sia in prospettiva diacronica che per gli studi che si sono focalizzati sui cambiamenti della POS nello spazio punto non sono mancate le critiche si sono indirizzate soprattutto contro il concetto di POS. La principale riguarda la definizione stessa della POS poiché gli autori non considerano sulle specifiche dimensioni da osservare per cogliere il concetto di POS. Come menzionato McAdam ha cercato di sintetizzare la diversità degli approcci identificando quattro dimensioni comuni ai vari autori: la relativa apertura o chiusura del sistema politico istituzionale, gli allineamenti tra le elite traducono in elementi di stabilità o instabilità, la presenza o assenza di alleanze tra le élite e gli altri attori, la propensione da parte delle autorità politiche alla repressione punto una seconda critica con sostiene che focalizzandosi sulla dimensione del contesto esterno la letteratura ha teso e ignorare le altre due componenti discusse nel modello del processo politico in particolare il ruolo delle risorse che derivano dalle reti costruite dai gruppi sociali attivi nei movimenti e soprattutto la componente relativa alla solidarietà nel modello di tilly e al concerto di liberazione cognitiva nell analisi di McAdam. la critica principale sostiene che ridurre il modello del processo politico alla POS sia troppo deterministico. Questa critica soprattutto indirizzate alle applicazioni successive piuttosto che all elaborazione originale del modello appunto in parte, la tendenza a privilegiare un approccio appiattito sulla POS da parte dei contributi successivi all elaborazione originale è stata contrapposta al riconoscimento che le analisi proposte da tilly, Tarrow, McAdam adottano soprattutto una prospettiva relazionale punto il superamento dell analisi strutturale avviene grazie alla svolta culturale degli anni '80 in sociologia. 7 – FRAMES, PERFORMANCE, EMOZIONI  LA PROSPETTIVA DEL FRAMING La svolta culturale degli anni '80 in sociologia entra nel dibattito sui movimenti sociali principalmente attraverso il concetto di framing. dal punto di vista epistemologico l'analisi dei frames è favorita dal diffondersi del costruttivismo sociale, un approccio che fa utilizza il processo cognitivo di costruzione dei significati, il framing. Gli autori che richiamano tale prospettiva all’interno della letteratura dei movimenti sociali partono dall' assunto che il lavoro di interpretazione e la produzione di idee per la mobilitazione e la contro mobilitazione è problematico ed è stato ignorato fino alla metà degli anni '80 e sono principalmente Snow e benford. Questi autori definiscono il frame come uno schema interpretativo che semplifica e condensa la realtà esterna, codificando in modo selettivo oggetti situazioni eventi esperienze sequenze di azioni di fatti presenti o passati. I frames sono schemi interpretativi che permettono agli individui di descrivere la realtà e sono utilizzati per organizzare le esperienze guidare l'azione individuale e collettiva appunto l’approccio del framing prediligere analisi delle dinamiche che si svolgono a livello micro e si focalizza sul processo di attribuzione di significato ed interpretazione delle azioni collettive di protesta. Gli attori dei movimenti sociali sono quindi analizzati nell’attività di produzione di tali significati. Tale prospettiva riflette sui processi attraverso i quali gli attivisti i leader interpretano le azioni collettive di protesta e le modalità attraverso le quali individui con interessi identità diverse giungono a una definizione condivisa sulle cause di un problema sulle possibili soluzioni e strategie da perseguire per risolvere tale problema. I frames risultano essere concetti utilizzati in maniera piuttosto strumentale che integrano i concetti sviluppati l'interno degli approcci strutturali per spiegare le azioni collettive di protesta. Infatti enfatizzando le modalità attraverso le quali individui e organizzazioni utilizzano significati e valori e credenze a proprio vantaggio la prospettiva del framing e infatti in linea con le approccio strumentale dei movimenti strutturali della RMT e della POS. in tale prospettiva, un importante riflessione riguarda le modalità attraverso le quali i leader e le organizzazioni utilizzare i loro messaggi in modo strategico per ottenere il miglior risultato possibile ed avere un impatto significativo su potenziali nuovi membri o alleati. Una delle prime applicazioni empiriche dell'analisi dei frames concerne il lavoro di Snow. La sua ricerca aveva come obiettivo quello di capire le modalità attraverso le quali gli individui pur non avendo nessun tipo di conoscenza dei gruppi o dei movimenti religiosi riuscivano ad abbracciare credenze pratiche sociali di tali gruppi e addirittura li definivano le identità attribuendo nuovo senso alle proprie biografie individuali. I risultati di tale ricerca sottolineano l'importanza delle reti sociali come i legami con la famiglia o gli amici e Snow Attribuisce un significato peculiare ai processi discorsivi che si sviluppano all'interno dei gruppi. Uno dei contributi principali offerti da questa ricerca riguarda l'attenzione alle dinamiche di micro-mobilitazione definite come quei processi di interazione e di comunicazione che influenzano l'azione collettiva punto tale prospettiva permette di capire le modalità attraverso le quali le interazioni interpersonali facilitano l'azione collettiva ponendo l'attenzione sullo sviluppo la diffusione la negoziazione di idee i significati condivisi. In altre parole, questi processi concernono l'allineamento degli schemi interpretativi, le possibilità di integrazione, coerenza e congruenza tra le categorie di percezione utilizzate nei singoli individui e le categorie attraverso il quale i gruppi interpretano gli eventi. Questo processo di allenamento, frame alignment process, facilità il nesso tra diversi lentamente interessi valori e credenze individuali e collettivi. Esso presuppone la negoziazione tra i vari schemi interpretativi implica uno sforzo da parte degli attivisti e soprattutto dei leader al fine di far coincidere le attitudini individuali con gli obiettivi del gruppo del movimento sociale l'interno del quale agiscono appunto il processo del framing E quindi attivo dinamico e implica Agency. È anche un processo contenzioso poiché riguarda lo sviluppo di schemi interpretativi che possono differire mettere in discussione gli schemi individuali. Il processo di allenamento dei frames permette la convergenza verso un unico schema di interpretazione che facilitazione collettiva unitaria, le collective action from es che sono il risultato dei significati diversi di un processo di negoziazione in cui i singoli attori cercano di giungere a una definizione condivisa. - I frames dell’azione collettiva. I frames che guidano l'azione collettiva, collect faction frames, sono insieme dei significati e valori e credenze orientati all’azione collettiva che legittimano nazione stessa e offrono un unico schema interpretativo che allinea la diversità degli schemi di coloro che partecipano al gruppo o movimento sociale. I frames che guidano l'azione collettiva sono il frutto di una costruzione sociale individui e gruppi che partecipano ai movimenti sociali sono coinvolti in un continuo processo di negoziazione che permette la convergenza dei singoli schemi di percezione verso un unico significato e una stessa modalità di comprensione della realtà sociale. L'allineamento dei frames al luogo grazie a quattro processi 1. Unione dei frames: Permette di collegare due o più frames ideologicamente coerenti ma strutturalmente disconnessi. l’unione può avvenire tra frames di SMO o tra frames individuali. Questo processo permette di l’unione può avvenire tra frames di SMO o tra frames individuali. Questo processo permette di integrare i frames dei movimenti sociali con quelli dei singoli individui che sostengono dall’esterno tali movimenti o di unire i frames dei gruppi E di individui Che appartengono a un movimento sociale con alcuni settori dell opinione pubblica. Questo può avvenire grazie alla diffusione di specifiche informazioni da parte del movimento stesso o grazie all’estensione del raggio di azione delle singole organizzazioni il cui obiettivo è coinvolgere individui e gruppi sociali inizialmente isolati l'uno tra l'altro 2. Amplificazione di un frame: implica la capacità di enfatizzare accentuare idee valori preesistenti. L'amplificazione riguarda credenze narrative che già esistono in una certa popolazione e che attraverso il processo di amplificazione diventano salienti 3. l'estensione di un frame. Il terzo processo che agevola l'allineamento di frame diversi riguarda l'estensione di un frame verso attori esterni punto il frame Collegiata interessi di una singola organizzazione può per esempio essere modificato nel tentativo di includere i temi e problemi che si ritiene possano essere importanti per nuovi potenziali aderenti utili per collaborare con altre organizzazioni. 4. la trasformazione dei frames: la trasformazione del frame si applica quando programmi, cause i valori promossi dalle SMO non corrispondono o appaiono addirittura antitetici agli stili convenzionalmente utilizzati e ai frame esistenti appunto in questo caso devono essere utilizzati i nuovi frames e i frames esistenti devono essere trasformati. - I processi di framing diagnostico, prognostico e motivazionale. Accanto ai significati necessari per sostenere l'azione collettiva vivo il processo di aumento di frames permette di giungere a definizioni condivise anche su questioni più specifiche che riguardano le modalità attraverso le quali si definiscono i problemi identificazione dei casi che necessitano un cambiamento, individuazione di coloro che sono da considerare responsabili per la condizione problematiche esperite punto il processo di allineamento dei frames consente anche di articolare alternative e soluzioni le condizioni problematiche di identificare ipotesi e opzioni risolutive che tutti gli attori condividono e che facilitano l'azione collettiva unitaria. Snow e collegi individuano tre processi relativi alle questioni discusse: 1. il framing diagnostico è il processo che riguarda le dinamiche dirette a identificare la causa del problema gli agenti da colpevolizzare appunto si riferisce anche alle modalità attraverso le quali i movimenti sociali identificano le vittime di una certa giustizia e il concerne l'individuazione del durante la produzione culturale gli attivisti ridefiniscono le modalità d'azione attribuiscono i significati e discutono i valori dominanti nella società mettendo in discussione gli schemi di valutazione e di giudizio dominanti. In questo modo ridefiniscono la sfera culturale politica. Movimenti sociali offrono quindi contesti per nuove espressioni risorse culturali in termini di tradizione musica manifestazioni artistiche eccetera appunto in tale prospettiva i movimenti sociali utilizza l'espressione artistica per comunicare con la società più ampia e politicizzare la cultura popolare appunto attraverso la musica arte e letteratura i movimenti sociali offrono periodi commento un importante fonte di suonerò il nuovo culturale proponendo nuovi significati forme genere culturale aiuto poiché i movimenti sociali hanno un impatto sulla cultura popolare su usi e costumi e i gusti che gli costruiscono anche identità collettive. L'analisi delle performance permette quindi di esplorare sé significati che le identità che si esprimono attraverso le pratiche culturali in particolare qualsiasi oggetto azione può veicolare un messaggio al pubblico. Jasper identifica i seguenti elementi come embodiments culturali concreti: il corpo, discorsi le scelte degli abiti e stili di vita le arti dello spettacolo la musica la danza il teatro i rituali eventi stessi. Infine, tra i più importanti portatori di messaggi culturali troviamo i testi tra quelle poesie libri EI graffiti.  LE EMOZIONI Analisi delle emozioni diventa un tema consolidato tra gli studiosi dei movimenti sociali sono finalmente con il nuovo millennio appunto a partire dagli anni '70 infatti lo studio delle emozioni era stato largamente e marginalizzato come conseguenza della contrapposizione agli approcci Del collasso sociale. Fino agli anni '70 del secolo scorso le emozioni fornivano quindi la chiave risolutiva per capire i movimenti sociali come comportamenti devianti in tali prospettive le emozioni considerate erano soprattutto emozioni negative associate a stati di frustrazione di aggressività. La RMT il modello del processo politico si contrappongono a televisione enfatizzando il ruolo della razionalità strumentale come logica che guida le dinamiche dei movimenti sociali. All’interno di televisione le emozioni occupano un ruolo insignificante appunto anche piacere collegati alla protesta e le visioni morali centrali per l'esperienza di attivisti vengono ignorati. Per Jasper perfino la svolta culturale non contribuisce a ridare centralità alle emozioni poiché si è soprattutto in entrata verso una prospettiva cognitiva come sei partecipanti fossero computer capaci di processare meccanicamente il simbolo culturale. in tali circostanze all’interno di approccio culturale sono proliferi in termini e concetti tesi a comprendere il significato di aspetti cognitivi della cultura ma sono mancati gli strumenti per comprendere i sentimenti le emozioni punto a partire dal nuovo millennio le emozioni sono diventati nuovamente centrali per l'analisi politica e per comprendere le dinamiche di partecipazione ai movimenti sociali. Recenti ricerche evidenziano che le emozioni sono una componente essenziale dell’azione umana individuale e collettiva appunto la definizione del concetto di emozione tocca molti aspetti diversi punto le emozioni includono gli effetti più durevoli nel tempo come l'amore o l'odio, la fiducia il rispetto del compagno lo caratterizzano relazioni sociali di lungo periodo appunto queste sono definite emozioni affettive. Tuttavia, le emozioni possono anche consistere in brevi risposte a specifici eventi informazioni, identificati come emozioni reattive punto un secondo aspetto contrappone i sentimenti relativi a singoli oggetti a sentimenti più generali quali gli umori che trascendono il riferimento specifico un oggetto appunto le emozioni possono essere di breve durata o di lunga durata. Riferisco a volte per le formate e la forma che assumono. Tuttavia, alcune emozioni richiedono un processo di costruzione sociale più complesso rispetto ad altre. Lo studio delle emozioni e complesso punto la prima ragione è associata la complessità dello studio delle emozioni è collegato alla presenza di falsi idealismi nel processo di categorizzazione della realtà che tendono a distinguere fra emozioni e razionalità, corpo e mente, femmina e maschio, privato e pubblico punto al di là della dicotomia storicamente ancora nella letteratura, trazione tali motivi tag studi tendono anche distinguere tra azioni strumentali ed espressivi relazione in cui attori condividono interessi azione in cui attori condividono visioni del mondo e che implicano la presenza di forti sentimenti emotivi. Goodwin, Jasper e polletta sottolineano che anche le azioni strumentali possono essere cariche di emozioni di espressività. In maniera simile anche individui che appartengono a movimenti con levato il livello di burocratizzazione possono esperire emozioni anche se queste sono diverse da quelle vissute dagli attivisti movimenti carichi di passione appunto la seconda ragione è associata la complicità dello studio delle emozioni deriva dalla difficoltà metodologica relativa alla raccolta di dati sulle mozioni un punto spesso gli attivisti stessi del primo no le loro emozioni e la loro militanza nell esprimerle rientra nella tendenza a giudicare in modo negativo appunto in generale nei falsi dualismi utilizzati per categorizzare la realtà in occidente le emozioni la possibilità di esprimere sono associati alla parte negativa di tale dicotomia. La storia dell' emozione la tiratura dei movimenti sociali ha mostrato che le emozioni più rilevanti per l'analisi delle azioni collettive di proteste non essere precedute da un intenso lavoro di costruzione cognitiva e sociale appunto essi sono il frutto di precise visioni del mondo collegato la percezione soggettiva obblighi morali ha diritti e informazioni che gli individui percepiscono in maniera diversa in quanto culturalmente storicamente variabili punto le emozioni sono rilevanti per l'analisi di varie fasi dello sviluppo di un movimento sociale punto e sono chiaramente importanti nella fase di crescita di sviluppo dei movimenti sociali. Gli studiosi mostrano che gran parte del lavoro di politicizzazione delle emozioni collegate alla presenza di imprenditori politici dei movimenti sociali. Questi sono infatti capaci di trasformare indirizzare i sentimenti di rabbia e sentimenti indignazione orientata verso un obiettivo specifico e contro il nemico a cui si attribuisce responsabilità e dare situazione il punto la Politi generazione delle emozioni avviene attraverso l'attribuzione di elementi significativi ad attori e temi. Emozioni sono anche presenti durante la fase di espansione, crescita e diffusione delle attività dei movimenti sociali punto le componenti culturali di un movimento contengono aspetti emotivi importante in questo possano implicare gioia speranza entusiasmo orgoglio E attaccamento emotivo al gruppo e al movimento. In particolare, più ricca la cultura del movimento la presenza dei rituali canzoni racconti popolari eccetera maggiori sono le emozioni positive associate alle azioni collettive e piacere connesse alla partecipazione degli individui alle varie attività dei movimenti sociali. Infine, le emozioni riguardano anche la fase di declino dei movimenti punto la frustrazione Collegiata alla sconfitta che si può percepire il suo movimento sociale non è riuscito a perseguire un qualche obiettivo può condurre individuo di allontanarsi dal movimento stesso contribuendo alla sua frammentazione. Sentimenti delusioni diffuse tra i movimenti di un gruppo gelosie invidie disgusto e odio possano anch'essi produrre divisioni all'interno di un movimento. Questo è ancora più evidente nei casi di partecipazione azione collettiva di protesta che richiedono molto coinvolgimento emotivo. In queste occasioni gli attivisti tendono a dedicare anima e corpo i movimenti e possono di conseguenza rischiare di esaurire le proprie energie o essere più facilmente suscettibili a delusioni collegate ad aspettativa disattesa e poco realistiche. 8 – IDENTITA’ COLLETTIVA E NUOVI MOVIMENTI SOCIALI  NUOVI MOVIMENTI SOCIALI I NMS sono movimenti orientati al riconoscimento identità collettive che riguarda le nuove modalità di intendere i rapporti uomo donna, le relazioni dell'uomo con la natura il territorio, contro l'energia nucleare, favore dell'autonomia locale diventata la richiesta di riconoscimento identità di genere come il movimento femminista e nei movimenti LGBTQI. I NMS sono movimenti culturali orientati all affermazione di identità alternative e controculture Collegiata alle politiche dell'identità, motivazioni religiose e a nuovi stili di vita. l'obiettivo di Melucci E comprendere la formazione di tali comunità ideologiche punto sia la RMT che la POS anno per Melucci attitudine realistica come se gli attori collettivi esistessero di per sé indipendentemente dai singoli individui e dai processi di interazione che li strutturano. Secondo Melucci le spiegazioni strutturali non sono capaci di rispondere a domande quali: come si forma un attore collettivo? Quali sono i meccanismi che permettono agli individui di riconoscersi come membri appartenenti a una collettività? Come è possibile che i gruppi con interessi diversi giungano a condividere le stesse scelte sui mezzi e sui figli da adottare sul tipo di risorse da mobilitare sull'opportunità politica ad accogliere? Per cercare di rispondere a tali interrogativi l'analisi di Melucci sposta l'attenzione dai fattori necessari alla mobilitazione delle risorse per intraprendere azioni collettive come nella RMT e nella POS, alle reti che collegano gli attori e protagonisti dei movimenti. Melucci adotta una prospettiva costruttivista dell'azione collettiva e, come per l’approccio dei framing, si concentra sulla capacità umana di costruire significati e di elaborare un’identità collettiva grazie alla presenza di tali reti sociali.  LA FORMAZIONE DI UN ATTORE COLLETTIVO: L’IDENTITA’ COLLETTIVA Melucci adotta un approccio processuale all analisi dell intensità collettiva punto secondo l'autore l'identità collettiva è una definizione interattiva e condivisa prodotta da un insieme di individui o di gruppi in relazione tra loro. essa riguarda orientamento delle azioni il campo delle opportunità e delle costruzioni in cui avviene l'azione ed è un processo che riguarda la membership EI confini dei gruppi le sue visioni le risorse le relazioni con l'ambiente esterno. Identità collettiva e prodotta da individui che interagiscono tra loro, è socialmente costruita attraverso un processo di negoziazione e condivisione trattori che si relazionano, comunicano virgola e si influenza o reciprocamente. Essa permette gli individui di riconoscersi e di essere riconosciuti come parte di uno stesso gruppo. di conseguenza identità collettiva dipende sia dal grado di accettazione da parte degli attori esterni sia dall' investimento emotivo degli individui stessi. Attraverso una connessione morale cognitiva emozionale degli individui una comunità, una categoria, un'istituzione più ampia, gli individui percepiscono uno status o una relazione condivisa. Con i NMS le motivazioni degli individui a partecipare ai NMS sono quindi collegate ai processi di costruzione dell'identità collettiva nel movimento e di solidarietà interna al gruppo. In contrapposizione alla RMT e il modello del processo politico, le rivendicazioni che concernono la richiesta di riconoscimento di identità collettive possono fornire criteri che competono con motivazioni più strumentali e razionali delle scelte individuali. secondo la RMT e la POS Gli attivisti scelgono le azioni in base a strategie connessa a un calcolo dei costi benefici e opportunità. Diversamente, la logica l'interno dei NMS è di tipo espressivo piuttosto che strategico e attendisti scelgono alcune tattiche anche per affermare chi sono. Tali questioni precedono l'esistenza stessa di interessi comuni in quanto permettono di spiegare non solo come gli attori collettivi diventano tali ma anche come emergono interessi comuni. Le opzioni strategiche riflettono pertanto le nostre credenze e le motivazioni all’agire sono associate soprattutto a questioni collegate alla formazione di nuove identità. Vuoi che l'identità collettiva sia un processo che implica la presenza di individui e gruppi sociali che sono in interazione reciproca, l'analisi delle reti tra gli attori e centrale per questo approccio. Identità personali, interessi, valori e credenze individuali necessitano una continua negoziazione per potersi allineare uno con l'altro e ciò è possibile grazie alle interazioni tra attori.  PICCOLI GRUPPI E RETI NEI NUOVI MOVIMENTI SOCIALI Le reti sociali a cui si riferisce Melucci sono soprattutto le reti di interazioni che emergono all’interno di piccoli gruppi. Rispetto alle prospettive precedenti, per le quali l'organizzazione era considerata la torre centrale dei movimenti sociali, i NMS sono costituiti da reti composte da legami tra piccoli gruppi informali e di conseguenza se con la RMT l'attenzione era orientato all analisi della SMO come attore e protagonista della mobilitazione delle risorse necessarie per l'azione collettiva con i NMS questa attenzione quasi esclusiva per le SMO muta. Nei NMS gli spazi che permettono la gente dell'identità collettiva sono soprattutto piccoli gruppi caratterizzati da strutture informali. Diversamente dalle SMO Che implica tra le varie caratteristiche la presenza di chiari confini della membership, l'impiego di personale pagato, la possibilità di contribuire finanziariamente alle attività dell'organizzazione, i gruppi informali sono soprattutto contraddistinti dall’ assenza di una struttura stabile EI ruoli e le posizioni dei membri non sono definiti da criteri fissi e prestabiliti. I NMS tendono a rimanere fuori dai canali istituzionali della politica e tendono a una crescente autonomia dal modello politicamente organizzato. le azioni di protesta collegate a tali go piccoli gruppi informali riguardano soprattutto la vita quotidiana esperienza individuale. le pratiche sociali e le azioni dei NMS coinvolgono soprattutto le dimensioni della vita quotidiana e le risorse simboliche necessarie alla creazione di solidarietà interna al gruppo. Le relazioni sociali tra gli attivisti avvengono soprattutto attraverso quella che Melucci definisce una rete latente di reticoli intrecciati alla vita quotidiana. Per le caratteristiche associate a tali reti movimenti tendono essere tendenzialmente decentralizzati e policefali. Infatti, poiché i gruppi e le unità o sono autonomi i nuovi movimenti sociali giocato un ruolo importante nel coordinamento di varie ondate di sciopero appunto gli autori mostrano che gli scioperi in Francia per 1830 il 1968 emergono periodicamente in relazione a crisi politiche nazionali piuttosto che a fluttuazioni dell’attività economica. Gli scioperi non sono quindi frutto di azioni spontanee da parte di lavoratori disorganizzati. La disponibilità di una struttura organizzativa capace di identificare coordinare comunicare le indicazioni dei laboratori riguardanti la presenza di violazioni dei diritti edema essere facilitano le azioni collettive di protesta punto il sindacato gioca un ruolo cruciale anche durante i picchi di mobilitazione dei lavoratori. I primi lavoratori infatti a mobilitarsi in Italia sono gli operai specializzati che presentano altissimi livelli di affiliazione al sindacato. Tuttavia gli studiosi non sono concordi nelle fate zare il ruolo dei sindacati nel mobilitare le risorse utili per lo sviluppo delle proteste nel mondo del lavoro punto per alcuni autori il sindacato incapace di controllare lo sciopero soprattutto in quelle occasioni in cui si osserva una separazione tra la leadership nel sindacato e la base dei lavori analizzando gli scioperi a metà degli anni '30 infatti si enfatizza la presenza di una leadership attenta soprattutto al mantenimento della posizione con atteggiamenti perfino in sintonia con la controparte imprenditoriale piuttosto che propensa ad appoggiare la base dei laboratori protagonista degli scioperi. In parte questo è spiegato dalla presenza di differenti culture del lavoro e della divisione non conflittuale virgola in parte ai conflitti tra i leader dei sindacati alla base dei lavoratori possono derivare anche dalle scelte della leadership stessa. Altri studi mostrano che questo riguarda soprattutto la leadership del sindacato a livello nazionale che tende a essere più portata al processo di negoziazione per la vicinanza agli organi del potere istituzionale ma a livello locale il sindacato è più vicino alla base dei lavoratori che riesce più facilmente ottenere il consenso della base operaia punto per alcuni studiosi le proteste mostrano carattere prevalentemente spontaneo e soprattutto nelle fasi iniziali degli scioperi le proteste emergono grazie alla capacità dei lavoratori di costruire legami informali più testo che in seguito alle loro affiliazioni sindacali . Solamente una seconda fase le organizzazioni contribuirebbero a sostenere Le proteste grazie al meccanismo istituzionale che appoggiano le rivendicazioni punto il ruolo dei sindacati nell organizzare e coordinare la protesta rispetto a un presunto spontaneismo è stato anche esaminato in contesti non occidentali come ad esempio negli scioperi non autorizzati a cavallo del secolo scorso in Vietnam ha mostrato che il numero degli scioperi in particolare quelli selvaggi incrementato in media punto anche se in contesti non occidentali il rapporto tra sindacati partiti lavoratori è molto diverso rispetto alle dinamiche osservate in Europa El apparente spontaneismo può dipendere anche dal maggiore coinvolgimento dei sindacati con i partiti e con i capitalisti tuttavia però nella fase immediatamente precedenti scioperi la presenza dei sindacati era stata fondamentale punto la presenza dei sindacati nel luogo di lavoro ha facilitato la percezione da parte dei lavoratori di avere maggiori opportunità grazie all aumentata consapevolezza sull efficacia politica dei loro proteste i lavoratori potevano infatti contare sul possibile appoggio Ue sulla protezione da parte dei sindacati oltre che su una base organizzativa.  ALCUNE CARATTERISTICHE DELLE AZIONI COLLETTIVE DI PROTESTA NEL MONDO DEL LAVORO 1. IL CONTESTO: LE POLITICHE NEOLIBERISTE Secondo alcuni autori negli ultimi 30 anni i sistemi industriali si sono progressivamente orientati verso una direzione o liberista. i processi che caratterizzano tale tendenza riguardano varie dimensioni tra cui la regolazione del mercato del lavoro che sia orientata alla flexibility e si è tradotta la perdita di tutele. Questo ho avuto varie conseguenze sulla forza lavoro, le più evidenti delle quali sono state la crescita di forme di precariato nei rapporti di lavoro. A partire dal 2000 la creazione di occupazione poco protetti ha favorito la segmentazione del mercato del lavoro e incoraggiato forme di precarizzazione Collegiata a lavori a breve durata con protezioni sociali e minime. In tali contesti lateralizzazione del mercato del lavoro oppone gli insiders agli outsiders oi lavoratori tipici a quelli atipici punto la crisi economica finanziaria del 2008 ha portato la crescente esclusione del mercato del lavoro vissuto dal settore giovanile della popolazione. In tali circostanze sono emerse nuove identità Collegiata ai fenomeni di precarizzazione ed e collettiva azione e non più basate sulla condivisione di interessi economici ma strutturate sulla condivisione di tratti sociali quali razze etnie eccetera. Un'altra tendenza delle politiche neoliberiste riguarda il processo di delocalizzazione in seguito ai quali processi produttivi hanno subito uno spostamento in paesi con bassi costi della forza lavoro e una debole presenza di sindacati. Alcuni studiosi hanno spiegato i movimenti operai contemporanei all’interno della prospettiva del sei stemma mondo ed esaminato i cambiamenti. La tesi sostenuta da Silver argomenta che le controversie lavorative hanno seguito sia un processo di rilocalizzazione del capitale sia i cicli di produzione punto per quanto riguarda il primo fattore Silver mostra che la produzione automobilistica di massa ad esempio si è spostata e di conseguenza prosegue, le soluzioni geografiche tendono solamente a spostare il conflitto in un luogo all'altro e la globalizzazione può essere fonte di un nuovo internazionalismo. Crouch Argomenta che la classe operaia globale non è capace di organizzarsi ai livelli che oltrepassano lo stato nazione. Per lui mentre la classe finanziaria il vantaggio di essere organizzata a livello globale ed è stata capace di mantenere la sua posizione nonostante la crisi del sistema finanziario, nessun attore sembra capace di coordinare la classe lavoratrice. Mentre esiste la classe in sé come testimoniano milioni di lavoratori disorganizzati per Crouch la classe di per sé cioè un attore collettivo capace di elaborare un’alternativa non si è formata appunto l'autore sostiene che l'unico possibile attore che può essere capace di coordinare le rivendicazioni dei lavoratori possa essere l'insieme dei gruppi delle società civili slegati dai sistemi politici elettorali. Infine, gli studiosi hanno osservato una progressiva decentralizzazione della negoziazione collettiva punto la ridefinizione dei patti sociali inoltre progressivamente teso escludere i sindacati anche in paesi basati per tradizioni sulla presenza di processi di consultazione del proprio sistema di relazioni industriali quali in Italia. I processi descritti hanno avuto importanti conseguenze soprattutto in relazione ai cambiamenti della composizione della classe lavoratrice, ai protagonisti gli attori storicamente associati al coordinamento della protesta, i sindacati. 2. Cambiamenti nella forza lavoro e nuovo repertorio delle azioni Uno dei cambiamenti che ha avuto importanti conseguenze sulle azioni collettive di protesta nel mondo del lavoro con gene trasformazione nella composizione della forza lavoro. in particolare, tale cambiamento è associato al declino della classe operaia infatti a, partire dalla fine degli anni '70, la classe operaia e inizia uno storico declino dovuto la perdita di lavoratori occupati nella produzione manifatturiera e nell industria Automobilistica. Più recentemente tale cambiamento è stato associato alla realizzazione della forza lavoro che contrappone insider e o outsider che ha portato a una progressiva frammentazione della base strutturale necessaria per facilitare l'emergere delle azioni collettive appunto l'esistenza di contratti diversi tra lavoratori con le mie tesi menzione all’interno dello stesso luogo di lavoro portano a un considerevole divisione l'interno della forza lavoro. in particolare lavoratori con contratto atipico i cui rapporti di lavoro saranno a metà strada tra il lavoro dipendente tradizionale il lavoro autonomo, lavoratori con contratto part-time eccetera hanno ingrossato le file del precariato. Questo notevoli conseguenze sulla stabilità delle relazioni nei luoghi di lavoro sulla possibilità di sviluppare una studiata condivisa punto la percezione dei sentimenti di frustrazione condivisi insoddisfazione erano ha sostenuti da una base di relazioni sociali durevoli e continuative ma oggi la presenza di molteplicità di contratti lavorativi contrappone lavoratori con elevato potere di negoziazione nel mercato del lavoro è in condizioni di poter partecipare e uno sciopero, lavoratori con meno tutele. Questo notevoli ripercussioni sulla possibilità di intraprendere azioni collettive unitarie. In tali circostanze gli studiosi hanno mostrato che oggi il conflitto capitale lavoro si estende ad aree che oltrepassano le forme tradizionali di protesta sociale a tale conflitto il. oltre allo sciopero i lavoratori sono coinvolti in petizioni brevi interruzioni del lavoro ma soprattutto manifestazione in piazza. Alcuni studi inoltre mostrano che il conflitto capitale lavoro ha subito un processo di individualizzazione che ha interessato soprattutto alcuni paesi in particolare gli Stati Uniti punto le azioni che possono essere espressi individualmente includono il sabotaggio, il rifiuto di fare straordinari eccetera. Infine alcuni studi si sono soffermati sul processo di radicalizzazione di alcune proteste lavorative tra cui quelle avvenute nel 2012 nel sito di produzione degli pneumatici In Francia identificate come azioni di boss napping , l'occupazione dei siti quali il Colosseo , la protesta delle gru da parte di un gruppo di lavoratori, forme estreme di resistenza individuale quali atti di auto immolazione, delle quali la più tristemente nota è quella di Bouazizi, il venditore di strada immolatosi in Tunisia, considerato l'evento che ha segnato l'inizio delle cosiddette primavere arabe. 3. L’eterogeneità dei challenger I protagonisti delle rivendicazioni lavorative, i challengers, sono estremamente eterogenei punto i temi e gli obiettivi rivendicati sono quindi più estesi rispetto a quelli che possono essere espressi da una classe di lavoratori più omogenea. Lezioni collettive di protesta che riguardano il mondo del lavoro sono inserite in conflitto in coalizioni focalizzati su temi trasversali e mobilitazioni trans nazionali, quale le dimostrazioni contro il g 8 e il forum sociale europeo che includono o molteplici indicazioni appunto le proteste lavorative sono inserite in master frames riguardanti l'esclusione sociale, la austerità, la riduzione del welfare state e le rivendicazioni comprendo la richiesta di giustizia sociale o la regolazione degli immigrati in Europa. In tali circostanze un importante elemento innovativo rispetto alle azioni di protesta lavorative passate riguarda la presenza di attori organizzati sulla base di nuove identità collettive capace di mobilitare gli individui, laboratori e non, soppiantando il ruolo dei sindacati. 4. Declino dei sindacati e strategie di rivitalizzazione A partire dagli anni '80 gli studi hanno messo in evidenza la diminuzione delle iscrizioni al sindacato dell'influenza politica di tali organizzazioni. Queste dinamiche sono state spiegate con il calo dell'occupazione nel settore manifatturiero e con la perdita di posti di lavoro nel settore dei servizi pubblici fortemente sindacalizzato e soprattutto il paese come Italia e Francia. Inoltre gli studi hanno mostrato un indebolimento nell influenza politica dei sindacati nella definizione delle politiche del lavoro punto nel caso italiano questo è stato collegato all incapacità da parte dei sindacati di cooptare la protesta dei lavoratori assunti con le nuove tipologie di contratto lavorativo punto di fronte ai lavoratori precari il sindacati possono adottare i vari strategie dalla loro esclusione alla subordinazione dei loro interessi alla loro inclusione punto nel caso italiano i lavoratori precari non sono stati cooptati dai sindacati confederali incapace di cogliere le sfide relative alla presenza di nuove tipologie di lavoratori punto c'è stato messo in relazione con il processo di istituzionalizzazione del sindacato punto in Italia in altri paesi quali la Germania sindacati sono infatti coinvolti in una strategia di social partnership chi ha permesso la loro partecipazione nei limiti entro i quali questo è stato concesso ai tavoli di negoziazione punto i sindacati hanno trovato quindi un adeguato supporto istituzionale che ha disincentivato la mobilitazione della base in azioni collettive di protesta e il sostegno a iniziative locali punto per i sindacati la strategia di social partnership il significato e la possibilità di essere rappresentati nei luoghi decisionali. Negli anni '90 e sindacati italiani hanno infatti giocato un ruolo importante nel definire le riforme sulle pensioni. Tuttavia, gli altri livelli di istituzionalizzazione dei sindacati tradizionali italiani hanno implicato in azione coordinata a livello nazionale di conseguenza, questo è implicato una scarsa attenzione da parte dei sindacati italiani durante gli anni '90 verso le politiche di reclutamento di organizzazione di nuovi membri. Nei decenni successivi si è assistito a una progressiva chiusura dei canali istituzionali nei confronti dei sindacati che sono stati progressivamente esclusi dei tavoli di negoziazione hanno perso il loro potere di contrattazione rispetto alle controparti imprenditoriali governativa punto di istituzionalizzazione dei sindacati tradizionali ha portato in Italia il rafforzamento alla nascita dei sindacati autonomi. Quelli più radicali, si sono organizzati in modalità orizzontale utilizzando azioni dirette e forme capaci di gestire le rivendicazioni dei lavoratori atipici collegando il problema del lavoro precario problemi sociali più ampi. Tali dinamiche hanno prodotto un processo di frammentazione dei sindacati è una tendenza soprattutto la parte dei sindacati autonomi carichi di domande settoriali e caratterizzati da strategie e priorità diverse, a spinte centrifughe e particolarismi, fenomeni che ha rafforzato il processo di corporativismo dei sindacati italiani. in alcuni contesti lavorativi sono nati anche i gruppi di lavoratori precari auto organizzati. Mentre in Italia la strategia di rivitalizzazione percorso dei sindacati implicato un processo di istituto realizzazione di tali organizzazioni in altri paesi come Stati Uniti Gran Bretagna e sindacati hanno optato per una seconda alternativa definita social Movement unionismo. Nei contesti in cui è prevalsa tale strategia l'accesso dei sindacati ai canali sceglie quale messaggio tema o Contenuto far circolare, quale lanciare ai propri contatti quale al contrario ignorare il punto la partecipazione politica immediata dai media digitali implica infatti la selezione delle informazioni trasmesse sul web attribuendo maggiore significato ad alcune questioni e scegliendo di comunicare e di focalizzarsi su un evento un tema piuttosto che è su altri. In secondo luogo la personalizzazione coinvolge anche le modalità attraverso le quali circolano leinformazioni.se confrontiamo la capacità e definire se il contenuto che le modalità partecipative dei singoli individui che operano all'interno della logica collettiva con le caratteristiche dell azione collettiva il contrasto è evidente pronto nell ottica dell azione collettiva gran parte del lavoro di definizione del contenuto e delle modalità dell azione svolta dalle SMO o da un quadro di leader o imprenditori della protesta specificatamente redditi alla scelta dei temi e delle modalità di gestione delle attività alla definizione degli obiettivi e delle forme delle azioni. Questo lavoro implica un continuo processo di negoziazione tra i vari attori. Di conseguenza, la logica dell'azione connettiva implica un ripensamento delle prospettive dominanti rispetto al ruolo delle SMO ma anche delle identità collettive che sostengono le dinamiche di un movimento sociale. Rispetto alla logica associata all’azione collettiva individui connessi grazie alla rete virtuale non necessitano né un'organizzazione uno schema ideologico condiviso per partecipare. 2. La rete virtuale come una nuova forma organizzativa. Le risorse assumono forme particolari che dipendono dalle piattaforme che vengono utilizzate: possono essere un post un video a cui potenzialmente migliaia di utenti possono accedere, possono essere archivi di dati e informazioni che vengono condivise pubblicamente o possono essere meme con cui diventa facile identificarsi appunto in tale prospettiva gli autori sostengono che i processi comunicativi che avvengono on line sono importanti forme di organizzazione. Internet e social media facilitano la possibilità di organizzarsi senza organizzazioni. Le reti on line mettono in discussione la definizione stessa di cosa significhi essere un membro di un’organizzazione e consentono di unirsi a una causa attraverso un clic, facilita la partecipazione diretta di individui e permettono ai partecipanti di produrre messaggi senza la necessità di una mediazione da parte di una SMO. In alcune circostanze in cui gli attori coinvolti in attività di protesta si organizzano on line, le SMO possono anche essere percepite come parte del problema stesso contro quegli individui in rete si mobilitano come nel caso degli indignados. Gli studi hanno mostrato che alcuni attori o no di della rete risultano essere più centrali influenti visibili rispetto ad altri. L'assenza di mediazione da parte delle SMO non significa quindi che il ruolo giocato da tutti i partecipanti un video gruppi sia equivalente ugualmente cruciale per spiegare le dinamiche di azione il connettivo osservato il punto il coinvolgimento diretto e allargato degli individui non significa assenza di leadership e la capacità di coordinamento dell'azione da parte di alcuni nodi e collegato alla loro posizione nella rete e solamente quelli centrali riescono a collegare i gruppi altamente disconnessi in un ambiente come quello on line che tende essere particolarmente frammentato . Alcuni studi evidenziano inoltre che le organizzazioni di movimento non perdo totalmente di importanza, come suggerito dalla teoria dell'azione connettiva. Piuttosto si adattano al nuovo contesto essenzialmente in due modi punto da una parte ISMO passano dal ruolo di facilitazione e coordinatrici dell azione collettiva alla possibilità di funzionare come connettori tra i vari gruppi , dall'altra abbandonano una qualità tipica dell azione collettiva ibridando i propri repertori per esempio fornendo spazi per il confronto diretto quindi individui singoli attivisti e rendendo meno stringenti i loro criteri di membership modo da poter cogliere una pluralità di input e di supporti. L'azione connettivo attende essere definita un'azione spontanea rispetto alle classiche forme di azione collettiva di protesta appunto in questo senso alcuni autori hanno identificato nelle folle protagonisti di queste azioni appunto le folle sono un tipo di comportamento collettivo associato alla spontaneità della protesta e le folle dello spazio on line non presentano le stesse caratteristiche tipiche dei comportamenti collettivi. Essere in zona infatti capaci di gestire i processi associati alle SMO al fine di promuovere alcune idee e frames il filtrare o limitare la presenza di altri punto la folle on line riescono a stabilire norme partecipative quali per esempio la richiesta di evitare l'uso della violenza e favorire processi decisionali deliberativi. La folla on line tende quindi a porsi in posizione intermedia tra i gruppi sociali che agiscono intenzionalmente in modo organizzato e comportamenti collettivi quali le folle che agiscono invece in maniera spontanea e disorganizzata.  MEDIA DIGITALI E IDENTITA’ COLLETTIVA Le caratteristiche collegate alla personalizzazione dell azione connettiva hanno portato alcuni autori enfatizzare la mancanza di identità condivisa tra gli attori protagonisti di tali azioni punto la presenza o meno di un identità collettiva nel caso di azioni connettive è un argomento molto dibattuto soprattutto perché gli studi in questo campo si sono concentrati su questioni strutturali esaminando raramente il processo attraverso il quale in mente digitale intervengono nella formazione dell identità collettive. Questo orientamento e in parte associato al dominio di alcuni concetti all’interno delle teorie mainstream sulle azioni collettive di protesta e Anna per valenza dell'analisi di dimensioni quali la rete e le strutture organizzative, i flussi di comunicazione, il repertorio dell azione e la diffusione dei frame. Da un punto di vista analitico La marginalizzazione del l'analisi dell'identità collettiva negli spazi on line è anche collegata alla tendenza piuttosto diffusa sottolineare la mancanza di cristallizzazione delle relazioni virtuali e l'assenza di fiducia reciproca tra individui appunto queste caratteristiche potrebbero infatti prevenire lo sviluppo identità collettive condivise punto uno dei motivi associati a tale argomentazione il fatto che la comunicazione virtuale non necessita di contatti interpersonali durevoli nel tempio né di relazioni forti punto di conseguenza la presenza diretta on line informali tende essere associato a un costante rischio di frammentazione. Inoltre, nonostante io sia sempre qualche attore che occupa posizioni più centrali di altri, la mancanza di una leadership può creare alcuni problemi in termini di efficienza. La possibilità di mobilitare le risorse per un azione concentrata può essere immediata e gestibile in presenza diretta on line che collega non elevato numero di attori ma può anche avere una durata estremamente breve poiché legami tra gli attori coinvolti rimangono ancorati a rete costruite su larga scala e facilmente predisposta alla frammentazione punto le reti on line facilitano la costruzione di legami e di strutture reticolari in cui gli attori sono distanti elegia mi tendenzialmente deboli punto su queste basi si costruiscono identità collettiva i cui riferimenti possono mutare velocemente basate sulla giustapposizione di contenuti e preferenze personali molto differenti dalle identità collettive e condivise che emergono grazie al persistere di scambi e relazioni sociali durevoli il dibattito sul nesso tra media digitali identità è tuttora molto acceso tra gli studiosi. Donna parte autori come Bennet e Segerberg sostengono che le azioni connettive sempre più diffuse stiano progressivamente contribuendo all’indebolimento dei meccanismi di costruzione di identità collettiva. Dall'altra altri autori argomentano che le piattaforme digitali non eliminano la necessità di processi collettivi di identificazione ma cambiano le modalità attraverso le quali essi avvengono punto per alcuni autori un aumento della competizione tra gli attori finalizzato a ottenere visibilità nello spazio pubblico trasforma i meccanismi che stanno alla base della costruzione di identità collettiva il punto secondo Milan poiché vi è un elevatissimo numero di attori che tentano di distinguersi ottenere visibilità sul web ha una politica dell'identità si è costruita una politica della visibilità. per altri le reti on line facilitano il senso di appartenenza alla comunità più ampia e questo coinvolge anche individui che tendono all’isolamento sociale. Facilitando il collegamento tra attori individuali e collettivi, le reti on line diventano un fattore che può anche rinforzare le relazioni sociali di conseguenza la possibilità di sviluppare identità condivisa e più radicate seppur mutevoli. Certamente quello che cambia sono i modi in cui le identità collettive si possono costruire on line poiché entrano in gioco le cosiddette affordances cioè le potenziali funzionalità delle varie piattaforme. Oltre a condividere l'interesse per un tema un determinato tipo di linguaggio attraverso le reti on line individui EI gruppi possono manifestare la loro volontà di appartenenza attraverso i nomi attribuiti agli account pubblici icone e avatar foto profilo eccetera. Questo è stato osservato nel caso ad esempio dell’icona del pugno alzato punto i messaggi le immagini che sono veri e propri simboli scambiati in rete sono tendenzialmente molto semplici per poter essere facilmente comunicati trasmessi inoltrati e facilitare la console istruzione dei confini con l'ambiente esterno. In questo senso per alcuni di questi autori non solo le reti on line influenza nei processi di costruzione di identità collettiva in quanto a verificano la possibilità di condivisione di interazione ma diventano veri e propri attori al interno di queste dinamiche degli intermediari il processo di attribuzione di significato da parte degli attivisti punto la rete virtuale offre infatti la base per facilitare gli scambi necessari al processo di micro mobilitazione conosciuto come allineamento dei fremes, quel processo che permette di giungere a una definizione condivisa degli obiettivi , delle possibili soluzioni e delle azioni congiunte da intraprendere, tutti i processi che contribuiscono a sostenere la costruzione di identità collettive.  LE FOLLE VIRTUALI TRA COMPORTAMENTI COLLETTIVI E DINAMICHE DI MOVIMENTO SOCIALE La presenza di identità collettiva è una caratteristica associata a un tipo di dinamiche di azioni collettive di protesta, i movimenti sociali. Tuttavia di per sé lezioni collettive di protesta non necessitano di una base identitaria e condivisa appunto lezioni collettive di protesta possono riguardare anche dinamiche organizzative o coalizioni ed emergere grazie alla lesione di specifici interessi in presenza di eventi contingenti Collegiata a singoli temi appunto ne consegue che, date le caratteristiche delle reti virtuali, dei protagonisti associati alle folle e data la presenza di identità collettive, tendenzialmente di breve durata e che possono mutare velocemente, siamo in presenza di dinamiche che si collocano in posizione intermedia tra i comportamenti collettivi e le coalizioni. 11 – I MOVIMENTI POPULISTI  LA DEFINIZIONE DI POPULISMO Le origini del concetto di populismo risalgono alla fine del 1800 per identificare la nascita di due formazioni politiche negli Stati Uniti e in Russia Collegiata e rivendicazioni egalitarie avanzate dalla popolazione contadina appunto con la recessione degli anni '30 del 900 emergono alcuni partiti populisti in America Latina ma il concetto tiene visibilità soprattutto durante alcune esperienze politiche in particolare il governo di Peron In Argentina e Vargas in Brasile negli anni '40 e '50 del 1900. Questi facevano parte di una nuova generazione di politici che era riuscito a coinvolgere i gruppi sociali più marginali attirando un ampio elettorato avendo come riferimento il popolo e riuscendo a costruire una coalizione trasversale alle classi sociali negli anni '90 e nel nuovo millennio il termine ritrova popolarità in America Latina in relazione a una nuova classe politica che comprende leader quali Chavez e Morales punto in Europa il fenomeno è più recente ed emerge solamente alla fine del 1900. Qui il termine populismo e soprattutto utilizzato riferimento alla cosiddetta famiglia dei partiti politici di destra che si sono sviluppati in Europa occidentale a partire dagli anni '90 focalizzati su temi quali l'immigrazione, le tasse, la criminalità, nazionalismo. La definizione di populismo e molto contestata poiché gli studiosi enfatizzano attributi diversi nel definire il concetto. Talvolta è associato a un’ideologia altre ha uno stile politico in occasione di alcune caratteristiche delle forme organizzative attraverso le quali si sviluppa. Elemento comune su cui convergono gli autori riguarda l'esaltazione il richiamo al popolo virtuoso in contrapposizione alle elite corrotte punto per alcuni autori tale divisione e soprattutto ideologica lungo questa linea di ricerca quindi il populismo è un insieme di credenze un complesso di idee tipo di discorso un linguaggio che sostengono l'idea della sovranità popolare. In tale ottica il populismo offre una prospettiva manichea che assegna una dimensione morale alle categorie di popolo e di elite. La distinzione tra elite e popolo è soprattutto una distinzione tra due gruppi omogenei e antagonisti. Il buono è identificato con la volontà del popolo mentre l'elite identificata come l'attore corrotto che ha sovvertito la volontà popolare. Indipendentemente dalle differenze ideologiche i populisti condividono il giudizio che la democrazia sia stata derubata al popolo sovrano da parte di elite corrotte mentre la politica dovrebbe essere espressione della volontà generale del popolo. In generale nei fenomeni populisti l'elite associate alcune caratteristiche: arroganza pigrizia avarizia a, considerazione dei propri interessi eccetera. Inoltre, nell'ottica populista diritti associati al controllo sproporzionato e ingiustificato sulle condizioni che determinano i diritti il benessere e il progresso del popolo punto da parte sua il popolo associato alla purezza ed è concepito come vittima d elite corrotte. I del noi e del loro e sono capaci di offrire alcune categorie attraverso le quali possono essere riflessi e le diversità degli attori massimizzando, trasversalmente settori della popolazione, mobilitazione politica a favore del noi punto ad esempio il movimento di Occupy ha lo slogan che dice “siamo il 99% “. Mudde e Kaltwasser affermano che la presenza di elementi che dicotomia nella società distinguendo tra popolo ed élite e la formazione di un movimento capace di attirare le preferenze dei settori eterogenei della popolazione e di più classi sociali non è di per sé attributo specifico del populismo. Essa è piuttosto una caratteristica della politica di massa punto è la capacità di attribuire un significato specifico a ciascuna di tali categorie che caratterizza le forme populiste. Questa attribuzione di significato facilità di identificazione del popolo come vittima elite come responsabile e colpevole punto per l'ampia degli interessi delle indicazioni collegato alla virtuosità e purezza del popolo si può parlare di un master frame appunto la categoria popolo risulta infatti sufficientemente elastica flessibile inclusiva per essere adottata e ho utilizzato dai gruppi sociali punto il processo che facilita la possibilità di identificare le vittime di definire eventuali colpevoli a cui attribuire le responsabilità dei problemi che si intendono affrontare e di chiarire la natura dei problemi che movimenti populisti intendono risolvere e conosciuto come processo di framing diagnostico. Tale processo permette movimenti populisti di politicizzare la presenza di eventuali frustrazioni punto tutti i paesi della periferia europea , Portogallo Italia Irlanda Grecia e Spagna sono state vittime della grande recessione ma solo alcuni settori della popolazione In Portogallo Spagna Grecia si sono resi protagonisti dell' ondata di protesta conosciuta con il nome di indignados punto e soprattutto attraverso il framing motivazionali che movimenti populisti sfondano le esigenze di mobilitare il popolo in effettive azioni collettive di protesta punto il framing motivazionale offre infatti la giustificazione per l'azione collettiva grazie alla capacità di interpretare i sentimenti di rabbia diffusi, le grievances . Dai l'ottica la divisione tra i popoli te articolata abilità un insieme di emozioni associate al popolo e alle elite punto torno a parte il popolo è riconosciuto come virtuoso suscitando emozioni di compassione collegati soprattutto la percezione di aver subito un’ingiustizia. Dall’altra lite è concepita come corrotta suscitando emozioni di rabbia contro coloro che sono ritenuti responsabili per tale bene e per la mancata soddisfazione di alcuni bisogni del popolo. Attraverso i processi di framing diagnostico che permette di identificare vittime colpevoli e quello motivazionale che rappresenta la chiamata alle armi virgole populismo diventa un frame significativo per le azioni collettive di protesta per La sua capacità di trasformare i sentimenti diffusi di malcontento in azione punto vediamo alcuni esempi. nella primavera arabe nel gennaio del 2011, la maggioranza egiziana è riuscita a riconoscersi nel popolo riuscendo a raggiungere un elevato livello di inclusività delle varie istanze punto nel caso di primavere arabe quindi espressioni quali il popolo vuole abbattere il regime hanno accentuato il significato della sovranità popolare l'idea di una volontà generale capace di trasformare la popolazione e passiva importo lo attivo. Gli indignato europei, l'ondata di protesta che ha coinvolto la Spagna il Portogallo e la Grecia hanno adattato il repertorio utilizzato durante le primavere arabe il prodotto movimenti capaci di esprimere il mare essendo diffuso attraverso la rivendicazione di una molteplicità di temi e interessi punto il loro slogan era “non siamo merce nelle mani di politici e banchieri “appunto in questo caso la colpa non è stata attribuita un' entità astratta ma un autore specifico, i rappresentanti politici elite bancarie punto nel caso di Occupy wall street sono state utilizzate varie categorie per enfatizzare le grievances diffuse. 12 – L’ANALISI DELLE PROTESTE IN CONTESTI NON DEMOCRATICI  LA RELAZIONE TRA REPRESSIVITA’ E LIVELLI DELLA PROTESTA Analizzare le azioni collettive di protesta in contesti non democratici implica considerare i limiti imposti dalla presenza di varie misure repressive che caratterizzano uno stato autoritario. Nei paesi autoritari, la repressione e la dimensione che prevale nel determinare le opportunità per le azioni collettive di proteste possono definire altre dimensioni della POS per esempio la possibilità di costruire alleanze con altri attori. La repressione rappresenta l'insieme di ostacoli posti dallo stato dei suoi agenti che influenza le azioni individuali e collettive dei challengers in seguito all aumento dei costi associati allo svolgimento di azioni collettive di protesta. La repressione determina molte caratteristiche delle dinamiche conflittuali, gli attori protagonisti della protesta, i modi attraverso i quali essi si coordinano tra loro e le possibilità di intervenire da parte di altri attori. Una parte del dibattito analizzato la relazione tra contesti repressivi livelli di protesta, una relazione piuttosto controversa. Da una parte alcuni studiosi hanno messo in evidenza come la repressione faciliti le proteste evidenziando la presenza di partecipazione attiva da parte di individui è negata la possibilità di partecipare alla sfera politica attraverso i canali più convenzionali quali il voto. Dall'altra gli autori hanno sostenuto che la repressione e limita il coinvolgimento delle proteste in seguito il nome Rosita dei rischi associati alla partecipazione stessa. Davenport Sintetizza la presenza di ipotesi divergenti sulla relazione tra depressione e protesta suggerendo che di fronte alle pressioni da parte delle autorità statali i dissidenti possono scappare, combattere in maniera più violenta o in alternativa, scappare combattere in maniera più violenta allo stesso tempo. Gli studiosi hanno identificato quattro ipotesi che sono 1. l'esistenza di una relazione lineare positiva: gli studiosi argomentano che il numero della repressione possa favorire le azioni collettive di protesta. Questo avviene soprattutto in stati repressivi cui governi hanno una capacità militare limitata. Questo fenomeno non si osserva invece in stati con solide strutture militari 2. una relazione lineare negativa: gli studiosi sostengono che l'apertura delle opportunità politica e facilita lo sviluppo delle proteste argomentando che all aumento della repressione le proteste tendono a diminuire 3. una relazione curvilineare a U 4. una relazione curvilineare a U rovesciata le altre due ipotesi sostengono che la relazione tra rappresentazione protesta sia moderata da alcuni fattori in particolare dalle strutture intermedie di mobilitazione delle risorse punto prima di sviluppare nel dettaglio l'analisi sul ruolo dei gruppi del moderare le relazioni tra le persone protesta vedremo il repertorio delle azioni osservato nei contesti autoritari.  LA RELAZIONE TRA REPRESSIONE E REPERTORIO DELLE AZIONI Nei contesti depressivi il cosiddetto spazio libero lo spazio dove i challenger possono operare agire liberamente è molto limitato. in tali circostanze i partiti dell'opposizione sono le July, le attività dell'organizzazione indipendenti sono strettamente regolamentate, i cittadini sono organizzati in gruppi controllati dal governo in collegamento con i partiti del governo eccetera appunto in aggiunta, misure repressive indiscriminate quale arresti detenzioni contro i membri familiari degli oppositori del governo ed i veti di svolgere eventi pubbliche di protesta possono avere effetti deleteri sulle possibilità da parte dei challenger di poter mobilitare le risorse necessarie per il coordinamento la partecipazione e la gestione delle azioni collettive di protesta punto gli studiosi hanno esaminato l'effetto della pressione sul tipo di repertorio osservabile formulando alcune ipotesi. Una di queste sottolinea che la repressione prompt una radicalizzazione della protesta, una seconda sostiene che la repressione tende a moderare i repertori della protesta e una terza mette in evidenza lo sviluppo di alcuni processi di trans nazionalizzazione della protesta. Tali argomentazioni rinviare ad alcune riflessioni elaborate nella letteratura sui movimenti sociali. In tale occasione, della Porta aveva messo in evidenza che l'uso di tecniche repressive diffuse e severe era associato alla diminuzione della protesta di massa e pacifica e all aumento della violenza da parte delle frange più radicali. Tarrow a largamente documentato le dinamiche di trans nazionalizzazione delle attività dei movimenti sociali dei movimenti di azione collettiva e dell'organizzazione associati a tale processo. in contesti depressivi la trans nazionalizzazione riguarda le organizzazioni che operano nell'ambito dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario, attività spesso supportate dalla comunità internazionale i meccanismi di trans nazionalizzazione possono facilitare la continuità delle attività delle organizzazioni che operano in contesti autoritari ma alcuni studiosi hanno messo in evidenza che le attività sostenute da tali gruppi sono lontani dall' includere proteste contro il governo. Per esempio, in Marocco durante gli anni '80 e '90 del 1900 alcune organizzazioni di sinistra avevano scelto di transazionali zare le loro attività orientandole alla difesa dei diritti umani. Tuttavia, facendo così, avevano anche pagato le conseguenze collegate allo svolgimento di pratiche i programmi che necessitavano della cooperazione con le autorità. Un altro meccanismo riguarda l'uso di repertorio moderati che permette di operare in contesti repressivi attraverso l'attivazione di varie pratiche di resistenza come per esempio gli schiavi negli Stati Uniti d'America che utilizzavano alcuni rituali strutturati come la danza o musica con l'obiettivo di preservare la propria dignità e a favorire lo sviluppo di un senso di appartenenza alla comunità. La musica e la danza permettevano in un contesto repressivo di oltrepassare i divieti di riunirsi in gruppi a scopo politico e di affermare esplorare manifestare la propria identità in contrapposizione alla repressione subita esperienze di dolore e disperazione vissute. L'evidenza empirica mostra che tali meccanismi hanno operato anche nei contesti repressivi dei paesi del Medio Oriente e nel Nord Africa in particolare prima dell avvento della primavera araba, la diffusione di organizzazioni sociali islamiche nella regione del Nord Africa e del Medio Oriente è stata in parte resa possibile dall orientamento di attività organizzative verso temi politici che non sono stati percepiti come una minaccia dalla parte dell’establishment politico istituzionale. Inoltre, negli anni '80 e '90 molti attivisti di questi paesi hanno svolto attività culturali, intellettuali e artisti che grazie alla partecipazione per esempio i gruppi letterari o gruppi di canto che utilizzavano un linguaggio vernacolare riuscendo in tal modo a impegnarsi in pratica di resistenza politica. Talvolta i meccanismi descritti si sovrappongono in particolare dinamiche di radicalizzazione della protesta si possono mescolare con la trans nazionalizzazione della protesta punto per esempio negli anni '90 i movimenti islamici in Arabia Saudita hanno spostato la loro attenzione verso i musulmani all'estero una soluzione elaborata dagli attivisti per far fronte al clima di paura perpetuato dal regima e per incanalare l'entusiasmo degli studenti in altre direzioni. I volontari della jihad ne sono un esempio.  LA STRUTTURA SOCIALE INTERMEDIA CHE PERMETTE DI MOBILITARE LE RISORSE NEI CONTESTI REPRESSIVI Alcuni studiosi hanno analizzato la relazione tra repressione e protesta sostenendo che essa sia moderata da alcuni fattori. secondo questa ipotesi se la repressione scoraggio incoraggia i movimenti di protesta dipende da un insieme di condizioni che rendono più complessa la relazioni. queste possono riguardare allineamenti dei partiti o delle élite in grado di supporto o di opposizione da parte del pubblico, la presenza di movimenti alleati e di eventuali contro movimenti eccetera. Traduttore pressione sulla protesta dipende anche dalla presenza di meccanismi che permettono ai gruppi e organizzazioni che operano in contesti repressivi di mobilitare le risorse necessarie per le azioni collettive. I gruppi sociali che agiscono in contesti repressivi possono infatti avere caratteristiche estremamente diverse rispetto a quelle che abbiamo osservato in relazione le organizzazioni. Per quanto riguarda i contesti occidentali, la letteratura è leggermente concorde nel mostrare che organizzazioni, indipendentemente dal tipo di attività e di missione in cui sono coinvolte, sono fondamentali per mobilitare le risorse necessarie per lo sviluppo delle azioni collettive di protesta. Diversamente nei contesti repressivi la mobilitazione delle risorse da parte di questi gruppi non è sempre realizzabile. da una parte l'evidenza empirica mostra che l'impegno dei singoli individui in alcuni tipi di organizzazione positivamente correlato con le potesse anche in contesti non democratici come l'Africa subsahariana. Dall’altra le ricerche mostrano che le caratteristiche della struttura organizzativa sono Diverse localizzazioni operano in contesti repressivi punto le misure repressive possono infatti avere conseguenze significative sia sulla diffusione e sulla effettiva numerosità dei gruppi operanti in contesti autoritari sia sulla qualità e sulle forme di azione in cui gruppi sociali possono impegnarsi. La possibilità che la struttura organizzativa abbia un impatto sulle proteste dipende prima di tutto dalla capacità delle organizzazioni di operare in tali contesti il punto in secondo luogo dipende dalla capacità di mobilitare le risorse punto è stato osservato che le organizzazioni che si occupano di cooperazione allo sviluppo dei diritti umani o di aiuto umanitario o le ONG finanziate dalle istituzioni internazionali hanno una limitata capacità di mobilitare le risorse per la protesta. Questa organizzazione è infatti spesso subordinata
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