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museologia anno 2022/2023, Appunti di Museologia

storia dei musei italiani e stranieri

Tipologia: Appunti

2021/2022
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Scarica museologia anno 2022/2023 e più Appunti in PDF di Museologia solo su Docsity! 1°lezione 26/09/2022 ICOM: International Council of Museums: (ICOM) è la principale organizzazione internazionale non governativa che rappresenta i musei e i suoi professionisti. L’organizzazione assiste la comunità museale nel preservare, conservare e condividere il patrimonio culturale presente e futuro, materiale e immateriale. Stretta relazione architetto-curatori museali Accessibilità nei musei: tematica recente Allestimento Castelvecchio: Il museo venne restaurato e allestito con criteri moderni tra il 1958 e il 1974 da Carlo Scarpa, il cui divenne uno degli interventi più completi e meglio conservati Museo digitale: MAD di Milano museo digitale : net art NFT 03/10/2022 Il museo ha lo scopo di essere partecipativo e deve saper comunicare a tutti Testi: - Le funzioni del museo (Marini Clarelli 2021) - Il museo nella storia: dagli studioli rinascimentali ai musei del XXI sec. - In copisteria: secondo e quarto libro - https://www.artribune.com - https://www.finestresullarte.info/flash-news/7c- - exibart ICOM : istituzione che si occupa di portare a far conoscere i musei sia da un punto di vista scientifico, sia esperienziale, attraverso iniziative molto ampie: convegni, riunioni Twitter: social dei musei Sabato 15 ottobre: talc su conservazione e fruizione della videoart LANDMARK  progetto: considerare l’impatto che il museo ha su un determinato paesaggio e sul tessuto urbano. musei, arti contemporanee e cantine  spesso diventate contenitori di arte contemporanea il museo in sé è esso stesso un’opera d’arte. istallazione alla piramide di vetro e acciaio al Louvre di Parigi 2019: L’ARTISTA JR: ARRIVA DALLA STRADA, CONQUISTA L’ART SYSTEM INTERNAZIONALE, PUNTA SUL SOCIALE E SULLA COMUNICAZIONE E DIVENTA UNA STAR. L’ARTISTA FRANCESE JR CONTINUA A SORPRENDERE CON LE SUE INSTALLAZIONI URBANE. L’ULTIMA, A PARIGI, CELEBRA I 30 ANNI DELLA PIRAMIDE DEL LOUVRE. A dare una mano ben 400 persone, volontari chiamati a raccolta per assemblare a terra un’infinita serie di frammenti di carta, fino a generare un’immagine dal potente effetto illusorio. Installazione piramide Louvre 2016  aveva lasciato “sprofondare” il volume piramidale nel prospetto del museo: rivestendola con un mega collage che riproduceva la facciata stessa, la Piramide – vista da una certa 1 angolazione – finiva per sparire, assorbita dalla sontuosa quinta retrostante. Efficacissimo tromp l’oeil con anamorfosi. Il ragno gigante scultura 'Maman' dall’ artista Louise Bourgeois al di fuori del Museo Guggenheim a Bilbao, Spagna 2016 La scultura-ragno, posizionata da anni all’esterno dell’edificio, è solo uno degli omaggi dell’artista all’amatissima madre. La madre riparava gli arazzi: il ragno che tesse le tele, omaggio alle donne, concetto della maternità che genera nutre e ripara. La Fondazione Solomon R. Guggenheim è una fondazione senza scopo di lucro fondata nel 1937 dal filantropo statunitense Solomon R. Guggenheim e da artisti come Hilla von Rebay. Uno dei principali obiettivi della fondazione è la creazione di musei in giro per il mondo, la maggior parte dei musei creati dalla fondazione è di grande rilevanza architettonica. Alla fine degli anni '80, Thomas Krens, direttore della Fondazione, ha pensato ad una serie di Guggenheim, ognuno dei quali avrebbe rafforzato l'identità della fondazione. - Peggy Guggenheim collection, Venezia  palazzo Venier dei leoni, 1748, Lorenzo Boschetti - Solomon R. Guggenheim museum, New York  1943, architetto: Frenk Lloyd Right - Guggenheim Bilbao  1997, Frank Ghery - Guggenheim Berlino  era in una sala della Deutsche Bank 1997-2013 chiusura - Guggenheim Hermitage Museum  Las Vegas, progettato dall’architetto Rem Koolhaas e aperto il 7 ottobre 2001, il museo, risultato di un accordo di collaborazione tra l’Hermitage di San Pietroburgo e la Fondazione Guggenheim, ha definitivamente chiuso le sue attività sette anni dopo. - museo Guggenheim Guadalajara, Messico  Il progetto però è stato annullato nel 2009 perché la Fondazione Guggenheim ha preferito concentrarsi sul completamento dell’omonimo museo ad Abu Dhabi e dedicarsi alle altre strutture Guggenheim già esistenti. Stessa sorte per il Guggenheim museum di Helsinki, in Finlandia - Guggenheim Abu Dhabi  architetto Frenk Ghery, lavori iniziati nel 2011, in costruzione, fine dei lavori prevista nel 2025. MUSE: museo delle scienze, Trento è stato inaugurato nell'estate 2013 ed ha sostituito il Museo tridentino di scienze naturali. Progettato dall’architetto Renzo Piano. Museo Louvre di Abu Dhabi Progetto di Jean Nouvel, museo creato su un’isola, concetto di riunire opere che rappresentano le varie civiltà Bianco-Valente, Il mare non bagna Napoli, 2015, Lettere in ferro, veduta dell’installazione site specific presso il museo Madre, Napoli L'opera, installata sul terrazzo del museo, riprende il titolo del famoso libro di Anna Maria Ortese, che nel 1953 in una serie di racconti fece un'analisi estremamente lucida delle condizioni di vita a Napoli nel secondo dopoguerra. Rileggendo oggi quelle pagine si resta meravigliati di quanto esse siano attuali, in particolare quando descrivono le dinamiche sociali che animano la città e che vedono il totale scollamento fra le istituzioni, gli intellettuali e un'ampia parte della popolazione che è ancora relegata ad una economia di sussistenza. 2 comunicano eticamente e professionalmente e con la partecipazione delle comunità, offrendo esperienze diversificate per l’educazione, il piacere, la riflessione e la condivisione di conoscenze. (2022) - Definizione ICOM 1974: manca la definizione di patrimonio immateriale - Definizione ICOM 2007: c’è una marcatura più netta da un punto di vista ambientale e del pubblico Museo come istituzione Organismo dotato di compiti e scopi giuridicamente normati, cui si riconosce carattere di ufficialità, coerentemente alla rilevanza pubblica della sua funzione e del suo riconoscimento sociale. Il museo ha una ossatura di funzionamento giuridica indispensabile in quanto si tratta di un ente pubblico (aperto al pubblico) Codice dei beni culturali e del paesaggio (D.Lgs. 42/2004, art. 101) Il museo è un’istituzione permanente destinata alla pubblica fruizione, e che espleta un pubblico servizio, che acquisisce, conserva, ordina e espone beni culturali per finalità di educazione e di studio. Decreto ministeriale MIBAC 23 dicembre 2014 (aggiornamento 2018) - Organizzazione e funzionamento dei musei statali (art.1) Il museo è una istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della società e del suo sviluppo. È aperto al pubblico e compie ricerche che riguardano le testimonianze materiali e immateriali dell'umanità e del suo ambiente; le acquisisce, le conserva, le comunica e le espone a fini di studio, educazione e diletto, promuovendone la conoscenza presso il pubblico e la comunità scientifica. Permanenza nel tempo responsabilità di essere depositario di testimonianze culturali e ambientale che rappresentano la società stessa e quindi devono essere messi a sistema 1. Garantiscono la permanenza del museo: - Esistenza di una sede, uno spazio architettonico appositamente organizzato e allestito che consenta l’espletamento delle due principali funzioni del museo stesso: - conservazione - Esposizione 2. Attribuzione di risorse finanziarie adeguate, che attribuiscono precise responsabilità al soggetto che istituisce il museo. Assenza dello scopo di LUCRO: i redditi del museo devono essere destinati per statuto esclusivamente a beneficio dell’ente stesso , al conseguimento dei suoi obbiettivi e al suo funzionamento L’assenza dello scopo di lucro sottrae la collezione a preservare la collezione da interessi economici Il ruolo sociale Si esplica verso due categorie: - Visitatori - Gli stakeholders: interlocutori politici (es: comune), istituzionali, culturali (es: università), economici 5 L’apertura al pubblico Il Museo è tenuto a garantire al pubblico l’accesso ai propri spazi espositivi secondo orari e tariffe che tengano conto del criterio dell’accessibilità I compiti e i fini del museo - Ricerche, colleziona, conserva, interpreta ed espone, promuove la diversità e sostenibilità, Operano e comunicano eticamente e professionalmente e con la partecipazione delle comunità, offrendo esperienze diversificate per l’educazione, il piacere, la riflessione e la condivisione di conoscenze. - Fini: educazione, piacere, condivisione di conoscenze, l’educazione, la riflessione Attorno al museo si declinano le più varie professioni: Direttore: “Il direttore è il custode e l’interprete dell’identità e della missione del museo, nel rispetto degli indirizzi dell'amministrazione responsabile. È responsabile della gestione del museo nel suo complesso, nonché dell’attuazione e dello sviluppo del suo progetto culturale e scientifico”. Ricerca, cura, gestione delle collezioni: - Conservatore - Catalogatore - Restauratore - Addetti alle collezioni Servizi e rapporti con il pubblico - Responsabilità dei servizi educativi - Educatore museale - Coordinatore dei servizi di accoglienza - Operatore dei servizi di accoglienza e custodia - Responsabile dei servizi di documentazione - Responsabile della biblioteca L’ecomuseo Così chiamato dal museologo francese Hugues de Varine, ha come centro di interesse il rapporto uomo- natura  luogo dei saperi delle comunità locali e come testimonianza dei valori ambientali “beni culturali”: locuzione che risale alla convenzione per la protezione dei beni culturali in caso di conflitto armato, 1954 firmata a l’Aia. “beni mobili e immobili di grande importanza per il patrimonio culturale dei popoli: monumenti architettonici, località archeologiche, complessi di interesse storico o artistico, opere d’arte, amnoscritti, collezioni scientifiche…” Commissione di studio Franceschini: istituita nel parlamento nel 1964 con il compito di censire il patrimonio archeologico, artistico e paesistico, nonché di verificare l’efficienza degli organismi preposti alla sua amministrazione- l’indicazione di bene culturale come “testimonianza materiale avente valore di civiltà” 6 Lezione n.3 11/10/2022 Dallo studiolo alle grandi collezioni principesche Collezioni vs musei I musei descritti da Neickel erano in sostanza delle raccolte private, Collezionare e musei non sono la stessa cosa, il museo è però il recipiente della collezione. Il gusto della collezione ha origini antichissime  raccolte di oggetti con uno scopo (non collezionismo consapevole). L’atto individuale del collezionare, risponde alle più disparate pulsioni: - Prestigio sociale - Ostentazione di potere e di ricchezza - Proiezione di se oltre la morte - Affermazione della propria cultura - Desiderio di conservare oggetti rari nella consapevolezza del loro valore Già le società iniziano a collezionare con scopo sacrale, es: suppellettili preziose accompagnavano le sepolture dei defunti. Offerte votive che venivano accumulate nei thesauroi annessi al tempio  frutto dell’espoliazione fatta dagli altri eserciti Nelle varie civiltà cambia il significato degli oggetti es: civiltà Maya, tombe dei faraoni (legame mondo dei vivi e mondo dei morti), ma manca completamente il concetto di esibizione, erano ambienti segreti, vietato l’accesso. Il collezionismo privato nel MONDO ANTICO - Esistenza di collezioni private (es: Plinio il giovane) - Commercio di opere d’arte - Cura nella disposizione degli oggetti nelle abitazioni (es: Cicerone) Sono forme di collezionismo anche quelle praticate nel mondo antico le raccolte sono state smembrate e in alcuni casi distrutte es: patrimonio della scultura classica ( distribuita nelle varie parti del mondo) Il riconoscimento del valore estetico degli oggetti raccolti: svincolato dai motivi di culto o da dimostrazioni di potenza, l’elemento distintivo del collezionismo che costituisce la preistoria del museo moderno. Le fonti antiche ci parlano di forme di collezionismo privato: attorno al quale fioriva un mercato dell’arte  centro Roma, Atene Da Plinio il Giovane apprendiamo che un ambiente della sua villa, in collegamento con il giardino, era destinato al lavoro intellettuale e decorato da sculture: una diaeta (antecedente dello studiolo umanistico) sappiamo da Pausania che ad Atene esisteva una pinacoteca. 7 Studioli degli umanisti contemporanei: - Ambienti ben illuminati - Scaffali per i libri Sant’Agostino nello studio - Luogo di studio - Gli oggetti sono disposti nei vari spazi dello studiolo stesso  un tipo di raccolta che mescola vari elementi secondo un’ intenzione che da un lato era motivata dalla volontà di appropriarsi di oggetti antichi. per fare grandi collezioni ci vogliono grandi risorse GLI STUDIOLI PRINCIPESCHI: Elementi distintivi: - Valore delle collezioni di alto prestigio - Committenza specifica: decorazione degli studioli stessi secondo programmi iconografici stilati dagli umanisti di corte e realizzati da artisti molto importanti Decorazione dello studiolo delle muse di Lionello d’Este nella delizia di Belfiore nei pressi di Ferrara Palazzi di campagna dove i duchi si ritiravano per svago intellettuale. Musarum studium: abbiamo testimonianze letterarie, il palazzo è andato distrutto nel 1600 e le pitture sono ora collocate in varie sedi. Guarino Guarini fu l’intellettuale che dettò il programma iconografico. Lo studiolo di Belfiore  progetto di ricostruzione digitale della struttura dello studiolo, era uno spazio molto grande, la decorazione prevedeva un soffitto a cassettoni, lungo le pareti superiori le tavole con le muse, tutto l’ambiente era però riccamente decorato: vetri delle finestre con blu di lapislazzulo, tarsie sugli armadi Lo studiolo di Federico da Montefeltro nel palazzo Ducale di Urbino Lo studiolo era nel palazzo ducale di Urbino ultimato nel 1476, adiacente alla camera da letto del duca, a fianco della sala delle udienze: spazi non solo destinati al raccoglimento privato ma le opere e decorazioni erano pensate anche per essere esibite: ai visitatori del palazzo, delegazioni politiche e diplomatiche che andavano a corte, attorno a questi ambienti vi erano collaborazioni di artisti importanti. Al di sotto dello studiolo si trovava un sacello delle muse: il tema delle muse si lega alle collezioni (nesso inevitabile). l’interno dello studiolo: ricorda quello dello studiolo di Belfiore: parte inferiore con partiture lignee con tarsie e nella parte superiore i dipinti, soffitto cassettonato con le insegne ducali, il pavimento di cotto lavorato. Dopo la caduta dei Montefeltro: molti dipinti vennero trasportati in vari musei in parte al Louvre, nello studiolo restano delle copie. Artisti: Pedro Berruguete e Giusto di Gand Nelle tarsie l’elemento politico passa in secondo piano ma emergono le virtù del Montefeltro in rapporto alle arti  strumenti musicali, libri, strumenti scientifici, astrolabi, compassi, armature tutte qualità in cui emergeva il duca. Sacello delle muse: 10 - Dipinti di Giovanni Santi: padre di Raffaello Michelozzo, Palazzo Medici Ricciardi Una delle più cospicue collezioni quattrocentesche era quella dei MEDICI: iniziata da Cosimo il Vecchio e incrementata dal figlio Piero il Gottoso, trovò in Lorenzo il Magnifico il suo massimo splendore. L’inventario redatto alla morte di Lorenzo nel 1492 ci consente di ricostruire sia la consistenza sia la disposizione. Qui si trovava uno studiolo di tipologia differente da quelli principeschi, era un ambiente più raccolto con funzione di raccoglimento e studio del principe: - decorazione: dodici tondi di Luca della Robbia in ceramica raffiguranti i Mesi; dipinti religiosi e oggetti sacri si mescolavano a preziosi materiali profani tra i quali spiccava la raccolta di: gemme, cammei, pietre incise. C’erano poi carte geografiche, bronzetti e monete, codici miniati, testimoni di un gusto collezionistico molto aperto. spazio celebrato dalle fonti che sottolineavano l’intervento di Luca della Robbia: - Filarete: parla della presenza di libri a altre cose degne e delle ceramiche di Luca della Robbia - Vasari: perfezione della volta e del pavimento decorati da Luca della Robbia Lorenzo de Medici Collezione privata Inventario 1492, notevole varietà di oggetti: testimonia l’amore per l’antico, l’aspetto che colpisce di più: faceva parte di un sistema espositivo: investe anche il cortile, il giardino  esposte le sculture e nel vicino giardino di S. Marco dove Lorenzo aveva allestito una scuola di pittura per giovani artisti dove potevano esercitarsi a copiare sculture antiche  museo come luogo di studio conoscenza, meditazione e fruibile. Il ruolo didattico della collezione sfocerà poi nella creazione dell’Accademia delle Arti e del Disegno, istituita dal Granduca Cosimo I. Lo studiolo di ISABELLA D’ESTE nel PALAZZO DUCALE DI MANTOVA Pern Isabella d’Este il possesso di opere d’arte era un’esigenza irrinunciabile “un’insaziabile desiderio di cose antiche”. L’avvio della collezione si colloca nell’ultimo decennio del 1400: quando Isabella cominciò a mandare per tutta Italia i suoi agenti alla ricerca di “cose antique” (unica donna rinascimentale a possederne uno) Funzione di spazi espositivi con volontà espositiva Collezionismo vorace: carattere diverso degli altri studioli dove c’era un esibizione politica e autocelebrazione dinastica. In quello di Isabella prevale la passione collezionistica autentica Lo studiolo prende forma da due stimoli - Spazio dedicato dove esporre la sua collezione in modo ordinato - Isabella era imparentata con Belfiore e i Gonzaga ( quindi avrà visitato gli studioli delle corti) - Lo spazio sarà decorato da dipinti allegorici: definiti dalla marchesa nei minimi dettagli, si fa aiutare da umanisti di corte: Mario Equicola e Paride da Cesarea due studioli: MANTOVA 1. Nel castello di S. Giorgio  i duchi avevano spostato da tempo la loro residenza in questo luogo: zona appartata della residenza mantovana dei Gonzaga, era collegato alla “grotta” un ambiente sottostante con volta a botte che accoglieva parte della collezione. 11 Vi era un ciclo di tele commissionate a diversi artisti: - Prime commissioni: Andrea Mantegna: Andrea Mantegna, Il Parnaso – Marte e Venere, Parigi, Musée du Louvre, 1496-1497  parnaso con Marte e venere e le muse (tema appropriato allo studiolo di Isabella che celebra se stessa con l’appellativo di decima musa - Mantegna: Minerva scaccia i vizi dal giardino delle virtù  simboleggia il trionfo della virtù sul vizio, la corte come esente del vizio e dominata dalle virtù del buon governo della corte gonzaghesca. - Perugino: lotta tra castità e lussuria; Perugino aveva bottega a Firenze, verrà perseguitato dai mandanti di Isabella, la quale dà uno schizzo su come vorrà il disegno, era molto esigente non voleva variazioni, Perugino aveva aggiunto una venere nuda ma venne fatta cancellare, alla fine la tela verrà criticata da Isabella: dovevano essere uniformi per forma e materiali, l’orientamento della luce nei dipinti secondo le finestre del camerino - Giovanni Bellini rifiuterà l’incarico perché sapeva delle esigenze e della superbia di Isabella e dei suoi mandanti - Due tele di Lorenzo Costa, sostituirà Mantegna come pittore di corte: Isabella nel regno di armonia ed il regno di como  tutti questi dipinti di trovano al Louvre: nel 1600 furono donati al cardinale Richelieu Sotto il camerino si trovava “la grotta”: ambiente voltato con sculture e antichità varie. Il continuo incrementarsi della collezione rese insufficiente lo spazio del primo studiolo inducendo Isabella a trasferirle nella: 2. Corte vecchia di palazzo Ducale: alla sua passione collezionistica verranno dedicati più ambienti: - Studiolo - Grotta - Giardino segreto La creazione di questi ambienti serviva ad avere un allestimento tematico secondo le propensioni di Isabella, ogni ambiente aveva la sua funzione: - nello studiolo: erano stati riallestiti i dipinti allegorici del primo studiolo integrati da due tele del Correggio necessarie alla maggiore ampiezza della stanza - Nella grotta : il nucleo più consistente della collezione: bronzetti e gemme, tarsie con oggetti musicali, accesso in marmi policromi con inserimento di motivi desunti dal mondo antico - Camerini: forse dedicati alla musica, ospitavano oggetti di piccole dimensioni - Giardino segreto e loggia: nelle nicchie le statue antiche di maggiori dimensioni; dialogo tra natura e scultura C’è la volontà di esporre in modo armonico gli oggetti della collezione, adattandoli ai vari ambienti e caratterizzando ciascun ambiente a seconda del contenuto: disposizione razionale FUNZIONE PUBBLICA: pubblico scelto di illustri visitatori Ala nuova del palazzo: variazione della sua funzione, parte dove i visitatori ci passavano, esibizione per nobilitazione della dinastia stessa, spazio che si offriva in maniera continuativa al flusso delle visite Lo studiolo di corte era nato ufficialmente per gli studi e per la riflessione non aveva le caratteristiche di quello umanistico: motivo d’orgoglio per il suo proprietario, era mostrato a una selezionata cerchia di dignitari e di intenditori rafforzando con l’ostentazione della sua ricchezza il prestigio del collezionista. 4°lezione 17/10/2022 12 “il primo che mettessi insieme cose antiche e le faceva restaurare” ancora Vasari ci informa sull’intervento del LORENZETTO: Lorenzetto (Lorenzo lotti, pittore e architetto fiorentino) aiuta il cardinale della Valle nell’allestimento della sua collezione, il palazzo aveva un giardino pensile deputato all’allestimento della collezione: l’ambizione del cardinale era di disporre la collezione in tutto il palazzo (ritenne necessario l’intervento di un architetto). Si inizia ad affermare il principio che il possesso e le familiarità con le opere non sono necessari per dare una forma armonica alla collezione  solo l’esperienza specifica può contribuire a una migliore presentazione. Il tema del dialogo collezione-giardino viene declinato in termini spettacolari, (rimane ancora in disparte la pubblica utilità, prospettiva elitaria della fruizione delle collezioni) L’idea di un allestimento di antichità di diversa dimensione e natura alcune frammentari con copie rifatte da artisti contemporanei. Collezione del cardinale della Valle: consapevolezza del valore delle opere possedute: - Intenzione di organizzare sistematicamente la raccolta - Individua una professionalità specifica cui affidare l’allestimento - Apertura della collezione ad amici e concittadini L’aspetto del cortile di palazzo Della Valle, la cui sistemazione avvenne nel 1520, ci è tramandato oltre che dalla descrizione di Vasari , da un’incisione di Hieronymus Cock che mostra la disposizione delle anticaglie nell’hortus pensilis del cardinale, sistemazione su più ordini: - In basso all’interno di Nicchie si trovavano sculture monumentali, si alternavano alla presenza di elementi vegetali, - Secondo ordine : clipei e bassorilievi - Una cornice marcapiano separava i primi due ordini - Terzo livello: la parete si concludeva con una serie di nicchie per sculture a tuttotondo più piccole alternate a bassorilievi L’allestimento della collezione di EGIDIO E FABIO SASSI (1530 ca.) Il cui allestimento copia l’idea del cardinale della Valle, ma la mancanza di una direzione tecnica produce un effetto differente: - Cortiletto merlato dal gusto medievale dove vige un’ida eclettica e disordinata dell’organizzazione degli spazi - Effetto generale di disordine - Lo spazio non era aperto ai visitatori L’allestimento della collezione del cardinale PAOLO EMILIO CESI Oltre alla dettagliata descrizione dell’Aldrovandi, possediamo alcune testimonianze iconografiche: il disegno di Maarten van Heemskerck: illustra parte del giardino con grandi statue acefale, sarcofagi, bacili scolpiti: spazio all’aperto dove nei frammenti di un’architettura in rovina sono inserite statue antiche. 15 Mentre un dipinto di Hendrick van Cleef: mostra una veduta d’insieme che consente di valutare l’impressionante estensione del parco della villa Era uno dei palazzi più suntuosi di Roma: il cortile e il giardino erano molto grandi , dove vi erano collocate sculture antiche: Si partiva dal porticato e si creava un itinerario che andava a percorrere il giardino “passeggiata archeologica”  il cui percorso si snoda lungo viali fiancheggiati da sculture monumentali che scandiscono le varie partizioni del giardino: diviso in varie zone cui si accede passando attraverso archi trionfali. Culmine della visita  L’antiquarium: edificio a croce greca con volte a botte, con pareti decorate con stucchi e incrostazioni marmoree, (nucleo più pregiato della statuaria antica) - Vi sono dei luoghi differenti deputati secondo una divisione tematica e gerarchica della collezione - Alcune delle sculture stavano sopra una base antica  fruizione a 360° Fra palazzo e giardino: disposizione della collezione in diversi ambienti: - la loggia, - lo studio del cardinale, - una camera e una post camera, - La collezione era in parte aperta, libera fruizione: (su invito) Allestimento riferibile all’intervento di un architetto anche se non è stato individuato il nome. Disposizione della collezione: - Giardino (i frammenti) - Antiquarium (le opere di maggior pregio) Internamento al palazzo - Loggia (statue e busti) - Studio e Postcamera (oggetti più delicati e di dimensioni minori) Allestimento riferibile all’intervento di un architetto. Criterio di distribuzione che stabilisce raggruppamenti tematici e gerarchici, una suddivisione fra esterno e interno e che risulta pensato in funzione di un allestimento ordinato e definitivo, funzionale a trasmettere i valori della collezione. Inizia a precisarsi un sistema di distribuzione di raggruppamenti tematici e gerarchici  primo sistema del museo di raccontare se stesso ai visitatori. In questi casi manca un significato politico: che riguarda invece iniziative come quelle di parte papale LA COLLEZIONE DEL CARDINALE FERDINANDO DE MEDICI: Figlio di Cosimo I de Medici Mette insieme una ricchissima raccolta di antichità: - marmi antichi, - dipinti moderni, 16 - bronzetti, - porcellane, - oggetti scientifici la collezione ci è nota grazie a un inventario topografico stilato nel 1588. nella Villa Medici a Trinità dei monti a Roma (attuale sede dell’accademia di Francia) Il cardinale è in rapporto molto stretto con gli artisti contemporanei: es: Jacopo Zucchi Per costituire la propria collezione di arte antica Ferdinando acquisì alcune collezioni private, come: - la raccolta Della Valle (1584) alla quale appartenevano, tra gli altri, i bassorilievi murati nella facciata posteriore della Villa e i Daci provenienti dal Foro di Traiano - un importante nucleo di opere della collezione di Ippolito d’Este (tra cui l’Arianna addormentata). - Il cardinale compì inoltre acquisti mirati, tra i quali la Venere de’ Medici, opera ellenistica di Kleomenes figlio di Apollodoros rinvenuta presso le terme di Traiano e l’Arrotino, risalente al II secolo d.C., entrambi collocati nella Tribuna degli Uffizi. - Al 1583 risale l’acquisto del gruppo della Niobe e dei Lottatori, rinvenuti nella Vigna Tommasini presso la Porta San Giovanni: anche i Lottatori risalenti al I secolo a.C. e integrati da Ferdinando delle teste, perdute si ammirano nella Tribuna degli Uffizi. Acquisti diretti dal mondo degli scavi, acquisti da collezioni private,  altissima disponibilità economica e una rete di mediatori  mediatore d’arte: affianca i grandi collezionisti VILLA MEDICI: la facciata del palazzo viene utilizzata come luogo espositivo di alcuni pezzi della collezione: - Sul prospetto della villa lungo il giardino erano impaginati fregi e bassorilievi - nell’ordine inferiore: rilievi dell’Ara Pacis La grande novità di villa Medici era LA GALLERIA: ultimata nel 1584 sulla destra della villa  lungo il lato breve dei giardini all’italiana la galleria era un loggiato all’interno del quale erano disposte le sculture, inserite all’interno di nicchie, alternate alle finestre, raggruppate per soggetto e stile: le Veneri, i Satiri, i ritratti degli imperatori, degli atleti, etc. per gruppi tematici o coerenza stilistica. Punto di maggior pregio: la statua di Marsia scorticato La passione del Medici per i ritratti si dispiegò anche nel giardino, dove vennero collocate le settantadue erme a delimitare i parterres e i carrés. - nei giardini: statue frammentarie - gli spazi della galleria sono decorati  l’antico dialoga con il contemporaneo, autori contemporanei creano una cornice di gusto antico ma contemporanea. Es: Jacopo Zucchi il tema architettonico della galleria coincide inizialmente con la LOGGIA. gallerie alla francese: non avevano in sé una funzione di esposizione, ma erano più destinate alle passeggiate, es: gallerie nella reggia di Fointainebleau, Sebastiano Serlio, 1540 gallerie italiane: come luogo di esposizione che nel tempo andrà evolvendosi nel modello di esposizione di antichità ponendo in dialogo l’antico originale con l’antico ricreato. - Galleria espositiva nel Palazzo Gonzaga a Mantova, 1570 17 La destinazione del palazzo all’esposizione delle collezioni ducali voluta dal granduca Francesco I: veniva così sancita la vocazione museale del nuovo edificio che, da sede degli uffici amministrativi del granducato, si trasformava in un organismo dedicato all’esposizione delle collezioni dinastiche e fortemente improntato al fine politico della celebrazione dell’assolutismo mediceo. - Pianta a U con un infilata di gallerie su entrambi i lati - 1581: la loggia dell’ultimo piano verrà chiusa e sarà adibita all’esposizione delle opere - Il muso si apriva anche ai visitatori Tribuna ottagonale degli Uffizi Culmine del nuovo progetto, aperta da Bernardo Buontalenti. È un ambiente suntuoso, con pavimento in intarsi marmori, la cupola è ricoperta di velluto rosso con madreperle applicate su un fondo a foglia oro; una luce zenitale: che pioveva verticalmente e aiutata dalle finestre lungo il tamburo della cupola l’allestimento odierno della tribuna non corrisponde all’originale: era saturo di oggetti, dipinti, oggetti naturalistici, bronzetti, oggetti d’arte erano distribuiti su “palchetti d’ebano “e su piedistalli. Le finestre sono poche perché la collezione doveva riflettere di luce propria e dalla luce creata dalla cupola, chi entrava doveva avere la sensazione di entrare in uno scrigno: - Lungo le otto pareti: centinaia di statuette: bronzo, marmo, ellenistiche, romane - Al centro: uno stipo, mobile ottagonale che riprendeva la forma dell’edificio - Saturo di opere d’arte: una giornata sola non bastava a osservare tutte le opere - La Venere dei Medici: opera emblematica - Nei dipinti dell’epoca vediamo: folle di visitatori e gruppi che si fermano a conversare l’esposizione delle opere diventa un elemento secondario: diventa un ambiente di corte Nel secondo 700 gli Uffizi verranno riallestiti con una più calibrata distribuzione delle opere. L’esistenza di un museo stimolava anche una maggiore attenzione alla salvaguardia del patrimonio artistico: nel 1602 una deliberazione del granduca Ferdinando I proibiva infatti che le opere dei pittori più celebri: Leonardo, Raffaello, Michelangelo, Andrea del sarto ecc. potessero essere commerciate in modo che la Città non ne perda l’ornamento. VENEZIA La collezione Domenico Grimani a Venezia Grimani Domenico: nobile veneziano, la collezione aveva avuto inizio a Roma, con alcuni pezzi rinvenuti sul colle del Quirinale nel corso degli scavi condotti nella vigna dove il cardinale veneziano stava edificando il proprio palazzo. - Collezione di antichità: 160 pezzi - Dipinti moderni - Cammei, medaglie e pietre incise - Una delle maggiori biblioteche del tempo  era inclusa l’intera libreria di Pico della Mirandola con i rarissimi codici ebraici e il celebre Breviario Grimani: capolavoro della miniatura fiamminga di primo Quattrocento. 20 Morirà nel 1523 e nel suo testamento da indicazione che la sua collezione venga donata alla repubblica di Venezia: con l’esplicito proposito di costruire un museo pubblico. In un primo tempo le sculture vennero collocate in Palazzo Ducale: sala delle teste. L’opera di Domenico venne completata dal nipote Giovanni Grimani: patriarca di Aquileia, uomo di profonda cultura, protettore di artisti come Palladio, Giuseppe Salviati, Federico Zuccari e come lo zio appassionato collezionista. Il suo palazzo  PALAZZO DI SANTA MARIA FORMOSA Sansovino (venetia, città nobilissima, 1581) ci descrive il cortile e le sale interne ricolme di sculture con particolare attenzione per il preziosissimo studiolo. Tribuna di Palazzo Grimani: spazio ispirato a modelli architettonici dell’antichità, Nel 1587 il patriarca donava alla repubblica la sua collezione di marmi, molte sculture erano state integrate nelle parti mancanti da Alessandro Vittoria e Tiziano Aspetti, erano state oggetto di un progetto di manutenzione e restauro: es: aggiunta di parti mancanti. Riunita alla precedente donazione di Domenico Grimani, la raccolta di Giovanni (denominata: STATUARIO PUBBLICO) veniva collocata nell’antisala della sansoviniana Libreria di san Marco. Lo Statuario Pubblico della Serenissima L’allestimento venne affidato a Vincenzo Scamozzi, è documentato dall’inventario redatto da Anton Maria Zanetti nel 1736: illustra con disegni a sanguigna le quattro pareti del vestibolo. Inaugurato il 19 agosto del 1596, fu smantellato nel 1812. Le opere vennero trasferite a Palazzo Ducale e nel 1920 riallestite alle Procuratie Nuove (Museo Archeologico). il Museum di Paolo Giovio a Borgovico (1536-1546) località sulle rive del lago di Como, L’edificio era ispirato alla Comoedia di Plinio il giovane negli stessi luoghi. Nel portico esterno si distribuivano gli oggetti d’arte, All’interno si trovava invece un salone decorato con le immagini di Apollo e le Muse che ospitava alcune centinaia di ritratti di Uomini illustri (iocunidissimo museo) ognuno dei quali accompagnato da un elogium scritto dallo stesso Giovio Giovio usa il termine di Museo: viene a indicare per la prima volta il luogo deputato all’esposizione di opere d’arte. Villa che viene trasformata in museo, oggi la villa non esiste più, ci resta una veduta del XVII: struttura che ricorda l’architettura classica. 21 Il giardino è diviso per carré; la parte più significativa: cortile porticato che si apriva all’ingresso del palazzo: dedicato alle sculture il tema del museo è più esplicitato all’interno della villa dove si trovava il nucleo forte della collezione di Giovio: centinaia di ritratti di uomini illustri. attorno a questi ritratti: vi era un elogium in latino scritto dallo stesso Giovio: rendendo parlanti queste genealogie. Alla base della collezione c’era il modello delle Vite parallele di Plutarco. Il museo di uomini illustri diverrà un elemento copiato in altro contesti, venne replicata a: - Firenze da Cosimo I - Abrams dall’arciduca Ferdinando d’Austria - Ippolita Gonzaga Gli elogia troveranno anche una forma stampa: pubblicati nel 1577 a Basilea. I CABINETS SCIENTIFICI E LE RACCOLTE NATURALISTICHE: molto diffusi soprattutto nel Seicento. Si inizia a delineare il concetto della “pubblica utilità”, che sarà principio fondante del museo illuminista. Il legame con l’università è alla base anche dell’Ashmolean Museum di Oxford, considerato il primo museo pubblico europeo: - Il suo primo nucleo fu la raccolta naturalistica che Elias Ashmole aveva ereditato dal botanico John Tradescant e che aveva donato alla sua morte all’Università di Oxford, con la clausola che venisse aperta al pubblico. - Il museo venne collocato in un edificio appositamente progettato dal celebre architetto Christopher Wren, che venne solennemente inaugurato nel 1638. Altra iniziativa rivolta alla pubblica fruizione: Federico Borromeo nel 1609 inaugurava a Milano la BIBLIOTECA AMBROSIANA: una delle prime raccolte librarie aperte al pubblico e non riservate esclusivamente a un élite privilegiata. I musei dell’illuminismo LE QUADRERIE SEI E SETTECENTESCHE Il collezionismo si sposterà dall’antico alle quadrerie, le vedute immaginarie di Giovanni paolo Pannini e David Teniers il Giovane restituiscono un’immagine di questi ambienti, dove le pareti erano completamente rivestite di quadri, un cabinet di dipinti; Elementi caratterizzanti: - A prescindere dalla importanza di questi spazi ci sono grandi finestroni (importanza della luce nel museo) - Elementi all’antica: rari - Dipinti messi insieme in maniera molto disordinata - Mancanza di un criterio di collocazione dei dipinti - Donne seminude: forse luoghi anche di studio dei corpi 22 - Segue di conseguenza la necessità di istituire musei pubblici dove raccogliere le epigrafi a vantaggio degli studiosi e per evitare le dispersioni tipiche delle collezioni private Le raccolte di epigrafi consentono di fondare gli studi sugli originali e la loro musealizzazione è molto parlante, aiutano a calarsi nella quotidianità dell’antico Il progetto è affidato ad ALESSANDRO POMPEI: progetto di riuso, si sviluppa attorno al teatro filarmonico un semplice porticato, che parte dal pronao; un prospetto di gusto palladiano retto dai sei snelle colonne ioniche, circondato su tre lati il cortile antistante. Lo spazio del museo  solo il porticato. Scopo: consentire la lettura delle epigrafi sono semplicemente addossate al muro di fondo e disposte in ordine cronologico: dalla più antica alla più recente. Il portico è piuttosto basso, coperto con volte a crociera e retto da colonne doriche. Inaugurato nel 1746 e descritto dal Maffei nel MUSEUM VERONENSE (1749) Il pensiero teorico che aveva ispirato Scipione derivava dall’Abate Lodoli, aveva messo a fuoco l’idea della “galleria progressiva” seguendo un criterio cronologico, il più utile per restituire la progressione dell’arte del disegno. Nell’Europa di quegli anni i circoli intellettuali dialogano molto fra di loro soprattutto attraverso lettere: FRANCESCO ALGAROTTI: Agente d’arte per Augusto di Sassonia, nel 1742 elabora il progetto di un museo di matrice palladiana da realizzare a Dresda. Il progetto non è pervenuto, ma è descritto dall’Algarotti nel Progetto organico per ridurre a compimento il regio museo di Dresda (1749): - Edificio autonomo «in forma di antico sontuoso tempio», indipendente rispetto alla residenza del principe - Pianta quadrata e cortile centrale - Su ogni lato del cortile gallerie con colonne doriche che conducevano alle sale d’angolo con copertura a cupola e luce zenitale - Al centro di ogni galleria un porticato introduceva a una sala più ampia sempre con copertura a cupola Se la sede si esposizione non è più la corte ma un edificio a se stante allora il luogo diverrà molto più fruibile, l’aspetto architettonico: si afferma la pianta quadrata: edificio con più ali che si sviluppano all’intorno di una corte centrale quadrata, attorno si trovano delle gallerie che conducevano a delle sale d’angolo con pianta quadrata e una copertura a cupola dalle quali scendeva una luce zenitale. Temi centrali della museografia settecentesca: - La galleria: derivata dall’architettura cinquecentesca, dedicata in genere all’esposizione della scultura - Il portico: da cui si accede a una sala centrale con copertura a cupola: derivato dal modello del Pantheon - Autonomia totale degli edifici: Il Museo, per assolvere efficacemente ai suoi scopi di «pubblica utilità», doveva essere un edificio autonomo, con una struttura pensata per finalità espositive, 25 funzionale ai suoi contenuti, con una distribuzione delle sale tematica, con fonti di illuminazione adeguate - Tema della luce: fonti di illuminazione adeguate: grosso problema per la pittura nella seconda metà del Settecento, la trasformazione delle raccolte principesche in musei rivolti alla “pubblica utilità” si espande in tutta Europa. Non sempre i nuovi musei sono originati da un gesto di liberalità del principe: IL BRITISH MUSEUM Nasce dalla volontà del Parlamento inglese, che nel 1753 acquistava con fondi pubblici la collezione del celebre scienziato e medico di corte: Sir Hans Sloane, successore di Isaac Newton alla presidenza della Royal Society. Collezione: - Reperti naturalistici - Sculture e pietre incise Prima sede del museo: la secentesca Montagu House: un palazzo tardobarocco acquistato dallo stato per ospitare la raccolta Sloane, alla quale si erano aggiunte le collezioni di libri e manoscritti appartenute all’archeologo Sir Robert Cotton (COTTONIAN LIBRARY) e ai conti di Oxford (Harleian Library). Un quarto nucleo librario giunse nel 1757 con la donazione della Royal Library, composta dai libri acquisiti nel tempo dai monarchi britannici. Primo museo pubblico nazionale: nel 1759 a Montagu House si inaugurava la sala di lettura per gli studenti a le raccolte erano aperte ufficialmente. L’iniziale vocazione scientifica mutò sul versante archeologico: - 1772: acquisizione della collezione di ceramica greca appartenente a Lord William Hamilton - 1816: acquisto da Lord Elgin dei marmi del Partenone  necessario il trasferimento del museo in un apposito edifico dedicato all’archeologia, progettato da William Wilkins inaugurato nel 1832 I musei fin qui considerati sono il frutto di una trasformazione o di un adattamento di edifici preesistenti. Ma si faceva strada l’idea che il museo, in quanto edificio autonomo, dovesse avere una struttura pensata per finalità espositive: MUSEUM FEDERICIANO DI KASSEL 1769-1777 Uno dei primi edifici a destinazione museale, costruito per volontà di Federico II, Architetto :Simon Luis du Ry Il tema del tempio classico come elemento connotante dell’architettura museale È un edificio imponente, con una facciata di diciannove campate e due ali laterali, scandite da un ordine gigante di colonne ioniche, al centro un pronao di gusto palladiano, evocazione del tempio antico anche con statue di coronamento La piazza viene arricchita dalla statua di chi ha fatto realizzare il museo: langravio Federico II, natura politica di questi progetti Si riqualifica il volto della città stessa. 26 Venne adottata una razionale esposizione per tipologie: - Sale colonnate al pian terreno: statuaria antica - Ala posteriore sinistra: collezioni naturalistiche - Ala destra: numismatica, le stampe gli oggetti d’arte - Al piano superiore, lungo la facciata si trovava la biblioteca Collezione nata ancora nel 1500, molto ricca Venne bombardato nel maggio 1947, poi ricostruito uguale. Il prospetto del Museo Federiciano introduce il tema del tempio classico come connotazione specifica della progettazione museale. 1769: apertura al pubblico della GALLERIA DEGLI UFFIZI Fin dal Cinquecento, per iniziativa del granduca Francesco I, le collezioni medicee erano accessibili a un pubblico selezionato, ma si trattava di un’iniziativa propagandistica: lontana dall’idea di elemento di apertura e formazione culturale a disposizione della società. Anna Maria de Medici: ultima erede dei Medici, per stabilizzare questa situazione Carlo V trasferisce il titolo granducale al genero Francesco duca di Lorena Anna Maria aveva però creato un vincolo, aveva reso il patrimonio dei medici inalienabile alla città di Firenze. Il passaggio successivo spetta a Pietro Leopoldo di Lorena, rinuncerà a gestire la collezione e la donerà alla città di Firenze, diverrà dora in poi una gestione civica, il ruolo del museo diveniva didattico ed educativo. Il museo si assumeva con la libera apertura ruoli educativi e didattici, per far fronte ai quali veniva riorganizzato l’allestimento e aggiornata la struttura: viene divisa tematicamente la collazione. Le gallerie vasariane e la Tribuna mantennero intatta la loro fisionomia, ma per adeguare l’edificio alle nuove funzioni fu necessario eseguire alcuni interventi di rinnovamento strutturale: Zanobi del rosso: architetto che recupera il grandioso salone progettato da Vasari come nuovo accesso alla galleria e realizzò: il Gabinetto delle Gemme e la decorazione del Gabinetto delle miniature. In questi anni emerge una figura importante: il direttore museale che nel momento in cui il museo diviene pubblico è la figura che si occupa materialmente della gestione del museo  Il riordino delle collezioni fu curato dal primo direttore, Giuseppe Pelli Bencivenni (1775-1793), coadiuvato dall’abate Luigi Lanzi che avrà un ruolo fondamentale: Lanzi interviene sulla sistemazione delle antichità e nell’allestimento della Sala della Niobe: - Solenne ambiente neoclassico, realizzato nel 1781 - Architetto: Gaspare Maria Paoletti e decorato con stucchi di Giocondo Albertolli - Fulcro della sala: il gruppo della Niobe, Il gruppo della Niobe era a Roma poi venne spostato a Firenze - Il riordino delle collezioni seguì agli Uffizi il criterio alla base della Storia pittorica dell’Italia del Lanzi (1789), proponendo una suddivisione delle opere per scuole regionali e per cronologia, in modo da presentare un’idea di evoluzione artistica ancora mantenuta nella tradizionale storiografia artistica, modo che ancora oggi persiste nei manuali; queste soluzioni erano molto parlanti ai visitatori 27 02/11/2022 lezione 8 MUSEO PIO CLEMENTINO (1770-1792) Il lavori dureranno oltre vent’anni  ammodernamento del museo, a cavallo tra i due papati Clemente XIV (1769-1774) e Pio VI (1775-1799) Architetti: - Alessandro Dori  prima fase dei lavori (1770-1772) - Michelangelo Simonetti  fase di trasformazione del museo (1772-1787) 12 settembre 1770 - Clemente XIV in deroga al fidecommesso ereditario autorizza la vendita delle antichità della collezione Mattei e le acquista «per collocarle a pubblico decoro». - La sede espositiva più idonea individuata nel casino del Belvedere e nell’annesso cortile delle Statue Era uno dei tanti episodi di tutela del patrimonio archeologico da parte dello stato pontificio, che però vista la decisione di renderlo pubblico, comportava la necessità di trovare in Vaticano uno spazio dove esporlo. Il problema di una collezione così ampia  la sede: - si individua il casino del Belvedere: la palazzina quattrocentesca di Innocenzo VIII - e l’annesso cortile delle statue ideato da Bramante (forte legame con la natura) la situazione settecentesca: I lavori iniziarono nel 1770 su progetto di Alessandro Dori  la prima fase dell’intervento: si trattava di riadattare a una diversa funzione un edificio nato con altri scopi; rifacimento degli spazi precedenti, si concentra nel settore orientale del museo e sulla zona dove verrà creata la galleria (l’ambiente principale del palazzo era una loggia divisa in vari ambienti, questa venne trasformata in un’unica grande galleria)  sostituendo i muri divisori con una sequenza di serliane costituite da materiale di spoglio e chiudendo parzialmente le arcate per permettere l’esposizione delle sculture su entrambi i lati. ma il vero intervento fu quello di: Michelangelo Simonetti a partire dal 1772 - Il cortile delle statue nel rifacimento di Simonetti: si trattava ora di collegare la Galleria delle statue al cortile facendone un organismo unitario e di includere alcuni fabbricati preesistenti ricavandone ambienti funzionali al nuovo museo. - Elemento nuovo del cortile  aggiunta di un porticato ionico che ne accentuava la forma ottagona con alternanza di coperture a timpano o centinate: dimensione di richiamo classico. Una galleria coperta - Simonetti aggiunge due campate verso occidente e le fece decorare con stucchi e decorazioni neoclassiche - L’accesso al museo veniva poi realizzato sul lato orientale del cortile, dove entro una sequenza di vari ambienti era collocato il Vestibolo Rotondo voltato a cupola con lesene di ordine ionico, da cui si accedeva al cortile e di qui alla galleria; dal cortile delle statue si accedeva alla galleria; le statue erano collocate ai lati; attorno a una collezione di antichità si rievoca l’antico nelle decorazioni: 30 molti documenti iconografici raffigurano la galleria delle statue (Maarten van Heemskerck, Veduta cortile delle statue, 1532-1533). - Il museo si poneva all’insegna del “riuso” non solo nell’adattamento di costruzioni esistenti, ma anche nel recupero dei materiali: le colonne e i capitelli cinquecenteschi, vengono rilavorati e rimessi in opera. All’ingresso una targa con la scritta Museum Clementinum suggellava l’opera del papa. Morto Clemente XIV nel 1774, il nuovo pontefice Pio VI Braschi, riprende i lavori ma con altre ambizioni: gli interventi da lui promossi, sempre affidati a Simonetti, si articolano in tre fasi: 1. Prolungamento della Galleria delle Statue (1776-1778)  intervento di continuità, aggiunge cinque campate all’impianto originario accordandole alla decorazione precedente senza creare fratture. Le demolizioni necessarie per la “nuova giunta di fabbrica” comportarono, però, la distruzione della cappella affrescata da Mantegna 2. La sequenza delle “sale romane” (1778-1784) 3. La sala della Biga con l’Atrio dei quattro cancelli (1787-1792) 2.le sale romane Serie di sale realizzate sul lato occidentale del cortile delle statue: sono ambienti monumentali di chiara ispirazione neoclassica, che adottano planimetrie diverse e che si ricollegano idealmente alle grandi fabbriche dell’architettura romana antica: la basilica, il Tempio di Minerva Medica, le terme, il Pantheon: - Sala degli animali: sala tematica adibite a storie del mito, corre parallela al lato occidentale del cortile. Spazio molto ampio, si articola in due braccia e dove il soffitto era decorato a stucchi, maggiormente decorati i pavimenti e le pareti con la scelta di una gradazione di colore che si abbinava ai diversi animali - Sala delle muse: si innesta al centro di quella degli animali, ha pianta centrale, corpo ottagono, due atri con copertura a botte con al centro il torso del belvedere; i dipinti ornano la parte superiore della sala riguardano il tema di apollo e delle muse - Sala rotonda: a ispirazione del pantheon, ospitava al centro un enorme bacile color porfido, pavimento musivo che deriva da una villa di Tivoli; diventa il cuore del museo. - Sala a croce greca: sala di passaggio con monumentale scalone (vero capolavoro del Simonetti): quando lo scalone sarà terminato il percorso inizierà qua. Fulcro: pavimento musivo e due sarcofagi L’ultima fase di lavori riguarda il Gabinetto delle Maschere, la Sala dei Candelabri e soprattutto il sontuoso scalone a doppia rampa (ultima opera del Simonetti) morto nel 1781 venne sostituito da Giuseppe Camporese, che ne realizzò i progetti rimasti incompiuti e costruì - L’Atrio dei quattro Cancelli - e la sovrastante Sala della Biga al centro una grandiosa biga Le nuove forme del museo Pio-Clementino saranno divulgate dalle incisioni di Vincenzo Feoli, pubblicate nel 1795, ma il riconoscimento dell’importanza del museo lo troviamo in molte testimonianze tra questi l’itinerario istruttivo di Mariano Vasi Giovanni Battista Visconti succeduto al Winckelmann come commissario delle antichità si occupò: - della gestione dei finanziamenti - coordinamento delle scelte stilistiche degli architetti - selezione delle opere e allestimenti - ordinamento delle opere basato su raggruppamenti tematici (nome delle sale) 31 - pubblicazione del catalogo del museo nel 1782 in collaborazione con il figlio Ennio Quirino il museo pio clementino diventerà l’archetipo del futuri musei di antichità nonostante delle anomalie strutturali: - Il museo è il risultato del riuso e riutilizzo di spazi preesistenti a cui vengono affidati nuovi ruoli e ne vengono aggiunti degli altri - Conseguenze: l’orientamento irregolare, non sarà possibile realizzare la facciata Tuttavia la sua influenza fu enorme: amplificata dai diari di viaggio, ne fecero una meta obbligatoria. Ancor prima della nascita del Museo Pio-Clementino, l’imitazione dell’antico e la sua rilettura in chiave moderna diventano linguaggio guida nella progettazione di luoghi espositivi: in Francia Etienne-Louis Boullée, influente membro dell’Académie progettò un museo ideale (1783) costituito da un recinto quadrato con una croce greca, all’interno, vaste esedre semicircolari e una rotonda centrale si delineava così la forma che maggiormente rispondeva alle esigenze espositive; che avrebbero portato al manuale di larghissima diffusione di Jean-Nicolas-Louis Durand i Précis des leçons d'architecture tra 1802 e 1809, Durand aveva teorizzato un metodo fondato sulla relazione di due griglie di riferimento, una per le piante e una per gli alzati, al cui interno si inserivano gli elementi architettonici secondo uno schema combinatorio modulare adattabile, in particolare il museo di Durand ricalca la forma già proposta da Boullée, a pianta quadrata divisa da gallerie disposte a croce greca con al centro l’immancabile rotonda. Le spoliazioni napoleoniche: lo stato come collezionista IL LOUVRE il Louvre non nasce dal gesto liberale di un sovrano illuminato ma sulla spinta della rivoluzione Francese, trae origine dalla statalizzazione delle raccolte reali e dalla confisca dei beni di proprietà ecclesiastica e dei patrimoni appartenuti agli émigrés, cioè a quegli aristocratici legati all’ancien régime. Struttura che si è formata nei secoli, nasce a seguito della rivoluzione francese Nel 1700 Luigi XIV si era spostato con la corte a Versailles portando con se tutta la collezione reale fino alla fine del settecento, fruibili solo dal sovrano e dagli invitati a corte. Il Louvre era stato dato nel frattempo in concessione a delle accademie, fruibile solo in alcune stanze, nella parte inferiore vi era un certo degrado e alcune botteghe. Ogni anno la corona concedeva una centinaia di opere per l’esposizione nei Salons del Louvre: accesso gratuito fenomeno molto significativo, Enrico IV responsabile della Grand Galerie: nel settecento adibita all’esposizione delle opere Incisioni mostrano: la Grand Galerie affollata di visitatori, scarsamente illuminata, dipinti allineati in doppio ordine, suddivisi in tre scuole principali (francese, italiana, fiammingo-olandese) ma non in ordine cronologico, alcune opere ritenute di maggior pregio, erano disposte su cavalletti in prossimità delle finestre. 32 - Nel 1789: scoppia la Rivoluzione francese - 1791: venne creato per decreto il museo centrale delle arti della Repubblica (Museo Rivoluzionario): l’assemblea Nazionale Costituente decretava l’esproprio dei beni della corona - 1793: inaugurazione del museo rivoluzionario - 1797: cambierà la denominazione: Museo centrale delle Arti Si apriva così una fase nuova della storia dei musei: - museo di interesse nazionale : emerge nell’atto di istituzione del Louvre, un modo per affermare che il patrimonio storico artistico appartiene alla nazione - Affermazione dell’appartenenza alla comunità del patrimonio storico-artistico della Nazione - Attribuzione allo Stato dell’amministrazione del museo e del suo patrimonio - la gestione del museo verrà improntata a finalità educative che lo Stato si impegnava perseguire - apertura gratuita dal museo al pubblico il sabato e la domenica, mentre il resto della settimana l’accesso era riservato agli artisti - visite guidate - apposizione delle didascalie a fianco delle opere - catalogo economico delle collezioni (573 dipinti) stampato del 1793 Dal punto di vista della struttura: era stato per molti anni abbandonato, non era stato pensato inizialmente con finalità museale, differentemente dalle gallerie molto decorate nei palazzi, la Grand Galerie era molto spoglia e con una pessima illuminazione con finestroni alti e stretti, le opere erano appese da cima a terra (tante parti restavano in ombra, non c’erano restauri) all’ora le opere erano divise per scuole: francese, fiamminga, italiana ecc. anche se non erano in ordine cronologico, alcune opere considerate più belle venivano messe prima. L’aspetto del Louvre intorno al 1795 è documentato da un dipinto di Hubert Robert che raffigura la Grande Galerie 7/11/2022 lezione 10 Apertura del Louvre al pubblico  accompagnata da una serie di attività significative relative ai valori educativi che, secondo l’idea illuminista, il museo doveva avere. Interferenza tra arredo e opere che si cercherà di ridurre sempre più in quanto visto come elemento di disturbo alla purezza dell’esposizione scientifica delle opere. Il luogo per eccellenza destinato all’esposizione delle opere era la GRANDE GALERIE: luogo poco adatto per via della luce che proveniva lateralmente e rendendo le opere poco fruibili. Il progetto per la Grand Galerie proposto da Jean Augustin RENARD (anni 1780 ca.) prevedeva l’apertura di finestre che permettono una luce zenitale all’interno della galleria; permane tuttavia la poca fruibilità delle opere incasellate sulle pareti. Erano presenti strutture mobili per permettere agli artisti di studiate le opre collocate più in alto. Nei dipinti dell’epoca troviamo all’interno del museo: classi sociali che partono dalla borghesia ai ceti più alti e la presenza di artisti che testimoniano come il museo sia un luogo d’educazione e pertanto di miglioramento del presente; le presenze femminili sono sempre numerose. Dopo che il museo è stato formalizzato si avviano i lavori, principalmente si ripristina il decoro della grande Galerie: ridipingendo le pareti, ma non mettendo mano alla struttura in se. 35 I lavori saranno realizzati sotto Napoleone nel 1800 quando diventerà Museo Imperiale. L’ambiente è arricchito con stucchi ed altri elementi di decorazione e l’apertura dei lucernari, nell’allestimento moderno si va a modificare anche la disposizione delle opere per scuole e cronologia. LE CAMPAGNE NAPOLEONICHE: La grande svolta avvenne con le campagne napoleoniche, quando i “furti d’arte” fecero affluire a Parigi centinaia di dipinti, sculture, oggetti d’arte dei paesi conquistati: Le campagne napoleoniche partono nel (1794-1795) interessando dapprima i Paesi bassi  alle armate napoleoniche si unirono due membri per la commissione delle arti: il pittore e collezionista Wicar e il mercante Charles Le Brun, con l’incarico di selezionare le opere da requisire: si concentrarono soprattutto sui patrimoni ecclesiastici, razziando grandi pale d’altare di Rubens, Van Dick e della loro cerchia. Nel 1796 toccava all’Italia: anche in Italia agivano commissari incaricati delle requisizioni: il pittore Antoine Gros, che aveva soggiornato a lungo in Italia, lo scultore Jean Baptiste Moitte, l’incisore Dutertre. Milano occupata nel Maggio del 1796, il commissario Tinet aveva fatto requisire all’Ambrosiana un lungo elenco di opere: il Cartone della scuola di Atene di Raffaello, il Codice Atlantico, Dodici manoscritti di Leonardo; Monza: misero mano sul Tesoro di Teodolinda: corona ferrea, la chioccia con pulcini in argento dorato Mantova: la madonna della vittoria di Mantegna, l’intero ciclo dei dipinti allegorici commissionati da Isabella d’Este. Verona: Pala di San Zeno Parma: capolavori di Correggio Emilia: capolavori di Carracci, Domenichino, Guido Reni. Le requisizioni erano giustificate inserendole nei trattati di pace e negli armistizi. Uno dei documenti più significativi, sotto l’aspetto morale, è una lettera scritta dal Direttorio a Napoleone Bonaparte all’epoca generale: il direttorio si giustifica sostenendo che le opere d’arte, in quanto create da spiriti liberi, dovevano essere portate nella patria della libertà che avrebbe anche provveduto a una loro migliore conservazione. Napoleone entra in Italia come un liberatore e pertanto si sente in dovere di prendere le opere italiane per portare le in Francia. Documento pesantissimo che sancisce la requisizione delle opere, non è un episodio collaterale che si accompagnata alla guerra, ma è qualcosa di programmatico. Una delle voci isolate che si esprime verso una dimensione teorica surreale è di Quatrèmere de Quincy il quale afferma che il “dividere è distruggere” affermando che il togliere le opere ad una nazione per portarle ad un’altra equivale a distruggere. Posizione durissima e di straordinaria intelligenza rispetto all’unità della storia. L’elenco dei capolavori portati via da Napoleone è lunghissimo. Alcune opere erano condotte a Parigi altre si persero nei rivoli del mercato dell’arte. La scelta cadde sui capolavori, principalmente quelle del rinascimento, ma anche altre opere, ogni città pagò il suo tributo. Momento di potentissima dispersione del patrimonio artistico. Roma pagò un tributo immenso con quelli che erano gli oggetti più importanti delle collezioni antiquarie: il Laocoonte, l’Apollo del Belvedere, il Nilo e il Tevere, l’Arianna dormiente, il Torso. Vittime delle requisizioni furono anche collezionisti come: i cardinali Albani e Braschi, da villa Albani partirono 280 casse e l’intero bottino romano. Migliaia di opere lasciarono l’Italia per raggiungere Parigi. 36 Trattato di Campoformio (17 ottobre 1797): Venezia veniva ceduta all’Austria ma pagava un tributo doloroso alle armate napoleoniche: i cavalli di San Marco, opere di Tiziano, Tintoretto, Veronese. Il corteo del 27-28 Luglio 1798: un lunghissimo corteo sfilava nelle vie di Parigi per raggiungere il Louvre con l’esibizione dei tesori conquistati; ad essere assente fu proprio Napoleone che si era imbarcato per l’Egitto. Il Louvre all’epoca ha uno studio di restauro pesantissimo: momento di attività frenetiche, erano necessarie conservazione, esportazione e valorizzazione. Luogo che accoglie i visitatori anche con visite emozionali es: visita notturna di Napoleone nella sala del Laocoonte. Napoleone apre un nuovo fronte di guerra avviando la campagna in Egitto affiancato da Dominique Vivant- Denon che ha il compito di rilevare e disegnare i monumenti archeologici dell’Egitto: una civiltà all’epoca poco conosciuta dagli europei. Il materiale fu pubblicato nel 1802 in un grande volume di incisioni: Voyage dans la Basse et la Haute Égypte pendant les campagnes du général Bonaparte, 1802 cui fece seguito nel 1809 La Description de l’Egypte: un testo di carattere narrativo del viaggio in Egitto. Ancora una volta siamo davanti ad un opera celebrativa delle imprese del generale. Le tavole diverranno un elemento fondamentale per la conoscenza e la diffusione di elementi decorativi di quelle che saranno definite lo “stile impero”. Nel 1802 Vivant-Denton si legò stabilmente a Napoleone, lo nominò direttore generale del Louvre. Ribattezzato nel 1803 Muséè Napoléon. - Si trattava innanzi tutto di riordinare l’enorme quantità di opere affluite con gli espropri napoleonici attraverso la suddivisione per scuole, - Ricerca di finanziamenti tramite vendita di stampe e cataloghi delle collezioni, il museo era costosissimo, in parte finanziato con le casse napoleoniche, si decide di finanziare il museo con la vendita di stampe e incisioni delle opere più importanti e vendendo cataloghi delle collezioni - Sovrintendenza ai lavori degli architetti Percier e Fontaine  davano un volto nuovo alla Grande Galerie, realizzando aperture laterali nella volta, decorandola con lacunari e creando delle pause nel suo lunghissimo percorso attraverso la suddivisione in sei sale grandi e tre più piccole; Inoltre, sull’esempio del Museo Pio Clementino, fu creato lo scalone monumentale che rendeva più solenne l’accesso al museo. Nel 1806 Napoleone riprende la sua politica espansionistica puntando prima per il regno di Prussia, poi sulla Spagna e sull’Austria; continuando il saccheggio delle opere d’arte. Nel 1811 è la volta dell’Italia: In questa nuova campagna il direttore del museo Vivant-Denon scopre i pittori del Trecento, i primitivi soprattutto toscani: Cimabue, Giotto, Agnolo Gaddi, Gentile da Fabriano e Beato Angelico che fino ad allora non avevano interessato il mercato, e questa azione inaugurò la lunga stagione di accanita ricerca dei primitivi italiani, caratteristica del collezionismo ottocentesco. Nel 1812  le nuove acquisizioni italiane venivano presentate al pubblico con un nuovo catalogo curato da Denon, nel quale le usuali informazioni su autore soggetto e provenienza si arricchivano di brevi biografie degli artisti e di notizie bibliografiche relative alle fonti antiche (Vasari, Baldinucci ecc.) e moderne (Lanzi, Milizia, Algarotti ecc.) 37 Vincerà quello ispirato al tempio greco La Glyptoteck  pronao con un ordine di colonne giganti , facciata con tre nicchie per parte Pianta funzionale: pianta quadrata con un percorso semplice di sale che si innestano una nelle altre: si accedeva nel pronao nei 4 angoli a pianta centrale, le sale vengono tagliate a seconda di quello che si doveva esporre, di dimensioni diverse. Allestimento della collezione: - Sale tematiche - Percorso cronologico fino al neoclassico ( contemporaneo) Il museo era riccamnte decorato e vennero perse dopo i bombardamenti Sala del fauno Barberini: aspetto attuale molto minimal rispetto al progetto iniziale Von klenze trovò degli avversari  pensiero differente era rappresentato da Wagner: il museo dovesse essere uno spazio funzionale con aspettto educativo e non vi dovevano essere distrazioni figurative di nessun tipo. Von klenze aveva vietato che le opere avessero delle didascalie: per meglio evocare l’esperienza dell’antico inoltre il percorso era continuo senza soste. Leo von Klenze: Alte Pinakothek Collezioni reali dei dipinti in un museo di ispirazione italiana, ritroviamo il tema della Gallerico: lingo corpo che sis sviluppa su due piani. Al piano terra: spazi funzionale e la biblioteca, la pinacoteca vera e propria si trovava al secondo piano, la fascia centrale: opere principali; sul retro una serie di camini opere di formato più, il loggiato di stampo raffaellesco: spazio molto decorato: architetto e pittore in dialogo. Neue Pinakoteck Dedicata all’esposizione dei pittori tedeschi dal secondo sttecentro alla prima metà dell’ottocento  contemporanei Edificio diverso:Augusto von Volt: monolite alleggerito solo da decorazione nella parte alta della facciata e ai lati: anticipando i contenuti all’internod el museo Scansione dello spazio interno: scandita nei tre corridoi paralleli. Oggi la Neue non esiste più dopo i bombardamenti ; ricostruita in modo diverso BERLINO I nuovi musei dell’ottocento saranno distribuiti nel cuore della città nell’isola dei musei, si trovava il duomo, il palazzo reale, Karl Friedrich Schinkel 40 Federico geglielmo lo aveva concepito come muso per accogliere le antichità e la possibilità di arricchimento grazie a quest’ultime. Facciata: portico percorribile il cui interno era interamente decorato da afferschi Il tema del colonnato è ribadito anche all’ingresso del muso Scalone a doppia rampa: mediazione fra internoe esterno: creava un elemento di continuità dei monumenti e degli spazi urbani, inoltre era una soluzione molto scenografica Ambiente centrale: grande rotonda che si sviluppava a tutta altezza, con oculo centrale: ispirazione museo pio clemetino con una differenza, qua le statue sono libere nello spazio non appoggiate la muro in modo da potervi girare attorno Wagen faceva parte della commissione preposta alla fromazione del museo. Le discussioni sulla forma che il nuovo museo avesse dovuto avere si incentravano su una concezione idealistica o pratica Prevalso quella idealistica: raccolta e contemplazione della bellezza. Veicolo di elevazione spirituale Su questo tema Wagen lavorerà anche in relazione all’allestimento delle collezioni. Allestimento della pinacoteca: - Classificazione delle opere Wagen divide per scuole e in ordine cronologico, valorizza maggiormente la pittura rinascimentale e esclude il manierismo Il museo offre la possibilità di esaminare per intero un gruppo di opere d’arte e poter fare un confronto fra i maestri si costruisce sostanzialmente un metodo. In breve tempo lo spazio non è più sufficiente e viene costruito: NEUES MUSEUM Soluzione molto differente anche se i due mosei erano collegati Qua il tema del porticato viene molto ridimensionato, è quasi schiacciato dai due ordini superiori dell’edificio Psantemente danneggiato dalla guerra Restauro in chiave minimalista di quello che era andato perduto Scalone: rivisitazione di chipper. La maggior parte della collezione è di natura archologica, NATIONALGALERIE Guglielmo IV fa creare un museo antropologico di esaltazione del popolo prussiano Ispirazione Tempio greco dall’esterno non cìdichiara i suoi contenuti 41 BODEMMUSEUM Allestimento esterno diverso: tardobarocco infleuenze italiane e francesi Primo direttore: Vom Bede Allestimento : period rooms  sale decorate e ddecoarte a imitazione dei contesti di provenienza con un intezione didattica 15/11/2022 lezione 12 Lo stile classico: il museo “tempio” IL MUSEO DEL PRADO Prima edizione del museo 1786, l’edificio si inseriva nel cuore della città con un dialogo con l’architettura con l’orto botanico, inizialmente le collezioni del prado spiccheranno in particolare per le collezioni naturalistiche, il museo subirà varie manomissioni dall’era napoleonica e il vero prado verrà inaugurato nel 1816 Tema del pronao come forma di allineamento di ciò che stava accadendo nel resto d’Europa La pianta: molto semplice: a pianta centrale, si estendeva poi nel modulo della galleria Nel tempo la crescita delle collezioni in particolare della pinacoteca comporterà varie espansioni della forma originale del museo, l’ampliamento più significativo si lega all’ultimo ampliamento del museo in un segmento urbano posteriore all’edificio originale Ampliamento di moneo: ingloba il chiostro des los jeronimos per poi arrivare a una situazione che architettonicamente non ha nessun tipo di dialogo ocn la facciata neoclassica del prado, l’unico elemento di coerenza: color mattone lo stesso delle mura esterne del museo. Il progetto di moneo si innesca su una struttura antica preesistente ponendosi in dialogo con essa. IL BRITISCH MUSEUM Museo di costruzione ottocentesca che conserva spazi tradizionali, ma che accetta di farsi ridefinire dall’architettura contemporanea. È uno dei primi museo ottocenteschi, musei statali deliberati con atti del parlamento britannico, la sede iniziale era a Bloomsburry, dal 1759 al 1840; 1816: aquisizione dei marmi del partenone da parte di lord Elgin, i marmi arrivano a Londra. Il brogetto per il nuovo british fu affidato a Robert Smirke, evocazione all’antica ben marcata le architetture erano ricoperte di colori cosi come era nell’architettura classica. Museo di grandi dimensioni corte centrale e al centro si trovava la stanza rotonda: la libreria torna ad essere il centro e lo è tutt’ora. LA NATIONAL GALLERY DI LONDRA Riqualifica profondamento lo spazio urbano circostante, la sede del museo arriva a circa da un decennio di distanza dall’istituzione del museo da parte del parlamento. Nucleo originale: dipinti della residenza di J Angrest Nel tempo anche la national gallery subirà una serie di ampliamnti distinti per colori e per epoche; una delle più recenti riguarda 42 Più di 5000 oggetti esposti. Ci si rende progressivamente conto dell’importanza dello spazio necessario per l’esposizione di queste opere. Dopo una lunga fase di gestazione la chiamata di Paxton è dovuta alla sua esperienza con le strutture in acciaio e vetro, comunemente le serre, costruita modularmente che poteva essere smontata. Il CRISTAL PALACE è ricostruito a Sydenham. Qui non era usata solo per le esplosioni temporanee ma si inseriva nella riqualificazione urbana della zona sud di Londra. In poche ore la struttura è distrutta da un incendio. Gli acquerelli di Joseph Nash che ci mostrano gli interni dell’ambiente. Grandiosità degli spazi modulari, su più piani, con grandi ambienti che permettono l’esposizione anche di alberi monumentali. Presenza dei paesi facenti parti del COMMONWEALTH. Grande attrattiva sugli spettatori. Data la presenza ETEROGENEA dei materiali si accorge di un problema relativo alla SUDDIVISIONE DEGLI OGGETTI:  Materie prime;  Macchinari e invenzioni meccaniche;  Manufatti;  Sculture e arte plastica. PIANTA evidentemente densissima dal punto di vista degli argomenti, soprattutto al piano terra. All’interno del grande ambiente si ricostruiscono anche degli ambienti (Medieval Court). Sono presenti anche i padiglioni dei diversi paesi. 45 Presenza di STATUE ANTICHE oltre che CALCHI e RIPRODUZIONI. Fu immediatamente chiara l’IMPORTANZA DIDATTICA di una manifestazione di questo tipo. Idea di San collezione permanente degli oggetti su iniziativa di HENRY COLE che fonderà il MUSEUM OF MANIFACTURES nel 1852.  MUSEUM OF MANIFACTURES Il primo allestimento non ha una grande riscossione in quanto la frenata di aprire la collezione al pubblico lo porta ad instaurarsi all’intero di un edificio preesistente di Londra. Si ricerca, in scala, di riprodurre ”l’allegra confusione” della Great Exhibition. In queste stanze si voleva raccogliere una congerie di oggetti che volevano raccontare la STORIA e il PROGRESSO. Crea una stanzia degli orrori in cui racchiudeva gli oggetti di cattivo design con una funzione educativa con la volontà di presentare gli errori da non fare. Il 22 giugno 1857 è inaugurato la SOUTH KENSINGTON MUSEUM la cui architettura riprende quella del Cristal Place. Struttura funzionale agli oggetti che si andavano ad esporre all’interno della struttura. La struttura, da parte del pubblico, era recepita come abbordabile e questo fa si che attirò soprattutto un pubblico di lavoratori, nonostante le critiche che ricevette sui giornali la struttura. Presenza, all’interno, di varie AREE DI SOSTA e di un RISTORANTE. Possibilità di visitare il museo a un pubblico che aveva delle fasce orarie da visitare. Il museo era tutto illuminato mediante l’ILLUMINAZIONE A GAS. Flessibili orari di apertura, con anche aperture serali. 46 Il museo si apriva al pubblico in una maniera estremamente accogliente. Elemento di disturbo rappresentato dall’architettura dimessa di questa struttura. Si trasforma nel VICTORIA AND ALBERT MUSEUM mostrando come la corona inglese si era impegnata in questo nuovo concetto di museo. Dialogo degli intellettuali inglesi che spingevano verso una DEMOCRATIZZAZIONE DELL’ARTE riconoscendo la valenza artistica anche a oggetti frutto della produzione industriale. Anche la PIANTA del museo si proponeva molto moderna e innovativa. La pianta è modulata sui CONTENUTI del museo stesso. La VARIETAS diventa un elemento fondamentale per l’attrazione del pubblico dei musei. Varietà delle forme presenti all’interno del museo. Sono presenti ancora le GALLERIA, le grandi CORTI VETRATE e SPAZI DI INCONTRO. Elementi innovativi:  NUOVA TIPOLOGIA ARCHITETTONICA;  ARTICOLAZIONE ELASTICA DEGLI SPAZI;  MUSEO PENSATO COME LUOGO D’INCONTRO TRA ARTE, INDUSTRIA E SOCIETÀ - volontà di educare il gusto dei consumatori presentando il meglio delle manifatture;  LA RIPRODUZIONE INDUSTRIALE E SERIALE DEGLI OGGETTI;  FONDAZIONE DI SCUOLE DEDICATE ALL’INSEGNAMENTO DELLE ARTI DECORATIVE. La FUNZIONE EDUCATIVA non è secondari alla creazione definitiva del Victoria and Albert Museum. Artigiani e produttori devono essere educati al gusto. Questo darà avvio alla produzione di Scuole di Design in tutta Europa. [Al presente è una fucina continua di iniziativa con diverse sedi dedicate a funzioni museali specifiche.] 47  THE CLEVELANT MUSEUM Ritroviamo elementi tradizionalmente presenti nei musei ottocenteschi sia in alzato che in pianto ma a far attenzione notiamo la presenza di spazi modulati per le collezioni ed elementi di nuove generazione. Il museo americano spesso si trova a lavorare con oggetti importati che non hanno a che fare con la cultura statunitense e pertanto gli oggetti vanno ricontestualizzati. Realizzazione delle PERIOD ROOM per ricreare li ambienti introno alle opere e immergere il visitatore in uno spazio che ricreava il contesto per cui le opere erano state prodotte. Spazi dedicati agli uffici amministrativi, che servono per l’ordinaria funzione del museo, escluse al pubblico. Presenza di luoghi aperti al pubblico:  Biblioteca;  Sale studio;  Sala conferenze;  Spazi per i bambini. Nel frattempo in Europa abbiamo la Grande Guerra. Tra la prima e la seconda guerra mondiale abbiamo una riflessione che interesserà anche il museo. LA SOCIETÀ DELLE NAZIONI Società antelitteram per l’attivazione di procedure e attività per il mantenimento della pace. Da Henry Bergson nasce l’idea di una commissione per adibire attorno ai tavoli della politica un tavolo di intellettuali per dibattere sul conflitto e come evitarne altri. Si da avvio alla commissione, antenato dell’UNESCO, per la tutela della cultura. Organizzato per sottocommissioni organizzate sui vari ambiti della cultura. Henry Focillon, archeologo e storico dell’arte, che era stato direttore museale a Lione e pertanto vicino alle problematiche del museo e delle collezioni. Sollecita la fondazione di un’organizzazione internazionale per i museo all’interno della quel i professionisti avviano una riflessione sui problemi del museo. 50 Il museo al tempo stesso devo avere un punto di vista verso il pubblico. Interessi degli studiosi che incontrano quelli del pubblico e per questo il museo deve sapersi rinnovare. 28/11/2022 lezione 15 EDUCATIONAL MUSEUM Con la prima guerra mondiale si pone la necessità di spostare il dibattito su temi museali a livello internazionale OIM  il dibattito si apre anche a direttive concrete e funzionali Il museo come un sorprendente paradosso  ci sono pubblici differenti: - Intellettuali - Pubblico diversificato che dal museo si aspetta nuovi approcci culturali Una narrazione di contesto e interrelazione La necessità del museo del 900 è quella di rinnovarsi Inadeguatezza della forma classica del museo ottocentesco, che proponeva soluzioni alternative non inclusive di tutti i pubblici 1. Museo per gli artisti: per studiare i capolavori del passato: museo come formazione, storia dell’arte narrata per capolavori 2. Musei per gli storici dell’arte: esposizione basata sulla ricostruzione di correlazioni fra opere talora di qualità anche modesta o di semplice valore documentale Assenza di un museo pubblico, che è invece il vero destinatario della funzione stessa del museo  nel 900 comincerà ad essere considerato il destinatario del nuovo museo Nuove strategie di dialogo con il pubblico: modernizzazione dei musei - Aggiornamento degli allestimenti con l’eliminazione di tutte quelle forme di sovraffollamento - Redazione di cataloghi aggiornati - Compilazione di un catalogo generale delle vendite di opere d’arte - Stipulazione di accordi internazionali fra musei al fine di favorire la creazione di esposizioni itineranti - Avvio di attività didattiche sul modello di quelle americane: crea situazioni di attrazione per il pubblico Tutti questi temi erano condivisi al pubblico dalla rivista :MUSEION dal 1927 al 1946 Come criterio guida di Focillon era la funzione pubblica del museo e la nascita della società delle nazioni Nel bollettino si discute su quali sono i criteri migliori per la grazione di un nuovo museo: - Selezionare le opere per non congestionare le sale - Prevedere la possibilità di ampliamenti del museo in ragione della crescita della collezione 51 - Esclusione dell’allestimento di elementi decorativi per consentire la visione delle opere su pareti neutre: in passato vi erano period room (per evocare il contesto di provenienza) o sale riccamente decorate - Creazione di percorsi flessibili  non vincolare il visitatore a un percorso bloccato - Diversificazione delle sale per forme e colori evitando la monotonia delle sequenze indifferenziate - Attenzione per problemi tecnici: illuminazione, climatizzazione, servizi al pubblico (bagni, book shop, pause) Claren Stein, Making museum Function: proposta per un museo di domani Affianco alle riflessioni teoriche stain presenterà anche un progetto grafico Nasce l’idea dei due percorsi museali Divide: - Gli studiosi - Il pubblico Stain teorizza il museo per gli studiosi e il museo per il pubblcio genreco devono convivere nello stesso museo, comunicanti non a esclusione l’uno dall’altro - Exibition series: dove ci sono i capolavori - Allestimento secondario: study series Progetto: - Pianta centrale - Rotonda ottagona - Le gallerie: spazi dedicati alle opere minori C’è un’attenzione particolare alla peculiarità dei percorsi, le pareti sono mobili e si possono spostare a seconda di come si vuole esporre la collezione Il tema della flessibilità stain lo risolve con le pareti mobili e la posissibilità di costruire altri piani LE CORBUSIER, progetto per il museo del sapere universale (MUNDANEUM) di Ginevra, 1927 Idea della spirale quadrata: può cresere il larghezza e in altezza, questo progetto non verrà realizzato ma a livello concettuale è molto forte e di rottura: nell’idea che il museo debba crescere pensa ad un’espanzione attorno ad un nucleo centrale quadrato pensiero razionalista di Corbusier: il museo come macchina per esporre risposta immediata: dell’architetto Auguste perret la differenza: impatto fortemente monumenteale con porticati, gallerie, esedre, ma con elementi innovativi: - Materiale: cemento armato - Doppio percorso: - Idea innovativa 52 Il museo verrà bombardato e nascerà il colloquio tra Albini e Marcenaro  intervenire sugli spazi e collezione, vien fatta una selezione basata sulla qualità delle opere, altro problema rendere il percorso intellegibile, - rendere le opere fruibili singolarmente, - altra scelta radicale escludere tutti gli elementi di arredo collegati all’originario carattere storico - Le opere vengono ripulite dalle cornici non originali - Scelte cromatiche: dal bianco al nero passando per il grigio - Illuminazione: duplice per avere equilibri che variano - Organizzazione di depositi visitabili: opere secondarie Albini avava un concetto: architatture che si faccia mediatrice tra le opere Illuminazione artificiale: appesa Giovanni Pisano, L’elevatio anime di Margherita di Brabante Nel museo dell’ottocento era posta su una perete, alnìbini la porta al centro della sala su una mensola a sua volta montata su un supporto mobile e girevole Venne poi spostata al museo lapidario sant’agostino, Palazzo rosso Uno dei più suntuosi palazzi barocchi di Genova Il secondo piano nobile è una galleria del meglio della pittura barocca seicentesca: pitture affrescate Pitture che era impensabile smatellare, questa condizione di partiti decorativi barocchi riguardava solo il secondo piano Al primo piano Albini può operare con più libertà, vi erano però delle zone con rifacimenti Neoclassici, decisero di eliminare in quanto il palazzo era barocco. Vengono aperti i loggiati e i porticati albini decide di ridare la funzione di snodo e collegamento , chiude però gli spazi ocn delle vetrate (sostanzialmente impercettibili) Al primo piano nobile: Albini recupera il tema di esposizione delle opere tramite fili sottili per appenderle, lampade orientate direttamente sulle opere Al secondo piano il dialogo con lo spazio preesistente è più difficile, soprattuto dedicato all’esposizione delle arti decorative, alcuni elementi vengono valorizzati con supporti metalici Albini e il colore: al piano nobile - Pavimenti in fetro rosso - Pareti di grigio chiaro in tessuto - Le vetrine in vetro e acciao dipinto interrompono la rigidità delle sale con forme a L o a croce , il feltro rosso ritorna come elemeto di continuità delle sale precedenti Sala della mostra didattica Pensata da Albini, ad un certo punto venne smantellata Ala sud del palazzo, scala ottagonale Scala sospesa In acciaio gli scalini ricoperti dal feltro rosso il corrimano dalla pelle 55 Depositi di palazzo rosso: le opere sono frubili da chi ne fa richiesta, sono su griglie mobili, MUSEO DEL TESORO DELLA CATTEDRALE DI SAN LORENZO, GENOVA 1952-1956 UTILIZZATI I PREESISTENTI Ambienti della cripta, museo ipogeo, dedicato a una collezione di arte sacra, Albini non vuole imitare la cripta romanica ma vuole solo creare una suggestione, illuminazione scenografica essenzialmente artificiale creazione di un dislivello nelle sale centrali dove vengono posizionate le opere più importanti, Albini parla di memoria analogica: non imitando l’ambiente della cripta della catacomba ma lo evoca con elementi archietttonici moderni e attraverso la luce. GRUPPO BBPR IL CASTELLO SFORZESCO Costantino Baroni “contestualismo architettonico” : il museo nei primi decenni del 900 era stato oggetto di un riallestimento di Luca Beltrami I bombardamenti avevano sventrato alcune parti, al piano terreno si erano conservate sale decorate atema visconteo, quindi il gruppo BBPR si pone il problema di mantenere l’idea del castello, in uno spazio che aveva avuto nel tempo un afunzione specifica. All’ingresso della corte ducale: - Ingresso attraverso la pustella dei Frabbri - Mantenimento dei tre pilastri e abbattimento dei muri: funzionale per il numero di pezzi da esporre, la collezione è più ariosa ma comunque molto ricca - Si cerca il più possibile di isolare le opere, i supporti sono moderni: mensole che in alcuni casi sono pensate come bracci singoli in alcuni casi i bracci sono mobili - Spinotti per poter spostare le mensole sulla parete - Il pavimento ha dei tagli a croce in modo da poter aggiungere delle monsole La pietà ronadanini, allestimento nella cappella ducale Nuova sistemazione: sala degli scarioni , allestimento realizzato da Baroni, la sala non funziona per il disturbo visivo della decorazione a scarione, nuovo progetto di BBPR: - Abbassando il piano del calpestio creando un percorso in cui si trovavano difronte una nicchia dove si trovava la pietà: era una soluzione suggestiva ma poco funzionale: vi era una barriera architettonica: le scale, spazio troppo piccolo non consentiva un flusso ordinato dei visitatori - Si scelse allora un nuovo allestimento La sala delle asse allestimento di Luca Beltrami (inizio Novecento) Vengono rimossi gli strati di scialbo ed emerge la cupola leonardesca Il bianco di calce seicentesco aveva deteriorato in parte le pitture sottostanti così venne chiamato Ettore rusca aveva rifatto le verzure leonardesche. 56 Luca Beltrami aveva coperto le pareti con una boaserie lascinado una parte delle pitture : il monocromo leonardesco La sala delle asse verrà adibita alle mostre temporanee: pannelli mobili Piano superiore: la Pinacoteca del castello sforzeco Lavora secondo criteri di spazio neutro Alcune a parete altri su cavalletti metallici ricoperti di stoffa, canapa o lino I lucernari erano ricoperti di stoffa LEZIONE SU CARLO SCARPA Anni 30 del Novecento: momento storico in cui i musei italiani mostra un approccio molto conservatore, tuttavia il regime fascista mostra un vivissimo interesse nei confronti delle mostre temporanee usate come strumenti di propaganda Mostra del 1932: celebra il decennale della marcia su Roma, le forme dell’architettura come portatrici di significati: Adalberto Libera e Antonio Valente, cappella dei martiri 1937: mostra della romanità, l’Italia fascista diventa formalmente un impero, questo tipo di formalismo viene impiegato anche in sale che ospitano manufatti storici. la stagione del razionalismo italiano durante il ventennio pone le basi del razionalismo italiano che segue alla guerra durante la ricostruzione del paese. Questa situazione innesca un inarrestabile processo di trasformazione. 1945-1953 musei e gallerie d’arte in Italia Ministro della pubblica istruzione: direzione generale delle antichità e delle arti Si vede illustrata la ricostruzione dopo i bombardamenti delle gallerie di Brera a Milano. Moderno italiano Razionalismo architettonico su scala planetaria La nuova teoria della percezione: l’opera d’arte possa parlare per sé stessa, lo spazio espositiva diventa una traduzione fisica del pensiero storico artistico del momento, come strumento di educazione visiva. FRANCO ALBINI Uno degli architetti che meglio interpreta il rapporto con la storia che l’architettura di quegli anni vuole stabilire Edificio per uffici ina a Parma Esibisce gli elementi che lo supportano: telaio di piloni in cemento armato, allude a modelli storici: rivisitazione del battistero di Benedetto Antelami tardo romanica, mostra al suo esterno una nervatura (semicolonne sottili ad andamento poligonale) Palazzo bianco a Genova 57 Gae Aulenti: ultimi due piani di pompidour È un luogo ibrido, molte sono le critiche fiorite attorno, con la sua trasparenza crea un elemento di sollecitazione ad entrare a propria volta Museo moderno: attrattivo nella forma nonostante il contenuto Propongono un’archiettura prepotente con una funzione iconica : la piramide del louvre aggiunta al museo, non è uno spazioespositivo, il museo e lo spazio circostante , il museo come landmark es: progetto di cantine come luogo per esporre arte contemporanea tadao Ando, museo del legno in giappone prevede un corpo centrale conico di legno da cui parte una passerella di legno fino a giungere a uno spazio espositivo in cui si colloca una piccola collezione d’arte. Il museo è interamente rivestito di legno L’esposizione: è un’evocazione di quattro diversi tipi di forsete, strumenti per la lavorazione del legno, una parte legata ad attività culturali immateriali legati alla cultura del legno Il museo stesso è una vera opera d’arte in se Museo del design di vetro di grank ghery Judisches Museum 1988(anno prima della caduta del muro)-2001 Riflessione sul passato sul tema dell’olocausto una colpa che non verrà cancellata nei secoli Prima esisteva un museo ebraico e le collezioni erano collocate nel dipartimento ebraico, una cicatrice nel cuore della città che accompagnia il vecchio edificio la capanna è il luogo simbolico dove la comunità si trova per eventi di tipo ocnviviale concepito come se fosse una capanna, la struttura è rivestita da lastre di titanio al posto delle finestre ci sono delle feritoie linea rettilinea: è l’asse del museo i vuoti verticali : dove la linea verticale incrocia il corpo del museo, elementi simbolici non ha una facciata si entra dal palazzetto barocco l’asse dell’olocausto l’asse dell’esilio l’asse della memoria: istallazione di volti incisi di ferro, fanno rumore e si muovono, l’umanità calpestata, la torre dell’olocausto: è un vuoto , i rumori vengono attutiti, non c’è luce , l’unica apertura è una feritoia irraggiungibile, una scaletta è posta sopra irraggiungibile 60 il girdino dell’esilio: 49 colonne, quella centrale dedicata alla città di berlino , guggenheim di Bilbao posizione periferica, nei paesi baschi negli anni novanta da molto tempo versava in una situazione di generale abbandono le installazioni sono in uno spazio pensato su minura la tate modern di londra progetto di fine novecento svuluppo verticale, ha una collezione ma nel momento in cui il museo viene rifatto si pensa uno spazio per le site spcific, spazio che si presta a commissionare opere che , il pubblico ha una sua funzione, commissioni : es: hyunday ha commissionato un’opera per la tate nel 2016 alla tate è stato aggiunto un ampliamento edificio industriale che frutta la preesistenza di un’officina : dedicato ad eventi la maggior parte degli spazi è dedicata al pubblcio dove ci sono servizi di tipo culturale il fenomeno dell’ipermuseo, museo come marker urban rigurda in maniera limitata l’italia: sono pochi i musei che vengono costruiti in ex novo Mart di Rovereto, Mario BottA Centro di studio che ospita contenuti spacialistici sulla cultura del novecento Ospita gli archivi del novecento che fa del mart un centro di attrazione per i contenuti del museo, MAXXI DI ROMA, Zaha Adid Gran parte del muso dedicato allo studio dell’architettura Viene fatto un concorso Non sta nel cuore della città ma oltretevere, prima c’erano delle caserme, deviniscono il corpo quadrilatero del museo 250 progetti vince quello di Zaha Adid, fatto di una serie di corridoi che si incrociano e sovrappongono funzione di raccolta e esposizione, ospita viddeo arte e 61
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