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Mutamento e variazione nelle lingue: Capitolo 7 - La variazione diacronica e sincronica, Schemi e mappe concettuali di Linguistica Generale

La variazione linguistica, dividendo il tema in diacronico e sincronico. La variazione diacronica riguarda il mutamento linguistico lungo l'asse del tempo, con l'esempio del passaggio dalla latina all'italiano. La variazione sincronica, invece, riguarda la variazione in un periodo temporale breve, influenzata da necessità comunicative e sociali. anche delle dimensioni di variazione (diatopica, diastratica e diafasica), dei repertori linguistici e del contatto linguistico.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2019/2020

Caricato il 20/06/2022

Alaska_zzz
Alaska_zzz 🇮🇹

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Scarica Mutamento e variazione nelle lingue: Capitolo 7 - La variazione diacronica e sincronica e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Linguistica Generale solo su Docsity! Mutamento e variazione nelle lingue - Capitolo 7 (A) LA VARIAZIONE DIACRONICA IL MUTAMENTO LINGUISTICO Una lingua non è un blocco uniforme, uguale in ogni circostanza, immutabile ma si presenta sotto forme diverse ma ha diversi modi di realizzazione e di usi differenti. Variazione: è una proprietà delle lingue Variazione diacronica (= lungo l’asse del tempo): il mutamento linguistico: insieme dei cambiamenti di una lingua che avvengono nel tempo Ogni lingua conosce cambiamenti nel suo lessico e nelle sue strutture in relazione al passare del tempo. Linguistica storica (o diacronica): settore della linguistica che si occupa del mutamento linguistico I mutamenti di questo tipo sono graduali e configurano l’esistenza di diversi ‘stati di lingua’ Quando i cambiamenti si assommano e si ingrandiscono le differenze tra diversi stati di lingua tanto che i parlanti non riconoscono più l’ultimo stato come la stessa lingua di prima, siamo di fronte a una nuova lingua. La nascita dell’italiano L’italiano e le lingue romanze sono nate dalla lingua latina per una somma di mutamenti che in questa lingua sono intervenuti fino a farne una lingua diversa. Il fenomeno è avvenuto gradualmente, fra il terzo secolo d.C. e l’Alto Medioevo e ha trovato il suo riconoscimento fra il X e il XI secolo d.C., quando le nuove lingue “volgari” hanno cominciato a essere documentate in usi scritti. Primo documento di volare italiano: Placito Capuano (del 960) : una tesmoninaza di una causa giudiziaria relativa a certi possedimenti terrieri del monastero benedettino di Montecassino. Il meccanismo del mutamento Il meccanismo dei mutamenti inizia con un’innovazione (=nuovo elemento introdotto nell’uso linguistico dei parlanti) e prosegue con una fase in cui l’innovazione si diffonde e l’elemento innovante coesiste nel sistema con 1 l’elemento preesistente (se questo c’era) => l’innovazione può essere accettata dalla comunità parlante e avere successo fino sostituire l’elemento “vecchio” . Il mutamento è quindi compiuto quando l’elemento linguistico nuovo entra a far parte del sistema. Cause mutamento linguistico > motivazioni interne alla lingua ( tendenze del sistema a regolarizzare, tendenza del parlante a semplificare (es: maggior facilità articolatoria, economia del sistema…) > motivazioni esterne alla lingua (es: socioculturali) >contatto linguistico (concomitanza di una lingua di maggior prestigio e una di minor prestigio) I singoli mutamenti sembrano seguire una logica interna => drift: tendenza del mutamento linguistico Morte di una lingua: estinzione della lingua. E’ il caso più macroscopico di mutamento linguistico (insieme alla nascita di una nuova lingua). Una lingua muore quando non ha più parlanti e viene sostituita da un’altra lingua. Spesso la lingua che si estingue lascia tracce sulla lingua che subentra: Sostrato: è l’influenza di una lingua precedente sulla lingua successiva in una comunità parlante. FENOMENI DEL MUTAMENTO I fenomeni attraverso cui si manifesta il mutamento linguistico sono molteplici e di carattere eterogeneo. > diventa, dà luogo a < proviene da Etimo (forma più antica) > forma attuale Mutamento fonetico Assimilazione: due foni articolatoriamente diversi nel corpo della parola tendono a diventare simili o uguali mediante l’acquisizione da parte di uno dei foni di uno o più tratti comuni con l’altro. Nocte (m) > ital. Notte ( occlusiva velare sorda [k] perde il tratto [+velare] e diventa [+dentale] come la consonante che la segue [t], occlusiva dentale sorda) 2 occlusive o fricative sonore. Caratterizza il ramo germanico delle lingue indoeuropee. Seconda rotazione: Caratterizza l’evoluzione del tedesco fra le lingue germaniche: occlusive sorde p, t, k diventano affricate in inizio di parola e in posizione postconsonantica ( ten => zehn) e fricative in posizione postvocalica (water => wasser) ; le fricative sonore diventate occlusive passano a sorde (God => Gott) ; la fricativa dentale sorda diventa occlusiva sonora ( brother => Bruder) Mutamento morfologico Ad esempio nel passaggio dal latino all’italiano si perde la categoria flessionale del caso e il genere neutro. Analogia: estensione di forme a contesti in cui esse non sono appropriate. E’ regolarizzante e crea simmetria eliminando le eccezioni. (A:B = a:c => A:B =a:b) habui (ebbi ) : habere = volui (volli) (il corretto sarebbe velle, ma viene fatto corrispondere questo per analogia) : volere Rianalisi Es: formazione nelle lingue romanze del passato prossimo inesistente in latino La nascita di questo nuovo tempo verbale implica una diversa analisi e interpretazione del valore semantico e del comportamento sintattico di habere, che in latino ha il solo significato di verbo pieno “possedere”. Il verbo habere ha subito un indebolimento semantico fino ad arrivare ad essere anche un verbo ausiliare. Il costrutto habeo epistulam scriptum viene reinterpretato. Prima: habeo epistulam scriptum => possiedo una lettera che è stata scritta (prima) Dopo: habeo scriptum epistualm => ho scritto una lettera Grammaticalizzazione E’ Il mutamento per cui un elemento del lessico diventa un elemento della grammatica. Nell’esempio habere passa da parola piena (con significato lessicale autonomo) a parola vuota (verbo ausiliare). 5 Mutamento sintattico Concernono di solito l’ordine dei costituenti e coincidono spesso con un mutamento tipologico. Es: latino ordine non marcato SOV e quindi costruisce a sx, OV, AggN, AvvV, GenN. Le lingue romanze sono invece di tipo SVO e quindi VO, NAgg, VAvv, NGen Mutamento lessicale e semantico Arricchimento del lessico (“neologismi”) >Meccanismi di formazione della parola a partire da lessemi già esistenti (derivazione, composizione etc…) buono ; buonismo > Prestito: assunzione di parole straniere, sia con adattamenti morfologici al sistema di arrivo (chattare) sia senza (computer) > Calco : attribuzione a una parola o combinazione di parole esistente dio un nuovo significato, sul modello di un lessema straniero Fine settimana< week end Perdita di lessemi Molte parole latine non hanno lasciato continuatori in italiano: Cunctus “tutto intero” Molte parole dell’italiano antico non vengono più utilizzate Donzello “giovane uomo di nobile famiglia” Cambiamenti nelle associazioni fra significato e significante Quando un diverso significante è riferito a un significato esistente, o viene attribuito un nuovo significato a un significante esistente. > mutamento per somiglianza (metafora): testa “vaso di terracotta” > ital. Testa “capo” >mutamenti semantici per contiguità: penna “piuma di uccello” > strumento per scrivere (anticamente una penna d’oca appuntita) 6 Paretimologia (o etimologia popolare) : risemantizzazione di una parola mediante la rimotivazione del suo significato, che la rende più comprensibile ai parlanti lat. Cubare “giacere” > ital. Covare “stare accovacciato sulle uova” (ovum “uovo”) Allargamenti e restringimenti semantici Quello che cambia è l’area semantica coperta da una parola > estensioni : lat. domina “signora, padrona di casa” > ital. Donna > restringimenti: lat. domus “casa” > ital. Duomo “casa del Signore”> cattedrale Possono anche riguardare aspetti connotativi e valutativi del significato Es in senso peggiorativo lat. villanus “abitante delle campagne” > ital. Villano “zotico, incivile” Tabuizzazione : Parole tabu (“proibite”) che vengono sostituite da eufemismi (=parole di significato non diretto). Mustela = nemico da scongiurare => parola tabu Viene utilizzato Donnola = piccola donna; ital. Belette = bella; franc. Comadreja = comare; spagn. Doninha = signorina; portogh. Mutamenti nei campi semantici I mutamenti possono coinvolgere campi semantici portando a una loro ristrutturazione. Campo semantico dei colori Latino : ater (nero), niger (nero brillante) / Albus (bianco), candidus (bianco brillante Italiano: nero/ bianco; candido Mutamenti pragmatici I mutamenti si possono avere anche nel modo in cui si interagisce con gli interlocutori. Il sistema dell’allocuzione => nel fascismo voi di rispetto e non lei Tu/voi Tu/voi/lei => cinquecento e Seicento Tu/lei => italiano moderno 7 1. Diatopia => spazio > variazione diatopica > Si danno quindi diversi italiani regionali (varietà diatopiche dell’italiano), diversi per tratti fonetici, lessicali (geosinonimi= termini differenti usati in diverse regioni d’Italia per designare lo stesso oggetto o concetto), semantici, morfosintattici. Es: fonetica => la africana palatale sonora [tʃ͡ ], sempre in posizione intervocalica, viene realizzata a Roma come fricativa palatale sorda******* [ʃ] => [‘paʃe] > regionalismi semantici : significati particolari assunti da un lessema in una determinata area Es: salire in Campania ha valore transitivo => sali la valigia ! Curare a Milano vuol dire “badare a “ Fare => essere capaci => non so fare a fare… => tu sai fare a cucinare?=> ferrarese Pasta => Briosche => ferrarese > regionalismi morfologici e sintattici: variazione diatopica della morfologia e della sintassi Es: suffisso -aro è di Roma (benzinaro), il suffisso -aio e Toscano (standard) (benzinaio) Stare a + infinito => roma Es: ted. sud Germania Herzel (dim.) ; ted. nord Germania Herzchen (dim.) > differenziazione diatopica può superare anche i confini geografici di una nazione: Es: ital. Di Svizzera “nota” al posto di ital.standard. “voto scolastico” Ingl. Gran Bretagna (Standard British English) “mobile “; Ingl. Stati Uniti (General American) “phone” ted. Germania “Atem” ; ted. Svizzera “Schanuf” 10 2. Diastratia => ceto sociale (poli: colto/incolto) > variazione diastratica Nella fonetica emerge nei casi di pronunce italiane influenzate dal dialetto, che tendono a comparire sopratutto in parlanti con uno scarso grado di istruzione Veneto => pazienza => pasiensa [ ] Roma => pensare =>penzare [ ] Sicilia => madre => matre [ ] Fenomeni di variazione diastratica: Fonetica: scempiamento delle geminate: stela (Emilia), bira (Roma), semplificazioni della pronuncia: assimilazioni (arrimetica), epentesi (pisicologia),metatesi (spicologia) Morfologia: estensione del critico ci alla terza persona (Estensione di ci a scapito di gli/le: (alla mamma) ci ho dato un bacio),  semplificazione di paradigmi ( i s b a g l i ) regolarizzazione di paradigmi complessi (i amici dei svizzeri) , forme di paradigmi verbali (bevavamo per bevevamo), formazione comparativi (più migliore), accordi basati sulla semantica invece che sulle convenzioni grammaticali (tutto il paese lo sapevano) Sintassi:  Tema sospeso (io la mia città è Napoli, elemento isolato all’inizio dell’enunciato senza elementi di coesione sintattica con la frase che segue), doppio condizionale o doppio congiuntivo nel periodo ipotetico (se potrei, farei// se potessi, facessi…) Lessico : Malapropismi (=deformazioni motivanti di parole difficili per assimilarle a a parole più note (autobilancia per autoambulanza, ketchup per check-up, covalicenza per convalescenza), semplificazioni della struttura derivazione delle parole con accorciamenti (prolungo per prolungamento) - Sono tratti la cui cooccorrenza identifica la varietà detta italiano popolare, ovvero non di prestigio, valutato negativamente dalla comunità parlante. 11 3. Diafasia => formalità situazione, situazione comunicativa > variazione diafasica > a seconda del grado di formalità o informalità della comunicazione, dei parlanti coinvolti, dei rapporti tra loro e della situazione comunicativa (poli: formale / informale) > al suo interno ci sono due sottodimesioni 1. Registri : varietà diafasiche dipendenti dal carattere formale o informale della comunicazione 2. Sottocodici (linguaggi settoriali) : varietà diafasiche dipendenti dall’argomento di cui si parla (1) Registri (formale/informale) Si individuano in questo modo registri (alti/formali/produzione linguistica accurata e sorvegliata e bassi/informali/produzione linguistica spontanea e non accurata) diversi, con fenomeni quali: - ipoarticolazione : nella catena parlata pronuncia “be ma ascolta” => be mo scolta; Tutto un pacco “teten pakke (?)” -  Accorciamenti di parole (scorciamenti): cellu, tele, ‘sto (aferesi di questo), para, bici - uso dell’allocutivo tu vs lei - sinonimi: zoo vs giardino zoologico, andare vs recarsi Tipico dei registri bassi è l’utilizzo di termini volgari con funzione metaforica: Che cazzo fai? (2) Sottocodice Caratterizzati da tecnicismi (=termini relativi ai rispettivi settori (emicrania vs mal di testa) Informatica e economi (molti termini dal’inglese) (stonks; azioni) 12 Minoranze linguistiche > varietà della lingua non imparentate con la lingua standard > rappresentano una cultura e una traduzione etnica diversa > parlate da gruppi di dimensione demografica ridotta rispetto a popol. del paese > In Italia: tedescofona (Alto-Adige), francofona (Val D’Aosta), slovena (Trieste, Gorizia) (ufficialmente riconosciute dalla WW2) > riconosciute dal 1999, legge num.482: albanese, catalano, germanico, greco, sloveno e croato, francese, franco-provenzale, ladino, occitano, sardo. (Art. 6 costituzione => tutela minoranze ) Tipi di repertorio 1. Monolingue Repertori bilingui > bilinguismo perfetto > bilinguismo bicomunitario > diglossia: esistono due lingue nella comunità, i cui impieghi sono rigidamente compartimentati: una per tutti gli usi formali (e soli quelli) (insegnata a scuola ma normalmente non parlata in famiglia, high) , una per gli usi informali (e solo quelli) ( conversazione quotidiana, low). Es: Svizzera tedesca => Hochdeutsch (non usata nel parlato quotidiano, non appresa dai bambini nella socializzazione primaria) vs dialetto tedesco svizzero > dilalia: esistono due varietà nella comunità: quella alta si adopera nei contesti formali ma può anche essere usata in contesti informali; quella bassa si adopera solo in contesti informali Es: Italiano e dialetti italiani IN ITALIA : Bilinguismo endogeno a medio-bassa distanza strutturale con dilalia 15 IL CONTATTO LINGUISTICO Fenomeni del contatto fra lingue Sono condizionati dai caratteri sociolinguistici delle comunità interessate. Sul piano del sistema linguistico: Interferenza : riguarda l’influenza che un sistema linguistico può avere su un altro, consiste nel trasporto di materiali linguistici (elementi, parole, regole, tratti, costrutti, categorie, opposizioni funzionali, significati) da una lingua all’altra. Particolarmente evidente nei parlanti bilingui Spesso il materiale linguistico è interamente in una lingua ma il modo in cui è organizzato risente dell’influsso di un’altra lingua Es: in svizzera italiano “Venerdì su sabato” risente del tedesco “von Freitag auf Samstag” In italiano: “la seconda montagna più alta al mondo è il K” viene dall’inglese “miglior giorno di sempre” => “best day ever” Prestito: quando ciò che viaggia da una lingua a un’altra è materiale linguistico di superficie (fonemi, morfemi, parole, locuzioni ecc.), e in particolare quando si tratta di elementi lessicali. Prestiti => Elementi del lessico presi da un’altra lingua Il lessico è costituito sia da lessemi di tradizione indigena sia da lessemi provenienti da altre lingue detti forestierismi. L’uso dei prestiti non implica il bilinguismo dei parlanti ! > Prestiti adattati (anche morfologicamente) : albicocca (< al-barkuq < al- praecoquus) (albicocca, caraffa, carciofo vengono dall’arabo) > Prestiti adattati foneticamente: thriller [‘triller] vs [‘θʁɪlɐ] ( jogging ) > Prestiti adattati morfologicamente: Stagista da stage (franc.) 16 Calco : quando ciò che passa da una lingua a un’altra non è una parola o espressione nei suoi aspetti formali, ma il suo significato, o la sua struttura interna, resi con mezzi propri della lingua ricevente. Es: ferrovia riproduce il tedesco Eisenbahn, letteralm. ‘strada di ferro’, grattacielo l’inglese sky-scraper, letteralm. ‘raschiatore del cielo’; realizzare ha preso il senso di ‘comprendere’ sul modello di ingl. to realize ‘accorgersi, capire’ Sul piano del discorso: La commutazione dei codice: uso alternato di due lingue diverse (codici) nella stessa interazione comunicativa da parte di un parlante, che si manifesta nel passaggio nel discorso da una lingua all’altra > si può verificare quando due lingue sono a stretto contatto > tipico dei parlanti bilingue > può avvenire in relazione a cambiamento di interlocutore o della funzione dell’atto linguistico (es: dialetto; italiano) oppure in punti qualsiasi del discorso in modo casuale ( es: inserendo in un discorso iniziato in una lingua elementi di un’altra lingua => Speravo andasse meglio, shade!) La commutazione può avvenire fra due qualunque delle varietà di lingua presenti in un repertorio e quindi anche fra lingua e dialetto. Tu nun cagne maje si’ sempe tu / Tu mo’ nun sia maje / Mo’ nun chiagnere baby don’t cry / St’appucundria Je t’o ggiuro ca’ nun so’ stato je 17
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