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Napoleone, Sintesi del corso di Storia

Riassunto di Napoleone Bonaparte

Tipologia: Sintesi del corso

2015/2016

Caricato il 09/11/2016

federica_quaglia
federica_quaglia 🇮🇹

4.2

(6)

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Scarica Napoleone e più Sintesi del corso in PDF di Storia solo su Docsity! Un genio militare salito al trono imperiale Nella storia del mondo occidentale la figura di Napoleone Bonaparte, imperatore dei Francesi e re d’Italia, è paragonabile solo a quella di Giulio Cesare. Come questi, Napoleone fu un genio militare senza pari e un grande legislatore in un momento di trapasso da un’epoca storica a un’altra profondamente segnata dagli sconvolgimenti della Rivoluzione francese. Ma Napoleone fu anche l’artefice, nell’Europa continentale, tra Settecento e Ottocento, della definitiva trasformazione della società di antico regime in società borghese Un giovane ufficiale in un mondo che cambia Napoleone nacque nel 1769 ad Ajaccio, in Corsica, da una famiglia della piccola nobiltà. Dedicatosi fin da ragazzo alla carriera delle armi. Nel 1785 fu nominato sottotenente di artiglieria. Nel 1796, dopo che il governo francese del Direttorio lo aveva scelto, a poco più di ventisei anni, come comandante dell’armata d’Italia. La conquista dell’Italia Nel 1796, mandato a operare su un fronte ritenuto secondario, quale quello italiano, con un esercito di 38.000 uomini quanto mai male in arnese, contro tutte le aspettative mise rapidamente in rotta gli eserciti austro-piemontesi, inducendo Vittorio Amedeo III a firmare in aprile l’armistizio di Cherasco. Il 15 maggio entrò in Milano, abbandonata dagli Austriaci. Occupò quindi le legazioni pontificie e sottomise i ducati di Modena e Parma. Nel 1797, dopo aver sconfitto nuovamente gli Austriaci, imposto al papa Pio VI la pace di Tolentino, indotto l’arciduca d’Austria Carlo a firmare i preliminari di pace di Loeben e piegato la Repubblica di Venezia, Napoleone si trovò a essere il padrone assoluto dell’Italia settentrionale e centrale. Mentre da un lato fece saccheggiare senza scrupolo alcuno i territori conquistati a vantaggio della Francia, dall’altro li riorganizzò, sostenendo gli elementi moderati contro la sinistra, costituita dai giacobini italiani, con la creazione della Repubblica Cisalpina e la Repubblica Ligure. Il nuovo ordine venne sancito il 17 ottobre 1797 dalla pace di Campoformio con l’Austria, la quale ottenne Venezia, l’Istria e la Dalmazia. La campagna d’Egitto Napoleone fece, poi, accettare dal Direttorio un piano di invasione dell’Egitto rivolto a tagliare le vie del commercio inglese con l’Oriente. Nel luglio 1798, sbarcato ad Alessandria, vinse nella battaglia delle Piramidi ma in agosto la flotta francese venne completamente distrutta dall’ammiraglio inglese Nelson. Agli inizi del 1799 Napoleone penetrò in Siria. Intanto però in Europa e in Italia la guerra stava avendo un esito sempre più negativo per gli eserciti della Francia, dove era in corso una grave crisi politica. Allora egli decise di tornarvi e vi approdò in ottobre dopo un viaggio fortunoso. Con il determinante aiuto del fratello Luciano, presidente del Consiglio dei Cinquecento, mediante il colpo di Stato del 18 brumaio (9 novembre), pose fine al governo del Direttorio e assunse il potere con la formazione di un triumvirato formato da tre consoli. Il legislatore Nel febbraio 1800 un plebiscito approvò una nuova costituzione che di fatto conferiva tutti i poteri al primo dei tre consoli, cioè a Napoleone, che ottenne l’appoggio della borghesia e anche degli strati popolari, desiderosi di un governo retto da un uomo forte. In giugno, penetrato in Lombardia, sconfisse gli Austriaci presso Marengo. La pace di Lunéville del febbraio 1801 assegnò alla Francia la riva sinistra del Reno e pose sul trono di Toscana, con il titolo di re dell’Etruria, Ludovico di Borbone. Nel 1802 la Repubblica Cisalpina fu ricostituita come Repubblica Italiana e il Piemonte venne annesso alla Francia. Col concordato del 1801 cercò l’intesa con la Chiesa, accordando una serie di privilegi al cattolicesimo. Nelle vesti di legislatore prese importanti misure. Le finanze dello Stato migliorarono. Il coronamento dell’opera fu il varo nel 1804 del Codice civile (detto anche Codice napoleonico) Nel 1802 Napoleone, monarca ancora senza corona, era stato nominato console a vita. Infine il Senato, con un atto poi sancito da un nuovo plebiscito, il 18 maggio 1804 proclamò Napoleone imperatore dei Francesi. In dicembre, con la benedizione di Pio VII, Napoleone cinse la corona imperiale, alla quale seguì nel maggio 1805 quella del Regno d’Italia. La nuova carta politica europea Nel 1805 l’imperatore dovette fronteggiare una coalizione (la terza) formata da Gran Bretagna, Austria, Russia e Regno di Napoli. Il progetto napoleonico di invadere l’Inghilterra dovette essere accantonato per la superiorità preponderante della flotta inglese. Dopo che la vittoria di Napoleone a Ulma portò l’Austria alla resa, la flotta francese venne distrutta in ottobre da Nelson a Trafalgar. La disfatta degli Austro-russi ad Austerlitz in dicembre indusse l’Austria alla pace di Presburgo. L’imperatore diede allora mano a ridisegnare la carta politica europea. Nel 1806 il Regno di Napoli fu assegnato al fratello di Napoleone, Giuseppe Bonaparte (poi sostituito nel 1808 da Gioacchino Murat). Gli staterelli tedeschi, ridotti a 38, vennero organizzati nella Confederazione del Reno. Obbedendo ormai a una sistematica politica di potere familiare, Napoleone affidò l’Olanda, costituita in regno, a un altro fratello, Luigi; il principato di Massa e Carrara alla sorella Elisa; quello di Guastalla alla sorella Paolina. Il dominatore dell’Europa Nell’ottobre 1806 Napoleone piegò la Prussia, dopo averla duramente sconfitta. Poco dopo da Berlino, mostrando come il confronto tra Francia e Gran Bretagna fosse quello decisivo, proclamò il blocco commerciale contro quest’ultima. Nel 1807 a essere nuovamente battuto fu l’esercito russo, il che indusse l’imperatore Alessandro I ad accettare un’intesa con Napoleone, col quale si incontrò concludendo nel luglio 1807 i trattati di Tilsit, che sancirono un’alleanza in funzione anti-inglese e la costituzione del Regno di Vestfalia – sul cui trono fu posto Girolamo, fratello di Napoleone – e del Granducato di Varsavia. Tra il 1808 e il 1810 Napoleone era al culmine della sua potenza. La Francia dominava l’Europa continentale. Nella parte costituita dall’Impero e dagli Stati a esso soggetti l’imperatore mise in atto profonde riforme che segnarono un passo decisivo nella direzione della modernizzazione istituzionale ed economico-sociale. Nel 1808 le Marche entrarono a far parte del Regno d’Italia e la Toscana fu annessa direttamente all’Impero; nel 1809 venne annesso anche lo Stato della Chiesa e Pio VII fu deportato per avere scomunicato l’imperatore; nel 1810 fu la volta dell’Olanda. Nel 1809 la Gran Bretagna e l’Austria formarono una nuova coalizione, ma nella battaglia di Wagram Napoleone annientò gli Austriaci. A un’Austria prostrata egli, desideroso di legittimarsi anche agli occhi delle dinastie europee, inflisse l’umiliazione di chiedere la mano della figlia dell’imperatore Francesco I, Maria Luisa. Nel 1810, dopo aver divorziato da Giuseppina, la sposò e da lei ebbe un erede, Napoleone Francesco, nominato re di Roma. Questo matrimonio costituiva il punto culminante di una politica diretta ad amalgamare l’antica nobiltà con quella nuova creata dall’Impero. Le prime crepe La deposizione nel 1808 dei Borbone dal trono di Spagna aveva dato vita a una sollevazione armata, largamente appoggiata dalle masse popolari; nonostante Napoleone avesse riconquistato Madrid nel dicembre di quell’anno, la Spagna, aiutata dagli Inglesi, non fu mai realmente sottomessa. Gli enormi sforzi militari per assoggettarla non ebbero successo, sicché la piaga spagnola rimase aperta. Inoltre l’alleanza con la Russia, la cui economia soffriva gravemente per gli effetti del blocco continentale, rivelò presto la sua precarietà. La campagna di Russia Convinto di essere imbattibile, Napoleone prese la decisione di aggredire la Russia, piegata la quale la Gran Bretagna sarebbe rimasta isolata e ridotta all’impotenza. Raccolta a Dresda una Grande armata di oltre 600.000 uomini, Napoleone attaccò nel maggio 1812 l’impero degli zar. Vinta la battaglia di Borodino a duro prezzo, in settembre entrò a Mosca, abbandonata dai Russi e data alle fiamme. Le truppe russe, comandate dal generale Michail I. Kutuzov, avevano fatto terra bruciata, lasciando l’armata napoleonica priva di risorse alimentari. Ebbe allora inizio in ottobre, di fronte alla volontà dei Russi di non venire a patti, una ritirata presto trasformatasi in rotta e tragedia, soprattutto per le sofferenze causate dall’inverno. Perduta la partita, Napoleone fece un precipitoso ritorno a Parigi, anche per far fronte alle cospirazioni. Nel 1813 Russia, Austria, Prussia, Svezia si unirono per dare il colpo definitivo alla Francia. Dopo alcune vittorie, Napoleone in ottobre venne sconfitto a Lipsia in quella che è stata definita la battaglia delle nazioni. Fu l’inizio della rivolta degli Stati satelliti, che coinvolse persino il re di Napoli, Murat. Nel marzo 1814 gli eserciti alleati occuparono Parigi e Napoleone fu dichiarato decaduto dal Senato, preparando così le condizioni del ritorno sul trono di Luigi XVIII, fratello di Luigi XVI. Firmata in aprile l’abdicazione, Napoleone, abbandonato anche dalla moglie, venne confinato nell’isola d’Elba. La fuga dall’Elba, Waterloo e la prigionia a Sant’Elena Ridotto a piccolo sovrano dell’isola d’Elba, Napoleone, sollecitato dai suoi fedeli a tentare l’avventura del ritorno in Francia, riuscì il 1° marzo 1815, sfuggendo alle navi inglesi, a sbarcare a Golfe-Juan. Il maresciallo Michel Ney, già suo generale, inviato per arrestarlo, passò con i soldati entusiasti dalla parte di Napoleone, che entrò a Parigi appoggiato da quanti, avversi al governo regio o delusi da esso, speravano in una svolta liberale. Ma, raccolto un esercito, Napoleone venne definitivamente sconfitto il 18 giugno a Waterloo.
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