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Naremore, Welles, Hollywood and Heart of Darkness, Appunti di Storia Del Cinema

Riassunti IN ITALIANO del saggio "Welles, Hollywood and Heart of Darkness" di Naremore per il corso di Cinema e Studi Culturali (UniBo) tenuto da Michele Fadda

Tipologia: Appunti

2019/2020

In vendita dal 27/07/2020

calessandra
calessandra 🇮🇹

4.7

(7)

12 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Naremore, Welles, Hollywood and Heart of Darkness e più Appunti in PDF di Storia Del Cinema solo su Docsity! WELLES, HOLLYWOOD E ​HEART OF DARKNESS NAREMORE Heart of Darkness​ (1899) di Joseph Conrad è da considerarsi come un distante antecedente del film noir nello stile allucinato, onirico e interessato alla psicologia del narratore, nella visione pessimistica della società occidentale, ma soprattutto perché, seppur parte del genere del “bloody melodrama”, si sforza di sembrare relativamente non melodrammatico: tutti sono un po’ colpevoli, e i “buoni”, simbolo di ragione e decenza, sono sosia dei “cattivi” o colpevoli. Tutti questi motivi riallacciano Conrad al modernismo, influenzando Eliot, F. Scott Fitzgerald e Faulkner, e, nell’ambito del romanzo popolare, scrittori come Chandler (Marlowe), Greene e la sceneggiatura di ​The Third Man​ (1949), che presenta un personaggio minore di nome Kurtz, nonché intertesto di film sull’imperialismo statunitense in Vietnam: ​Apocalypse Now ​(1979) di Francis Coppola e ​Full Metal Jacket ​(1987) di Stanley Kubrick, per esempio. Un solo film, tuttavia, è stato basato direttamente sulla storia, l’adattamento per la tv del 1994 di Nicholas Roeg, con Tim Roth (Marlow) e John Malkovich (Kurtz), forse per la mancanza di atti eroici e il poco dialogo, ma soprattutto per ​Heart of Darkness​ (1939) di Orson Welles, realizzato presso la RKO, lo studio hollywoodiano più noir, prima che Welles cominciasse a lavorare su ​Citizen Kane​. La sua versione sarebbe stata interessante per le qualità politiche ed estetiche, oltre alla tensione tra letteratura moderna e Hollywood, nonché la questione della fedeltà negli adattamenti. Nel 1938, affiancato dalla crew del Mercury Theatre, iniziò a preparare la produzione di Conrad. Poco dopo, però, Houseman, il socio di Welles, si ritirò dai lavori e Welles continuò a scrivere il film da solo. Nell’epoca in cui Horkheimer e Adorno sviluppavano la critica dell’industria culturale, Welles cercò di usare i mass media come arma democratica, popolarizzando l’alta cultura a nome degli interessi della sinistra, mescolando Shakespeare, thriller e fantascienza, e sfumando i confini tra classicità e avanguardia. Essendo stato capace di diffondere nazionalmente il panico con una trasmissione radiofonica, Welles vedeva una risonanza autobiografica con storie di demagoghi che manipolavano le masse: ​Citizen Kane doveva suggerire parallelismi ironici tra Welles e Charles Foster Kane, così come la versione cinematografica di ​HoD​ tra Welles e Kurtz. Il suo modo di sceneggiare era simile a quello adottato per lo spettacolo radiofonico del Mercury Theater: tagliò le pagine a un formato tascabile della novella, le incollò alla carta, e, con la macchina da scrivere, cancellava il materiale e inventava gran parte del dialogo, per renderlo più cinematico o fare entertainment hollywoodiano, seppur mantenendo buona parte della narrazione: una delle decisioni più significative sarebbe stata quella di fare di Marlow un americano, e ciò significava eliminare l’affermazione sciovinista di Conrad che nelle colonie britanniche “some real work is done”, attribuendo alla storia un’implicazione anticolonialista, giacché lo sfruttamento e il massacro della popolazione nera nel “Dark Continent” viene eseguito per mano del fascista Kurtz. Una delle differenze principali risiede nel personaggio di Elsa, che nella novella appare solo nella scena climatica, mentre nel film, suggerendo un interesse romantico, diventa attiva e parte per la giungla alla ricerca del suo amato. W. ambiva a creare un’analogia cinematica con la tecnica narrativa di Conrad, tramite la narrazione fuori campo dal punto di vista di Marlow, con un’inquadratura soggettiva, che avrebbe rispettato la continuità spazio-tempo e sarebbe stata altamente espressiva e autoriflessiva. Fu il primo a cimentarsi in una prospettiva del genere per tutta la durata di un film, e tale apertura, squisitamente entertaining, avrebbe creato un effetto di “cinema delle attrazioni”, anziché esperienza ipnotica e coinvolgente del racconto di Conrad. L’analogia sarebbe stata rafforzata dal piano di W. di interpretare sia Marlow che Kurtz: la sua voce, e il suo viso, erano tanto noti al pubblico che, quando la videocamera fosse arrivata a faccia a faccia con il dittatore omicida della giungla, si sarebbe creata un’immagine speculare. Un lieve shock sarebbe stato somministrato quando qualcuno dei personaggi avesse guardato l’obiettivo, e,
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