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Naturalismo francese, Verismo italiano, Giovanni Verga, Decadentismo e D'annunzio., Appunti di Italiano

appunti sui movimenti letterari del naturalismo francese, verismo italiano e decadentismo. Inoltre, ci sono appunti su Verga e D'annunzio (vita, opere e pensiero)

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 09/09/2023

giorgia-castelluccio
giorgia-castelluccio 🇮🇹

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Scarica Naturalismo francese, Verismo italiano, Giovanni Verga, Decadentismo e D'annunzio. e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! NATURALISMO Il naturalismo nasce in Francia nella seconda metà dell’ottocento le cui basi sono state dettate dal positivismo, un movimento di pensiero che esalta i progressi compiuti dalla scienza. Quindi c’è una visione materialistica rispetto alla visione di tipo religioso e idealistico del Romanticismo. Gli autori che gettarono le basi per il movimento del naturalismo furono: Balzac e Flaubert Con il naturalismo i personaggi vengono utilizzati per condurre ricerche scientifiche e per decretare leggi, inoltre viene meno il narratore onnisciente (che sa tutto) e viene utilizzato il discorso indiretto libero, il discorso che appartiene al personaggio che viene inserito nel tessuto narrativo senza un verbo di comunicazione. MADAME BOVARY - FLAUBERT Un esempio lo si ha in Madame Bovary, opera di Gustave Flaubert, storia di una semplice e monotona quotidianità provinciale, racconta la storia di una giovane donna che, una volta sposato un ufficiale sanitario, condurrà una vita molto noiosa e monotona, al contrario lei sperava di vivere nel lusso e nello sfarzo. Proprio a causa dell’insofferenza che prova condurrà una vita stravagante, di nascosto al marito, con molti amanti ma alla fine finirà indebitata e morirà suicida. Caratteristica molto importante di Flaubert è il canone dell’impersonalità. Egli sosteneva che l'autore dovesse essere come dio nella creazione, invisibile ma che si sentiva ovunque, da qui la scomparsa del narratore onnisciente per lasciare spazio alla visione del personaggio attraverso cui si svolge l’intera opera. EMILE ZOLA Caposcuola del naturalismo è invece Emile Zola che scrisse un ciclo di romanzi dal nome di Rougon Macquart, il quale descrive la società francese attraverso le vicende di una semplice famiglia, All'interno della quale vi è la legge dell'ereditarietà secondo la quale gli eventi di una famiglia condizionano i sentimenti e le passioni di chi ne fa parte. Inoltre fu un grande sostenitore del progresso scientifico tanto che scrisse il romanzo sperimentale. VERISMO Contemporaneamente, in Italia si afferma la corrente del Verismo, che nonostante sia ispirata al naturalismo, assume una conformazione originale. Questo periodo è caratterizzato dalla produzione letteraria della scapigliatura caratterizzata dal contrasto fra artista e società, tema tipico del romanticismo, e dalla ricerca del vero e quindi rappresentando la realtà nella sua vera natura brutale e squallida. Quindi la produzione degli scapigliati consiste in un dualismo tra l’ideale e il vero, tra il bene e il male, tra la virtù e il vizio. I principali autori che possiamo collocare all'interno del verismo sono Capuana e Verga. Luigi Capuana viene considerato teorico e caposcuola del verismo mentre Giovanni Verga viene considerato l’esecutore di questo movimento. Il verismo è una corrente letteraria e artistica che si pone come obiettivo di mostrare la cruda rappresentazione della realtà. I veristi quindi rappresentano situazioni fatte di povertà, miseria, sfruttamento. I loro personaggi sono sono principalmente contadini, pescatori, minatori… Il verismo differisce dal naturalismo per il fatto che è all'interno della corrente del verismo vi è un senso di rassegnazione, Cioè non prevede nessuna possibilità di riscatto, mentre il naturalismo si prefigge l'obiettivo di rappresentare la realtà con il fine di incentivare il miglioramento di una società. GIOVANNI VERGA VITA Giovanni verga nacque a Catania nel 1840 da una famiglia benestante. Dopo gli studi superiori cominciò a studiare alla facoltà di legge ma successivamente la lasciò per dedicarsi alla letteratura e al giornalismo. Si trasferì a Firenze, che a quel tempo era la capitale del regno d'Italia, dove conobbe Luigi Capuana con il quale strinse un rapporto di amicizia. Nel 1878 si verificò la sua conversione letteraria al verismo con la pubblicazione della novella Rosso Malpelo. Infine morì nel 1922, poco prima dell'avvento del fascismo in italia. LA CONVERSIONE AL VERISMO La prima parte della sua produzione letteraria, quindi le opere giovanili, si trattava di opere che si rifacevano al tardo romanticismo. Nel 1878 avviene la sua conversione al verismo con la stesura della novella di Rosso Malpelo. L’opera racconta la storia di un ragazzo che lavora in una miniera in condizioni non molto favorevoli e disumane. In questa novella Verga vuole rappresentare la semplice quotidianità dei ceti sociali più poveri, mostrando le dure condizioni di lavoro con le quali vivono molti uomini e bambini che spesso muoiono. CANONE DELL'IMPERSONALITÀ e ARTIFICIO DELLA REGRESSIONE Per fare ciò, Verga fa uso dell’espediente narrativo del canone dell’impersonalità: L’autore esce di scena, si eclissa, perché non ha il diritto di giudicare le decisioni dei personaggi e affida la narrazione ad un narratore interno, in modo tale da dare l’impressione di essere dentro la storia e fare capire al meglio le vicende interne. Il narratore, inoltre, fa uso di l'artificio della regressione, cioè finge di avere una mentalità come quella dei suoi personaggi e oltre alla mentalità usa un linguaggio tipico della conversazione popolare. Sostanzialmente non viene avvertita la presenza dell’autore colto ed elegante con buoni principi morali bensì viene lasciato spazio ad un narratore incolto, rozzo, senza principi morali e che parla in maniera dialettale, tanto da far immaginare che sia un personaggio dell’opera a parlare. Inoltre, Verga si avvale del principio dello straniamento, ossia, fa sembrare una cosa strana assolutamente normale e viceversa (rosso malpelo) RAPPORTI CON IL PROGRESSO Giovanni Verga fu un rigido conservatore infatti critica il progresso, cioè non crede nel rinnovamento sociale, quindi gli individui non hanno possibilità di mobilità sociale. Verga quindi si pone in antitesi con il periodo storico di quel tempo, ossia la seconda rivoluzione industriale, caratterizzata da scoperte tecnologiche e scientifiche, le quali comportano la nascita di molte industrie e di conseguenza all'industrializzazione di molte città. Diversamente dal naturalismo, il quale voleva rappresentare la realtà con lo scopo di incentivare il progresso della società, in Verga invece no. Verga afferma che il cambiamento è fonte di Mali e il mito del progresso è soltanto un inganno. Inoltre Verga afferma che il progresso è una Fiumana che attira l'attenzione ma alla fine ha l'effetto di travolgere l'individuo, cogliendolo impreparato. Al progresso egli preferisce l’immobilismo perché il mutamento ha un effetto disorientante, capace di stravolgere. DIFFERENZE CON ZOLA NARRATORE→ in Zola il narratore combacia con l’autore e interviene spesso per commentare e giudicare le vicende. In Verga invece l’autore si eclissa e il narratore non interviene mai per giudicare i comportamenti dei personaggi. PROGRESSO→ Zola crede che la letteratura possa cambiare la realtà e possa promuovere il progresso. Verga invece crede che la letteratura non possa modificare la realtà, per cui si limita a narrare i fatti e critica il progresso. CONTESTO STORICO→ Zola fu un borghese democratico che visse in una società già industrializzata. mentre Verga fu un conservatore del sud d’italia in cui ancora predomina il sistema agrario. VITA DEI CAMPI Vita dei campi è una raccolta di novelle scritte in un periodo di transizione perché presentano elementi sia veristi, come l’impossibilità di migliorare le proprie condizioni, oppure fa uso degli espedienti narrativi dell’impersonalità, della regressione e dello straniamento, e anche elementi romantici come il rapporto tra il diverso e la società che lo rifiuta e la ricerca della natura. ROSSO MALPELO La novella più famosa di questa raccolta è Rosso Malpelo. Il protagonista, Malpelo, è un ragazzino che lavora nelle miniere. Anche suo padre lavorava lì, ma un giorno non riemerse più da una miniera e quindi il capo decise di assumere Malpelo per riparare il danno e non lasciare senza lavoro una famiglia. La madre di Malpelo in realtà voleva solo liberarsi di lui. Non lo vedeva mai e per questo motivo si era pure dimenticata il suo nome e lo chiamava rosso malpelo per via dei suoi capelli rossi. Proprio a causa dei suoi capelli rossi molti lavoratori lo maltrattavano e lui si sfogava su un altro ragazzino, Ranocchia, con la scusa di insegnargli a diventare più forte e a difendersi attraverso la lezione secondo cui prevale sempre il più forte e i deboli vengono schiacciati. Alla fine anche Malpelo si perse nelle miniere e non si seppe più niente. CARATTERISTICHE DI ROSSO MALPELO Nella novella ci sono moltissimi esempi di regressione, per esempio i termini dialettali, i pensieri dettati da una mentalità retrograda (che malpelo fosse cattivo perchè aveva i capelli rossi), oppure lo straniamento presente nel momento in cui malpelo piange per la scomparsa del padre e gli altri lo giudicavano come se non fosse una reazione normale oppure quando la madre dimentica il suo nome, fatto passare come una cosa assolutamente normale. IL CICLO DEI VINTI I malavoglia rappresenta l’opera massima di Giovanni Verga. Originariamente doveva essere il primo romanzo di un ciclo di cinque romanzi (ciclo dei vinti), di cui egli riesce a concluderne soltanto i primi due. Il ciclo dei vinti è una raccolta di romanzi che si pone l’obiettivo di analizzare la società italiana moderna attraverso varie classi sociali. Partendo dal ceto sociale più basso, cioè una famiglia di pescatori all'interno della quale vi è un forte desiderio di progresso, fino ad arrivare al ceto della borghesia con Mastro Don Gesualdo, all’interno della quale vi è un forte desiderio di ambizione politica. Egli si focalizza in particolare sui “vinti”, ossia i personaggi che si lasciano schiacciare da chi ha più potere secondo la legge dei più forti, per sottolineare la loro lotta per la sopravvivenza. Queste imprese furono fatte per placare il suo bisogno di protagonismo, eroismo, la necessità di grandezza e di attirare l’attenzione delle masse nonostante egli le disprezzasse. Infatti D’annunzio presenta un comportamteto contraddittorio e in un certo senso camaleontico; di fatto egli nel 1897 si schierò dalla parte della destra conservatrice e nazionalista e nel 1900 passò alla sinistra (trasformismo). Dopo l’occupazione di fiume, il governo italiano lo cacciò e lo costrinse a vivere in una villa, dove morì poco dopo. (1938) ESTETISMO E D’ANNUNZIO D’annunzio aderisce alla corrente dell'estetismo, i cui principi fondamentali su cui si basava questa corrente erano la bellezza, la grandezza, il piacere e il fatto che la vita doveva essere vissuta come un’opera d'arte. Inoltre l’arte non doveva avere uno scopo istruttivo bensì essa era fine a se stessa, L’arte per l’arte. Ma la sua appartenenza all’estetismo è momentanea perché vuole sperimentare diverse tendenze e molti stili. PRODUZIONE LETTERARIA Gabriele D'Annunzio cominciò a scrivere le sue opere molto giovane. Le sue prime opere furono due raccolte liriche: Primo Vere e canto nuovo: in particolare nel canto nuovo emerge il desiderio armonioso di fondersi con la natura e di vivere una vita sana e virile. In questo caso si parla del panismo cioè la fusione tra l'uomo e la natura. All’interno di alcune novelle viene rappresentata una natura idealizzata e vengono descritte le passioni primordiali che gli uomini possiedono, per esempio l’erotismo. Il narratore è onnisciente, ossia, interviene spesso durante la narrazione per esprimere le sue considerazioni e commentare le vicende. Mentre in queste novelle emerge un senso di vitalismo, nelle successive opere vi è l'influenza dei Poeti decadenti francesi che rimandano alla stanchezza, ai vizi e alla corruzione. Inoltre egli scrisse molte opere durante la fase chiamata estetismo dannunziano all'interno delle quali L'arte è il valore supremo e la vita non si basa più sulla scelta del bene e del male ma sì sottopone soltanto alla legge del bello. IL PIACERE Il piacere fu il primo romanzo di D’annunzio, in cui emerge la sua adesione al movimento del decadentismo ma in particolare alla corrente dell’estetismo. La figura principale è Andrea Sperelli che rappresenta la figura di un esteta, un giovane aristocratico che rappresenta l'alter Ego di D'Annunzio stesso. Il tema principale di questa opera è il concetto di fare della propria vita un'opera d'arte, che però per il protagonista essa diventa una forza distruttrice. L’uomo è attratto da due donne contemporaneamente: le figure femminili sono opposte, la prima Elena Muti, rappresenta la donna fatale, che incarna l'erotismo lussurioso, la seconda, Maria ferres, rappresenta la donna pura. Egli finirà per sedurre Maria ma commette l’errore di chiamarla con il nome dell’altra donna e finirà per stare da solo. FASE DELLA BONTÀ E LA CRISI DELL’ESTETISMO In questa fase, D’annunzio scrisse alcune opere, per esempio Giovanni Episcopo e L’Innocente e anche una raccolta poetica, i quali nonostante i temi crudi e violenti, vengono collocati nella fase detta “della bontà” perché emerge l’interesse per il sentimento torbido e gli affetti più intimi, inoltre vi è il desiderio di recuperare l’innocenza dell’infanzia e ritornare alla semplicità. Quindi si distacca dall’estetismo e si avvicina al romanzo russo di Dostoevskij e tolstoj. ❖ Giovanni Episcopo→ racconta la storia di un impiegato che viene maltrattato dalla moglie e dai colleghi e per disperazione si rifugia nell’alcol e commentte addirittura un omicidio. ❖ L’innocente→ narra la storia di una coppia sposata, la quale dopo il tradimento da parte di entrambi cercano di restaurare il loro rapporto, se non fosse che la donna rimase incinta dell’amante e il marito, non sopportando la situazione, uccise il neonato. I ROMANZI DEL SUPERUOMO D’annunzio riprende la filosofia di Nietzsche e la porta alle estreme conseguenze. Essa era caratterizzata dal rifiuto del conformismo borghese, Dall'esaltazione di un vitalismo gioioso, dall'esaltazione della volontà di potenza, dal mito del superuomo. infatti egli voleva porsi come un superuomo, capace di distinguersi da tutti e svolgere un ruolo singolare ed eccezionale e propone questa figura come soluzione politica perché considera il governo italiano incapace di guidare lo stato mentre la figura del superuomo, secondo D’annunzio, è capace far recuperare il ruolo di supremazia sul mondo intero. Infatti la figura del superuomo presenta atteggiamenti che coincidono perfettamente con le tendenze dell'epoca storica ossia l'imperialismo, il militarismo aggressivo, il colonialismo. Un punto comune di tutte le opere che richiamano al superuomo è la presenza di una donna che impedisce il raggiungimento della condizione del superuomo IL TRIONFO DELLA MORTE Il protagonista del quarto romanzo è Giorgio Aurispa. Egli è un esteta, di conseguenza il romanzo rappresenta una fase di transizione verso l'ultima fase che è quella del superuomo realizzato. L'uomo vive con Sarà una strana attrazione verso la morte che lo lega con lo zio Demetrio, morto suicida. Si innamora di una donna, Ippolita Sanzio, e insieme cercano una via per liberarsi da questa apprensione verso la morte, attraverso il misticismo religioso. Ma alla fine le forze della morte trionfano e Giorgio si uccide portando con sé anche Ippolita. LE VERGINI DELLE ROCCE Il protagonista di questo sciopero è Claudio Cantelmo, che rappresenta un eroe forte e sicuro, disgustato dalla realtà Borghese. Egli vuole raggiungere una forma di vita superiore generale il superuomo, e va in cerca della donna con cui generare il futuro superuomo. Egli dovrà scegliere tra le tre figlie del Principe Montaga: inizialmente scelse Anatolia, ma lei dovrà rimanere ad accudire i genitori malati. Contemporaneamente Claudio rimane affascinato da Violante che incarna la donna fatale. ma il romanzo si conclude senza che egli riesca a raggiungere il suo obiettivo. Questo sta a significare che nonostante gli uomini abbiano dei loro obiettivi, sono sempre sconfitti e indeboliti dalla morte, dalla decadenza e dal disfacimento. IL FUOCO Questo succede anche nel romanzo de Il fuoco, il cui protagonista è Stelio Effrena, un poeta che ha l'obiettivo di realizzare un'opera grandiosa che celebrasse il suo popolo, ma è ostacolato da una figura femminile, un'attrice, che con il suo amore impedirà al poeta di raggiungere il suo obiettivo. La donna, però, lascerà Stelio in modo tale che possa realizzare il suo sogno. Ma anche in questo caso L’eroe non è in grado di portare a termine il suo progetto. FORSE CHE SÌ FORSE CHE NO In questo romanzo D'Annunzio celebra la macchina, che rappresenta il simbolo della modernità è del Progresso. il protagonista è Paolo Tarsis che cerca di raggiungere la condizione del superuomo pilotando un aeroplano, ma ad opporsi è come sempre una donna. L’uomo disgustato dal comportamento della donna che intrattiene una relazione col fratello cerca di uccidersi ma è vinto da un desiderio di vita Gioiosa è questa volta compie davvero l'impresa. LE LAUDI D’annunzio per diffondere il suo ideale del superuomo progetta di scrivere sette libri ma ne porterà a termine soltanto tre: Maia, Elettra e Alcyone, pubblicati tra il 1903 e il 1904. MAIA Questa prima opera è una raccolta di poesie, chiamata anche Lode alla vita, infatti in queste poesie viene esaltata la grandiosità della vita che l’uomo può raggiungere attraverso il panismo, cioè quella concezione secondo la quale l’uomo diventa una cosa sola con la natura. L’opera narra di un viaggio in Grecia che d'Annunzio fece veramente ed egli considera se stesso come un Ulisse che fa ritorno a casa. Infatti dopo il viaggio, il quale rappresentava un tuffo nel passato alla ricerca della bellezza e del sublime, d'annunzio rientra nella modernità. Però, invece di continuare a disprezzare la realtà che lo circonda, comincia ad esaltare molti aspetti della modernità, così come rivaluta anche le masse considerandole utili per raggiungere l’obiettivo di diffondere i suoi ideali, infatti poteva manipolarli al suo piacimento. ELETTRA Elettra è una raccolta di componimenti di propaganda politica , all’interno della quale emerge un ideologia nazionalistica. Anche in elettro l'aspetto positivo rappresentato dall' esaltazione del passato e di un futuro di gloria di bellezza che si cerca di raggiungere mettendoli in contrapposizione ad un presente mediocre. ALCYONE Alcyone rappresenta il terzo libro delle laudi ed è composta da 88 liriche. l'opera narra un viaggio che il poeta intraprende con la donna amata durante l'estate. l'ambientazione estiva è importante perché rappresenta il periodo in cui è possibile il raggiungimento della pienezza vitalistica attraverso l'unione tra l'uomo e la natura fino ad arrivare a una condizione Divina. Agli intenti propagandistici e ai Toni enfatici delle opere precedenti il poeta preferisce una delicata musicalità è un linguaggio analogico. Nonostante le diverse intenzioni, alcyone rappresenta comunque una manifestazione del superomismo: dal momento che la condizione Divina, grazie al contatto con la natura, è concessa soltanto al superuomo, considerata una figura d'eccezione, superiore a tutto.
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