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Nazionalismo, Hans-Ulrich Wehler, Sintesi del corso di Storia

Riassunto abbastanza preciso del saggio dello storico wehler

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

Caricato il 13/01/2021

federico-biscardi
federico-biscardi 🇮🇹

4.3

(3)

3 documenti

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Scarica Nazionalismo, Hans-Ulrich Wehler e più Sintesi del corso in PDF di Storia solo su Docsity! Federico Biscardi Matricola 0000995701 Nazioni e processi nazionali in età contemporanea, Triennale in Storia a.a. 2020/2021 Hans-Ulrich Wehler - Nazionalismo Storia, forme, conseguenze 2002 Bollati Boringhieri editore s.r.l., Torino, corso Vittorio Emanuele II, 86 Traduzione di M. Tolomelli e V. F. Gironda Hans-Ulrich Wehler (1931-2014) è uno dei maggiori esponenti (con J. Breuilly, M. Hroch, E. Gellner) della seconda fase del dibattito storiografico sul nazionalismo (sorta a partire dagli anni ’80), caratterizzata da un approccio modernista/funzionalista. L’autore, storico e liberale tedesco, fu un fondamentale esponente della scuola di Bielefeld, promotrice dell’analisi storica tramite l’impiego delle scienze sociali. Wehler studiò storia e sociologia nelle università di Colonia, Bonn e negli USA. Nel 1960 ottenne un dottorato di ricerca presso l'università di Colonia. Il nazionalismo dai suoi albori fino alla seconda metà del XIX secolo fu un fenomeno politico socioculturale caratteristico dell’occidente e delle sue estensioni coloniali in America, esso divenne un “bene” d’esportazione solo in seguito alla dimostrazione del suo successo. Definizioni 1 Wehler propone delle definizioni sottolineando che nella sua opera i termini non avranno connotazioni accusatorie o peggiorative. Nazionalismo: sistema di idee, weltbild utile alla creazione, mobilitazione, integrazione di grandi associazioni solidali e alla legittimazione di moderne forme di dominio politico. Nazione: ordine in primo luogo pensato, organizzazione di dominio su base etnica. Etnia: autonoma organizzazione di dominio improntata a una salda concezione di solidarietà, dotata di un comune mito simbolico di origine e di una forte consapevolezza di esperienze storiche comuni, nonché, infine, di uno stretto legame col territorio. 2 Distinzione etnia-nazionalismo Il nazionalismo si distingue dall’etnia per l’artificiosa enfatizzazione della comune provenienza. Indagine genetica Fino agli anni settanta circa la questione del nazionalismo si sviluppò attorno a delle comuni premesse piuttosto vincolanti: sostanzialmente la nazione era ancora considerata come un’entità quasi naturale, avente diritto a un proprio stato. La sua genesi però non era mai stata indagata. Dai primi anni ottanta vi fu una netta presa di distanza, la nuova ricerca smontò il presunto essenzialismo dei fenomeni storici concettualizzandoli innanzitutto come costrutti dello spirito umano e delle sue categorie. Insistendo sul concetto di “comunità immaginata”, sul primato della 3 lingua e delle idee, essa tolse al nazionalismo ogni parvenza di naturalità affermandone, al contrario, i suoi caratteri artificiosi e la sua mutevolezza. Il nazionalismo fu esplicitamente riconosciuto come fenomeno politico dell’età moderna. Legami di fedeltà Tra gli uomini di qualsiasi epoca i legami di fedeltà sono costanti psicosociali, antropologiche. Se un’organizzazione (solidale e/o di dominio) si fa garante di protezione e aiuto, di stima e valore, vi sarà una crescita della consapevolezza e del senso di identità, nel singolo come nella comunità. Questi rapporti, ben più antichi, poterono essere usati dal nazionalismo per la costruzione di un passato nazionale. Le rivoluzioni classiche e gli esponenti sociali del nazionalismo Wehler vede il nazionalismo come una risposta alla crisi strutturale che coinvolse le società occidentali a partire circa dalla seconda metà del XVII secolo. L’erosione dell’antico ordine condusse alla delegittimazione dei sistemi di dominio, culminando nelle classiche rivoluzioni. Partendo dalla rivoluzione inglese, passando per quella americana (differenziabile per alcuni caratteri originali) e giungendo a quella francese, viene messa in luce una forte opposizione generale all’ormai obsoleto assolutismo monarchico (“ancien regime”), che si tradusse quasi sempre in guerriglie, esecuzioni dei sovrani e dei loro familiari, messa per iscritto di nuovi princìpi. Specie dagli ambienti intellettuali e dalle “classi determinate dal mercato” (il “terzo stato” di Sieyes) emerse la volontà/necessità della sovranità popolare, della repubblica, dell'applicazione di princìpi egualitari in forme di potere emanato dal basso. Queste società assursero a modelli di riferimento. Inizialmente il nazionalismo si diffuse tra gli intellettuali d'estrazione borghese, che esercitarono sempre un ruolo dominante nei relativi processi nazionali, in seguito, furono attratte anche componenti nobiliari. Solo in una terza fase però il campo d'influenza delle idee del nazionalismo si espanse considerevolmente, riuscendo a coinvolgere e mobilitare movimenti di massa. Religione politica Wehler individua alcuni caratteri fondamentali delle religioni come sistemi culturali, tra i quali spiccano quello di un’infallibile interpretazione del mondo (che esige il martirio per i più alti valori), il monopolio della vera dottrina rispetto alle concorrenti, il processo di aggregazione comunitaria (ricerca omogeneità, conseguente presa di distanza dagli out-groups) e la chiusura dello “iato generazionale” in un patto che va oltre i singoli. 4 Ogni società pioniera del nazionalismo fece ricorso, nella propria costruzione, alla secolarizzazione di elementi tratti dal magazzino simbolico della tradizione giudaico-cristiana, per dare stabilità alla fratellanza etnica interna. Palesi gli esempi dell’idea di “popolo eletto” o di “terra promessa”, che caratterizzarono la semantica della maggior parte dei nazionalismi. Vi fu anche una reinterpretazione del messianismo, la figura del redentore (ora lo stato nazionale) che conduce a un nuovo regno e/o prepara all’apocalisse. Malgrado le premesse egualitarie e di fratellanza avessero giocato un ruolo fondamentale nelle prime retoriche, i buoni propositi spesso fallirono nelle concrete rigidità delle gerarchie sociali. Un passato conveniente Nonostante i concetti di nazione e nazionalismo fossero nuovi fenomeni della modernità, paradossalmente, agli occhi dei loro protagonisti erano percepiti come antichissimi. Lo stato nazionale, orientato verso la propria “missione storica”, coesistette favorevolmente con le identità confessionali, regionali e tradizionali, ma si collocò sempre all’apice della scala valoriale. I precorritori del nazionalismo trassero dalle varie eredità etniche il “materiale grezzo” utile alle proprie costruzioni: il passato venne reinterpretato in un’illusoria visione uniforme di continuità di tradizioni, e gli elementi (i fatti storici o le tradizioni) sconvenienti vennero semplicemente adombrati.
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