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Totalitarismo e Regimi Autoritari: La Nascita del Terzo Reich e la Guerra Civile Spagnola, Appunti di Storia Contemporanea

La nascita e le caratteristiche dei totalitarismi e dei regimi autoritari negli anni '30, con un focus particolare sulla germania nazista e sulla guerra civile spagnola. Il documento illustra come la crisi economica e la ricerca di nuovi ordini politici e sociali portarono all'affermarsi di regimi caratterizzati da un forte controllo sul potere, sull'informazione e sulla cultura, e dalla scarsa considerazione per la vita umana e la dignità individuale. Vengono descritte le attrattive di questi regimi per giovani, intellettuali e piccoli borghesi, nonché le conseguenze disumane, come deportazioni, campi di concentramento e stermini di popolazioni intere. Il testo illustra inoltre come la guerra civile spagnola accelerò la corsa verso il secondo conflitto mondiale.

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 14/05/2022

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rossella-russo-10 🇮🇹

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Scarica Totalitarismo e Regimi Autoritari: La Nascita del Terzo Reich e la Guerra Civile Spagnola e più Appunti in PDF di Storia Contemporanea solo su Docsity! Totalitarismi e regimi autoritari Negli anni 30 in coincidenza col dilagare della crisi economica la democrazia visse la sua stagione più buia. In ampi strati dell’opinione pubblica si era diffusa la convinzione che i sistemi democratici fossero troppo deboli e inefficienti per tutelare gli interessi nazionali. Caratteristica fondamentale dei movimenti dei regimi chiamati fascisti, era il tentativo di proporsi come artefici di una rivoluzione che poteva dare vita a un nuovo ordine politico e sociale • Sul piano politico vi era un accentramento del potere nelle mani di un capo con un controllo sull’informazione e sulla cultura • Sul piano economico vi fu una soppressione della libera dialettica sindacale e di un complessivo rafforzamento dell’intervento statale in economia Questi regimi esercitarono una forte attrazione: - ai giovani in cerca di avventura - agli intellettuali bisognosi di certezza, - Ai piccoli borghesi delusi alla democrazia. Le nuove dittature offrivano la possibilità di riconoscersi in un capo, di essere inseriti in una cerchia basata sul merito e di incentrare un nemico come capro espiatorio In sostanza seppero capire le necessità della società di massa sfruttandone appieno gli strumenti di propaganda (canali di informazione e di istruzione), la radio e il cinema. Caratteristica fondamentale di questi regimi era la pretesa di dominare in modo totale la società di condizionandone non sono i comportamenti ma la stessa mentalità dei cittadini per questo definiti “totalitari”. Elemento caratterizzante dei regimi totalitari era la scarsa o nulla considerazione del valore della vita umana e della dignità dell’individuo. Si affermò per questo la tendenza a risolvere i problemi con ricorso della forza, con le deportazioni e i campi di concentramento e infine con lo sterminio di intere popolazioni di gruppi sociali Con la prima guerra mondiale si creò un assuefazione alla morte di massa e abituò i gruppi dirigenti e le opinione pubblica a ragionare in termini di efficienza collettiva più che di benessere dei singoli. Ci fu la diffusione del senso di nazionalità che creò nuovi problemi di convivenza fra gruppi etnici spesso risolti con il trasferimento forzato e la persecuzione delle minoranze da parte di Stati che si volevano omogenizzare Nazismo Si diffuse la pratica di eliminazione fisica dei soggetti ritenuti estranei alla comunità, pericolosi o semplicemente inadatti soprattutto nei regimi totalitari. Nella Germania nazista l’adozione di misure di sterilizzazione forzata o di soppressione di individui malati si inquadrava nel progetto di una società basata sulla purezza della razza e sulla vocazione di dominio. Alla base di questi orrori c’era la volontà di operare come un’unica massa agli ordini di un unico capo dotato di un potere assoluto incontrollato che costituiva l’obiettivo dei totalitarismi novecenteschi. Adolf Hitler dopo che andò in prigione per aver tentato di organizzare un colpo di stato a monaco di Baviera era un personaggio poco conosciuto a capo di una piccola formazione politica, il partito nazionalsocialista dei lavoratori tedeschi. Di lui si sapeva che era di origine austriaca e che aveva prestato servizio durante la guerra nell’esercito tedesco (e che aveva tentato senza successo di fare il pittore); 10 anni dopo lo stesso riceveva l’incarico di formare il governo. Fino al 1930 il partito chiamato anche nazista era un gruppo marginale che fondava la sua forza su un’organizzazione armata la SA (reparti d’assalto). Dopo il fallimentare tentativo di monaco Hitler aveva cercato (sull’esempio di Mussolini l’Italia) di dare al partito un volto più rispettabile. Nucleo centrale del suo programma era la denuncia del trattato di Versailles, la riunione di tutti i tedeschi in una nuova grande Germania e l’adozione di misure discriminatorie contro gli ebrei I suoi progetti a lungo termine erano esposti in un libro chiamato “la mia battaglia” scritto nei mesi del carcere e destinato a diventare un testo sacro del nazismo. Sostenitore di una concezione Darwiniana della vita come continua lotta in cui solo i forti sono destinati a vincere, Hitler credeva nell’esistenza di una razza superiore e conquistatrice, quella ariana, inquinata dalle razze inferiori. I caratteri dell’arianesimo erano per lui conservati nel popolo tedesco che avrebbe dovuto dominare sull’Europa e sul mondo; per realizzare questo sogno era necessario quindi schiacciare i nemici interni, primi fra tutti gli ebrei considerati un “popolo senza patria” causa della decadenza della civiltà europea. Inoltre i tedeschi avrebbero dovuto respingere le imposizioni di Versailles recuperando i territori perduti ed espandendosi. Con lo scoppio della crisi economica la maggioranza del popolo tedesco perse fiducia nella Repubblica e in questa situazione i nazisti fecero leva sulle paure della borghesia, sulla frustrazione dei ceti medi e sulla rabbia dei disoccupati. In questi anni le istituzioni parlamentari si indebolirono ulteriormente e la situazione economica stava precipitando 1 Confermato l’impossibilità di formare una qualsiasi maggioranza costituzionale iniziarono le elezioni per la presidenza della Repubblica; per sbarrare la strada a Hitler i partiti democratici elessero l’85enne Hindenburg con una vittoria schiacciante su Hitler. Egli cercò una via d’uscita dalla crisi. Nelle successive elezioni politiche i nazisti si affermarono come primo partito tedesco e lo stesso Hindenburg fini con il convincersi che senza di loro non era possibile governare. Dopodiché Hitler fu convocato dal presidente della Repubblica e accettò di capeggiare un governo in cui nazisti avevano solo 3 ministeri su 11; credettero (come in Italia con Mussolini), di neutralizzarlo. Per trasformare lo Stato liberale italiano in una dittatura Mussolini aveva impiegato circa 4 anni mentre a Hitler bastarono pochi mesi. L’occasione per una stretta repressiva fu offerta da un Incendio applicato alla sede del Reichstag (il parlamento nazionale). Le successive elezioni videro i nazisti con il 44% dei voti che erano abbastanza per assicurare il governo un’ampia base parlamentare.Hitler però mirava all’abolizione del parlamento e lo stesso appena eletto lo assecondò approvando una legge suicida che conferiva al governo i pieni poteri compreso quello di modificare la costituzione. Hitler dopodiché varò una legge che proclamava il partito nazionalsocialista come unico partito legale in Germania; successivamente con nuove consultazioni elettorali su lista unica aveva il 92% dei voti favorevoli. Di fronte a Hitler restavano però due ostacoli; - l’ala estremista del nazismo rappresentato soprattutto dalle SA che volevano una seconda ondata rivoluzionaria e che non erano disposti a sottomettersi al controllo dei poteri legali; - Hindenburg e i capi dell’esercito. Hitler che temeva l’autonomia delle SA, da qualche anno aveva provveduto nel formare una sua milizia personale le SS (squadre di difesa) e decise di risolvere il problema con un massacro nella notte dei lunghi coltelli dove i reparti delle SS assassinarono ed eliminarono le SA. Quando Hindenburg morì Hitler si trovò (in virtù di una legge emanata dal suo stesso governo) a cumulare le cariche di cancelliere e capo dello Stato e ciò significava l’obbligo per gli ufficiali di prestare giuramento a Hitler.La conseguenza fu che Hitler decise di assumere personalmente il comando supremo delle forze armate. Nacque così il terzo Reich, dove si realizzava quel principio del capo che costituiva un punto cardine della dottrina nazista in cui il capo era il Fuhrer (=duce) che sapeva esprimere le autentiche aspirazioni del popolo ed era la fonte suprema del diritto. Il rapporto tra capo e popolo passava esclusivamente attraverso la mediazione del partito e delle altre organizzazioni che avevano l’obiettivo di trasformare l’insieme dei cittadini in una comunità compatta e disciplinata. Gli ebrei concentrati soprattutto nelle grandi città con un prestigio nella società vennero completamente annientati attraverso la propaganda nazista che riuscì a risvegliare quei sentimenti di ostilità contro la diversità etnica e religiosa. La discriminazione fu ufficiale con le leggi di Norimberga che tolsero agli ebrei la nazionalità tedesca e i diritti politici proibendo i matrimoni fra ebrei e non ebrei. Successivamente fu impedito di avere attività industriali e commerciali, di esercitare professioni e ricoprire incarichi statali direttivi. Molti ebrei decisero di abbandonare la Germania. Ma la persecuzione subì un ulteriore accelerazione quando ci fu l’uccisione di un diplomatico tedesco a Parigi per mano di un ebreo; nella notte dei cristalli molte vetrine dei negozi appartenenti a ebrei furono infrante dalla furia dei dimostranti ma anche sinagoghe distrutte, abitazioni devastate e decine di ebrei uccisi e arrestati. L’unica soluzione per Hitler era la deportazione di massa e il progressivo sterminio del popolo ebraico. Altra mossa di Hitler era un programma per la difesa dell’integrità della razza attraverso la sterilizzazione forzata per i portatori di malattie ereditarie e anche la soppressione dei malati di mente classificati come incurabili ma, queste pratiche suscitarono reazioni di rivolta in cui il regime dovette sospendere il programma di “eutanasia”; fu uno dei rari casi in cui si manifestò una frattura tra il popolo e il regime che di solito poggiava su un’ampia base di consenso. I cattolici finirono per adattarsi a regime incoraggiato anche dall’atteggiamento della chiesa di Roma che stipulò un concordato con il governo nazista assicurandosi -la libertà di culto -la non interferenza dello Stato negli affari interni del clero Anche se, dopo le condanne di Pio XI i cattolici vennero perseguitati La debolezza dell’opposizione al nazismo era causata • dalla vastità dell’efficienza dell’apparato repressivo, • dai campi di concentramento i lager dove gli oppositori venivano rinchiusi e, • un evidente ripresa economica grazie all’impulso dato ai lavori Pubblici e alla politica di riarmo in cui alla vigilia della seconda guerra mondiale era stata raggiunta la piena occupazione, • la capacità del nazismo di imporre formule miti capaci di toccare le corde profonde dell’anima popolare dove si instaura la tradizione culturale nazista • La Stampa fu sottoposta uno strettissimo controllo inglobata in un unico apparato alle dipendenze del ministero 2
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