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Il ruolo delle donne nella società vittoriana e l'umanitarismo: soccorso e valori, Sintesi del corso di Antropologia Culturale

Il ruolo delle donne nella società vittoriana attraverso il loro impegno nel soccorso in india e nella guerra di crimea. Inoltre, descrive la nascita della croce rossa e il suo ruolo nell'umanitarismo, con particolare attenzione alla partecipazione femminile e all'assistenza alle vittime di disastri naturali. Il testo illustra come l'umanitarismo ha influenzato la cooperazione internazionale e la nascita di organizzazioni come oxfam e unrra.

Tipologia: Sintesi del corso

2023/2024

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Scarica Il ruolo delle donne nella società vittoriana e l'umanitarismo: soccorso e valori e più Sintesi del corso in PDF di Antropologia Culturale solo su Docsity! SINTESI COMPLETA DI S. Salvatici, Nel nome degli altri. Storia dell’umanitarismo internazionale Esame di ANTROPOLOGIA CULTURALE (UNIVERSITA’ DI ROMA LA SAPIENZA) ARCHEOLOGIA DELL’UMANITARISMO INTERNAZIONALE Nel corso del XVIII sec il rifiuto della sofferenza è entrato a far parte della cultura moderna. La circolazione di opere teatrali, politiche, romanzi che raccontano storie drammatiche, che fanno appello al coinvolgimento emotivo dei lettori, danno forma ad una nuova <<cultura della sensibilità>>. Gli esseri umani sono naturalmente inclini a partecipare al dolore degli altri e a giudicarlo inaccettabile. Assistenza = Dovere morale Risveglio Evangelico = Movimento religioso che intendeva risvegliare dal sonno spirituale le chiese nate dalla riforma. I seguaci consacravano la propria vita ad opere di evangelizzazione, basando la propria vita sui principi morali della Bibbia come la pietà autentica. Le iniziative avevano due scopi: 1) Cercare di garantire aiuto ai bisognosi 2) Cambiare l’ordine della realtà all’origine di tanto dolore (abolizione della pena di morte per esempio) Queste nuove azioni umanitarie non rimasero circoscritte in singole comunità, diventano realtà che superano i confini nazionali. Es. il movimento antischiavista e la filantropia coloniale (opera svolta da missionari nei territori imperiali) Concetto di umanitarismo nel tempo: Oggi →azione volta a dare aiuto ad altri esseri umani Ottocento →umanitarismo = emozioni provate difronte alla sofferenza altrui – partecipazione spontanea al dolore CAPITOLO I SALVARE L’UMANITA’ E ABOLIRE LA SCHIAVITU’ Movimento antischiavista – fine XVII sec. Regno unito: 1783: prima petizione contro la tratta 1807: abolizione del commercio degli schiavi 1834: abolizione della schiavitù in tutti i territori dell’impero britannico. 1834→ Society for promoting female education in the est, prima istruzione ad avere autorizzato la partenza regolare di solo donne. Le donne acquistarono un ruolo di primo piano tanto nei movimenti antischiavisti, tanto nella filantropia coloniale. Ciò implicava per le donne un accesso a spazi inesplorati e la limitazione del proprio operato a settori considerati prettamente femminili (cura dei bambini, assistenza etc). 1865 - America→ Women ‘s missionary federation, svolgeva la propria attività in Cina, Sud Africa, Madagascar, Alaska e nelle riserve indiane (evangelizzazione, assistenza e civilizzazione) Nel 1890 la popolazione delle missioni era composta per 2/3 da donne; insegnanti, infermiere, ostetriche, educatrici che amministravano scuole, ambulatori, orfanotrofi ed avevano il compito di tenere informati i sostenitori delle missioni. UMANITARISMO DI GUERRA CAPITOLO III LA GUERRE ET LA CHARITE’ Nel 1853 l’inglese Florence Nightingale (La signora con la lanterna) aveva organizzato una squadra di 34 infermiere volontarie che erano partite per la Turchia per soccorrere i militari nella guerra di Crimea. Queste donne non si erano limitate a curare i soldati feriti, ma avevano cercato di promuovere la competa riorganizzazione degli ospedali militari. 1863, nascita della croce rossa→ Henry Dunant, insieme ad altri quattro cittadini svizzeri (il giurista Moynier, il generale Dufour e i medici Appia r Maunoir) creò un comitato di soccorso dei militari feriti in guerra, chiamato comitato dei cinque, che in seguito si trasformò nel comitato internazionale della Croce Rossa. Il motivo che spinse Dunant a fondare il comitato fu la carneficina a cui assistette durante la battaglia di Solferano. L’intento dell’organismo non era quello di fermare la guerra, bensì di umanizzarla: nel documento “la guerre et la charité”, argomentavano la necessità di contrastare la crudeltà della guerra, senza esprimere un’esplicita condanna nei confronti di quest’ultima. Nel 1863 il comitato organizzò, grazie alle fitte reti di contatti dei suoi membri, una conferenza internazionale a Ginevra per promuovere il programma. Il documento proposto prevedeva la costituzione in ogni paese di associazioni volontarie che in tempo di guerra sarebbero state chiamate a coadiuvare i servizi medici degli eserciti, per provvedere adeguatamente al soccorso dei feriti. La prima convenzione di Ginevra indicò la croce rossa in campo bianco come segno di distinzione del personale e dei mezzi di soccorso; questo emblema riprendeva la bandiera svizzera con i colori invertiti e nello stesso tempo riproponeva un importante simbolo della cristianità. Uno dei temi più dibattuti riguardava il tipo di attività da condurre in tempi di pace. Fu deciso che le singole società dovessero portare avanti con continuità le attività volte a raccogliere donazioni e la preparazione del personale. La razionalità e il rigore erano considerati requisiti fondamentali per la buona riuscita delle operazioni di soccorso e le capacità richieste ai volontari venivano individuate di conseguenza. I volontari dovevano essere competenti, efficienti e dotati di spirito imprenditoriale. Florence Nightingale non era pienamente d’accordo con la formazione di associazioni indipendenti dallo stato; secondo lei, il ruolo svolto dalle associazioni private di soccorso avrebbe offerto maggiori possibilità di intraprendere nuove guerre e le formazioni volontarie previste da Dunant avrebbero assolto un compito che doveva invece ricadere sulle spalle dei governi. Nella prima fase dell’umanitarismo di guerra la croce rossa fu l’attore, ma non l’unico. Il lavoro svolto dal Friends’ War Victims’ Relief Fund ci mette difronte ad una concezione dell’assistenza delle vittime di guerra diversa da quella promossa dal cicr. I Friends non rivolgevano le loro cure ai soldati, feriti o ammalati, ma ai civili costretti a sfollare, impoveriti dallo sforzo bellico. La guerra Franco-Prussiana del 1870-71 segnò il punto di svolta nella storia delle operazioni di soccorso. 12 su 15 associazioni affiliate al simbolo della croce rossa si mobilitarono per soccorrere i feriti della guerra. Il primo dispiegamento su larga scala delle operazioni di soccorso delle vittime di guerra portò sullo scenario di guerra una significativa presenza femminile. La partecipazione femminile alle operazioni di soccorso da un lato apriva alle donne nuovi ambiti di competenza, incoraggiando il loro allontanamento dalla sfera domestica; dall’altro lato l’assegnazione delle mansioni di diverso ordine e grado rafforzava le asimmetrie di genere, perché veniva ratificata la connotazione femminile del lavoro di cura, a cui si attribuiva una qualifica inferiore. La priorità delle associazioni era di soccorrere le vittime di guerra, ma alcune di esse si occupavano anche dell’assistenza alle vittime di disastri naturali→ American Red Cross (ARC) (aiuto ai civili in caso di calamità) la cui prima presidente fu Clara Barton. Per il governo americano l’arc era solo una delle tante associazioni filantropiche. Le cose cominciarono a cambiare con la guerra ispano-americana, anche se le autorità militari statunitensi ridussero al minimo i compiti del personale della croce rossa, che dunque destinò la maggior parte delle cure ai civili cubani. Dopo poco il congresso ratificò il nuovo statuto dell’american red cross, che sanciva una forma di partenariato con il governo federale. La svolta definitiva si ebbe quando la fine della lunga presidenza di Clara Barton concise con una nuova revisione dello statuto che assegnò la gestione dell’arc a un comitato centrale composto pe un terzo di membri di nomina governativa. Il primo conflitto mondiale rappresentò una fase cruciale nell’affermazione della croce rossa come organizzazione di soccorso per eccellenza. Il cicr e le società nazionali videro aumentare significativamente il consenso nei loro confronti. Nascita di nuove organizzazioni in America ↓ • American Friends Service Committee: riuniva i quaccheri americani. • American Jewish Joint Distribution Committee: accoglieva le richieste di aiuto della popolazione ebraica colpita dagli eventi bellici in Europa e in Medio Oriente. • Young Men’s Christian Association (YMCA): associazione filantropica intenzionata a sottrarre alla corruzione morale i giovani uomini richiamati nelle città dalla rivoluzione industriale, offrendo loro forme di intrattenimento adeguate. Il lavoro della YMCA acquisì particolare importanza nell’assistenza ai prigionieri di guerra. CAPITOLO IV CAOTICI ANNI DI PACE Nata dall’associazione delle potenze uscite vincitrici dalla guerra mondiale, la Società delle Nazioni ebbe un ruolo cruciale nel promuovere l’umanitarismo come materia di cooperazione tra i diversi paesi. Anche le associazioni private nate tra le due guerre ebbero un ruolo importante: questi erano organismi temporanei nati in risposta alle singole emergenze, come la Near East Relief che offriva assistenza ai profughi dell’Asia Minore; o la Save the Children Fund, fondata a Londra nel 1919 nell’ambito di una campagna per assistere i bambini di tutta l’Europa. L’organizzazione riformulò presto la propria missione dandosi degli obiettivi a lungo termine. La fine della guerra non aveva affatto posto fine alla grave condizione di bisogno della popolazione civile. In larga parte dei paesi europei la denutrizione e le epidemie continuavano a mantenere alto il tasso di mortalità. Per far fronte a questo problema, il filantropo americano Henry Davison propose una revisione delle priorità delle singole croce rosse, proponendo di fondare una croce rossa internazionale volta ad aiutare i bisognosi di tutto il mondo. Tuttavia, non si intendeva stravolgere l’intero sistema e l’organizzazione della croce rossa. In occasione del congresso delle società nazionali tenutosi a Cannes nel 1919, la proposta di Davison fu approvata e a seguito nacque la Lega delle società della Croce Rossa, organismo progettato per fare dell’umanitarismo uno dei perni della nuova cooperazione tra stati. Purtroppo il Circ utilizzò la sua autorevolezza e la sua forza diplomatica per ridurre il più possibile il mandato della Lega; il progetto di creare una controparte umanitaria della società delle nazioni non riuscì dunque a decollare, ma fu la stessa SDN ad assumere un ruolo di primo piano degli aiuti internazionali, assumendosi il compito di garantire agli stati membri pace e sicurezza. La Società delle Nazioni costituì un organo, l’Organizzazione della Sanità, che contribuì a veicolare le nozioni condivise di medicina preventiva e salute pubblica maturate all’interno del mondo occidentale. Altre tre organizzazioni intervennero in soccorso dei DPs: • Joint: divenne il centro di raccolta di donazioni destinate agli ebrei sopravvissuti allo sterminio. • YMCA: organizzò attività sportive e di intrattenimento per bambini. • British Friends Relief Service: realizzò programmi educativi e corsi di formazione professionale. DALL’EUROPA AL TERZO MONDO Alla fine degli anni sessanta, i conflitti armati che scuotevano il fragile assetto postcoloniale riportarono al centro dell’azione umanitaria i soccorsi alle vittime di guerra. Il soccorso alle vittime della guerra civile in Nigeria (guerra del Biafra) sancisce lo spostamento del raggio d’azione delle agenzie umanitarie orientandolo verso regioni extraeuropee. Seguirono i soccorsi alle vittime della secessione in Bangladesh, la guerra India-Pakistan, la caduta del regime di Pol Pot e l’occupazione vietnamita in Cambogia. CAPITOLO VI COMBATTERE LA POVERTA’ E LA FAME Secondo una corrente di pensieri americana, gli aiuti internazionali per il progresso delle popolazioni primitive potevano costituire un antidoto all’estensione del comunismo, che trovava un terreno di coltura favorevole proprio nel disagio sociale. Al contempo, l’aumento della produttività e del benessere garantito dagli aiuti avrebbe coinciso con il trionfo dell’economia e della democrazia liberale su scala sempre più ampia→ Usa e Russia si contendono gli aiuti (guerra degli aiuti): le due superpotenze individuarono nel trasferimento di tecnologia, competenze e risorse verso i paesi arretrati uno strumento potente per espandere il proprio sistema economico e sociale→ le dinamiche della guerra fredda impressero un carattere ideologico più marcato alla concezione di aiuti come veicolo del miglioramento delle condizioni dei popoli. Negli anni 50 lo sviluppo fu il tema dominante nelle agenzie internazionali di carattere umanitario→ ILO (International Labour Organization): sviluppo socioeconomico dei paesi arretrati. Sviluppo che non riguardava solo l’economia, ma implicava una profonda trasformazione socioculturale che avrebbe dovuto costituire l’indispensabile premessa per l’affermazione della democrazia, L’ILO si concentrò sul settore industriale, promuovendo il potenziamento attraverso l’assistenza tecnica e la formazione professionale. L’erogazione di assistenza tecnica caratterizzò l’approccio delle agenzie umanitarie come la WHO (World Health Organization). La who nasceva dalla fusione di tre preesistenti istituzioni: 1) Ufficio di igiene pubblica 2) Organizzazione della sanità della Società delle Nazioni 3) Health Division dell’UNRRA Introduceva un mutamento significativo nell’approccio internazionale alla salute pubblica→ l salute rientrava nella sfera delle responsabilità dei governi e in quella dei diritti dei cittadini. Un esempio della politica di assistenza della WHO è la campagna mondiale contro la malaria. Freedom From Hunger Campaign: (1960) Assicurare a tutta la popolazione mondiale il nutrimento sufficiente per una sopravvivenza dignitosa. Promossa dalla Fao ↓ Fao: (1943 - Aveva ereditato le funzioni dell’Istituto internazionale dell’agricoltura, nato in Italia nei primi decenni del 900) Organismo incaricato di amministrare le politiche alimentari mondiali, dotato di pieni poteri per fissare i prezzi delle derrate, acquistare il surplus produttivo e ridistribuirlo globalmente. Programma della Fao: • Risoluzione definitiva della fame nel mondo • Approccio internazionale al problema • Aiutare le nazioni a conseguire il livello di produzione necessario a nutrire adeguatamente tutta la popolazione, in modo da non dover dipendere dalle importazioni Campagna della Fao: • Sviluppo rurale • Ricerca scientifica • Informazione pubblica Gli aiuti allo sviluppo avevano contribuito a fare del terzo mondo il terreno d’elezione dell’umanitarismo, incoraggiando il costruirsi di nuove associazioni e rafforzando una rete di relazioni che comprendeva organizzazioni non governative, le nazioni unite e i governi nazionali. CAPITOLO VII EMERGENZE UMANITARIE Nel 1968 i missionari ebbero un ruolo fondamentale nell’attrarre l’attenzione del mondo occidentale sulla tragedia che si stava consumando in Biafra. Storia→ Nel 1960 la Nigeria aveva ottenuto l’indipendenza dalla Gran Bretagna ed era diventata una repubblica federale. Nei confini dello stato neonato erano racchiusi gruppi di popolazioni diversi per etnia, religione e organizzazione socioeconomica. L’esplosione di alcune tensioni interne nel 1966, erano culminate in un aperto attacco nei confronti degli Igbo da parte delle etnie più rappresentate nel governo federale. Nel 1967 le regioni popolate dagli Igbo avevano proclamato la loro indipendenza dalla Nigeria e avevano preso il nome di Repubblica del Biafra. La Repubblica del Biafra si affidò ad un agenzia privata per divulgare foto testimonianza (immagini di donne e bambini dilaniati dalla fame) delle condizioni in la popolazione si trovava dopo questi scontri (il forzato isolamento geofisico aveva portato alla scarsità di sostentamenti). La Repubblica del Biafra acquistò rapidamente la solidarietà di molti, ma tutto questo servì solamente ritardare la sconfitta nella guerra militare. L’ONU decise di non prestare soccorso e di mantenere le distanze da una guerra che vedeva due posizioni contrastanti: il Regno Unito (che a causa della perdita di quei territori decise di non intervenire) e la Francia (che sosteneva l’importanza di soccorrere la popolazione). Furono le organizzazioni non governative a costituire il propulsore dei soccorsi per il Biafra. Per permettere il passaggio di derrate però, era necessaria una trattativa Nigeria-Biafra. Ad assumersi l’incarico di gestire le trattative per definire un piano accettabile sia dalla Nigeria sia dalle autorità biafrane fu il comitato internazionale della croce rossa. Il comitato fece partire un proprio ponte aereo per raggiungere le zone del Biafra ma fu ben presto abbattuto dall’esercito nigeriano. Nel 1970 la Repubblica del Biafra fu sconfitta dall’esercito federale e il suo territorio venne riannesso alla Nigeria→ l’embargo ebbe fine e nella regione i viveri ricominciarono a circolare.
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