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Neoclassicismo: lo stile artistico del XVIII secolo, Schemi e mappe concettuali di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche

Il neoclassicismo è un movimento artistico che si sviluppa intorno alla metà del xviii secolo e si conclude con la fine dell'impero napoleonico nel 1815. Caratterizzato dall'adesione ai principi dell'arte classica, il neoclassicismo cerca l'essenzialità delle forme e la loro funzionalità. La vera fonte della grandezza classica è individuata nell'arte greca. Il neoclassicismo non è solo una corrente artistica, ma è anche un movimento teorico, con johann joachim winckelman come massimo teorico, archeologo e storico dell'arte. In questo documento viene descritto il neoclassicismo attraverso le opere di artisti come canova, david e ingres, e attraverso le loro opere si può capire come il neoclassicismo sia un movimento che cerca di riproporre i valori etici e la bellezza dell'antichità.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2021/2022

Caricato il 23/03/2024

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alice-zara-2 🇮🇹

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Scarica Neoclassicismo: lo stile artistico del XVIII secolo e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche solo su Docsity! NEOCLASSICISMO Nel campo artistico si sviluppa intorno alla metà del XVIII secolo (1700) e si conclude con la fine dell’impero napoleonico nel 1815. Ciò che contraddistingue lo stile artistico di quegli anni fu l’adesione ai principi dell’arte classica. Con il neoclassicismo si fanno rivivere i principi: 1. Dell’armonia 2. Dell’equilibrio 3. Della proporzione Erano i 3 principi fondamentali dell’arte classica (greci e romani), inoltre con il neoclassicismo si ricerca l’essenzialità delle forme e la sua funzionalità. Il motivo principale di questo rinato interesse dello studio dell’antichità classica, furono le numerose scoperte archeologiche che segnarono il secolo: scoperte archeologiche di Ercolano, di Pompei, e di villa Adriana. Inoltre ci furono numerosi reperti archeologici provenienti dalla Grecia che vennero esposti nei principali musei europei.  La vera fonte della grandezza classica fu individuata nell’arte greca. Il neoclassicismo riflette la mentalità illuminista e rifiuta gli eccessi del barocco come un movimento eccessivamente fantasioso e complicato. Nel campo artistico il neoclassicismo nacque come desiderio di un’arte più semplice e pura, ma comunque grandiosa come quella che si esercitava in età classica.  Il barocco apparve agli occhi neoclassici una degenerazione stilistica che pur partita dai principi della classicità rinascimentale era andata deformandosi per la ricerca dell’effetto spettacolare e illusionistico (spettacolarità, illusionismo), il neoclassicismo quindi rifiuta gli eccessi delle caratteristiche barocche. L’arte neoclassica divenne lo stile ufficiale dell’impero napoleonico e venne utilizzato per celebrare il potere imperiale. L’arte ora è al servizio della propaganda politica. Questo secolo viene ricordato per i lumi della ragione, quindi dal punto di vista culturale la seconda metà del 700 è dominata dall’ illuminismo, ossia quella corrente di pensiero nata a partire da quelle esperienze intellettuali del barocco, fondate sulla valorizzazione della ratio, ragione, e sulla concretezza dell’esperienza.  l’illuminismo riconosce il primato della ratio, come strumento fondamentale di conoscenza e di controllo del mondo. Divenne lo strumento per raggiungere la verità e liberarsi dagli errori generati dall’ ignorata a dai pregiudizi e da ogni e dogma. Tuttavia, l’illuminismo non si esaurì nel culto della ragione, ma rivolse l’attenzione anche alla physis, natura.  Infatti, la natura si rivelò il primitivo, l’innocenza originaria dell’uomo da contrapporre alla civiltà moderna sempre più regolata dalla razionalità e dall’organizzazione scientifica. La natura venne considerata come matrice della sensibilità profonda dell’uomo, dei suoi sentimenti e delle sue passioni più elementari. Il neoclassicismo non fu soltanto una corrente artistica, ma fu anche un movimento teorico: il massimo teorico, archeologo e storico dell’arte tedesco, il cui nome fu Johann Joachim Winckelman (1717-1768). - Secondo questo importante storico, le opere classiche greche e romane sono da considerarsi non testimonianze di civiltà scomparse, ma come opere d’arte di alto valore e interesse per gli artisti contemporanei. Due sono i concetti chiave che fanno parte delle idee estetiche di questo storico dell’arte, che possono sintetizzarli in due concetti chiave: 1. Bellezza ideale (QUAL è L’IDEALE DI BELLEZZA SECONDO WILNCKELMANN?) secondo lui è il modello di perfezione puro, privo delle imperfezioni della natura e della storia. La bellezza quindi non si ottiene riproducendo il bello naturale, ma operando una sintesi dei singoli aspetti del bello presenti in natura. Ovvero l’arte greca vista come modello di bellezza superiore da imitare però imitare non significa copiare, ma comprendere in profondità il modello classico e restituirne lo spirito. 2. Imitazione ANTONIO CANOVA Nacque a Possagno in provincia di Treviso nel 1757 e mori nel 1822. Nell’estetica neoclassica, la scultura riveste un ruolo di primo piano perché gli artisti videro in essa la forma principale nella quale si era attuato l’ideale di bellezza greca. Su tali convinzioni pesarono le teorie di Winckelmann che giudicava la scultura come forma d’arte più alta in quanto imitazione di ciò che vi è di più bello, ovvero il corpo umano. Sul piano teorico, come punto di vista formale e stilistico dominarono gli ideali di purificazione e semplificazione. In scultura si esclusero sia le finezze, sia le estrosità e il forte dinamismo del barocco in favore ora dei valori di grazia, armonia compositiva e infine compostezza formale. Il caposcuola protagonista principale della scultura neoclassica fu Antonio Canova. Canova elaborò un linguaggio plastico che per la qualità dei risultati influenzo la cultura figurativa occidentale. L’opera di Canova si fonda principalmente su un’approfondita riflessione sull’antico e su uno studio dei modelli classici he gli permisero di aprirsi a nove sperimentazioni sul movimento, sulle composizioni, sulla resa dei sentimenti e della grazia. Le Tre Grazie DATA:1814-1817 MATERIALE: marmo ALTEZZA:173 cm UBICAZIONE: Londra Victoria and Albert museum. L’idea di bellezza per Canova è il gruppo scultoreo raffigurate le 3 grazie Simboleggiano la grazia, l’attrazione amorosa e la bellezza. Ancelle di venere, avevano il compito di trasmettere gioia e bellezza agli esseri umani. In Canova le 3 grazie rappresentano la bellezza ideale e perfetta che solo l’arte è in grado di far rivivere nel presente. Negli stessi anni in cui il Canova realizzava questo gruppo scultoreo, Ariosto pur ispirandosi a Canova diede una lettura allegorica più moderna del mito; infatti, nel poema incompiuto di Foscolo “le grazie” scritto nel 1812, narra le 3 dee che avevano un tempo liberato il genere umano dallo stato di Al di sopra il corteo funebre è assistito dalla felicità celeste, che accompagnata da un bambino reca il volto di Maria Cristina. Inoltre, il volto di Maria Cristina è circondato da un serpente, che si morde la coda e che simbolicamente allude all'universo e all'eternità. Tutti i componenti della dolente processione sono legati tra di loro da una ghirlanda di fiori e sono indicati tutti a camminare su un telo, che steso sulla gradinata, come una sorta di velo semi-trasparente, sottolinea la continuità tra la vita e la morte. La scultura offre una sintesi tra la visione classica e quella cristiana della morte, cioè da una parte è raffigurato il corteo funebre, dall'altra parte la porta verso la quale si dirigono i personaggi, che simboleggia il mistero della morte e la vita eterna verso cui tendono i credenti. JAQUES-LOUIS DAVID Nasce a Parigi nel 1748 e muore a Bruxelles nel 1825 all'età di 77 anni. È un pittore francese e come Canova è uno dei massimi esponenti della pittura neoclassica. Riceve un'ottima istruzione e fu, fin da bambino, eccellente nel campo del disegno e dopo aver studiato presso artisti già affermati, entrò a frequentare accademie. L'esperienza fondamentale per la sua formazione artistica pittorica fu un soggiorno a Roma, che durò cinque anni, durante il quale David studiò le antiche rovine, la scultura classica e quindi i grandi capolavori dell'arte italiana. Per cui elabora uno stile pittorico, ispirato all'arte greca classica e ai grandi maestri della pittura italiana del 500 e del 600. La vita di David si svolge in un periodo tumultuoso della storia europea, nel 1789 a Parigi esplode la Rivoluzione Francese a cui il pittore partecipò attivamente. In questo periodo David dipinge tele dedicate ai condottieri politici morti per la Rivoluzione e fra queste spicca "Marat assassinato", considerato uno dei più grandi capolavori di David. Nel 1799 salì al potere Napoleone Bonaparte e David vede in lui l'uomo giusto per guidare la Francia e ne divenne il pittore ufficiale. David ritrae Napoleone in numerose opere che mettono in evidenza le sue imprese e la sua figura da capo. Dopo la caduta di Napoleone Bonaparte (1815), David si trasferisce a Bruxelles, dove dipinge opere con soggetti mitologici. David non si limita a recuperare le forme degli antichi, ma anche dei valori etici. David vuole riproporre nei suoi dipinti non solo la bellezza, ma anche il mondo dei valori dell'antichità, tra cui il valore dell'uomo eroe, che combatte per la propria patria a costo della propria vita, in questo senso vanno intese le sue tele, ispirate a personaggi dell'antica Grecia Il giuramento degli Orazi DATA: 1784-1785 TECNICA: olio su tela UBICAZIONE: Louvre di Parigi David preferisce dipingere soggetti ispirati alla storia antica, perché il pittore raffigura il giuramento degli Orazi, ossia un episodio storico, che appartiene alla storia di Roma. Nel VII secolo a. C., durante il regno di Tullio Ostilio i tre fratelli romani Orazi, furono scelti per combattere contro i tre fratelli Albani Curiazi, per decidere le sorti della guerra tra Roma e Albalonga, senza provocare ulteriori spargimenti di sangue. I tre Curiazi morirono e uno solo si salvò, decretando la vittoria della città di Roma. Il momento rappresentato da David è quello in cui al centro il padre consegna le spade ai fratelli, mentre questi giurano di combattere eroicamente per la propria patria. I colori utilizzati dal pittore sono limpidi, illuminati da una luce intensa, che è ripresa da Caravaggio. I sentimenti che esprimono i personaggi vanno dalla determinazione, che si legge negli occhi dei personaggi raffigurati, al dolore delle donne che piangono all'estrema destra. Nel dipinto non c'è nulla di decorativo o sontuoso, in quanto serve al pittore ad indirizzare l'attenzione dell'osservatore non tanto verso l'aspetto esteriore del dipinto, ma quanto sul suo contenuto morale. Le figure sono disposte su tre spazi differenti secondo la tripartizione formata dal portico che si vede sullo sfondo del dipinto, formato a sua volta da un susseguirsi di archi, separati tra di loro per mezzo di pilastri. Il punto di fuga della prospettiva centrale si colloca tra le mani e le spade e anche le linee del pavimento contribuiscono a dar maggior valore alla prospettiva. La Morte Di Marat DATA: 1793, TECNICA: olio su tela UBICAZIONE: Museo Reale delle Belle Arti del Belgio. L'opera risulta essere uno dei quadri più compiuti del pittore, il protagonista principale del dipinto è Marat, per cui David lo celebra. Marat fu uno dei principali protagonisti della Rivoluzione Francese e venne pugnalato il 13 luglio 1793 da una giovane girondina, Charlotte Corday. La donna appartenente al gruppo rivoluzionario dei girondini, ritiene Marat responsabile della sconfitta della propria fazione e degli eccessi della guerra civile. Poco dopo Charlotte sarà ghigliottina. David dipinge l'opera sotto l'impressione viva del fatto, tra luglio e ottobre di quell'anno e rispetto al titolo con cui il dipinto è noto nel mondo della storia dell'arte "La morte di Marat", la scritta sul tavolino ha un significato più preciso, perché David non vuole presentare l'azione omicida, ma le conseguenze che ci furono dopo, non narra un fatto, ma invita ad una riflessione sul sacrificio di chi è stato uomo superiore fino al momento supremo. Marat giace riverso nella sua vasca da bagno, dove era costretto a passare gran parte della giornata, per curare con l'acqua calda una grave infezione cutanea, ciò esprime la forza morale dell'uomo, che superando la sofferenza fisica prosegue la sua opera a favore del popolo. Nella mano destra tiene ancora la penna, mentre nella sinistra la lettera con cui l'assassina si è presentata davanti ai suoi occhi. Il foglio è macchiato parzialmente di sangue, lo stesso che probabilmente inzuppa il lenzuolo dentro la vasca. L'alto senso drammatico, il silenzio che segue l'azione, l'incredulità dell'accaduto sono raggiunti da David con la massima semplificazione compositiva. Nel dipinto non c'è ambientazione scenica, ma sono presenti pochi elementi essenziali, tra cui la vasca con Marat al suo interno, il lenzuolo parzialmente macchiato di sangue, il panno verde che ricopre l'asse adattata allo scrittoio, la povera cassa in legno, che funge da scrittoio con un calamaio nella parte sovrastante, un foglio ed una penna. Mentre in basso, al centro vi è l'arma con la quale venne assassinato Marat. Tutta la scena è strutturata dalla presenza di poche linee, che si incontrano ad angolo retto, divenendo sempre più fitte a sinistra, in corrispondenza del volto di Marat. A Roma David ebbe modo di studiare i più grandi pittori del 500 e del 600, per cui nella postura del giovane fa dei relativi riferimenti a quegli artisti. David riflette sulla Deposizione di Caravaggio, e come Caravaggio David utilizza la luce per dare forza e significato al soggetto, illuminando il soggetto principale, che si trova sul fondo scuro e vuoto, che trasmette il senso di tragedia e drammaticità. Dal punto di vista iconografico il braccio destro abbandonato richiama non soltanto Caravaggio, ma anche la Pietà di Michelangelo Buonarroti, ed è anche un chiaro riferimento alla Deposizione di Raffaello Sanzio. Napoleone a cavallo DATA: 1800-1802 TECNICA: olio su tela UBICAZIONE: Versailles, nel Museo de l'Arme. David divenne pittore ufficiale di Napoleone e realizzò parecchi dipinti, uno dei più importanti fu Napoleone che valica il San Bernardo. Ci troviamo di fronte ad un ritratto equestre, dove è raffigurato Napoleone Bonaparte, nel momento in cui sta attraversando il colle del gran San Bernardo con l'armata che si vede quasi in secondo piano, più piccola rispetto al soggetto del dipinto. Napoleone attraversa il colle in sella, con sicurezza, disinvoltura, mentre il cavallo è nervoso. Napoleone indossa una divisa e porta un ampio mantello svolazzante al vento. David vuole metterci in mostra la forza del primo console, ritraendolo come un eroico condottiero al valico del gran San Bernardo. Il volto di napoleone è sereno e tranquillo e l'espressione del cavallo è tesa. I soldati che salgono verso sinistra sono più piccoli perché sono dipinti nella loro fragile umanità. Napoleone per rafforzare la sua fama, fece dipingere su delle rocce i nomi di Carlo Magno, che passò attraverso le Alpi con le sue truppe nel 773, per combattere contro i Longobardi. Inoltre, sempre in basso si legge il nome di Annibale il cartaginese, che in occasione della Seconda Guerra Punica nel III secolo a.C. giunse in Italia attraversando le Alpi per sfidare i romani. JEAN AUGUSTE DOMINIQUE INGRES Fu un allievo di David, visse tra il 1780 e il 1867. Anche Ingres, come il suo maestro David si formò per lungo tempo in Italia, e fu anch'egli influenzato dalle lezioni dell'arte classica greca e romana e dall'arte rinascimentale. Il neoclassicismo in Ingres è evidente soprattutto nella chiarezza della linea, però nello stesso tempo tradisce l'insegnamento del suo maestro David perché Ingres fa uso esclusivo di colori pallidi e delicati, un'altra novità del pittore è che la profondità del dipinto è quasi assente.
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