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Neoclassicismo e Preromanticismo (1700/1800), Appunti di Italiano

Ilperiodo storico del Neoclassicismo e Preromanticismo, che si sviluppa tra il 1700 e il 1800. Si tratta di un periodo di crisi e di cambiamento, caratterizzato da importanti eventi come la Rivoluzione Francese, l'esperienza napoleonica e la Rivoluzione Industriale. le principali correnti artistiche e letterarie del periodo, tra cui il classicismo, il preromanticismo e l'illuminismo. Inoltre, si approfondiscono le opere di alcuni importanti autori come Winckelmann, Foscolo, Monti e Pindemonte.

Tipologia: Appunti

2020/2021

In vendita dal 07/09/2022

riki.setzu
riki.setzu 🇮🇹

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Scarica Neoclassicismo e Preromanticismo (1700/1800) e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! Neoclassicismo e Preromanticismo (1700/1800) Si tratta di un periodo centrale nella storia, infatti si verificano in questo periodo tre fatti importanti: • La rivoluzione francese • L’esperienza napoleonica • La rivoluzione industriale (per gli aspetti economico-sociali) Si verifica una crisi con una messa in discussione di aspetti passati ma anche preparazione ad aspetti nuovi. La rivoluzione francese ha dato vita a i tre ideali: fraternità, libertà e uguaglianza. La libertà indirizzava alla libertà dei popoli, che porterà poi al nazionalismo; l’uguaglianza ha dato vita al pensare all’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge; la fraternità va un pò a perdersi. Rousseau è stato uno dei principali teorici illuministi della democrazia radicale, anche se ci fu anche Montesquieu ma in maniera più rappresentativa. Napoleone ha istituito una monarchia peggio dell’impero, ha sfruttato una guerra, per molti è un traditore della rivoluzione francese (predica bene ma razzola male in sostanza). Il neoclassicismo e il preromanticismo a volte prenderanno spunto dall’illuminismo e talvolta invece polemizzeranno e criticheranno quest’ultimo. L’Arcadia nel primo 700 è stata promotrice del classicismo, che richiamava il mondo dei pastori e la campagna. L’Arcadia naturalmente essendo diciamo conosciuta per la professione dell’armonia e della compostezza, si oppone alla maniera stravagante del Barocco. La visione nella storia nell’illuminismo era pessimista, non pensavano al passato, credendo che solo loro fossero il progresso. Abbiamo manifestazioni del neoclassicismo anche in Italia, però le personalità rilevanti di questo periodo sono presenti anche in Francia e in Germania, perciò si può dire che il neoclassicismo è europeo. L’arte greca viene intesa come perfezione. L’archeologia nel 1700 influenza il neoclassicismo: si scopre Ercolano e Pompei, quindi vi era un grande scalpore e una grande gioia, quindi da qui iniziarono studi sull’arte classica (si studia l’urbanistica e altre cose). Quindi grazie a questi studi fatti in particolare da Winckelmann ci si riappassiona al mondo classico e si ripresenta una rilettura del mondo classico. L’opera di questo autore (Winckelmann) ha contribuito al neoclassicismo i cui concetti chiavi sono : nobile semplicità e quieta grandezza. Lo scrittore afferma che l’arte classica pur rappresentando emozioni forti è riuscita a rappresentarla con compostezza ed estrema semplicità, dando origine a un’arte inequiparabile. Quindi Winckelmann è in assoluto il modello del neoclassicismo, che viene imitato. Avviene l’emulatio, dunque si può imitare il modello, ma essendo esso inarrivabile, ci si può solo avvicinare a codesta perfezione e bellezza. Canova nel creare le sue grazie si ispira a Fidia, nonostante sia consapevole che l’arte di Fidia è inarrivabile e può soltanto emulare/imitare. I greci sono stati fautori del bello ideale, un bello staccato dalla realtà. Il bello che va al di sopra della realtà è un bello che assicura pace, calma e tranquillità. Foscolo ha scritto un’opera intitolata “Le Grazie”. Nel guardare il bello classico si può trovare uno strumento di purificazione, trovare una pace, quindi guardando l’arte classica si diventa forse anche più buoni, avendo una funzione quasi catartica (purificatrice) e una funzione civilizzatrice (purificazione a livello individuale che ti fa creare legami interpersonali con più pacatezza e bontà). L’arte greca aveva anche una funzione patriottica, poiché nell’arte classica si possono ricavare dei riferimenti alla politica, alla patria e alla virtù, che interessavano agli uomini del tempo, soprattutto a Napoleone per esempio. Napoleone infatti ha voluto presentarsi quasi come un autore romano e tutto richiamava la grandezza della patria. In ambito letterario gli esponenti del neoclassicismo insieme a Foscolo ci sono Vincenzo Monti (vicino a Napoleone) e Ippolito Pindemonte, entrambi traducono le due opere di Omero: Monti l’Iliade e Pindemonte l’Odissea. Pindemonte inoltre è il dedicatario dei Sepolcri di Foscolo. Il materialismo di Foscolo è una visione ricavata dall’illuminismo, quindi tutto si riconduce a materia e non esiste una vita spirituale, anche la vita spirituale può essere ricondotta a fatti materiali. I materialisti o negano del tutto il trascendente e la vita spirituale, oppure si sforzano di spiegare anche questo tirando in ballo qualcosa di materiale. Questo materialismo è figlio della filosofia classica (Democrito per esempio). Quando un autore sposa in pieno una visione di tipo materialistico, elabora una visione del mondo pessimista, perché se dopo la vita materiale non c’è nulla, qualcuno può cadere nel pessimismo e quando diventa particolarmente radicale si può cadere nel nichilismo. Foscolo è un materialista, ed essendo materialista è almeno in parte nichilista, però non si abbandona del tutto alla visione pessimistica del nichilismo. Perché Foscolo da pre-romantico e neoclassico nutriva delle speranze, speranze che in Foscolo sono più che altro illusioni. La speranza di poter vivere anche dopo la morte del corpo è un’illusione che dà però una risposta positiva. Una speranza può essere il sopravvivere nel ricordo dei nostri cari ma possiamo anche nutrire la speranza /illusione di poter continuare a vivere attraverso la forza eternatrice della poesia. Praticando questa poesia c’è la speranza che si possa continuare a vivere nella memoria. Quindi la forza eternatrice della poesia e la fiducia di poter sopravvivere nei ricordi dei suoi cari sono i punti a cui si aggrappa Foscolo. Se tutto si riduce a materia il momento più drammatico della nostra esistenza è la morte, noi vedremo i nostri cari recarsi al nostro sepolcro lasciare un fiore o comunque a piangere, Foscolo la chiama Tomba lacrimata (se i nostri cari vengono a trovarci nella nostra tomba abbiamo la prova tangibile che noi sopravviviamo nel loro ricordo). Morire per la patria o in patria diventa qualcosa di estremamente importante. Il Werther e l’Ortis a confronto Ultime lettere di Jacopo Ortis di Foscolo e I dolori del giovane Werther di Goethe Si tratta di romanzi epistolari, cioè la narrazione avviene attraverso lo stratagemma delle lettere. L’impostazione epistolare impedisce che l’opera abbia la narrazione che avrebbe se fosse un romanzo. I protagonisti scrivono le lettere a un destinatario per raccontare la propria vicenda e talvolta troviamo anche la lettera di risposta ma in genere troviamo solo le lettere che il protagonista scrive. L’opera di Goethe è scritta prima della rivoluzione francese, mentre l’opera di Foscolo è scritta dopo. Quindi nella biografia di Foscolo c’è anche la rivoluzione francese e l’esperienza napoleonica. Quindi è vero che in tutti e due i casi abbiamo il tema ricorrente dell’amore e il fatto che siano autobiografici ma in Foscolo c’è anche il patriottismo e la nostalgia per un’idea di patri mancata (Napoleone). La vicenda di Werther è focalizzata quasi unicamente sull’amore, mentre nella vicenda di Jacopo Ortis c’è l’amore ma la sua vicenda scaturisce e dal famoso trattato di Campoformio quando Napoleone cedette Venezia agli austriaci. Quindi Jacopo, un giacobino, abbandona Venezia e si rifugia fuori da Venezia, quindi c’è un elemento politico nuovo (quello della patria) che in Werther non c’è. Wilhelm (Werther) e Lorenzo Aderani (Jacopo) sono coloro a cui raccontano le vicende nelle lettere. Il primo che ha fatto da modello per il romanzo epistolare è Rousseau. Werther si innamora di Charlotte, come al solito c’è un ostacolo, il fatto che lei è stata promessa a un certo Albert, dunque deve fare i conti con questo Albert, completamente opposto a Werther. Albert è razionale, freddo e calcolatore, dall’altra parte abbiamo Werter che è un personaggio che si lascia più andare alle emozioni e infatti morirà. In Werther abbiamo la vicenda amorosa dove assistiamo anche allo scontro tra due modelli di uomo differenti, quello borghese forte (Albert) e la figura di questo personaggio molto passionale che non regge il confronto con il proprio avversario (Werther). Quello di Werther è quindi uno scontro sociale. Werther non riesce a farsi accettare né nella borghesia a cui appartiene né nell’aristocrazia, quindi è un disadattato. In Werther possiamo vedere un’anticipazione di quella che sarà la figura dell’inetto, un personaggio incapace di essere deciso e fermo, non riesce a mantenere al linea. Jacopo è un artista, vive anche di arte, arte in senso ampio. I protagonisti hanno una grande passione per i classici, Jacopo leggeva Plutarco per esempio, hanno questa sensibilità artistica per la letteratura classica e sono entrambi deboli, tant’è vero che a fronte delle frustrazioni scappano, provano a tornare sui loro passi (dalla loro amata) poi entrambi scelgono la via della morte. Il tema della morte è molto romantico, Werther muore funerale e basta, mentre per quando riguarda la morte di Jacopo è come se Foscolo avesse voluto sbarazzarsi di questa figura di inetto (incapace di affrontare la vita). La scelta di arrendersi non è la sua di Foscolo, fa morire Jacopo perché ritiene che non sia questo il modo di affrontare la vita. Quindi Foscolo cerca di trovare delle alternative e non è totalmente nichilista e pessimista, quindi lo fa morire per questo. Quel personaggio che vuole combattere contro la realtà è un eroe, un eroe romantico. I due protagonisti abbandona o entrambi la città per trovare riparo e conforto rispetto al caos, la campagna contrapposta alla città, dove la campagna è fonte di riflessione e riparo sicuro. Entrambi i protagonisti fanno i conti con la natura e in questa ritrovano un equilibrio, equilibrio che in città non avevano più. Se la città rappresenta con le sue dinamiche il presente corrente, quello che a Foscolo crea particolare tensione, noi abbiamo una campagna/natura che rappresenta una sorta di fuga, un rifugio dal caos della storia, rappresenta quel contesto di serenità che l’intellettuale nel presente e nella storia non può facilmente trovare. Questa visione della natura che dà pace è una visione tipica del neoclassicismo. Jacopo è eroe romantico perché pur confrontandosi con la realtà che è fonte di delusione sceglie il combattimento e non si arrende, quindi fino a un certo punto è propositivo. Le sue due fonti di sofferenza sono quella amorosa (Teresa è promessa in sposa a Odoardo) e quella politica (Jacopo è un altererò di Foscolo, dunque delusione del contratto di Campoformio). In Werther prevale la delusione amorosa, mentre in Jacopo prevale invece la delusione politica. A Jacopo dà ancora la forza per vivere l’amore LE ODI Raccolta di poesie che comprende Odi e sonetti, 2 Odi e 12 sonetti. Le Odi ci ricordano Parini e nel mondo classico Orazio. Le Odi di Parini avevano un fine civile, mentre le odi di Foscolo sono prevalentemente di gusto neoclassico. A livello di contenuti troveremo temi classici, il bello, il valore della poesia. I più importanti sonetti sono Alla sera, a Zacinto e in morte del fratello Giovanni All’amica risanata (Pag. 103) È stata scritta per l’amica Antonietta Fagnani Arese, è una poesia d’occasione perché sfrutta l’occasione per farla esistere. Siamo anni luce lontani dall’Arcadia, perché nell’Arcadia il bello era molto formale, qui invece abbiamo la volontà di presentarci la forza della poesia. Qual…così —> similitudine fra le due strofe. Menziona Venere in posizione enfatica finale, rappresentata come una stella L’amica è guarita e il poeta paragona iperbolicamente il suo alzarsi allo spettacolo di Venere, quindi paragona Antonietta a Venere. Egro talamo—> ipallage, perché egro dev’essere concordato con membra. Nella bellezza gli uomini trovano l’unico ristoro al loro vaneggiare. Menti mortali—> allitterazione Nella seconda strofa vi è il tema della bellezza. Paragona il suo viso a una rosa, dicendo che il viso torna colorito come una rosa, i suoi occhi tornano a sorridere e gli uomini possono essere vittime del suo sguardo, quindi le madri hanno paura che i figli se ne innamorino e così come le amanti. Scalpelli per scultori. Foscolo dice che la bellezza non dura in eterno, le Grazie stanno indicare il desiderio dell’uomo di avere qualcosa di duraturo, anche la bellezza passa e le Grazie sono invitate a tener lontano dalla mente l’idea che la bellezza passi e che tutto porti al giorno dell’eterna pace (morte). Fino al verso 54 il poeta ha celebrato la figura femminile e la bellezza della propria amata, alla fine di questo blocco inserisce il sospetto che la bellezza è un qualcosa che tramonta. La bellezza può essere resa eterna tramite la poesia, che ha un potere eternatore. Ci sono delle donne che sono diventate belle immortali grazie alla poesia che le ha divinizzate. A partire dal verso 55 Foscolo fa riferimento a ciò che è accaduto a tre donne bellezze, che sono state rese divine ed eternamente belle dalla poesia: Artemide, Bellona, Afrodite. Queste tre donne erano mortali e la loro bellezza sarebbe passata se non fosse stata per la poesia, quindi è la poesia che le ha divinizzate e le ha rese eterne. Foscolo avendo origini greche potrà fare altrettanto con l’amica risanata, divinizzandola allo stesso modo di Artemide, Bellona e Afrodite. Artemide è ricordata come dea della caccia. Bellona era una dea molto antica associata alla guerra e sembra ci sia un riferimento a Napoleone (guidato da questa divinità: Bellona). Al verso 85 si apre il terzo blocco e Foscolo spiega il motivo per cui ha citato queste tre donne. Foscolo immagina che essendosi Saffo gettata in mare per Farne, visto che Saffo si è gettata proprio in quel mare ancora nello ionio vaga lo spirito di Saffo (a indicare che sia ancora viva). Nota la soavità della poesia eolica contrapposta a quella gravità della poesia italica, quindi vuole conferire questa soavità alla poesia italiana in modo da poter onorare, eternare e divinizzare la poetessa Saffo. Parla di una bellezza ideale però reale, non va oltre come faceva Dante con Beatrice per esempio, che veniva considerata angelicata. Alla sera (Pag. 109) Sta cercando una pace che non ha e allora è turbato. La sera a differenza del mattino è metafora della morte. Nella sera sembra che il poeta viva quel suo desiderio di pace eterna che comincia con la morte. Cos’è che può dare la pace? La morte. La sera giunge cara, quindi non è rappresentata in termini negativi. Nella sera c’è un vortice del pensiero che lo portano al nulla è eterno. Il nulla è eterno, dunque la morte, si contrappone al reo tempo, il temo malvagio che è quello della storia. Poi abbiamo il tema della pace nella seconda terzina contrapposto allo spirito guerriero (atteggiamento combattivo tipico dell’eroe romantico). In morte del fratello Giovanni (Pag. 111) Sonetto scritto in onore del fratello morto del 1801, che si suicida per debiti di gioco. Il fratello Foscolo lo ricorda a distanza di qualche tempo attraverso questo sonetto. Il modello è il carme 101 di Catullo. È vero che la vita offre la tempesta, ma c’è un posto dove trovare quiete: la morte, la scelta estrema compiuta dal fratello, che sarebbe il suicidio. Emerge anche il desiderio di trovare in patria, c’è straniere genti in posizione enfatica finale ma anche all’inizio parla dell’esilio. Foscolo si immagina che la madre sebbene fosse vecchia si rechi presso la tomba del fratello Giovanni per compiangerlo e parlare di Foscolo al fratello morto. Presso la tomba vanno a ricongiungersi gli affetti, ma c’è un continuo altalenare, prima c’è un pessimismo assoluto, poi gli affetti sembrano in qualche modo colmare questo pessimismo. Questo fuori che risulta calpestato richiama un altro fiore, che è calpestato ma torna in piedi, si parla di Leopardi, che scrive una poesia chiama la Ginestra, che viene travolta ma non si spezza. Foscolo sente di vivere gli stessi traumi che ha provato il fratello e di conseguenza dice che anche lui spera di trovare pace nel suo stesso porto, immagine della fine della vita. Qui c’è il conforto che oltre quella morte ci sia qualcosa di più stabile, più importante. La madre di Foscolo è anche la madre patria, è anche la patria che Foscolo non ha più. La madre sarà anche la terra natale. Dei sepolcri Dal verso 1 al verso 90 primo blocco: la tomba come possibilità per ritrovare l’affetto familiare. Abbiamo un incipit retoricamente molto sostenuto. Ci sono due domande interrogative retoriche. Nella prima domanda la risposta è no. Nel senso che il sonno della morte non è meno duro all’ombra dei cipressi e dentro la tomba. Anche la risposta alla seconda domanda è negativa. Foscolo sta ragiona do secondo un punto di vista materialistico. Tutto è materia, anche la parte spirituale che abbiamo, ma al materia si trasforma e una volta che si evolve quello che c’era prima non c’è più. Il tempo dà un altro aspetto all’uomo, alle tombe etc. C’è una piccola luce in fondo al tunnel. Dice che è importante coltivare le illusioni prima che si arrivi alla morte. Non c’è motivo di rinunciare alle illusioni. L’illusione di poter continuare a vivere nei cari è una corrispondenza che ha qualcosa di divino, qualcosa che va oltre. C’è una condizione in cui si può verificare la corrispondenza degli amorosi sensi: la tomba dev’essere in patria, in modo che le spoglie non subiscano le calpesti del popolo ed essendo la tomba la mediatrice la tomba dev’essere in patria e deve essere circondata dall’affetto dei cari. Adesso ribalta ciò che dice all’inizio, dicendo che è importante che la tomba si torvi all’ombra del cipresso. Dal punto di vista materiale non cambia nulla, ma dal punto di vista delle illusioni c’è tutto questo. Ragionando attraverso le illusioni è importantissima la tomba, è importante che venga combinata dia cari nella patria ed è importante che le spoglie abbiano un luogo in cui stare coccolate dall’ombra del cipresso. Quindi le illusioni superano la visione nichilista della vita. È vero che la tomba sicura la sopravvivenza se ci sono affetti, ma un’altra condizione è che se uno ha lasciato un’eredità di affetti. Chi non lascia un’eredità di affetti può ricavare poca gioia dalla tomba sempre da un punto di vista illusionistico. Se colui che non ha lasciato eredità di affetti si pensa dopo la morte vede il suo spirito vagabondare fra il compianto delle zone dell’inferno o trovare riparo sotto l’ala di Dio, ma lascia le sue spoglie alle ortiche di una terra deserta, dove né una donna innamorata prega per lui né nessun altro. C’è una prima parte di questo blocco che termina al verso 50 e il contrasto è dato da “Pur” che sta per “ciononostante”. Foscolo dice che ci sono delle leggi che sembrano mettere in discussione questo valore affettivo della tomba. Foscolo dice che si preclude alla tomba la possibilità di risvegliare gli affetti con le tombe poste al di fuori della città. Foscolo fa riferimento a un poeta che ha scritto componimenti satirici denunciando la società, ovvero Parini (ciò rivolgendosi a Talia, dea della commedia). Parini è uno di quelli il cui corpo giace senza tomba. Parini attraverso l’ironia che Talia gli ha messo a disposizione ha attaccato il lusso dei lombardi. L’elemento comune tra Parigi e Foscolo e la poesia civile, usare la letteratura per fare una critica sociale. Parini non era stato sepolto quindi non può godere degli affetti, poiché non ha una tomba. Foscolo in questi versi come Parini usa termini molto crudi ma con un linguaggio elevato tipico dei classici. Foscolo si immagina a milano seduto nello tesso posto in cui aveva incontrato Parini. Parini è sepolto lontano da piante che in vita l’avevano coccolato e adesso non lo possono più coccolare. Nel secondo blocco Foscolo affronta il tema della tomba nella sua capacità di costruire una civiltà. Un popolo che non si preoccupa di dare degna sepoltura ai propri cari non può essere considerato un popolo civile. Foscolo sta facendo riferimento al medioevo, perché nel medioevo soprattutto le tombe erano collocate sotto la pavimentazione della chiesa, non ci davano importanza e non compiangevano i loro affetti e quindi non erano civili. Nel Medioevo c’era l’abitudine di raffigurare immagini di morte nelle strade o negli edifici, perché si voleva ricordare all’uomo che era una creatura mortale. Le madri nel medioevo di svegliavano durante la notte per tendere le braccia al loro pargoletto per evitare che il pargoletto venisse svegliato durante il sonno dal gemere di un defunto che poteva sentirsi durante la notte mentre chiedeva preghiere dal pavimento della chiesa (nel Medioevo). L’epoca in cui non c’è stato questo senso della morte è stata l’età classica. Quindi nell’età classica non c’era più quel clima cupo. L’età classica è l’età della luce. Si cita Pindemonte, che è il destinatario dell’opera. La tomba dei personaggi storici importanti stimola gli animi nobili a fare cose altrettanto grandi (funzione storico-civile della tomba). La tomba ha una funzione storico morale imitativa, si è spinti dalla tomba di un personaggio a emularlo a fare cose altrettanto grandi. Foscolo indica Machiavelli, Galielo e Dante come personaggi da emulare. All’elogio del passati non poteva mancare Firenze. Poi ci sono riferimenti a Dante (ghibellini fuggiasco) e Petrarca. Hanno portato via tutto a Firenze tranne la memoria. Vittorio Alfieri si ispirò spesso alle tombe. Foscolo poi si rivolge alle muse per avere l’ispirazione a cantare i grandi eroi della classicità. Il tema centrale del 4 blocco è la poesia. Le tombe nel 4 blocco non ci sono quasi più. Le tombe non rimarranno in eterno. Ciò che rimarrà in eterno è la poesia, quindi l’ultima parte è dedicata alla forza eternatrice della poesia rispetto alle tombe. Dal 235 no fino al 272. Dal 272 alla fine: A parlare è Cassandra quindi il termine “miei” indica i troiani. Cassandra si invoca alle piante e ai ripresi perché possano coccolare la tomba dei padri. Richiamando gli achei sta richiamando il tema della compassione, quindi Cassandra si augura che i greci abbiano compassione per i troiani, così che avranno in dono il non dolere poi di drammi dei loro parenti. Poi Cassandra che è veggente intravede la distruzione dei troiani per opera degli Achei: si augura che i troiani abbiano una degna tomba e che non venga infierite dagli achei. Cassandra immagina che un giorno le palme e i cipresso verranno arrivare un poeta cieco (omero) che le interrogherà conto del perché esistano. Poi Omero ascoltando l’accaduto dalle tombe avrebbe messo per iscritto il tutto. Foscolo sta raccontando che dalla tomba Omero riceve era il racconto di Troia: rasa al suolo due volte e poi distrutta per rendere vittoria ad Achille e al figlio Neottolemo. L’ultimo ricordo poi è per Ettore che verrà ricordato e compianto. Il suo intento è avvicinare il passato il presente, usare l’antico per capire le note.
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