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Neoclassicismo e romanticismo, Sintesi del corso di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche

Riassunto di storia dell'arte: Canova, David, Turner, Constable, Gericault, Delacroix, Hayez, Fussli, Blake

Tipologia: Sintesi del corso

2015/2016

Caricato il 02/10/2016

Giuritrento
Giuritrento 🇮🇹

4.6

(16)

16 documenti

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Scarica Neoclassicismo e romanticismo e più Sintesi del corso in PDF di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche solo su Docsity! Neoclassicismo Introduzione Il neoclassicismo si sviluppò nella seconda metà del diciottesimo secolo e auspicava un ritorno ai valori del mondo classico per far rivivere l'arte degli antichi greci e romani. Nella pittura, nella scultura e nell'architettura, il neoclassicismo è caratterizzato da una preferenza per linea e simmetria, e il frequente ricorso a fonti classiche. Intorno alla metà dell'XVIII secolo gli scavi che avevano riportato alla luce intere città come Pompei ed Ercolano, rinnovarono l'interesse degli artisti verso lo studio delle antichità greche e romane e Roma divenne il centro culturale per eccellenza. Il massino teorico del neoclassicismo fu Winckelmann, il quale iniziò una attento studio delle antichità classiche componendo una grandiosa opera che studiava l'antichità sia dal punto di vista cronologico che dal punto di vista estetico. Per Winckelmann la vera arte era quella greca per cui "l'unica via per divenire grandi e, se possibile, inimitabili, è l'imitazione degli antichi". Imitazione dell'antico voleva dire, per l'artista neoclassico, una fonte a cui attingere, nella forma e nel contenuto, in quanto modello estetico per la rappresentazione degli ideali e delle scene contemporanee, e non era quindi come per gli artisti rinascimentali, che pure si ispiravano all'antichità, un rapporto di sintonia spirituale con esso. Il neoclassicismo nasce soprattutto come contrapposizione agli sfarzi del barocco, che era rifiutato dalla nuova visione del mondo, e della religione proposta dal pensiero illuminista; in particolare la religione aveva perso il ruolo centrale che giocava da secoli nella società e questo inevitabilmente si ripercosse nell'arte che assume un significato sociale diverso, acquistando un carattere pubblico. Inoltre gli artisti si liberarono dai canoni tematici imposti dai committenti e scelsero liberamente i soggetti da rappresentare. In pittura scomparvero quasi del tutto i motivi religiosi, mentre la mitologia fu sostituita dalla rappresentazione storica e dalle vicende borghesi. I dipinti sono caratterizzati da un realismo quasi fotografico, rappresentato con colori freddi, contorni duri, scarso interesse per gli effetti di luce e tutto questo da un'aspetto sobrio ai dipinti mantenendo l'osservatore a distanza e non più partecipe. Bello, sublime, pittoresco Per il “pittoresco” la natura è un ambiente accogliente e propizio, che sviluppa nell’individuo i sentimenti sociali; per il “sublime” la natura è un ambiente duro e ostile, che sviluppa nella persona il senso della propria individualità, della propria solitudine, della fondamentale tragicità dell’esistere. Le poetiche del “sublime” e dello Sturm und Drang, benché concordemente riconosciute come pre-romantiche, indicano come supremi modelli le forme classiche e costituiscono dunque uno dei fondamenti del Neo-classicismo: gli artisti neoclassici assumono di fatto, nei confronti dell’arte classica, un atteggiamento nettamente romantico. Si può dunque affermare che il Neo-classicismo storico non è altro che una fase della concezione romantica dell’arte. Distinguendo un “bello pittoresco” ed un “bello sublime” Kant infatti distingue due giudizi che dipendono da due tipi di atteggiamento dell’uomo nei confronti della realtà. Poetica dell’assoluto, il “sublime” si contrappone al “pittoresco”, poetica del relativo. Quando si varca la soglia del “sublime” le sensazioni visive dileguano per lasciar trasparire, come in una visione messianica, i segni o i simboli delle verità supreme. E’ vero che la poetica illuminista del “pittoresco” vede nell’artista l’individuo integrato nell’ambiente naturale e sociale, e la poetica del “sublime” l’individuo che paga con l’angoscia e il terrore della solitudine la superbia del proprio isolamento; ma le due poetiche si integrano e nella loro contraddizione dialettica riflettono il grande problema del tempo, la difficoltà del rapporto tra individuo e collettività. David Il David si trattenne a Roma fino al 1780. Qui ebbe modo sia di conoscere le teorie artistiche del Winckelmann, sia di studiare l’arte antica e rinascimentale. Predilesse le pitture di storia, utilizzando episodi classici da proporre come «esempi di virtù» al mondo contemporaneo. Infatti il suo fu un neoclassicismo di grossi contenuti etici e virili che egli opponeva alle mollezze ed effeminatezze del mondo rococò. Il giuramento degli Orazi, è di certo il quadro neoclassico più famoso e quello che meglio sintetizza le nuove concezioni artistiche di David. Rappresenta un episodio della storia di Roma repubblicana, epoca considerata la più consona a suggerire comportamenti morali da prendere a modello: vi si celebrano, infatti, valori come il coraggio, la sobrietà, il rispetto delle leggi e il patriottismo. La qualità della pittura e la composizione semplice e severa, con al centro la figura del padre nell’atto di porgere le spade ai figli che si apprestano a combattere contro i Curazi, nemici di Roma, e sulla destra le donne desolate, confermano l’eccellenza dell’artista come pittore di storia. Il soggetto storico è qui utilizzato con un unico contenuto: l’esaltazione dell’eroismo. La morte di Marat è il quadro che più di ogni altro dà immagine al dramma della Rivoluzione Francese. Anche qui il contenuto del quadro è l’eroismo, ma nel doloroso prezzo che tale scelta impone: il sacrificio della propria vita. David, che era amico di Marat, ricordò la sua morte con un quadro che divenne immediatamente famoso. L’artista voleva esaltare le virtù eroiche di Marat e, nel contempo, rendere emozionante e densa di significato la sua morte. Scelse così, come «momento pregnante», non il momento in cui venne assassinato, ma il momento successivo in cui il corpo inanimato ci mostra tutta la cruda realtà della morte. Marat è solo.Tutta la composizione è giocata su pochissimi elementi rappresentati con linee orizzontali e verticali.Marat ha ancora in una mano la lettera e nell’altra la penna per scrivere. Questo braccio, che ricorda il braccio del Cristo nel quadro della Deposizione di Caravaggio, è abbandonato a terra, creando l’unica linea diagonale della scena. La testa, appoggiata sul bordo della vasca, è reclinata così da mostrarci il viso di Marat. Tutto il quadro ispira un silenzio che non può essere rotto in alcun modo. Esso rimane come la testimonianza più lucida e commovente di quel periodo del Terrore che avrebbe portato al sacrificio di tante vite umane. Canova Grande scultore dell'arte Neoclassica, Antonio Canova fu il promotore de "La nobile semplicità e la quieta grandezza" della bellezza ideale della figura femminile. Antonio Canova (1757 - 1822) è considerato uno tra i più grandi esponenti dell'arte Neoclassica italiana, fu anche pittore, ma il suo talento venne espresso principalmente nelle sue sculture. Esse furono realizzate in marmo bianco, levigate in maniera finissima per esaltarne la lucentezza e scolpite armoniosamente tanto da sembrare vive ma immobili; questo gli permise di essere etichettato come il cantore del neoclassicismo. Canova riuscì ad unire lo stile dei maestri del passato al gusto della sua epoca, incontrando di conseguenza il favore del pubblico. Amore e Psiche è una delle opere più affascinanti ed empatiche di Antonio Canova. E’ stata realizzata in tre versioni differenti ma la prima rimane la più affascinante e alle figure che si agitano. È un espediente psicologico per avere l'effetto di aumento di angoscia mista a speranza dalla desolazione delle figure in primo piano (morte o rassegnate) a quelle che si agitano.viene enfatizzato il tema della lotta eroica dell'uomo contro le forze immense della natura. Le figure non sono viste come corpi emaciati, deperiti per la fame e gli stenti, ma sono corpi vigorosi, pieni di energia, potenti e in contrasto con quelli abbandonati e distesi. Più che come vittime, nonostante le espressioni di dolore e disperazione vengono visti come eroi che lottano per sfuggire alla morte. Delacroix Di solida cultura classica, Delacroix è uno degli artisti più colti della sua generazione. Ma è fondamentale per la sua cultura la frequentazione del Museo del Louvre, dove Delacroix trascorre molto tempo per studiare Raffaello, maestro verso il quale nutrirà sempre grande ammirazione, i maestri veneti come Giorgione e Tiziano e coloristi come Rubens. Da questi deriva il grande fascino per il colore, il gusto della bellezza classica e il naturalismo; egli riceve un'influenza fortissima da questo tipo di pittura. Accanto all'interesse per la pittura Delacroix si dedica molto alla lettura (Dante, Shakespeare). Delacroix elabora via via uno stile che è esattamente l'opposto del Neoclassicismo, fino a diventare uno dei più grandi coloristi ed esponenti del Romanticismo. Fu la rivolta popolare del luglio del 1830 ad ispirargli il famoso quadro “La Libertà che guida il popolo” nel quale sono rappresentati alcuni cittadini in rivolta, che marciano insieme sotto la bandiera tricolore. Il dipinto, divenuto poi manifesto del romanticismo, aveva lo scopo di celebrare il giorno del 28 luglio 1830, quando il popolo parigino si ribellò al potere monarchico, detronizzando il re borbone Carlo X. Il dipinto rappresenta la lotta per la libertà dei parigini, incitati da una figura femminile che ha carattere di allegoria: essa indica la patria e insieme la libertà. Hayez Nella pittura italiana dell'800 la ricerca artistica si gioca soprattutto sul soggetto e sulla rappresentazione, perché orientata a raccogliere un sentimento collettivo e ad esprimere messaggi di contenuto morale e politico molto sentito, ma che non poteva esprimersi in modo troppo diretto. Basandosi su un repertorio storico, medievale e patriottico, Hayez abbraccia i temi caratteristici del Romanticismo, ma li esprime con un linguaggio accademico e classicheggiante (realismo), rivolgendosi ai suoi contemporanei italiani. Esprime il gusto italiano per il mitologico ma propone temi moderni in contesti medievali e inserisce chiari messaggi patriottici usando la funzione simbolica dei colori. L’episodio dei Vespri siciliani acquistava il significato simbolico, nell’ottica risorgimentale, di rivolta contro lo straniero. Il quadro di Hayez illustra l’episodio in maniera molto letteraria ma poco emozionante. Le figure sono scandite secondo pose molto teatrali che risentono ancora dei quadri storici neoclassici del David. L’unica cosa che fa collocare questo quadro nell’ottica del romanticismo è solo il soggetto ed il contenuto: il riferimento ad una storia del medioevo che ha come messaggio un contenuto patriottico e risorgimentale. «Il bacio» invece è un po' la quintessenza del sentimentalismo romantico, per di più vestito di abiti medievali a richiamare molti di quei grandi amori tramandati da novellieri e drammaturghi. Fusilli Grande intellettuale, conoscitore d'arte e appassionato di antichità, si interessa di teatro e letteratura da cui trae i temi per i suoi quadri. Elabora uno stile particolarissimo, che risente sia della sua formazione in ambito illuminista, sia, di una forte autonomia che lo spinge già verso soluzioni appartenenti alla cultura del Romanticismo. Predilige soggetti fantastici tratti dalla leggenda tradotti con visioni oniriche e grottesche.I suoi personaggi sono gli eroi di Shakespeare, Milton e Dante, ma sono anche caricature della società dei suoi tempi. Nell’”Incubo” l’immagine rappresentata da Füssli ha una sfumatura onirica che riconduce alla dimensione del sogno agitato della giovane donna dormiente in preda all’incubo -da cui trae appunto il titolo l’opera- riversa sul suo letto con le braccia e la testa inclinate all’indietro, in una posa volutamente innaturale per simboleggiare il dolore e la sofferenza che si delineano con chiarezza sul viso dolente e passionale della fanciulla. La riproduzione dell’inconscio attraverso il simbolismo dell’artista è un mondo irreale e fantastico: il rifiuto di un pensiero vecchio sfocia in uno stile nuovo, il cosiddetto romanticismo nero, elogio delle passioni più nere e proibite. Blake Rinnovatore della tradizionale illustrazione, con le sue figure allungate e con il suo particolare senso della pagina, nella quale l'illustrazione accompagna, orna e quasi penetra il testo, Blake creò fantastiche e visionarie rievocazioni di miti e storie bibliche. Sostenne sempre l’idea di arte come totalità, pura attività spirituale lontana dalla materialità. C’è una forte inclinazione al simbolismo, che influenzerà anche artisti successivi, ed una critica serrata ai suoi contemporanei. L’”Onnipotente”: la figura del vecchio dai capelli bianchi e fluenti, di indubbia influenza michelangiolesca, è inscritta in una sfera luminescente, una sorta di infuocato globo solare, la quale aleggia su un insondabile, oscuro abisso. Era stata studiata dall'artista come l'illustrazione per la copertina del suo libro 'Europa, una profezia,' una raccolta di poesie pubblicata nello stesso anno. Nel “Vortice degli amanti” Blake raffigura con delicatezza la figura degli amanti in una bufera invernale e tra anime trascinate nel vortice. Irrazionale è tutta la scena del vortice in cui Paolo e Francesca, tenendosi per mano, sono trascinati dal vento infernale simbolicamente senza controllo, delle passioni, dove il turbinio della tempesta mostra appunto volti e corpi sofferenti e straziati. Il vortice invece è rappresentato da un insieme di colori, tra cui il grigio ed il giallo, che rendono bene l’idea di confusione e di sofferenza.
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