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Neoclassicismo e Romanticismo, storia dell'arte, Appunti di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche

Sintesi dei seguenti argomenti: (13 pagine) il bello ideale Winckelmann --> il parnaso di Mengs pittura neoclassica e Jacques-Louis David --> il giuramento degli orazi, la morte di marat scultura neoclassica e Canova --> Teseo e il minotauro, amore e psiche, le tre grazie, paolina bonaparte come venere vincitrice, monumento funerario per Maria Cristina d'austria Etienne-Louis Boullé Ingres --> la grande odalisca e altre opere minori il romanticismo: pittura francese, inglese, tedesca e italiana

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 02/01/2023

Vale.bono
Vale.bono 🇮🇹

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Scarica Neoclassicismo e Romanticismo, storia dell'arte e più Appunti in PDF di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche solo su Docsity! L’arte del bello ideale Il Neoclassicismo è una corrente artistica che si ispira all’arte greco-romana, nasce in opposizione all’esuberanza del barocco e del Rococò nella seconda metà del Settecento e si esaurisce nella prima dell’Ottocento. La sua nascita è strettamente legata alla diffusione dell'Illuminismo, movimento che si basa sulla completa fiducia nella scienza e nei lumi, ecco perché l’arte classica si basa sulla chiarezza matematica dei rapporti tra le parti, si tratta dunque di un’arte che ispirava, come disse il teorico tedesco Winckelmann, sentimenti di: -nobile semplicità → pochi elementi che riescono a definire uno spazio; -quiete grandezza → perché sono opere che si mantengono nel corso dei secoli, si tratta della grandezza degli edifici sia dal punto di vista del volume ma anche dal punto di vista temporale. Vi sono anche altri teorici, come: l’architetto francese Bowler che sottolinea l’importanza di tornare alla forma pura e Piranesi, uno studioso che si rifà alla grandezza delle architetture romane perché viaggio molto e andò a Roma dove rimase affascinato dalle sculture al punto da inventare i capricci → forme artistiche realizzate con la tecnica dell’acquaforte che solitamente si associano all'immaginazione. Piranesi usa tonalità monocromatiche con sfondo bianco e pittura nera per dare vita ad architetture ideali impossibili da ricreare. Grazie a questi due teorici capiamo che nel 700 non c’è un unico pensiero, ma tanti diversi. Non è la prima volta che si ritorna alla classicità, ma adesso il mondo antico viene considerato un modello idealizzato e irraggiungibile. L’impossibilità di recuperare la perfezione lascia in alcuni autori un senso di nostalgica sconfitta che anticipa gli impeti drammatici del movimento artistico successivo → il Romanticismo. Alla formazione e alla diffusione dell’arte neoclassica contribuiscono anche: -la moda del Grand Tour, ovvero viaggi che permettevano ai giovani benestanti di conoscere l’arte rinascimentale e l’antichità in tutta Europa. Il viaggio quindi era un mezzo di diffusione della cultura e le mete più ambite erano Roma, Venezia e Napoli. Alcuni riuscivano anche ad attraversare lo stretto arrivando così in Italia e tra questi ricordiamo Wolfgang Goethe il quale descrisse la Sicilia in tutte le sue caratteristiche creandone una sorta di mito. Inoltre, vi era anche il Gran Prix → ai più meritevoli veniva dato un premio poiché viaggiare per più di un anno era piuttosto dispendioso; -l'avvio degli scavi a Ercolano e a Pompei (rispettivamente 1738-1748). -Per raggiungere la conoscenza dei principi morali e conseguire il pieno sviluppo umano e intellettuale, gli illuministi promossero l’istruzione pubblica, che era obbligatoria e gratuita, e l’apertura ai musei dove si poteva entrare in diretto contatto con le opere d’arte. I musei divennero un luogo in cui tutti potevano apprendere, una fonte di studio (funzione pedagogica). In questi vennero portati anche dei reperti classici, ad esempio al British Museum di Londra vennero trasferite le sculture a tutto tondo del Partenone. Inoltre, Diderot e d’Alembert realizzarono la prima enciclopedia per offrire alla società il sapere universale in forma ordinata. La ragione stimolò anche il progresso scientifico e tecnologico che portò all’avvio della Rivoluzione industriale (Inghilterra-1760) con l’invenzione della macchina a vapore. Oltre a quella industriale, altre due rivoluzioni sconvolsero l’assetto politico e istituzionale della società: ● La rivoluzione Americana, che si concluse con la Dichiarazione d’Indipendenza (1766); ● La rivoluzione Francese, la quale iniziò a Parigi per via del malcontento del popolo, sempre più impoverito, e della borghesia che non veniva ascoltata. Questa rivoluzione portò ad una nuova Costituzione fondata sui principi di “Libertè, Egalitè, 1 Fraternitè”. Si concluse con la decapitazione del re e di sua moglie Maria Antonietta (1793). A guidare la rivoluzione francese fu il generale Napoleone Bonaparte, il quale si consacrò Imperatore nel 1804 sottomettendo quasi tutta l’Europa. Tanti artisti del Neoclassicismo idealizzarono la figura di Napoleone, ma le aspettative su quest’ultimo vennero presto deluse, in quanto si mostrò disposto a tutto per raggiungere i suoi scopi e non mise al primo posto il benessere del popolo. Nel 1810 raggiunse il culmine della gloria, ma le guerre contro Spagna e Russia demolirono il mito dell’eroe invincibile e nel 1814 fu costretto ad abdicare ed esiliarsi sull’isola d’Elba. Nel 1815 tentò un’altra presa, ma venne definitivamente sconfitto nel 1815 a Waterloo ed esiliato a Sant’Elena dove morì nel 1821. La sua eredità più importante fu il Codice napoleonico, ovvero il primo codice civile moderno. La maggior parte degli artisti che avevano glorificato le gesta di Napoleone continuarono a dedicarsi a scene storiche, ritratti e figure mitologiche. Le differenze tra neoclassicismo e barocco sono notevoli: Il Neoclassicismo si contrappose agli eccessi del Barocco, operando il recupero dell'arte classica attraverso lo studio dei monumenti dell'antica Roma, delle statue greche e delle pitture pompeiane. In architettura, gli elementi classici usati nel Barocco in modo libero e fantasioso tornarono ad essere applicati secondo gli schemi antichi, con preferenza per il modello del tempio greco e del Pantheon romano. Mentre nel Barocco si prediligevano cornici mistilinee ed elementi decorativi, nel Neoclassicismo questi elementi scomparvero lasciando posto ad architravi lineari e superfici lisce. Negli interni, gli affreschi e gli stucchi barocchi erano costituiti da strutture candide come volte cassettonate e ordini architettonici, nel classicismo invece la pianta ellittica venne accantonata lasciando il posto a quella circolare e longitudinale con severa semplicità. Per ciò che concerne la scultura, si abbandonò il dinamismo delle posture, il pathos delle espressioni e l’esuberanza dei panneggi e ricomparvero pose classiche, volti idealizzati privi di emozioni e panneggi semplici e lineari. Le sculture neoclassiche avevano lo scopo di ricercare il Bello Ideale. Le figure religiose lasciarono posto a figure mitologiche e ritratti di personaggi viventi. Stessa cosa accadde nella pittura, ricca di rappresentazione di scene eroiche della storia antica ed episodi tratti dalla mitologia, con riferimenti all'età classica anche nei costumi e nelle ambientazioni. Dal mondo antico, dunque, vi è la ripresa di elementi estetici e morali. La natura morte non venne più usata, in quanto poco adatta ad esprimere l’armonia e la perfezione del Neoclassicismo, mentre la pittura di genere venne trattata solo in parte, quando consentiva di mostrare figure aggraziate. La produzione del ritratti continuò con una tendenza all'idealizzazione e all’eleganza. Il chiaroscuro, che prima era drammatico e notturno, venne sostituito da una luce diffusa e calma per aumentare la luminosità delle carni lisce e chiare. Johann Joachim Winckelmann Winckelmann (1717-1768) è l’autore della prima sistemazione storiografica dell’arte antica e appassionato cultore dell’arte greca. Il pensiero di Winckelmann ebbe un'influenza decisiva sullo sviluppo del movimento neoclassico: a Roma, lo studioso tedesco entra a far parte della cerchia del cardinale Alessandro Albani, appassionato conoscitore e collezionista di antichità. La villa che 2 e lascia trapelare quasi un sorriso, mentre il corpo è raffigurato in una nudità eroica avvolto in un sudario con il braccio che pende fuori e questo elemento ci rimanda ad opere come la Pietà di Michelangelo, Trasporto di Cristo Morto di Raffaello e la Deposizione di Caravaggio. La scultura neoclassica e Antonio Canova Antonio Canova è stato lo scultore neoclassico per eccellenza. L’opera di Canova si fonda su un’approfondita riflessione sull’antico e su uno studio dei modelli classici che gli permise di aprirsi a nuove sperimentazioni sul movimento, le composizioni, la resa dei sentimenti e la grazia leggiadra. Era un artista molto conosciuto in Italia e all’Estero, tanto da essere apprezzato anche da Napoleone Bonaparte, il quale lo invita a stare con lui a Parigi ma Canova declina questo invito poiché era una persona molto semplice. Inizia la sua attività come scalpellista, successivamente lavora a Roma e a poco a poco ottiene delle committenze piuttosto importanti, iniziando così a crearsi dal punto di vista professionale una personalità molto forte. Quando si trasferisce a Roma segue un corso di disegno/di nudo all'accademia di Francia, quindi oltre che scultore è stato anche un disegnatore perché riesce a far del disegno uno strumento per poter scolpire. Durante il suo iter della scultura seguiva un vero e proprio schema: -DISEGNO: realizzava dei disegni in cui cercava di mettere in chiaro la sua idea e che avevano quindi solo una funzione ideativa; -BOZZETTO: successivamente seguiva la realizzazione di un bozzetto in argilla che serviva come dea per poter procedere nello sviluppo della scultura grande; -MODELLINO IN GESSO: in seguito al bozzetto produceva un modellino in gesso a dimensioni ridotte; -MODELLO IN ARGILLA A GRANDEZZA REALE: realizzava poi un modello in argilla a grandezza naturale; -FORMA: creava in seguito un involucro di gesso prodotto rivestendo il modello in argilla che veniva distrutto. La forma veniva poi riempita di gesso liquido con l’inserzione delle “anime” di metallo che fungevano da “scheletro” o struttura portante del modello; -MODELLO IN GESSO A GRANDEZZA REALE: creato dalla solidificazione del gesso all’interno della forma. La forma veniva aperta e si procedeva a lisciare il modello per eliminare le sbavature ed eventualmente perfezionarlo. Da una forma potevano essere ricavati diversi esemplari. Uno solo veniva scelto per essere il modello e su di esso venivano collocati dei chiodini di bronzo sistemati in posizioni simmetriche; -PRODUZIONE DELLA SCULTURA IN MARMO: questa fase spettava agli allievi della sua bottega, che con l’aiuto di compassi (detti pantografi) calcolavano le distanze degli altri punti e scolpivano il blocco di marmo; -ULTIMA MANO: la fase finale spettava a Canova stesso, il quale levigava la scultura rendendola così morbida e vera e colava uno strato di cera rosa per determinare il colore dell’incarnato. Le opere di Canova sono più di 200 e i modelli in gesso sono rimasti per molto tempo nel suo studio. Alla sua morte il fratello le raccolse tutte e decise di esporle all’interno di un museo realizzato appositamente che si trova a Possagno (città natale dell’artista). Si tratta di una gypsotheca, ovvero un museo dove vengono esposti i gessi, che viene restaurata da Carlo Scarpa tra il 1955 e il 1957. Nelle sue sculture Canova affronta temi mitologici, il genere del grazioso e la rappresentazione dell'eroico e del sublime, che ritroviamo in Teseo e il Minotauro. 5 Teseo e il Minotauro Si tratta della prima opera scultorea che Canova realizzò una volta arrivato a Roma e che gli permise di frasi conoscere, infatti moltissimi artisti e critici d’arte iniziarono a parlare di lui e tra questi ricordiamo Quincy che in moltissime lettere rivolte ad altri artisti parlava delle opere di Canova come delle opere in cui era sintetizzata l’essenza del neoclassicismo. La scena rappresenta il momento che segue l’uccisione del minotauro da parte di Teseo, l'azione quindi è conclusa e ogni passione è spenta. Canova rinnova l’iconografia dell’opera rappresentando Teseo seduto sul suo avversario con una gamba in avanti, l’altra piegata e il braccio che tiene le gambe del minotauro. L’eroe è rappresentato in atto di trionfo, ma non ha la solita postura rigida che segnala una vittoria, al contrario la sua posizione è tranquilla, piuttosto morbida e nel suo corpo è possibile tracciare una linea ad s e questo ci fa percepire di più la stanchezza. Dal suo volto non trapela la furia della lotta, ma la fierezza di chi ha ottenuto una vittoria difficile, simbolo dell’affermazione della ragione sulle forze dell’irrazionalità. Successivamente inizia ad avere tante commissioni e tra queste una delle più importanti è Amore e Psiche Questa scultura è ispirata alla favola di Amore e Psiche ed è una tra le più belle e delicate di Canova. Raffigura il momento in cui Amore restituisce alla vita con un bacio la giovane e bellissima Psiche, caduta in un sonno profondo per aver aperto, contro il volere di Venere, un cofanetto contenente un po della bellezza di Proserpina, dea e regina dell’oltretomba. Canova rappresenta l'abbraccio, quindi il momento precedente al bacio. La scultura è pensata per essere vista frontalmente e ci sono una serie di complesse geometrie compositive: lo spazio tra le labbra dei due giovani è il centro focale della composizione ed è il punto di intersezione tra due diagonali ad X. I due corpi sono quindi disposti in diagonale e formano una struttura piramidale alleggerita da una figura triangolare formata dalle ali di Amore. Il centro della composizione, inoltre, definisce un’altra costruzione geometrica data da due cerchi intrecciati i quali sono disegnati dal movimento delle braccia dei due amanti inscritti tra due archi. Nonostante questa composizione geometrica, l’opera appare molto morbida e quasi reale. Questa scultura può essere letta in più modi: -come rappresentazione dell'amor divinus, ovvero l’amore che congiunge il divino al mortale ed è dunque la forma più alta di amore; -come celebrazione della giovinezza nella sua trasparente innocenza e dell’amore come sentimento vivificante; -come metafora del legame tra eros (amore) e thanatos (morte). L’opera oggi è conservata al museo del Louvre ed è posta in un ambiente molto grande che permette di girarci intorno e di cogliere così nuovi aspetti e dettagli. Le Tre Grazie Qui Canova tratta un soggetto mitologico già utilizzato dai contemporanei ma anche del rinascimento, ovvero quello delle tre grazie. Quest’opera gli viene commissionata da Giuseppina di Beauharnais, moglie di Napoleone. A differenza delle rappresentazioni solite che vedono le tre grazie poste sulla stessa linea e in cui quella centrale è sempre di spalle, Canova le rappresenta in un abbraccio nel quale ognuna sembra contemplarsi nell’altra rendendole molto unite fra di loro con un intreccio di 6 braccia particolari. Vi è un festone, una sorta di panneggio che viene tenuto dalle fanciulle e copre le loro nudità. Le tre figlie di Zeus rappresentano la castità, la bellezza e l’amore (o gioia, letizia e prosperità). Sono figure pure, sculture nelle quali il perfetto equilibrio delle forme e la levigatezza degli incarnati esprimono l’atemporalità della bellezza e l’armonia che regna sulle passioni. Successivamente gli vengono richieste altre copie da altre persone, tra cui il duca di Bedford La seconda che realizza è oggi conservata al Victoria and Albert Museum di Londra, mentre la prima si trova al Museo dell'Ermitage di San Pietroburgo. Paolina Bonaparte come Venere vincitrice Questa scultura viene richiesta a Canova dalla stessa Paolina Bonaparte, sorella di Napoleone. Lo scultore associa Paolina alla Venere vincitrice, ossia colei che riesce ad avere la supremazia rispetto alle altre dee, e Canova la rappresenta proprio come una dea semidistesa su un agrippina, ovvero un divano fornito di un unico bracciolo, sulla quale ella appoggia il braccio destro. Il suo busto è nudo, mentre la parte inferiore del corpo è avvolta da una veste leggera che, scoprendo l'attacco dei glutei e sottolineando le pieghe dell'inguine, rende Paolina pudica e sensuale allo stesso tempo ma è depurata dalla volgarità. Le linee sono sinuose e morbide e rese evidenti dal gioco delle superfici: in alcune parti il marmo è lavorato in modo da farlo apparire come se fosse carne, in altre è lucido mentre sulle parti nude Canova stese uno strato di cera affinché queste risultassero appena rosate. Quest’opera comunica l’emozione della bellezza e della grazia. Oggi si trova al Museo e Galleria Borghese. Canova si occupò anche di scolpire dei monumenti funebri, importanti perché rappresentano il ricordo. Il tema della morte è uno dei più frequenti del Neoclassicismo ma differisce il modo in cui viene affrontato e lo si vede dalla differente tipologia del monumento funebre dove gli effetti drammatici e il macabro (tipici del barocco) cedono il posto a un’idea di morte come pacato riposo, accettazione religiosa della fine della vita. Canova realizza infatti un monumento funerario con un elegante semplicità e severa solennità: il Monumento funerario per Maria Cristina d’Austria Questo viene realizzato per la Chiesa degli Agostiniani a Vienna. Alla morte della moglie, il duca Alberto di Sassonia chiede a Canova di scolpire e questa tomba e lo scultore la progetta con una forma completamente diversa: qui la scultura non mette in risalto la figura del personaggio seppellito, ma c’è semplicemente l’effige del viso e tutto il resto raffigura altro. Il complesso statuario ha una forma piramidale e raffigura lo snodarsi di un corteo di 5 persone che sono collegate tra loro per mezzo di un festone che si trova sotto ai piedi di ognuno e significa che tutti quanti attraversano questa porta. Queste si recano verso l’urna con le ceneri della defunta in una processione che rappresenta la pietà e la beneficenza; al lato opposto della piramide vi è un uomo alato che raffigura il genio del dolore appoggiato al leone della fortezza. Sopra la porta troviamo il ritratto di Maria Cristina incorniciato da un serpente che si morde la coda, emblema della mortalità, e sorretto dalla figura della felicità. Ogni figura quindi è simbolo delle virtù di Maria Cristina. La scelta della piramide non è casuale, poiché proprio in questo periodo c’è un’esaltazione delle forme pure e semplici (come piramidi, sfere, cubi). 7 Il romanticismo Il romanticismo è un movimento di pensiero sviluppatosi nella seconda metà dell’800 e diffuso in tutta Europa. Gli ideali della rivoluzione francese erano falliti, ai principi dell’illuminismo si sostituì la restaurazione di regimi monarchici e la riaffermazione di una politica nazionalistica; il Romanticismo si fece interprete delle inquietudini e delle tensioni della società del periodo elaborando una nuova visione che si contrappose al neoclassicismo e all’illuminismo e che poneva l’attenzione sulla soggettività individuale, il sentimento e la fantasia e inaugurò un nuovo rapporto con la Natura e la Storia. I romantici ereditano dal Neoclassicismo la serietà e il rifiuto dell’arte frivola e decorativa, ma essi non sono orientati alla ricerca del bello ideale, bensì a cercare di esprimere la profondità della loro vita interiore nel modo più sincero e diretto possibile. Quindi, il principio che guida l’artista nella realizzazione dell’opera d’arte e il criterio base sulla quale essa deve essere giudicata è la sensibilità individuale. I temi affrontati sono gli stessi della letteratura come amore, gusto esotico (scene di viaggi, ad esempio nelle opere di Delacroix o in quelle di Turner), natura come rifugio dalla realtà. L’opera del romanticismo non segue regole ben precise e questo tipo di arte non è omogenea e coerente, è infatti caratterizzata da stili individuali che possono avere tra loro analogie ma che si differenziano da artista ad artista, poiché ogni opera d’arte è manifestazione della loro esperienza personale. Diverse sono dunque le opere di romantici inglesi, francesi, tedeschi e italiani e la loro differenza è dettata anche dai soggetti rappresentati; Pittura francese La pittura francese si concentra sulla pittura di tipo storico con soggetti contemporanei, scene di cronaca che causano indignazione suscitando emozioni forti (analogia col barocco). Un’opera molto importante di questo tipo è La zattera della Medusa di Théodore Géricault, la quale rappresenta l'affondamento durante una notte tempestosa di alcuni uomini e tra questi solo 15 riescono a salvarsi su una zattera. Fu un evento che destò scalpore poiché ci fu negligenza da parte dei governanti che non erano riusciti a controllare bene alcune situazioni che potevano invece prevedere. L'artista rappresenta con grande pathos tutti i sentimenti provati all’interno di questa zattera come la paura, la speranza ecc.. Altri eventi storici sono collegati con i moti della rivoluzione in Francia e il risalto dei nuovi principi di uguaglianza, della libertà e della fraternità e riguardo questo tema citiamo La libertà che guida il popolo di Eugène Delacroix. Queste due opere assumono per la Francia un significato molto importante e oggi sono conservate al museo del Louvre a Parigi in una delle sale più importanti insieme ad altre opere del romanticismo dove il tema della storia è centrale. Pittura inglese Il soggetto principale della pittura inglese è il paesaggio; nei paesaggi romantici si assiste a una visione interiorizzata della natura, dipingere un paesaggio significa per l’artista cogliere la relazione che sussiste tra il mondo esterno e il proprio stato d’animo. Uno degli artisti a rappresentare questo soggetto è William Turner, un pittore inglese che rappresenta il paesaggio come pittoresco, un paesaggio che rievoca sentimenti di tranquillità e nostalgia. Di contro, si sviluppa anche la pittura del paesaggio collegata al concetto del sublime: il piacere di provare paura e terrore. Per Turner dunque la natura è anche fonte 10 di emozioni violente, come il senso di inquietudine, di impotenza e paura che ci avvolge di fronte allo spettacolo delle sue manifestazioni Gli artisti romantici cercano di sentire davvero la paura per poterla rappresentare bene. è il caso di Turner, che per poter pitturare al meglio il dipinto dell'incendio che distrusse il parlamento di Londra decise di gettarsi nel Tamigi sentendo così il calore del fuoco e riportando nel quadro la forte commozione. Le sue pitture, rispetto a quelle di Constable che sono più precise, anticipano l’arte di fine 800 con colori indefiniti e caldi e una forma anch’essa poco definita che richiama l’idea anticipando l'impressionismo. Pittura tedesca Il soggetto qui è sempre la natura la quale è però più orientata verso il sublime. Uno dei pittori tedeschi che ricordiamo è Caspar David Friedrich, dal cui paesaggio traspare la ricchezza dei sentimenti, la coscienza della solitudine, l’angoscia di fronte all’ignoto, dunque nella natura incarna l’estetica del sublime. Friedrich nasce nel 1774 a Greifswald da una famiglia è numerosa. Affronta un'infanzia dolorosa poiché all’età di 6 anni sua madre muore e l’anno seguente perde anche una sorella a causa del tifo. La tragedia più grande della sua infanzia e che segna il suo carattere malinconico avvenne quando un giorno mentre stava pattinando su una lastra di ghiaccio quest’ultima si ruppe e lui cadde nelle acque gelide. Il fratello si butto per salvarlo e ci riuscì ma perse la vita. Dopo quattro anni dedicati allo studio nella prestigiosa Accademia d'Arte di Copenaghen, si trasferisce permanentemente a Dresda dove si afferma come artista e inizia il periodo della rappresentazione di paesaggi con caratteri molto forti e dove è presente la manifestazione del divino. Un altro tema importante e ricorrente nei dipinti di Friedrich è la morte che riprende anche i suoi aspetti familiari. Egli sosteneva che la rappresentazione della morte fosse importante poiché si tratta di qualcosa verso cui tutti siamo indirizzati, qualcosa che tutti siamo destinati a subire e che è dunque inevitabile nella vita dell’uomo. La morte è naturale, fa parte della vita e per vivere eternamente il pittore sosteneva che bisogna arrendersi alla morte e considerarla durante la vita. Al 1817 risale uno dei suoi quadri più importanti: il Viandante sul mare di nebbia. Quest'opera appartiene a una fase felice della carriera e della vita dell’artista, ovvero al periodo in cui egli riacquista fiducia nei destini politici della patria tedesca. Al centro della composizione, in primo piano, vi è un viandante rappresentato di schiena sull’orlo di un precipizio collocato in una posizione rialzata dalla quale egli può contemplare il panorama che gli si apre davanti che comprende monti appena visibili sullo sfondo. La rappresentazione dell’uomo di spalle può essere letto in due modi: -come la volontà di lasciare le persone indietro e di essere pienamente in contatto con la natura e l’infinito; -come il voler coinvolgere l’osservatore, dunque si tratta di un distacco ma allo stesso tempo di un coinvolgimento. L’uomo è rappresentato con i capelli rossi e scompigliati al vento, è avvolto in un soprabito verde scuro e nella mano destra, appoggiata al fianco, impugna un bastone da passeggio. È lui il vero centro focale e spirituale del dipinto che permette di misurare lo spazio, è come se ne determinasse l'inizio in relazione all’infinito che si estende dinanzi a lui. Lo sfondo è grigio e i colori sono freddi, il paesaggio viene rappresentato con la tecnica della prospettiva aerea, una tecnica antica che dà un senso di sfumato al paesaggio e maggiore profondità allo spazio. 11 Questo quadro infonde paura e un senso di smarrimento di fronte all’intuizione della profondità abissale poiché non sappiamo cosa ci sia al di là di questa roccia, il tutto infatti è come ricoperto in un'ombra di mistero dalla nebbia fluttuante e l'equilibrio ci sembra instabile. Sempre a questa fase più felice risale un’altro dipinto, Le bianche scogliere di Rügen il quale raffigura le scogliere di gesso dell'isoletta baltica di Rügen, in Germania, dove Friedrich si recò nel 1818 (data di esecuzione della tela) per festeggiare le nozze con Caroline Bommer, celebrate in quell'anno. Nella tela gli affioramenti rocciosi, di grande impatto emotivo e altamente suggestivi, sono incorniciati dai due alberi frondosi in primo piano, flessi sino a descrivere una circonferenza immaginaria lungo la quale sono disposti i tre personaggi anche qui rappresentati di spalle. Qui i colori sono più caldi, ritroviamo ad esempio il giallo ambrato, il verde, il rosso ecc. Un’ altra opera è Il naufragio della speranza. L'opera ritrae il naufragio di una nave, chiamata la speranza (nome che rimanda ai sentimenti del periodo), avvenuto nel bel mezzo di un mare di ghiaccio rotto in una miriade infinita di pezzi, le cui schegge si sono accumulate dopo l'impatto, ammassandosi l'una sopra l'altra formando una montagna a forma piramidale. La nave è rappresentata all’angolo del dipinto, a destra, e appare travolta e schiacciata dalla forza inarrestabile dei ghiacci. Il quadro si ispira ad un disastro realmente avvenuto nel corso di una spedizione scientifica, svolta per studiare la natura in temperature estreme, attraverso lo stretto di Bering. I sentimenti scaturiti da questo quadro sono l’angoscia e lo sgomento dell’uomo di fronte alle forze della natura; inoltre vi è un riferimento alla morte e alla speranza dell’uomo, al suo eterno desiderio di conoscenza e di dominio sulla natura che lo portano a tentare sempre nuove imprese le quali sono spesso destinate al fallimento nella lotta impari contro le forze che lo circondano. Un altro dipinto è il Monaco in riva al mare dove si rappresenta il mare in una giornata fredda e la distesa di sabbia con colori cupi. Il piccolo corpo da solo riprende il concetto dell’infinito, la piccolezza dell’uomo di fronte alla vastità della natura. Ogni rappresentazione dell’ambiente è espressione delle speranze, delle attese e delle ansie del mondo interiore dell’artista di cui fa parte anche un profondo sentimento religioso che lo distingue dai paesaggisti inglesi. Le opere di Friedrich nascono dalla volontà di guardare fuori per vedersi dentro. Questo concetto è espresso attraverso due disegni che rappresentano delle finestre, due aperture come metafora esistenziale del punto di contatto tra il mondo interiore e l’esterno. La prima finestra si apre su un fiume e il paesaggio è luminoso. L’osservatore è separato dal paesaggio e vede dinanzi a se l’albero maestro di un’imbarcazione, ciò rappresenta la vita. Accanto alla finestra vi è un frammento di specchio che riflette parte del volto del pittore. Nell’altro disegno invece il paesaggio è ancora più ampio ma altrettanto distante. Nello specchio questa volta compare una porta. Più in basso, sul muro, è appesa una chiave la quale potrebbe aprire quella porta e permettere l’uscita verso la vita fuori. Questa contrapposizione tra interno ed esterno la vediamo ben marcata nel dipinto della Donna alla finestra che ritrae la moglie di Friedrich, Caroline Bommer. Lo spazio che circonda la donna è chiuso, quasi opprimente ed è simile nei colori al suo abito.L’incrocio di 12
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