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Macchiavelli: Discorsi su Politica e Cultura nel Quattro-Cinquecento, Appunti di Filosofia

Niccolò macchiavelli, nato a firenze, scrisse due opere fondamentali: discorsi sopra la prima deca di tito livio e il de principatibus, meglio conosciuto come il principe. Macchiavelli analizza la politica come prodotto esclusivo dell'attività umana, indagando sulle sue diverse manifestazioni e cercando di individuare regole generali. Nel primo testo indica le cause per cui l'italia non era così estesa e grande come in epoca romana: il papato e i soldati mercenari. Nel secondo, mette a frutto la sua esperienza al servizio delle istituzioni, come segretario della repubblica di firenze. Macchiavelli intende parlare dell'uomo e della politica non come dovrebbero essere, ma come sono in realtà. Obiettivo della sua analisi sarà la verità effettuale: descriverà forme di stato che esistono in realtà, non solo quelle concepite nella mente di chi le ha concepite. In questo testo delinea anche le caratteristiche che dovrebbe avere un principe per consolidare e delineare il proprio potere.

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 27/03/2022

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alicia-fiorelli 🇮🇹

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Scarica Macchiavelli: Discorsi su Politica e Cultura nel Quattro-Cinquecento e più Appunti in PDF di Filosofia solo su Docsity! NICCOLO’ MACCHIAVELLI LA VERIA’ EFFETTUALE La nuova cultura quattro-cinquecentesca mira a indagare la politica come prodotto esclusivo dell’attività umana, analizzandone le diverse manifestazione e cercando di individuarne alcune regole generali. Niccolò Macchiavelli, nato a Firenze, compose due importante opere: Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio e il De pricipatibus detto anche il Principe. Nel primo indica le cause per cui l’Italia, in quel periodo, non era tanto grande ed estesa come ai tempi dell’Impero romano. Queste sono: il papato e i soldati mercenari che sono bravi a combattere ma non lo fanno per onore o per il bene della loro patria, che non hanno alcun valore. Nel secondo l’autore mette a frutto la sua esperienza al servizio delle istituzioni quale segretario della Repubblica di Firenze, interrotta poi dalla signoria dei Medici. Intende parlare dell’uomo e della politica non come dovrebbero essere, bensì come sono di fatto. Oggetto della sua analisi sarà quella che chiama verità effettuale: non descriverà forme di stato che esistono soltanto nella mente di chi le ha concepite, ma la realtà così come si presenta all’osservatore. (Si contrappone a Platone). In questo componimento delinea anche le caratteristiche che dovrebbe avere un pricipe per consolidare e delineare il proprio potere. Un buon politico, infatti, secondo Macchiavelli, deve conoscere tutte le forme di governo passate (STORICISMO) per valutare così quale tra queste sarebbe la più efficiente in quel momento e in quella situazione. IL CONTESTO STORICO ALLA BASE DELLA RIFLESSIONE POLITICA DI MACCHIAVELLI Nel tardo Medioevo i comuni dell’italia centro-settentrionale si erano evoluti in signorie e principati. La realtà italiana non era stata in grado di andare oltre tale stadio, e all’inizio del Cinquecento appariva frammentata in una pluralità di potenti regionali o locali. Macchiavelli è ben consapevole dell’importanza delle strutture statali e auspica che possa emergere anche in Italia un uomo capace di unificare il territorio. Il filosofo era favorevole all’idea di Repubblica ma era anche cosciente del fatto che questa forma di governo non sarebbe stata capace in quel momento di unificare l’Italia. Capisce così che sarebbe servito un re. IL PRINCIPE E LE SUE QUALITA’ Le qualità del principe secondo Macchiavelli: 1. Deve avere una natura ibrida, analoga a quella del centauro, per metà umana e per metà ferina. Deve essere disposto a rinunciare alla propria umanità qualora fosse necessario per il bene dello Stato. 2. Deve essere sia volpe sia leone, usare astuzia o violenza a seconda delle esigenze. 3. E’ più importante apparire pio piuttosto che esserlo, per il consenso.
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