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Nietzsche - pensiero, citazioni e spiegazione citazioni, Appunti di Filosofia

Appunti su tutto il pensiero filosofico di Nietzsche con citazioni e passi dalle varie opere inclusi (Umano troppo umano, Gaia scienza, Genealogia della morale, Così parlò Zarathustra)

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 11/04/2022

Giulia1524
Giulia1524 🇮🇹

3.7

(3)

3 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Nietzsche - pensiero, citazioni e spiegazione citazioni e più Appunti in PDF di Filosofia solo su Docsity! FRIEDRICH NIETZSCHE Egli fu un filosofo tedesco, il quale insegnerà per molti anni all’Università di Basilea, in Svizzera. Il suo pensiero si articola di varie fasi: 1. Periodo Giovanile (1872-1876) —> “La nascita della tragedia” (1872). Influenze di Schopenhauer e di Richard Wagner. Tema importante - arte. 2. Periodo illuministico (1878-1882) —> “Umano troppo umano” e “Gaia scienza”. Tema importante - scienza (non nel significato positivistico) come rapporto della ragione critico, che va ad esaminare gli ideali della società e a mostrare che siano degli ideali fortemente condizionati dalla società in cui sono nati. (Come Marx, Nietzsche ritiene che i valori dipendono dall’economia. Entrambi svolgono un lavoro di smascheramento). 3. Fase matura o filosofia del Meriggio (1883-1885) —> “Così parlò Zarathustra”, vengono affrontati alcuni dei temi più importanti come la figura del ÜBERMENSCH (Superuomo o oltre uomo), figura proposta per indicare un uomo che riesce a superare i valori della società occidentale. Zarathustra è un profeta che introduce il superuomo. In questa fase, Nietzsche tratta la teoria dell’eterno ritorno, in quanto ripropone una concezione circolare del tempo, il nichilismo e la volontà di potenza. 4. Ultimi anni (1885-1889) —> “La geneaologia della morale”. Il tema fondamentale di quest’opera risulta essere la critica dei valori della civiltà occidentale e il cristianesimo, al cui interno tratta principalmente il tema della morale dei signori e la morale degli schiavi. PERIODO GIOVANILE “La Nascita della Tragedia” —> è un’opera che da una nuova interpretazione della cultura e della civiltà greca. In questo momento analizza a fondo la civiltà greca e propone un rinnovamento della cultura occidentale (ne da una nuova interpretazione), ritenuta come una cultura in crisi, a partire dalla civiltà greca: infatti, guardando alla civiltà greca è possibile trovare elementi che possano rinnovare la civiltà occidentale. 1.1 Influenza di Schopenhauer “L’uomo filosofico ha [...] il presentimento che [...] sotto questa realtà in cui viviamo e siamo ce ne sia nascosta una seconda affatto diversa, che cioè [...] essa sia un’illusione; e Schopenhauer indica come segno distintivo dell’attitudine filosofica il dono naturale per cui a qualcuno gli uomini e tutte le cose appaiono a volte come meri fantasmi e immagini di sogno” Nietzsche condivide l’impostazione di Schopenhauer: distingue la realtà fenomenica in cui l’uomo vive e la realtà noumenica, che è l’essenza della realtà. Condivide l’idea per cui al di là del fenomeno c’è il noumeno che rappresenta l’essenza della realtà, che è irrazionale, istintuale. Egli riterrà che l’uomo deve accettare pienamente tutte le componenti dell’esistenza umana e quindi la sua irrazionalità. La ragione non può essere l’unica componente della comprensione della realtà(come Schopenhauer e Kierkegaard). 1.2 Obiettivi dell’opera Il primo obiettivo è analizzare la civiltà greca facendo emergere all’interno di essa anche l’elemento dell’ irrazionalità (Schopenhauer), che è sempre stata presentata come il trionfo della razionalità. All’interno dell’analisi sottolinea il ruolo dell’arte in particolare della tragedia; perché la tragedia è la forma d’arte che nell’antica Grecia è riuscita ad esprimere contemporaneamente l’elemento razionale e irrazionale (apollineo e dionisiaco) e quindi riesce ad esprimere l’intera realtà e mostrare come all’interno di una realtà ci sia il tentativo di tenere a bada l’irrazionalità. Il secondo obiettivo è mostrare la funzione dell’arte, che esprime il significato autentico della realtà. Rivalutazione dell’arte. Il terzo obiettivo è il progetto di ricostruzione di una nuova forma d’arte simile alla tragedia che riesca ad esprimere la totalità della realtà è tenga insieme apollineo e dionisiaco e questa è attribuita al DRAMMA DI WAGNER. 1.3 Analisi della grecità e categorie fondamentali di interpretazione del mondo greco “Sotto l’incantesimo del dionisiaco non solo si restringe il legame tra uomo e uomo, ma anche la natura estraniata, ostile o soggiogata celebra la sua nuova festa di riconciliazione col suo figlio perduto, l’uomo. La terra offre spontaneamente i suoi doni, e gli animali feroci delle terre rocciose e desertiche si avvicinano pacificamente. Il carro di Dioniso è tutto coperto di fiori e ghirlande: sotto il giogo avanzano la pantera e la tigre. [...] Ora lo schiavo è uomo libero, ora s’infrangono tutte le rigide, ostili delimitazioni che la necessità, l’arbitrio o la moda sfacciata hanno stabilito tra gli uomini. Ora, nel vangelo dell’armonia universale, ognuno si sente non solo riunito, riconciliato, fuso col suo prossimo, ma addirittura uno con esso, come se il velo di Maya fosse stato strappato e sventolasse ormai a brandelli davanti alla misteriosa unità originaria” Nietzsche intende contrapporsi all’immagine della grecità che ha dato Winckelmann, che interpreta il mondo greco come ordine, equilibrio, armonia e luce. Nietzsche ritiene che sicuramente c’è questo (spirito apollineo), ma anche lo spirito dionisiaco (irrazionalità, istinto e flusso vitale); questi due spiriti convivono. Ritiene che i greci avevano una esasperata sensibilità per la fragilità della vita, per la morte, per il fatto che la vita è effimero se inserito nel flusso vitale eterno e causava estremo dolore; per sopportare i greci creano attraverso la ragione un mondo consolatorio che si esprime nella religione olimpica e nell’arte, caratterizzata dalla luce, armonia, equilibrio (architettura e scultura). Le divinità sono uguali agli uomini, ma sono eterne, quindi sono prive della fragilità tipica degli uomini. La razionalità cerca di portare ordine in un mondo che è caos, è la risposta alla percezione che la realtà non ha significato, non ha ordine; è lo sforzo di dare ordine, equilibrio a quel flusso vitale in cui gli uomini sono inseriti e la vita degli uomini rispetto al flusso vitale è brevissima. “Il Greco conobbe e sentì i terrori e le atrocità dell'esistenza: per poter comunque vivere, egli dovette porre davanti a tutto ciò la splendida nascita sognata degli dèi olimpici. L'enorme diffidenza verso le forze titaniche della natura [...] fu dai greci ogni volta superata, o comunque nascosta e sottratta alla vista, mediante quel mondo artistico intermedio degli dèi olimpici” La cultura greca dell’equilibrio, della grazia nasce per nascondere la radice profonda della realtà, che è l’irrazionalità. “Fu per poter vivere che i greci dovettero, per profondissima necessità, creare questi dèi: questo evento noi dobbiamo senz'altro immaginarlo così, che dall'originario ordinamento divino titanico del terrore fu sviluppato attraverso quell'impulso apollineo di bellezza, in lenti passaggi, l'ordinamento divino olimpico della gioia, allo stesso modo che le rose spuntano da spinosi cespugli. Altrimenti quel popolo che aveva una sensibilità così eccitabile, che bramava così impetuosamente, che aveva un talento così unico per il soffrire, come avrebbe potuto sopportare l'esistenza, se questa non gli fosse stata mostrata nei suoi dèi circonfusa da una gloria superiore?” In questo passo, Nietzsche parla di spinosi cespugli: con questa immagine intende rappresentare il fatto che la vita è caos, e quindi dolore; le rose invece rappresentano il tentativo di dare un’ordine alla realtà, esse esistono dal fatto che la vita umana è caratterizzata dal dolore, da un flusso vitale breve. Apollineo e dionisiaco “Con questa coppia di opposti Nietzsche indica i due impulsi di base dello spirito e dell’arte dei greci. L’apollineo, che scaturisce da un impulso alla forma e da un atteggiamento di fuga di fronte al divenire, si esprime nelle forme limpide e armoniche della scultura e della poesia epica. Il dionisiaco, che scaturisce dalla forza vitale e dalla partecipazione al divenire, si esprime nell’esaltazione creatrice della musica.mentre nella tragedia attica apollineo e dionisiaco convivevano in armonia, con la tragedia di Euripide e con il razionalismo di Socrate tale equilibrio fu distolto dal prevalere dell’ apollineo, che trionfò sul dionisiaco fin quasi a soffocarlo” Da Abbagnano Fornero L’apollineo è il tentativo di sottrarsi al disordine della realtà, al dolore attraverso l’arte, la scultura. La musica della cetra è apollinea. La musica del flauto è dionisiaca. Dioniso è considerato barbaro, abbandonato agli impulsi. Le menadi che sono le sue seguaci rappresentano donne irrazionali. Accettazione del flusso vitale =dionisiaco. 1.4 La tragedia In una parte della tragedia greca Nietzsche ritiene che i due spiriti si incontrano. Ci sono tre autori importanti nella tragedia: Eschilo, Sofocle ed Euripide. La tragedia di Eschilo e Sofocle riesce a tenere insieme lo spirito apollineo e dionisiaco. Nella tragedia di Euripide prevale lo spirito apollineo(razionalità) ed è influenzata dallo spirito socratico. conservazione di sé, dunque all'egoismo di questa riflessione: «Perché dovrei danneggiarmi inutilmente,senza peraltro raggiungere il mio scopo?». — Questo, sull'origine della giustizia.” “Poiché gli uomini, secondo l'abitudine del loro intelletto, hanno dimenticato lo scopo originario delle azioni cosiddette giuste, eque, e soprattutto poiché i fanciulli sono stati educati da migliaia di anni ad ammirare e imitare quelle azioni, è sorta via via l'illusione che un'azione giusta sia un'azione altruistica: e su questa illusione riposa l'alta stima che se ne ha e che per giunta, come tutte le stime, cresce in continuazione: ciò che è stimato molto viene infatti perseguito con sacrificio, imitato, riprodotto, e cresce perché al valore della cosa stimata viene ad aggiungersi quello della fatica e dello zelo impiegati da ciascuno. — Quanto poco morale sembrerebbe il mondo se non esistesse la dimenticanza! Un poeta, potrebbe dire che Dio ha posto la dimenticanza come guardiana sulla soglia del tempio della dignità umana.” Qui intende mostrare l’origine della giustizia. La giustizia è uno dei valori più alti nelle società liberaldemocratiche. Se riflettiamo su come nasce la giustizia, ci accorgiamo che nasce dal tentativo di preservare se stessi. La giustizia nasce in una società in cui gli uomini sono di forza uguale e se usassero la violenza si ucciderebbero a vicenda e quindi hanno elaborato un metodo per non distruggersi. Se subisco un torto ho diritto ad una compensazione; poi si passa alla multa e poi al sistema carcerario; però alla base della giustizia c’è l’idea di scambio. In questo modo la società non decade. Nella prima parte sottolinea come la giustizia abbia un’origine umana. Accade che i giovani sono educati secondo la giustizia che si è affermata e vengono lodati se la rispettando e no se non la rispettano; quindi a poco a poco diventa un valore che perde il collegamento con le sue radici. Viene presentato come un valore in sé; come se fossero delle idee platoniche e non avessero alcun rapporto con il mondo della materia. Diventano delle sostanze ideali che sembra esistere da sempre in ogni società. Questo succede man mano che i criteri vengono insegnati ai giovani. Sono presentati come se traessero la loro verità da un piano divino. Se gli uomini avessero sempre presenti le radici si sentirebbero meno virtuosi di quanto si sentono. “Genealogia della morale” “L’espressione genealogia della morale viene utilizzata da Nietzsche per indicare quello specifico modo di accostarsi ai problemi morali che consiste nel mostrare il carattere storico dei valori etici e le motivazioni umane (troppo umane) che ne stanno alla base. Genealogicamente scrutata, la moralità si rivela come l’assoggettamento dell’individuo a determinate direttive sociali, più specificamente come un meccanismo con cui si è facilitato il dominio dell’uomo sull’uomo” In quest’opera Nietzsche si avvale del metodo genealogico (Rousseau) = cerca le radici, l’origine. Attraverso questo metodo individua due morali: la morale dei signori e la morale degli schiavi. “La "morale dei signori" è quel tipo di morale che sgorga da un sentimento di pienezza o di potenza e che si esprime nei valori vitali della forza, della salute, della fierezza e della gloria. La "morale degli schiavi" è quel tipo di morale che sgorga da un sentimento di debolezza e di risentimento e che risulta improntata ai valori antivitali dell'umiltà e della pietà. Espressione emblematica di tale morale è il cristianesimo.” La morale dei signori è la morale dei greci, perché afferma l’istinto alla vita, la forza, il coraggio, la salute. Sono i valori dei poemi omerici. Sono valori vitali, sono i valori della fedeltà alla terra. I valori sono “il risultato di determinate prospettive di utilità per il mantenimento e il rafforzamento delle forme di dominio umano e solo falsamente sono proiettati nell’essenza delle cose” (Frammenti postumi). La morale degli schiavi è la morale cristiana; qui c’è la critica forte al cristianesimo. Con l’affermarsi dei valori cristiani egli ritiene che prevale il valore della vita; quelli del cristianesimo rappresentano il dire di no alla vita, ma questa morale si affermata nella società dell’Occidente quindi è il frutto di un rifiuto dei valori vitali , del dionisiaco, in nome di valori come l’umiltà, la pietà, il sacrificio di sé (valori ebraico cristiani) che troviamo anche in Schopenhauer. “Sono stati gli ebrei ad aver osato con una terrificante consequenzialità, stringendo ben saldo con i denti dell’odio più abissale (l’odio dell’impotenza), il rovesciamento dell’aristocratica equazione di valore (buono=nobile=potente=bello=felice=caro agli dei), ovverosia ‘i miserabili soltanto sono i buoni; solo i poveri, gl’impotenti, gli umili sono i buoni, i sofferenti, gli indigenti, gli infermi, i deformi sono anche gli unici devoti, gli unici pii, per i quali soli esiste una beatitudine – mentre invece voi, voi nobili e potenti, siete per l’eternità i malvagi, i crudeli, i lascivi, gl’insaziati, gli empi, e sarete anche eternamente gli sciagurati, i maledetti e i dannati!’ ...Sappiamo chi ha raccolto l’eredità di questa trasvalutazione giudaica...[...] Ha inizio con gli ebrei la rivolta degli schiavi della morale, quella rivolta che ha alle sue spalle una storia bimillenaria e che oggi non abbiamo più sotto gli occhi per il semplice fatto che - è stata vittoriosa” Nietzsche è critico contro l’ebraismo ma non è antisemita. Critica la morale ebraica/etica ebraica. La morale ebraica ha rovesciato la tavola dei valori della cultura greca: bello, buono, forza, coraggio hanno perso valore. Gli ebrei rovesciano questo e dicono chi è caro agli dei, chi è povero, umile. Hanno affermato valori che sono negazione/rinuncia della vita e accusano chi vive secondo gli altri valori di essere cattivo. Nietzsche vuole sottolineare come all’interno dell’etica ebraica ci sia l’accusa di essere ingiusti, malvagi, verso coloro che presentano i valori dell’antichità; chi è coerente con i valori dell’antichità viene accusato all’interno dell’etica ebraica-cristiana di essere dalla parte del male. Nel passaggio dell’etica antica al cristianesimo, i cristiani rifiutano la tavola dei valori dell’antichità e li bollano come da abbandonare (abbandonare tutto ciò che è legato alla vitalità). Alla base dell’uomo cristiano c’è il RISENTIMENTO, vuol dire che è un uomo debole che ammira la forza, la vita, la potenza, ma non riesce a vivere, non ha la forza di vivere/non ha la forza di affermare se stesso e quindi accusa chi riesce a vivere di essere negativo. E’ un uomo tormentato, che odia chi vive secondo valori diversi dai suoi. L’affermarsi del cristianesimo ha portato la società occidentale a cancellare i valori vitali e al trionfo dei valori antivitali e quindi a rendere l’uomo un uomo a metà, che è vissuto solo secondo la ragione e che ha dimenticato il proprio spirito dionisiaco. L’uomo cristiano vive proiettato in un mondo che non esiste, che è il mondo del trascendente; anziché cercare di trarre la gioia possibile da quella vita (tragica, effimera) si proietta in un aldilà futuro in cui presume esisterà una vita senza un corpo. Il cristianesimo è il PLATONISMO DELLE MASSE. RISENTIMENTO —> Il risentimento, per Nietzsche, è l'odio impotente dei deboli verso i forti, ossia verso ciò che essi non sono e che segretamente vorrebbero essere. Tale odio si traduce in un comportamento teso a sottomettere i forti tramite una tavola di valori antivitali che rappresentano l'esatto capovolgimento di quelli vitali da essi incarnati. In virtù del fenomeno del risentimento, la morale si configura come uno strumento di dominio e, quindi, di annichilimento del "forte" da parte del "debole". Punti della fase illuministica di Nietzsche La filosofia non deve essere metafisica ma deve svelare quelli che sono gli inganni della cultura, della società. Rifiuta anche il positivismo perché ritenne che avesse fatto una metafisica della scienza. Critica le concezioni antropomorfiche e antropocentriche dell’universo. L’uomo vive in un mondo che non ha senso in sé, non è creato per l’uomo e egli elabora delle teorie che dicono che il mondo è stato creato per lui. Individuare l’ordine del mondo è il tentativo di dare ordine a ciò che non ha ordine. L’uomo cerca di applicare un ordine razionale al mondo è la filosofia deve scoprire questo. È l’uomo che si sforza di credere questo per sopportare la tragicità della sua vita, quindi si crea un mondo di favola. Critica al positivismo, che ha fatto dei fatti un vero è proprio elemento mitologico affermando che la conoscenza scientifica sia una conoscenza oggettiva; in realtà i fatti in sé non hanno significato e l’uomo che li interpreta e quindi in ogni conoscenza c’è sempre la componente soggettiva, dell'interpretazione. Comincia a fare riferimento ai concetti di prospettiva e interpretazione. Tutto dipende dal punto di vista, dalla prospettiva; l’oggettività è un mito. Anche la scienza che a noi può apparire come il sapere più asettico, pure in realtà è mosso sempre da una prospettiva. Karl Popper dice che prima di elaborare una teoria si parte da una suggestione dello scienziato. Processo alla morale L’apice del periodo illuministico arriva a un’analisi radicale della religione e concezione della divinità, che viene fatta da un'analisi storica delle religioni che mostra come in particolare la religione degli schiavi sia il tentativo di elaborare delle consolazioni/illusioni/bugie, ma anche a partire dalla critica dei valori. Nella religione si proietta l’uomo in una dimensione trascendente; l’ha fatto Platone con il mondo delle idee nell’ambito della filosofia, ma l’ha fatto anche il cristianesimo. Dio è l’espressione della più grande delle bugie. Dio è anche fonte di valori; Dio è stato visto come fonte massima di tutti i valori nella cultura occidentale e quindi racchiude tutti i valori umani. AFORISMA 125: L’UOMO FOLLE (der tolle Mensch) da “La gaia scienza” “Der tolle Mensch. — Habt ihr nicht von jenem tollen Menschen gehört, der am hellen Vormittage eine Laterne anzündete, auf den Markt lief und unaufhörlich schrie: "ich suche Gott! Ich suche Gott!" — Da dort gerade Viele von Denen zusammen standen, welche nicht an Gott glaubten, so erregte er ein großes Gelächter. Ist er denn verloren gegangen? sagte der Eine. Hat er sich verlaufen wie ein Kind? sagte der Andere. Oder hält er sich versteckt? Fürchtet er sich vor uns? Ist er zu Schiff gegangen? ausgewandert? — so schrieen und lachten sie durcheinander. Der tolle Mensch sprang mitten unter sie und durchbohrte sie mit seinen Blicken. "Wohin ist Gott? rief er, ich will es euch sagen! Wir haben ihn getötet, — ihr und ich! Wir Alle sind seine Mörder! Aber wie haben wir dies gemacht? Wie vermochten wir das Meer auszutrinken? Wer gab uns den Schwamm, um den ganzen Horizont wegzuwischen? Was taten wir, als wir diese Erde von ihrer Sonne losketteten? Wohin bewegt sie sich nun? Wohin bewegen wir uns? Fort von allen Sonnen? Stürzen wir nicht fortwährend? Und rückwärts, seitwärts, vorwärts, nach allen Seiten? Gibt es noch ein Oben und ein Unten? Irren wir nicht wie durch ein unendliches Nichts? Haucht uns nicht der leere Raum an? Ist es nicht kälter geworden? Kommt nicht immerfort die Nacht und mehr Nacht? Müssen nicht Laternen am Vormittage angezündet werden? Hören wir noch Nichts von dem Lärm der Todengräber, welche Gott begraben? Riechen wir noch Nichts von der göttlichen Verwesung? — auch Götter verwesen! Gott ist todt! Gott bleibt todt! Und wir haben ihn getötet! Wie trösten wir uns, die Mörder aller Mörder? Das Heiligste und Mächtigste, was die Welt bisher besaß, es ist unter unseren Messern verblutet, — wer wischt dies Blut von uns ab? Mit welchem Wasser könnten wir uns reinigen? Welche Sühnfeiern, welche heiligen Spiele werden wir erfinden müssen? Ist nicht die Größe dieser Tat zu groß für uns? Müssen wir nicht selber zu Göttern werden, um nur ihrer würdig zu erscheinen? Es gab nie eine größere Tat, — und wer nur immer nach uns geboren wird, gehört um dieser Tat willen in eine höhere Geschichte, als alle Geschichte bisher war!" — Hier schwieg der tolle Mensch und sah wieder seine Zuhörer an: auch sie schwiegen und blickten befremdet auf ihn. Endlich warf er seine Laterne auf den Boden, dass sie in Stücke sprang und erlosch. "Ich komme zu früh, sagte er dann, ich bin noch nicht an der Zeit. Dies ungeheure Ereignis ist noch unterwegs und wandert, — es ist noch nicht bis zu den Ohren der Menschen gedrungen. Blitz und Donner brauchen Zeit, das Licht der Gestirne braucht Zeit, Taten brauchen Zeit, auch nachdem sie getan sind, um gesehen und gehört zu werden. Diese Tat ist ihnen immer noch ferner, als die fernsten Gestirne, — und doch haben sie dieselbe getan!" — Man erzählt noch, dass der tolle Mensch des selbigen Tages in verschiedene Kirchen eingedrungen sei und darin sein Requiem aeternam deo angestimmt habe. Hinausgeführt und zur Rede gesetzt, habe er immer nur dies entgegnet: "Was sind denn diese Kirchen noch, wenn sie nicht die Grüfte und Grabmäler Gottes sind?" — ” male). Nietzsche ribalta questa figura e fa di Zarathustra il profeta che annuncia l’AVVENTO DEL SUPERUOMO, colui che cancella la morale tradizionale per proporre la trasvalutazione dei valori. L’annuncio del superuomo “Quando Zarathustra ebbe cosí parlato, uno della folla gridò: “Abbiamo sentito abbastanza il funambolo, ora vogliamo anche vederlo!” E il popolo rise di Zarathustra. Ma il funambolo, che credeva che quelle parole fossero rivolte a lui, si mise all’opera. Zarathustra tuttavia guardò il popolo e stupí. Poi parlò in questa guisa: “L’uomo è una corda annodata fra l’animale e il Superuomo, una corda tesa sopra un abisso. Un pericoloso andar dall’altra parte, un pericoloso metà-cammino, un pericoloso guardarsi indietro, un pericoloso rabbrividire e star fermi. Ciò che v’è di grande nell’uomo, è che egli è un ponte e non uno scopo: ciò che si può amare nell’uomo, è che egli è un passaggio e una caduta. Io amo coloro che non sanno vivere anche se sono coloro che cadono perché essi sono coloro che attraversano. Io amo i grandi spregiatori, perché sono i grandi adoratori, sono frecce di nostalgia verso l’altra riva. Io amo coloro che non soltanto dietro le stelle cercano una ragione per sacrificarsi e andare a fondo; ma che si sacrificano per la terra, affinché essa divenga un giorno proprietà del Superuomo. Io amo colui che vive per conoscere, e che vuole conoscere perché un giorno il Superuomo possa vivere. E cosí vuole la propria distruzione. Io amo colui che lavora e inventa, in modo da costruire la casa per il Superuomo e preparare per lui la terra, l’animale e la pianta; perché cosí facendo vuole la propria distruzione. Io amo colui che ama la sua virtú: perché la virtú è volontà di distruzione e freccia della nostalgia. Io amo colui che non serba in sé una sola goccia del proprio spirito, al contrario, vuol essere interamente lo spirito della propria virtú: e cosí passerà come spirito sopra il ponte. Io amo colui che della propria virtú fa la propria inclinazione e il stesso destino: cosí, per amore della sua virtú, vorrà ancora vivere, e al tempo stesso non piú vivere. Io amo colui che non vuole avere troppe virtú. Una virtú vale piú di due virtú, perché essa è doppiamente un nodo cui si attacca il destino. Io amo colui che spreca la propria anima, che non vuole ringraziamenti, e che non restituisce nulla: perché egli dona sempre e non vuole conservarsi. Io amo colui che si vergogna quando il dado cade in modo favorevole a lui, e si chiede: ‘Sono forse un baro?’ giacché egli vuole andare a fondo. Io amo colui che getta parole d’oro davanti alle sue azioni e mantiene sempre piú di ciò che ha promesso: perché egli vuole la propria distruzione. Io amo colui che giustifica quelli che verranno e assolve quelli che sono tramontati: poiché egli vuole andare a fondo a causa degli uomini del presente. Io amo colui che castiga il proprio Dio perché lo ama, giacché egli perirà per la collera del suo Dio. Io amo colui la cui anima resta profonda anche nella ferita e può esser distrutto anche da un piccolo avvenimento, perché cosí andrà volentieri all’altro capo del ponte. Io amo colui la cui anima è troppo ricca, sí che egli dimentica se stesso e tutte le cose che sono in lui: in tal guisa tutte le cose diverranno la sua distruzione. Io amo colui che è libero di spirito e di cuore: perché la sua testa sarà soltanto il viscere del suo cuore; il suo cuore tuttavia lo spingerà verso la rovina. Io amo tutti coloro che sono come gocce pesanti che cadono a una a una dalla nera nube che sovrasta all’uomo: essi annunciano che sta per venire il fulmine e periscono come annunciatori. Vedete, io sono un annunciatore del fulmine, sono una di quelle gocce che cadono dalla nube: quel fulmine si chiama Superuomo” Nell'introduzione Zarathustra scende dalle montagne e arriva in una città dove annuncia l’avvento del superuomo. Indica l’umanità come qualcosa che deve essere superata ed è evolutiva; infatti Nietzsche riprende una teoria diffusa nella scienza del periodo (positivismo), che è la teoria evoluzionista-darwiniana, ma la inserisce all’interno di una riflessione sui valori, la applica all’ambito morale. La scimmia tende a ripetere le espressioni e movimenti di chi vede; quindi “l’uomo è più scimmia di qualsiasi scimmia” = è un uomo a cui vengono proposti dei valori dall’esterno e lui tende a imitarli senza interrogarsi sulla fondatezza di essi. “e il più saggio tra voi non è altro che un’ibrida disarmonia di pianta e spettro”= la pianta si riferisce all'istinto, al flusso vitale, mentre lo spettro può far riferimento allo spirito. L’uomo non è un essere completo, autonomo perché è lacerato in sé, quindi si tratta di ricostruire la pienezza dell’uomo ed è ciò che deve fare il superuomo. riga 17: “essere fedeli alla terra”=recuperare la dimensione del flusso vitale che lega l’uomo al resto degli esseri naturali. I valori dell’uomo devono essere valori legati a questa dimensione e solo così potrà recuperare quella pienezza che aveva in passato. Rimanere fedeli alla terra significa non credere a quelli che parlano di sovraterrene speranze, cioè da una parte significa non affidarsi alla religione, al cristianesimo, dall’altra significa non affidarsi a un pensiero filosofico (pensiero metafisico) che fa riferimento a una dimensione trascendente come quella di Platone. La religione e la metafisica avvelenano l’uomo, perché lo portano a soffocare il suo istinto vitale e quindi sono posizioni anti vitali. Nel passato esisteva una tavola di valori, al culmine della quale c’era Dio, come fonte di tutti i valori; nel suo tempo (800) l’esistenza di Dio è stata negata e si sta creando una nuova tavola in cui i valori sono i valori di fedeltà alla terra e il nuovo sacrilegio non è il sacrilegio contro Dio ma contro la terra→trasvalutazione dei valori(dai valori religiosi e metafisici, che erano i più alti, si passa ai valori di fedeltà alla terra). Non seguire i valori significa essere SACRILEGHI. da riga 25: da una parte fa riferimento al PLATONISMO, che ha avviato gli uomini sulla via del disprezzo del corpo, perché ciò che conta è l'anima e sviluppare le capacità conoscitive dell’anima e limitare l’influenza del corpo sulla vita dell’uomo. Dall’altra parte fa riferimento alla RELIGIONE perché proiettano l’uomo in una dimensione di trascendenza (svalutazione della vita qui ed ora in cui l’anima è unita al corpo proiettando l’uomo in una dimensione in cui l’anima sarà divisa dal corpo). Nietzsche pensa sia alle pratiche di sacrificio di sé, che sono proprie dell’ascesi dei mistici, ma probabilmente pensa anche all’esito della filosofia di Schopenhauer (se ci vogliamo sottrarre alla volontà di vivere ci dobbiamo affidare a pratiche ascetiche che disprezzano il corpo). L’uomo è una pienezza di anima e corpo, composto da due componenti(anima e corpo); se l’anima nega il suo legame con il corpo non si può sviluppare pienamente, non può farlo perché sta soffocando l’altra componente, quindi l’uomo risulterà diviso in due. L’uomo cristiano prova il RISENTIMENTO(odio verso chi riesce a vivere a pieno la sua vita) è l’odio dell’IMPOTENZA e genera verso gli altri. Un’anima che nega i suoi rapporti con il corpo è crudele, risentita con chi invece esalta il legame anima-corpo che è la proposta del superuomo (riesce ad accettare il dionisiaco e apollineo, riesce ad accettare la tragicità della vita umana senza rinunciare alla pienezza della vita). da riga 32: sta descrivendo l’uomo come fiume e il superuomo come mare= il fiume è limitato, tenuto dagli argini, mentre il mare è immensamente grande ed è inteso come la pienezza della vita che il superuomo sa accettare mentre il fiume è l’uomo che ha negato una parte di sé e quindi non può sviluppare tutto se stesso. Ultime righe: Zarathustra fa un primo discorso in cui annuncia il superuomo e quando finisce la folla vuole vedere il funambolo. “l’uomo è una corda annodata tra l’animale e il superuomo, una corda tesa sopra un abisso”= ci rimanda ad un’idea di evoluzionismo, che non è da intendere in senso scientifico ma come sviluppo dell’umanità. L’uomo ha come obiettivo il superuomo, ma è una corda tesa su un abisso (Kierkegaard) significa che la scelta può portare alla sconfitta, al fallimento. L’uomo deve tendere al superuomo, ma questo passaggio è pericoloso perché è senza punti di riferimento quindi l’uomo si può perdere. L’uomo è come un funambolo in cui l’uomo è solo e deve trovare in sé il proprio punto di riferimento e sta cercando di diventare qualcos’altro e l’impulso ad andare avanti è pericoloso perché si può cadere. Gli elementi positivi dell’uomo sono il fatto che l’uomo è tendenza a diventare qualcos'altro cioè il superuomo e la grandezza dell’uomo è proprio quella di costituire la fase di passaggio tra animale e superuomo. Le tre metamorfosi Nietzsche presenta tre figure: CAMMELLO, LEONE e FANCIULLO. Prima figura: CAMMELLO(fino a riga 22)→è descritto come portatore di cose pesanti, non si lamenta mai, è un animale che cerca la propria umiliazione, si vuole caricare di pesi, che ama quelli che lo disprezzano; quindi è l’uomo del passato, del cristianesimo che accetta i valori tradizionali che li vengono imposti dall’esterno come dei carichi(sacrificio di se, porgere l’altra guancia, umiliare la propria superbia), Rinuncia all’istinto, al dionisiaco e che si realizza nell’assumere su di sé i compiti più gravosi, pesanti. Il cammello si carica del peso di una serie di compiti che possono venire sia dalle filosofie precedenti come la morale kantiana, ma anche dal cristianesimo. Seconda figura: LEONE(fino a riga 47)→il drago è una morale che si impone sull’uomo con il “tu devi” (Kant). Il leone rappresenta un uomo che combatte contro il cammello e il drago, quindi il drago rappresenta il sistema di valori che si impone sull'uomo; quindi l’uomo che dice di no alla tradizione, che crea lo spazio aperto, si libera dai valori della tradizione, ma non è ancora in grado di creare nuovi valori. Combatte con il drago che rappresenta la tradizione ed è fondamentale perché è il momento del NICHILISMO PASSIVO che non ha punti di riferimenti ma non trova in sé i nuovi valori. Per arrivare al nichilismo attivo si ha bisogno del fanciullino. Terza figura: FANCIULLO→è il superuomo. E’ innocenza, oblio perché non ha il peso del passato su di sé. Il gioco è un momento di creatività e creazione di nuove cose e quindi rappresenta il superuomo, colui che crea nuovi valori ed è in grado di trarre da sé nuovi valori, un mondo nuovo che secondo Nietzsche saranno i valori di fedeltà alla terra. Il fanciullo rappresenta colui che sa dire di sì alla vita in tutta la sua pienezza. SUPERUOMO Deve comprendere la portata della morte di dio, cioè capire perché la sua morte è un atto tragico, perché è cancellazione dei valori tradizionali e della fonte di tutti i valori; al tempo stesso deve capire che è apertura di uno spazio di libertà nuovo, quindi l’uomo può essere massimamente porre i propri valori. Opera la trasvalutazione dei valori e deve affermare i nuovi valori di fedeltà alla terra = NICHILISMO ATTIVO; è colui che sa accettare l’ETERNO RITORNO; è colui che afferma la VOLONTA’ DI POTENZA. C’è un riferimento all’ETERNO RITORNO “ruota ruotante” (riga 50). Questa concezione è presente in alcuni passi del Zarathustra. E’ una diversa concezione del tempo. Nella storia ci sono due concezioni del tempo: CONCEZIONE LINEARE = ogni elemento è condizionato dagli elementi precedenti; si afferma con il cristianesimo e poi viene laicizzata e passa a tutta la cultura occidentale. CONCEZIONE CIRCOLARE = propria della cultura greca. Gli stoici avevano sottolineato come il tempo si muovesse in modo circolare, quindi tornasse sempre su se stesso. Nietzsche è molto influenzato dalla cultura greca e propone una visione del tempo CIRCOLARE che è l’ETERNO RITORNO DELL’UGUALE. Nietzsche dice che tutto è destinato a ritornare, che si tratta di porsi in una prospettiva di ciclicità della realtà. Nelle due prospettive cambia che in un mondo senza punti di riferimento, quando compio un’azione quell’azione ha valore in sé e devo pensare che quell’azione può infinitamente ritornare, quindi bisogna dare valore ad ogni azione. E’ una concezione morale, perché il superuomo riesce a dare senso/valore ad ogni azione senza presentarlo come frutto del passato.E’ metafora dell'atteggiamento morale che deve avere il superuomo, che sa dare la giusta importanza ad ogni azione. L’eterno ritorno dice anche che non c’è una meta da raggiungere; l’uomo deve dire di sì alla vita in tutta la sua completezza in ogni istante perché non c’è un fine trascendente che si pone come esterno all’uomo. La VOLONTA’ DI POTENZA emerge da una serie di appunti nietzschiani. Quest’opera viene pubblicata dopo la morte di Nietzsche. In questi appunti egli presenta il concetto=istinto dell’autoaffermazione, forza espansiva che si manifesta nella tendenza dell’affermazione dei propri valori. E’ la capacità del superuomo di attuare la trasvalutazione dei valori e di trarre di valori da sé. La sorella di Nietzsche si occupa di lui negli ultimi anni della sua vita e inizia ad occuparsi dell’opera del fratello per rendere onore al suo pensiero e quindi compra una grande casa in cui sistema tutti i libri. In più pubblica la prima versione della volontà di potenza in cui opera in maniera arbitraria sugli appunti di Nietzsche Dopo si avvicina al nazismo e quindi molto spesso è stata accusata di essere la colpevole del collegamento Nietzsche e nazismo. La sorella era antisemita già da prima, però comunque alcuni elementi sono state prese dal nazismo e li ha letti a proprio favore indipendentemente dall’azione della sorella. È portare di un pensiero democratico e anti elitario che i nazisti riprendono.
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