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Novella 7 II giornata, Appunti di Letteratura Italiana

appunti passo passo sul testo della novella

Tipologia: Appunti

2023/2024

Caricato il 23/06/2024

beatrice-bezzan
beatrice-bezzan 🇮🇹

2 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Novella 7 II giornata e più Appunti in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! --> Lei parte dall'Egitto ma fa naufragio a Maiolica, da qui iniziano le sue peripezie --> NB: Boccaccio scrive un tardo dizionario di nomi di monti, fiumi, laghi… perché si appassiona negli ultimi anni a scrivere opere storiche --> Panfilo spiega, in generale, che vivere con i ricchi può essere letale (mense reali si beveva veleno) ed è ancor peggio per le donne= peccato peggiore per le donne, essere belle --> ci accenna sulla protagonista (Alatiel) che era già di suo bella, ma le piaceva accrescere la sua bellezza con il trucco (ricchi arnesi) -->La figlia viene data in sposa al re del garbo --> novella della bella perseguitata (ambiguità sul fatto che ella sia consenziente o meno) --> Garbo: Marocco --> commento ambiguo (in novella ottava)= le donne sospirano per pietà per il fatto che invidiano una donna che ha conosciuto tanti uomini o perché provano pietà per la donna? Ambigua. Gli uomini con i quali lei si sposa muoiono tutti, chi per cause naturali, ma anche uccisi da futuri sposi (contendenti) --> commento finale poetico --> fonti della novella: "Abrocome e Anzia" la somiglianza è molta (con differenze) --> due promessi sposi che si recano all'oracolo di Delfi che gli dice che il matrimonio avrà esito positivo sebbene i due promessi vivono una serie di eventi negativi però separati l'uno dall'altro (lui viene accusato di omicidio, viene venduto… lei anche viene venduta ai pirati, poi liberata, si avvelena ma è una morte apparente, viene venduta di nuovo ai pirati); mentre in questa novella no (il re del garbo se ne sta tranquillo mentre lei deve arrivare dal mediterraneo orientale) Novella 7 martedì 13 febbraio 2024 20:49 --> La nave arriva a Maiolica, sdrucita, gli uomini scappano con una scialuppa, i quali salgono con coltelli per non far salire troppa gente, ma trovarono tutti la morte. Alatier riesce a sopravvivere con poche ancelle e arriva con poche forze in riva all'isola --> lui la desidera, ma diventa subito problema perché viene desiderata dal duca di atene = si incontrano il prinmcipe di morea e il duca di atene, conversano e il principe vanta la bellezza della moglie al duca, che vedendola si innamora --> Alatiel diventa una statua, bella e muta, che non fs nulla se non piangere ogni tanto --> Lo sguardo è veleno= l'innamoramento significa morte futura --> Lui poi pensando di dover privare il principe della sua felicità, lo uccide --> dal duca passa a Costanzo, poi continua con altri uomini il duca davanti avea provveduto, che la caduta del corpo del prenze da alcuno non fu né potè esser sentita. Il compagno del duca ciò veggendo esser fatto, presta- mente un capestro da lui per ciò portato, faccendo vista di fare carezze a Ciuriaci, gli gittò alla gola, e tirò sì che Ci riaci niuno romore potè fare; e sopraggiuntovi il duca, lui strangolarono, e dove il prenze gîttato avea il gittarono. E questo fatto, manifestamente conoscendo sé non esser sta- ti né dalla donna né da altrui sentiti, prese il duca un lume in mano, e quello portò sopra il letto, e chetamente tutta la donna, la quale fisamente dormiva, scoperse; € riguardan- dola tutta, la lodò sommamente, e se vestita gli era piaciu- ta oltre ad ogni comparazione ignuda gli piacque. Per che, di più caldo disio accesosi, non spaventato dal ricente pec- cato da lui commesso, con le mani ancor sanguinose, allato le si coricò e con lei, lutta sonnocchiosa e credente che il prenze fosse, si giacque, Ma poi che alquanto con grandissimo piacere fu dimo- rato con lei, levatosi e fatto alquanti de’ suoi compagni quivi venire, fe' prender la donna in guisa che romore far non potesse, e per una falsa porta, dond'egli entrato era, trattala, e a caval messala, quanto più potè tacitamente, con tutti i suoi entrò in cammino, e verso Atene se ne tor- nò. Ma (per ciò che moglie aveva) non in Atene, ma ad un suo bellissimo luogo, che poco di fuori dalla città sopra il mare aveva, la donna più che altra dolorosa mise, quivi nascosamente tenendola e faccendola onorevolmente di ciò che bisognava servire. Avevano la seguente mattina i cortigiani del prenze in- fino a nona aspettato che ‘l prenze si levasse; ma niente sentendo, sospinti gli usci delle camere, che solamente chiusi erano, e niuna persona trovandovi, avvisando che occultamente in alcuna parte andato fosse per istarsi alcun dì a suo diletto con quella sua bella donna, più non si die- rono impaccio. È così standosi, avvenne che il di seguente un matto, entrato intra le ruine dove il corpo del prenze e di Ciuriaci erano, per lo capestro tirò fuori Ciuriaci, e andavaselo ti- rando dietro. Il quale non senza gran maraviglia fu ricono- sciuto da molti, lî quali con lusinghe fattisi menare al mat- to là, onde tratto l'avea, quivi, con grandissimo dolore di tutta la città, quello del prenze trovarono, e onorevolmen- te il sepellirono; e de' commettitori di così grande eccesso investigando, e veggendo il duca d'Atene non esservi, ma essersi furtivamente partito, estimarono, così come era, lui dovere aver fatto questo e menatasene la donna, Per che prestamente in lor prenze un fratello del morto prenze su- stituendo, lui alla vendetta con ogni lor potere incitarono; il quale, per più altre cose poi accertato così essere come imaginato avieno, richiesti e amici e parenti e servidori di diverse parti, prestamente congregò una bella e grande e poderosa oste, e a far guerra al duca d'Atene si dirizzò. 11 duca, queste cose sentendo, a difesa di sé similmente ogni suo sforzo apparecchiò, e in aiuto di lui molti signor vennero, tra' quali, mandati dallo imperadore di Costanti- no poli, furono Constanzio suo figliuolo e Manovello suo nepote, con bella e con gran gente; li quali dal duca onore- volemente ricevuti furono, e dalla duchessa più, per ciò che loro sirocchia era. Appressandosi di giorno in giorno più alla guerra le co- se, la duchessa, preso tempo, amenduni nella camera se gli fece venire, e quivi con lagrime assai e con parole molte tutta la istoria narrò, le cagioni della guerra mostrando e il dispetto a lei fatto dal duca della femina, la quale nasco- samente si credeva tenere; e forte di ciò condogliendo: gli pregò che allo onor del duca e alla consolazion di lei quello compenso mettessero, che per loro si potesse il mi- gliore. Sapevano i giovani tutto il fatto come stato era, e per ciò, senza troppo addomandar, la duchessa come seppero il meglio riconfortarono e di buona speranza la riempiro- 156 no; e da lei informati dove stesse la donna, si dipartirono. avendo molte volte udita la donna di maravigliosa be lezza commendare, disideraron di vederla e il duca preg: rono che loro la mostrasse, Il quale, mal ricordandosi di ciò che al prenze avvenuto era per averla mostrata a lui, promise di farlo; e fatto in un bellissimo giardino (che nel luogo, dove la donna dimorava, era) apparecchiare un ma- gnifico desinare, loro la seguente mattina con pochi altri compagni a mangiar con lei menò. c10 che al prenze avvenuto era per averla mostrata a lu, promise di farlo; e fatto in un bellissimo giardino (che nel luogo, dove la donna dimorava, era) apparecchiare un ma- gnifico desinare, loro la seguente mattina con pochi altri compagni a mangiar con lei menò. E sedendo Constanzio con lei, la cominciò a riguardare pieno di maraviglia, seco affermando mai sì bella cosa non aver veduta, e che per certo per iscusato si doveva avere il duca e qualunque altro che, per avere una così bella cosa, facesse tradimento 0 altra disonesta cosa; e una volta e al- tra mirandola, e più ciascuna commendandola, non altra- menti a lui avvenne che al duca avvenuto era, Per che, da lei innamorato partitosi, tutto il pensiero della guerra ab- bandonato, si diede a pensare come al duca torre la potes- se, ottimamente a ciascuna persona il suo amor celando. Ma, mentre che esso în questo fuoco ardeva, sopraven- ne il tempo d'uscire contro al prenze, che già alle terre del duca s'avvicinava; per che il duca e Constanzio e gli altri tutti, secondo l'ordine dato, d’Atene usciti, andarono a contrastare a certe frontiere, acciò che più avanti non po- tesse il prenze venire. E quivi per più dì dimorando, aven- do sempre Constanzio l'animo e‘ pensiero a quella donna, imaginando che, ora che'l duca non l'era vicino, assai bene gli potrebbe venir fatto il suo piacere, per aver cagione di tornarsi ad Atene si mostrò forte della persona disagiato; per che, con licenzia del duca, commessa ogni sua podestà in Manovello, ad Atene se ne venne alla sorella, e quivi, dopo alcun di, messala nel ragionare del dispetto che dal duca le pareva ricevere per la donna la qual teneva, le dis- se che, dove ella volesse, egli assai bene di ciò l'aiuterebbe, faccendola di colà ove era trarre e menarla via. 157 La duchessa, estimando Constanzio questo per amore di Ici e non della donna fare, disse che molto le piacca, sì veramente dove în guisa si facesse che il duca mai non ri- sapesse che essa a questo avesse consentito; il che Con- stanzio pienamente le promise. Per che la duchessa con- sentì che egli, come il meglio gli paresse, facesse. Constanzio chetamente fece armare una barca sottile, e, quella una sera ne mandò vicina al giardino dove dimo- rava la donna, informati de’ suoi che su v'erano quello che a fare avessero, e appresso con altri n'andò al palagio dove era la donna; dove da quegli che quivi al servigio di lei e- rano fu lietamente ricevuto, e ancora dalla donna, € con esso lui da' suoi servidori accompagnata e da' compagni di Constanzio, sì come gli piacque, se n'andò nel giardino. E quasi alla donna da parte del duca parlar volesse con lei verso una porta che sopra il mare usciva solo se n'andò, la quale già essendo da uno de suoi compagni aperta, e quivi col segno dato chiamata la barca, fattala prestamente prendere e sopra la barca porre, rivolto alla famiglia di lei disse: Niuno se ne muova né faccia motto, se egli non vuol morire, per ciò che io intendo non di rubare al duca la fe- mina sua, ma di torre via l'onta la quale egli fa alla mia so- rella. A questo niuno ardì di rispondere; per che Constanzio co’ suoi sopra la barca montato e alla donna che piagnea accostatosi, comandò che de' remi dessero in acqua e an- dasser via. Li quali, non vogando ma volando, quasi in sul dì del seguente giorno ad Egina pervennero. Quivi in terra discesi e riposandosi, Constanzio colla donna, che la sua sventurata bellezza piagnea, si sollazzò; quindi, rimontati in su la barca, infra pochi giorni perven- nero a Chios, e quivi, per tema delle riprensioni del padre e che la donna rubata non gli fosse tolta, piacque a Con- stanzio, come in sicuro luogo, di rimanersi; dove più giorni la bella donna pianse la sua disavventura; ma pur poi da 188 Constanzio riconfortata, come l'altre volte fatto avea, sincominciò a prendere piacere di ciò che la fortuna avan- ti l'apparecchiava, Mentre queste cose andavano în questa guisa, Osbech, allora re de' turchi, il quale in continua guerra stava collo imperadore, in questo tempo venne per caso alle Smirre; e quivi udendo come Constanzio in lasciva vita con una sua donna, la quale rubata avea, senza alcun provedimento si stava in Chios, con alcuni legnetti armmati là andatone una notte e tacitamente colla sua gente nella terra entrato, molti sopra le letta ne prese prima che s'accorgessero li --> La confessione maliziosa di Alatiel: Lei dice di aver naufragato presso aguamrta (provenza) e che le due ancelle si persero, la tirarono per le trecce 4 uoini e gli parla, essi dopo lungo consiglio, la portano in un monastero (second la lor legge religiose: tolleranza) Arriva al momastero e segue la legge religiosa, dicendo d essere figlia d cipro, la Badessa sa che dei suoi parenti vglion andare a vusitare gerusalemme e che quindi sarebbe stato comodo andare con loro. Arrivata non sapeva cosa fare, scesa a Baffa ritrovò poi antigono --> Antigono poi si rivolge al sultano e spiega che effettivamente (falso) la donna è rimasta vergine né io loro intesi. Essi, dj Higo Consiglio, postami sopra i battuta dilei e quivi, che che essi dice di uno de’ lor cavalli, dicessero, pregato sempre, e con gran divozione con loro insieme ho poi ser vito a san Cresci in Val Cava, a cui le femine di quel paese voglion molto bene. Ma, poi che per alquanto tempo con 23° loro dimorata fu, e già alquanto avendo della loro lingua c conoscendo lì dove io era e temendo, se il vero dicessi, &mmine non fossi da lor cacciata sì come nemica della lor legge, ri- 5°, sposi che io era fgliuola d'un gran gentile uomo di Cipri. Il Sogiono quale mandandomene a marito in Creti, per fortuna quivi bene eravam corsi e rotti. (crosciin E assai volte in assai cose, per: tema di peggio, servaj i an) 165 volessi, risposi che niuna cosa tanto desiderava; ma essa, volle che verso Cipri venisse, se non, forse due mesi sono, poi che da' giudei fu ucciso, a loro più giorni pervenimmo a Bafai quivi veggendomi perve- ré persona conoscendomi né sappiendo che dovermi nire, ni donna, m'apparecchiò Iddio, al qual forse di me incresce- € in nostra lingua, per non essere da” gentili uomini né dalle lor donne intesa, gli dissi che come figliuola mi ricevesse. Egli pre- vente m'intese; e fattami la festa grande, quegli gentili uomini e quelle donne secondo la sua povera possibilità onorò, e me ne menò al re di Cipri, il quale con quello onor mi ricevette e qui a voi m'ha rimandata, che mai per me raccontare non si potrebbe. Se altro a dir ci resta, Antigo- no, che molte volte da me ha questa mia fortuna udita, il racconti. Delle quali cose se io vo- lessi a pien dire ciò che essi mi dissero, non che il presente giorno, ma la seguente notte non ci basterebbe; tanto so- lamente averne detto voglio che basti, che (secondo che le loro parole mostravano e quello ancora che io n'ho potuto vedere) voi vi potete vantare d'avere la più bella figliuola e la più onesta e la più valorosa che altro signore che oggi corona porti. Di queste co: più volte pregò Iddio che grazia gli concedesse di poter degni meriti rendere a chiunque avea la figliuola onorata, Appresso questo, volendo che quello che cominciato era avesse effetto, cioè che ella moglie fosse del re del Garbo, a lui ogni cosa significò pienamente, scrivendoli ol- tre a ciò che, se gli piacesse d'averla, per lei si mandasse. Di ciò fece il re del Garbo gran festa, e mandato onorevol- mente per lei, lietamente la ricevetti la bocca della donna, sobbono baciata tante vole, non perdo fortuna, ma come la luna rinasce
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