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Forme di Stato: Assoluto, Liberale, Totalitario, Socialista e Democratico, Appunti di Diritto Pubblico

Storia Politica ModernaTeoria del dirittoGovernance e Politica Pubblica

Le diverse forme e tipi di Stato, tra cui Stato assoluto, Stato liberale, Stato totalitario, Stato socialista e Stato democratico. Ogni forma di Stato ha caratteristiche distinte, come la concentrazione del potere, la nuova concezione della sovranità, il ruolo del Capo del Governo e la sovranità esterna. anche una breve storia di ogni tipo di Stato e la loro evoluzione.

Cosa imparerai

  • Come il potere è distribuito in uno Stato assoluto?
  • Come il concetto di sovranità si è evoluto nel corso della storia?
  • Che tipi di Stato vengono discusse in questo testo?

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 31/01/2022

Monday85
Monday85 🇮🇹

4 documenti

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Scarica Forme di Stato: Assoluto, Liberale, Totalitario, Socialista e Democratico e più Appunti in PDF di Diritto Pubblico solo su Docsity! Forme di Stato Forme di Stato Con l’espressione forme di Stato si fa riferimento al modo in cui si atteggia il rapporto fra cittadini e il potere politico. Con questa espressione si intende cioè indicare i complessivi rapporti che vengono ad intercorrere, in un dato ordinamento, tra chi governa (cd. Stato-apparato) e chi è governato, inteso quest’ultimo sia come individuo sia in riferimento alle articolazioni sociali che nel loro insieme concorrono a formare la società civile (si pensi alle associazioni). Così intendendo tale nozione, ne consegue che le varie forme di Stato affermatesi nel corso dei secoli hanno diversamente definito e concretizzato questi rapporti in base al riconoscimento o meno dei diritti e delle libertà per gli individui e per gli enti intermedi (tra di essi e soprattutto nei confronti dei pubblici poteri), alla affermazione o meno del principio di uguaglianza e alla sua effettiva realizzazione, alla disciplina dello status di cittadino e alle conseguenze che ne sono state fatte derivare, nonché alla stessa concezione dell’interesse pubblico e di chi sia chiamato a realizzarlo. Il definitiva quindi la forma di Stato indica le finalità che lo Stato persegue e i valori a cui si ispira. Con riferimento al modo in cui vengono organizzati i rapporti tra governanti e governati e al modo in cui vengono perseguiti i fini politici della comunità, dopo la dissoluzione dell’ordinamento feudale, si possono individuare le seguenti forme di Stato: Stato assoluto Il passaggio a tale forma di Stato si sviluppa in Europa tra il ‘400 e il ‘500 e può dirsi concluso nei principali paesi del Continente (Spagna, Inghilterra e Francia) nel ‘600. Caratteristica essenziale dello Stato assoluto è l’accentramento del potere nella figura del Sovrano, che finisce per esercitare direttamente o indirettamente, materialmente o formalmente, tutte le funzioni dello Stato, vale a dire la produzione di norme, l’esecuzione di esse e il dare giustizia (da cui si svilupperà la tradizionale distinzione tra la funzione legislativa, esecutiva e giurisdizionale). Le cause di tale processo di accentramento sono molteplici ed in particolare importanza assumono la rinascita dei commerci e le nuove caratteristiche che assume la guerra che portano lo Stato a sviluppare una concezione interventista nei singoli settori. Caratteri: - Concentrazione del potere nelle mani del re - Definizione dei territori su cui si esercita la autorità del re - Creazione di un apparato burocratico e di una diplomazia stabile - Creazione di eserciti permanenti nazionali - Sviluppo di un sistema fiscale centrale Stato di polizia Lo “Stato di polizia” (dal termine greco “polis”, città ovvero nell’ottica di rispondere ai bisogni della collettività) rappresenta uno sviluppo dello Stato assoluto, che si afferma alla fine del ‘700 in particolare in Austria e Prussia. In tale fase si riconosce ai singoli l’esistenza e la tutela giurisdizionale di alcuni diritti. Pur essendo questi ultimi inerenti esclusivamente al campo fiscale, non vi è dubbio che il riconoscimento nei confronti dello Stato di posizioni giuridiche direttamente tutelabili da parte dei singoli innanzi ad un giudice rappresenta una importante anticipazione della futura tutela dei diritti e delle libertà dell’individuo. Si tenta così di conciliare i principi dello Stato assoluto con le idee della filosofia illuministica, dando vita ai regimi di “assolutismo illuminato”. Caratteri: Concessione di moderate libertà civili (es. diritto di stampa); Adozione di provvedimenti volti a migliorare le condizioni sanitarie dei sudditi; Elaborazione di sistemi fiscali più equi con una pressione fiscale a carico anche degli ordini che tradizionalmente erano privilegiati. Stato liberale Lo stato liberale, che è il frutto della lotta della borghesia (il terzo Stato) contro il clero e l’aristocrazia si realizza nel periodo che va dalla rivoluzione inglese (1688-1689), americana (1776) e francese (1789) fino alle rivoluzioni europee (1848) con il grande merito di aver affermato la limitazione del potere della Corona attraverso il riconoscimento legislativo dei diritti fondamentali degli individui e l’istituzione di organi preposti a tutelarli. Principio cardine è: il principio di legalità per cui l’agire di tutti i poteri pubblici deve conformarsi ad una norma di legge, con conseguente soggezione dei pubblici poteri alla supremazia della legge. Caratteri: - Nuova concezione della sovranità che si sposta dal sovrano alla nazione - Presenza di una Costituzione come garanzia del nuovo assetto - Affermazione del concetto di rappresentanza politica - Affermazione dl primato della legge e del principio di legalità - Affermazione del principio di separazione dei poteri - Riconoscimento dei diritti di libertà Stato totalitario Lo stato liberale entra in crisi nei primi anni del Novecento e in quelli immediatamente successivi in conseguenza al primo conflitto mondiale e alla crisi economica dilagante. Mentre in Inghilterra e in Francia si assiste ad un lento passaggio allo Stato democratico - pluralistico, attraverso una fase intermedia, in Italia, in Germania e in Spagna prendono piede i regimi totalitaristi che hanno l’obiettivo primario di introdurre una nuova organizzazione ispirata ad un forte accentramento del potere intorno alla figura del Capo, organo supremo. Caratteri: - Esistenza di un partito unico che incarna i valori dello Stato - Forte apparato repressivo - Ruolo di supremazia attribuito al Capo del Governo Forme di Governo Forme di governo Per forma di governo si intende il modello organizzativo che uno Stato assume in un dato momento storico per esercitare il potere sovrano e riguarda le concrete modalità di gestione del potere statale, la struttura degli organi e i rapporti fra di essi. Le forme di governo si distinguono sulla base del rapporto che viene ad instaurarsi tra Governo e Parlamento e del ruolo assunto dal Capo dello Stato e la derivazione dei suoi poteri. Monarchia costituzionale Forma di governo che si è affermata nel passaggio dallo Stato assoluto a quello liberale che si caratterizza per il fatto che la gestione del potere del monarca viene vincolata, mediante un patto che assume la denominazione di Statuto o Costituzione, al rispetto di precise garanzie giuridiche e determina una dissociazione tra potere esecutivo e potere legislativo. A fianco dell’organo sovrano, si afferma un altro organo costituzionale titolare di un proprio autonomo potere di decisione politica cioè il Parlamento. Al re spetta il potere esecutivo e al Parlamento quello legislativo. La forma di governo parlamentare Se la prima fase di avvio dello Stato liberale è caratterizzata da una situazione di equilibrio tra Sovrano e Parlamento, nella seconda fase si assiste ad una marcata rottura dell’equilibrio a vantaggio del ruolo del Parlamento e alla definitiva uscita del Governo dall’orbita dei poteri sovrani che acquisisce la veste di organo autonomo. Così, nella forma di governo parlamentare, il governo formula un indirizzo politico che si impegna a seguire e di cui è responsabile solo dinanzi al Parlamento, il quale, a sua volta può in ogni momento obbligarlo alle dimissioni revocandogli la fiducia. L’istituto giuridico della fiducia assume un ruolo cardine in questa forma di governo che è caratterizzata dalla responsabilità politica del Governo nei confronti dell’organo legislativo. All’interno di questo quadro si assiste anche ad una nuova concezione del Capo dello Stato che tende sempre più a configurarsi come potere neutro. La forma di governo presidenziale La forma di governo presidenziale è generalmente indicata quale forma di governo alternativa alla forma parlamentare ed è caratterizzata dalla scelta di fondo di porre al centro del sistema costituzionale l’organo presidenziale che riunisce in sé le funzioni del Capo dello Stato e del Capo del Governo. La somma di poteri che si concentrano nell’organo presidenziale trova un suo bilanciamento con il principio democratico nella elezione diretta da parte del popolo del Presidente e nella previsione di una serie di poteri di controllo e freno. La forma di governo presidenziale si è poi evoluta in altre due forme: - la semipresidenziale, dove alcune delle caratteristiche fondamentali del regime presidenziale (es. elezione diretta del Presidente della Repubblica) convivono con alcuni istituti tipici della forma di governo parlamentare (es. istituto della fiducia); - la direttoriale dove al fine di garantire la stabilità del potere esecutivo, ne viene prefissata la durata. Forma di governo dittatoriale Si tratta della forma di governo che caratterizza gli stati di tipo totalitario dove la figura del capo di governo è vero centro motore del sistema, svincolato da qualsiasi forma di etero controllo. Il potere costituente Il potere costituente, è il fondamento, la forza creatrice e legittimante di una costituzione, che ne è il prodotto Il potere costituente è espressione del potere sovrano come tale definito "potere libero", l’unico libero nel sistema costituzionale, giacché nessuna regola preesistente lo vincola. Tuttavia, in quanto potere straordinario ed irripetibile, il potere costituente si consuma in un unico atto di esercizio ossia l'emanazione della costituzione, che crea un nuovo ordinamento giuridico. Vengono così istituiti i poteri ordinario poteri costituiti, vincolati giuridicamente alla legge fondamentale posta dal potere costituente. La distinzione tra potere costituente e potere costituito si riflette nella particolare collocazione della Costituzione nel sistema delle fonti rispetto ad ogni altra fonte del diritto: la Costituzione, emanazione diretta del potere costituente, contiene un insieme di principi non modificabili dalle altre fonti del diritto che sono ,diversamenteespressione di poteri costituiti. Ad esempio, con il procedimento previsto dall' art. 138 Cost. per l'emanazione di leggi costituzionali non è possibile modificare i principi fondamentali della Costituzione , chepotrebbero essere sostituiti solo con l'instaurazione di un nuovo potere costituente che approvi una nuova costituzione (es: rivoluzione, colpo di Stato). Nell'esperienza italiana, l'Assemblea Costituente eletta per l'elaborazione della costituzione repubblicana, non potè esercitare un potere totalmente libero, in quanto l'esito del referendum istituzionale del 1946 favorevole alla forma repubblicana , poneva un limite preciso, poi riprodotto nell'art. 139 Cost. La Costituzione italiana è il risultato di un compromesso tra le forze politiche presenti nell'Assemblea costituente: l'impostazione di carattere democratico-liberale che colloca la persona umana e le formazioni sociali al centro dell'organizzazione sociale e politica e riconosce ad esse la titolarità di diritti che preesistono allo Stato, cui spetta il compito di garantirne l'esercizio (art. 2 Cost.); l'ideologia socialista e marxista che afferma i principi di giustizia sociale e di uguaglianza sostanziale (art. 3, comma II, Cost.) e riconosce il lavoro come fondamento e valore primario dell'organizzazione economica e politica (art. 1 e art. 4 Cost.). In considerazione di tale compromesso, viene definita Costituzione contrattata.
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