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Nuova tipologia B - esame di stato 2019, Temi di Italiano

Traccia per un tema di tipologia B secondo le indicazioni ministeriali per l'esame di stato 2019

Tipologia: Temi

2018/2019
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Caricato il 10/01/2019

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Scarica Nuova tipologia B - esame di stato 2019 e più Temi in PDF di Italiano solo su Docsity! Chi metterebbe in dubbio il fatto che la memoria e le commemorazioni facciano parte del percorso di costruzione di identità nazionali più forti? Nessuno storico, antropologo o etnografo affermerebbe mai il contrario. Eppure, mentre ci accingiamo a celebrare il centenario della fine della Grande Guerra, c’è il rischio che le nostre commemorazioni si limitino a rievocare il passato con lunghi discorsi, mostre allestite in musei di storia e brevi visite a siti storici. Non esiste civiltà che possa sopravvivere e guardare con coraggio al proprio futuro, se non ha il senso della memoria. Ma oggi le giovani generazioni perdono di vista il vero significato della memoria, forse perché hanno una diversa percezione delle commemorazioni rispetto ai loro genitori, i quali le vivono dalla prospettiva e nelle narrazioni di storie personali e familiari. È più probabile che i giovani di oggi leggano la rievocazione di questi fatti nei libri di storia, il che li colloca per loro ad una distanza ancora più grande. Come fare, allora, perché queste celebrazioni li riguardino più personalmente e da vicino? La Prima guerra mondiale ha mandato in pezzi l’ordine costituito in Europa e rappresentato una sfida senza precedenti alla legittimità dello Stato-nazione. Secondo le teorie militari e i leader politici dell’epoca, la guerra scoppiata nel 1914 avrebbe dovuto essere un conflitto di portata limitata ma decisivo per ristabilire l’equilibrio nei Balcani. Si è trasformato invece nella prima guerra mondiale, che si è protratta per lunghi anni con il coinvolgimento di America, Asia, Medio Oriente e Africa, e la mobilitazione totale di tutte le componenti delle società di oltre 30 Stati belligeranti. Le moderne tecnologie hanno rafforzato il sentimento di alienazione e la disumanizzazione dei soldati che combattevano nelle trincee. È stato un conflitto che ha messo a nudo l’incapacità delle classi dirigenti europee di riconciliare aspirazioni e interessi nazionali in maniera pacifica e collaborativa, ma li ha anzi visti cedere alle sirene di un nazionalismo aggressivo e della sua retorica espansionistica. Nessuno avrebbe mai potuto immaginare che la guerra sarebbe stata così terribile, soprattutto per le truppe al fronte. Nessuno avrebbe mai potuto immaginare che avrebbe falciato le vite di oltre 10 milioni di soldati, e causato un numero elevatissimo, tuttora imprecisato, di vittime tra i civili. Non solo: la Grande Guerra non ha dato all’Europa il nuovo ordine fondato sulla pace, la concordia e la libertà che tanti avevano auspicato dal profondo del cuore. La guerra non ha risolto controversie di lunga data tra Stati, ne ha invece create di nuove e persino più gravi, precipitando antiche e civilissime nazioni europee nella barbarie del totalitarismo e gettando le basi per un nuovo e inumano conflitto mondiale ancora più devastante. La guerra non ha generato prosperità e benessere, neppure per i vincitori, ma ha portato invece dolore, miseria e sofferenza, mentre il predominio dell’Europa nel mondo si è spento nel suo bagno di sangue. Chi pensa di ridurre il conflitto al “semplice” fatto che un paese ha vinto la guerra e un altro l’ha persa, sbaglia di grosso. Dobbiamo condurre una riflessione su questo aspetto fondamentale oggi che assistiamo al sorgere di nuove forme di nazionalismo strisciante, che vediamo crescere e fiorire sul rancore, le divisioni e il malcontento per la situazione politica attuale. Perché questo rappresenta una minaccia per molte delle nostre società, ma soprattutto per l’Europa, la quale, all’indomani della Seconda guerra mondiale, ebbe il coraggio di unirsi mettendo da parte il vano orgoglio e le divisioni del passato. Ecco come possiamo fare in modo che questo riguardi personalmente e da vicino milioni di giovani europei. Mentre i giovani del 1918 combattevano l’uno contro l’altro, quelli del 2018 viaggiano per studiare insieme grazie al programma Erasmus. La riconciliazione e la pace sono i più grandi successi dell’Unione europea. Collegando strettamente tra loro le nostre economie e i nostri interessi, perfezionando l’arte del compromesso, abbiamo creato il sistema più affidabile per garantire una pace duratura nel mondo. Ma non dimentichiamo che qualcosa di inconcepibile come una guerra non è impossibile. La minaccia di conflitti globali si riacutizza alla luce dei recenti cambiamenti geopolitici. Per la prima volta dalla sua creazione, l’UE deve affrontare le sfide poste da un divorzio (la Brexit) e dalle crescenti tensioni nel suo vicinato: nei Balcani, nel Mediterraneo meridionale e ai confini orientali.
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