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Omero, Iliade di Baricco: riassunto e recensione, Sintesi del corso di Italiano

Omero, Iliade di Baricco: riassunto e recensione

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020
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Caricato il 08/01/2020

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Scarica Omero, Iliade di Baricco: riassunto e recensione e più Sintesi del corso in PDF di Italiano solo su Docsity! Scheda libro de “Omero, Iliade”  Titolo: Omero, Iliade  Autore: Alessandro Baricco  Anno e luogo di pubblicazione: Milano, in “Varia” settembre 2004  Editore: Giangiacomo Feltrinelli Editore  Genere: romanzo  Sottogenere: epico  Ambientazione: il romanzo è ambientato a Troia e dintorni.  Personaggi principali: Criseide: figlia di Crise, causa dell’epidemia di peste scatenata dagli Dei sul campo acheo perché rapita da Agamennone dopo la distruzione di Tebe. Crise: padre di Criseide, sacerdote di Apollo venuto da Agamennone per la restituzione della figlia ma ricacciato. Agamennone: capo dell’esercito acheo, rapitore di Criseide, sempre in prima linea nelle battaglie, mal considerato da Achille, figlio di Atreo. Achille: il più valoroso e forte fra i guerrieri achei, secondo la leggenda guerriero immortale e invincibile tranne che per il tallone, figlio di Peleo. Calcante: il più famoso tra gli indovini, colui che aveva predetto la sciagura che sarebbe imperversata sul campo acheo se Agamennone non avrebbe restituito Criseide. Tersite: l’uomo più brutto andato lì al campo acheo: storto, zoppo, le spalle curve e ripiegate sul petto, la testa a punta, coperta da una rada peluria. Gli piaceva parlare male dei re. Ettore: figlio di Priamo, sposo di Andromaca e padre di Astianatte, il più forte guerriero troiano, ucciso da Achille in duello. Menelao: sposo di Elena, uno dei migliori guerrieri achei, fratello di Agamennone, figlio di Atreo. Elena: praticamente la causa della guerra di Troia. Moglie di Menelao ma rapita da Paride e portata a Troia Paride:figlio di Priamo, rapitore e amante di Elena. Non scese mai veramente in campo se non in uno scontro con Menelao da cui però fuggì. Priamo: re di Troia, padre di molti figli tra cui Ettore e Paride. Ulisse: guerriero molto astuto, in seguito di fondamentale importanza perché con la creazione del cavallo di legno acconsentì alla distruzione di Troia. Pandaro: colpì Menelao a tradimento con una sua freccia dopo lo scontro tra lui e Paride, in cui Paride era fuggito. Originario di Zelea, figlio di Licaone, abile con arco e frecce. Enea: figlio di Anchise, eroe a capo dei Danai. La nutrice: serva che si dedicava esclusivamente alla cura del bambino, in questo caso del piccolo Astianatte, e così assistette in prima persona all’incontro tra Ettore e Andromaca prima che l’uomo partisse per la guerra. Astianatte: figlio di Ettore e Andromaca, figlio molto amato. Accudito prevalentemente dalla nutrice secondo la tradizione. In seguito lanciato dalle mura si Troia da Pirro, figlio di Achille. Andromaca: moglie di Ettore, sorella di cinque fratelli tutti uccisi da Achille assieme al padre, la madre morta di un malore improvviso. Nestore: il più vecchio di tutti gli achei e il saggio più amato e ascoltato. Aiace di Telamone: guerriero molto forte, uno dei migliori in campo tra gli achei. Diomede: figlio di Tideo; guerriero acheo che assieme ad Ulisse ruba i cavalli di Reso, re alleato ai troiani, e uccide lo stesso Reso e dodici Traci. Dolone: figlio di Eumede, guerriero e spia achea, ucciso da Ulisse e Diomede mentre andavano nel campo Troiano per rubare i cavalli di Reso e ucciderlo. Patroclo: amico e presunto amante di Achille, ucciso da Ettore mentre indossava le armi dell’amico; figlio di Menezio, cacciato dalla sua città natale in seguito all’uccisione di un ragazzo, si trasferì assieme al padre a Ftia dove conobbe Achille. Sarpedonte: comandante troiano, colui che nel momento in cui i troiani erano arrivati vicini alle navi achee, aprì una breccia nel muro difensivo dei nemici, trafitto e ucciso da una lancia di Achille impugnata da Patroclo. Fenice: anziano comandante acheo, una sorta di maestro per gli altri guerrieri. Euforbo: guerriero troiano giovane e di bell’aspetto che si distingueva dai suoi compagni per l’abilità in battaglia, colpisce con la sua lancia Patroclo per secondo prima del colpo di grazia da parte di Ettore. Aveva splendidi riccioli intrecciati sul capo con fermagli d’oro e d’argento. Venne ucciso da Menelao quando tentò di prendere il corpo di Patroclo: il suo trofeo. Antiloco: uno dei figli di Nestore, scappato da casa cinque anni dopo la partenza del padre per la guerra e sbarcato sulle coste di Troia. Si presentò ad Achille e questo ammirò il suo coraggio e accettò che combattesse al suo fianco. Incaricato inoltre di comunicare ad Achille la morte di Patroclo. Ecuba: sposa di Priamo e madre di Ettore, Paride, Cassandra e altri sedici figli. Demodoco: cantastorie presso l’isola dei Feaci dove Ulisse giunge naufrago. Durante un banchetto, cantando le imprese dei guerrieri nella guerra di Troia, fa commuovere Ulisse che rivela la sua identità. Cassandra: figlia di Priamo ed Ecuba, destinata ad avere premonizioni e a dire sempre la verità ma a non essere mai creduta, come all’entrata del cavallo di legno cercò di avvisare il padre ma questo con le diede ascolto.  Riassunto: Tutto iniziò quando Paride innamorato della bella Elena, sposa di Menelao, la rapì e la portò con sé a Troia. Menelao offeso dichiarò guerra ai troiani appoggiato dal fratello Agamennone, re degli achei. Quando gli achei rimanevano a corto di viveri o animali o donne, lasciavano l’assedio e cercavano quello di cui avevano bisogno saccheggiando le città vicine. Erano passati ormai nove anni da quando era iniziato l’assedio alla città di Troia, e gli achei avevano bisogno di rifornimenti così toccò a Tebe. Agamennone quel giorno vide una fanciulla, Criseide, e la volle per sé. Un giorno quando Crise, padre di Criseide e sacerdote di Apollo, venne a riprendersi la figlia, Agamennone lo ricacciò malamente causando l’ira degli dei. Una terribile pestilenza si abbatté sul campo acheo così Agamennone, il re e comandante degli achei, fu costretto a chiamare Calcante, famoso indovino. Questo disse loro che la causa di questa pestilenza era il rapimento di Criseide, ma Agamennone non ne voleva sapere di lasciarla andare poiché la preferiva anche a sua moglie. Così ebbe luogo una lite fra Achille e Agamennone che si concluse con il ritiro dalla battaglia del primo e la restituzione di Criseide dal secondo ma con la promessa di avere altri doni in cambio tra cui Briseide, la parte del bottino di Achille. La fiducia dei guerrieri verso Agamennone andava affievolendosi data l’ingiustizia nei confronti di Achille, il più forte e valoroso fra i guerrieri achei. Tersite, guerriero molto brutto e a cui piaceva parlare male dei re, parlò ad Agamennone a nome di molti di loro, ma ne uscì con l’essere bastonato con lo scettro da Ulisse. Agamennone però, parlò agli achei dandogli una ragione per combattere: la speranza di un vicino ritorno a casa. Così l'esercito si schierò e cominciò ad avanzare mentre anche i nemici schierati gli avanzavano incontro. Paride, figlio di Priamo, avanzò davanti a tutti sfidando i principi achei ma quando Menelao si fece avanti questo scappò e si nascose fra i suoi, ma Ettore lo fermò e gli parlò. Così Paride si decise a sfidare in duello Menelao, il quale accettò, ed il vincitore avrebbe ottenuto Elena e tutte le sue ricchezze, così da evitare ulteriori spargimenti di sangue. Il giorno del duello Elena era nelle se stanze quando una figlia di Priamo la venne a chiamare e le spiegò quello che stava avvenendo. Corse alle porte Scee dove trovò Priamo che le chiese informazioni su tutti i principi Achei, suoi nemici. Poi vennero a chiamare il re di Troia poiché il compito di stipulare la pace era stato assegnato a lui. Quando tutto fu compiuto Priamo però chiese di ritornare in città poiché non aveva cuore di vedere suo figlio combattere contro Menelao. Iniziò quindi il duello: Paride ebbe il diritto di scagliare per primo la lancia, poi fu il turno di Menelao, poi questo prese la spada e la scagliò su Paride ma si spezzò, così prese a trascinare Paride dall'elmo finché si ruppe la cinghia e quando Menelao s girò per dare il colpo di grazia a Paride vide che questo era fuggito. Una vecchia filatrice poco dopo andò a chiamare Elena dicendole che Paride la aspettava. Lei dopo un po' di esitazione, sotto le minacce della filatrice, la seguì e quando arrivò nella stanza dove Paride lo aspettava, rimproverò l' uomo ma questo non se ne curò e fecero l'amore quando tutti nella piana cercavano e odiavano quell'uomo vile e codardo. Intanto che Menelao rimasto sconcertato, come tutti i guerrieri di entrambi gli eserciti , dalla sparizione di Paride, un troiano protetto dai suoi compagni, colpì a tradimento l'uomo con una sua freccia, il suo nome era Pàndaro. Ferì Menelao ma non gravemente, intanto i troiani stavano avanzando approfittando del momento di confusione degli achei. Molti eroi morirono in quella battaglia, e la situazione passò in favore degli achei quando Diomede, figlio di Tideo, scese in battaglia. Ettore vedendo vicina la fine, ascoltò il consiglio di Eleno, un figlio di Priamo, e si diresse in città a dire alla madre di pregare Atena per avere il suo sostegno. Prima di tornare in battaglia, Ettore andò nella sua casa credendo di trovare la moglie, ma gli venne riferito che questa era corsa assieme al figlio e alla nutrice alle porte Scee perché temeva per la sorte del suo sposo. Allora Ettore corse fin dove gli avevano detto avrebbe trovato la moglie, e la vide in lacrime, affannata, e le si fece vicino. Quello fu l'ultimo addio fra Ettore e i due: Andromaca e Astianatte. Andromaca tornò a casa seguita dalla nutrice col figlio come le aveva ordinato il marito e nella casa tutti piansero Ettore quando era ancora vivo poiché già si prevedeva il futuro
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