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Opere di Giovanni Pascoli, Appunti di Italiano

Una poetica decadente Myricae X Agosto L'Assiuolo Novembre

Tipologia: Appunti

2016/2017

Caricato il 10/11/2017

Clauudiiameel
Clauudiiameel 🇮🇹

4.9

(7)

11 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Opere di Giovanni Pascoli e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! Una poetica decadente (pag. 518) Rivista “Il marzocco”, 1897 La poetica esposta sarà concretizzata nella raccolta Myricae, nei Canti di Castelvecchio e nei Poemetti. Pascoli afferma che dentro ciascun uomo c'è un fanciullino che è la metafora dell'irrazionale. L'idea del fanciullino era già stata espressa da Platone (“Fedone”); Cebes Tebano era l'interlocutore del dialogo platonico. Il fanciullino esprime dentro noi tutte le emozioni, sia negative che positive. Sinché si è bambini la sua voce e i suoi pensieri si confondono con i nostri ma quando cresciamo lui rimane piccolo. Nella riga 9 c'è una domanda, Pascoli si chiede se il fanciullino è in ogni uomo e cerca di spiegare che si trova in tutti gli uomini anche se ad alcuni non sembra così perché credono che non esista perché non lo sentono e non lo vedono. Pascoli afferma che i segnali della sua esistenza sono evidenti e sono: -paura del buio, noi manifestiamo una paura fanciullesca quando abbiamo paura di essa (riga 13) -sognare ad occhi aperti (riga 14) -parlare agli animali, ai vegetali e alle stelle (riga 15) (principio dell'animalismo, credenza che in tutte le cose ci sia un'anima) -usare l'immaginazione (riga 16) -piangere e ridere senza un perché, esternando le emozioni in maniera spontanea senza riflettere (riga 16). Pascoli spiega la sua posizione riguardo l'amore che secondo lui casto e puro può esistere solo tra fratello e sorella. Il fanciullino prova amore fraterno. La fratellanza può esistere solo tra fanciulli perché sono uniti da un sentimento fraterno mentre la società umana è una lotta tra belve (visione n-negativa del mondo. Myricae (pag. 540) Nell'edizione definitiva (1900) ha 156 poesie caratterizzate dalla brevità e nella maggior parte dei casi sono dei quadretti di vita campestre con elementi naturali. Ma non vogliono rappresentare una realtà oggettiva ma una realtà simbolica che spesso riconducono a sentimenti di angoscia e inquietudine, e all'idea della morte. E' una poesia evocativa, allusiva, suggestiva che va aldilà delle cose e si esprime con un nuovo linguaggio poetico rispetto alla tradizione classica che costruiva discorsi complessi, la sintassi di Pascoli è spezzata, frantumata con frasi brevi e molti segni di punteggiatura, a volte senza il verbo o il soggetto. E' una poesia che scaturisce dall'irrazionale tesa ad esprimere la sensibilità decadente di Pascoli, le sue angosce e inquietudini, ricorre spesso al tragico segno della sua esperienza personale (tema della morte, del lutto, l'ossessione del ritorno dei defunti). Myricae è il nome latino delle camerici che sono umili piante. Prende la parola da Virgilio (Le Bucoliche) e rappresentano il simbolo delle piccole cose che lui vuole rappresentare nella sua poesia. X agosto (pag. 544) La poesia parla della morte del padre. Questa poesia non presenta un Pascoli simbolista ma propone un discorso celebrale su due temi differenti: il male nel mondo e il rapporto tra esistenza terrena e trascendente. Trattasi a partire dall'evocazione dell'uccisione del padre (1867), il 10 agosto nella liturgia cristiana è il giorno di San Lorenzo e del fenomeno astrologico della caduta delle stelle cadenti. La poesia è composta da sei strofe quartine con versi decasillabi e novenari. Ci sono diverse simmetrie: la prima strofa è collegata alla sesta nel contenuto e nel tema proposto, la seconda è la terza sono collegate nei contenuti e nelle analogie con la quarta e la quinta. Prima strofa Il poeta si rivolge a San Lorenzo interpretando le stelle che cadono dal cielo come le lacrime del cielo stesso per la morte del padre ( le parole sottolineate trasmettono la serenità del cielo distante della terra). Seconda e terza strofa Descrivono la morte di una rondine (tetto=sineddoche=casa).Vi è una sostituzione tra la parola tetto e la parola nido tra i versi 5 e 16 perché sia l'uomo che la rondine vivono la tragedia. Pascoli realizza un parallelismo. Racconta dell'uccisione della rondine (verso 6), vi è un immagine della rondine tra le spine con un insetto nel becco da portare ai figli, con le ali aperte da sembrare in croce, mostrato al cielo distante. Nel verso 11-12 si raffigura il nido che rappresenta per Pascoli la famiglia, il tema del nido ricorre nelle sue poesie, è la protezione rispetto al mondo esterno e violento. Il nido è all'ombra che rappresenta il senso dell'abbandono e della morte. Nei versi 6 e 9 le spine e la croce rimandano a Cristo, parallelismo tra la rondine e Cristo (poi anche con l'uomo) che tutti sono vittime innocenti della violenza di Pascoli. Vi è il tema del trascendente: il cielo fin dalla prima strofa è sereno, nel primo verso appare lontano quindi il male che c'è nel mondo è causato solamente dall'uomo e non dalla natura e questo male non può essere riscattato dal trascendente. Quarta e quinta strofa Riprende le strofe della rondine; nel verso 14 c'è un parallelismo con Cristo (“perdono”). La casa è romita, verso 17, che prende lo stesso significato della parola ombra.”cielo lontano” è ripetuto nel verso 20 dopo il verso 10 per rimarcare la distanza. Sesta strofa Contrasto tra il cielo e la terra ancora più evidenziato perché nel cielo ci sono altri mondi più sereni dove non esiste la violenza come nella terra. Il cielo è infinito e immortale mentre la terra è definita come un “atomo opaco del male”. La terra rispetto all'universo è piccolissima e occupata del tutto e contiene tutto il male esistente. E' opaca per natura perché il pianeta non brilla ma anche perché respinge il bene e attrae il male.
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