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Ordini, ceti e riforme della rappresentanza politica, Sintesi del corso di Storia Moderna

RIASSUNTI MANUALE BENIGNOCAPITOLO II ORDINI, CETI E FORME DELLA RAPPRESENTANZA POLITICAAlle soglie dell’età moderna, nell’Europa cristiana, l’universo è ritenuto essere predisposto da Dio per la salvezza dell’uomo. Il mondo sociale è quindi visto come un insieme che funziona secondo un disegno divino. Da qui la tendenza ad immaginare la società come divisa in parti dipendenti l’una dall’altra. La società è quindi divisa in tre grandi gruppi: gli oratores, coloro che pregano, cioè il clero; i bel

Tipologia: Sintesi del corso

2011/2012

Caricato il 10/05/2012

lula69
lula69 🇮🇹

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Scarica Ordini, ceti e riforme della rappresentanza politica e più Sintesi del corso in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! CAPITOLO II ORDINI, CETI E FORME DELLA RAPPRESENTANZA POLITICA Alle soglie dell’età moderna, nell’Europa cristiana, l’universo è ritenuto essere predisposto da Dio per la salvezza dell’uomo. Il mondo sociale è quindi visto come un insieme che funziona secondo un disegno divino. Da qui la tendenza ad immaginare la società come divisa in parti dipendenti l’una dall’altra. La società è quindi divisa in tre grandi gruppi: gli oratores, coloro che pregano, cioè il clero; i bellatores, i guerrieri (nobili e cavalieri); e i laboratores, quelli che lavorano, tutti gli altri. Il clero si occupa di garantire alla comunità la benevolenza della divinità; e a causa della scelta della Chiesa del voto di castità, questo gruppo sociale non si riproduce. Gli uomini della Chiesa devo essere nutriti e curati a spese della società, e bisogna riservare loro le dignità e gli onori sociali principali. E’ suddiviso in clero secolare, quello che vive nella società, cioè sacerdoti, parroci e vescovi, e quello regolare che vive separato dal mondo nei monasteri e conventi. Essi, oltre ad amministrare i sacramenti, amministrano ingenti patrimoni, sono titolari di poteri pubblici e governano in prima persona città e territori. I guerrieri svolgono la funzione di proteggere le vite ed i beni di tutti. Come il clero, anche i guerrieri devono essere mantenuti e anche ad essi vanno riservati particolari onori. Però essi sono un gruppo sociale che si riproduce. ***** Nobili La nobiltà affianca ben presto all’originale ruolo militare anche compiti di direzione politico amministrativa. In pratica, veniva data loro dal sovrano una delega di funzioni di governo connessa alla concessione di un feudo abitato. Ricordiamo che un feudo non è una proprietà privata, ma durante il Medioevo i nobili hanno acquisito la facoltà di trasmetterlo in via ereditaria, e la riconferma regia era quasi un atto dovuto, mentre la confisca avveniva in caso di reati gravi quali offese nei confronti del monarca. Inoltre, nell’universo nobiliare, si afferma una scala gerarchica, che prende le mosse dai titoli feudali concessi dal sovrano (principe, duca, marchese, conte, barone, ect.). Occorre però ricordare che la legittimazione di questo gruppo sociale non è sempre stata del tutto dipendente dal volere dei sovrani, i quali possono comunque concedere titoli o crearne di nuovi. Infatti questo gruppo sociale non è stato chiuso e impermeabile: in tutta Europa nobili non solo si nasce ma si diventa, attraverso le alte cariche politiche e amministrative, e attraverso la ricchezza. A partire dal XVI secolo i sovrani infatti iniziano a vendere massicciamente titoli nobiliari. ***** Le corporazioni Le corporazioni sono gruppi definiti di lavoratori dello stesso settore produttivo (mercanti, artigiani) uniti dal desiderio di difendere i rispettivi interessi. Nascono e si sviluppano a partire dall’XI secolo fino al XVIII, non tutti i lavoratori ne fanno parte e hanno nomi diversi a seconda dei paesi o delle regioni. Già nel Medioevo, esse mantengono l’uguaglianza tra i propri membri, impedendo con statuti e regolamenti che qualcuno di essi diventi troppo ricco e potente a danno degli altri, stabilendo regole cui ciascun artigiano deve attenersi nella produzione, i prezzi minimi e massimi delle merci, i salari, gli orari, e così via. Le corporazioni vengono distinte in arti maggiori, che raggruppano i mestieri di maggiore prestigio, e arti minori, che raggruppano i mestieri più umili. La struttura interna è di tipo rigidamente gerarchico: all’apice si trova la direzione composta dai maestri; la loro assemblea elegge i capi della corporazione, i giurati o consoli in Francia, sindaci, abati o priori in Italia. Ciascuno di loro ha la possibilità di ispezionare i luoghi di attività (laboratori, botteghe ect.) degli altri membri della corporazione per verificare l’osservanza delle normative. Sono spesso affiancate da organizzazioni religiose, le confraternite, e spesso sono legate a società di mutuo soccorso; ogni membro infatti versa una quota in un fondo comune destinato ai momenti di bisogno. Le corporazioni acquistano un notevole grado di controllo sulle attività produttive e, attraverso propri tribunali, esercitano la giurisdizione sulle controversie tra i propri membri. Hanno spesso funzione di difesa delle città dai pericoli esterni e compiti di tutela dell’ordine pubblico. E partecipano alle cerimonie cittadine (ingresso di sovrani) e religiose (feste dei santi patroni). ***** Una società di ceti e privilegi Tutte le persone che appartengono al <<terzo stato>>, i laboratores, si differenziano tra loro secondo il ceto di appartenenza. Questi sono, in ordine crescente di importanza, le corporazioni, i titolari di professioni (avvocati, medici ect.), i titolari d’ufficio e i mercanti. Solo attraverso l’appartenenza ad uno di questi ceti, un individuo può praticare legittimamente un mestiere. Ciò che contraddistingue i diritti dei gruppi sociali sono i privilegi. Questi possono essere di diverso tipo: giurisdizionali, gli appartenenti ad un determinato gruppo possono essere giudicati in processi penali con specifiche modalità in speciali tribunali; economici, ecclesiastici e nobili sono esentati dalla tassazione. Ma soprattutto contribuiscono a determinare il rango di un gruppo sociale, cioè la sua posizione sociale relativa. La legge non è uguale per tutti, ma diversa a seconda dei ceti: non si tratta di infrangere le regole condivise, ma di violare l’identità individuale e di gruppo. L’appartenenza ad un ceto sociale deve accompagnarsi ad una corrispondente reputazione, soprattutto nell’ordine nobiliare, perché l’essere nobili obbliga. Il linguaggio che esprime il gioco della reputazione è quello dell’onore. Per le donne si declina nel senso della virtù, come comportamento – specialmente sessuale – adeguato al proprio rango; per gli uomini, la virtù ha un doppio senso: la capacità di mantenere la propria famiglia e quella di articolare il difficile gioco della precedenza sociale. Si assiste, peraltro, al processo di inflazione dei ranghi nobiliari, data la tendenza dei sovrani alla vendita di tali titoli; e poiché il rango è determinato dalla rarità della condizione privilegiata, si rende necessario inventare ulteriori elementi che contraddistinguano la vecchia nobiltà rispetto alla più recente. E’ per questo che prendono ad avere un grande ruolo le onorificenze, come ad esempio in Inghilterra, nel primo Seicento, nasce il titolo di baronetto. Ma un importante funzione viene svolta in questo senso dagli ordini militari e cavallereschi, per venire incontro alla richiesta sociale di distinzione. Tra questi ricordiamo l’Ordine di Malta, l’Ordine del Toson d’Oro, l’Ordine di Santo Stefano. In Castiglia la scala nobiliare culmina con la qualifica di grande. ***** Le forme della rappresentanza politica Nelle principali monarchie europee medievali e poi moderne, il sovrano è affiancato da un’assemblea di rappresentanti del regno. Questa assemblea è costituita da rappresentanti di ciascun ordine, e svolge l’importante funzione del consiglio politico, oltre che autorizzare l’imposizione di nuove tasse. Questa assemblea si chiama Parlamento in Inghilterra, Scozia, Napoli e Sicilia. Nel caso inglese il Parlamento è suddiviso in due Camere: la camera dei Lord, o pari del regno, dove siedono i signori cui il sovrano ha concesso titoli di nobiltà, e quella dei comuni, dove siedono i rappresentanti della città L’assemblea si chiama Stati generali in Francia e nei Paesi Bassi; in Francia, oltre agli Sati generali di cui fanno parte i rappresentanti dei tre ordini, esistono particolari corti di giustizia chiamati Parlaments, di cui Parigi è la più importante, che hanno il privilegio di verificare la congruità degli editti regi alla tradizione giuridica del regno. In Castiglia le Cortes vedono solo la presenza dei procuratori delle città, mentre in Aragona, Catalogna e Valencia, le Corts sono organizzate secondo la tripartizione degli ordini. Nei territori del Sacro romano impero, l’assemblea è la Reichstag, la dieta, cui partecipano i 7 principi elettori. In generale, queste assemblee si riuniscono periodicamente, una volta l’anno o all’occorrenza, e hanno la facoltà di presentare al sovrano richieste e rimostranze, mentre il sovrano chiede di approvare l’imposizione di tributi che serviranno per le casse della corona. Come contraccambio a fronte di queste concessioni, i rappresentanti delle assemblee chiedono l’elargizione di titoli e riconoscimenti. ***** I due corpi del re I sovrani dell’Europa di antico regime tendono a legittimare il proprio potere attraverso l’idea che sia Dio a volere che un determinato appartenente ad una precisa famiglia governi. Quindi la persone del re diventa l’immagine del potere pubblico, in quanto incarnazione della res pubblica; mentre nelle repubbliche il potere appartiene a cariche pubbliche che possono essere ricoperte da diversi individui.
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