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L'Ambiente come Terzo Educatore: Strutturazione degli Spazi e dei Materiali, Tesine universitarie di Pedagogia dell'infanzia e pratiche narrative

Del concetto di 'ambiente' come terzo educatore per i bambini, particolarmente quelli dell'asilo nido. L'ambiente è definito come uno spazio relazionale che influenza il processo educativo, e gli educatori devono collaborare con esso per promuovere lo sviluppo cognitivo, socio-relazionale e affettivo. Vygotskij e Bruner sono citati per la loro teoria del costruttivismo sociale e del ruolo del linguaggio nell'apprendimento. L'organizzazione dello spazio interno e esterno è importante per garantire un sano e proporzionato sviluppo.

Tipologia: Tesine universitarie

2020/2021

Caricato il 03/07/2022

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Scarica L'Ambiente come Terzo Educatore: Strutturazione degli Spazi e dei Materiali e più Tesine universitarie in PDF di Pedagogia dell'infanzia e pratiche narrative solo su Docsity! Ambiente come terzo educatore: strutturazione degli spazi e dei materiali Il termine ambiente ha numerosi significati: nel dizionario viene definito come “uno spazio che circonda una cosa o una persona e in cui questa si muove o vive”; per Carola Castoldi1 invece è uno “spazio relazionale2” perché è luogo di relazioni, interazioni, possibilità e limiti, nel quale l’ambiente diventa un vero e proprio “mediatore”. Una terza definizione, a mio parere molto esaustiva, è quella che ci viene fornita da Loris Malaguzzi3, il quale ritiene lo spazio un elemento fondamentale del processo educativo del bambino, tanto è vero che lo definisce terzo educatore, in quanto svolge un ruolo fondamentale nel determinare la qualità degli apprendimenti. L’ambiente, in particolar modo per i bambini dell’asilo nido, rappresenta dunque uno spazio abitato che racchiude al suo interno l’azione educativa. Abitare un luogo non significa solo stare ma anche esserci, nel senso di esistere. Silvano Petrosino4 parla di un uomo che esiste come tale in quanto abita un luogo. “Abitare rappresenta l’azione propria dell’uomo che riflette e che non subisce semplicemente la vita; l’uomo abita la casa proprio perché non si limita a subire l’esistenza e le fatiche del vivere. In questo abitare assume il senso del prendersi cura, cura di sé, ma anche cura degli altri5”. Si può dunque affermare che l’asilo rappresenta il luogo delle relazioni in quanto luogo delle identità personali, nelle quali il bambino può formare il proprio sé, esplorare, esprimersi, riflettere, agire e riconoscere le proprie competenze. Gli educatori oltre a favorire l’apprendimento devono essere dei bravi osservatori: devono avere sempre un occhio attento ai bisogni e alle necessità infantili, devono dare sicurezza ed essere dei buoni ascoltatori. Allo stesso tempo è necessario che essi mostrino la loro vicinanza al bambino senza invadere il suo spazio e senza sostituirsi a loro. Al fine di promuovere lo sviluppo del bambino gli educatori si trasformano in veri e propri architetti, i quali collaborano, interagiscono e dialogano con l’ambiente al fine di “porre le premesse per cui uno spazio possa diventare un luogo, da abitare nel tempo, in modo continuato, che in seguito diventerà Casa”6. L’organizzazione dello spazio, interno ed esterno, rappresenta uno dei temi maggiormente discussi in ambito pedagogico. Esso, infatti, deve tener conto non più solo dello sviluppo fisico del bambino ma deve focalizzarsi anche sul suo sviluppo cognitivo e socio-relazionale perché la scuola dell’infanzia non punta esclusivamente al puro sviluppo organico del bambino ma ha una visione più globale che guarda allo sviluppo all’interno dei contesti sociali, cognitivi ed emotivi. 1 Educatrice professionale, specializzata in Pedagogia dell’infanzia, Pedagogia Clinica e Pedagogia dello sport. 2 «Ri-pensare lo spazio come “mediatore pedagogico” - PRIMA PARTE». 3 Pedagogista ed educatore 4 Docente di Filosofia dell’Università Cattolica. 5 Abitare per essere. https://blog.stannah.it/casa-condominio/abitare-per- essere/#:~:text=L'abitare%20%E2%80%93%20dicono%20i%20filosofi,ma%20anche%20cura%20degli%20altri. 6 Nota 2 Quanto detto sopra trova conferma all’interno del pensiero di Bruner7 e di Vygotskij8. Quest’ultimo parla del costruttivismo sociale, ossia una teoria epistemologica che afferma l’importanza del contesto socioculturale, all’interno del quale si realizza la conoscenza dell’individuo. Secondo questa prospettiva il processo di apprendimento è influenzato dall’interazione tra gli individui, durante lo sviluppo, e dalla cultura in cui essi vivono. Inoltre, Vygotskij considera il bambino protagonista attivo del suo processo di apprendimento in quanto attraverso il gioco costruisce la propria conoscenza e il proprio schema corporeo. Bruner, dopo aver letto e studiato le opere del pedagogista sovietico, rivolge particolare attenzione agli aspetti dell’infanzia legati al linguaggio, all’apprendimento e all’istruzione e afferma che il linguaggio rappresenta uno strumento fondamentale per lo sviluppo cognitivo perché consente all’individuo di comunicare le proprie esperienze e di organizzare la propria esperienza in modo narrativo. Per Bruner la scuola deve essere un luogo nel quale i bambini imparano ad apprendere. La legge 107/2015 pone l’attenzione al riconoscimento e alla valorizzazione dell’infanzia sulla base delle diverse teorie psicologiche, pedagogiche, sociologiche e filosofiche mosse in merito all’infanzia stessa. Oggi si parla di bambini competenti i quali sono soggetti di diritti e di bisogni, capaci di avere attività relazionali ed essere portatori di dinamiche comunicative ed educative di valore sociale e culturale. Sulla base di quanto detto sopra l’organizzazione degli spazi acquista un ruolo molto importante perché l’ambiente oltre ad essere accogliente, creativo, aperto, flessibile e stimolante, in modo tale che i bambini siano protagonisti attivi del proprio processo di sviluppo cognitivo, affettivo, emotivo, etico e sociale, deve essere funzionale alla crescita e all’educazione del bambino. Il nido è un luogo dove si vive, si lavora e si gioca; quindi, gli spazi devono essere pensati e progettati con attenzione, cura e consapevolezza al fine di garantire un sano e proporzionato sviluppo. Essi raccontano l’identità della scuola e del progetto educativo. Nelle scuole di Reggio Emilia, l’organizzazione degli spazi si basa su una teoria socio-costruttivista dell’apprendimento. Le strutture, la scelta dei materiali e il modo in cui vengono messi a disposizione dei bambini costituiscono da parte dell’ambiente un invito all’esplorazione. Tutti questi elementi (strutture, materiali e modalità con cui vengono messi a disposizione) sono pensati con l’idea di creare comunicazione con le altre persone che abitano il nido e connessioni tra le persone e le cose. Dunque, poiché lo sviluppo sociale è parte fondamentale dello sviluppo cognitivo, lo spazio viene pensato, progettato e predisposto per facilitare gli incontri, lo stare insieme, le relazioni e le condotte motorie. L’ambiente sezione deve essere organizzato con attenzione per evitare una atmosfera rumorosa e inquieta a conferma del fatto che una sezione ben organizzata favorisce la concentrazione. Gli ambienti del nido e delle scuole dell’infanzia vengono suddivisi in quattro macroaree, le quali devono consentire una contemporaneità di situazioni di lavoro molto diverse: 7 Psicologo statunitense che ha contribuito allo sviluppo della psicologia cognitiva e culturale in ambito educativo. 8 Psicologo e pedagogista sovietico
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