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Oscar Wilde e D'annunzio, Sintesi del corso di Letteratura

Analisi Oscar Wilde e D'annunzio per esame Letteratura Inglese

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020

Caricato il 25/09/2020

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Scarica Oscar Wilde e D'annunzio e più Sintesi del corso in PDF di Letteratura solo su Docsity! FLAVIA ROSATI Scienze della Moda e del Costume, Università di Roma La Sapienza “Oscar Wilde e Gabriele D’Annunzio: tra letteratura e moda”. Lo stereotipo vede la moda come un elemento di vanito appartenente alla sfera femminile, ma la storia della moda dimostra come in realtà non abbia genere. Alla fine del Settecento il gusto britannico si era imposto e dettava legge. Oltre che in tutto il resto del continente, come riporta Carlo Marco Belfanti nel suo libro “Civiltà della Moda”, anche nella stessa Francia – che si era confrontata anch’essa per l’egemonia sulla moda europea – ma che era stata contagiata da un’epidemia di anglomania. Il gusto britannico seguiva un modello che consisteva in un abito maschile a tre pezzi, elegante e sobrio cucito con stoffe pregiate, inventato da Carlo II Stuart nel 1666. Un particolare fenomeno che consolidò la moda inglese, è il dandismo, che “esercitò una significativa e prolungata influenza sulla cultura europea della moda” (Civiltà della moda, pag.163). Carlyle Thomas definì il termine dandy in Sartor Resartus (1831) definendolo come: “a Clotheswearing Man, a Man whose trade, office and existence consists in the wearing of Clothes. Every faculty of his soul, spirit, purse and person is heroically consecrated to this one object, the wearing of Clothes wisely and well: so that as others dress to live, he lives to dress”. (Sartor Resartus, page 124). Questa eleganza, che poteva essere seguita solo da un gentiluomo, non era solo una moda, ma un vero e proprio stile di vita, con regole da seguire:” l’eleganza era praticabile e riconoscibile soltanto da quei gentiluomini che erano in possesso della competenza per valutare la qualità di un tessuto, la precisione del taglio, la perfezione del nodo della cravatta, la freschezza della biancheria” ( Civiltà della moda, pag.165). Essere un dandy era un vero e proprio stile di vita. Gli inizi del 1800 segnano l’inizio di una rivoluzione nell’ambito della moda maschile. È il momento in cui si abbandonano parrucche e culotte per l’uso di una vera e propria uniforme che era quella del dandy. Pantaloni lunghi e a tubo, camicia e giacca. Una particolarità il fazzoletto che si portava al collo, antenato dell’attuale cravatta. I tessuti ricercati e preziosi. Oscar Wilde nato a Dublino nel 1854, dandy per eccellenza, vive a Londra dove diviene famoso per la sua affascinante figura e per il suo modo di vestire. Anticonformista, critica i valori della società moderna e sceglie l’eleganza e l’arte come valore della propria vita. Nel 1885 scrisse un saggio di moda sul giornale The New- York Tribune:” ‍” Fashion rests upon folly. Art rests upon law. Fashion is ephemeral. Art is eternal. Indeed what is a fashion really? A fashion is merely a form of ugliness so absolutely unbearable that we have to alter it every six months! It is quite clear that were it beautiful and rational we would not alter anything that combined those two rare qualities. And wherever dress has been so, it has remained unchanged in law and principle for many hundred years." (The philosophy of dress, page 9). Questo saggio resta sconosciuto fino a quando lo scrittore John Cooper lo pubblica sul suo ‘Oscar Wilde on dress’: La figura centrale del romanzo, quella del protagonista Andrea Sperelli, si contrassegna come il prototipo del dandy trasgressore. Incarna la tipica figura dell’esteta, di colui che fa la propria vita come un’opera d’arte. Questo atteggiamento estetico diventa il dandy stesso, rappresentando una sorta di doppio dello scrittore nella quale riversano non solo le sue passioni ma anche le sue insoddisfazioni, rincorrendo la continua ricerca della vita inimitabile, costituita da amori eleganti e scabrosi e di lusso sfrenato. D’annunzio, unendo i costumi dell’esteta (Andrea Sperelli) alla modernità della moda parigina, diventa il modello del dandy italiano. Lui stesso si definirà come ‘animale di lusso’, sempre diretto verso cose belle. Veri e propri “influencer” del proprio tempo, in questi due autori ritroviamo delle figure di riferimento per lo stile nel vestire, per l’attenzione nei particolari, per la loro originalità e trasgressione. La loro continua ossessione e ambizione al successo li porta a rifiutare i dettami della società in cui vivono avvicinandosi ai modelli che anche oggi influenzano le nostre scelte di vita. Bibliografia: MLA Oscar Wilde. The Picture Of Dorian Gray. Wordsworth classics 1992. Introduction and notes, John M.L Drew, 2001. Carlyle, Thomas. Sartor Resartus : The Life and Opinions of Herr Teufelsdrockh. Project Gutenberg, 1997. Belfanti, Carlo Marco. Civiltà Della Moda. Il mulino, 2008. John Cooper, Oscar Wilde. Oscar Wilde on Dress. Electronic edition. https://books.google.it/books?id=_x2ssg6mRpsC&printsec=frontcover&dq=John+Cooper, +Oscar+Wilde.+Oscar+Wilde+on+Dress. +Electronic+edition.&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiB1dSE3bXpAhUhwqYKHWw7Ao8Q6AEIKDAA#v=onepage &q=John%20Cooper%2C%20Oscar%20Wilde.%20Oscar%20Wilde%20on%20Dress.%20Electronic %20edition.&f=false Fashion through History: Costumes, Symbols, Communication (Volume II). Giovanna Motta and Antonello Biagini,Cambridge Scholars Publishing, 2017. Andrea Carteny, Gabriele D’Annunzio: Aesthete and Inimitable Dandy. Gautier Teophile, Mademoiselle de Maupin, translated by Joanna Richardson, Penguin Books, London 1981. Sitografia: Florence FILIPPI, « ART POUR L'ART », Encyclopædia Universalis [en ligne], consulté le 15 mai 2020. URL : http:// www.universalis.fr/encyclopedie/art-pour-l-art/
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