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OSSIGENOTERAPIA: DEFINIZIONE, DISPOSITIVI PER OSSIGENOTERAPIA E TRATTAMENTO, Appunti di Infermieristica

OSSIGENO SATURIMETRIA OSSIGENO CENTRALIZZATO A DOMICILIO WALKER PORTATILI DISPOSITIVI PER OSSIGENOTERAPIA OCCHIALINI MASCHERA SEMPLICE MASCHERA VENTURI MASCHERA CON RESERVOIR INCUBATRICE TENDE DI OSSIGENO NASO ARTIFICIALE CAMERA IPERBARICA

Tipologia: Appunti

2022/2023

In vendita dal 06/07/2023

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_xjsedg_ 🇮🇹

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Scarica OSSIGENOTERAPIA: DEFINIZIONE, DISPOSITIVI PER OSSIGENOTERAPIA E TRATTAMENTO e più Appunti in PDF di Infermieristica solo su Docsity! OSSIGENOTERAPIA è la somministrazione di ossigeno ad una concentrazione maggiore dell’aria ambiente, con l’intento di trattare o prevenire i sintomi e le manifestazioni di ipossia (diminuzione dell’apporto di ossigeno ai tessuti). >> Alla carenza di O2 l’organismo reagisce con affanno e cianosi. Se si compensa il deficit con ossigenoterapia, la respirazione e il colorito della cute torneranno nella normalità. Quindi la somministrazione di ossigeno ha lo scopo: - MIgliorare l’ossigenazione dei tessuti - Ridurre lo sforzo respiratorio nei pazienti dispnoici - Ridurre lo sforzo cardiaco nei pazienti con malattie cardiache L’ossigeno è un farmaco pertanto deve essere somministrato su prescrizione medica rispettando tempi, modalità e l/m o percentuale di FiO2 (Frazione Inspirata di O2) indicati. L’ossigenoterapia deve essere iniziata ogni volta che i valori di PAO2 scendono al di sotto di 60 mmHg nel soggetto che respira con FiO2 del 21%. In casi di eventi acuti come: - Arresto cardiocircolatorio - Infarto miocardio e ictus cerebrale - Shock - Emorragie - Malattie polmonari - Fratture, traumi cranici e altri traumi In ambulanza, su protocollo, iniziano a somministrare ossigeno. *mmHg = millimetro di mercurio* Si misurano i gas (O2 e CO2) presenti nel sangue tramite un esame chiamato EMOGASANALISI che viene eseguito su sangue arterioso. Una volta fatto il prelievo arterioso bisogna far analizzare la provetta tramite strumento di laboratorio chiamato emogasanalizzatore che determina i valori dei gas disciolti nel sangue arterioso. La conoscenza di questi dati permette di valutare l’efficienza respiratoria del paziente. SATURIMETRIA/PULSOSSIMETRIA metodica non invasiva per il monitoraggio continuo della saturazione di ossigeno dell’emoglobina. Fornisce indicazioni sullo stato di ossigenazione della persona. Valori normali SaO2/SpO2 95% - 100%. FUNZIONE Il saturimetro è costituito da un sensore applicato alla cute (dito, fronte). Il sensore è costituito da 2 parti con un led luminoso da un lato e dall’altro un fotorilevatore che legge la luce assorbita dall’Hb ossigenata nel letto vascolare. EMOGLOBINA (Hb) è una proteina del gruppo delle globine, presente sulla superficie dei globuli rossi. Essa possiede 4 subunità dette gruppi eme ognuno dei quali può legarsi ad una molecola di O2. Se tutti i siti dell’Hb sono occupati dall’O2, il sangue è saturato al 100%. ALCUNE CONSIDERAZIONI - Non è possibile rilevare la SaO2 in siti nei quali la circolazione sia compromessa - Per un corretto funzionamento è indispensabile che LED e photodetector siano ben allineati Gli errori di lettura ed interpretazione più comuni si verificano per: ● Malposizionamento sensore ● Estremità fredde ● Smalto per unghie ● Fasciatura troppo stretta a monte del sensore ● Grandezza del sensore non corretta ● Pazienti molto agitati ● Valori di HB bassi OSSIGENOTERAPIA è un farmaco. Alte concentrazioni di O2 per periodi prolungati possono causare effetti tossici. Può indurre: - Irritazione tracheale perché secca la mucosa - Può essere irritativo addirittura provocare tosse stizzosa o dispnea - Può ridurre l'attività del centro del respiro - Può dare vasocostrizione sistemica - Ridurre l'eritropoiesi - Ridurre la gittata cardiaca EROGATORI DI OSSIGENO A MURO CON RIFORNIMENTO CENTRALIZZATO Sono gli attacchi dei gas. Ci sono dei codici colore universali: - Giallo = aspirazione - Bianco e nero = aria compressa - Bianco = ossigeno BOMBOLE DI 02 sono di colore bianco. Contengono gas compresso. Hanno un riduttore di pressione per permettere la fuoriuscita di gas a pressione normale e un regolatore di flusso cioè il manometro. Sono costituite in lega di acciaio, carbonio o alluminio senza saldature perchè devono reggere forti pressioni. Sono dotate di una valvola di sicurezza e di una valvola di chiusura. Devono essere munite di un certificato di paziente è fissa ed indipendente dal ritmo e dalla frequenza respiratoria. È indicata nel paziente dispnoico con alta necessità di O2. VALVOLE VENTURI Non si usano più le valvole con codici colori ma si usa una maschera universale cioè una maschera con fusto venturi che è un unico fusto venturi regolabile. Sul fusto sono presenti delle tacche che indicano le varie % di O2 erogabili. Ruotando è possibile scegliere la % di ossigeno prescritta. Bisogna umidificare perché l’ossigeno è un gas secco, si umidifica quando il paziente ha un flusso maggiore di 4 litri al minuto. RACCOMANDAZIONI PER LA PROFILASSI DELLE INFEZIONI DELLE VIE RESPIRATORIE Durante la somministrazione di O2 terapia: - Detergere, sciacquare, asciugare la maschera se sono presenti segni macroscopici di contaminazione - Nel caso di O2 terapia per tempi prolungati, se necessario, sostituire periodicamente tutto il sistema - Durante la sospensione dell’O2 terapia proteggere la maschera da eventuali contaminazioni (polvere) riponendola all’interno di un apposito sacchetto protettivo - Alla dimissione gettare tutto il sistema OCCHIALINI NASALI abbiamo un tubo dell’ossigeno, da questo tubo ci sono 2 piccole cannule, lunghe 1,5 cm, che si inseriscono nelle narici. Sono consigliati a chi ha bisogno di una piccola percentuale di ossigeno per un flusso fino al massimo di 5 - 6 l/m. Monopaziente. Sostituiti al bisogno quindi quando sono particolarmente sporchi. Se non sono ben sistemati e applicati alle narici si possono verificare perdite laterali che raggiungono oltre 60 cm e con il riposizionamento manuale della cannula si aumenta la dispersione. OCCHIALINI NASALI OPTIFLOW cannule nasali per ossigenoterapia ad alti flussi riscaldati e umidificati. DISTANZA DI DISPERSIONE DELL’ARIA ESPIRATA DURANTE SOMMINISTRAZIONE DI OSSIGENO ● MASCHERA RESERVOIR al flusso di 12 l/m raggiunge la distanza di 10 cm ● MASCHERA VENTURI con raccordo al 40% di FiO2 raggiunge la distanza di 66 cm ● CANNULE NASALI ○ Al flusso di 1 l/m l’ esalato raggiunge la distanza di 66 cm ○ Al flusso di 5 l/m l’ esalato raggiunge la distanza di 1 metro RISCHI DELL’OSSIGENO - Porta dipendenza psicologica - Lesioni oculari nei neonati fino alla cecità - Tossicità per le cellule alveolari e tracheobronchiali - Pazienti cronici con problemi respiratori tipo il BPCO (Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva). Sono pazienti che non tollerano alte % di ossigeno perché può dare troppa ipercapnia - Infezioni legate a una cattiva gestione dell’ umidificazione - Monitorare l’integrità cutanea delle zone a contatto con il presidio: esempio lesioni traumatiche o da decubito correlate all’uso dei diversi dispositivi - Secchezza e dolore della mucosa delle narici - Secchezza delle fauci L’ossigeno è un gas incolore, inodore e insapore. Nell’ambiente non viene avvertito. Non è esplosivo né infiammabile ma facilità la combustione. Reagisce con tutti i combustibili dando luogo a pericolo di esplosione ed incendio. MASCHERA - CHIRURGICA garanzia di protezione unidirezionale, protegge le altre persone dall’esalato di chi la indossa - N95 sistema americano, tale maschera è in grado di rimuovere il 95% di tutte le particelle di diametro superiore a 0.3 micron - FFP1 sistema europeo, capacità di rimozione dell’80% - FFP2 sistema europeo, capacità di rimozione del 94% (durata 4 ore) > protezione alta - FFP3 sistema europeo, capacità di rimozione del 99% (durata 4 ore) > protezione alta *L’utilizzo per più di 4 ore provoca disagio COME NON CONTAGIARSI: MISURE DI PROTEZIONE FONDAMENTALI - MASCHERA - GUANTI - CAMICE - IGIENE DELLE MANI UMIDIFICAZIONE IN CORSO DI OSSIGENOTERAPIA L’ ossigeno è un gas freddo e secco pertanto, è necessario umidificarlo e riscaldarlo prima del suo utilizzo. Bisogna umidificarlo sempre con ossigeno > 4 l ovvero con alti flussi di O2, anche con ossigeno < 4 l. C’è rischio infettivo perché nell’acqua ci sono batteri che proliferano quindi ricordiamoci sempre: - Antisepsi delle mani - Utilizzare dispositivi sterili monouso - Garantire l’igiene del cavo orale e delle vie aeree GORGOGLIATORI ● Monopaziente ● Posizionati al paziente, non possono essere utilizzati per più di un paziente ● Non sono preriempiti di acqua quindi bisogna riempirli con acqua distillata sterile all’apertura. Mai acqua del rubinetto ● Evitare di lasciare l’acqua stagnante nel gorgogliatore non in uso si contamina e colonizza ● Durante l’uso non rabboccare mai l’acqua residua contenuta nel serbatoio ma eliminarla e rinnovarla ● Non lasciare l’acqua nei gorgogliatori non in uso ● Alla dimissione del paziente gettare l’acqua ed il gorgogliatore PROCEDURE INVASIVE - Aspirazioni secrezioni respiratorie - Intubazione orotracheale - Broncoscopia - Rianimazione cardiopolmonare - Ventilazione meccanica non invasiva
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