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Otello analisi I atto, Appunti di Letteratura Inglese

Otello di Shakespeare appunti primo atto

Tipologia: Appunti

2019/2020
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Caricato il 14/06/2020

lorylory98
lorylory98 🇮🇹

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Scarica Otello analisi I atto e più Appunti in PDF di Letteratura Inglese solo su Docsity! I scena I atto Otello I atto ambientato interamente a Venezia, unico atto all’interno del play ambientato nella Repubblica di Venezia. Si compone di 3 scene, due delle quali sono ambientate per strada e quindi all’aperto, mentre la terza si svolge nella sala del consiglio del Palazzo Ducale. Le tre scene del primo atto si svolgono in ore notturne e questo fatto è conveniente sia a livello privato (a livello dell’intrigo di Iago, tutto il lavoro che Iago sta mettendo a punto per sviluppare il suo complotto contro Otello) sia a livello pubblico (riguardo il pericolo che Venezia sta correndo, se il Doge convoca il consiglio e Otello in ore notturne vuol dire che c’è un pericolo che bisogna sconfiggere). La tensione del primo atto sale sino a quando il Doge non esprimerà il suo giudizio positivo a riguardo dell’unione tra Otello e Desdemona. Il nome di Otello è sicuramente inventato da Shakespeare e per inventarlo pare che abbia preso spunto dal personaggio di Thorello, personaggio di Every Man In His Humour di Ben Jonson, personaggio che a quanto pare lo stesso Shakespeare portò sulle scene (come attore ovviamente). Pare che il personaggio di Thorello fosse quello di marito geloso, non a caso la tragedia dell’Otello è conosciuta anche come la tragedia della gelosia. Secondo molti studiosi inoltre, il nome di Otello sembrerebbe derivare dal greco e significherebbe desiderio. Il nome di Desdemona deriva dalla novella di Giovan Battista Geraldi Cinthio e dal punto di vista etimologico significherebbe, dal greco antico, sfortunata. Il nome di Iago richiama Santiago Matamoros, il patrono della Spagna, che come dice il nome stesso aveva ucciso i Mori. Per noi è interessante notare il termine Matamoros, ‘che uccide i Mori’, poiché rimanda alla perfidia del piano di Iago contro Otello. Scena ambientata in ore notturne in una via di Venezia. La scena inizia in medias res con due persone che sono Roderigo e Iago che stanno parlando di un evento specifico, di qualcosa di specifico che a noi non è dato sapere perché non ci viene comunicato. L’unica cosa che percepiamo è un tono irritato da parte di Roderigo perché si trova a dover parlare con Iago che si rivela una persona diversa da quella che Roderigo si aspettava che fosse perchè Roderigo dice riga 1-3. Riga 1-3: Roderigo chiede a Iago di rendergli i soldi che gli aveva reso. Iago fa un po’ orecchie da mercante e non restituisce a Roderigo i soldi che aveva preso in prestito. Riga 4-5: Iago si esprime con questa violenza imprecatoria che culmina con l’utilizzo del verbo “abhor” che da l’idea dell’estremismo semantico a cui Iago fa riferimento, che utilizza nel suo modo di esprimersi. Riga 6: a questo punto Roderigo dice in sostanza “mi hai detto di odiarlo profondamente”. Qui si sta parlando di una terza persona la cui identità non viene precisata, si parla di un lui che sta particolarmente antipatico a Iago ma non sappiamo ancora il perché. Il fatto che ci sia un “him” significa sostanzialmente che la persona che intuiamo possa essere l’Otello, non viene menzionata di preciso, la sua identità non viene svelata e il fatto che ci sia un pronome personale è indice del distacco con il quale questo personaggio viene tenuto da Iago e Rodrigo. Riga 7-32: Iago coglie l’occasione per spiegare le ragioni di questo suo odio. Iago ci spiega che la prima ragione dell’odio nei confronti di Otello è una ragione di tipo sociale. Otello ha deciso di nominare suo luogotenente un tale che si chiama “Michael Cassio” e non Iago. Michele Cassio è un fiorentino, un estraneo a Venezia, uno straniero rispetto ai confini geografici di Venezia, ed è molto simile da questo punto di vista a quello che è Otello. Questo perché Otello è uomo di colore, che non ha origini veneziane e che si fa beffa dei consigli che gli vengono dati dai nobili veneziani, e invece di nominare Iago, decide di chiamare per il ruolo di luogotenente Cassio. Iago si sente discriminato, si sente messo da parte e scavalcato. Un’altra cosa importante è la distinzione tra l’uso dei pronomi “me” e “he” (egli). Questa opposizione è importante perché ci fa capire l’ottica di Iago, ci fa capire come Iago considera e vede Otello. Bisogna considerare come prima opposizione quella del servo con il padrone: nell’immaginario collettivo dell’epoca, Otello, il moro che arriva dall’estero, da un paese al di fuori dei confini di Venezia, non dovrebbe essere il padrone ma bensì il servo. Nell’immaginario collettivo Otello sarebbe lo schiavo ma in questa particolare situazione diventa il padrone che si permette di farsi beffa dei consigli di chi in quel posto ci è nato e ci vive e di scegliere di testa sua. Sostanzialmente questo uso dei pronomi nel linguaggio di Iago vogliono mostrare il ribaltamento della situazione perché colui che in teoria dovrebbe essere il servo, cioè Otello, in realtà è diventato il padrone che si permette di gestire, scegliere e decidere per la vita di coloro, come per esempio Iago, che nell’immaginario collettivo sarebbero dovuti essere i padroni e invece sono i servi. Secondo punto rilevante sull’utilizzo di questi pronomi è il discorso “eletto” e “dannato?”, essendo a Venezia ed essendo Iago nativo di Venezia dovrebbe essere lui l’eletto, mentre Otello dovrebbe essere il dannato, colui che arriva dall’estero e non conosce la cultura veneziana e che quindi la dovrebbe accettare. In realtà così non è, e Iago ci racconta che la situazione viene drasticamente ribaltata. E il ribaltamento di questa situazione è esattamente ciò che Iago non accetta, non sopporta. Quindi potremmo dire che la prima ragione che alimenta l’odio di Iago nei confronti dell’Otello è il fatto che la presenza, il comportamento e le scelte dell’Otello invertono quello che era l’ordine sociale, le convenzioni del vivere comune che c’erano a Venezia. A questo si aggiunge che Iago vede male la figura di Cassio perché lo ritiene un incompetente, lo ritiene una persona che non è all’altezza della situazione e lo ritiene come una persona che non saprà gestire il ruolo che Otello gli ha affidato. Un’ultima cosa da notare è il termine alla riga 32 “Moorship” che incarna un ossimoro. Il termine moor (=moro) è un termine che indica spregio, disprezzo nei confronti di Otello. “Ship” invece è un termine indicativo di prestigio. Il termine moorship dunque, oltre ad essere un ossimoro, indica i due modi in cui Otello è visto a Venezia: da una parte il disprezzo per quello che il moro è, uno straniero, un forestiero che arriva a Venezia e fa il padrone, e allo stesso tempo però un grande militare, un grande generale a cui la Repubblica di Venezia deve ricorrere per risolvere il problema dei turchi. Dinanzi a questa spiegazione chiara ed eloquente da parte di Iago, Roderigo suggerisce a Iago di passare al contrattacco. Lui non riuscirebbe ad accettare la situazione e sembra quasi stupito del fatto che Iago, invece ci riesca. La risposta di Iago, infatti, conferma in parte i dubbi di Roderigo: Iago continua a stare con il Moro per un suo tornaconto. II scena I atto Otello Con la seconda scena la vicenda prosegue. Prosegue anche con la trama di Iago, trama che non è ancora definita e trama che sta lentamente prendendo forma nella testa di Iago. Dinanzi alla domanda di Roderigo “ma perché continui a stare con il Moro? Io al posto tuo mi muoverei al contrattacco?”, Iago risponde che lo segue per un suo tornaconto, ovvero che sta sfruttando Otello per i suoi fini e i suoi obiettivi. Questo ci fa capire che nella mente di Iago si sta sviluppando un’idea di fare qualcosa che possa danneggiare Otello affinchè egli possa raggiungere i suoi obiettivi. Il primo di questi obiettivi è quello di mettere Brabantio a conoscenza del fatto compiuto, del fatto che Desdemona ha sposato Otello. Se Brabantio lo segue li troverà tutti insieme alla locanda veneziana Il Sagittario. La seconda scena riprende da questo punto. Iago si trova fuori dalla taverna e sta parlando con Otello. Il personaggio di Iago che troviamo in questa scena è un personaggio diverso (“io non sono quel che sono” -> natura di Iago è ambiguo, egli ha più facce. Con Roderigo ci ha fatto vedere la faccia dell’offeso, dell’arrabbiato, del furbo, mentre in questa scena si vede uno Iago opportunista). Iago in questa scena è opportunista, adula Otello e si comporta come se niente fosse. Le prime parole di Iago in questa scena fanno riferimento a una terza persona che non è più Otello, in questo caso questo ‘him’ è Roderigo. Qui Iago si fa vedere amico di Otello e nemico di Roderigo. Iago dice infatti “Ma dieci volte a Roderigo ho avuto voglia di piantare un pugnale fra le costole.” -> qui si vede un’esagerazione, un estremismo nell’utilizzo di verbi che indicano delle azioni drastiche, violente. Questo estremismo linguistico è un tratto caratteristico del personaggio di Iago e si può notare sin dalla prima battuta della I scena. Iago poi aggiunge che non è così che ci si deve comportare nei confronti di una persona che gode della stima di tuti quanti. Iago assume un comportamento diverso e si dimostra completamente dalla parte di Otello. Iago qui adula Otello e mostra una profonda stima nei suoi confronti, dice infatti “vostro onore” e dice inoltre che si è fatto violenza per non reagire agli insulti che Roderigo ha detto nei confronti di Otello. Noi sappiamo che Roderigo ha usato espressioni molto forti ma dobbiamo distinguere due tipi di atteggiamento violento nei confronti di Otello, quello più banale di una persona poco colta e quello più subdolo di Iago. Qui si vede chiaramente la falsità di Iago. È vero che Roderigo ha insultato Otello ma l’ha sicuramente fatto con uno stile diverso da quello subdolo di Iago. L’offesa da parte di Roderigo è un’offesa che fa male ma è un’offesa alla quale si può ribattere mentre quella di Iago è un’offesa che fa male perché punta a rovinare la persona. Intanto che lui racconta come abbia fatto fatica a non reagire a questi insulti nei confronti di Otello, insulti che gli hanno dato molto fastidio. Questo prova la falsità di Iago e la sua capacità di creare scenari che poggiano sulla fantasia. Arriva allora questa domanda diretta: “ma vi prego signore, siete sposato?”. È una domanda diretta che riprende la domanda con la quale Brabantio si rivolge a Roderigo nel momento in cui aveva scoperto la tresca tra Otello e la figlia Desdemona. La prima cosa che Brabantio chiede è se i due si sono sposati. Questa è la stessa domanda che Iago pone direttamente a Otello. Iago vuole sapere come stanno veramente le cose per poi servirsene per i suoi obiettivi, per il suo piano che inizia a prendere forma nella sua mente. Siamo di fronte a uno Iago che fa un discorso a Otello, personaggio che noi conosciamo dalla prima scena ma che non abbiamo mai visto. Otello compare per la prima volta in questa seconda scena e compare in un momento in cui il pubblico è carico di aspettative nei suoi confronti perché si chiede come sia, chi sia e quale sia la sua vera natura. Quando Otello si presenta, il pubblico rimane sbalordito perché vede una persona di colore. La presenza di una persona di colore nella Londra elisabettiana/ di Giacomo I è un fatto insolito che crea sorpresa e scalpore tra il pubblico. Otello colpisce per la sua reazione. Otello è un personaggio che ascolta le parole di Iago senza scomporsi. Questo atteggiamento di Otello spiazza il pubblico che era abituato a collegare la figura di persone di colore ai neri africani che venivano considerati come delle bestie, a degli schiavi. È un personaggio che ascolta le parole di Iago senza scomporsi, ostenta quindi una sicurezza di sé, la capacità di mantenere la situazione sotto controllo, ostenta anche una cultura/civiltà che può essere accettata da chi proviene dal mondo occidentale ma è inaspettata da chi proviene dal mondo originario di Otello. Il modo di presentarsi di Otello quindi spiazza il pubblico elisabettiano. Otello ascolta senza reagire e ascolta le parole di Iago che porta avanti il suo gioco. Gioco possibile solo nel momento in cui il suo interlocutore è una persona credulona perché se così non fosse il piano di Iago non troverebbe terreno fertile. Non vuol dire però che Otello sia un ingenuo e che sia uno sprovveduto ma bensì che Iago ha saputo giocare sull’aspetto più debole di Otello, il suo amore per Desdemona. Iago sa che il matrimonio di Otello con Desdemona è qualcosa che difficilmente può essere accettato dalla cultura veneziana, e di conseguenza Otello si sente inadeguato. Succede allora che Iago fa leva su questa inadeguatezza inconsapevole per portare a galla tutta questa incertezza. Otello quando parla manifesta una certa sicurezza di sé, una sicurezza che in realtà nasconde il bisogno di autoconvincersi. Questo perché Otello dal punto di vista culturale percepisce la sua differenza dal mondo veneziano, percepisce quella discriminazione da parte dei veneziani. Otello allora risponde a Iago parlando di sé. Presenta sé stesso attraverso una serie di elementi che lo riguardano e che ritiene che gli altri debbano accettare, Otello è così e gli altri lo devono accettare. Otello ha prestato numerosi servizi per la Repubblica di Venezia e quindi il Doge non può andare contro di lui, non può inimicarsi Otello. Otello dice che non arriva dai ceti più bassi della società ma bensì da una nobile stirpe, non è uno sprovveduto. Nel mondo elisabettiano ciò che importa è avere grandi titoli nobiliari, che tu ti vesta bene, ecc.. Otello dice che si è guadagnato il merito di cui sta godendo. Infine aggiunge che ama la gentile e dolce Desdemona. Per la prima volta il nome di Desdemona viene accompagnato da un aggettivo che ne da la natura gentile, cortese -> “gentle” contrasta con la descrizione del lato sessuale che era stato dato da Iago per convincere Brabantio della brutalità di ciò che stava succedendo. La conversazione tra i due viene interrotta dall’arrivo di Cassio e degli ufficiali con in mano delle torce (siamo in orari notturni). Otello non ha intenzione di nascondersi, ha sposato Desdemona e si aspetta che prima o poi ci sia una reazione. Otello non segue il consiglio di Iago di nascondersi -> “not I must be found”. Qui ostenta la sicurezza di sé. “A parlare per me è il mio ruolo, il mio titolo, la mia anima pulita”. Si scopre che le persone che lo stanno cercando sono degli ufficiali mandati dal Duca e che Cassio lo sta mandando su mandato del Doge/Duca. Cassio riporta il messaggio che Otello è convocato con urgenza dal Doge. “Quale pensi sia il problema?” chiede Otello. Cassio risponde dicendo “qualcosa che ha a che fare con Cipro, come posso intuire, un qualcosa di una certa importanza”. Se Otello viene chiamato nel cuore della notte dal Doge affinché si rechi al Palazzo Ducale evidentemente si tratta di una questione molto importante e che richiede una soluzione urgente. Cassio ci racconta poi un po’ la situazione di pericolo che si è venuta a creare. Ci dice che sono arrivate una dietro l’altra delle navi, ognuna delle quali con dei messaggeri che tempestivamente dovevano aggiornare il Doge sulla situazione di Cipro. Riportavano che la situazione era drammatica e per questo molti consiglieri erano stati svegliati nel cuore della notte per l’urgenza della situazione. Otello era quindi stato mandato a cercare da molti ufficiali perché non lo si era trovato a casa. Otello è contento di essere stato trovato perché disposto a rispondere alle richieste urgenti del Doge e qui esce di scena. Rimangono Cassio e Iago. Iago qui riporta a Cassio che Otello si era sposato con Desdemona. Entrano in scena Brabantio, Roderigo e altri ufficiali che questa volta hanno in mano delle armi e che sorprendono Otello, nel frattempo rientrato in scena, con Iago e con gli altri personaggi. “È Brabantio, generale (in rif. a Otello), io vi avverto che sicuramente arriva con cattive intenzioni” dice Iago. Ovviamente le intenzioni sono quelle che Brabantio ha nutrito in cuor suo sulla scia di ciò che gli era stato detto da Roderigo e Iago nella prima scena del primo atto. Brabantio quindi arriva minaccioso, arrabbiato e offeso. Egli accusa Otello di aver raggirato Desdemona e di aver usato magia nei suoi confronti per poterla soggiogare, per poterla sposare. Qui si vede come Brabantio sia facile all’ira e come lui e i suoi uomini sfoderino facilmente le armi, pronti quindi a far battaglia a Otello e alle conseguenze che questa loro furia potrebbe comportare. Dall’altra parte invece abbiamo un Otello che invita alla pace e cerca di evitare in tutti i modi la rissa e dimostrando con questo suo atteggiamento di essere un eroe umanistico e uno straniero acculturato (a differenza dei pregiudizi e di tutto ciò che era stato detto su di lui -> non ci si aspettava questa reazione). La reazione di Brabantio è la reazione di una persona non acculturata, la reazione di una persona convinta che con la violenza si possa risolvere tutto. => è come se le parti si fossero invertite (eletto  dannato; servo  padrone), c’è il ribaltamento della situazione culturale. Attraverso l’atteggiamento di Otello quindi Shakespeare ci fa capire come la cultura occidentale non per forza sia la migliore. Questo ce lo fa capire dimostrandoci come coloro da cui ci si aspettano reazioni bestiali in realtà reagiscono in maniera più civile degli altri. Otello evita la rissa invitando a ritirare le spade -> “ritirate le spade affinchè la rugiada non l’arrugginisca”. Brabantio esordisce nei confronti del Moro con un altro appellativo razzistico, “thief”/”ladro”. Brabantio lo definisce “lurido ladro”. Brabantio non ha mezzi termini, si rivolge al Moro insultandolo. “Lurido ladro dove hai nascosto mia figlia?” -> Brabantio continua a pensare che Desdemona sia incapace di prendere una decisione per conto suo, di staccarsi dall’autorità del padre. Brabantio continua a considerare Desdemona come una sua proprietà di cui lui ha il diritto e il dovere di prendere le decisioni. La colpa di quello che è successo viene attribuita interamente a Otello. L’immagine che ci facciamo di Desdemona è un’immagine di vittima sacrificale nei confronti di questo Moro che arriva e spadroneggia. L’immagine che Brabantio ci da di Desdemona contrasta molto con quel “gentle Desdemona” utilizzato da Otello. Brabantio non risparmia una serie di appellativi ingiuriosi contro Otello che viene accusato di stregoneria nei confronti di Desdemona. Brabantio gioca molto su Otello che essendo Moro è scuro di pelle e dall’altra parte sulla luminosità di Desdemona. Il gioco dei colori nero – bianco agevola Brabantio in questa sua raffica di insulti, accusandolo di essere il diavolo che ha stregato un’innocente fanciulla veneziana con i suoi malefici. Brabantio infatti non riesce a capire come Desdemona possa aver razionalmente scelto di stare con Otello -> “può stare con te solo perché ha paura, di modale che indica il dovere, non di certo il dovere dettato dalle circostanze esterne (che sarebbe allora indicato da have to) ma questo must indica un obbligo, un’imposizione, un qualcosa di cui non si può fare a meno. “Dobbiamo”, non viene chiesta a Otello la disponibilità a collaborare, non viene chiesta a Otello di dare una mano ma viene semplicemente detto “dobbiamo” quindi Otello non può replicare in senso negativo. “Straight”, subito, non c’è tempo da perdere. Solo in un secondo momento il Duca si rivolge a Brabantio. In un momento pressante come questo il Duca si rivolge direttamente alla persona che lo può aiutare. Brabantio arriva in un secondo momento. D’altro canto, per la Repubblica di Venezia, la priorità assoluta ce l’ha il problema pubblico, cioè la minaccia di una guerra a Cipro, e non il problema privato del matrimonio di Desdemona con Otello. Di conseguenza anche il Duca sembra rivolgersi ai suoi uomini con questa priorità: prima l’emergenza per Venezia e poi l’emergenza per Brabantio. Brabantio viene salutato con un “non ti ho visto, ti diamo il benvenuto e abbiamo sentito la mancanza del tuo consiglio in questo frangente”. Questo indica che anche Brabantio era una persona di rilievo, una persona importante la cui opinione per il Doge contava parecchio. Brabantio prende la palla al balzo perché quando il Doge dice “abbiamo sentito la mancanza del tuo consiglio”, egli risponde subito “anche io ho sentito la mancanza del vostro” a indicare che lui è presente lì non tanto per la questione di Venezia, Cipro e dei Turchi (fatto di minore importanza per Brabantio) ma bensì per quello che Desdemona sembra aver fatto. Infatti quello che fa Brabantio è spostare l’attenzione del Doge sul problema personale e privato, e nel farlo ricapitola velocemente tutto quello che gli è successo. Gli dice “sono sconvolto perché sono stato svegliato nel cuore della notte per essere messo a conoscenza di un fatto che mi ha letteralmente sconvolto la vita”. “Quindi qual è il problema? “ Brabantio parlando come un padre disperato dice “mia figlia! O mia figlia!”. Di fronte alla disperazione e al tono di Brabantio viene spontanea la domanda del senatore “morta?”. In un certo senso la figlia nel momento in cui la figlia lascia la casa del padre per andare a sposare Otello, è come se per Brabantio fosse morta, non esistesse più nelle condizioni in cui tradizionalmente era esistita fino a quel punto. Brabantio ci descrive Desdemona come una fanciulla angelicata la cui natura è il simbolo della civiltà occidentale. Quello che l’è successo implica un accecamento ideologico, è come se Desdemona fosse stata accecata, raggirata, manipolata, è come se fosse stata vittima di un sortilegio che le ha fatto rinnegare tutto quello a cui tradizionalmente e ideologicamente credeva. “She is abused” ci dice nel dettaglio Brabantio, “è stata sedotta, rapita, corrotta con incanti e filtri da ciarlatani” -> come dire che è bastato un ciarlatano,gente di poco conto, e ancora una volta si riferisce con questo termine negativo a Otello. Questo svilimento è in contrasto con “valient” che invece il Doge utilizza per riferirsi a Otello. Il Doge ovviamente promette giustizia dicendo che la questione sarà attentamente esaminata dal suo consiglio e che chiunque questa persona sia che ha privato Desdemona della sua vita e della sua identità culturale e non solo, verrà adeguatamente punito. Sta dicendo che Brabantio ha fatto bene a rimettersi nelle mani della giustizia veneziana, giustizia che sappiamo essere particolarmente giusta (giustizia che aveva superato i confini e che tutto il mondo occidentale riconosceva come la più attendibile). Shakespeare però si fa un po’ beffa di questo fatto, lo fa nell’Otello ma anche nel Mercante di Venezia. Noi qui nell’Otello abbiamo il Doge che si fa portavoce della grande giustizia di Venezia e promette a Brabantio che questa persona che lo ha privato della figlia verrà adeguatamente punito e che quindi la situazione verrà attentamente esaminata dal Consiglio. Chi è questo uomo? Brabantio lo presenta “here is the man, this Moor” -> da notare il disprezzo con il quale Brabantio si rivolge a Otello. “Questo è l’uomo, questo Moro, che ora sembra essere colui nelle cui mani si trova la soluzione del problema di Venezia”. Lo stesso Brabantio si trova in una condizione difficile, di imbarazzo, perché sta accusando di una cosa gravissima l’unica persona nella quale sono riposte la fiducia e la stima del Doge e di Venezia per la salvezza e il mantenimento della sicurezza e del mantenimento di Cipro. “Ci dispiace davvero tanto per tutto questo” e quindi il Duca si rivolge a Otello “cosa puoi dire a tua difesa a questo riguardo?”. Da la parola a Otello affinché egli possa dire qualche cosa a sua discolpa. Otello si rivolge quindi al Doge e a tutti i consiglieri li riuniti dimostrando una formazione culturale e un’impostazione inaspettate da parte del pubblico. Per il pubblico elisabettiano infatti Otello non è altro che un Moro, una persona di colore dal quale non ci si aspetta un certo atteggiamento, una certa cultura, un certo senso di civiltà. Otello molto educatamente ed elegantemente respinge le accuse di Brabantio e esordisce rivolgendosi al Doge e ai signori veneziani salutandoli, portando loro i suoi ossequi, i suoi saluti alquanto rispettosi e si dichiara subito colpevole di aver sottratto Desdemona al padre. Il fatto che Otello lo affermi in modo così chiaro e inequivocabile è un po’ come risolvere i dubbi che Iago, Cassio e Roderigo avevano sul pettegolezzo che circolava. Il pettegolezzo viene confermato da questa affermazione. “La mia offesa nei confronti di Brabantio arriva esattamente al fatto che io l’ho sposata.” Otello si scusa subito per la rozzezza del suo linguaggio e questa sua affermazione è un po’ come se servisse a Otello come una sorta di ammissione della sua inferiorità, è un po’ come se Otello fosse consapevole della sua inferiorità rispetto ai signori veneziani: si scusa per non essere alla loro altezza. Dice che lui ha un linguaggio rozzo perché non è abituato a parlare in certi ambienti, il suo è il linguaggio del mondo militare, del campo di battaglia, il linguaggio non raffinato ed elegante come quello utilizzato dai signori, dai nobili. Otello in sostanza si discolpa dall’accusa (“l’unica cosa che ho fatto è stata sposare Desdemona”) e allo stesso tempo si scusa per il suo linguaggio rozzo quasi come se si sentisse inadeguato a dover parlare di certe cose, di dover utilizzare un linguaggio che non è il suo, che non appartiene alla sua vita quotidiana, e quindi di ammettere la sua inadeguatezza dinanzi alla situazione. Brabantio ovviamente riprende la parola e non smette di accusare Otello e continua a rimanere fedele alla sua teoria, quella che Otello avesse stregato Desdemona. Desdemona ci viene presentata come una fanciulla che rientra perfettamente nei canoni elisabettiani. Brabantio infatti ci dice “una vergine pudica, di animo così quieto e tranquillo che arrossiva persino di sé stessa”. Il discorso che Desdemona si sia sposata è qualcosa che, secondo Brabantio, va al di là della natura di Desdemona, è inaccettabile e incomprensibile per una fanciulla con il temperamento di Desdemona. Una fanciulla pura, ingenua, non abituata alle cose del mondo che stride all’idea che si sia sposata con Otello. Brabantio qui usa una parola chiave “in spite of nature”, “nonostante la natura”, cioè contro la sua natura. Questa natura va intesa come la predisposizione di una persona, va intesa come soprattutto nel senso culturale del termine, la sua cultura, la sua impostazione culturale e sociale di fanciulla, di estrazione sociale molto alta nella Venezia del XVI secolo. Quello che è successo stride contro la cultura di una persona come Desdemona, e questo nature intende dire proprio questo: la sua natura, la sua abitudine, il suo modo di essere, la sua formazione culturale di giovane fanciulla benestante della Repubblica di Venezia. “Of years”, Desdemona evidentemente non aveva ancora un’età adatta ad un matrimonio. “Of country”, in questo caso si intende il luogo di provenienza. “Of credit”, della sua reputazione. Desdemona, essendo figlia di Brabantio, senatore della Repubblica di Venezia, è una fanciulla che arriva da una famiglia rispettabile. La sua reputazione è quella di una fanciulla rispettabile che si attiene alle regole della società, che la cultura e il pregiudizio dell’epoca le hanno imposto. Le regole, le predisposizioni con le quali Desdemona cresce, con le quali si forma. “È andata contro tutto questo, si è innamorata di chi avrebbe avuto paura di guardare!”. Desdemona avrebbe avuto paura di guardare Otello perché Otello rappresenta ciò che non si conosce, lo straniero, colui che arriva dal di fuori dei confini geografici e culturali e che di conseguenza è bandito perché è straniero, non si conosce. Come se non bastasse c’è anche il fatto che Otello è scuro di pelle (sostenuto più volte da Brabantio) quindi era inguardabile, faceva paura perché il colore che c’era sul suo volto era il colore del diavolo. Per Brabantio sulla base di tutto questo afferma che è impossibile che Desdemona sia consapevolmente andata contro la sua natura per scegliere di sposare una persona che rappresenta tutto quello che è vietato, tutto quello che fa paura a una fanciulla benestante della Venezia del XVI secolo. “È mancanza di senno e di giudizio…”, è inammissibile perché quello che è successo va contro ogni legge di natura. E l’unica spiegazione per tutto questo è che sia successo qualcosa di demoniaco, cioè che si sia fatto ricorso a pratiche demoniache, sortilegi, magie, comportamenti inaccettabili. Il Doge prende nuovamente parola. Il giudice incarna la giustizia salomonica perché dice “quello che voi mi state dicendo non è sufficiente a risolvere questa situazione, ho bisogno di altre prove, ho bisogno di qualcosa che mi convinca che le cose stanno così”. Allo stesso tempo vediamo come all’interno della sala del Consiglio il focus passa dalla scena pubblica (questione di Venezia) alla questione privata. Si allestisce così un processo alla situazione, a capire quello che è successo, a un processo dove c’è un Brabantio che accusa Otello. In questo processo è il Doge che giudica, il Doge che in questa breve battuta dimostra di essere al di sopra delle superstizioni di Brabantio, di essere non condizionato. Questo ci spiega come il personaggio del Doge incarni la giustizia equa. Il giudice è neutrale, non propende da nessuna parte e, come prevede la giustizia, deve dare la possibilità a chi è accusato di potersi difendere e quindi il Doge da a Otello la possibilità di discolparsi. Otello quindi viene invitato a parlare e esplicitamente Otello invita il Doge a portare alla presenza di tutti Desdemona. Otello chiede che Desdemona venga chiamata, accompagnata nella sala del consiglio affinché anch’ella possa deporre, possa dare la sua testimonianza su come siano andati i fatti e Otello possa così finalmente discolparsi. Otello da ordine a Iago e altri suoi uomini di andare a prendere Desdemona. Probabilmente inizialmente Desdemona non si accorge di Otello, non si innamora subito di Otello ma bensì dei suoi racconti. Desdemona è affascinata da quello che Otello dice, il fatto che lei si innamori di Otello è solamente una conseguenza. Desdemona si innamora di Otello perché ha vissuto tutte quelle avventure e per questo è degno di vincere l’amore di Desdemona. “Io acconsentii, e spesso le strappavo qualche lacrima narrandole le traversie subite in gioventù”, otello quindi ovviamente avendo capito di avere presa sulla mente di Desdemona, le racconta generosamente e con molti dettagli in modo tale da avere ancora più presa su di lei. “Conclusa la mia storia, trasse sulle mie pene un gran sospiro, giurando che era strano, molto strano, un racconto che destava pietà, molta pietà; avrebbe preferito non sentirlo, ma anche voluto essere lei quell’uomo.” Di nuovo qui Desdemona è combattutta tra il fatto che per lei queste cose che le sono state raccontate sono inimmaginabili ma dall’altro lato vorrebbe essere lei quell’uomo. Si evidenzia la natura intraprendente di Desdemona, la sua voglia di essere diversa da ciò che le convenzioni sociali dell’epoca le imponevano. Rimane affascinata dalle parole di Otello perché trattano fatti che per lei e la sua mente sono assurdi, inimmaginabili e irrealizzabili. “Mi ringraziò e mi disse che se avevo un amico che le voleva bene, bastava insegnargli a narrare la mia storia per conquistarla.” -> Desdemona esce allo scoperto dimostrando quindi non di essere la fanciulla ingenua che era stata descritta dal padre, Desdemona fa capire a Otello che le sue parole l’avevano conquistata e che bastava che qualcuno le raccontasse quelle cose per farla innamorare. In sostanza Desdemona ci fa capire di essersi innamorata di Otello. Desdemona però ama lo straniero, quel tratto di esotico che c’è in Otello. Si innamora di lui perché è diverso da lei e dalla sua cultura. Otello incarna tutto ciò che non è veneziano e questo basta per Desdemona per farsi innamorare di lui. Ne deriva quindi il fatto che l’unica strategia che Otello adotta per far innamorare Desdemona è la parola. La parola che è l’elemento chiave di tutto il play perché è la magia della parola che costituisce l’ossatura di tutto il play. Dobbiamo attribuire quindi alla magia della parola due diverse connotazioni: 1) Positiva: magia che Otello esercita su Desdemona. positiva perché porta all’amore e all’unione dei due. Una magia, una parola che si costruisce sull’iperbole, un’iperbole che tende a unificare attraverso le sue esagerazioni nel racconto di eroe Otello conquista Desdemona. 2) Negativa: è la parola di Iago. È la parola di cui Iago si serve per ordire il suo complotto contro Otello. È questa volta una magia che porta all’odio, alla disunione, all’allontanamento e al distaccamento tra una persona e l’altra. Iago usa la litote quindi la negazione, la reticenza, la riduzione che porta alla disintegrazione, alla disunione e all’allontanamento dei personaggi coinvolti. A questo punto Desdemona entra in scena con Iago che era stato mandato a chiamarla. Otello rivolgendosi al Doge dice “ecco è arrivata Desdemona, lei stessa può testimoniarvelo”. Il Doge allora risponde, sembra che anche lui sia rimasto incantato dalle parole di Otello. Rivolgendosi a Brabantio dice che la situazione ormai è questa e che non si può più tornare indietro. Dice che è meglio che Brabantio in qualche modo accetti questa situazione. Nel momento in cui arriva Desdemona, Brabantio risulta disponibile a parlare con Desdemona e quindi ammette che se Desdemona ammette di essere stata partecipe in tutto questo fatto, di aver avuto un ruolo attivo e di non essere stata succube della magia di Otello, egli chiederà scusa al Moro e con umiltà accetterà la condizione che il Doge vorrà dargli. Desdemona parla. Le sue parole sono inequivocabili, si conferma essere una donna consapevole del suo ruolo, consapevole della situazione e coerente con la sua scelta. Non è la fanciulla docile e spaurita descritta dal padre ma è in realtà una donna adulta, capace di fare delle scelte e di essere coerente con quelle scelte. Desdemona infatti dice “avverto un duplice compito, a voi mi legano nascita ed educazione, e nascita ed educazione mi insegnano a rispettarvi. Voi siete il mio signore (padre), e io sono vostra figlia. Ma (avversativo) qui c’è mio marito; e la stessa obbedienza che vi mostrò mia madre, anteponendovi al padre suo, io devo dichiarare di dovere al Moro mio signore”. Desdemona è consapevole di avere due diverse responsabilità, la prima nei confronti del padre in quanto padre, colui che l’ha educata, e la seconda nei confronti del marito in quanto moglie. Brabantio quindi accetta la sconfitta e chiede scusa a Otello e accetta questa situazione. Il Moro è riuscito a trovare la propria identità dalle parole di Desdemona. Desdemona non si rivolge a lui con un pronome ma bensì definendolo “marito”, parla di lui dandogli un’identità, un ruolo. È un’identità chiara che dimostra che Otello non è schiavo per Desdemona, è il suo signore. È in questo che Otello trova non solo un’identità, ma anche una rivalutazione di sé stesso. Alla fine il Doge prende parola e dice in sostanza “tutto è bene ciò che finisce bene”. Dice che una volta che i problemi trovano una soluzione non sono più problemi e che quindi bisogna essere contenti nel momento in cui la situazione si risolve. Brabantio quindi accetta, seppur non contento, questa situazione ed è lui stesso a riportare l’attenzione su Cipro e l’attacco dei turchi. A questo punto il Doge affida a Otello l’incarico di andare a Cipro e di risolvere la minaccia dell’invasione dell’isola da parte dei turchi. “The Turk with a most mighty preparation makes for Cyprus. Othello, the fortitude of the place is best known to you; and though we have there a substitute of most allowed sufficiency, yet opinion, a sovereign mistress of effects, throws a more safer voice on you: you must therefore be content to slubber the gloss of your new fortunes with this more stubborn and boisterous expedition.” Il Doge qui parla chiaramente e dice che I turchi si stanno avvicinando a Cipro con una flotta numerosa. Da a Otello questo incarico perchè conosce benissimo le fortezze di Cipro, conosce il territorio e la situazione di Cipro. Il Doge ci dice quindi che sebbene a Cipro ci siano persone di fiducia e capaci di difendere l’isola da qualsiasi minaccia, è giudizio dei consiglieri di Venezia di affidare l’incarico a Otello. Otello è la persona giusta, è il generale che potrebbe fare la differenza. A gran voce, seguendo il consiglio di tutti i nobili veneziani presenti nel consiglio a Otello viene affidato l’incarico. Incarico che Otello accetta nella battuta rifacendosi a una serie di stereotipi dell’epica classica e concludendo il suo discorso con un pensiero nei confronti della moglie. Si raccomanda che la moglie venga tenuta nel massimo splendore, che Desdemona possa continuare a ricevere tutti gli onori che la sua condizione richiedono e che tutti portino il dovuto rispetto nei suoi confronti. Si pone ora il problema di dove Desdemona debba stare. Secondo Brabantio e secondo altri Desdemona dovrebbe rimanere a Venezia, aspettando che Otello ritorni a Venezia trionfante. Non è però così, perché qui Desdemona rivela la sua forte personalità, si dimostra una donna che ha fatto una scelta e si dimostra coerente con tale scelta. Desdemona mostra il suo coraggio e decide di seguire Otello a Cipro, e niente e nessuno riuscirà a farle cambiare idea. Desdemona decide di andare a Cipro, fa questa scelta non solo perché è una donna coraggiosa ma anche perché si sente in dovere perché si è sposata con Otello e questo matrimonio va consumato, non si può aspettare, non si può indugiare, non si può tardare questo momento. Il matrimonio c’è stato, il contratto è stato stipulato e quindi il matrimonio va consumato. Desdemona manifesta la necessità di dover consumare il matrimonio con il suo sposo. L’ordine del Doge è quello di partire la notte stessa, non c’è tempo da perdere. Questo fatto ci fa capire l’urgenza e il pericolo imminente per Cipro e di conseguenza anche per Venezia. A questo punto si congedano i personaggi, il Doge e il Consiglio congeda tutti promettendo che il consiglio di guerra sarebbe continuato il giorno successivo con gli ulteriori aggiornamenti che sarebbero arrivati. Rimangono in scena i personaggi principali. Brabantio, ora che il Doge e i membri del consiglio non lo possono sentire, esprime una frase che da una parte sembra una premonizione mentre dall’altra una maledizione. “Look to her, Moor, if thou hast eyes to see: She has deceived her father, and may thee.” Brabantio dice “ Tienila d’occhio, Moro, o vedrai com’è; tradito il padre, può tradire anche te”. È si una maledizione ma è anche un’anticipazione, una premessa di ciò che succederà nell’immaginario che Iago prepara per incastrare Otello. A questo punto escono tutti di scena tranne Otello, Roderigo e Iago. E Otello qui affida Desdemona a Iago. Otello si rivolge a Iago definendolo ancora una volta “Onesto Iago”, con questo onesto che è ridondante e fastidioso per noi che sappiamo cosa succede. “Onesto Iago, ti affido la mia Desdemona; ti prego, tua moglie si occupi di lei, e appena possibile conducila da me.” Da qui deduciamo che Otello è all’oscuro della vera natura di Iago, è ignaro di quello che sta passando per la mente di Iago. Otello è un ingenuo, si fida e si affida agli altri senza porsi il problema se gli altri li conosce veramente. Dopodichè si rivolge a Desdemona dicendole che il tempo da condivere, da trascorrere insieme è poco perché l’urgenza è tale che devono assolutamente partire. Restano sulla scena Roderigo e Iago che si scambiano una serie di battute scritte in prosa. Non è casuale questo utilizzo della prosa. Shakespeare sa distinguere l’utilizzo della prosa da quello della poesia. I versi sono un genere superiore rispetto alla prosa che appartiene a un genere inferiore. Esattamente come nel teatro la tragedia è un genere più alto rispetto alla commedia perché la tragedia attraverso il pianto ci fa riflettere mentre la commedia attraverso le risate ci distoglie dalla serietà. L’utilizzo della prosa arriva di conseguenza. Shakespeare utilizza la prosa quando si abbassa il livello della conversazione, nel momento in cui inserisce dei passi che si rivolgono a un pubblico più basso, più umile e meno colto. In questo passo in prosa infatti Iago parla con Roderigo spiegandogli come stanno le cose in ambito amoroso. Roderigo ha capito che Desdemona non potrà mai essere sua mentre Iago è convinto del contrario. Iago ci dice che l’amore in sé non esiste, esiste solamente l’esperienza sessuale. Iago porta a livelli bassissimi e volgarissimi l’unione fra Otello e Desdemona. Svilisce inoltre il concetto di amore che per Iago coincide con la lussuria. Quando lui dice a Roderigo che non è il caso che si preoccupi così tanto (Roderigo dice “io mi ammazzo dato che Desdemona non può più essere mia”). Iago gli dice che l’amore non esiste, l’amore è solo lussuria, gli dice solo che deve sapere aspettare perché un domani potrà godere dell’abbraccio di Desdemona. Questo succederà perché a un certo punto lei si stancherà del Moro, adesso lei è così invaghita di Otello perché lui rappresenta la novità. Nel momento in cui la sua curiosità sarà soddisfatta e
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