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"Padre del ciel, dopo i perduti giorni" di Francesco petrarca, Appunti di Italiano

Testo con parafrasi, riassunto, struttura, analisi del testo, tematiche, analisi metrica, figure retoriche, metafore.

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 25/05/2021

maatiiiiiiiiii
maatiiiiiiiiii 🇮🇹

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Anteprima parziale del testo

Scarica "Padre del ciel, dopo i perduti giorni" di Francesco petrarca e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! “Padre del ciel, dopo i perduti giorni” di Francesco Petrarca [1] Padre del ciel, dopo i perduti giorni, dopo le notti vaneggiando spese, con quel fero desio ch’al cor s’accese, mirando gli atti per mio mal sì adorni, [1] Signore (Padre del ciel - apostrofe), dopo (dopo… dopo - anafora) i giorni sprecati (perduti), dopo le notti spese in vani sogni (vaneggiando), con [addosso] quella bruciante passione (fero desio – perifrasi per dire amore) che mi si accese nel cuore (ch’al cor s’accese), rimirando (mirando) i suoi gesti (atti – i gesti di Laura), per mia disgrazia (mio mal) così seducenti (sì adorni), [5] piacciati omai col tuo lume ch’io torni ad altra vita et a più belle imprese, sì ch’avendo le reti indarno tese, il mio duro adversario se ne scorni. [5] fa in modo che (piacciati) ormai (omai – dopo aver sciupato tanto tempo) con l’aiuto della grazia (col tuo lume – metafora) io torni a condurre un vita diversa e a compiere azioni più degne (ad altra vita et a più belle imprese - parallelismo), così che il mio crudele avversario (mio duro adversario – metafora), avendo invano teso le sue trappole (ch’avendo le reti indarno tese – metafora), sia sconfitto (se ne scorni - resti scornato). [9] Or volge, Signor mio, l’undecimo anno ch’i’ fui sommesso al dispietato giogo che sopra i più soggetti è più feroce. [9] Signore mio (apostrofe), sta per finire (or volge) l'undicesimo anno da quando fui (ch’i’ fui) sottomesso allo spietato vincolo amoroso (dispietato giogo – metafora) che è più spietato (feroce) soprattutto con chi è più devoto (sopra i più soggetti). [12] Miserere del mio non degno affanno; reduci i pensier’ vaghi a miglior luogo; ramenta lor come oggi fusti in croce. [12] Abbi compassione (Miserere) del mio indegno dolore (non degno affanno – perché causato da un motivo basso); riconduci (reduci) al Cielo (a miglior luogo – metafora per dire meta più degna) i miei pensieri che vaneggiano (vaghi – che si perdono in cose futili); ricorda (ramenta) loro come tu, in questo giorno (oggi – Venerdì Santo), fosti crocefisso (fusti in croce). Riassunto della poesia Petrarca si rivolge a Dio chiamandolo in suo aiuto. La vita gli appare come una lunga serie di giorni e di notti spesi inutilmente nell’illusione dell’amore di Laura. Tutto ciò ora, compresa Laura stessa non gli sembrano altro che un male voluto dal demonio per perdere la sua anima. Ora dopo 11 anni dal giorno in cui il poeta si è innamorato di Laura, solo Dio con la sua grazia può aiutarlo e aver misericordia delle sue sofferenze, riconducendolo a pensieri più alti e degni. Struttura Il sonetto si divide in due parti:  La prima parte è un unico ampio periodo che coincide con le due quartine che retrospettivamente riflettono sulla sua passione amorosa: o Prima quartina: Petrarca invocando Dio riflette sulla vanità del proprio innamoramento per Laura; o Seconda quartina: chiede l’aiuto di Dio per riscattarsi. La preghiera di soccorso rivolta a Dio si ricollega con l’invocazione che apre la prima quartina (Padre del ciel);  La seconda parte coincide con le due terzine rivolte al presente: o Prima terzina: il poeta fa riferimento alla durata del suo tormento (11 anni di amore non corrisposto); o Seconda terzina: Petrarca avanza un’altra richiesta di pietà divina scandita con la triplice invocazione: Miserere…reduci…ramenta… Analisi del testo della poesia L’incipit di questo sonetto riecheggia il Padre Nostro, la più semplice e umile preghiera cristiana, attraverso la quale Petrarca si pone al cospetto di Dio, confessandogli il peccato di aver sprecato i propri giorni e le proprie notti vaneggiando l’amore profano. Emerge dal sonetto il dissidio che travaglia l’animo di Petrarca, il contrasto drammatico tra:  La passione d’amore;  Gli alti ideali religiosi. Il poeta è combattuto tra la sua profonda passione amorosa terrena, per Laura, e l’intimo desiderio di liberarsi da essa per perseguire i grandi ideali predicati dalla religione, e ciò avviene in occasione dell’anniversario del giorno fatale in cui si innamorò di Laura, 11 anni prima, che coincide con quello in cui ricorre la morte di Cristo: il venerdì santo. L’amore per Laura è deprecato e rinnegato, infatti viene presentato come un sentimento negativo e dannoso, una passione che distoglie l’uomo da ideali più alti, per questo Petrarca usa sempre espressioni negative come: fero desio, mio mal, duro avversario. Tematiche Il sonetto Padre del ciel, dopo i perduti giorni è una preghiera rivolta a Dio in cui emergono fondamentalmente 3 temi:  La vanità dell’amore profano;  L’aspirazione ad un percorso esistenziale più elevato;  La sovrapposizione tra l’esperienza individuale e la storia sacra di Cristo (vedi anche: Era il giorno ch’al sol si scoloraro – sonetto 221). Analisi metrica Sonetto di 14 versi endecasillabi, ripartiti in 4 strofe con schema: rima ABBA (rima incrociata) nelle quartine, CDE (rima replicata) nelle terzine. Il testo si struttura come una preghiera a Dio, ciò è reso esplicito attraverso:  i due vocativi che simmetricamente aprono la prima quartina e la prima terzina: o Padre del ciel (v.1);
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