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La Pedagogia: Scienza dell'Educazione e Ruolo nella Società Moderna - Prof. Mancini, Prove d'esame di Pedagogia

La definizione di pedagogia come scienza dell'educazione, il suo ruolo all'interno delle scienze dell'educazione e della società moderna, e le relazioni tra pedagogia e educazione. Anche del metodo in pedagogia, le fasi della ricerca in pedagogia, il concetto di cultura e la pedagogia della cultura, e il valore della programmazione nell'azione educativa.

Tipologia: Prove d'esame

2023/2024

In vendita dal 03/05/2024

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Scarica La Pedagogia: Scienza dell'Educazione e Ruolo nella Società Moderna - Prof. Mancini e più Prove d'esame in PDF di Pedagogia solo su Docsity! Paniere domande aperte pedagogia generale e sociale ecampus Lezione(00) 01. Il secolo trascorso è stato caratterizzato fin dai primi anni da illustri Maestri dell’educazione. In questo modo se ne prenda in considerazione uno determinandone in 7 righe l’apporto offerto all’epistemologia pedagogica Dewey è stato un esponente della corrente americana del pragmatismo che ha pensato al problema educativo in tutta la sua complessità. Con Dewey la finalità dell’educazione diventa sociale a sostegno della democrazia e la sua scuola è basata sull’esperienza del fare, Dewey sostiene la fecondità dell'agire e del fare in modo diretto, nasce la scuola laboratorio che insegna attraverso l’esperienza del fare ed ha come motto “imparare facendo”. 02. A livello generale il corso è possibile distinguerlo in due macro argomenti: il primo caratterizzato da una legittimazione epistemologica della pedagogia e l’altro dalla sua operatività. Si scelga un argomento dell’uno e dell’altro aspetto e in maniera sintetica in 7 righe si rifletta sulla relazione che intercorre tra gli argomenti trattati. La pedagogia può essere considerata tra le scienze naturali di quella metafora piagetiana che la colloca all’interno del “circle de sciences”, in cui ogni disciplina è rivestita di una dignità scientifica occorre quindi codificare le informazioni derivanti da una vigilanza epistemologica, dove ogni soggetto è in grado di tradurre i dati sociali in cambiamenti significativi. Comte e Durkeim definiscono pedagogia come “la scienza dell’educazione”, in cui si incarica di meditare sull’educazione e sulla reale valenza sociale. Solitamente ogni azione educativa e formativa avviene per mezzo di una relazione gruppale, in cui al suo interno produce e promuove delle dinamiche 03. Molti sono stati gli argomenti che sono stati affrontati all’interno del corso e tutti apparentemente di uguale importanza . Di certo, però, alcuni hanno colpito di più risultati maggiormente interessanti Tralasciando una possibile gerarchia, si rifletta, in né più né meno di sette righe, su uno di questi macro argomenti, determinando le motivazioni scientifiche che hanno determinato tale scelta. Riflettendo sul discorso neuro scientifico è possibile affermare che esso tende a fare della persona un ente poliedrico, in cui il gioco degli elementi culturali, psicologici, sociali e filosofici vengono armonizzati dalla componente biologica e fisiologica del cervello. In questo caso viene accreditata la visione antropologica espressa da Erickson di un uomo avente una triplice valenza: psicologica, sociale, biologica. La struttura biologica del cervello influisce in maniera determinante nell’apprendimento, soprattutto il suo organigramma neuronale e connettivo. 04.L’Educazione è prima di tutto salvaguardia delle diversità e tutela delle potenzialità che ognuno di noi custodisce e che non aspettano altro di essere espresse. Si rifletta in 7 righe su tale principio. L’educazione permette di superare la paura del negativo, è una grande risorsa che riesce a cancellare il potenziale negativo nascosto nella nostra tradizione dell’io. La relazione educativa dimostra il significato del bisogno di conoscersi e lavorare su sé stessi e il bisogno di conoscere l’altro, deve aprirsi all’incontro- confronto, in quanto l’altro è fonte necessaria di arricchimento Scaricato da Marco Speziale (spezialemarco0@gmail.com) lOMoARcPSD|9106640 PANIERI VERIFICATI ECAMPUS SARA MICHELETTI 2024 05.L’educazione è sempre più un’urgenza sociale planetaria. Si rifletta in 7 righe sul valore che oggi assume lo sviluppo delle potenzialità che ognuno di noi custodisce e della necessità di una costante valorizzazione dell’essere umano. Il processo educativo ha il bisogno di fare conoscere la realtà, cioè permettere al soggetto di distinguere ciò che è, da ciò che non è, da ciò che è giusto ,da ciò che è sbagliato. Liberarsi dalle catene che ostacolano l’uomo verso la conoscenza del vero, basti pensare al conformismo, alle mode o al pensiero di massa che incombono nella società moderna, un processo di liberazione dove il ruolo dell’educatore è fondamentale. Un’educazione che si delinea come una nuova forma di umanità , detta appunto planetaria, capace di muoversi nel pluralismo culturale e di fare dell’educazione un processo globale che contiene valori, regole e sistemi. La pedagogia come scienza dell’educazione (1) 08. La pedagogia come disciplina a sé stante, viene costantemente esaminata a seconda delle prospettive scientifiche, associo logiche e deontologiche. Ma quando la pedagogia diventa scienza, cosa si intende esattamente? La pedagogia diventa scienza in quanto impone rigore, definisce gli ambienti di indagine, utilizza un metodo scelto tra quelli che caratterizzano la pedagogia in generale e possiede un proprio statuto epistemologico capace di guidare l’agire e definire l’essere scienza. È una scienza autonoma in quanto dotata delle tre caratteristiche necessarie per definirsi tale: campo di applicazione, oggetto di studio, statuto epistemologico. 09. Qual è l’apporto del Vescovo Comenio alla pedagogia? L’apporto di Comenio alla pedagogia è la sua opera , la Didattica Magna 10. Si definisca cosa è giusto intendere con il termine pedagogia? La pedagogia è una scienza autonoma all'interno delle Scienze dell'educazione , viene definita in modo classico :" la pedagogia è la scienza e l'arte dell'insegnamento" 11. Tutti i soggetti sono dotati di potenzialità interiori profonde che devono poi essere liberate ed espresse. Quale valore assume in questo processo la pedagogia? La pedagogia ha un ruolo importante in quanto scienza autonoma all’interno delle Scienze dell’educazione; relativamente alle finalità dell’azione educativa la persona umana è dotata di potenzialità interiori profonde che chiedono di essere liberate ed espresse, esse si orientano sul piano dell’esistenzialità e dell’essenzialità. 12. Come mai sempre più spesso si parla di “Pedagogie” piuttosto che di “Pedagogia”, a cosa è dovuta questa molteplicità? La pedagogia è stata scissa in pedagogie per riuscire a rispondere in modo pertinente alle richieste sempre più complesse della società. Le pedagogie non sono che un ulteriore specificazione settoriale, dovuta dall’approfondimento di problemi del settore. In particolare nel corso sono state distinte in pedagogia sociale, speciale, sperimentale, dellacultura e degli adulti. Scaricato da Marco Speziale (spezialemarco0@gmail.com) lOMoARcPSD|9106640 convenzionalismo di Mach e di Duhem, il neoempirismo logico, del circolo di Vienna e il metodo della falsificazione popperiana. 18.Quali tipologia di pedagogia si sono prese il considerazione? Si definiscano i caratteri e le funzioni di ognuna Sono state prese in considerazione tre tipologie di pedagogia: 1) pedagogia sociale che ha la facoltà di promuovere azioni di senso per migliorare la società stessa;2)la pedagogia sperimentale, fondata sull’osservazione e l’esperienza, è quella che contiene documenti raccolti sistematicamente e riportati con precisione ;3)la pedagogia speciale il cui contributo iniziale si deve alla Montessori e il cui campo di applicazione è la pedagogia dei diversamente abili”. 19. Quali caratteristiche deve possedere una scienza per definirsi autonoma? Deve avere un proprio campo di applicazione , un proprio oggetto di studio, un proprio statuto epistemologico. 20. Si definisca in quali termini la pedagogia è considerata una scienza autonoma La pedagogia non è la scienza dell’educazione ma una tra le scienza all’interno della metafora del cerchio piagetiano che indagano sull’uomo ; è una scienza autonoma in quanto dotata di campo di applicazione , l’educazione, un proprio oggetto di studio, la persona, un proprio statuto epistemologico ,modelli e paradigmi . 21. La pedagogia si rapporta costantemente con le altre scienze umane e dell’educazione. Si definiscano i termini di tale relazione (7 righe) La pedagogia è stata situata da Piaget tra le scienze strutturali nella metafora del cerchio delle scienze . La metafora del cerchio delle scienze dà la misura di quanto ogni scienza sia indispensabile all’altra con la quale si relaziona “fecondamente” in modo da dare e ricevere contemporaneamente , ad esempio la pedagogia si relaziona offrendo le finalità dell’educazione, la filosofia offrendo l’idea del fine, la sociologia l’importanza del contesto e la trama delle relazioni . 22.La pedagogia è ormai divenuta a pieno titolo una scienza autonoma all’interno delle scienze umane e dell’educazione. Si spieghi quali caratteristiche deve possedere una scienza per definirsi autonoma (7 righe) La pedagogia è una scienza autonoma in quanto dotata di un proprio campo di applicazione, l’educazione, un proprio oggetto di studio la persona, un proprio statuto epistemologico, modelli e paradigmi, 23. Quali possono essere le relazioni ed i confini che si determinano tra pedagogia ed educazione Possiamo definire la pedagogia “la teoria pratica dell’educazione” più precisamente “la scienza dell’educazione dei bambini” Secondo questa teoria si possono distingue nettamente: la pedagogia e l’educazione. La pedagogia risulta essere un aspetto teorico dell’educazione; l’educazione può essere considerata come azione, nel senso più generale del termine , capace Scaricato da Marco Speziale (spezialemarco0@gmail.com) lOMoARcPSD|9106640 di fare esprimere le potenzialità che ogni soggetto possiede. Secondo le teorie di De Giacinto si può osservare che nonostante la pedagogia si distingue dall’ educazione, tutte e due concorrono a formare la persona rivelandosi sia a livello teorico che metacognitivo come due facce della stessa medaglia 24. Si definiscano gli elementi, i principi e le funzioni della pedagogia sociale. Il mondo sociale e i suoi fenomeni, rappresentano il terreno d’indagine della pedagogia sociale costituendone il contenuto. La pedagogia sociale promuove azioni di senso per migliorare la società stessa, prendendo in considerazione in modo particolare: il mondo del lavoro, il problema della povertà, le tensioni psicologiche che spingono le masse alle grandi rivoluzioni, il senso dell’amicizia e della solidarietà innate nella persona libera, la strutturazione scolastica, I grandi maestri(4) 6. Quali sono e come si caratterizzano le correnti di pensiero attraverso cui è possibile suddividere i grandi Maestri della pedagogia? Le correnti di pensiero attraverso cui è possibile suddividere i grandi Maestri sono: mistica, scientifica, filosofica. I maestri della corrente mistica provengono da un’idea positiva di una educazione secondo natura, essi sono: Rousseau, Tolstoj, Makarenko. All’interno di questa corrente ritroviamo anche maestri come Maria Montessori (esponente di spicco anche della corrente scientifica), le sorelle Agazzi, Maria Boschetti Alberti. Della corrente scientifica ricordiamo Decroly , Maria Montessori .La corrente filosofica si basa su un concetto di educazione teorico e riflessivo. Appartengono a questa corrente tutti quei pedagogisti che cercano una sintesi completa del processo educativo ricordiamo Dewey che sostiene l’importanza di agire e del fare proponendo scuole laboratorio, e Cleparede e la sua scuola su misura 07. Nel corso dei secoli si sono susseguiti molti studiosi che hanno contribuito a fornire una serie di riflessioni sulla pedagogia che hanno formato diverse correnti di pensiero. Oltre a definire la corrente filosofica quali autori-maestri sono stati i più rappresentativi? La corrente filosofica si basa su un concetto di educazione teorico e riflessivo, secondo cui la pedagogia ha il compito di costruire sistemi educativi a cui rifarsi nel momento di attuazione dell’educazione, una pedagogia sistemica, vista come insieme di una pluralità di azioni ed elementi, una unità nell'educazione che si differenzia nella liberà di agire. Di questa corrente fanno parte, Dewey che sostiene l’importanza di agire e del fare proponendo scuole laboratorio, e Cleparede e la sua scuola su misura 08. Nel corso dei secoli si sono susseguiti molti studiosi che hanno contribuito a fornire una serie di riflessioni sulla pedagogia tali da formare diverse correnti di pensiero. Si definiscano tali correnti e quali maestri ne fanno parte. Le diverse correnti di pensiero date dagli studiosi che nei secoli si sono susseguite sono:mistica, scientifica, filosofica. I maestri della corrente mistica provengono da un’idea Scaricato da Marco Speziale (spezialemarco0@gmail.com) lOMoARcPSD|9106640 positiva di una educazione secondo natura, essi sono: Rousseau, Tolstoj, Makarenko , all’interno di questa corrente ritroviamo maestri come Maria Montessori (esponente di spicco anche della corrente scientifica), le sorelle Agazzi, Maria Boschetti Alberti. Della corrente scientifica ricordiamo Maria Montessori, e Decroly che definisce l’educazione come bisogno e processo mentale di soddisfazione e maturazione..La corrente filosofica si basa su un concetto di educazione teorico e riflessivo. Appartengono a questa corrente tutti quei pedagogisti che cercano una sintesi completa del processo educativo ricordiamo Dewey che sostiene l’importanza di agire e del fare proponendo scuole laboratorio, e Cleparede e la sua scuola su misura 09. Si definisca come è possibile tassonomizzare i grandi maestri Attraverso le correnti di pensiero che possono essere distinte in : mistica, scientifica , filosofica. Attivismo e Positivismo (5) 10. Quali sono le critiche che è possibile muovere al positivismo Sono tante le critiche fatte al positivismo .Un modello di riscontro oggettivo della critica empirica del positivismo è stato elaborato da E. Mach, il quale sostiene che la conoscenza sia un’esperienza pura nella quale si effettuano, delle sintesi scientifiche, per una economia di pensiero .Solo "queste sintesi" possono essere sottoposte a controllo di verifica sperimentale rappresentando la massima espressione di conoscenza stessa.Mach vuole dimostrare l’infondatezza del positivismo nell’accreditare quelle discipline radicate nel pensiero oggettivo di dati ricavabili solo dall’esperienza. 11.Quali sono i principi, i caratteri e gli elementi che fanno del positivismo una corrente profondamente influenzante la scienza pedagogica? Il positivismo si basa sull'esigenza di attenersi ai fatti e sull'esaltazione della scienza, l'unico sapere in grado di comprenderli, misurarli e controllarli. La scienza è ritenuta l'unico metodo di conoscenza valido. Le conoscenze che ricorrono a spiegazioni non controllabili dalla scienza, come la metafisica, sono considerate prive di valore e sottoposte a critica. La scienza impiega un metodo descrittivo, che pone al centro la descrizione dei fatti e l'individuazione delle leggi che spiegano le relazioni costanti tra i fatti stessi. Il metodo della scienza deve essere esteso a tutti gli ambiti del sapere. 12.Cosa è il positivismo e quale contributo offre alla pedagogia? Il positivismo è una corrente culturale, nasce come risposta all’idealismo ed ha come presupposto fondamentale la fiducia nelle scienze naturali capaci di esprimere una conoscenza fattuale. Il termine positivismo deriva dal latino e tradotto significa ciò che è posto ciò che è concreto e reale. Il positivismo fonda la pedagogia su una solida base scientifica collegandola con le altre scienze umane con l'obiettivo di un miglioramento sociale 13. Quali sono le caratteristiche del positivismo? E come si Scaricato da Marco Speziale (spezialemarco0@gmail.com) lOMoARcPSD|9106640 14. Su quali principi si basa il metodo educativo delle sorelle Agazzi? Si basa principi dell’ordine e del rigore, attraverso questi due principi è possibile esercitare la propria libertà senza traumi e obblighi giocando con le " cianfrusaglie" che si trovano all’interno della classe appositamente selezionate dall’ insegnante. Nel metodo delle sorelle Agazzi è importante il colloquio, la relazione educativa che le maestre istituiscono con i bambini, e l’igiene personale.Attraverso il gioco, l’ascolto, il fare e l’osservazione si educa, si forma in maniera non diretta 15. Qual’è il contributo della letteratura pedagogica della Maria Boschetti Alberti Il Diario di Muzzano (6/8 anni) La “scuola serena di Agno” (11/14 anni) -Il dono di sé nell’educazione Proponeva una scuola serena fondata sulla semplicità e l’amore .Il focus educativo era la cura dello spirito ,l’esaltazione dell’ideale di libertà e la flessibilità didattica. 16.Qual'è il contributo alla letteratura delle sorelle Agazzi? Abbicì del canto educativo (1908) La lingua parlata (1910) Guida delle educatrici dell’infanzia (1929) Bimbi cantate (1936 L'eredità dei Maestri(7) 14. Qual è il contributo del Freinet alla pedagogia? Freinet è uno dei maggiori esponenti della scuola attiva, pensa ad una scuola nuova , questo lo porta ad osservare e proporre tecniche e strumenti didattici e pedagogici sempre nuovi e funzionali alla causa educativa.Tante sono le tecniche che il pedagogista propone,nella sua classe offre la prova di una scuola aperta alla vita, un' educazione capace di suscitare interessi attraverso esperienze formative attive come gite,lavori di gruppo ecc. 15. Quali principi universali dell’educazione si estrapolano dal pensiero del Decroly? Dal pensiero di Decroly si evincono due principi : il globalismo conoscitivo,(che esprime la necessità nel bambino di una visione globale delle cose, non analitica che è data dall'osservazione , dall'esperienza e dall'espressione) e i centri di interesse l’apprendimento nasce dagli interessi e quest'ultimi scaturiscono dai bisogni come nutrirsi, difendersi, agire ecc. 16. Si definisca il pensiero del Decroly partendo dalla sua proposta di metodo Decroly appartiene alla corrente scientifica è uno dei maggiori esponenti del positivismo europeo. La sua riflessione pedagogica si basa sul concetto di una maturazione della natura psicologica del fanciullo, da definire quindi sulla base di osservazioni oggettive nel quotidiano.Decroly propone un pensiero pedagogico capace di «creare un legame tra tutte le materie facendole convergere ad uno stesso centro. Tutto si incentra sulle capacità e sui bisogni del fanciullo. 17. Si definisca il rapporto che lega la Montessori alla pedagogia speciale Il rapporto che lega Maria Montessori alla pedagogia speciale è la realizzazione nel 1906 della Casa dei bambini, in cui presta attenzione ai bambini "anormali". La casa era organizzata in maniera scientifica a misura di bambino e intorno ad esso ruotava quale possessore di una mente capace di apprendere e assorbire esperienze. Il rispetto del soggetto, anche portatore di deficit, sta alla base del suo metodo tanto da abolire ed eliminare il confine tra normale e anormale. Il metodo si focalizza sul bambino promuovendone i sensi, quali “porta dell’anima”, in questo modo l’educazione sensoriale è fondamentale non solo per la corretta educazione, Scaricato da Marco Speziale (spezialemarco0@gmail.com) lOMoARcPSD|9106640 ma per un proficuo apprendimento. Gli esercizi sensoriali diventano la base didattica per l' apprendimento il cui punto determinante è dato dall’autoeducazione. 18. Quale caratteristica possiede il bambino per la Montessori? Il bambino per la Montessori sia “normale” che “anormale” è possessore di una mente capace di apprendere e assorbire esperienze. Tutto ruota attorno al bambino, il quale rappresenta, nella sua componente psichica la migliore potenzialità per il miglioramento dell’intera umanità 19. Su quali assunti educativi si basava il metodo Montessori Il metodo di Maria Montessori si concentra sul bambino promuovendo i sensi come porta dell’anima. l’educazione sensoriale diventa fondamentale sia per l'apprendimento che per una corretta educazione. Maria Montessori sottolinea l’esigenza di studiare ed educare il bambino come attore attivo del proprio sviluppo.Nel metodo della Montessori il compito dell’educatore è quello di mediatore tra l’educando e l’ambiente che lo circonda, fondamentale in questo metodo è il concetto dell’autoeducazione. 20. Si determini in né più né meno di 7 righe, il valore che Maria Montessori ha avuto per la pedagogia e l’educazione in genere Maria Montessori nel 1906 ha aperto la Casa dei bambini, in cui applica il suo metodo educativo. Il metodo di Maria Montessori si concentra sul bambino promovendo i sensi come porta dell’anima. l’educazione sensoriale diventa fondamentalesia per l'apprendimento che per una corretta educazione.Maria Montessori sottolinea l’esigenza di studiare ed educare il bambino come attore attivo del proprio sviluppo.Nel metodo della Montessori il compito dell’educatore è quello di mediatore tra l’educando e l’ambiente che lo circonda, fondamentale in questo metodo è il concetto dell’autoeducazione. I grandi maestri(8) 13. Su quali principi educativi si erige il pensiero del Dewey? Dewey fu uno dei maggiori esponenti della Scuola progressiva, egli affermava che l'uomo “è un essere attivo che interviene nel corso dei fenomeni” e cerca di modificarli a suo vantaggio. Con Dewey la finalità dell’educazione diventa sociale a sostegno della democrazia che sarà il principio di una scuola basata sull’esperienza e sul fare. Una scuola laboratorio che insegna il giardinaggio, la cucina, la scelta che ha come motto “imparare facendo” 14. Per John Dewey il fine dell’agire educativo è riassumibile nella semantica: assegnare il posto giusto per ogni persona. Si definisca il contributo del Dewey alla pedagogia partendo proprio dalla frase espressa Dewey riassume la sua teoria nella frase “assegnare il posto giusto per ogni persona” , cioè bisogna partire da un’educazione che riguardi gli interessi del soggetto svolgendo attività comuni e quotidiane, che creino una persona in grado di agire nella vita sociale. Perciò il fare deve essere orientato allo sviluppo soggettivo, e il lavoro attivo permette un aiuto costante ad uno spirito di liberazione delle proprie conoscenze. 15. Si riassuma il credo educativo del Dewey Con Dewey la finalità dell’educazione diventa sociale a sostegno della democrazia che sarà il principio di una scuola basata sull’esperienza e sul fare. Una scuola laboratorio che insegna il giardinaggio, la cucina, la scelta che ha come motto “imparare facendo".Democrazia ed Scaricato da Marco Speziale (spezialemarco0@gmail.com) lOMoARcPSD|9106640 educazione sono in stretta reciprocità perché la scuola è strumento essenziale per permettere al fanciullo di apprendere conoscenze funzionali al suo agire 16. All’interno del corso si sono analizzati diversi grandi Maestri della pedagogia, in particolare riferita al ‘900. Si analizzi, in né più né meno di 7 righe, un Maestro che ha determinato il progredire pedagogico. Bruner fu uno dei maggiori esponenti del comportamentismo ma propone una sintesi del tutto personale dell’educazione. Una delle sue grandi idee su cui si fonda la scuola italiana è quello dell’organizzazione dei contenuti, secondo una “spirale a progressione ottimale".La flessibilità dei contenuti è data da quelle che vengono definite le fasi di sviluppo dell’apprendimento, le quali seguono momenti rappresentativi attivi. La sua teoria dell'istruzione ha origine dall’ idea di struttura che “conferisce all’argomento semplicità”, rendendolo percepibile al soggetto in apprendimento. Le strutture concettuali infatti sostengono l’apprendimento, consolidano il perché e la funzione di una data conoscenza e approfondiscono il concetto stesso. L’educazione per Bruner diviene una continua azione di apprendimento delle strutture che possono essere conservate e riutilizzate 17. Si determinino le fasi dell’evoluzione del bambino per il Piaget.2 02 8 Le fasi dell’evoluzione per Piaget sono: 1)senso motoria in cuiil bambino fa le prime esperienze 2)senso-percettiva in cominciano le prime operazioni intuitive che imitano l’adulto, 3) operazioni concrete in cui il bambino di 7/8 anni ha la necessità di sperimentare attraverso i sensi e arrivare alla concettualizzazione di un oggetto, 4) operazioni formale in cui nel bambino a 11/12 anni avviene lo sviluppo dei processi mentali formali e astratti , il bambino è in grado di implementare processi mentali che variano dal particolare – concreto al generale- astratto. 18. Come deve essere organizzato l’apprendimento per Bruner? 2 0 2 8Per Bruner l’apprendimento deve essere organizzato secondo una “spirale a progressione ottimale”. I contenuti sono organizzati in modo tale che ogni soggetto possa apprendere con facilità ciò che è essenziale alla crescita intellettuale. La struttura di una disciplina, quindi, è data dai suoi concetti chiave e dai suoi principi organizzatori che “permettono di inquadrare i veri dati dell’esperienza e le varie conoscenze in un quadro organico. 19. Su quale settore dell’educazione risiede il contenuto offerto dal Mencarelli? Si argomenti la risposta. 2 0 2 8 Il contributo offerto da Mencarelli è il concetto di Educazione permanente in Italia. L’educazione permanente deve essere : totale, per il rispetto dovuto ad ogni e integrale e critica, deve “promuovere nei ragazzi la capacità di essere liberi nella responsabilità, di maturare un pensiero organizzato e aperto, di attivare un’intelligenza critica e costruttiva ,di esprimersi creativamente, di vivere la realtà comunitaria, partecipando responsabilmente. 20. Lo statuto epistemologico appartenente alla pedagogia generale è ricco di grandi Maestri dell’educazione, ognuno dei quali con determinate teorie e pratiche. In questi termini si richiede di analizzare in né più né meno di sette righe, le varie correnti di pensiero, attraverso cui è possibile compiere una classificazione Scaricato da Marco Speziale (spezialemarco0@gmail.com) lOMoARcPSD|9106640 10. Quali metodi sono principalmente usati in pedagogia? I principali metodi usati in pedagogia sono i seguenti: 1)comparativo;2)deduttivo; 3)discorsivo;4)fenomenologico;5)intuitivo;6)induttivo;7) sperimentale. 11. Quali caratteristiche assume il metodo nelle scienze umane e dell’educazione? Nelle scienze umane il metodo assume un ruolo essenziale sull’investigare la natura dell’uomo attraverso tecniche e strumenti capaci di fornire informazioni,serve per ordinare, classificare ,orientare, per giungere ad una nuova conoscenza o incrementare quella esistente. I metodi rispondono alla domanda del”come “arrivare ad un traguardo. Si distingue il metodo sistematico e il metodo inventivo. 12. In quali termini si deve fare un vero e proprio discorso sul metodo in pedagogia? Il discorso va fatto sul paradigma filosofico nella rivendicazione di modelli derivanti dalle idee che si hanno di uomo , di educazione, di persona e dal suo ragionare in modo critico. Ogni metodo applicato offre alla pedagogia una differenziazione sia epistemologica che di azione, non si parla infatti solo di pedagogia generale, ma di pedagogia sperimentale, pedagogia speciale, pedagogia comparativa, a seconda delle impostazioni di metodo che essa contiene. 13. Come è possibile definire la ricerca? Con il termine ricerca si definisce generalmente la riflessione sui fatti educativi condotta con appropriati metodi scientifici. Possiamo definire la ricerca come lo studio sistematico con il quale ci si propone di implementare il proprio sapere, è una indagine condotta con criteri di sistematicità per scoprire o approfondire fatti, può essere di base , pura, applicata, finalizzata. 14. Su quali principi si fonda la ricerca in pedagogia? La ricerca in campo educativo obbedisce alle stesse leggi di qualsiasi ambito dell’umano agire e per questo deve attenersi a determinati canoni di scientificità. La ricerca scientifica per dirsi tale deve seguire uno schema metodologico generale che può essere ricondotto a 4 tappe fondamentali: 1) la formulazione del problema ,2) l’individuazione di una o più ipotesi risolutive, 3) la verifica delle ipotesi, 4) la conclusione 15. Pensando alla definizione di “ricerca pedagogica” si intende lo studio sistematico con il quale ci si propone di aumentare le proprie cognizioni in una determinata disciplina. Quali sono gli aspetti principali ai quali la pedagogia deve ricorrere nel campo della sua ricerca? La ricerca teorica (pura), e la ricerca pratica (applicata) devono costantemente relazionarsi per calibrare il processo educativo e divenire il più funzionali possibile . 16. La pedagogia è un elemento di mediazione tra ciò che è già esistente (la persona nel suo stato di quiete) e ciò che essa potenzialmente può diventare attraverso un processo di ricerca ed educativo di tras-forma-zione. Cosa vuol dire questo processo? Scaricato da Marco Speziale (spezialemarco0@gmail.com) lOMoARcPSD|9106640 Tras Modifica del soggetto Forma. Assumere la propria forma Azione. Momento pratico dell’agire Per operare questa mediazione bisogna: richiamare i paradigmi del discorso scientifico -tentare di fissare il parallelo mente e metodo -recuperare la “mano sinistra” del cuore unita a quella destra della ragione Quindi mettere gli esseri umani in condizione di superare le loro predisposizioni innate Il metodo e la ricerca (13) 09. Il termine metodo è argomento spinoso in tutte le scienze. In particolare il metodo assume caratteristiche e i principi del tutto particolari quando tenta di investigare sull’essere umano. In questi termini si definisca il concetto di metodo, di quali metodi sono presenti all’interno del panorama pedagogico e di quali elementi si connotano (7 righe). Con il concetto di metodo si intende la via da percorrere per giungere ad un determinato obiettivo, può essere sistematico ,indica le norme con le quali il sapere viene ordinato, o inventivo, indica i procedimenti grazie ai quali dalle cognizioni note si passa a quelle ignorate(avanzamento del sapere). “I metodi della ricerca pedagogica sono : il metodo induttivo, il metodo sperimentale, il metodo deduttivo, il metodo intuitivo, il metodo comparativo, il metodo fenomenologico e il metodo discorsivo.I metodi principalmente usati sono due discorsivo e sperimentale. 10. Molti autori hanno riflettuto circa il concetto e la prassi della ricerca. All’interno dello scenario pedagogia ed in generale educativo ,Mialaret definisce le caratteristiche e le fasi della ricerca . Si relazioni in 7 righe su tale argomento In pedagogia teoria e pratica per molto tempo si sono sviluppate separatamente senza arricchirsi reciprocamente, ma la ricerca teorica, definita come “pura”, e la ricerca “applicata” devono costantemente relazionarsi per calcolare il processo educativo e divenire il più funzionali possibile. Una relazione che è in continuo divenire e che si modifica al modificarsi delle mutazioni sociali. Mialaret identifica otto macro fasi della ricerca: 1) identificazione del problema,2)rassegna sull’argomento,3) esplicitare le ipotesi della ricerca, 4) Dall’analisi delle variabili alla valutazione,5)costruire un piano sperimentale,6) l’applicazione di un piano sperimentale, 7) interpretazione dei dati particolari e generali,8) pubblicazione. 11. Ricerca e metodo sono due termini che caratterizzano il progredire pedagogico ed in generale di tutte le scienze. Si determini quale relazione instaurano tra di loro, di quali principi si fanno carico e di quale apporto offrono alle scienze umane e dell’educazione (7 righe) Per determinare la relazione tra ricerca e metodo dobbiamo prendere in considerazione Acone che riassume il problema del metodo e della ricerca, determinandone la derivazione epistemologica, nell’idea che guida l’una o l’altra tipologia di ricerca e di conseguenza la scelta del metodo. Nella ricerca teorica si sente l’assoluta necessità di impostare un discorso fondato sul modello filosofico, in linea con idee che si hanno di uomo, di persona, di educazione . Nella ricerca pratica si fa riferimento al modello scientifico in cui è l’oggetto di studio il punto di riferimento.Si determina allora la sostituzione del pensiero filosofico in scienze esatte che investigano la natura dell’uomo attraverso metodi capaci di fornire informazioni anche se di natura sperimentale. Scaricato da Marco Speziale (spezialemarco0@gmail.com) lOMoARcPSD|9106640 12. Si definiscano le fasi della ricerca per Mialaret Mialaret identifica otto macro fasi della ricerca: 1) identificazione del problema,2)rassegna sull’argomento,3) esplicitare le ipotesi della ricerca, 4) Dall’analisi delle variabili alla valutazione,5)costruire un piano sperimentale,6) l’applicazione di un piano sperimentale, 7) interpretazione dei dati particolari e generali,8) pubblicazione. 13. Mialaret identifica otto macro fasi della ricerca, si definiscano le prime 4 Le prime quattro sono:la 1) identificazione del problema specifico che si vuole studiare sperimentalmente; 2) è la rassegna sull’argomento, quali sono i risultati già ottenuti Quali sono le fonti di informazione;3) esplicitare le ipotesi di ricerca, definire le variabili indipendenti, la modalità dell’azione sperimentale;4)dall’analisi delle variabili alla loro valutazione, si debbono definire (trovare o costruire) gli strumenti di valutazione. 14. Mialaret identidica otto macro fasi della ricerca, si definiscano le ultime 4 Le ultine quattro sono:5)costruire un piano sperimentale che consenta di confermare o respingere le ipotesi in modo da fare progredire il sapere scientifico; 6)applicazione di un piano sperimentale, scegliere i soggetti sui quali verterà l’azione educativa sperimentale e raggruppamento ed analisi dei risultati; 7) interpretazioni dei dati sia particolari che generali - l’insieme delle osservazioni e dei risultati quantitativi e qualitativi fatte nel corso della sperimentazione;8)pubblicazione - risultati e sviluppi della ricerca 15. Quali sono le fasi della ricerca in pedagogia? Le fasi di una ricerca in pedagogia sono: identificazione del problema, analisi della situazione, costruzione di un piano sperimentale,applicazione , interpretazione -valutazione. Gli elementi e le variabili del metodo(14) 6. Quali sono i fattori influenzanti la situazione educativa? Secondo Mailaret i fattori influenzanti la situazione educativa sono 6 : 1) il tipo di società; 2) il sistema educativo; 3) programmi generali e particolari; 4) metodi e tecniche;5) architettura scolastica)6) reclutamento e formazione degli educatori. 7 . La situazione educativa rappresenta un argomento di fondamentale importanza per la pedagogia. Si ponga in evidenza cosa è giusto intendere con tale semantica e di quale siano i fattori che la influenzano (7 righe La situazione educativa può essere definita come fattore del processo educativo stesso la quale deve tenere conto di ciò che il soggetto dovrà essere sia nel presente che nel futuro. I fattori che la influenzano sono 6 : il tipo di società; 2) il sistema educativo;3) programmi generali e particolari;4) metodi e tecniche;5) architettura scolastica; 6) reclutamento e formazione degli educatori. 08. Quali caratteristiche possiedono il metodo sperimentale e quello discorsivo? Il metodo discorsivo è di impronta cattolica, è il confluire di informazioni sulla natura della persona di ordine biologico, psicologico, fenomenologico, sociologico, filosofico, ciber- Scaricato da Marco Speziale (spezialemarco0@gmail.com) lOMoARcPSD|9106640 04. Come può essere definito il gioco nell’attività e nell’educazione umana? Il gioco può essere definito come un’attività naturale e spensierata,è un’azione incondizionata non legata ad un determinato fine anche se segue delle regole . 05. Quale valore assume il gioco nello sviluppo umano? Assume un ruolo fondamentale poiché valorizza le potenzialità umane, assumendo importanti funzioni psicologiche e pedagogiche, a tal punto da essere utilizzato come metodo di insegnamento e prevenzione infatti stimola interesse e curiosità e offre elementi di apprendimento soprattutto emozionali. 06. Quali tipologie di gioco evidenzia Piaget? Piaget distingue tre tipi di gioco: quello senso motorio dei primi anni di vita, quello simbolico tipico dell’infanzia, e quello specifico dell’età scolare. 07. L’educazione del bambino possiede caratteristiche proprie. In particolare il gioco assume valore formativo senza pari, tale da dover essere analizzato e scandito in ogni sua più intima peculiarità. Si esamini, in né più né meno di 7 righe, tali assunti Il gioco deriva dal latino iocus, ossia attività gratificante ed esercizio organizzato praticato nella fase giovanile. Considerato che il gioco dei piccoli somigli alle attività degli adulti ma riprodotte in maniera imperfetta ed incompleta si avvalora la tesi secondo la quale il gioco prepara alla vita.Per Baumann il movimento ed il gioco riproducono un sistema antropologico che assicura uno sviluppo adeguato ed armonico della personalità del bambino, aiutandolo ad avere tra l’altro più fiducia in se stesso e autostima che gli permetterà di affrontare la vita. Possiamo concludere affermando che si gioca per imparare e si impara per giocare meglio da adulti. TEORIA E PRASSI 03. teoria e prassi sembrano occuparsi di settori del sapere differente in quanto mai distanti. Si analizzino il valore che assumono all’interno di una prospettiva pedagogica ed educativa (7 righe) I due principi verso cui si orienta la pedagogia sono quello teorico o speculativo le cui caratteristiche sono pensiero e riflessione , e quello pratico implicato nell’attuazione del modello teorico di riferimento Aspetto teorico e pratico sono tra loro complementari, sono in continua comunicazione e se uno dei due dovesse prevaricare sull’altro è solo per affermare il principio di ricerca, la genesi , lo start. (L’intervento pedagogico quindi dovrà essere inteso sia dal punto di vista teorico sia pratico in modo da tirare fuori dall’uomo, sia i difetti per liberarsene, sia le potenzialità positive che gli consentono di migliorarsi). 04. Quale tassonomia della pedagogia presenta il King? Il King divide la pedagogia in: pedagogia pura (quella teorica); pedagogia applicata (l’aspetto pratico); pedagogia sociale intesa come riflessione degli atteggiamenti umani 05. Come suddivide la pedagogia il King? Scaricato da Marco Speziale (spezialemarco0@gmail.com) lOMoARcPSD|9106640 Il King divide la pedagogia in: pedagogia pura (quella teorica); pedagogia applicata (l’aspetto pratico); pedagogia sociale intesa come riflessione degli atteggiamenti umani. 06. Il King rappresenta per molti pedagogisti un punto di riferimento teorico di indiscutibile valore epistemologico. Si analizzi il contributo offerto alla pedagogia ed in generale a tutte le scienze umane e dell’educazione da parte di questo scienziato. KING propone una riflessione sul metodo della pedagogia comparata sottolineando come debba necessariamente andare oltre una frammentaria osservazione e una semplice descrizione dei sistemi educativi. Affinchè le idee che emergono dall’analisi dei sistemi educativi non siano solo un inutile pensiero pedagogico devono essere considerate in relazione al contesto locale e il ricercatore deve avere la possibilità di elevarsi al di sopra del contesto stesso per inquadrare il problema in una visione più ampia.King sottolinea l’importanza della relazione con le persone. 07. secondo quali elementi e principi il Bruner sintetizza il rapporto tra teoria e prassi con questi termini: teorie ingenue e pratiche popolari. Si analizza tale problematicità in 7 righe Teoria e prassi sono due termini che spesso vengono sovrapposti delineandone la loro interdipendenza ma è anche vero che loro unità è divisa nella quotidianità dell’insegnare e dello sperimentare infatti spesso si hanno insegnanti preparati da un punto di vista teorico, ma incapaci di trasformare le idee in azioni formative e viceversa ed è per questo che Bruner sottolinea la necessità di teoria ingenue e pratiche popolari capaci di fornire ad ogni educatore “una cassetta degli attrezzi” piena di buone pratiche e di teorie (anche se elementari) Tra didattica e pedagogia 04. la didattica e la pedagogia si relazionano per studiare in profondità le situazioni che possono influenzare le condizioni di insegnamento-apprendimento. In questo contesto come può essere definito lo spazio pedagogico? Lo spazio pedagogico può essere definito come lo spazio dove il maestro e il discente interagiscono in un'ottica di apprendimento di capacità e competenze attraverso l’acquisizione di nuove conoscenze 05. Su quali campi di indagine si fonda il modello didattico delle tre I? Il modello didattico delle tre I si fonda attraverso i seguenti campi di indagine:informatica, inglese, impresa. 06. Quali sono gli elementi che definiscono il modello didattico delle tre I? Gli elementi che definiscono il modello didattico delle tre I sono: Ingese, informatica , impresa. Essi rappresentano la possibilità di ogni persona di essere " cittadino del proprio tempo" infatti attraverso l'utilizzo di internet potrà comunicare in modo veloce e sicuro, conoscendo la lingua inglese saprà dialogare e potrà fare ricerca in un linguaggio Scaricato da Marco Speziale (spezialemarco0@gmail.com) lOMoARcPSD|9106640 universalmente comprensibile, e grazie al concetto di impresa costruirà il suo operato attraverso un modello economico- funzionale. 07- Quali modelli didattici si sono presi in considerazione? Su quali assunti si basano? Quali limiti presentano? I modelli didattici presi in considerazione sono: 1)il modello della comunicazione la cui teoria" è insegnare è comunicare" e il cui limite è che insegnare non è solo trasmissione di notizie ; 2) il modello dell'apprendimento la cui teoria è “educare è far apprendere e il cui limite è che l'apprendimento non è solo apprendere ma anche insegnare;3) il modello tecnologico la cui teoria è che efficienza didattica è uguale a migliore comunicazione e il cui limite è non sostituire l'uomo;4)il modello dell'istruzione la cui teoria è la progressione ottimale e il cui limite è anche educare. Gli scopi educativi 06. Quali sono gli storici saperi basilari dell’istruzione?Come si sono modificati nel corso del tempo? Gli storici saperi basilari dell'istruzione sono: saper leggere, saper scrivere e saper fare di conto.I saperi a cui si è esposti modificano e strutturano le operazioni logico-mentali adeguandoli all’apprendimento in modo tale da acquisire abilità metacognitive applicabili in un contesto diverso da quello nel quale si sono apprese. 07.Secondo quale tassonomia è giusto definire gli obiettivi dell’apprendimento? Secondo la tassonomia proposta da Bloom che prevede sei livelli:1)la conoscenza che è il livello formato dal puro sapere nozionistico mnemonico;2)la comprensione rientrano in questo livello obiettivi che possono fare proprio un concetto ma non ancora applicabile ad altre situazioni,che Bloom distingue in due gradi: traduzione e interpretazione ; 3)l'applicazione consiste, quindi nell’applicazione di regole metodi e teorie ad un caso specifico; 4) l'analisi livello in cui si determina una capacità di cogliere elementi impliciti, ma non direttamente comprensibili;5)la sintesi che consiste nella raccolta dei risultati derivanti dall’analisi e nella creazione di nuovi unici e irripetibili perchè derivanti da un atto creatore; 6)la valutazione che è una capacità più complessa delle altre che consiste nell'apprezzare e valutare qualitativamente e quantitativamente fatti o oggetti in base ad un metodo di valutazione precedentemente generato. 08. L'apprendimento è una parola chiave all’interno del panorama educativo e pedagogico. Quali caratteristiche, di quali elementi è corredato, e quale è la scala degli apprendimenti? Si esamini tale concetto (7 righe) L’Apprendimento è un atto di curiosità, motivazione, impegno e aspetti critici, elementi che devono essere incentivati in ogni azione di maturazione allo scopo di sostenere ogni atto di sviluppo. Avviene grazie alle operazioni cognitive.Bloom tassonomizza 6 obiettivi di questo percorso che investe tutte le sfere dell’agire umano: la conoscenza, la comprensione, l’applicazione, l’analisi, la sintesi e la valutazione. 09. Da quali fasi è composto il modello dell’apprendimento per Bloom ? Il modello dell'apprendimento di Bloom è composto da sei fasi:1)la conoscenza che è il livello formato dal puro sapere nozionistico mnemonico;2)la comprensione rientrano in questo livello obiettivi che possono fare proprio un concetto ma non ancora applicabile ad altre situazioni,che Bloom distingue in due gradi: traduzione e interpretazione ;3)l'applicazione consiste, quindi nell’applicazione di regole metodi e teorie ad un caso specifico; 4) l'analisi Scaricato da Marco Speziale (spezialemarco0@gmail.com) lOMoARcPSD|9106640 08. si analizzino, come si ascolta, come si scrive e come si legge (7 righe Ascoltare, scrivere e leggere devono essere affrontati in modo attivo e propositivo Quando si legge occorre cercare il concetto essenziale, cogliere i particolari importanti, e valutare ciò che si legge. Quando si ascolta è necessario analizzare, scegliere, ricordare, criticare in modo corretto. Scrivere invece comporta un'organizzazione del pensiero, la conoscenza approfondita di un settore specifico del sapere e fornisce un’utile e pratica competenza.. Come si ascolta ( 26) 03. Lo studio risulta di fondamentale importanza in qualsiasi processo educativo e di apprendimento insegnamento. In questi termini si analizzi le fasi, gli elementi e le variabili che sono state analizzate nei confronti della metodologia di studio Gli elementi dello studio sono leggere, scrivere ed ascoltare. Ciascuno di questi elementi ha le proprie fasi. Le fasi della lettura sono: 1)essere in possesso del libro 2) la memorizzazione del titolo, del sottotitolo, l’autore, la casa editrice e l’anno di pubblicazione;3)la riflessione sulla struttura del libro indice, introduzione, capitoli;conclusione;4)leggere e sottolineare le parti evidenziate nella precedente fase, prendendo appunti o su carta o con mezzi informatici;5)riassumere quanto letto con l’aggiunta di approfondimenti personali (alla fine di ogni capitolo).Le variabili sono : dipendenti, le variabili che vogliamo spiegare e indipendenti le spiegazioni ipotizzate, quantitative o qualitative. 04. Parlando di metodologia dello studio si fa riferimento a due specifiche finalità, poiché il percorso formativo è volto a formare una persona cosciente e capace di una propria collocazione sociale. Quali sono le fasi di un corretto studio? Lo studio è inteso come attività intenzionale, strategica e autodiretta da una persona che definisce: gli scopi, organizza il materiale da studiare, cerca di comprendere ed elaborare il materiale, anche in relazione alle proprie conoscenze pregresse, memorizza e rievoca quanto studiato. ogni individuo adotta stili individuali in modo più o meno consapevole. 05. Se è pur vero che sostanzialmente lo studio prevede sia la scrittura sia l’ascolto ,si chiede di determinare cosa è giusto intendere con la fase di lettura, e come sia giusto compierla Relativamente alla lettura esistono due modi per affrontare un testo: l'approccio afferente che si basa sulla ricerca di informazioni e l'approccio estetico per il quale si legge solo per il gusto di farlo, il lettore si concentra su ciò che sta vivendo durante la relazione con il testo.Per comprendere ciò che si sta leggendo il lettore deve cercare il concetto essenziale, cogliere i particolari, valutare ciò che si legge, scoprire la gerarchia dei concetti ovvero il piano dell'autore sottolineare o evidenziare. Neuroscienza e didattica (27) Scaricato da Marco Speziale (spezialemarco0@gmail.com) lOMoARcPSD|9106640 01. Parlando di neuroscienze, quale contributo fornisce lo studio del cervello nella ricerca didattico pedagogica? Le neuroscienze esprimono l’importanza che il buon funzionamento cerebrale assume per la corretta maturazione del soggetto. I nostri comportamenti sono originati dall’attività del cervello, definito il “pilota automatico” della nostra vita. Le neuroscienze ci consentono di avere la consapevolezza del funzionamento del cervello, presenza o meno di decifit e di improntare di conseguenza il percorso formativo. La didattica e la pedagogia hanno trovato nelle neuroscienze un valido contributo per incrementare il loro grado di efficacia formativa, così da poter ottimizzare la comprensione del processo educativo 02. Quale contributo offrono le neuroscienze al discorso pedagogico? In questo ultimo decennio la didattica e la pedagogia hanno trovato nelle neuroscienze un valido supporto per incrementare maggiormente il loro grado di efficacia formativa in modo da ottimizzare la comprensione del processo educativo. Le neuroscienze favoriscono il processo di sviluppo e maturazione soggettivo e individuale, attraverso tecniche e strumenti derivanti dalla ricerca scientifica tutto ciò rappresenta il fulcro del discorso educativo. Didattica metacognitiva(28) 05 . Qual è il contributo della prospettiva metacognitiva alla pedagogia? Il contributo della prospettiva metacognitiva apportato alla pedagogia è fondamentale per gli alunni con disabilità. L’efficacia della didattica metacognitiva si è vista in molti campi dell’agire umano ad esempio nel potenziamento della memoria, nella comprensione, nell’apprendimento e in alcuni casi di ritardi mentali lievi. 06. Qual è il rapporto che l’educazione stabilisce con la metacognizione? La metacognizione, permette di approfondire i nostri pensieri e di conoscere e dirigere i nostri processi di apprendimento. È un processo di autoriflessione sul fenomeno conoscitivo, su cosa e come stiamo imparando e su quali sono le motivazioni che ci spingono a imparare quella determinata nozione.L ’applicazione delle tecniche metacognitive nella didattica riguardano soprattutto l’attenzione, la memoria, l’apprendimento,,casi di soggetti affetti da ADHD e casi di ritardi mentali lievi. 07. Quale può essere considerato come fine dell’approccio didattico metacognitivo? Il fine di questo approccio didattico è di “imparare ad imparare” ovvero attivare consapevolmente tutte quelle capacità e quelle procedure volte ad acquisire apprendimenti efficaci e spendibili in contesti differenti e a nuove situazioni. 08. Come si relaziona la pedagogia alla metacognizione? Scaricato da Marco Speziale (spezialemarco0@gmail.com) lOMoARcPSD|9106640 La metacognizione costituisce un valido aiuto, in quanto capacità di conoscere il proprio funzionamento mentale ed è per questo che la pedagogia dovrebbe relazionarsi con essa in modo tale da rendere gli alunni consapevoli dei loro processi mentali, dei vari tipi di attenzione che si possono stimolare, mostrare le diverse possibilità ai ragazzi, in modo che le facciano proprie, in base alla loro forma mentis e alle loro potenzialità, facilitando così il raggiungimento del successo scolastico. Esso si può conseguire attraverso una serie di strategie didattiche, tese a valorizzare il potenziale di apprendimento di ciascun alunno e a favorirne l’autonomia. 09. Si definisca cosa sia legittimo intendere con la semantica didattica metacognitiva la didattica è diventata un'area di efficace intervento nella pratica educativa poiché investe tutto l'intero processo di insegnamento e apprendimento ed agisce sulla natura dei percorsi evolutivi di ogni persona. La componente che tende a svilupparsi grazie alla meta cognizione è quella del controllo e della valutazione di sè stesso. L’approccio meta cognitivo legato alle vari azioni didattiche tende a formare la capacità di essere gestori dei propri processi cognitivi , offre all’insegnante maggiori sicurezze sulle conoscenze da trasmettere sui processi cognitivi e sul tipo e qualità dell’interazione che dovrebbe instaurare con l’alunno. 10.Qual’è il rapporto tra didattica e metacognizione? Nell’ottica metacognitiva l’intenzione dell’insegnante è formare quelle abilità mentali sovraordinate che vanno al di là dei semplici processi primari ad esempio: leggere e scrivere, ovvero sviluppare nel soggetto la consapevolezza di quello che sta facendo e del perché lo fa L’approccio metacognitivo, quindi, tende a formare la capacità di essere gestori dei propri processi cognitivi, dirigendoli attivamente con valutazioni e indicazioni operative personali. Leadership e managenent educativo (29) 05. Quali orientamenti di leadership si sono posti in evidenza ? Si sono posti in evidenza quattro orientamenti della leadership: 1) orientamento personologico -anni 40, si basa sul concetto di carisma, considera la leadership come derivata da un tratto o da sistemi di tratti della personalità umana. Esempio di caratteristiche della persona : intelligenza, onestà, coraggio, adattamento;2) orientamento interattivo - anni 60, esamina la leadership nel suo momento relazionale. Una persona è leader quando gli viene affidato tale ruolo in base all’importanza attribuitagli nelle relazioni con gli altri;3) orientamento funzionalista -anni 80, concepisce la leadership come fenomeno legato al raggiungimento degli obiettivi ovvero alle funzioni di gruppo;4) orientamento nuovo funzionalismo -anni 90, à la leadership include le caratteristiche precedenti. Il leader deve possedere la “vision”. 06. Com’è possibile distinguere la leadership? E’ possibile distinguere la leadership in formale e informale, diretta e indiretta.. Formale viene spesso associata al leader imposto dall’esterno. Informale derivante dall’interno del gruppo. Diretta comprende le relazioni e le interazioni fra un leader riconosciuto e i suoi immediati collaboratori, Indiretta detta anche a distanza consiste nell’influenza di un leader riconosciuto su persone che non sono subordinate direttamente al leader stesso Scaricato da Marco Speziale (spezialemarco0@gmail.com) lOMoARcPSD|9106640 12. Si analizzino le funzioni manifesta ,presunta, reale e adeguata riferita al leader. Nell’esercitare la propria funzione, il leader può assumere determinati ruoli e stili di leadership: 1)manifesta quando tutti gli appartenenti al gruppo riconoscono in un soggetto la figura del leader; 2)presunta dove la figura del leader è equivoca e fraintendibile cioè non è chiaro ai membri del gruppo su chi sia il leader; 3)reale quando la figura del leader è concreta e realizzata; 4)adeguata quando il ruolo del leader è adatto al raggiungimento dell’obiettivo prefissato dal gruppo stesso. 14. Il gruppo rappresenta un elemento imprescindibile di ogni percorso educativo e formativo. All’interno di questo si delineano alcune figure che influiscono in maniera determinante nel raggiungimento o meno di un determinato obiettivo. Per queste ragioni si analizzi cos’è la leadership e di quale valore assume all’interno di un panorama pedagogico didattico ( 7 righe) La leadership è la funzione che il leader esercita Il compito fondamentale della leadership è di natura emozionale e da essa dipende se l’operato del leader e l’azione educativa avrà successo . E’ capace di avvalorare l’humanitas presente in ognuno e di far sentire gli individui parte del gruppo, La leadership deve essere gestita da un management radicato nella cultura , nella storia , nel tramandare i valori e nell’etica dell’organizzazione. Deve servire da traduttore di simboli, di codici e deve fare in modo di farli apprendere e quindi formare. 15. Il gruppo rappresenta un elemento cardine all’interno di ogni percorso educativo e formativo. Per tali ragioni si definiscano gli elementi che lo contraddistinguono (7 righe) Per gruppo si intende un’ entità collettiva che ha un’opera comune da compire e tende verso una relativa coesione delle manifestazioni sociali. Gli elementi che la contraddistinguono sono: l’obiettivo, il programma, i fenomeni interni, l’animatore, i partecipanti. 16. La leadership è una funzione in continua evoluzione soprattutto perché legata al raggiungimento di determinati obiettivi. In questo senso si prendano in considerazione i vari orientamenti ed approcci con cui è possibile determinare le varie tipologie e direzioni che può assumere tale funzione Sono quattro gli orientamenti della leadership: 1) orientamento personologico -anni 40, si basa sul concetto di carisma, considera la leadership come derivata da un tratto o da sistemi di tratti della personalità umana. Esempio di caratteristiche della persona : intelligenza, onestà, coraggio, adattamento;2) orientamento interattivo - anni 60, esamina la leadership nel suo momento relazionale. Una persona è leader quando gli viene affidato tale ruolo in base all’importanza attribuitagli nelle relazioni con gli altri;3) orientamento funzionalista -anni 80, concepisce la leadership come fenomeno legato al raggiungimento degli obiettivi ovvero alle funzioni di gruppo;4) orientamento nuovo funzionalismo -anni 90, à la leadership include le caratteristiche precedenti. Il leader deve possedere la “vision”. La relazione educativa ( 31) 05. Cos’è il cooperative learning? Scaricato da Marco Speziale (spezialemarco0@gmail.com) lOMoARcPSD|9106640 cooperative learning dall’inglese insegnamento cooperativo è una nuova forma organizzativa e innovativa dell’insegnamento. In questa prospettiva ogni soggetto apprende insieme agli altri secondo le proprie caratteristiche ed esperienze e prova soddisfazione sentendosi partecipe di un progetto comune. 06. Freinet definisce la relazione educativa come movimento di cooperazione educativa. Su quali assunti pedagogici si basa tale concetto? Freinet opera un capovolgimento della tradizione educativa .con il concetto di movimento di cooperazione le metodologie didattiche non sono solo questione personale del singolo docente, ma frutto di sperimentazione e di confronto collettivo. In questo contesto relazionale lo scambio di opinioni, la comunicazione attiva e proficua si rivelano momenti di arricchimento culturale e personale, dove accrescono i momenti di arricchimento personale e si moltiplicano le opportunità educative. 07. Marx descrive la relazione educativa come uno scambio di amore con amore, fiducia con fiducia. Su quali assunti pedagogici si fonda tale concetto? Nella relazione educativa troviamo una forza seduttiva data a volte dalla parola o dagli scritti. La forza di seduzione del maestro non ha rivali e non esclude anzi accende una forte partecipazione all’azione comunitaria e cooperativa e nei casi più estremi può trasformarsi anche in relazioni d’amore vere e proprie 08.cos’è la relazione educativa quali caratteristiche presenta? La relazione educativa è un processo relazionale interpersonale, che costituisce il fondamento di qualsiasi processo formativo, consente al soggetto di costruire progressivamente il proprio sé, distinguendosi dall’altro, comunicando ed interagendo con lui. Importante è il legame tra educatore ed educando, che si crea naturalmente ed inevitabilmente nei diversi contesti formativi, attraverso il quale avviene sia il processo di trasmissione culturale delle conoscenze, sia quello di socializzazione. Le caratteristiche della relazione educativa sono: l’intenzionalità e l’asimmetria ovvero età, maggiore esperienza, maturità personale dell’educatore rispetto all’educando . La relazione è complementare ed educativa quando i diversi livelli di asimmetria evolvono in senso contenutistico e relazionale, annullando l’asimmetria stessa. Le relazioni infatti non possono essere statiche. L’intenzionalità dell’educatore si traduce nell’avviare un processo di comprensione di desideri, bisogni e attese dell’educando. 09. Di quali elementi è connotata la relazione educativa? Gli elementi che connotano la relazione educativa sono tanti la comprensione empatica ha una posizione centrale perché implica la difesa e l’incremento del potenziale di umanità dell’alunno , la relazione educativa inoltre richiede rigore, passione e competenze specifiche. 10. Come si è evoluto nel corso del tempo il cooperative Learning? Scaricato da Marco Speziale (spezialemarco0@gmail.com) lOMoARcPSD|9106640 Il cooperative Learning nasce in gran Bretagna alla fine del XVIII secolo con la diffusione di scuole di iniziativa privata, di mutuo insegnamento chiamate anche scuole monitoriali. Oggi esistono tentativi di ritorno al mutuo insegnamento anche se diverso da quello di Lancaster, ne sono esempi i modelli del learning by teaching cioè imparare insegnando la cui teoria è che attraverso un insegnamento individualizzato con l’assistenza del tutor sia possibile migliorare l’apprendimento dell’allievo ma anche che il tutor insegnando impara a guidare il proprio insegnamento. 11.Cosa si intende con la semantica relazione educativa? Il termine richiama ad un rapporto che viene ad essere interposto nello spirito di cooperazione e cooptazione fra due o più entità. Nella relazione educativa subentrano tutte la variabili riferibili alla singola azione di educare, in modo tale che le esperienze soggettive e le conoscenze possedute dal singolo diventino patrimonio comune a disposizione di tutti. L'e-learning/Fad (32) 06.L’utilizzazione dell’e-Learning comporta un forte impatto sull’organizzazione e sui processi di formazione, come mai? perché necessita di specifiche strutture opportunamente attrezzate e di personale doverosamente formato. Per tali ragioni si parla di progettisti, di istructional designer, di esperti dei contenuti, di tutor informatici e di piattaforme 07.La tecnologia è diventata ormai parte integrante di ogni processo formativo , ma qual è il suo peso effettivo nell’apprendimento? Quale valore gli viene attribuito? Nel processo di apprendimento la tecnologia ha un peso indiscutibile perchè crea ambienti culturali ed educativi capaci di diversificare processi e fonti di apprendimento Il valore attribuitogli è morale e scientifico 08.Come si è evoluto il concetto di FAD nel corso del tempo? Il concetto di FAD si è evoluto attraverso un itinerario che Crispianie Giaconi identificano in tre generazioni:FAD di prima generazione o per corrispondenza; FAD di seconda generazione o FAD multimediali che punta all’ausilio di sussidi multimediali;FAD di terza generazione o on-line education 09. Qual'è il contributo offerto dalle tecnologie al sapere pedagogico? L'era della tecnologia ha aperto orizzonti di ricerca e di riflessione che si espandono continuamente.L’informatica ed il suo utilizzo ha raggiunto, in questi ultimi anni, un elevato livello di integrazione, tanto da essersi estesa a tutti i settori educativi, sia sotto il profilo tecnico, sia sotto quello applicativo e di sostegno.L’insegnamento basato sulla comunicazione mediata dall’utilizzo della rete permette di offrire opportunità per la discussione di gruppo, l’interazione tra tutor,studente e lavoro di gruppo. 10.Quali modelli educativi tecnologici abbiamo presentato? I modelli educativi tecnologici presentatisono:modello Content + support dove lo studente all’interno del corso trova programmi di lavoro prestabiliti e strutturati secondo una Scaricato da Marco Speziale (spezialemarco0@gmail.com) lOMoARcPSD|9106640 02 .Cosa sono e a quale funzione assolvono i neuroni specchio? I neuroni specchio sono elementi cerebrali che si trovano nell’emisfero sinistro e sono deputati al movimento e all’imitazione Essi permettono di far capire i movimenti e i pensieri che un altro soggetto esegue o potrà compiere 03.Cosa si intende sottolineare con la semantica “plasticità neuronale? Ogni capacità del cervello deriva da quella che viene descritta come plasticità neuronale la quale altro non è che l’efficienza ed elasticità dei neuroni di attivarsi e comunicare tra loro 04.Quali parte del cervello abbiamo preso in esame da un punto di vista educativo? Il cervello emotivo ha un importanza fondamentale nell'assolvere la funzione di apprendimento: Abbiamo preso in esame l’amigdala che è la sede delle emozioni (paura e gratificazione);il ganglio basale e l’insula sede del disgusto; la corteccia cingolata prefrontale e anteriore zona deputata al controllo cognitivo delle emozioni che in modo sinergico, orientano ogni flusso emotivo. 07. Bauman definisce la società odierna cosi complessa da essere “liqiuda”, cosa intende? A cosa fa riferimento questa riflessione applicata alla pedagogia? Fa riferimento alla crisi dei valori, al vivere in una società dove tutto è effimero e si disperde nella realtà non lasciando tracce di sè definita appunto da Bauman società liquida. Bauman ci invita ad assumere un atteggiamento attivo accettando le sfide che la realtà ci propone per un accrescimento personale e una continua ricerca di senso che caratterizza l'uomo. 08. Descrivi in poche righe cosa si intende con economia dei valori Il sistema valoriale a cui ogni soggetto deve rifarsi rappresenta uno dei cardini primitivi dell’educazione. Parlare di economia da un punto di vista valoriale significa oltre ad averne cura attraverso un investimento duraturo,prevedere un comportamento non casuale, di salvaguardia di ciò che nell’educazione ha un ruolo fondamentale come il bene,l’amicizia,il rispetto l’amore,la giustizia che rendono la nostra vita significativa ed è perciò necessario investirli. La creatività (41) 06.Cos’è la creatività? Con il termine creatività, a livello pedagogico, ci si riferisce all’unica potenzialità che ogni essere umano possiede fin dalla nascita, è la capacità e la potenzialità del soggetto nell'elaborare nuove strategie e nella risoluzione dei problemi.La capacità creativa ci diversifica dall’animale poichè le azioni non sono ripetitive. 07 .In quale rapporto stanno la creatività e l’intelligenza? Scaricato da Marco Speziale (spezialemarco0@gmail.com) lOMoARcPSD|9106640 Creatività ed intelligenza sono concetti affini, mai uguali, si relazionano e si realizzano senza mai sovrapporsi. L'intelligenza è lo strumento principale di indagine dell'intelletto umano, la creatività invece è la capacità e la potenzialità del soggetto nell'elaborare nuove strategie e nella risoluzione dei problemi. 8. Di quali elementi è costituita la creatività? Gli elementi che costituiscono la creatività sono :ragione, intelligenza, volontà, determinazione, immaginazione, fantasia, sentimento e sensibilità sono. elementi che determinano e identificano la persona nella sua singolarità. 09.Quali sono le fasi di sviluppo del processo creativo? La prima fase di sviluppo del processo creativo è la preparazione nulla è lasciato al caso ma vi è scrupolosa attività di osservazione, raccolta dati, slanci immaginativi e fantastici che non escludono responsabilità e sacrificio. la seconda è quella della frustrazione che autorizza poi ad andare avanti. la terza è quella dell’incubazione dove i dati vengono ripensati nell’inconscio. la quarta fase è quella del fantasticare, l ’ultima è l’illuminazione, l'insight che precede la scoperta e traduce l'intuizione in un dato reale. 10.Qual è il valore educativo della creatività? L’educazione ha il compito di educare alla diversità fornendo gli strumenti perché essa si realizzi nell’uguaglianza. Questo valore assicura alla persona una vita di senso priva di staticità e rigidità mentale. La persona : amore creatività cultura(42) 02. La persona possiede determinate caratteristiche. Oltre a definire di quali si trattino, si ponga particolare attenzione su peculiarità sottolinea la singolarità della persona. Le caratteristiche che possiede la persona sono: 1)l’autonomia, legittimata dalla cultura; 2) la creatività, come momento di massima singolarità espressiva;3) l’amore, quale apertura della persona con il mondo e l’alterità. La caratteristica che sottolinea la singolarità della persona è la creatività, fantasia, immaginazione intuito e intelligenza sono gli elementi che caratterizzano la singolarità della persona che possiamo riassumere attraverso l’atto creativo 03. Quali elementi educativi sono presenti all’interno del concetto di “apertura” appartenente alla persona? La persona è aperta in quanto bisognosa di un rapporto relazionale, affettivo e amorevole.Si ha la necessità di un’educazione che privilegi il sentimento e attraverso atti che migliorano la qualità delle relazioni umane rafforzino l’amore non soltanto all’interno di nuclei ben consolidati come potrebbe essere la famiglia o la scuola e abitui al rispetto, alla solidarietà , alla cooperazione in modo da dar evita ad una “società delle persone” e quindi un’autentica democrazia 04. Quando è possibile definire una persona autonoma? E’ possibile definire una persona autonoma quando ha la capacità di scegliere e interpretare la realtà in diversi modi ovvero quando è colta. Sapere infatti significa apertura, voglia di apprendere, confronto ,disponibilità a migliorare sé stesso. Scaricato da Marco Speziale (spezialemarco0@gmail.com) lOMoARcPSD|9106640 05. Il termine persona è presente in tutto il percorso didattico riferito al corso di pedagogia generale e sociale. Il candidato rifletta su tale assunto educativo, determinandone le caratteristiche e gli elementiche lo contraddistinguono e dell’importanza che esso riveste all’interno del panorama pedagogico. La persona è l’oggetto di studio della pedagogia. La pedagogia ha sempre preso in considerazione la persona come dotata di potenzialità interiori profonde che Comenio chiama lumicino, esse si orientano sul piano dell’essenzialità e dell’esistenzialità evolvendosi per aumentare il grado intellettivo e culturale della persona. Parlare di pedagogia e di educazione significa riflettere sulla persona e sulla sua valenza trascendentale .La persona è un valore assoluto su cui si è investito ogni sviluppo collettivo e singolare 06. Quali caratteristiche possiede il concetto di persona? La persona è un essere cosciente di sé e moralmente autonomo.L.Stefanini definisce la persona come una sostanza spirituale, razionale, singolare, libera, responsabile ,incarnata e mondanizzata. In questa prospettiva le caratteristiche del concetto di persona sono: la sostanzialità, l’individualità, la razionalità, la libertà, la responsabilità,la spiritualità e la soprannaturalità. Programmare quando e perchè(43) 05. Cos’è la progettazione? La progettazione è la prima fase della programmazione il cui compito è apportare e organizzare una serie di attività che permettono al soggetto di impegnarsi e apprendere. E' fase di ideazione e preparazione del disegno educativo in cui l'idea viene scritta e vengono avanzate proposte didattiche e pedagogiche per il raggiungimento dell'obiettivo finale. 06.La realizzazione è una fase di cruciale importanza per la riuscita o meno di un progetto, basti porre a mente la funzionalità e l’efficienza che può avere o non avere una lezione. Proprio da questo espresso deriva la necessità di determinare le caratteristiche e i principi di una buona lezione. Si risponda in 7 righe La realizzazione è la messa in pratca del progetto, è la fase in cui il docente mette in atto il suo operato, l'esempio classico della realizzazione è la lezione. le sue fasi principali sono: 1) iniziare la lezione con una breve sintesi dei temi trattati al fine di dare sequenzialità al discorso;2) enunciare gli obiettivi, le finalità e il percorso formativo condividendoli con il discente;3)presentazione del nuovo materiale a piccoli passi al fine di garantire che l’apprendimento sia efficace;4)dare istruzioni chiare, dettagliate;5)offrire un alto grado di esercizio attivo dello studente (“si impara facendo”); 6) dare la possibilità allo studente di fare domande per un coinvolgimento totale; 7) guidare gli studenti durante l’esercizio;8) concedere feed-back; 9) fornire indicazioni personalizzate qualora il percorso non fosse per tutti corretto 07.La progettazione è la prima fase della programmazione . Quali sono le sue caratteristiche essenziali? Scaricato da Marco Speziale (spezialemarco0@gmail.com) lOMoARcPSD|9106640 15. La programmazione è la legittimazione della prassi educativa. Secondo tale principio si determinino le fasi e gli elementi che entrano in gioco nella programmazione (7 righe) La programmazione è da intendersi come la razionalizzazione del processo educativo, cioè come organizzazione complessiva degli interventi che si attuano in relazione alle caratteristiche dei discenti , agli spazi disponibili, ai tempi, agli strumenti. una programmazione è rappresentata dal curricolo in cui sono indicati i contenuti , scelti i metodi e previste tecniche di controllo e valutazione. Le fasi della programmazione educativa sono: analisi dei prerequisiti e della realtà contingente; definizione degli obiettivi; selezione dei contenuti; organizzazione delle esperienze di apprendimento; verifica e valutazione. La valutazione(44) 04. Cosa e quali sono le scale di valutazione? La scala di valutazione è uno strumento che serve a orientare e raccogliere gli elementi di un’osservazione in rapporto a una qualità manifesta, permettono di descrivere attraverso una valutazione quantitativa la frequenza con cui accadono certi eventi. Ci sono varie tipologie di scale di valutazione che rappresentano un modo di classificazione soggettiva sono: scala numerica ;scala verbale o di giudizio in cui si distinguono quattro livelli a cui corrispondono 4 scale : nominale, ordinale, di intervallo e proporzionale. 05. Molti sono i modelli valutativi che nel corso del tempo si sono susseguiti. All’interno del corso ne abbiamo preso in considerazione particolarmente uno: il modello delle 4c. si descriva su quali assunti poggia tale teorizzazione della valutazione (7 righe ) Il modello valutativo della 4 C si basa su quattro principi che permettono lo sviluppo delle fasi di apprendimento, dall’acquisizione di informazioni in modo prassico, sino alla loro elaborazione creativa, essi sono : 1)conoscenza, come patrimonio soggettivo d’informazioni; 2)comprensione, indentificata nel momento soggettivo della conoscenza;3) comunicazioni ,istanza dialogica;4) coscienza ,descritta da Searle,come stato di sensibilità e consapevolezza 06. Cos’è la valutazione? La valutazione è l’ultima fase della programmazione che obbliga ad una lettura attenta delle potenzialità individuali, ciò richiede competenze statistiche, sia per gli insegnanti che per ciascun discente. Valutare significa attribuire un valore a fatti, eventi e oggetti , in relazione agli scopi che si intendono perseguire. Scaricato da Marco Speziale (spezialemarco0@gmail.com) lOMoARcPSD|9106640 07. Quali caratteristiche possiede la valutazione? Le caratteristiche della valutazione possiamo così riassumerle:1) serve all’insegnante e al discente;2) serve all’efficacia didattica;3)educa all’autovalutazione. 08. Secondo quali peculiarità Bruner definisce la valutazione come una forma di intelligenza pedagogica? La valutazione secondo Bruner è una forma di intelligenza pedagogica e come tale un atto educativo rivolto prettamente al soggetto, ha il compito di aiutarlo nella crescita fisica e mentale per fare ciò è necessario che si conoscano le potenzialità di ciascuno. 09. Cosa è e quale valore assume nella valutazione la docimologia? La docimologia è la scienza che studia gli esami viene coinvolta nel momento in cui alla valutazione viene richiesta un ‘analisi oggettiva. La docimologia si sviluppa come garanzia e controllo del percorso formativo. 10. La valutazione è un argomento che si pone da sempre sul crinale della ricerca educativa, in particolare nel momento in cui è chiamata in causa ad assegnare voti a determinate performance. Proprio all’interno di questo panorama si pone la docimologia. Si spieggi cosa si intende con questo termine e di quale funzione assolve nello scenario valutativo (7 righe). La docimologia è la scienza che studia gli esami viene coinvolta nel momento in cui alla valutazione viene richiesta un ‘analisi oggettiva. La docimologia si sviluppa come garanzia e controllo del percorso formativo .L’analisi quantitativa nel suo procedere analitico e scientifico è immune da errori L’educazione permanente(46) 04.L’educazione e la formazione sono principi universali per lo sviluppo del potenziale che ognuno di noi custodisce e che bisogna far esprimere. In particolare tale simbiosi e osmosi diviene fondamentale quando è considerata all’interno dell’adultità. Si rifletta, sulle differenze e similitudini che si generano nella relazione educazione permanente e formazione degli adulti. L’educazione permanente e la formazione degli adulti si pongono un obiettivo comune quello dell’autoeducazione e dell’emancipazione educativa. La formazione degli adulti è una parte dell’educazione permanente diretta all’acquisizione di conoscenze da utilizzare nel mondo del lavoro. La formazione degli adulti diventa un mezzo per il miglioramento professionale, una risposta al bisogno umano di arricchimento delle esperienze culturali che generano motivazione e interessi .Entrambi i processi non si arrestano mai e richiedono alla persona di acquisire la forza per esprimersi in modo creativo e singolare Scaricato da Marco Speziale (spezialemarco0@gmail.com) lOMoARcPSD|9106640 05. Si definisca il concetto di educazione permanente e formazione degli adulti L’educazione permanente e è un processo permanente che va oltre le attività specificamente realizzate nelle istituzioni scolastiche e formative , è una formazione che non ha mai fine che accompagna il soggetto per tutta la vita., il suo scopo è rendere la persona capace di accettare e decifrare la realtà . La formazione degli adulti in una società fondata sul lavoro ma che sempre più viene definita società conoscitiva volendone sottolineare la partecipazione del soggetto , è diventata indispensabile non solo per il miglioramento delle prestazioni lavorative ma anche per determinare un cittadino capace di vivere il proprio tempo. La formazione degli adulti ha infatti come obiettivo l’acquisizione di competenze spendibili nel mercato del lavoro. 06. Quale valore assume l’educazione permanente all’interno di un discorso pedagogico? L’educazione permanente è un processo permanente che va oltre le attività specificamente realizzate nelle istituzioni scolastiche e formative , è una formazione che non ha mai fine ,che accompagna il soggetto per tutta la vita e si costruisce nei differenti ambienti di formazione . Formazione e apprendimento sono un processo naturale e sociale che si costruisce sin dai primi giorni di vita si estende per l'intera esistenza. 07 . Cosa è giusto intendere con il concetto di educazione permanente? L’educazione permanente e è un processo permanente che va oltre le attività specificamente realizzate nelle istituzioni scolastiche e formative , è una formazione che non ha mai fine che accompagna il soggetto per tutta la vita., il suo scopo è rendere la persona capace di accettare e decifrare la realtà , L’educazione permanente diviene quindi una attività cerebrale che si pone come obiettivo quello di elevare la qualità di vita. 08. L’educazione è da sempre considerata un bene prezioso decontestualizzato ,cioè privo di vincoli spazio temporali nei suoi principi universali. All’interno di tali riflessioni si pone il concetto di educazione permanente. Si rifletta su tale tematica L'educazione è sempre in continua evoluzione, è un processo che non coinvolge soltanto un'età definita, ma abbraccia l'intera vita della persona come condizione permanente, riguarda tutte le dimensioni della vita del singolo, dall'aspetto cognitivo, all'aspetto politico, economico dell'uomo, e comprende forme assai diversificate di iniziative e di interventi, ciascuna delle quali definisce i propri obiettivi in relazione alle variabili che ne caratterizzano la natura .L'educazione permanente, in questa prospettiva, offre un miglioramento delle conoscenze, e delle competenze promuovendo una cittadinanza attiva, l'auto realizzazione, l'inclusione sociale e l'adattamento professionale. Promuovere un'educazione permanente è oggi uno degli obiettivi delle politiche internazionali e delle comunità europee. Scaricato da Marco Speziale (spezialemarco0@gmail.com) lOMoARcPSD|9106640
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