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Lezione 003: La rilevanza storica dell'educazione nella Grecia Classica - Prof. Vinci, Prove d'esame di Sociologia

Questa lezione esplora il perché è importante iniziare la ricostruzione della storia dell'educazione dalla grecia classica. Vengono analizzati i modelli educativi di platone e aristotele, la nascita della scienza sociale, la riflessione metodologica di simmel, la sociologia formale, la relazione sociale nella costituzione della società, il processo di individualizzazione, il ruolo dell'educazione per marx, le condizioni economiche di vita degli individui, l'evoluzione delle società secondo durkheim, il rapporto tra educazione e democrazia, il carattere esperienziale dei processi educativi, il rapporto tra individuo e sistema, il concetto fondamentale del funzionalismo sociologico, la socializzazione primaria e secondaria, il rapporto tra società e individuo, il concetto di soggettività trascendentale di husserl e il legame funzionale tra scuola e società.

Tipologia: Prove d'esame

2023/2024

In vendita dal 10/05/2024

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Scarica Lezione 003: La rilevanza storica dell'educazione nella Grecia Classica - Prof. Vinci e più Prove d'esame in PDF di Sociologia solo su Docsity! Lezione 003 06.Per quali ragioni appare importante iniziare la ricostruzione della storia dell’educazione dalla Grecia Classica? Una delle ragioni è il periodo storico in cui si data la nascita della democrazia e delle Polis poiché,Il modello di società guerriera diventa sempre più complesso ed i processi educativi avevano la funzione di far emergere nei più giovani uno spirito guerriero. Platone ed Aristotele sviluppano un progetto educativo tale da rendere gli uomini guerrieri nel senso che hanno un’anima virtuosa. 07. Perché le prime scuole filosofiche appaiono luoghi privilegiati del processo di razionalizzazione occidentale? Nella Grecia Classica, IV-V secolo a.C. , nascono le prime scuole filosofiche.. nasce l’ars retorica e della politica. Con Platone nasce la “paideia” progetto educativo con fine pedagogico dando vita al metodo della maieutica in cui permette al maestro di tirar fuori dall’allievo pensieri e risorse personali o arte del far partire la verità (Educazione – Garelli). Importanza del dialogo anche interiore. Platone nei suoi dialoghi, parla con tutti suoi interlocutori cercando di farli arrivare alla verità, chiarendo i dubbi portando alla luce la verità (confutazione). Aristotele dà molta importanza al dialogo portando avanti l’ars retorica. Inoltre, nasce un nuovo rapporto tra maestro e discepolo (Locke): è importante perché indica la formazione dell’educazione come processo politico di trasformazione del rapporto di dominazione e di ricerca di nuove forme. Lezione 004 5 Quale rapporto offre il Cristianesimo alla storia dell’educazione? il logos come parola, diventa l’incipit per l’individuo di dare all’altro qualcosa del sé e di conoscersi attraverso il dono di sé. Inoltre, il rapporto maestro discepolo cambia . Il discepolo diventa un messaggero ed un testimone del suo sapere al mondo attraverso la comunicazione. 6 Come si trasforma l’educazione durante il Rinascimento? L’educazione diventa una via per l’elaborazione del metodo scientifico sperimentale: fondato sull’osservazione e sulla ricerca di leggi generali adeguate a spiegare in modo razionale i fenomeni analizzati. . Lezione 005 lOMoARcPSD|9106640 3. Quale posto assegna Montesquieu all’istruzione e alla conoscenza? l’istruzione e la conoscenza sono le principali vie per creare istituzioni che tutelino la libertà degli individui e la loro possibilità di conoscenza. 4. Quale rapporto esiste secondo Montesquieu tra cause naturali e cause culturali? le cause generali sono responsabili delle leggi particolari invece nel secondo attraverso l’elaborazione dei principi che costituiscono un livello intermedio. Lezione 006 07. Quali dimensioni nell’analisi del XVIII sec. appaiono rilevanti ai fini della ricostruzione della storia dell’educazione? Il XVIII secolo offre concetti e novità per la storia dell’educazione: il carattere critico della conoscenza e dei percorsi educativi, la complessità del processo di razionalizzazione. I diversi cambiamenti avvenuti nel tempo, connessi a eventi come l’Illuminismo, l’industrializzazione, l’urbanizzazione, hanno portato a scoprire l’educazione quale mezzo per garantire la convivenza, la struttura sociale e l’ordine, scoprendo così la valenza sociale dell’educazione (Educazione e socializzazione – lineamenti di sociologia dell’educazione). 08. Quale apporto offre J.J. Rousseau alla storia dell’Illuminismo e dell’educazione in particolare? Nel pensiero politico e pedagogico di Rousseau, la ragione e la sua pratica non possono essere totalmente sostitutive della fede religiosa, al contrario la fede religiosa può supplire la ragione, e di fronte a varie questioni ed in vari momenti, essa può contribuire a marcare i limiti della ragione. Nel pensiero politico e pedagogico di Rousseau, la ragione e la sua pratica non possono essere totalmente sostitutive della fede religiosa, al contrario la fede religiosa può supplire la ragione, e di fronte a varie questioni ed in vari momenti, essa può contribuire a marcare i limiti della ragione. Per quel che riguarda la pedagogia, Rousseau non è ciecamente fiducioso nel progresso, riconosce un cambiamento generale dei costumi, riconosce il perdurare delle diseguaglianze sociali e sottolinea l’importanza dell’attenzione alla condizione storico-naturale degli individui, alla loro età, al loro processo di maturazione, egli afferma un’attenzione all’individualità ed al tempo stesso la funzione insostituibile, nell’educazione, dei sentimenti di pietà e di gratitudine. L’illuminismo è un movimento di pensiero che esalta la ragione ponendo come guida, strumento per orientare le proprie azioni Il motto dell’Illuminismo come lOMoARcPSD|9106640 3) E’ necessario che gli uomini da egoisti diventino piano, piano sempre più interessati al benessere della collettività. Per Comte, è importante lo sviluppo della società in cui ognuno ha un posto proporzionato secondo le sue capacità e si possa realizzare una giustizia sociale. 4) Anche la religione ha un ruolo nella coesione sociale. La religione come la scienza ha la funzione di sviluppare il potere spirituale su quello temporale. La sua idea è di una religione per l’umanità con la possibilità presente degli uomini di migliorare la loro vita insieme. 5. Sulla base di quali elementi Comte può essere definito un positivista? Per Comte la scienza sociale è una scienza positiva le cui leggi sono enucleabili dall’osservazione della realtà. Comte riconosce l’evoluzione storica del pensiero scientifico e stabilisce una corrispondenza tra la storia dell’umanità e la storia della scienza. La nascita della scienza sociale, nel suo linguaggio della fisica sociale, corrisponde allo stadio più evoluto e contemporaneo della storia della scienza. Coerentemente con la visione organicista, un singolo elemento non è conoscibile se non come parte del tutto (olismo). Non si può comprendere ad esempio la situazione della religione o la forma dello Stato in una determinata società se non si considera la specifica società nella sua unità. 6. Quali tradizioni scientifiche concorrono alla nascita della Sociologia? I diversi cambiamenti avvenuti nel tempo, connessi a eventi come l’Illuminismo, l’industrializzazione, l’urbanizzazione, hanno portato a scoprire l’educazione quale mezzo per garantire la convivenza, la struttura sociale e l’ordine, scoprendo così la valenza sociale dell’educazione (Educazione e socializzazione – Benadusi). Rintracciabili anche nelle diverse rivoluzioni che hanno portato a delle trasformazioni produttivi e del lavoro ma anche la figura dell'uomo; come afferma Gauchet la concezione dell'uomo diventa sempre più razionale in cui l'uomo è il protagonista della propria storia. Lezione 009 4. Qual è l’apporto di J. Stuart Mill alla sociologia dell’educazione? Ritiene che gli uomini agiscano spinti da un interesse personale utilitarista, si interroga su come gli individui possono contribuire al progresso morale della società. Gli individui sviluppano una simpatia verso gli altri, non si considera più il singolo individuo ma l'umanità. Per Mill l'educazione ha un ruolo essenziale, nella prima infanzia è riservata alle famiglie, capacità di suscitare nei bambini pensieri positivi verso gli altri, coetanei o adulti. Dopo la famiglia inizia il compito dell'istruzione, a quei tempi principalmente elitaria (privata), determinati sentimenti e principi per gli altri attraverso dei culti e delle professioni. lOMoARcPSD|9106640 5. Quali sono i punti di forza e quali i punti di debolezza del sistema educativo proposto da Comte? Comte aveva attribuito alle donne la capacità naturale di provare questi sentimenti di socializzazione, ma allo stesso tempo aveva ristretto la loro vita sociale delimitandola all'espressione di questa predisposizione educativa all'interno delle mura casalinghe Mill crede nella parità dei generi, riconosce che anche le donne possono avere una vita pubblica. Lezione 10 Cosa intendiamo per “Sociologia Formale”? Simmel definisce la Sociologia come una “Sociologia Formale”. Intende la sociologia come una ricerca delle forme, dei caratteri non variabili e dei fenomeni. Si tratta di un’operazione caratteristica del metodo induttivo e come sottolinea Aron essenziale per la definizione del metodo di analisi della sociologia. E’ importante la riflessione metodologica di Simmel; egli esprime una definizione della sociologia formale, come specifica scienza sociale che studia le forme stabili della vita sociale a prescindere dai loro contenuti storici. (Educazione e socializzazione. Lineamenti di sociologia dell’educazione - l. Benadusi, A. Censi, V. Fabretti) . 05. Qual è il contributo di Simmel alla sociologia dell’educazione? La scoperta dell’importanza della relazione sociale nella costituzione della società e per la conoscenza della società appare fondamentale per la sociologia dell’educazione. Così come appare fondamentale il processo di individualizzazione descritto da Simmel, il bisogno costante degli individui sia di appartenere ai differenti gruppi sociali (famiglia, scuola, amici, gruppi professionali) sia di distinguersi in essi, di essere riconosciuti e di riconoscersi nelle loro individualità. Un altro tratto dell’analisi simmeliana che sembra utile sottolineare riguarda l’ambivalenza delle relazioni sociali analizzate. L’autore riesce a mettere in luce non solo gli aspetti che potremmo definire positivi del fenomeno, ma sottolinea anche gli aspetti meno positivi, il condizionamento che essa può esercitare sul comportamento degli individui. Per quanto riguarda la sociologia, è importante la riflessione metodologica di Simmel; egli esprime una definizione della sociologia formale, come specifica scienza sociale che studia le forme stabili della vita sociale a prescindere dai loro contenuti storici. Sono due gli aspetti rilevanti che Simmel elabora: lOMoARcPSD|9106640 Da un lato propone una sociologia, che non potendo formulare leggi generali e universali, cerca il suo oggetto di studio nella pura “sociazione”, ossia nell’interazione tra individui, nello stare insieme. Dall’altro lato propone il concetto di irriducibilità della soggettività alla socialità. L’individuo è associato alla società e fa parte di essa solo per alcuni aspetti, per altri invece ne è esterno. Dunque la società è formata da elementi diseguali. Secondo Simmel “noi siamo tutti frammenti non solo dell’uomo in generale, ma anche di noi stessi”; dunque alla frammentazione interna (individuale), si aggiunge la frammentazione esterna di una società differenziata, che l’individuo non riesce a percepire nel suo insieme. Simmel dedica particolare attenzione a due temi del panorama moderno: l’industrializzazione e l’urbanizzazione. Simmel afferma e sostiene che nelle metropoli moderne, l’individuo sostiene una molteplicità di relazioni con gli altri individui, ma esse sono mantenute da rapporti mediati dal denaro e assolutamente oggettivi. Questo processo di oggettivazione delle relazioni sociali comporta il prevalere di una cultura della razionalità rispetto alla cultura del sentimento. Nel pensiero di Simmel, la valenza sociale dell’educazione va cercata nel ruolo ad essa attribuito, di ricondurre alla soggettività e di “umanizzare” lo sviluppo della cultura moderna. L’educazione deve promuovere la “piena umanità” attraverso il potenziamento dell’autonomia di pensiero e dell’individualità dei soggetti. Dunque ritorna così il problema relativo alla coesione e all’ordine caratteristico di una società che vive in un clima di tensioni conflittuali. (Educazione e socializzazione. Lineamenti di sociologia dell’educazione - l. Benadusi, A. Censi, V. Fabretti) 06. Qual è per Simmel l’oggetto di studio della Sociologia? L'oggetto della Sociologia è lo studio dell’associazione tra gli individui, ovvero delle relazioni sociali. Simmel trae dalla socievolezza degli esseri umani, da quel carattere sociale dell’essere umano già identificato da Aristotele, la specificità dello studio sociologico. Per definire l’oggetto di studio della sociologia parla di “reciprocità di influenze” e di “reciprocità di causazione” tra elementi diversi. Per Simmel, la realtà è una rete di relazioni reciproche tra elementi diversi. Lezione 11 01.Illustri la teoria marxiana del lavoro. Per Marx, il lavoro è il fattore dinamico per eccellenza che una volta incorporato nelle merci contribuisce a determinare il valore creando il loro plus-valore. lOMoARcPSD|9106640 condizione di assoggettamento e divisione in classi; solo così esisterebbe un uomo interamente sviluppato. Marx ritiene che il sistema d’istruzione dovrebbe essere pubblico, decentrato e democratizzato e l’istruzione avrebbe dovuto svincolarsi dal controllo della chiesa e dalle forze governatrici, ed essere affidata ad una gestione autonoma di autorità locali, elette direttamente dal popolo. Secondo Marx una società si definisce per la sua struttura economica (complesso di relazioni dialettiche tra le forze produttive in un determinato modello di produzione storicamente determinato); tutto il resto per lui è sovrastrutturale e dipendente da una determinata struttura economica: istituzioni politiche e giuridiche, i modi di pensare, le filosofie le ideologie e le religioni. Secondo Marx l’educazione si realizza all’insegna della contraddizione e dell’antagonismo tra le classi; essa appartiene alla dimensione sovrastrutturale ed è determinata dalla struttura sociale. Marx esprime una concezione sia negativa, sia positiva. Negativa perché critica l’educazione secondo la concezione borghese e le condizioni disastrose dell’educazione popolare. Bisogna combattere l’educazione perché: Conferma le posizioni sociali e l’ideologia della classe dominante. Il modello educativo e il sistema formativo delle società industriali sono voluti, plasmati e governati dalla classe dominante. - È strumento di oppressione nei confronti delle classi subalterne. Nella sua concezione positiva: l’educazione è una variabile dipendente che conferma e riproduce la realtà dei rapporti sociali. E’ un elemento significativo all’interno del processo rivoluzionario di risoluzione dei conflitti di classe (società di uguali). Per Marx l’educazione è funzionale ai processi sociali generali sia nel dominio di classe che come mezzo di presa di coscienza e riappropriazione della propria umanità e come strumento per la rivoluzione e l’avvento di una società senza classi. L’educazione ha un ruolo importante nell’emancipazione dell’uomo e della società. Educazione E Socializzazione. Lineamenti Di Sociologia Dell’educazione - L.Benadusi, A.Censi, V.Fabretti 04.Illustri la concezione marxiana dell’ideologia. Per ideologia, Marx intende le deformazioni dei fatti storici operate dai proprietari dei mezzi di produzione. L’ideologia costituisce un ponte tra la struttura e la sovra-struttura, relazione tra l’ambito dell’economia e l’ambito della cultura e rappresenta il meccanismo che da un punto di vista analitico, non esplicativa la variabilità delle situazioni storiche, dei contesti, la multiformità e l’eterogeneità stessa delle classi sociali. L’ideologia può essere definita lOMoARcPSD|9106640 l’opposto della storiografia. Essa rappresenta lo scollamento del pensiero dalle condizioni soggettive ed intersoggettive. Si trasforma in pensiero dominante ma soprattutto in pensiero non cosciente della sua origine. Le ideologie promuovono una falsa coscienza o rappresentazione di una condizione sociale che fanno sembrare naturale quindi accettabile: una condizione che non lo sarebbe. Le ideologie hanno un uso strumentale cioè sono strumenti per mantenere un determinato sistema. Inoltre, servono per favorire le rappresentazioni della realtà sociale. Le ideologie operano facendo apparire naturali e corrispondenti al vero modi di pensare che in realtà sono di parte e corrispondono agli interessi che a volte avviene il consolidamento nel tempo. Lezione 013 2. Come può essere definita la concezione di Marx nella storia? Marx, considera la storia non come il prodotto intenzionale di individui precisi ma come la Storia, quindi come susseguirsi di eventi rispetto i quali l'uomo nella sua individualità non riesce ad incidere. Fondamentalmente Marx è un materialista storico che concepisce come forza lavoro e l’uomo si ritrova a vivere vi è immerso e siccome come la visione dell’uomo è sempre intesa olisticamente. (nel suo insieme) e che le condizioni condizione nelle quali si vive possono cambiare, cambia anche la percezione del singolo del suo “essere nel mondo “ per vari fattori, cause. Lo stesso discorso è valido per i cambiamenti nel mondo. Si tratta poi di ordinare le cause esterne ed interne dandone una spiegazione scientifica tenendo però sempre che la realtà possa divenire in altro modo, e quindi bisogna tornare sulla propria ricerca. 3. Quali sono i principali punti di debolezza dell’apporto di Marx alla sociologia? Boudon si chiede da sociologo come spiegare tutti i fenomeni nei quali lo schema marxiano si rivela parziale ed incompleto. Le condizioni economiche di vita degli individui siano da sole insufficienti per comprendere la complessità dei fenomeni sociali, le condizioni economiche vanno analizzate alla luce di tante altre condizioni che genericamente potremmo definire contestuali e sociali e che rivelano l’importanza analitica dei meccanismi sociali attraverso i quali i singoli individui accettano le norme di comportamento ed i valori dei gruppi sociali di appartenenza e di riferimento. I punti di debolezza dell’apporto di Marx all’istituzionalizzazione della sociologia ruotano intorno alla sua concezione della storia ed al meccanismo di storicizzazione che appare troppo deterministico e monodimensionale nel suo lOMoARcPSD|9106640 svolgimento, non riuscendo a valorizzare la variabilità storica e la ricchezza delle condizioni dalle quali dipende l’agire degli individui. Marx con il materialismo storico o dialettico mostra una visione dell’uomo nella storia che lavora compiendo sempre lo stesso gesto in maniera frenetica. Quindi il lavoro poi conduce l’uomo ad un logoramento, a ciò che i psicologi del profondo definiscono appiattimento o ispessimento dell’anima, della coscienza; fondamentale si tratta di una desoggetivizzazione del medesimo, una perdita dell’unicità, l’anima, lo Spirito che si infonde nell’opera. Lezione 014 6. Delinei i tratti che avvicinano il pensiero durkheimiano a quello weberiano. Weber muove dall’analisi delle azioni interindividuali. Durkheim muove dall’analisi della società. Durkheim – come Weber – prende in considerazione la pluralità causale e come Weber considera la molteplicità delle pluralità causali che determinano i differenti fenomeni. Le cause economiche intervengono nei rapporti causali analizzati da Durkheim ma la loro funzione varia al variare dei rapporti causali. Weber attribuisce un primato logico agli individui mentre Durkheim attribuisce un primato logico all’analisi del sociale. In entrambi, il processo di sviluppo del razionalismo è un processo storicosociale, non automatico ma condizionato nel suo divenire da specifiche condizioni istituzionali e cognitivo-normative. Per entrambi, il processo di individualizzazione costituisce un ambito di analisi privilegiato per indagare la complessità dei processi di modernizzazione e di integrazione sociale. 7. Spieghi l’olismo metodologico di Durkheim. Durkheim ritiene che l’analisi sociologica debba considerare prioritariamente la società (olismo metodologico). Per Durkheim, la Società è di più della somma delle sue parti, cioè degli individui. L’opera di Durkheim rientra, infatti, nelle teorie olistiche sulla Società vista come un intero organismo indipendente, nella sua globalità e nei suoi tratti distintivi e significativi, dai suoi stessi singoli elementi costitutivi. Lezione 15 04. Spieghi i concetti durkheimiani di solidarietà meccanica e di solidarietà organica. lOMoARcPSD|9106640 Lezione 017 Illustri i principali apporti di Durkheim alla sociologia dell’educazione. Alcuni autori come Durkheim e Weber hanno individuato nel processo educativo un ruolo di “strumento” adatto a rispondere ai bisogni della società nel mantenere l’ordine sociale. L’educazione racchiude così l’insieme dei meccanismi che la società può mettere in atto per garantirsi sopravvivenza e continuità. Considerato il padre fondatore della sociologia dell’educazione, Durkheim salda il legame tra educazione e società, nei termini di una stretta dipendenza della prima dalla seconda. Con Durkheim l’educazione diventa la risposta alle nuove necessità sociali; l’azione educativa serve a mantenere, legittimare e trasmettere l’ordine morale necessario alla sopravvivenza della società che si fonda sulla coscienza collettiva. Quest’ultima per Durkheim rappresenta l’insieme di regole, rappresentazioni e modelli di comportamento condivisi all’interno della società, che servono a guidare l’agire degli individui. (Educazione E Socializzazione. Lineamenti Di Sociologia Dell’educazione - L.Benadusi, A.Censi, V.Fabretti) Esponga i temi trattati nell’opera Evolution pédagogique en France. Lezione 018 Illustri le prime ricerche weberiane, ed in particolare, quella sul lavoro agricolo in Germania Le prime ricerche weberiane: lavoro agricolo iniziata nel 1891 e quella sulla borsa. Il lavoro agricolo mette in luce il diverso comportamento dei contadini. A sud-ovest preferiscono il lavoro salariato o emigrazione invece quelli dell’est accettato il lavoro fisso offerto dai Junker. Weber nota la differente disponibilità al rischio ed alla mobilità dei contadini tra il sud-ovest ed est. Mettendo in relazione la differente struttura della proprietà terriera, in cui ad ovest e sud predomina la piccola proprietà contadina invece ad est la grande proprietà fondiaria. Esponga i caratteri dell’individualismo metodologico weberiano Weber ritiene che le azioni umane siano individuali ma condizionate dalla società. L’individualismo metodologio è un analisi del processo di conoscenza degli individui. Occorre muovere dalle motivazioni individuali tenendo presente lOMoARcPSD|9106640 che sono sempre influenzate e condizionate dai modi pensare e di agire degli altri. L’individuo è il punto di partenza di un’analisi che non finisce mai nella dimensione individualistica. Lezione 019 05. Spieghi che cosa si intende con la definizione di sociologia comprendente. I modelli di analisi servono al sociologo per comprendere (verstehen) la realtà. Nel comprenderla egli non spiega soltanto i rapporti tra fenomeni sociali, ma comprende il senso, il significato che i soggetti che hanno agito hanno posto nelle loro azioni. Per fare questo, lo scienziato sociale deve dimenticare, spogliarsi, di tutti i suoi propri pregiudizi e le sue prenozioni, e mettersi al posto dei soggetti che hanno agito, in maniera da riuscire realmente a comprendere le loro azioni. Per Weber, infine, l’attenzione deve essere rivolta all’agire sociale, che è intenzionale e con il quale l’uomo determina un senso alla realtà. Questo senso è dato dalla relazione ed è identificato da Weber con la cultura. L’uomo è perciò un “essere culturale”. Possiamo definire, quindi, lo studio di Weber come una sociologia comprendente che usa un approccio storico-comparativo. (Educazione E Socializzazione. Lineamenti Di Sociologia Dell’educazione - L.Benadusi, A.Censi, V.Fabretti) 06. Esponga i caratteri del tipo ideale. Il tipo ideale rappresenta un quadro concettuale, il quale non è la realtà storica, e neppure la realtà vera e propria, e tuttavia serve, come schema in cui la realtà deve essere sussunta come esempio; esso ha il significato di un puro concetto limite ideale, a cui la realtà deve essere misurata e comparata, al fine di illustrare determinati elementi significativi del suo contenuto empirico. L’astrazione dalla realtà empirica è realizzata attraverso una figura che Weber definisce idealtipo. E’ una costruzione artificiale o mentale. Si è costituito deformando e rendendo caricaturali alcuni aspetti della realtà. Esso serve da parametro e da termine di paragone per la comprensione della realtà. 07.Descrivere le principali fasi della metodologia weberiana. -in un primo momento, lo scienziato osserva la realtà (fase dell’osservazione), lOMoARcPSD|9106640 -successivamente, trae dall’osservazione della realtà gli elementi utili per la costruzione di un modello ideale sul suo funzionamento (fase della concettualizzazione o astrazione), -in un terzo momento, ritorna alla realtà per verificare l’aderenza e la coerenza del modello elaborato rispetto alla realtà (fase della verifica empirica). In questo modello non interviene solamente la visione positivistica ma interviene la riflessione, l’idea, la logica dello scienziato come strumento fondamentale di analisi della realtà (idealismo). Lezione 020 04.Illustri la teoria weberiana della razionalità. Weber elabora una teoria complessa della razionalità. Gli individui nel loro agire sono guidati da quattro distinti ma complementari orientamenti razionali: • La razionalità rispetto allo scopo o strumentale (tipica degli economisti e di coloro che agiscono cercando di impiegare la minore quantità di risorse al fine di raggiungere determinati fini). • La razionalità rispetto al valore o assiologica (mobilizzata quando nell’agire si tenta di realizzare determinati valori morali e/o religiosi). • La razionalità rispetto alla tradizione (mobilizzata quando si agisce osservando abitudini sociali, norme e costumi tradizionali; ad es. un individuo che sceglie il matrimonio religioso in osservanza alla tradizione della comunità nella quale abita.) • La razionalità rispetto all’affettività (ad essa si ricorre tutte le volte nelle quali l’agire individuale è orientato dai sentimenti e dalle emozioni). Si focalizzano 3 caratteri fondamentali: -comprendiamo che agisce è l’individuo; -nelle azioni sociali un tipo specifico di orientamento può manifestarmi come prevalente ma mai le guida in maniera esclusiva. -la razionalità è estesa ai comportamenti guidati dal valore perfino dai sentimenti. Questa estensione ha delle conseguenze scientifiche: comportamenti sono oggetti di studio dello scienziato sociale ed il sociologo analizzando azioni razionali è legittimato a renderle intellegibili. Esponga la concezione weberiana del potere. Weber distingue tre tipi di potere: - Potere razional-legale; - Potere tradizionale; - Potere carismatico. Il potere non riguarda la possibilità di esercitare “potenza” e di influenzare altri uomini, ma è tale se viene riconosciuto come legittimo da chi lo subisce. lOMoARcPSD|9106640 (Educazione E Socializzazione. Lineamenti Di Sociologia Dell’educazione - L. Benadusi, A. Censi, V. Fabretti) Lezione 022 05. Illustri l’attualità del pensiero di J. Dewey. - Il primo contributo che come sociologi dobbiamo a Dewey è la valorizzazione dei fini pratici dell’educazione. - Il secondo contributo è connesso alla centralità dell’individuo e al suo ruolo nell’educazione. - Il terzo contributo è connesso alla sua interpretazione dell’esperienza è un frame logico, è una sorta di forma del pensiero che consente muovendo dagli atti pregressi di modificarli, di sperimentare nuove possibilità di azione. La riabilitazione di Dewey degli studi tecnico-professionali non riguarda unicamente gli studi tecnico-professionali ma un modo che tende a promuovere un miglioramento della vita sociale da una parte e una verifica critica, un miglioramento della conoscenza dall’altro. • • Inoltre, altri aspetti che attirano la nostra attenzione sono: la sua pedagogia incontrando gli interessi di vita e le passioni degli studenti e l’abilitazione degli studi tecnico-professionali. Per la prima volta il filosofo comprende il nesso esistente tra democrazia ed educazione ed esplora i meccanismi sociali attraverso cui una società diventa democratica. Educazione offre un ottima funzione. 06.Descriva le caratteristiche che Dewey attribuisce all’Educazione nel testo Democrazia ed Educazione. Dewey esplora il rapporto tra educazione e democrazia (Dewey 1916). In particolare, il filosofo statunitense coglie: il rapporto generativo esistente tra educazione e democrazia, ossia il condizionamento che i processi educativi esercitano sulle morfologie democratiche; il carattere esperienziale dei processi educativi che, lontano dall’essere artifici culturali o sovrastrutture, si presentano come esperienze, iscritte nelle biografie degli individui e potenzialmente idonee ad innovarle. Per Dewey l’educazione non coincide con l’istruzione ma con un modo di vita individuale e in rapporto agli altri, un modo che si apprende a determinate condizioni. Dewey intende l’educazione come: una L’educazione avviene in un contesto sociale definito ed ha lo scopo principale di far scoprire e sperimentare all’individuo la sua appartenenza sociale. L’educazione è un fatto naturale, non deve essere lOMoARcPSD|9106640 imposto, esso necessita però consapevolezza e intelligenza, richiede l’acquisizione di un metodo di lavoro, l’ideazione di un piano di sviluppo dell’individuo. Dewey intende l’educazione come: Una necessità della vita, Una funzione sociale, Una direzione, Una crescita, Una ricostruzione. Lezione 023 6. Descriva le funzioni del gioco nel pensiero di Mead. L’analisi del gioco durante l’infanzia si basa sull'osservazione dei bambini molto piccoli, che non hanno ancora la capacità di usare simboli significativi; per questo, mentre giocano, il loro comportamento è in molti sensi simile a quello di cagnolini che giocano tra loro. Crescendo, tuttavia, essi imparano gradualmente ad assumere il ruolo degli altri attraverso il gioco, il bambino che cresce sviluppa in sé la capacità di mettersi al posto degli altri. Una tappa viene raggiunta quando si verifica il passaggio dai giochi liberi ai giochi organizzati (ingrasso nella scuola materna). Il bambino diventa capace di assumere tutte le parti di tutti gli altri individui coinvolti nel gioco (interiorizzazione delle regole del gioco, cioè comprendere che il modo di agire dell’uno provoca gli appropriati modi di agire dell’altro). L’organizzazione che si introduce non è più quella di assumere il ruolo degli altri significativi, ma il rispetto di un’organizzazione prodotta dall’esterno, che presuppone l’accesso ad un’altra comprensione dell’altro. Questo altro diventa una forma di organizzazione dei modi di agire di chi è coinvolto nello stesso processo. Mead lo definisce altro generalizzato, che favorisce l’unità del sé all’individuo che vi si identifica. (La Socializzazione, Come Sicostruisce L’identita’ Sociale - Dubar) 7. Illustri l’interazionismo simbolico di Mead. Sono tre i principi dell'interazionismo simbolico, divenuta una vera e propria scuola di pensiero: lOMoARcPSD|9106640 1. gli esseri umani agiscono nei confronti delle "cose" (oggetti fisici, esseri umani, istituzioni, idee...) in base al significato che attribuiscono ad esse; 2.il significato attribuito a tali oggetti nasce dall'interazione tra gli individui ed è quindi condiviso da questi (il significato è un prodotto sociale); 3.tali significati sono costruiti e ricostruiti attraverso un "processo interpretativo messo in atto da una persona nell'affrontare le cose in cui si imbatte". Il linguaggio è lo strumento per eccellenza attraverso il quale questi significati condivisi vengono comunicati agli altri, la società con il linguaggio viene interiorizzata, ci può essere un atteggiamento di accettazione o rielaborazione dei significati condivisi. Rientrano nelle sociologie interpretative anche l’interazionismo simbolico di Mead. Con l’interazionismo simbolico la prospettiva si sposta da “socializzare l’oggetto” al “soggetto socializzando”. Dai bisogni delle entità collettive che determinano le azioni individuali si passa a sottolineare l’importanza dei significati soggettivi che gli attori attribuiscono alle situazioni e ai propri comportamenti. Entra così in gioco l’individualità degli attori del processo di socializzazione che diviene pura forma di interazione sociale e il rapporto tra individuo e sistema si delinea in forma circolare. I sociologi interazionisti della Scuola di Chicago evidenziano la possibilità interattiva e l’esistenza di uno scambio simbolico sin dai primi momenti della vita umana; il processo di socializzazione assume in ogni sua fase un carattere bilaterale, negoziale; la negoziazione deriva dalla considerazione del socializzando come capace di scelte strategiche e decisionali intenzionali. La riscoperta della centralità dell’individuo permette di ridefinire la socializzazione come un processo che conduce il soggetto non solo all’integrazione sociale ma anche alla scoperta e realizzazione di sé stesso. MEAD: contesto sociale di riferimento è l’Altro generalizzato che non prevale sull’individuo, questi non è creato dalla società ma è lui stesso artefice dell’universo simbolico che la sostiene. In tale prospettiva il processo di socializzazione è finalizzato a formare una personalità capace di rappresentarsi i significati simbolici dei comportamenti particolari e universali della società. (Educazione E Socializzazione. Lineamenti Di Sociologia Dell’educazione - L. Benadusi, A. Censi, V. Fabretti) Lezione 024 5. Descriva la rilevanza sociologia dell’opera La scimmia, l’uomo primitivo e il bambino. Gli autori (Vygotskij e Lurija) spiegano l’origine storico-culturale del comportamento umano. Nell'opera viene riportata un’analisi dei meccanismi lOMoARcPSD|9106640 • Stadio delle operazioni concrete -> cooperazione • Stadio delle operazioni astratte-formali -> inserimento sociale e professionale (Educazione E Socializzazione. Lineamenti Di Sociologia Dell’educazione - L. Benadusi, A. Censi, V. Fabretti) 6. Illustri le differenze tra la concezione dell'educazione in Durkheim e la concezione dell'educazione in Piaget Per Piaget, il bambino è predisposto fin da piccolo al pensiero intuitivo; è un bambino “competente”, capace di rappresentarsi il mondo attraverso mappe mentali coerenti e organiche. Per Durkheim, l’educazione è essenzialmente un’attività di apprendistato sociale da parte dell’individuo e strumento di riproduzione sociale quanto alla sua funzione sociale, cioè mezzo per conformare gli individui a norme e valori collettivi da parte della società, e strumento per perpetuare nelle generazioni più giovani le tradizioni e le conquiste del livello di sviluppo sociale e culturale raggiunto da una collettività. 7. Descriva il contributo di Vygotskij all’istituzione di una società democratica. Vygotskij e Lurija rispondono proprio attraverso l’educazione, ossia attraverso una sorta di coltivazione delle proprie funzioni psichiche, di esercizio, di allenamento. Il messaggio costituisce un progresso nella storia dell’educazione e nella sua rilevanza sociologica, poiché non solo riconosce la funzione dell’educazione nello sviluppo della società, ma poiché inizia ad esplorare tale funzione e da una condizione politica osmotica e indistinta dell’educazione rispetto alla società, inizia a investigare i meccanismi sociali attraverso i quali l’educazione crea una società più libera e più giusta. Questi meccanismi sociali sono fondati sull’importanza dell’istruzione non concepita come insieme preconfezionato di contenuti ma come acquisizione di un modo di lavorare sulle proprie funzioni psichiche, un modo di organizzare le conoscenze. Lezione 026 04. Descriva il contributo di Mannheim alla sociologia dell’educazione. Analizza il sistema attraverso il quale una società trasmette la sua cultura alle nuove generazioni, la generatività della conoscenza e della trasmissione della conoscenza delle generazioni. La sociologia della conoscenza di Mannheim è importante poiché dopo aver riconosciuto il carattere storico-sociale della conoscenza, getta le basi per la sua esplorazione analitica (ossia per lo lOMoARcPSD|9106640 studio dei processi che la generano) e per un approccio critico, per l’identificazione dei meccanismi idonei a svelarne la sua storicità. Ammettere che il pensiero sia influenzato inesorabilmente dal contesto sociale, non significa negare che l'individuo possa pensare autonomamente, con la sua testa. Ciò che vi è di personale, critico e originale nel pensiero individuale però si può stabilire solo cercando di capire prima quanto in esso pesa l'influenza sociale. -Successivamente nel pensiero di Mannheim il rapporto tra educazione e società si svincola dalla sola incarnazione nella figura dell’intellettuale ed assume la forma di un progetto politico in risposta alle pretese di pianificazione della società moderna. Una pianificazione in senso democratico della società presuppone che gli individui siano messi nelle condizioni di raggiungere una piena consapevolezza sui condizionamenti sociali che governano il loro pensiero per poter agire di conseguenza. Tale presa di coscienza deve passare necessariamente attraverso la diffusione degli strumenti critici della cultura e dunque un più alto livello d’istruzione. L’educazione è quindi la via per lo sviluppo della soggettività e per la conquista di una maggiore libertà individuale e deve essere connessa con una determinata collocazione storica rispecchiando le necessità relative al tipo di società in cui si realizza. -L’educazione ha il compito di preparare l’individuo a far fronte ad una realtà mutevole, devi cioè equivalere ad una “preparazione dogmatica della mente, che permette alle persone di non essere trascinate dalla corrente degli eventi che mutano ma di farvi fronte” (p.35). • • (Educazione E Socializzazione. Lineamenti Di Sociologia Dell’educazione - L. Benadusi, A. Censi, V. Fabretti) 05.Descriva il concetto di Ideologia e di Utopia in K. Mannheim. Ideologia e Utopia Mannheim definisce l’ideologia una deformazione – falsificazione della realtà, ne distingue un’accezione particolare ed una totale. Nel primo caso l’ideologia copre solo delle asserzioni specifiche senza che venga compromessa la struttura mentale totale del soggetto, il secondo caso invece riguarda le situazioni nelle quali ad un determinato gruppo ed alla sua posizione sociale corrisponde una visione uniforme della realtà che lo unisce al suo interno e lo rende riconoscibile all’esterno L’importanza di Ideologia e Utopia consiste nell’avere connesso la conoscenza alla struttura della società, non solo intesa in senso economico ma intesa anche in senso culturale, e nell’avere conseguentemente evidenziato il carattere storico della conoscenza ed il rischio di una conoscenza dogmatica non riconosciuta come tale. lOMoARcPSD|9106640 Lezione 027 5. Descriva l’approccio costruttivista di Piaget Insistette su una conoscenza intesa come costruzione attiva dell’individuo, vista, quindi, non come uno stato, ma come un processo, cioè un’interazione costante fra il soggetto e il mondo esterno nella quale il soggetto costruisce le proprie strutture mentali in un rapporto attivo e non semplicemente ricettivo con gli stimoli esterni. Nel suo sviluppo, il bambino apprenderà i rapporti di costrizione esercitati dall’adulto e la cooperazione con gli altri, grazie alla padronanza congiunta della “riflessione come discussione interiorizzata con se stesso” e della discussione come riflessione socializzata con l’altro, entrambe queste funzioni gli consentiranno di acquisire il senso della giustificazione logica ed il senso dell’autonomia morale. 6. Descriva quale rapporto esiste, secondo Piaget, nello sviluppo del bambino, tra strutture mentali e strutture morali. Per Piaget, il bambino è predisposto fin da piccolo al pensiero intuitivo; è un bambino “competente”, capace di rappresentarsi il mondo attraverso mappe mentali coerenti e organiche. Lo sviluppo del bambino è diviso in 6 stadi, si parte dai riflessi istintivi, alla percezione motoria, poi lo sviluppo di una intelligenza, prima motoria cioè come ci si deve muovere nello spazio per raggiungere degli oggetti, come afferrarli.. (sensorialemotoria), sviluppo egocentrico (si basa su se stesso). Si sviluppa una intelligenza, • prima pre-operatoria (pratica legata alla soluzione di problemi pratici), • in secondo l'intelligenza concreta 7-10 anni associazioni di idee, comprende la posizione degli oggetti nello spazio, • in terza intelligenza formale, sviluppo del pensiero, immaginazione astratta e regole di relazione con gli altri per cooperare. Le regole, per Piaget, nello sviluppo mentale del bambino hanno un'azione fondamentale, prima vengono assimilate passivamente, poi via via suscitano una interiorizzazione riflessa, personale e giustificata, da senso alle regole capisce l'utilità e il fine, e comprende la cooperazione con i coetanei e gli adulti. Quindi le regole hanno nello sviluppo del bambino una funzione organizzativa della sua logica, del suo pensiero e delle sue relazioni sociali. Quindi per Piaget lo sviluppo nel bambino è uno sviluppo morale, perché acquisisce progressivamente il suo posto nella società, della sua libertà, autonomie e libertà si azione, e gli adulti hanno un ruolo fondamentale. Lezione 028 lOMoARcPSD|9106640 L’azione sociale è connessa al ruolo (definito come “insieme di atti ricorrenti che un individuo compie in base alla combinazione di orientamenti di valore e alle ricompense e punizioni che derivano dalla conformità delle aspettative altrui” p.40). L’azione è strutturata in 3 sistemi: il sistema sociale, ossia l’interazione tra ruoli e status; il sistema culturale, cioè l’insieme dei modelli culturali di una società; il sistema della personalità, che riguarda più in dettaglio il soggetto. L’educazione diventa, quindi, l’apprendimento del ruolo possibile solo grazie ad una comune base normativa. (Educazione E Socializzazione. Lineamenti Di Sociologia Dell’educazione - L. Benadusi, A. Censi, V. Fabretti) Lezione 030 04. Spieghi le principali critiche proposte al funzionalismo parsonsiano. Izzo mette in evidenza tre critiche principali formulate contro la teoria parsonsiana della società. • la critica relativa all’esclusività del problema dell’integrazione, è stato rimproverato a Parsons di aver considerato esclusivamente o almeno prevalentemente i problemi dell’integrazione e dell’ordine sociale • Dahrendorf critica, Parsons avrebbe trascurato il potere coercitivo e repressivo della società sull’individuo • La terza critica riportata da Izzo riguarda il carattere generale e astorico della teoria parsonsiana, rimprovera a Parsons di muoversi a un livello di pensiero così generale che chi lo pratica non può logicamente scendere a quello dell’osservazione. 05. Spieghi l’interpretazione analitica delle variabili strutturali di Parsons proposta da Chazel. Secondo Chazel la teoria di Parsons è una teoria analitica, le variabili strutturali non sono entità che qualificano differentemente i comportamenti sociali in maniera fissa, univocamente determinata e deterministica ma sono variabili dal valore analitico utili a comprendere i comportamenti sociali a chiarire nella loro strutturazione quali significati sociali e combinazioni di significati intervengono. Tali variabili hanno la caratteristica innovativa, rispetto alla sociologia precedente, di non essere variabili materiali, ma di essere, nonostante la qualificazione marxiana di strutturali, variabili dalle radici culturali. Parsons coglie in maniera chiara che la cultura intesa come insieme di orientamenti normativi che guidano i comportamenti sociali ha una potenza strutturante la società. lOMoARcPSD|9106640 Lezione 031 04. Spieghi il modello integrazionista-funzionalista di interpretazione della socializzazione. I modelli integrazionisti e conflittualisti hanno in comune sia l’orientamento macrostrutturale dell’analisi, sia una visione "forte" della società e del legame tra educazione e sistema sociale. Boudon è il teorico delle buone ragioni, concetto tratto direttamente dalla teoria della razionalità complessa di Weber. Boudon legge il pensiero di Pareto alla luce della teoria della razionalità complessa di Weber e in esso per un verso coglie l'attenzione che Pareto rivolge ai sentimenti, per l'altro critica il fatto che Pareto classifichi le azioni motivate dai sentimenti come "azioni non logiche". Per Boudon come per Weber le azioni motivate dai sentimenti così come quelle ispirate dai valori sono a tutti gli effetti azioni logiche, ossia azioni comprensibili, azioni le cui motivazioni, pur se sentimentali o valoriali, sono assolutamente logiche per il soggetto che le pone in essere. 05. Spieghi il modello interazionista-comunicativo di interpretazione della socializzazione. In questo paradigma la socializzazione è considerata come un processo di adattamento nel quale il soggetto ha un ruolo attivo, quello di adattarsi alla società con le risorse conoscitive e le attitudini di cui dispone. Questo approccio si basa molto sull’affermazione che la costruzione della realtà è umana ed è legata sia alla capacità di produrre simboli (ossia la capacità di rappresentarsi la realtà attraverso segni che stanno al posto degli oggetti) sia la capacità di rappresentarsi gli oggetti in assenza degli oggetti stessi. L’approccio si struttura intorno all’interazionismo simbolico, esso considera centrale non il comportamento del singolo ma l’interazione. Il modello interazionistacomunicativo dà un’importanza fondamentale al linguaggio. Come afferma Habermas esso diviene centrale sia sul livello motivazionale, sia sul livello cognitivo poiché la comunicazione linguistica e la competenza linguistica hanno un significato nella preparazione all’intersoggettività. I limiti del modello interazionista-comunicativo sono stati identificati nel non considerare in maniera adeguata i contesti storici e sociali che strutturano lo sviluppo della personalità degli individui. Lezione 032 04. Spieghi l’apporto di Goffman alla sociologia dell’educazione. lOMoARcPSD|9106640 Il sociologo cercò di spiegare la socializzazione nella società moderna come un processo attraverso il quale l’individuo acquisisce lo status di membro della società. Goffman è ricordato per l’elaborazione del concetto di frame, una cornice condivisa di significati, mobilizzata dagli individui per agire e per conoscere. Significativi nell’analisi di Goffman appaiono altri tre elementi. I. La variazione delle performance conseguenti all’interazione degli attori sociali sulla scena. Gli attori infatti non interpretano il loro ruolo in maniera fissa, ma adattano, proprio come succede a teatro, il loro ruolo al modificarsi delle loro interazioni. II. L’esistenza di una serie di attori dietro le quinte, di un retro-scena che influenza la performance degli attori sulla scena. III. Infine il terzo elemento molto significativo nel pensiero di Goffman e rilevante per la sociologia dell’educazione è quello relativo allo stigma. Goffman porta l’attenzione sui meccanismi sociali di generazione dello stigma, quest’ultimo non è un marchio genetico ma una costruzione sociale. L’aspetto fondamentale di una simile analisi riguarda la sua possibile decostruzione, i comportamenti comunicativi ed educativi che ad esempio, in una classe scolastica, occorre attivare per impedire che insorgano comportamenti stigmatizzanti nei confronti di singoli o di gruppi di individui o per decostruire quelli eventualmente presenti. 05. Descriva l’analisi del processo di socializzazione descritto da Berger e Luckmann. I due autori americani nella Costruzione sociale della realtà (1966) focalizzano l’importanza di un’analisi della società che muova dalla vita quotidiana, che riconosca la formazione quotidiana dei significati attribuiti alle azioni dagli individui. L’interiorizzazione passa attraverso l’identificazione e l’imitazione e, di conseguenza, l’io è un ‘entità riflessa che riflette gli atteggiamenti degli altri nei suoi confronti. In questo processo il meccanismo della riflessione è importante, esso non è un meccanismo meccanico ma, dinamico, risultante da una dialettica tra come gli altri ci vedono e ci percepiscono e come noi stessi attraverso l’immagine che gli altri ci rimandano di noi stessi ci percepiamo. L’analisi di Berger e Luckmann, oltre che soffermarsi sul processo generativo dei significati sociali nel bambino, sottolineano la dialettica tra l’io e gli altri, con il meccanismo di identificazione e di auto-identificazione e mettono in luce come sempre l’io (l’individualità soggettiva) si formi in una trama sociale, in un contesto fatto di tipizzazioni, di significati condivisi attribuiti alle azioni e quasi cristallizzati, oggettivati in comportamenti, dati per scontati e ricorrenti nella vita quotidiana. In questa lOMoARcPSD|9106640 familiare. FASI DELLA SOCIALIZZAZIONE PRIMARIA: a) L’attaccamento e la relazione bambino-adulto b) Premi e punizioni c) Interiorizzazione delle norme d) Identificazione e individuazione (inclusione ed esclusione) La socializzazione secondaria riguarda quell’insieme di processi volti a favorire la trasmissione delle competenze sociali specifiche, ovvero di quelle competenze richieste dall’esercizio di differenti ruoli sociali. Essa inizia con l’età scolare del bambino e prosegue per tutto l’arco della vita. GLI AGENTI DELLA SOCIALIZZAZIONE SECONDARIA - La scuola e il mondo del lavoro: principi di autorità, prestazione, competizione, cooperazione - Il gruppo dei pari: solidarietà e competizione, riti di passaggio e di iniziazione (Educazione E Socializzazione. Lineamenti Di Sociologia Dell’educazione - L. Benadusi, A. Censi, V. Fabretti) Lezione 035 4. Illustri lo studio sulla personalità autoritaria di Adorno. Riguardo all’importanza del conflitto all’interno delle famiglie e nel condizionare lo sviluppo della personalità del bambino non può essere trascurato lo studio di Adorno sulla personalità autoritaria. Pone una stretta connessione tra personalità e struttura sociale. Secondo la sua ricostruzione gli individui più “antidemocratici” e con maggiori pregiudizi posseggono una personalità particolare e provengono da famiglie in cui i rapporti tra genitori e figli sono caratterizzati da forme di dominio, sottomissione e intolleranza a qualsiasi forma di anti-conformismo. Il sociologo coglie il rapporto tra la psiche individuale e le conseguenze sulle relazioni sociali. La pressione della società sugli individui può tradursi nello sviluppo di una personalità autoritaria che si manifesta all’interno della famiglia, ma si potrebbe aggiungere anche in altri contesti sociali, con forme di dominio fondate sulla sottomissione e sull’obbedienza acritica. lOMoARcPSD|9106640 5. Descriva il contributo di Horkheimer alla sociologia dell’educazione. Horkheimer sposta il focus dell’analisi dal piano della personalità a quello della cultura di massa. Riconoscono il condizionamento che la società attraverso i meccanismi della sua riproduzione non solo economici ma economici e simbolici esercita sugli individui, questi autori riconoscono il potenziale critico dell’istruzione, quest’ultima deve avere soprattutto la funzione di rendere gli individui consapevoli dei meccanismi di dominazione che si trovano a vivere. Horkheimer riconosce i meccanismi non solo economici ma anche simbolici e culturali attraverso i quali la società si riproduce e riconosce la funzione critica dell’istruzione. Nelle società contemporanee la cultura di massa si diffonde ed acquista valore intersoggettivo non più esclusivamente attraverso l’industria culturale di massa ma soprattutto attraverso i social media. Lezione 036 04. Illustri il concetto di habitus e di capitale culturale in Bourdieu. Per spiegare i meccanismi di riproduzione delle diseguaglianze sociali, Bourdieu si serve dei concetti di capitale culturale, habitus e ethos di classe. Il capitale culturale è l’insieme dei beni simbolici trasmessi all’individuo dalle diverse autorità pedagogiche (la famiglia, la scuola, la cultura libera), esse determinano il suo livello culturale generale che si esprime più che attraverso contenuti specifici attraverso uno stile di vita. Per habitus Bourdieu intende l’insieme in parte inconscio di schemi di percezione e di pensiero che consentono agli individui la conoscenza. 05. Spieghi la tesi sviluppata da Boudon in l’Inégalité des chances. L’analisi che Boudon sviluppa in L’Inegalité des chances, serve per evidenziare il rapporto complesso che esiste tra processi storici e approcci teorici e al fatto che il rapporto tra processi storici e approcci teorici è completato anche dalla formazione dei singoli autori. Boudon sviluppa un’analisi metodologica interessante, procede per confutazione, confutando i risultati di alcune ricerche sul rendimento scolastico degli alunni. Tali ricerche connettevano il risultato dei rendimenti scolastici all’ambiente familiare e, in particolare, alla classe sociale di appartenenza degli studenti e al titolo di studio dei genitori. Boudon scopre che il rendimento scolastico dell’allievo non può essere predeterminato esclusivamente sulla base delle variabili prese in considerazione. L’analisi di Boudon appare interessante per i risultati ai quali giunge. Boudon sembra considerare il fatto che il processo di lOMoARcPSD|9106640 socializzazione degli individui si giochi su piani molteplici: l’ambiente familiare, l’ambiente scolastico, l’ambiente urbano…, si potrebbe dire che la socializzazione si sviluppa attraverso appartenenze plurime degli individui, appartenenze a mondi plurimi. Lezione 037 4. Spieghi la teoria dell’agire comunicativo di Habermas. Habermas sostiene che l’agire sociale è un agire comunicativo non solo poiché si manifesta, si esprime attraverso la comunicazione ma proprio perché si forma mediante la comunicazione. Formula la teoria critica della società, le possibilità del soggetto con la sua intenzionalità, di interpretare in maniera personale i diversi ruoli sociali e di distanziarsi rispetto alle loro forme sociali. Il distanziamento e la personalizzazione dei ruoli avviene secondo Habermas attraverso la ragione comunicativa, l’intenzionalità dei soggetti che si forma nella cornice di specifiche strutture comunicative ma che proprio attraverso l’interazione comunicativa tende a innovarle. La teoria dell’agire comunicativo è coerente con una società occidentale che nella tradizione del razionalismo crede nella possibilità di costruire uno sviluppo armonioso e diversamente dagli altri modelli teorici ritiene lo sviluppo non derivante da potenze esterne agli individui. La teoria di Habermas dell’agire comunicativo pone l’accento sulle strutture linguistiche e sul linguaggio, ovvero sul processo di apprendimento intenzionale, intersoggettivo e realizzato attraverso la comunicazione dei ruoli sociali. In questa teoria il rapporto tra società e individuo non è né focalizzato sulla società né sull’individuo ma sull’interazione comunicativa 5. Spieghi il concetto di soggettività trascendentale di Husserl. Il soggetto non solo è un essere sociale, ma forma la sua dimensione sociale, attraverso strutture linguistiche, ossia in riferimento ad un sistema convenzionale e storico-culturale di norme condivise, il sociale genera il sé, ma non lo determina poiché il sé può rielaborare il significato dagli altri attribuito alle azioni, e attraverso tale processo, può scoprire nuovi significati e nuovi modi di vita, può svilupparsi, può emanciparsi. Il concetto di soggettività trascendentale di Husserl è utile per la sociologia dell’educazione, esso rivela l’utilità cognitiva e pragmatica delle regole sociali, dei sistemi di norme condivise. Le regole sono impulso per la formazione sociale del sé e al tempo stesso territorio di esplorazione dei modi di essere del sé, della responsabilità che definisce l’autonomia del soggetto sia nei confronti di sé che degli altri. Lezione 038 lOMoARcPSD|9106640 istituite e idonee a svolgere le loro funzioni per tutto il tempo di lavoro dei genitori. Simili istituzioni in Italia sono state più tardive e sono state soprattutto numericamente insufficienti in relazione alla richiesta di posti e distribuite geograficamente sul territorio nazionale in maniera molto eterogenea. La mancanza di una presenza territoriale di asili nido e scuole per l’infanzia adeguata alla richiesta sociale ha conseguenze non solo sui processi di socializzazione dei bambini ma anche sulle effettive possibilità delle donne di lavorare e sulla possibilità della famiglia di svolgere efficacemente i ruoli educativi ai quali è preposta. I dati relativi al lavoro femminile in Italia, sensibilmente inferiori a quelli degli altri Paesi europei, al pari dei tassi di crescita o, più esattamente, di decremento demografico presenti in Italia indicano come storicamente nel nostro Paese il lavoro pubblico delle donne non sia stato sostenuto e promosso con la creazione di istituzioni educative preposte alla cura dei figli sin dai primi mesi di vita. La mancanza e la recente implementazione di un numero adeguato di asili nido e di scuole per l’infanzia non ha unicamente minato le possibilità delle donne di lavorare fuori casa, essa ha altresì condizionato i processi di socializzazione dei nuovi nati e il ruolo educativo della famiglia. 05. Descriva le principali trasformazioni storiche degli ultimi decenni nelle funzioni socializzanti esercitate dalle famiglie. L’azione socializzante della televisione è un’azione diretta e in parte controllata dai genitori che frequentemente, durante l’infanzia dei loro figli, scelgono i programmi televisivi che i bambini possono guardare. È chiaramente anche un’azione generalizzata, uguale per tutti ed offerta a tutti in modo uguale, e passiva per i bambini che potevano limitarsi e guardare i programmi e a rallegrarsi o rattristarsi per le imprese dei protagonisti dei programmi. A partire dagli anni ’90 del Novecento l’arena della socializzazione muta profondamente e silenziosamente per effetto in primo luogo di una rivoluzione silenziosa: la rivoluzione digitale. Tra le agenzie di socializzazione la più importante è la FAMIGLIA, intesa sia come gruppo primario sia come istituzione. Per l’ottica evoluzionistica, la famiglia come istituzione ha avuto uno sviluppo lineare ma questo punto di vista è molto riduttivo. Più interessante sembra essere, invece, l’approccio della storicità, che vede il passaggio da famiglia patriarcale, che aveva una funzione prettamente strumentale, a famiglia coniugale, che ha una funzione più espressivo-affettiva. La famiglia agisce come mediazione tra società e individuo e può essere definita come “sistema vivente, altamente complesso, differenziato e a confini variabili, in cui si realizza quell’esperienza vitale specifica che è fondamentale per la strutturazione dell’individuo come persona, lOMoARcPSD|9106640 cioè come individuo in relazione (essere relazionale), nelle sue determinazioni di genere e di età, quindi nei rapporti fra sessi e le generazioni” (p.99) Nella società contemporanea il ruolo della famiglia nella socializzazione è cambiato: si è passati da una sua posizione monopolistica di controllo e di educazione delle nuove generazioni ad una che necessita della interazione con le altre istituzioni e che però allo stesso tempo crea una forte dipendenza dei nuovi nati dai genitori. Dunque, ci sono diverse socializzazioni per diverse famiglie. Ad esempio, dal dopoguerra nelle famiglie operaie prevale un modello educativo più rigido mentre in quelle della classe media si pratica la tolleranza. Questo può essere spiegato, secondo Kuhn, evidenziando la consapevolezza dei genitori delle varie classi sociali delle possibili opportunità di vita che si prospettano ai propri figli. Infatti, come evidenziano Kellerhals e Montadon, i processi di socializzazione rimangono legati alla situazione di classe dei genitori ma non va dimenticato che il rapporto genitori-figli è bilaterale, per cui “genitore e figlio formano un sistema in cui entrambi si collocano e si socializzano a vicenda ed entrambi si dispensano ricompense e sono fonti di informazioni” (p.102) (Educazione e socializzazione. Lineamenti di sociologia dell’educazione. - Benadusi, Censi e Fabretti) Lezione 041 04. Illustri le precondizioni sociali che – secondo l’autore dell’articolo l’apporto della sociologia cognitiva all’educazione alimentare dei bambini – influenzano l’educazione alimentare dei bambini. L’analisi dell’educazione alimentare dei bambini alla luce delle trasformazioni sociali delle società contemporanee pone in primo piano alcune precondizioni sociali dell’educazione alimentare, esse sono le seguenti: • • la disposizione degli adulti verso i bambini; la gestione e la qualità del tempo familiare ed in particolare del tempo dedicato ai bambini. L’attenzione, fa emergere la gestione del tempo familiare. L’educazione dei bambini ed, in particolare, l’educazione alimentare sembra invece richiedere un tempo continuo costellato di attività condivise, essa sembra limitare le possibilità genitoriali di cedere il tempo da dedicare ai loro figli. L’attenzione è tensione educativa nella misura in cui è tensione socializzante, ovvero iscrizione della pretesa di centralità dell’altro in un mondo abitato da tanti altri. Gli alimenti svolgono inoltre per i bambini un’altra funzione essenziale, si presentano come i “primi altri da sé”, permettono al bambino la relazione con l’ambiente esterno e di conoscere le sue reazioni agli odori, ai sapori provenienti dall’esterno, costituiscono strumenti straordinari di individualizzazione. lOMoARcPSD|9106640 05. Descriva le caratteristiche di una ricerca che attinge alle categorie di analisi diffuse nella sociologia cognitiva. L’analisi sociologico cognitiva rivela che i comportamenti alimentari dei bambini sono radicati negli stili di vita degli adulti, più specificatamente, essa mette in evidenza l’influenza che le costruzioni e i ruoli sociali degli adulti e le strategie di marketing delle industrie alimentari esercitano sull’educazione alimentare dei bambini. Lezione 042 05. Illustri la prospettiva di analisi meso-istituzionale della scuola proposta da Brint. Brint (1999) valorizza la dimensione istituzionale della scuola e propone un’analisi che definisce mesoistituzionale. Si occupa del funzionamento delle scuole in quanto istituzioni sociali. I compiti principalmente assegnati all’istituzione scolastica sono: - La trasmissione del sapere. - La socializzazione delle giovani generazioni. - L’allocazione delle persone in determinate posizioni e ruoli sociali, ovvero la selezione sociale. La prospettiva meso-istituzionale considera la dimensione organizzativa delle scuole e si sviluppa lungo tre assi di ricerca: a) Le pratiche relative al conseguimento dei fini istituzionali. b) Gli interessi dei principali attori coinvolti nel funzionamento scolastico. c) Gli effetti dell’ambiente esterno sul funzionamento dell’istituzione”. 06. Spieghi la rilevanza sociologica della scuola. L’interesse della sociologia dell’educazione per la scuola è duplice, in primo luogo è legato alle funzioni della scuola nei processi di socializzazione e, secondariamente, è legato alle funzioni della scuola nei sistemi dell’istruzione e dell’educazione, al fatto che la scuola è un’istituzione che contribuisce, nelle diverse culture e nelle diverse società, alla riproduzione e all’innovazione delle caratteristiche economiche, politiche e sociali delle società stesse. Da quanto sin qui detto emerge chiaramente il carattere storico della scuola ed emerge anche un altro tratto, ossia il legame funzionale che la scuola, nella storia, ha svolto con la formazione delle classi sociali dominanti. lOMoARcPSD|9106640 un’istruzione che sia nel breve termine spendibile sul mercato del lavoro, che consenta agli studenti un’occupazione immediata. L’obiettivo dell’efficacia in parte deriva dall’eco, ancora negli anni ’90, del paradigma adequazionista, dell’attribuzione alla scuola della funzione non solo di promuovere l’occupazione ma anche di promuovere la mobilità sociale ascendente degli individui. Come obiettivo istituzionale deriva però sia da un cambiamento culturale nei confronti del sapere che da investimento personale e sociale, si trasforma soprattutto in investimento personale che deve riuscire nel breve termine a dare i suoi frutti, sia da programmi formativi sempre più agili, organizzati in moduli e finalizzati a promuovere e cambiare definitivamente le forme dell’apprendimento che da analogiche diventano digitali. I dati statistici indicano che il possesso di un titolo di studio elevato non favorisce necessariamente l’inserimento nel mondo del lavoro, né lo svolgimento della professione per la quale si è studiato ma mostrano altresì che i giovani che non hanno terminato la scuola dell’obbligo presentano i tassi di disoccupazione più elevati. Come se la scuola e, soprattutto quella dell’obbligo, mantenesse una funzione di riparo dal rischio della disoccupazione giovanile di lunga durata, ma non riuscisse a garantire la coincidenza tra aspirazioni individuali ed effettivi e tempestivi sbocchi professionali. 5. Spieghi le motivazioni che portano all’emergere di un dibattito sulla qualità del sistema scolastico. Con l’accesso all’istruzione di fasce sempre più ampie di popolazione e con la progressiva trasformazione dei processi produttivi, la scuola non riesce più per un verso ad assicurare la promessa dell’eguaglianza sostanziale e, per l’altro, ad eliminare le diseguaglianze derivanti dalle posizioni ascritte degli individui, dall’appartenenza a definite famiglie di origine. La scuola rivela una debolezza progressiva. Nel corso del 1980 prende corpo il dibattito sociologico sulla qualità del sistema scolastico. E’ in questi anni che la scuola da destinataria di progetti di riforma volti al suo miglioramento e alla sua sempre maggiore democratizzazione, inizia ad essere bersaglio di aspre critiche. In Italia tale dibattito prende spunto dal saggio di Bottani del 1986, La ricreazione è finita, in esso l’autore evidenzia l’incapacità della scuola di far fronte a standard formativi soddisfacenti ma evidenzia anche il progressivo sovraccarico delle funzioni non educative del personale docente. Molti autori considerano che la scuola deve riuscire ad aggiungere la funzione socializzativa e quella maggiormente strumentale di orientamento al lavoro. L’aumento progressivo del precariato tra il personale docente non aiuta la continuità delle offerte formative e dei progetti lOMoARcPSD|9106640 formativi. Così come i successivi tagli finanziari al sistema scolastico non aiutano i processi di rinnovamento e di messa in sicurezza degli ambienti fisici e delle strutture tecnologiche. Lezione 045 6. Illustri la critica proposta da Garelli all'immagine nichilista dei giovani contemporanei (libro-Capitolo III) Discorso sulla generazione nichilista non torna per diversi motivi: non c'è un diffuso riscontro tra i giovani che conosco e frequento; le letture dei giovani d'oggi hanno la pretesa di abbracciare le nuove generazioni nel loro complesso e per gli occhiali con cui i vari osservatori parlano dei giovani d'oggi. 7. Descriva, ricorrendo all'interpretazione di Garelli, luoghi comuni e crisi dell'educazione contemporanea. (libroCapitolo II) La crisi educativa: •sono l'anello debole del sistema → sono costretti a stare ai margini della società a cercare altrove i motivi di protagonismo •alcuni adulti e anziani fanno di tutto per bloccare i giovani → presidiano il paese con la scusa di non poterlo lasciare in mano a degli incapaci • il clima della società non aiuta le nuove generazioni a farsi avanti e a rischiare • in parte vittime del sistema → non sono del tutto scusabili perchè dovrebbero essere l'avanguardia della società •vengono etichettati in diversi modi (schizzinosi, rinunciatari, apatici, ecc.) •ci sono denunce di deficit educativo ancora più pesante: definiti la generazione del bullismo ed in essi il prototipo del nichilismo: ▪ diagnosi avanzata alcuni anni fa da un intellettuali autorevole ▪ -condiziona da tempo il nostro immaginario collettivo e la possibilità stessa di pensare l'educazione ▪ -i giovani di oggi sarebbero abitati da un ospite inquietante (il nichilismo): si aggira tra loro, penetra nei loro sentimenti, confonde i loro pensieri, cancella prospettive e orizzonti, fiacca la loro anima le famiglie si allarmano, la scuola non sa cosa fare, solo il mercato si interessa di loro per condurli sulle vie del divertimento e del consumo, dove ciò che si consuma è la loro stessa vita. 8. Spieghi il paradigma della cura proposto da Garelli nell'illustrare le contemporanee sfide educative (libro) Un'altra sfida educativa riguarda il modo in cui i giovani vivono e agiscono nella società → molti giovani pur essendo inseriti nella società si mostrano poco propensi ad esercitarvi una presenza attiva e partecipe: vivono dentro il sistema ma hanno il cuore altrove e stanno dentro la società ma coltivano un proprio mondo. Si servono di varie risorse disponibili ma non danno il meglio di sé negli spazi pubblici, non hanno un rapporto negativo con le istituzioni ma tendono a lOMoARcPSD|9106640 vivere in essere in modo leggero E prevale una fedeltà passiva di presenzaassenza, di debole identificazione → molti fattori spingono i giovani a maturare una presenza leggera es.: essi contano poco nelle dinamiche pubbliche, non è detto che essi abbiano intenzione di contare di più, ciò che li spinge ai margini della società può essere un mix di costrizione e di opzione da parte di una generazione propensa a ritagliarsi spazi autonomi di realizzazione. 9. Illustri, sulla base dell'interpretazione dell'educazione proposta da Garelli, la differenza tra trasmettere ed educare (libro-Capitolo II) Trasmettere ed educare nella società plurale: ◦ trasmissione= concetto al centro di contese, malintesi e maltrattamenti nel dibattito pubblico sui temi educativi. ◦ società del passato: consenso sulla necessità di introdurre le nuove generazioni al patrimonio di saperi, norme, valori accumulati nel tempo = eredità preziosa per aiutare i giovani a orientarsi verso il futuro, ogni generazione sentiva il dovere di trasmettere a quella successiva la propria tradizione culturale e conoscitiva per: perpetuare l'imprinting della società, offrire alle nuove leve un capitale umano e culturale riconoscibile. Intento che ha coinvolto anche società caratterizzate da differenti concezioni ideali e sociali rappresentate dalle istanze del liberalismo, del marxismo, del cristianesimo, ecc. Tuttavia oggi questa impostazione si è indebolita a causa dei dubbi che si sono creati attorno al concetto e sul ruolo della trasmissione: nel campo della cultura a livello educativo, l'eclisse sembra imputabile a: incompatibilità tra la società post-moderna e i grandi movimenti di pensiero che hanno cercato di interpretare la modernità in modo unitario: le certezze ideologiche e le visioni etiche del passato hanno lasciato il posto alla frammentazione culturale del tempo presente. Alcuni hanno denunciato che le agenzie educative sono al servizio della cultura dominante invece altri hanno il timore che il ruolo attivo degli adulti in campo educativo possa impedire ai giovani di essere autori e creatore di se stessi ▪ le riserve oggi più diffuse ruotano attorno all'interrogativo se sia plausibile trasmettere una determinata cultura in una società che si scopre sempre più differenziata. Da qui nasce l'idea che l'educazione faccia riferimento a una cultura arbitraria: anche attingendo a elementi di tradizioni diverse, o proponendo un'educazione multiculturale risulta impossibile prefigurare una pedagogia che faccia di un individuo l'indigeno di tutte le culture (cit.Bordieu) • ogni insegnamento: mette l'accento su alcuni contenuti e valori e ne rigetta altri e valorizza alcune visioni e sensibilità e ci priva di altri stimoli e proposte. Le questioni sollevate sono rilevanti e chiamano in causa la difficoltà di trasmettere conoscenza, cultura e educazione nella società plurale: il problema maggiore è rappresentato dal perchè offrire alle nuove generazioni una visione della realtà che non può essere che parziale e riduttiva rispetto agli stimoli culturali che ci giungono dall'essere cittadini del lOMoARcPSD|9106640 5. Illustri le caratteristiche delle logiche narrative riscontrate nell’analisi delle interviste sui rapporti tra autonomia e autorità in giovani studenti palermitani. Esistenza di logiche narrative, storico-relazionali, altre erano logiche immaginistiche ed egocentriche. Lezione 047 4. Illustri le funzioni socializzatrici del gruppo dei pari durante l’infanzia. Un gruppo di pari è un gruppo accomunato da una stessa età, un gruppo di coetanei e/o un gruppo accomunato da esperienze simili, da pari esperienze. La condizione che caratterizza il gruppo dei pari, oltre la condivisione di esperienze simili, è quella di rapporti di autorità caratterizzati da simmetria, ossia da posizioni tra le quali, almeno formalmente, non esiste subordinazione. Storicamente il gruppo dei pari è dapprima un gruppo intrafamiliare. Nei modelli tradizionali di famiglie con tanti figli, frequentemente la differenza d’età tra i diversi figli era minima ed all’interno della famiglia si sviluppavano tra i fratelli e le sorelle sentimenti di solidarietà molto forti e di cura da parte dei fratelli maggiori verso i minori. Il gruppo di pari è un gruppo di lavoro, i ragazzini che erano avviati al lavoro dei campi e/o in epoca più tarda al lavoro nelle fabbriche sviluppavano tra loro, per il fatto stesso di condividere una situazione di vita molto simile, sentimenti di appartenenza. Con l’imporsi delle famiglie nucleari, con l’avvento della società industriale e della democratizzazione dell’istruzione, il gruppo dei pari acquista nuovi caratteri; si configura come un gruppo esterno a quello familiare, frequentemente costituito nell’ambito o accanto della socializzazione scolastica. I pari sono innanzitutto i compagni di classe, ma possono essere anche gruppi di amici costituiti fuori dall’ambiente scolastico La formalità (gruppi sportivi, religiosi, culturali, politici ) o l’informalità (relazioni interpersonali non sono finalizzate a scopi specifici ) del gruppo è un elemento distintivo, il gruppo infatti acquista caratteri differenti a seconda che si formi nell’ambito di un’istituzione e che sia regolato da norme specifiche o a seconda che sia un gruppo informale, nato più o meno spontaneamente seguendo regole non formalizzate. 5. Analizzi i caratteri distintivi del gruppo sociale dei pari. L’analisi del gruppo dei pari inizia a riguardare l’infanzia e l’età adulta. Accanto alla famiglia e alla scuola, ambiti classici di analisi della socializzazione, si è infatti scoperto che, il gruppo dei pari ha progressivamente acquistato un’importanza sempre maggiore. La scuola, il primo luogo nel lOMoARcPSD|9106640 quale si confronta e si misura con gli altri, in un ambiente apparentemente più libero. La sua diffusione nel corso dell’infanzia è effetto di due processi concomitanti, è effetto della necessità dei genitori di delegare a professionalità specifiche la cura dei figli durante il loro tempo non scolastico. Secondariamente è l’effetto di quella che viene definita come l’accelerazione dei processi di socializzazione dei bambini durante i primissimi anni di vita. Promuovere durante l’infanzia la partecipazione a gruppi nei quali il bambino possa iniziare a confrontarsi con gli altri, a spogliarsi progressivamente del suo stadio egocentrico per iniziare ad assumere ruoli maggiormente cooperativi è molto importante per lo sviluppo della sua personalità. La condivisione dei giochi, la scoperta della pluralità dei giochi, la condivisione dei pasti, l’inclusione nel gruppo di uno o più membri esterni, sono tutti elementi che promuovono la formazione e la circolazione nel gruppo e tra i suoi membri di sentimenti di solidarietà. Altra agenzia di socializzazione importante è il GRUPPO DEI PARI, informale e spontaneo o formale. È un tipo di socializzazione orizzontale che interviene molto sulla personalità del soggetto. Il gruppo dei pari può essere definito come “quella collettività i cui membri possiedono la caratteristica di essere fra loro coetanei, di aver vissuto dunque “pari esperienze”” (p.112). Parsons sottolinea come il gruppo dei pari sia funzionale per ogni individuo a fare esperienza di rapporti di tipo egualitario e cooperativo. Inoltre, l’appartenenza al gruppo dei pari comporta un abbandono progressivo della dipendenza affettiva dai genitori, uno sviluppo di una maggiore autonomia personale e un avvicinamento alle dinamiche della società. Il gruppo dei pari: solidarietà e competizione, riti di passaggio e di iniziazione negli agenti della socializzazione secondaria. 3.3 Il gruppo dei pari Famiglia e scuola sono agenzie formali di socializzazione, presentano un carattere istituzionale dal momento che nella società riscontriamo una legittimazione del loro ruolo socializzativo. Esiste però anche un contesto informale in cui avviene la socializzazione, nel gruppo dei pari e tramite i mass media. Il gruppo dei pari è un’aggregazione spontanea tra coetanei e quindi luogo di una socializzazione orizzontale. E’ stato oggetto di studio da parte dei sociologi solo in tempi recenti per due motivi: in primo luogo perché è una realtà che non sostituisce l’azione socializzativa di scuola e famiglia, bensì integra e completa questo processo; la sostituzione alle agenzie formali di socializzazione avviene solo in presenza di forme di aggregazione deviante come le gang. Un secondo motivo è rintracciabile nel fatto che l’età adolescenziale è stata “scoperta” da poco, in concomitanza con l’aumento degli anni di scolarizzazione. Il gruppo dei pari acquista un’importanza crescente in lOMoARcPSD|9106640 relazione all’indebolimento delle tradizionali agenzie di socializzazione, risponde dunque non solo a bisogni tipici dell’età, come la messa in comune con i coetanei di interessi e problematiche, ma anche ad un’esigenza di socializzazione nel caso altri processi di socializzazione non siano riusciti o abbiano lasciato dei vuoti. La socializzazione orizzontale comporta per il bambino-ragazzo un progressivo abbandono della dipendenza emotiva dai genitori, la sviluppo di un maggior grado di autonomia personale e l’avvicinamento alle dinamiche complesse e multiformi della società. EDUCAZIONE E SOCIALIZZAZIONE. LINEAMENTI DI SOCIOLOGIA DELL’EDUCAZIONE di L.Benadusi, A.Censi, V.Fabretti Lezione 048 3. Descriva i principali approcci sociologici ai mass media. L’approccio ai mass media in relazione all’infanzia, negli anni ’70 e ’80 del Novecento, è un approccio che mette in luce la dimensione passivizzante dei media, essi inibirebbero lo spirito critico, producendo comportamenti di consumo omologanti, inerzia e mediocrità intellettuale. Accanto ad un primo e principale approccio critico, si sviluppa però relativamente presto, a metà degli anni ’80 del Novecento, anche un approccio maggiormente plurale che, non limitandosi all’analisi della televisione, mette in luce molteplici mezzi e forme attraverso le quali i media raggiungono sia gli individui adulti che l’infanzia. 3.4 I mass media Sono sempre più coinvolti nel dibattito contemporaneo sulle nuove forme e i nuovi contenuti della socializzazione. L’attività che svolgono consiste nella produzione, riproduzione, e distribuzione di conoscenza. Attraverso questa conoscenza diffusa e condivisa diamo un senso al mondo; essa modella la nostra percezione e influenza i processi di pensiero. Il dibattito sui mass media resta aperto su diverse questioni: innanzitutto sul fatto se essi siano da considerarsi o meno una vera agenzia di socializzazione, e di conseguenza sugli effetti che essi producono e il tipo di socializzazione che realizzano. EDUCAZIONE E SOCIALIZZAZIONE. LINEAMENTI DI SOCIOLOGIA DELL’EDUCAZIONE di L.Benadusi, A.Censi, V.Fabretti 4. Spieghi la rilevanza sociologica dell’analisi dei nuovi media in relazione all’infanzia. Nell’analisi sociologica dei nuovi media in relazione all’infanzia due sembrano le dimensioni da considerare principalmente. - il radicamento sociale nell’utilizzo dei media, come appreso con l’approccio pragmatico e relazionale, esso è iscritto nella vita quotidiana, è una pratica di vita. lOMoARcPSD|9106640
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