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Paniere APERTE teoria e metodologia dell'allenamento Ecampus, Panieri di Teoria E Metodologia Dell'allenamento

DOMANDE APERTE TEORIA METODOLOGIA DELL'ALLENAMENTO ECAMPUS

Tipologia: Panieri

2018/2019

In vendita dal 27/10/2019

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Scarica Paniere APERTE teoria e metodologia dell'allenamento Ecampus e più Panieri in PDF di Teoria E Metodologia Dell'allenamento solo su Docsity! SINDROME GENERALE DI ADATTAMENTO: La teoria della SINDROME GENERALE DI ADATTAMENTO fu proposta da Hans Selye nel 1956 con la pubblicazione del libro “The stress of life” . Secondo Selye lo sviluppo di questa sindrome avviene mediante 3 fasi: Fase di Allarme, Fase di Resistenza e fase di Esaurimento. Nella fase d’allarme l’organismo risponde agli stressor (agente stressante) mettendo in atto organismi di difesa; nella fase di resistenza l’organismo cerca di bloccare gli effetti dello stress con risposte specifiche; e infine, l’ultima fase, ovvero la fase di esaurimento, si controlla se gli stressor continuano ad agire nonostante l’organismo sia entrato in una fase di esaurimento. Per Adattamento si intende una modificazione che avviene a livello: anatomico, fisiologico, biochimico, biomeccanico e funzionale. A differenza dell’aggiustamento, l’adattamento ha una modificazione più lenta,cronica e resistente. L’adattamento ha diverse caratteristiche come: la componente genetica e i tempi di adattamento. Nella componente genetica la capacità di adattarsi ad uno stimolo è soggettiva ed assume una caratteristica ereditaria. Infatti colui che godrà di un patrimonio genetico “migliore” si adattterà in modo più efficace ed efficiente. A sua volta i tempi di adattamento hanno due caratteristiche: l’eterocronismo degli adattamenti, ovvero, la manifestazione differenziata di ripristino dello stato di normalità dei diversi apparati dell’organismo coinvolti nello sforzo fisico, infatti il nostro corpo è “etero – cronico” perché non tutti i sistemi sollecitati possiedono tempi di ripristino uguali ; e il recupero, che è parte integrante dell’allenamento non solo per lo smaltimento della fatica, ma anche per permettere ai processi di adattamento di verificarsi in modo efficace ed efficiente , così da elevare il grado delle capacità prestazionali. COS’E’ IL CONCETTO DI OMEOSTASI: L’Omeostasi è un termine creato da Walter Cannon nel 1932 , che era un professore capo del Dipartimento di Fisiologia alla Harvard Medical School. Indica la tendenza al mantenimento di condizioni stabili, o costanti, delle funzioni organiche. E’ un insieme coordinato di REGOLAZIONI (nervose ed endocrine) con il compito di ripristinare un equilibrio perso a causa di stimolazioni esterne. muscolare, neuroendocrino e cardiovascolare). Tramite una serie di risposte ed attivazioni “a cascata” portano a degli adattamenti LA DEFINIZIONE DI ADATTAMENTO (LEZIONE 2) : Per Adattamento si intende una modificazione che avviene a livello: anatomico, fisiologico, biochimico, biomeccanico e funzionale. A differenza dell’aggiustamento, l’adattamento ha una modificazione più lenta,cronica e resistente. L’adattamento ha diverse caratteristiche come: la componente genetica e i tempi di adattamento. Nella componente genetica la capacità di adattarsi ad uno stimolo è soggettiva ed assume una caratteristica ereditaria. Infatti colui che godrà di un patrimonio genetico “migliore” si adattterà in modo più efficace ed efficiente. A sua volta i tempi di adattamento hanno due caratteristiche: l’eterocronismo degli adattamenti, ovvero, la manifestazione differenziata di ripristino dello stato di normalità dei diversi apparati dell’organismo coinvolti nello sforzo fisico, infatti il nostro corpo è “etero – cronico” perché non tutti i sistemi sollecitati possiedono tempi di ripristino uguali ; e il recupero, che è parte integrante dell’allenamento non solo per lo smaltimento della fatica, ma anche per permettere ai processi di adattamento di verificarsi in modo efficace ed efficiente , così da elevare il grado delle capacità prestazionali. COSA S INTENDE PER ALLENAMENTO PROGRAMMATO E REALIZZATO? Per allenamento programmato s’ intende una pianificazione dell’allenamento che ha come obiettivo la massima forma sportiva, nonchè estrinsecazione da parte dell'atleta di tutte le sue potenzialità fisiche e psichiche. La programmazione è un momento particolareggiato di stesura del programma di allenamento sulla base di quanto pianificato in precedenza. La pianificazione può essere a lungo o a breve termine e può essere generale e speciale Il piano di allenamento può essere suddiviso in: piano pluriennale di allenamento Piano annuale Piano del macro (meso) ciclo Piano settimanale Piano della unità di allenamento IL CANDIDATO PARLI DEL IL PRINCIPIO DEL CARICO DIRETTO A PROVOCARE EFFETTI D’ADATTAMENTO: (LEZIONE 4) : Esistono diversi principi che governano l’allenamento: 1) Il principio del carico diretto a provocare effetti d’adattamento 2) Il principio della ciclicità per garantire l’adattamento 3) Il principio della specializzazione diretta a rendere specifico l’allenamento 4) Il principio della proporzionalità, secondo le teorie di Weineck 2009. Questo principio racchiude a sua volta: a) Il principio dello stimolo allenante b) Il principio dell’individualizzazione del carico c) Il principio dell’incremento del carico d) Il principio della successione corretta del carico e) Il principio della variabilità del carico f) Il principio dell’alternanza del carico g) Il principio della relazione ottimale tra carico e recupero. I PRINCIPI CHE GOVERNANO L’ALLENAMENTO (LEZIONE 4) : I principi che governano l’allenamento sono : il principio del carico diretto a provocare effetti d’adattamento; Il principio della ciclicità per garantire l’adattamento; Il principio della specializzazione diretta a rendere specifico l’allenamento; Il principio della proporzionalità. L’ Obiettivo dell’allenamento sportivo è il miglioramento: - delle capacità fisiche organico- muscolari: forza ,resistenza ,rapidità , flessibilità; -delle capacità psichiche (conoscenza di sé , autocontrollo , forza di volontà, successi , sconfitte); -delle capacità e abilità coordinative (abilità tecniche); -delle abilità cognitive(tecnico-tattiche) I PRINCIPI CHE GOVERNANO L’ALLENAMENTO (weineck 2009) (LEZIONE 4) : I principi che governano l’allenamento sono : il principio del carico diretto a provocare effetti d’adattamento; Il principio della ciclicità per garantire l’adattamento; Il principio della specializzazione diretta a rendere specifico l’allenamento; Il principio della proporzionalità. L’ Obiettivo dell’allenamento sportivo è il miglioramento: - delle capacità fisiche organico-muscolari: forza ,resistenza ,rapidità , flessibilità; -delle capacità psichiche (conoscenza di sé , autocontrollo , forza di volontà, successi , sconfitte); -delle capacità e abilità coordinative (abilità tecniche); -delle abilità cognitive(tecnico-tattiche) IL CANDIDATO ELENCHI E SPIEGHI 2 PRINCIPI DELL’ALLENAMENTO ( LEZIONE 4) : Dei 6 principi due che sono abbastanza interessanti sono: il principio 2 e …………. Il principio 2 racchiude gli aspetti da considerare per programmare la somministrazione degli stimoli allenanti: Il principio dello carico continuo; Il principio del carico periodizzato ; Il principio del recupero periodizzato. Per il principio del carico continuo si intende la successione regolare dell’allenamento, che porterà ad un progressivo aumento delle capacità di prestazione sportiva di un atleta, fino a raggiungere il suo limite individuale che è geneticamente stabilito ; nel principio del carico periodizzato si deve ottenere la forma ottimale nel momento giusto, dosare i carichi senza trascurare la continuità dell’allenamento, evitare di sovra-allenare l’atleta; e infine il principio del recupero periodizzato è abbastanza importante perché è proprio in questo momento che molti atleti inseriscono un periodo di rigenerazione in cui vengono ristabilite le riserve psicofisiche dell’atleta. Un altro principio interessante è il principio 3. Questo principio considera: Il principio dell’adeguatezza rispetto all’età e il principio del carico finalizzato. Il principio dell’adeguatezza rispetto all’età afferma che per riuscire a sfruttare al momento giusto il potenziale di prestazione esistente, i carichi di allenamento devono essere programmati tenendo conto dell’età Sotto la categoria del principio del carico troviamo una serie di principi che disciplinano la corretta somministrazione degli stimoli biologici, o stimoli allenanti, che si concretizzano nella seduta di allenamento. Si chiamano principi perché sono“pilastri” senza i quali tutto il resto non può stare in piedi. La metodologia dell’allenamento ha scolpito sulle “10 tavole” le leggi strategiche affinché la preparazione abbia successo, su una di queste tavole sono incisi i principi del carico che andiamo a ricordare: Il principio dello stimolo allenante; Il principio dell’individualizzazione del carico; Il principio dell’incremento del carico; Il principio della successione corretta del carico ;Il principio della variabilità del carico ; Il principio dell’alternanza del carico; Il principio della relazione ottimale tra carico e recupero. Il principio del recupero periodizzato è abbastanza importante perché è proprio in questo momento che molti atleti inseriscono un periodo di rigenerazione in cui vengono ristabilite le riserve psicofisiche dell’atleta. Ha una valenza importante soprattutto per gli atleti di alto livello. Viene inserito anche , come un periodo di tempo prolungato di ricostituzione (assenza da gare) dopo anni di allenamenti e ristagni nella prestazione. IL CANDIDATO ESPONGA IL PRINCIPIO DELLA CICLICITA’ PER GARANTIRE L’ADATTAMENTO?? (lezione 5) Il principio della ciclicita’ per garantire l’adattamento è il principio 2 Il principio 2 racchiude gli aspetti da considerare per programmare la somministrazione degli stimoli allenanti: Il principio dello carico continuo; Il principio del carico periodizzato ; Il principio del recupero periodizzato. Per il principio del carico continuo si intende la successione regolare dell’allenamento, che porterà ad un progressivo aumento delle capacità di prestazione sportiva di un atleta, fino a raggiungere il suo limite individuale che è geneticamente stabilito ; nel principio del carico periodizzato si deve ottenere la forma ottimale nel momento giusto, dosare i carichi senza trascurare la continuità dell’allenamento, evitare di sovra-allenare l’atleta; e infine il principio del recupero periodizzato è abbastanza importante perché è proprio in questo momento che molti atleti inseriscono un periodo di rigenerazione in cui vengono ristabilite le riserve psicofisiche dell’atleta. LE CARATTERISTICHE DELLO STADIO DELL’ALLENAMENTO BASE? (LEZIONE 6) Lo stadio dell’allenamento base presenta diverse caratteristiche: Sviluppo delle capacità di coordinazione ; Apprendimento di semplici abilità e combinazioni di abilità di vario tipo ; Perfezionamento delle capacità di equilibrio, ritmo, reazione, differenziazione, orientamento spazio tempo, coordinazione segmentaria, trasformazione PARLARE DEL RAPPORTO TRA I PROCESSI DI ALLENAMENTO E I MEZZI? ( LEZIONE 6 ) = L’allenamento è un processo finalizzato all’ottenimento di elevati livelli di prestazione in una disciplina specifica attraverso l’adattamento all’attività muscolare. L’allenamento sportivo esercita un’azione sistematica e globale sullo stato fisico e sulla personalità intera del soggetto. L’obiettivo dell’allenamento è quello di orientare e governare questo processo, stimolando adattamenti specifici che consentono di incrementare le prestazioni sportive. Nel proporre una seduta di allenamento, bisogna modulare l’utilizzo delle proprie conoscenze e l’uso dei mezzi che si hanno a disposizione, relativamente al gruppo di allievi con cui si deve lavorare. COSA E’ IL PROCESSO DI ALLENAMENTO A LUNGO TERMINE? (LEZIONE 6) è un processo unitario attraverso stadi cronologicamente definiti e per passare gradualmente da una formazione di base multilaterale ad un allenamento specializzato nello sport o nella disciplina sportiva specifica. Nel processo di allenamento a lungo termine la finalizzazione progressiva si esprime in una crescente sovrapponibilita’ degli esercizi prescelti con la struttura del tipo di movimento e del tipo di carico dello sport praticato IL MACROCICLO:COMPOSIZIONE E SUDDIVISIONE ( LEZIONE 7) Il macrociclo si compone di più mesocicli e dura da più settimane fino a un anno. Generalmente è suddiviso in una prima fase dove avviene la formazione della forma sportiva (periodo di preparazione), una fase della sua relativa stabilizzazione (periodo di gara) e un’ultima fase di transizione dove c’è la perdita temporanea della condizione ottimale. Un macrociclo di allenamento allena un atleta sotto diversi punti di vista, e vuole culminare con il massimo della performance raggiungibile dall’atleta stesso in quel periodo.Al termine di un macrociclo, generalmente, vi è una gara o un test dei massimali, e quindi culmina con l’apice della performance raggiungibile nell’intero macrociclo stesso. IL PICCO MASSIMO DI FORMA SPORTIVA, COSA E’ E COME SI ATTUA? (LEZIONE 7) Il PICCO MASSIMO DI FORMA SPORTIVA (Peak Status) si può definire come una condizione temporanea di forma atletica caratterizzata da: una durata di 2/3 settimane ; da una massima efficienza psicologica e fisiologica ; Livello ottimale di “prontezza” tecnica e tattica ; Capacità di adattamento agli stimoli indotti con l’allenamento molto rapida ; Rapida capacità di recupero dopo gli allenamenti e le competizioni IL CANDIDATO PARLI DELLA DIFFERENZA TRA PERIODIZZAZIONE, PIANIFICAZIONE E PROGRAMMAZIONE ( LEZIONE 7) La periodizzazione si propone il raggiungimento della massima forma sportiva e quindi espressione da parte dell'atleta di tutte le sue potenzialità fisiche e psichiche. La possiamo dividere in due momenti: -pianificazione: momento generale di formulazione delle grandi variazioni di struttura dell’allenamento riferite ad un ampio arco di tempo e ad obiettivi intermedi. Pertanto vanno definiti gli obiettivi, le priorità, le scadenze più importanti, i tempi occorrenti per le varie fasi di preparazione, i metodi e i mezzi più idonei. -programmazione: momento particolareggiato di stesura del programma di allenamento sulla base di quanto pianificato in precedenza. La pianificazione può essere a lungo o a breve termine e può essere generale e speciale Il piano di allenamento può essere suddiviso in: piano pluriennale di allenamento ; Piano annuale ; Piano del macro (meso) ciclo ; Piano settimanale ; Piano della unità di allenamento I primi studi sulla periodizzazione riguardano Matveyev (1965) che basandosi sulla sindrome generale di adattamento suddivide l’anno sportivo in fasi e cicli Il ciclo di allenamento in generale può essere diviso in:Periodo preparatorio (diviso in generale e specifica) ; Periodo di gara (diviso in pre-competitivo e competitivo); Periodo di transizione COSA SI INTENDE PER MACRO-MESO-MICROCICLO (LEZIONE 7) I microcicli sono composti da numerose unità di allenamento che generalmente vanno da alcuni giorni fino a un massimo di una settimana; i microcicli si possono adattare in modo più preciso alle condizioni esistenti come la condizione fisica del momento, eventuali problemi fisici comparsi durante la settimana ma anche eventuali condizioni climatiche proibitive. All’interno del microciclo le varie unità di allenamento devono essere organizzate in modo tale da avere un senso logico con la creazione di un “ritmo ideale” di allenamento. Il mesociclo è composto da più microcicli e ha la funzione di dirigere e finalizzare quest’ultimi nel modo migliore. Il mesociclo deve garantire un rapporto ottimale tra carico–recupero e verificare l’eventuale necessità di accentuare o diminuire l’allenamento di un determinato aspetto. Vi sono due tipi di mesociclo: Mesociclo introduttivo:con il recupero e l’ aumento della capacità di carico con intensità bassa e ampio volume. Mesociclo di base: con il miglioramento dei presupposti di prestazione con parametri ottimali di carico per quanto riguarda intensità e volume. Mesociclo di perfezionamento: consolidamento delle capacità acquisite e acquisizione di nuove abilità controllando e mantenendo i parametri ottimale di carico. Mesociclo di gara: costruzione e miglioramento della capacità di prestazione con allenamento tipo gara e partecipazione frequente alle competizioni. Mesociclo intermedio: recupero e stabilizzazione delle capacità di prestazione durante il periodo gara, riduzione graduale dei carichi di lavoro con successiva reintroduzione. Il macrociclo si compone di più mesocicli e dura da più settimane fino a un anno. Generalmente è suddiviso in una prima fase dove avviene la formazione della forma sportiva (periodo di preparazione), una fase della sua relativa stabilizzazione (periodo di gara) e un’ultima fase di transizione dove c’è la perdita temporanea della condizione ottimale. Nei macrocicli, mesocicli e microcicli troviamo una variazione periodica (a onde) del carico di allenamento cambiando il rapporto tra volume e intensità LE CLASSIFICAZIONI DELLA FORZA SECONDO VARI AUTORI: IL CANDIDATO NE RIPORTI ALMENO 2 ( LEZIONE 9) : Secondo Harre sono : forza massima, che si può definire come la capacità del muscolo di esprimere la massima tensione possibile con una contrazione volontaria. ; forza veloce,che possiamo definire come la forza veloce come la capacità di esprimere elevate tensioni muscolari nel minor tempo possibile, e infine la forza resistente, che la possiamo definire come la capacita‘ dell'organismo di opporsi alla fatica durante prestazioni di forza e di durata. Invece le forze secondo le indicazioni di c. Bosco si distinguono in: Forza massima: la capacità di sviluppare una forza che permette di sollevare un carico massimo e che non consente di modulare la velocità di esecuzione. ; Forza dinamica massima: superamento di una resistenza submassimale con una contrazione con accelerazione massima.; Forza esplosiva: la capacità del muscolo di sviluppare altissimi gradienti di forza in tempi brevissimi ; Forza reattiva: La capacità di assorbire l’energia cinetica o potenziale, dovuta alla corsa o ad una caduta , restituendola contraendo la muscolatura per effetto del riflesso da stiramento. Vi sono altre tipi di classificazioni come: Verkhoshanky: Forza tonica, Forza fasica Forza fasico- tonica, Forza veloce (ciclica e aciclica), Forza esplosiva (balistica-reattivo balistica, isometrica) Bompa:forza massima, potenza,forza assoluta, forza relativa, riserva di forza Weineck: Forza massimale; Forza reattiva ; Forza rapida ; Resistenza alla forza LE DIVERSE ESPRESSIONI DI FORZA SECONDO BOSCO(LEZIONE 13)= Le forze secondo Bosco si suddividono in: Forza massima: la capacità di sviluppare una forza che permette di sollevare un carico massimo e che non consente di modulare la velocità di esecuzione Forza dinamica massima: superamento di una resistenza submassimale (<70%1RM) con una contrazione con accelerazione massima. Forza esplosiva: la capacità del muscolo di sviluppare altissimi gradienti di forza in tempi brevissimi Forza reattiva: La capacità di assorbire l’energia cinetica o potenziale, dovuta alla corsa o ad una caduta , restituendola contraendo la muscolatura per effetto del riflesso da stiramento. esplosiva permette di sviluppare la potenza e la capacità di rispondere più rapidamente ad un’azione. Le routine di allenamento con esercizi per l’esplosività sono un modo per aumentare la potenza. La forza esplosiva si allena con carichi al 20-30% fino al 50% di 1RM eseguiti alla massima velocità per massimo 10/12 rps. L’ALLENAMENTO DELLA FORZA NELLE DONNE (LEZIONE 14) = La forza nella donna è uno dei parametri principali per arrivare ad alcuni obiettivi, tra questi gambe e glutei sodi. Le donne producono solo il 10% del testosterone che producono gli uomini: meno testosterone significa meno massa muscolare. In più, le fibre muscolari delle donne sono più piccole e meno concentrate nella parte superiore del corpo.L'allenamento di forza su una donna ha l'effetto di snellire e rassodare più che di ingrandire e gonfiare. I Vantaggi allenamento della forza : Aumento di massa magra e diminuzione del grasso corporeo ; Maggiore forza funzionale per attività sportiva specifica e vita quotidiana ; Maggiore robustezza ossea e dei tessuti connettivi ; Incremento di forza mentale, autostima, sicurezza ; Migliore prestazione fisica in generale. BENEFICI DELL’ALLENAMENTO DELLA FORZA NELLE DONNE ( LEZIONE 14) = L'allenamento di forza su una donna ha l'effetto di snellire e rassodare più che di ingrandire e gonfiare. I Vantaggi allenamento della forza : Aumento di massa magra e diminuzione del grasso corporeo ; Maggiore forza funzionale per attività sportiva specifica e vita quotidiana ; Maggiore robustezza ossea e dei tessuti connettivi ; Incremento di forza mentale, autostima, sicurezza ; Migliore prestazione fisica in generale I TEST PER LA FORZA: IL SALTO ORIZZONTALE; INDICAZIONI DI ESECUZIONE E UTILIZZO PER LA PERFORMANCE E LA PREVENZIONE ( LEZIONE 14) = Il salto in lungo si divide in 4 fasi : RINCORSA, nella quale il saltatore accelera fino al raggiungimento, in prossimità dell’asse di battuta, della massima velocità compatibile con una corretta esecuzione tecnica dello stacco; STACCO, nella quale l’atleta crea una componente di velocità verticale (parabola di volo) e minimizza la perdita di velocità orizzontale; VOLO, il saltatore si prepara per l’atterraggio, mediante 3 differenti tecniche: RACCOLTA;VELEGGIATO; PASSI IN ARIA; ATTERRAGGIO, avviene nella buca di sabbia dove l’atleta tocca prima con i talloni che lasciano o dovrebbero lasciare sulla sabbia la “traccia” dalla quale si misura. COSA E’ IL METODO A CONTRASTO? E LE SUE APPLICAZIONI (LEZIONE 14) = Il metodo a contrasto è stato ideato per conciliare l'allenamento della forza a quello della rapidità. Esistono due diverse tipologie di lavoro: contro tra le serie in cui si alternano serie con carichi pesanti a serie con carichi più leggeri e contro nella serie in cui si alternano carichi pesanti a carichi leggeri nella stessa serie. Queste tipologie di esercizio servono per stimolare maggiormente il sistema neuro muscolare: il carico maggiore comporta un'esecuzione più lenta dell'esercizio mentre il carico minore stimola la velocità di esecuzione, in questo modo si possono conciliare l'allenamento della forza e della velocità.Il «contrasto» può essere raggiunto non solo con l’alternanza pesante-leggero, ma anche combinando la ripetizione di impegni di forza massimali, impegni di resistenza alla forza, impegni esplosivi di forza rapida. E’ Un metodo di allenamento che permette di superare i propri limiti, il metodo a contrasto è solitamente apprezzato dai bodybuilder che vogliono andare oltre la propria soglia di miglioramento. IL CANDIDATO PARLI DEI 3 PRINCIPI FONDAMENTALI DELLA PROGRESSIONE DEL CARICO SECONDO KRAMER ET AL.(2004) (LEZIONE 14) = il metodo di coltivazione è quello di eseguire la serie con un aumento dei carichi e conseguente diminuzione del numero di ripetizioni, dove l'obiettivo principale è lo sviluppo della forza muscolare e dell'ipertrofia muscolare. Ciò è possibile grazie all'aumento o alla diminuzione dell'intensità del carico, insieme alla progressione della serie, modificando così il numero di ripetizioni in ciascuna serie eseguita IL CANDIDATO PARLI DELL’ALLENAMENTO ISOCINETICO DELLA FORZA (LEZIONE 14) = L'isocinetica è una metodica utilizzata nella riabilitazione motoria, nella riatletizzazione, nel potenziamento muscolare e nella valutazione funzionale dell'atleta. Si giova dell'utilizzo di macchine particolari, che hanno la capacità di mantenere una velocità angolare costante e controllata nell'arco del movimento. Oggigiorno l'allenamento isocinetico viene comunemente effettuato anche al di fuori dei centri specializzati. Nella contrazione isocinetica la forza e' massimale durante tutto l'arco del movimento e consente la misura della forza ad una determinata velocita' di contrazione. Le apparecchiature isocinetiche vengono utilizzate come mezzo di valutazione funzionale dell'atleta e come metodica di riabilitazione. CAMBIAMENTI DELLA FORZA MUSCOLARE E ADATTAMENTI NELL’ETA’ EVOLUTIVA (LEZIONE 14) = . La forza nell’età evolutiva cresce e si modifica in modo spontaneo e irregolare, influenza grande parte della motricità, sia in modo positivo sia in modo negativo, presenta modificazioni parallele alla statura e al peso corporeo, risente dell ‘accrescimento osseo e dell’incremento della massa muscolare, particolarmente nel caso degli atleti. Se alla nascita il bambino ha solo il 21%-25% di massa muscolare, alla fine della crescita i maschi arrivano ad un 52% di massa muscolare contro un 42% delle coetanee. Le fibre muscolari del bambino sono più sottili ed elastiche e molto più ricche di acqua. L’aumento della massa muscolare avviene per iperplasia e ipertrofia. Si ha un aumento sia delle dimensioni (in larghezza) che del numero dei sarcomeri (in lunghezza) in corrispondenza della giunzione muscolo-tendinea. Si sostiene che soprattutto durante l’infanzia e l’adolescenza l’osso disponga di grandi capacità di adattamento ai carichi COSA E’ IL RATE OF FORCE DEVELOPMENT?? (LEZIONE 14) Il Rate of Force Development (tasso di sviluppo della forza) misura la velocità con cui genero la forza nel gesto atletico specifico. In letteratura è noto come la maggior parte dei gesti motorio/ sportivi si svolga in un tempo inferiore ai 200 millisecondi. Nello sport di alto livello, quello che conta è quanta forza riesco a sviluppare nel minor tempo possibile a disposizione, perché sarà quel valore a determinare la potenza nel mio gesto. Alcuni autori suggeriscono come l’allenamento di forza, pliometrico e le alzate olimpiche possano contribuire a migliorare l’RFD. Analizzando meglio gli studi si vede come solo il resistance training e il ballistic training hanno mostrato dei risultati positivi in caso di soggetti allenati e atletici. Il RFD dovrebbe essere considerato il più importante parametro da migliorare nello sport di alto livello, in quanto influenza positivamente l’efficacia e l’efficienza di skill motori ben precisi presenti in ogni gesto atletico-sportivo SALTO VERTICALE E LA SUA VALUTAZIONE ( LEZIONE 14) =con il salto verticale Si rileva la forza esplosiva degli arti inferiori. Come eseguirlo: Posizionarsi di fianco ad una parete, dove è stata posta una corda metrica in cm, con arti inferiori tesi e un arto superiore disteso, prendere la misurazione corrispondente all’estremità delle dita. Successivamente, da posizione di semiaccosciata (90°) saltare in alto e rilevare la misurazione in corrispondenza del punto più alto toccato sulla corda metrica. La differenza tra la misurazione iniziale a riposo, e la misura raggiunta col salto corrisponde alla massima forza esplosiva degli arti inferiori. Solitamente si effettuano tre prove consecutive e si rileva poi la migliore. IL CANDIDATO PARLI DEL CIRCUIT TRAINING: COME SI STRUTTURA LA SEDUTA E LA FINALITA’ ? (LEZIONE 15) : L’allenamento a circuito è un tipo di allenamento con sovraccarichi eseguito a circuito, ovvero svolgendo serie di esercizi multipli usando ripetizioni medio-alte, basse intensità, senza pause, o con pause molto brevi tra gli esercizi. I vantaggi dell'allenamento a circuito sono principalmente legati ad uno stimolo sul miglioramento della forza, dell'ipertrofia, della resistenza muscolare, e della capacità aerobica in un'unica sessione di allenamento. La successione degli esercizi nel circuit training è programmata per alternare esercizi per la parte superiore e inferiore, in modo da coinvolgere tutti i gruppi muscolari, metodo utile per produrre un maggiore dispendio energetico, con conseguente perdita di peso, miglioramento della potenza, forza e resistenza muscolare. CRITERI ORGANIZZATIVI E MEDOLOGICI NELL’ALLENAMENTO DELLA FORZA: QUALI DOMANDE PORSI NELLA STESURA DI UN PIANO DI LAVORO? ( LEZIONE 15) : Bisogna intanto: Valutare il soggetto (età-esperienze-tipologia etc..) ; Insegnare la tecnica. ; Potenziare in senso centrifugo (da baricentro verso gli arti).; Creare un condizionamento di forza generale, prima di passare a sviluppare gli altri tipi di forza. ; Stabilire le priorità di distretti corporei. Bisogna anche considerare altri tipi di criteri organizzativi dell’allenamento della forza come: Gli aspetti coordinativi richiesti ; Se sono presenti elementi di instabilità ; Il volume; L’intensità; La velocità ; Il recupero /Pausa. COME ALLENARE LA SAQ (LEZIONE 17) Questo tipo di allenamento- SAQ è l’acronimo di Speed, Agility, Quickness- è stato elaborato negli Stati Uniti ed è conosciuto fin dagli anni ’80 nell’allenamento del football americano. Tale allenamento deve essere considerato un collegamento tra allenamento della rapidità e della capacità di cambiare direzione e si basa sui cosidetti Agility Drills.Il metodo contiene un sistema progressivo di esercizi e mira allo sviluppo delle capacità fondamentali dei giocatori negli sport “dinamici”, servendo allo sviluppo della destrezza e della precisione con un aumento della velocità dei giocatori.Gli attrezzi di allenamento che si utilizzano più frequentemente sono l’Agility Ladder (scaletta d’agilità), gli Speed Hurdles (miniostacoli) o gli Agility Cones (coni e piloni speciali). Gli obiettivi dell’allenamento sono il miglioramento della rapidità, della capacità di reazione, della concentrazione, del senso dell’equilibrio e della coordinazione, tutte capacità necessarie per essere in grado di cambiare direzione rapidamente.Fondamentalmente queste forme d’allenamento si basano su un lavoro rapido di piedi COSA SIGNIFICA SAQ (LEZIONE 17) SAQ è l’acronimo di Speed, Agility, Quickness. Dove Quickness è la rapidità, ovvero capacità di eseguire un gesto motorio nel minor tempo possibile, muovere una parte del corpo. ; Speed è la velocità, ovvero la capacità di spostarsi nel minor tempo possibile, muovere il corpo intero o un attrezzo nello spazio; e infine Agility, l’agilità, è la capacità complessa in cui gli aspetti fisici sono inscindibili da quelli cognitivi: "un rapido cambio di direzione o velocità in risposta ad uno stimolo” Questo tipo di allenamento- è stato elaborato negli Stati Uniti ed è conosciuto fin dagli anni ’80 nell’allenamento del football americano. Tale allenamento deve essere considerato un collegamento tra allenamento della rapidità e della capacità di cambiare direzione e si basa sui cosidetti Agility Drills.Il metodo contiene un sistema progressivo di esercizi e mira allo sviluppo delle capacità fondamentali dei giocatori negli sport “dinamici”, servendo allo sviluppo della destrezza e della precisione con un aumento della velocità dei giocatori.Gli attrezzi di allenamento che si utilizzano più frequentemente sono l’Agility Ladder (scaletta d’agilità), gli Speed Hurdles (miniostacoli) o gli Agility Cones (coni e piloni speciali). Gli obiettivi dell’allenamento sono il miglioramento della rapidità, della capacità di reazione, della concentrazione, del senso dell’equilibrio e della coordinazione, tutte capacità necessarie per essere in grado di cambiare direzione rapidamente.Fondamentalmente queste forme d’allenamento si basano su un lavoro rapido di piedi breve, dai 6 agli 8 secondi e dovrà essere collocata necessariamente nella prima parte dell’allenamento, data la necessità della freschezza del sistema nervoso per tale lavoro . Si consiglia di sviluppare tale lavoro per un massimo di 12-15 minuti a seduta , usando all’inizio delle pause più lunghe fino a 40 secondi che si ottiene facendo dei gruppi da 4-5 persone. Gli esercizi possono essere suddivisi : Rapidità, arti inferiori senza palla; Rapidità, arti inferiori con la palla; Rapidità, arti superiori con la palla; Rapidità di reazione, azione generale e spostamento. QUALI SONO I TEMPI ( SECONDI PER PROPORRE ESERCIZI PER LA VELOCITA’ ( LEZIONE 22) = L’allenamento della velocità va praticato con costanza, altrimenti tende a regredire in breve tempo. Nell’allenamento della velocità è sempre meglio eseguire l’esercizio alla massima velocità esecutiva. Il tempo di esecuzione deve essere breve, non più di 6-8 secondi. Per costruire una progressione didattica logica, potrebbe essere conveniente “scomporre” il movimento in accelerazione, decelerazione, cambio di direzione e ripartenza SCRIVA ALMENO 5 ESERCIZI PER LA RAPIDITA’- VELOCITA’ ADATTI AL CALCIO (LEZIONE 22) = Nel calcio ci sono vari esercizi per allenare la rapidità e la velocità, alcuni di questi sono: Esercizi di Line Drills , usati per migliorare la velocità, la rapidità e il controllo motorio; Dot Drills , usati per la velocità dei piedi e per controllo e consapevolezza corporea; Cone Drills , usati per variare gli esercizi e renderli di diversa difficoltà e intensità; Cambi di direzione; Reaction drills, ovvero Identificare uno specifico stimolo e rispondere in modo appropriato, e inoltre l’atleta integra i diversi stimoli con le diverse risposte motorie richieste ; in questo esercizio si posizionano 2 conetti di colore diverso (es: rosso a destra e blu a sinistra) e in questo caso il preparatore/allenatore chiama il colore e l’atleta deve correre andata e ritorno sul conetto di quel colore QUALE E’ LA FASE SENSIBILE DELLO SVILUPPO DELLA RAPIDITA’? E QUALI SONO I PRESUPPOSTI CHE FAVORISCONO QUESTO SVILUPPO? ( LEZIONE 22) Il periodo di maggiore sviluppo della rapidità e della velocità è compreso tra i 7 -8 anni ed i 12-13 anni. Dai 6/7 fino agli 11/12 anni si sviluppano : Capacità di reazione ; Capacità di eseguire movimenti ad elevata frequenza Femmine 8/11, maschi 8/14-15 anni si sviluppano : Rapidità aciclica (movimenti isolati) • Velocità di azione (capacità locomotoria massima) - accelerazione PARLI DEI DIFFERENTI TIPI DI TEST PER LA RAPIDITA’ (LEZIONE 22) = I test per le diverse abilità servono per predire il potenziale dell’atleta, per identificare aree di debolezza e di forza per comparare gli atleti e determinare fasce di livello. Inoltre ci servono per valutare la condizione di forma della giocatrice e i progressi dei processi di allenamento. i motivi per i quali è utile testare gli atleti sono: Per studiare l’effetto del programma di allenamento ; Per incentivare l’atleta ad allenarsi maggiormente ; Per dare all’atleta un feedback oggettivo; Per rendere l’atleta più consapevole dell’obiettivo dell’allenamento ; Per valutare se un atleta è pronto a competere in gara 6. Per determinare lo stato della performance di un atleta durante un periodo di recupero ; Per pianificare programmi di allenamento a breve e lungo termine; . Per identificare i punti deboli di un atleta I differenti tipi di test per la rapidita’ sono : . Line step ;Test di agilità in area ; Test sui 10-20 metri, sui 14 metri e il 14+14 metri ; Test navetta RSA 14+14metri ,ripetuti 10 volte, con 30’’ di recupero. PER COSTRUIRE UNA PROGRESSIONE DIDATTICA LOGICA, POTREBBE ESSERE CONVENIENTE “SCOMPORRE” IL MOVIMENTO IN ….. (SECONDO MARKOFF ET AL 1995 ; BLOOMFIELD ET AL 2007) (LEZIONE 22) = Per costruire una progressione didattica logica, potrebbe essere conveniente “scomporre” il movimento in accelerazione, decelerazione, cambio di direzione e ripartenza. COME SI CLASSIFICA LA RESISTENZA IN BASE ALLA DURATA DELLO SFORZO ( HARRE) ( LEZIONE 25) = Posto che per Harre la resistenza è la capacità dell’organismo di resistere contro la stanchezza durante una esercitazione di lunga durata, egli classifica la resistenza in base: -alla durata dello sforzo: di breve durata da 35 secondi fino a 2 minuti; di media durata da 2 a 8 minuti; di lunga durata da 8 a 30 minuti o maggiore di 90 minuti ; ai muscoli utilizzati ( resistenza generale o locale) ; alla specificità ( resistenza generale o specifica) ; in base ai metabolismi energetici ( resistenza aerobica e anaerobica ) ; in base ai tipi di concentrazione ( resistenza statica o dinamica) DEFINIRE COSA SI INTENDE PER RESISTENZA E I SUOI METODI DI ALLENAMENTO ( LEZIONE 25) = Per resistenza si intende la capacità di produrre un’attività fisica, senza un decadimento dell’intensità lavorativa e mantenendo inalterata l’efficacia del gesto tecnico. Si può distinguere anche una resistenza psichica (resistere ad uno stimolo che indurrebbe l’atleta a interrompere lo sforzo) ed una resistenza fisica (capacità dell’organismo di resistere alla fatica). Vi sono anche due tipi di resistenza : Resistenza alla forza: capacità del corpo di resistere alla fatica in prestazioni con richiesta di forza prolungata nel tempo e con elevate richieste di resistenza locale. Particolarmente sollecitata in discipline a carattere ciclico contro resistenze basse ; e la Resistenza alla velocità: capacità del muscolo di lavorare per lunghi tempi a velocità di contrazioni vicine a quelle massimale. Bisogna tener conto che: Gli atleti non devono sviluppare al massimo della loro capacità la resistenza, ma arrivare ad un grado di allenamento che sia ottimale per la disciplina praticata, in modo da non trascurare gli elementi più importanti per le loro performance ; e Soffermarsi troppo sull’allenamento di resistenza potrebbe causare delle perdite di forza e di rapidità . I metodi di allenamento sono: metodo continuo o di durata; metodo ad intervalli; metodo delle ripetizioni; metodo intermittente e infine il metodo di competizione. DESCRIVERE IN MODO ACCURATO GLI ADATTAMENTI DEL SISTEMA CARDIO- CIRCOLATORIO ( LEZIONE 26) = Nell’apparato cardiocircolatorio, gli adattamenti più vistosi si osservano negli atleti dediti a discipline sportive aerobiche o di resistenza, le quali richiedono il raggiungimento ed il mantenimento per lunghi periodi di Gittata Cardiaca (quantità di sangue che il cuore pompa nella circolazione in un'unità di tempo) massimale. Tali adattamenti fanno sì che il cuore di questi atleti appaia così diverso da quello di un sedentario che è stato coniato con il termine di "cuore d'atleta". La presenza di questi adattamenti consente al cuore d'atleta di fornire prestazioni superiori al normale durante lo sforzo. La loro entità varia in funzione di: tipo, intensità e durata delle competizioni e delle sedute di allenamento; caratteristiche fisiologiche di base del soggetto, in gran parte definite geneticamente. Possiamo distinguere gli Adattamenti in: centrali e periferici. CON QUALI TIPO DI ESERCIZI DI RESISTENZA FAVORISCONO GLI ADATTAMENTI CENTRALI E QUELLI PERIFERICI? (LEZIONE 26) Nelle componenti anaerobiche periferiche per migliorare ed allenare la resistenza è consigliabile tenere alto il livello prestazionale della capacità e potenza aerobica con prove di CCVV (corse con velocità variate), Fartlek (gioco di resistenza), corsa continua e corse a ripetizione. E' possibile variare gli stimoli allenati alternando lezioni aerobiche con musica, esercitazioni con altri attrezzi, (esempio bici), per non rischiare la monotonia negli esercizi. Secondo alcuni autori nelle componenti anaerobiche centrali i mezzi migliori sono quelli dove vi e’ valori alti di frequenza cardiaca per cui quelle esercitazioni dove vi sia una impennata della frequenza come nelle salite o nei lavori intermittenti. COME ALLENARE LE COMPONENTI CENTRALI E PERIFERICHE DELLA RESISTENZA? (LEZIONE 26) Quando parliamo di componenti anaerobiche centrali ci si riferisce all’apporto di ossigeno ai muscoli. La gittata cardiaca (ovvero la quantità di sangue che viene pompata dal cuore in un minuto) è uno fra i fattori che limitano l’apporto di ossigeno ai muscoli. Essa, a sua volta, dipende dalla gittata pulsatoria ( quantità di sangue pompata a ogni battito) e dalla frequenza cardiaca (numero di battiti del cuore per ogni minuto). Di solito è la gittata pulsatoria a limitare la quantità massima di sangue e di conseguenza, di ossigeno che può essere pompata dal cuore per ogni minuto. I mezzi di allenamento che migliorano tali componenti sono rappresentati da stimoli che procurano un rapido aumento dei valori di frequenza cardiaca (Arcelli e Ferretti) sino all’80%FCmax (90% fcmax per soggetti per soggetti particolarmente allenati). I mezzi più indicati da tale punto di vista sono: le ripetute in salita, con impegno massimo o quasi, massimo, per alcune decine di metri, questo determina un incremento molto rapido della frequenza cardiaca. Le pause fra una ripetuta e l’altra devono essere tali da permettere alla frequenza cardiaca di ritornare verso i 100-120 battiti ; Variazioni di ritmo tipo 15”- 30” o 15”-45” . In queste esercitazioni la pausa non è tale da far scendere moltissimo la frequena, ma anche il continuo “Sali e scendi” indotto dal “tiraemolla” allena le qualità aerobiche centrali. Invece, per migliorare le componenti periferiche è importante aumentare i mitocondri. Questo aumento si ottiene prevalentemente con allenamenti a velocità vicina alla soglia anerobica, sotto forma sia di lavoro continuo, sia di ripetute, a patto che: durino almeno alcuni minuti; facciano produrre quantità non elevate di acido lattico. Quando si corre alla velocità della soglia anaerobica il lattato prodotto è attorno a 4 mM. Quindi sono proprio le velocità attorno alla soglia anerobica le più adatte per indurre l’aumento dei mitocondri. DESCRIVERE I METODI INTERVALLTI (LEZIONE 27) = Il sistema consiste nella esecuzione ripetuta degli esercizi, intervallata da pause di ripristino tra le serie eseguite. I fattori da considerare nella stesura di una allenamento intervallato : Il tipo di prova ; Durata della singola ripetizione ; Intensità della singola ripetizione ; Dal numero delle ripetizioni e serie ; Dalla durata delle pause tra le ripetizioni e tra le serie ; Il tipo o modalità di effettuazione delle pause. I Metodi di allenamento intervallati sono: frazionato, che è pianificato in modo da correre (nuotare, pedalare, ecc…) alcuni minuti per un totale deciso di metri o chilometri, alternati a riposo ; Prove ripetute: prevede l’esecuzione di una distanza prestabilita effettuata alla massima intensità, o comunque ad intensità superiore rispetto a quelli continui A seconda dell’obiettivo, il recupero può essere completo o incompleto I fattori da tenere in conto sono: volume,intensità, durata e recupero. “Giocando” con questi fattori si possono andare a ricercare i diversi effetti ricercati. DESCRIVERE I METODI INTERVALLATI NELL’ALLENAMENTO DELLA RESISTENZA (LEZIONE 27) Negli allenamenti intervallati, l’intensità dell’allenamento è maggiore, con pause di recupero (dipendono dall’allenamento) e comprendono l’interval training, l’intermintente, il frazionato e le prove ripetute. L’interval training è un genere di esercizio fisico discontinuo che solitamente viene caratterizzato da una successione di esercizi alternando bassa e alta intensità intervallati I periodi di alta intensità sono in genere in corrispondenza o vicini all'esercizio anaerobico, mentre i tempi di recupero possono coinvolgere sia completo riposo o attività di minore intensità. L'interval training può essere descritto come un breve periodo di lavoro seguito da riposo. L'obiettivo principale è quello di migliorare la velocità e la forma fisica cardiovascolare. L'interval training può riferirsi a qualsiasi organizzazione di esercizio cardiovascolare (ad esempio, ciclismo, corsa, canottaggio, ecc), ed è importante nella routine di allenamento per molti sport. Il frazionato è pianificato in modo da correre (nuotare, pedalare, ecc…) alcuni minuti per un totale deciso di metri o chilometri, alternati a riposo. rove ripetute: prevede l’esecuzione di una distanza prestabilita effettuata alla massima intensità, o comunque ad intensità superiore rispetto a quelli continui. Intermittente: le fasi di lavoro si alternano alle fasi di recupero. Nonostante le fasi di lavoro siano ad intensità superiore si soglia anaerobica, il lattato prodotto è limitato grazie all’intervento della mioglobina che cede l’ossigeno durante il lavoro e lo riacquista nel recupero Il sistema a metodi intervallati consiste nella esecuzione ripetuta degli esercizi, intervallata da pause di ripristino tra le serie eseguite. Per l’organizzazione del lavoro gli allenatori tengono conto di numerosi fattori. I fattori da considerare nella stesura di una allenamento intervallato sono : Il tipo di prova ; Durata della singola ripetizione ; Intensità della singola ripetizione ; Dal numero delle ripetizioni e serie ; Dalla durata delle pause tra le ripetizioni e tra le serie ; Il tipo o modalità di effettuazione delle pause DESCRIVERE I METODI DI ALLENAMENTO CONTINUO DELLA RESISTENZA (LEZIONE 27) I metodi di allenamento continuo della resistenza sono quelli in cui l’intensità è bassa ma non ci sono mai pause fino alla fine dell’allenamento. Gli allenamenti continui possono essere ad andatura uniforme ( non ci sono cambi di ritmo) e ad andatura variabile ( la velocità varia all’interno dell’allenamento). L’allenamento continuo prevede esercizi come: lungo e lento; medio ; corto veloce ; Fartlek ; andatura in crescendo. Lungo e lento: sono lavori di lunga e lunghissima durata, intensità bassa. Le finalità sono il miglioramento del sistema cardio-circolatorio e respiratorio. Particolarmente indicato per le discipline di endurance lunghe. Attraverso questo metodo si ottengono adattamenti per la combustione degli acidi grassi e minori vantaggi nella combustione dei carboidrati. Medio: sono lavori pari all’85-90% della soglia anaerobica, la durata varia a seconda della disciplina . A volte possono essere anche più lunghe per le discipline di ultra-endurance. fattori climatici, lo scarso riposo notturno, un regime di vita non conforme alla norme sportive, l’uso di sostanze mediche pericolose, problemi di carattere personale, ecc. Il sovrallenamento può durare poche settimane come anche mesi. Si dovrà alleggerire molto l’allenamento, recuperare un giusto riposo notturno, dare la prevalenza ai cibi alcalini (frutta e legumi) per compensare la tendenza acida del metabolismo, far uso corretto di idroterapia e massaggi ESPORRE IN MODO ESAURIENTE “LA SINDROME ACUTA DA SCARICO” : CAUSA,SINTOMI,CONSEGUENZA.. ( LEZIONE 30) =Nella fase di disallenamento, può verificarsi, durante la cessazione dell’attività, quella che viene definita come “sindrome acuta da scarico” . In questa sindrome si ha il senso di oppressione, vertigini, mal di testa, disturbi digestivi e dell’appetito, irrequietezza, disturbi del sonno, depressione. Inizia da 2 a 10 giorni dal termine dell’attività e la gravità è individuale . Si pensa che le cause siano da attribuire alla mancata sincronizzazione di regressione tra sistema nervoso e cardiocircolatorio . Per evitare la sindrome, è necessaria una diminuzione del carico graduale . QUALI SONO I RISCHI ORTOPEDICI INDOTTI DALL’ATTIVITA’ DI RESISTENZA E I FATTORI CHE INTERCORRONO AI RISCHI ORTOPEDICI ( LEZIONE 31) = I rischi ortopedici indotti dall’attività di resistenza sono diversi. Un primo rischio è l’artrosi, una malattia cronica, che colpisce le articolazioni (artropatia). Si tratta di una patologia di tipo degenerativo, in quanto porta alla progressiva perdita delle normali componenti anatomiche che formano le articolazioni. Numerosi sono i fattori che si associano e possono condizionare lo sviluppo dell’artrosi, in particolare l’età, il sesso, fattori meccanici, il sovrappeso, fattori genetici. Le articolazioni più frequentemente interessate sono: la colonna vertebrale, l’anca, il ginocchio, le dita delle mani e dei piedi. Il secondo rischio sono le fratture da stress che si sviluppano in particolari condizioni, soprattutto a carico delle caviglie Alcuni fattori sono l’inadeguato recupero, l’utilizzo di sovraccarichi in maniera inadeguata e carichi cronici. Le donne sono più colpite a causa di fattori ormonali e agli assi biomeccanici sfavorevoli (soprattutto degli arti inferiori) rispetto agli uomini. Il terzo rischio sono i dolori al ginocchio , che sono più comuni con l’invecchiamento, a causa di anni di usura e traumi, se si è in sovrappeso (in quanto questo causa maggiore stress all’articolazione) o se si pratica sport. Le strutture che possono venire colpite sono i legamenti e i menischi, che usurandosi provocano il contatto ripetuto tra femore e tibia. I legamenti si infiammano facilmente se la biomeccanica del gesto è sbagliata; inoltre ci sono altri fattori come la mobilità della caviglia, il carico, dismetrie degli arti, carichi di allenamento, calzature. DIFFERENZE TRA MOBILITA’ ATTIVA E PASSIVA: DEFINIZIONI ED ESEMPI PRATICI (LEZIONE 33) = La mobilità può essere sia attiva che passiva.Si definisce mobilità articolare attiva la massima escursione che un atleta può raggiungere attraverso l'azione muscolare, contraendo cioè i muscoli agonisti e rilasciando (allungando) gli antagonisti, senza l'aiuto di forze esterne.La mobilità articolare passiva invece corrisponde alla massima escursione che un atleta può raggiungere in condizioni di rilassamento, utilizzando forze esterne (un compagno, un attrezzo, la forza di gravità …). La mobilità articolare passiva è sempre maggiore rispetto a quella attiva. La differenza tra la mobilità passiva e quella attiva è definita "riserva di mobilità"e rappresenta il margine di miglioramento che si può raggiungere. COSA E’ IL R.O.M. E COME SI Può DETERMINARE. Esempi. (LEZIONE 33)= Range Of Motion, è la libertà espressa in gradi che ogni articolazione può eseguire nello spazio. Il ROM è usualmente misurato dal numero di gradi compiuti da un segmento corporeo dalla posizione di partenza alla posizione finale, lungo il suo completo arco di movimento. Il metodo più comune per calcolarlo è usando un goniometro. I valori di normalità dei test muscolari di ROM articolare sono gli stessi che offre la letteratura specifica che tratta di chinesiologia FORNIRE UNA DEFINIZIONE DI MOBILITA’ ARTICOLARE (LEZIONE 33) = La mobilità è quindi la capacità che permette di compiere movimenti ampi ad al massimo dell’escursione fisiologica consentita dalla articolazioni.La mobilità si colloca a metà strada tra le capacità condizionali e quelle coordinative, e dipende da infatti da vari fattori, interni e esterni all’organismo.La mobilità articolare viene definita anche con i termini flessibilità, articolarità o estensibilità usati come sinonimi. La mobilità viene suddivisa in: anatomica, attiva e passiva. La mobilità attiva è la massima escursione di movimento raggiunta contraendo i muscoli agonisti e rilassando i muscoli antagonisti. La mobilità attiva fa riferimento invece, a azioni muscolari volontarie (il movimento compiuto dal soggetto). La mobilità passiva è la massima escursione di movimento raggiunta per azione di forze esterne (forza di gravità, attrezzi, azione di un compagno). La mobilità passiva non richiede l’intervento muscolare volontario (il movimento è prodotto da un compagno da una macchina o dalla forza di gravità). E infine la mobilità anatomica che indica l’escursione articolare consentita dalla natura. La differenza tra mobilità passiva e attiva viene definita RISERVA DI MOVIMENTO, ed indica sino a che punto può essere migliorata la mobilità attiva, potenziando gli agonisti o aumentando la capacità di allungamento degli antagonisti. I Fattori che condizionano la mobilità articolare sono : Componenti anatomiche e funzionali dell’articolazione (grado di estensibilità dei legamenti, tendini e muscoli ; Struttura ossea dell’articolazione (incongruenza delle superfici articolari a contatto). ; Temperatura ambientale. La temperatura bassa la condiziona negativamente. ; Insufficiente livello di riscaldamento del corpo; Età e sesso ; Orario della giornata e temperatura esterna COSA SONO I FATTORI ENDOGENI ED ESOGENI DELLA MOBILITA’ (LEZIONE 34) = Riguardo i Fattori endogeni vi sono differenti tipi di riflesso: Riflesso miotatico fasico ; Riflesso da stiramento ; Riflesso di inibizione reciproca. Il riflesso miotatico fasico, rapido stiramento muscolo tendineo, stimola i fusi neuromuscolari che producono un’attivazione dei neuroni motori spinali con una contrazione del muscolo che si oppone allo stiramento passivo; il riflesso da stiramento ovvero la contrazione o lo stiramento protratto nel tempo stimola gli organi tendinei del Golgi, che inibendo il neurone spinale rilasciano la tensione del muscolo stesso; e infine il riflesso inibizione reciproca, ovvero che all’aumentare della tensione muscolare, viene inibita la contrazione del muscolo antagonista che tende a decontrarsi. Mentre i Fattori esogeni comprendono: Ritmi circadiani: la maggior parte delle persone migliora la mobilità articolare nelle ore pomeridiane ; Riscaldamento attivo: movimenti che producono un aumento della temperatura; Riscaldamento passivo: l’ applicazione di mezzi esterni caldi (bagno caldo, borsa acqua calda), con temperatura superiore rispetto a quella corporea ; Fattori piscologici: gli stati di tensione emotiva portano ad un aumentata «rigidità» articolare, ad esempio la tensione registrata a livello del collo e del trapezio. COSA E’ LO STRETCHING (LEZIONE 35) = Stretching è un termine inglese che significa allungamento ed è usato nella pratica sportiva per indicare un insieme di esercizi finalizzati al miglioramento muscolare. La sua pratica consiste nel bloccare un’articolazione per poi estendere il muscolo interessato. Lo stretching può essere fatto prima di un allenamento e anche dopo, che sicuramente è più consigliato. La cosa più importante da ricordare è che va eseguito dopo essersi riscaldati. Il muscolo, infatti, se non è caldo non è pronto a subire un’estensione e potrebbe risultare controproducente e pericoloso. Lo suo svolgimento è essenziale non solo per la prevenzione da problemi articolari e infortuni, ma anche per rendere il nostro allenamento il più efficace possibile. A seconda della dinamica utilizzata si possono definire diverse tipologie di stretching: streching balistico, È una tecnica di allungamento muscolare , molto utilizzata negli anni '70 e '80 che consiste nel fare oscillare ripetutamente e in maniera incontrollata gli arti o il busto nel tentativo di forzare l'allungamento muscolare oltre il suo normale raggio di movimento ; streching dinamico, Questa tecnica assomiglia allo stretching balistico. Il concetto è sempre quello di far oscillare gli arti o il busto, ma in maniera controllata e lenta, quindi senza ricorrere a slanci e scatti come avviene diversamente invece nello stretching balistico ; streching dinamico passivo, che consiste nell'assumere una posizione ben precisa e mantenerla rilassando il muscolo interessato per un certo tempo, in genere dai 20 ai 30 secondi, mediante il supporto di un partner, senza quindi la contrazione dei muscoli agonisti ; streching dinamico attivo, che consiste nell'assumere e mantenere una posizione rilassando il muscolo interessato per un tempo di 20-30 secondi senza l'aiuto di un partner ; e infine streching isometrico, PNF, Ovvero "facilitazione propriocettiva neuromuscolare". Questo sistema è composto da quattro fasi: Massimo allungamento graduale e lento del muscolo ; Contrazione isometrica per circa 15 - 20 secondi (in posizione di allungamento) ; Rilassamento di circa 5 secondi ; Ulteriore allungamento del muscolo contratto precedentemente per almeno 30 secondi NEI METODI DI ALLENAMENTO TROVIAMO LE ESERCITAZIONI DINAMICHE: IN COSA CONSISTONO? (LEZIONE 35) = sono l’esecuzione di movimenti con variazioni di tensione, contrazione della muscolatura agonista e decontrazione della muscolatura antagonista. Esempi di esercizi: spinte e circonduzioni, che pur non agendo direttamente sulla mobilità, sono altamente correlate con il movimento. Rientrano in questi tipi di esercitazioni lo stretching dinamico (dynamic stretching) che si differenzia dal balistico per la non ricerca del rimbalzo alla fine del movimento e per la velocità controllata. MI INDICHI ALCUNI ELEMENTI CHE PORTANO AD AFFERMARE CHE LO STRETCHING NON RIDUCE GLI INFORTUNI MUSCOLARI NEL CALCIO ( LEZIONE 38) = Da Castellini possiamo dire che prima dell’allenamento –partita, lo stretching ha finalità PRESTATIVE mentre lontano della prestazione ha finalità di prevenzione.Le evidenze scientifiche che suggeriscono che lo stretching, inserito nel warm-up o nel cool down, possa prevenire gli infortuni non sono chiare o addirittura inefficace nella prevenzione dei traumi muscolari. Esistono chiare evidenze scientifiche che un riscaldamento specifico e adeguato alla prestazione ha effetti positivi sulla prevenzione gli infortuni muscolari. L’intervento dello stretching dovrebbe essere sufficiente (per intensità, frequenza e durata) per poter incidere sulla diminuzione della rigidità muscolare A QUALE ETA’ MARTIN IDENTIFICA LA FASE SENSIBILE PER LO SVILUPPO DI QUESTA CAPACITA’? COME E QUANDO ALLENARE LA MOBILITA’ ARTICOLARE? ( LEZIONE 40) Le fasi sensibili sono state identificate dallo studioso tedesco Martin nel 1982 all’età di 93 anni. Egli stabilì quelle che erano le “fasi sensibili” delle varie Capacità Coordinative e Condizionali, cioè i “momenti” dello sviluppo nei quali queste sono più allenabili e sono riassunte così: Capacità di apprendimento motorio ; Capacità di differenziazione e controllo ; Capacità di reazione a stimoli ottici e acustici ; Capacità di orientamento nello spazio ; Capacità di ritmo ; Capacità di equilibrio. Quindi le capacità coordinative secondo Martin sono le prime capacità che devono essere prese in considerazione e devono essere sviluppate sin dalla seconda infanzia poiché il massimo periodo di maggior sviluppo lo si ha nella fase finale dell'infanzia e l'inizio della prima adolescenza. La mobilità si colloca a metà strada tra le capacità condizionali e quelle coordinative, e dipende da infatti da vari fattori, interni e esterni all’organismo.La mobilità articolare viene definita anche con i termini flessibilità, articolarità o estensibilità usati come sinonimi. La mobilità viene suddivisa in: anatomica, attiva e passiva. La mobilità attiva è la massima escursione di movimento raggiunta contraendo i muscoli agonisti e rilassando i muscoli antagonisti. La mobilità attiva fa riferimento invece, a azioni muscolari volontarie (il movimento compiuto dal soggetto). La mobilità passiva è la massima escursione di movimento raggiunta per azione di forze esterne (forza di gravità, attrezzi, azione di un compagno). La mobilità passiva non richiede l’intervento muscolare volontario (il movimento è prodotto da un compagno da una macchina o dalla forza di gravità). E infine la mobilità anatomica che indica l’escursione articolare consentita dalla natura. La differenza tra mobilità passiva e attiva viene definita RISERVA DI MOVIMENTO, ed indica sino a che punto può essere migliorata la mobilità attiva, potenziando gli agonisti o aumentando la capacità di allungamento degli antagonisti. I Fattori che condizionano la mobilità articolare sono : Componenti anatomiche e funzionali dell’articolazione (grado di estensibilità dei legamenti, tendini e muscoli ; Struttura ossea dell’articolazione (incongruenza delle superfici articolari a contatto). ; Temperatura ambientale. La temperatura bassa la condiziona negativamente. ; Insufficiente livello di riscaldamento del corpo; Età e sesso ; Orario della giornata e temperatura esterna PARLI DELLA EVOLUZIONE NELLO SVILUPPO NEI 2 SESSI SECONDO HETTINGER(1973) E BOSCO ( 1993-1995) (LEZIONE 41) = Hettinger ha messo in luce come fino agli 11-12 anni esista un parallelo sviluppo della forza muscolare nei due sessi. Successivamente la crescita della capacità di forza nei maschi è molto più marcata e si esaurisce verso i 18-20 anni, 2 o 3 anni più tardi rispetto alle femmine. Recentemente (Bosco 1993-1995), studiando il comportamento muscolare di maschi e femmine, è stato evidenziato l’effetto prodotto dall’ormone sessuale maschile (testosterone) sullo sviluppo della forza esplosiva. Inoltre il testosterone viene erroneamente connesso allo sviluppo della forza massima (Bosco, 1997). Infatti, quando questa espressione viene messa in relazione con la massa magra, non si riscontrano differenze significative tra maschi e femmine, mentre la concentrazione sierica del testosterone è circa 10 volte maggiore nell’uomo rispetto alla donna. Pertanto, l’allenamento della forza massima con il ricorso a metodi diversi, potrebbe favorire la produzione del testosterone, con conseguente miglioramento della forza esplosiva e della rapidità PARLI DELLE TENDENZE METEDOLOGICHE DELL’ALLENAMENTO FUNZIONALE TRA UOMINI E DONNE (LEZIONE 41) = Possiamo vedere che nelle tendenze metodologiche degli ultimi anni: Il volume di lavoro non è più aumentato, anzi si sta riducendo. Cresce invece il parametro intensità (potenza, velocità), in rapporto alle caratteristiche peculiari della competizione; Le gare vengono considerate e utilizzate come allenamento specifico (il massimo stimolo specifico).-Il recupero è determinante per potersi allenare a breve ad alta intensità. ; L’allenamento tecnico-tattico ha riacquisito un’importanza primaria, insieme alla maggiore utilizzazione delle esercitazioni speciali anche nella preparazione fisica. PARLI IN SINTESI DI ALCUNE DIFFERENZE NEL METABOLISMO FUNZIONALE TRA UOMINI E DONNE ( LEZIONE 41) = Vi sono alcune differenze nel metabolismo funzionale tra uomini e donne, come : Rispetto agli uomini le donne hanno un tasso più elevato di estrogeni (negativo per l’anabolismo muscolare) ; I parametri fisiologici della resistenza (vo2 max, emoglobina) sono 10-15% inferiori ; Le donne consumano durante la prestazione più grassi degli uomini, che invece hanno sollecitano una maggiore percentuale di carboidrati. Le donne producono una minore quantità imporre. 19 sulla scala è un livello di esercizio estremamente faticoso. Per la maggior parte delle persone questo è l'esercizio più faticoso che abbiano mai fatto. QUALI SONO GLI OBIETTIVI DELL’ALLENAMENTO FUNZIONALE ( LEZIONE 43) = Gli obiettivi dell’allenamento funzionale sono: Recuperare mobilità, postura, ridurre i disequilibri muscolare, forza, stabilità (dinamica); non far sì che succedano infortuni durante l’allenamento ; Allenare per prevenire gli infortuni ; Allenare per migliorare la prestazione sportiva ; Per un maggiore stimolo coordinativo ,maggiore è il vissuto motorio della persona o atleta che sia, maggiore sarà il rendimento, sia davanti ad un compito motorio già acquisito, quindi strutturato a livello coordinativo, sia al presentarsi di una situazione nuova; per il recupero mentale e fisico. LA DIFFERENZA TRA ALLENAMENTO FUNZIONALE E ALLENAMENTO CLASSICO= La differenza maggiore tra un allenamento qualunque e l’allenamento funzionale, detto anche functional training risiede nella comunità che si viene a creare, oltre che nell’intensità. In una palestra normale le persone tendono a starsene per i fatti loro, si concentrano su di sé senza interagire con gli altri. Nelle palestre di cross training, invece, ci si allena tutti insieme; questo alimenta la competitività e fa sì che le persone si spingano leggermente oltre i propri limiti, sforzandosi di eseguire una ripetizione aggiuntiva o sollevare un chilo in più. Nell’allenamento funzionale tutti, infatti, possono sostituire determinati movimenti con altri più adeguati, o scegliere carichi diversi per trarne un’esperienza ugualmente impegnativa, ognuno nella maniera che più gli si addice. Gli obiettivi dell’allenamento funzionale sono: Recuperare mobilità, postura, ridurre i disequilibri muscolare, forza, stabilità (dinamica); non far sì che succedano infortuni durante l’allenamento ; Allenare per prevenire gli infortuni ; Allenare per migliorare la prestazione sportiva ; Per un maggiore stimolo coordinativo ,maggiore è il vissuto motorio della persona o atleta che sia, maggiore sarà il rendimento, sia davanti ad un compito motorio già acquisito, quindi strutturato a livello coordinativo, sia al presentarsi di una situazione nuova; per il recupero mentale e fisico. DEFINIRE IL CONCETTO DI PREVENZIONE ( LEZIONE 45) = La prevenzione è quindi lo strumento necessario per ridurre l’incidenza degli infortuni nello sport e include tutte le azioni finalizzate a impedire o ridurre il rischio che si verifichino eventi non desiderati. Per lo sportivo l’infortunio è sicuramente uno degli eventi meno desiderabili in assoluto. Ma nonostante ciò si tratta di un evento molto rischioso per ogni atleta. Le ragioni di questi infortuni sono molteplici: Scarsa condizione fisica , disequilibri muscolari, infortuni precedenti, la velocità del gioco, le superfici. E’ Importante allora impostare routine di esercizi con finalità di preventive , che si possano inserire nel normale programma di allenamento, iniziando fin da giovane età 12-14 anni dopo averne costruito un adeguato “abito motorio” tra i 6 e i 12 anni. IL CANDIDATO PARLI DELLE STRATEGIE DI INTERVENTO NELLA PREVENZIONE DEGLI INFORTUNI NELLE DONNE (NSCA) (LEZIONE 45) = Un buon programma di prevenzione infortuni nelle atlete dovrebbe prevedere: Screening fisico generale ; Lavorare sulla condizione fisica durante tutto l’anno ; Utilizzare strategie di warm-up generali e specifiche ; Indossare abbigliamento e scarpe idonee ; Ottimizzare la dieta Nella prevenzione agli infortuni dobbiamo anche considerare anche : gli stressor psicologici ; Pianificare le strategie di recupero: – Nutrizione e idratazione – Sonno e riposo – Recupero attivo – Strategie di rilassamento – Supporto emozionale . OBIETTIVI E PRINCIPI DI BASE PER L’ALLENAMENTO NELLA PREVENZIONE E NEL MIGLIORAMENTO DELLA PERFORMANCE (DA GAMBETTA) ( LEZIONE 46) gli Obiettivi sono : prevenzione delle lesioni e miglioramento della performance sportiva: Invece i principi sono : la sinergia tra parti del programma di allenamento ; programma di esercizi per la coordinazione muscolare ; l’esercizio agisce sul complesso piuttosto che sui singoli muscoli ; potenziamento muscolare prima della resistenza alla fatica ; l’integrità articolare prima della mobiltà articolare ; usare esercizi base prima che i caratteristici degli sport PREVENZIONE PRIMARIA E SECONDARIA:LA GERARCHIA DI INTERVENTO SUL CAMPO (ESEMPIO DEL BASKET) ( LEZIONE 46) = Prevenzione primaria: palestra: circuiti di forza. ; campo di addestramento: riscaldamento quotidiano di prevenzione con esercizi di equilibrio, capacità di coordinamento , circuiti di stabilità del nucleo, pliometria e agilità Prevenzione secondaria: palestra: riscaldamenti individuali , allenamenti individuali di forza ; campo di addestramento: programma individuale I FATTORI DI RISCHIO NELL’ALLENAMENTO CONTRO-RESISTENZA NEI GIOVANI ( LEZIONE 46) Luogo ed ambiente di allenamento non sicuro (Adoperare uno spazio d’allenamento sicuro, con una corretta disposizione del materiale) ; Attrezzature d’allenamento conservate in modo improprio (Assicurarsi che le attrezzature siano sempre in perfette condizioni, eseguendo la manutenzione laddove si reputi necessaria) ; Uso non sicure delle attrezzature di allenamento (Istruire ed assicurarsi del rispetto delle regole di sicurezza nell’area di allenamento) ; Eccessivo carico e volume di lavoro (La prescrizione e le progressioni dei programmi di allenamento devono essere guidati dalla giusta tecnica dei movimenti dell’esercizio) Scarsa tecnica esecutiva (Istruzioni chiare con feedback sui movimenti degli esercizi) ; Scarso controllo del tronco ; Squilibri muscolari(Prescrivere programmi d’allenamento che includano esercizi per gli agonisti e gli antagonisti) ; Storie di infortuni precedenti (Comunicazione e confronto col personale clinico che ha trattato il soggetto e modificare i programmi di allenamento) ; Crescita sesso-specifica ; Tempi di recupero inadeguati(Incorporare tempi di recupero attivo e considerare i fattori dello stile di vita dell’atleta, come un’alimentazione equilibrata e un adeguato tempo dedicato al sonno) IL CANDIDATO ILLUSTRI IL SISTEMA DI WARM-UP PREVENTIVO I.B.I.P.P. (LEZIONE 46) = I.B.I.P.P è un warm up preventive ideato per la pallacanestro, stilato in linea con quelli validati dalla comunità scientifica internazionale, e consiste di 5 fasi: riscaldamento, stretching, rinforzo muscolare, pliometria ed esercizi di destrezza sport specifici, con obiettivo colmare potenziali deficit di forza e coordinazione dei muscoli deputati alla stabilizzazione degli arti inferiori. Dopo la fase iniziale con corsa multidirezionale, vengono inseriti alcuni esercizi di mobilità articolare seguiti esercizi di forza, di salti, di controllo senso motorio e propriocettivo per finire con la parte di agilità e destrezza dove si mescolano esercizi con accelerazioni, sprint con cambi di direzione, arresti ecc. Molti degli esercizi proposti all’interno di IBIPP sono stimolanti, ma non eccessivamente intensi. Ogni esercizio successivo è realizzato con un’intensità progressivamente crescente, portando l’allievo vicino ai livelli delle esercitazioni di allenamento vere e proprie. Il progetto è pensato e indirizzato verso giocatrici delle fasce giovanili estendibile a tutte la categorie di gioco. I.B.I.P.P. è suddiviso in 5 fasi: Fase attivazione con corsa ; Fase di mobilità articolare ; Fase di potenziamento muscolare ; Fase pliometrica ; Fase di agilità Il tempo previsto per lo svolgimento del programma è circa 20-25’ COS’E’ IL FIFA 11+ E QUALI SONO I PUNTI CARDINE? ( LEZIONE 46) = L’11+ è un programma completo di riscaldamento nato con l’intento di ridurre l’incidenza degli infortuni nei calciatori e nelle calciatrici di età pari o superiore ai 14 anni. Il programma dovrebbe essere effettuato per almeno due volte la settimana come normale riscaldamento prima dell’inizio di ogni seduta di allenamento. Il programma “11+” richiede solamente 20 minuti per essere completato. Fondamentale per la riuscita del programma è l’uso di una corretta tecnica per ciascuno degli esercizi; Il Preparatore Atletico deve correggere atteggiamenti posturali sbagliati e puntare l’attenzione sull’allineamento di testa-bacino-ginocchio- caviglia.Tutti i movimenti devono essere controllati e le fasi di atterraggio fluide e morbide. Le calciatrici/tori devono partire dal livello 1 e passare a quello successivo solo dopo aver acquisito la corretta esecuzione dei gesti. Il Programma è diviso in 3 parti per un totale di 15 esercizi. Il concetto del programma è la correttezza tecnico –esecutiva: attenzione alla corretta postura, al controllo motorio all’allineamento articolare durante i movimenti. Parte 1 : Riscaldamento con corsa e stretching dinamico ; Parte 2: Esercizi di potenziamento, stabilità e balance e pliometrici ; Parte 3: Esercizi di corsa progressive come difficoltà e intensità con cambi di direzione e arresti IL CANDIDATO PARLI DEL MODELLO DELLE CAUSE DI UN INFORTUNIO SECONDO MEEUWISSE, BAHR E ALTRI AUTORI (LEZIONE 46)= Nel modello delle cause di un infortuno secondo Meeuwisse, Bahr e Krosshaug, I fattori di rischio intrinseci per un atleta predisposto sono : Età • Sesso • Composizione corporea (peso, massa grassa, densità ossea, antropometria) • Stato di salute (infortuni precedenti, instabilità articolari) • Condizioni fisiche (forza/potenza muscolare, massimo consumo 2 0 8 2O , mobilità articolare) • Anatomia (allineamento condili femorali) • Livello di abilità (tecnica sport specifica, stabilità posturale. L’ Esposizione a fattori di rischio estrinseci sono : • Fattori umani (compagni di squadra, avversari, arbitri) • Strumenti protettivi (caschetti, parastinchi) • Ambiente esterno (condizione meteo, ghiaccio e neve, pavimento e tipo di campo, manutenzione ; e infine gli Eventi scatenanti sono : • Situazioni di gioco • ‘’Comportamenti’’ in opposizione all’avversario • Caratteristiche biomeccaniche COSA FARE PER PREVENIRE I TRAUMI SPORTIVI ? CONSIGLI GENERALI (LEZIONE 47) = Per poterli prevenire ci sono tanti metodi, uno dei quali è quello di effettuare di tanto in tanto una visita medica di controllo generale dello stato della salute, anche se pensiamo di non averne bisogno. Per prevenire gli infortuni è utile usare un approccio a 4 vie così suddivise: • Primo: Capire la probabilità e l’incidenza che un infortunio si verifichi in determinate popolazioni specifiche. • Secondo: Identificare e capire i fattori di rischio per le diverse popolazioni. • • Terzo: Strategie di prevenzione da sviluppare. • Quarto: Valutare, implementare le strategie di recupero per massimizzarne gli effetti in un contesto sport-specifico Altri fattori riguardo la prevenzione degli infortuni sono : Scelta di uno sport non adatto alla struttura fisica e all’attitudine del praticante • Sbilanciamento nella struttura dei competitori • Mancanza di condizionamento fisico adeguato • Trascurare riscaldamento e defaticamento • Carichi di lavoro eccessivi • Gesto tecnico non corretto • Abbigliamento sportivo non adeguato • Mancanza di screening medico preventivo • Infortuni precedenti non adeguatamente trattati • Mancato rispetto delle regole del gioco • Poco tempo dedicato agli esercizi di prevenzione Le evidenze scientifiche ci mostrano che una routine sistematica di esercizi a finalità preventiva riduce le possibilità di infortunio nello sportivo e ne migliora l’efficienza fisica, senza dimenticare che il movimento stesso è la prima misura preventiva. PER PREVENIRE GLI INFORTUNI NELLO SPORT, AUTORI COME VAN MECHELEN ET AL. (1992) E ALTRI INDICANO UN APPROCCIO A 4 VIE ( LEZIONE 47) = Per prevenire gli infortuni utile usare un approccio a 4 vie così suddivise: (Van Mechelen et al 1992; Meeuwisse 1994) : Primo: Capire la probabilità e l’incidenza che un infortunio si verifichi in determinate popolazioni specifiche. • Secondo: Identificare e capire i fattori di rischio per le diverse popolazioni. • • Terzo: Strategie di prevenzione da sviluppare. • Quarto: Valutare, implementare le strategie di recupero per massimizzarne gli effetti in un contesto sport-specifico DEFINIZIONE DI INFORTUNIO E CLASSIFICAZIONE SECONDO ARCELLI (2009) =Enrico Arcelli durante i suoi anni di esperienza nello sport ha constatato che chi non mangia né verdura, né frutta ha una tendenza aumentata ad incorrere negli infortuni, proprio perché, a fronte dell’allenamento che determina un enorme aumento del livello nell’organismo di alcune sostanze che elevano lo stato infiammatorio dell’organismo, non c’è l’assunzione di questi polifenoli che, da tale punto di vista, risultano senz’altro protettivi. Ha anche constatato che alcune altre sostanze contenute nelle verdure (soprattutto negli spinaci, nella lattuga, nelle coste, nella barbabietola rossa, nelle zucchine, nel sedano e nel cavolo) hanno la capacità di migliorare gli atleti dal punto di vista dell’utilizzo dell’ossigeno da parte dei muscoli e, perciò, conferiscono loro una maggiore resistenza allo sforzo. Alcune regole che tramanda Arcelli per ridurre gli infortuni sono : Fare sempre stretching e rafforzamento muscolare; Usare scarpe adatte: ad esempio capaci di correggere i difetti; Non incrementare improvvisamente carichi di allenamento. 4. Non allenarsi mai su percorsi sconnessi ; Puntare su un buon riscaldamento prima dei lavori più veloci e fai qualche minuto di defaticamento alla fine. LA PALLACANESTRO FEMMINILE: IL MODELLO FISIOLOGICO = gli arti superiori delle 2 0 1 0femmine sono più corti e più piccoli. le leve sono più corte nelle femmine, quindi si ha: minore potenza ; minore resistenza ; minore forza. Le performance femminili posso avere cali evidenti in presenza di squilibri ormonali indotti dal menarca o da eventuali menopause precoci la forte perdita ematica può portare
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