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Paniere COMPLETO (aperte e chiuse) di Letteratura Francese 5 del Prof. Pigozzo - ecampus, Panieri di Letteratura Francese

Paniere COMPLETO (con risposte aperte e chiuse corrette) di Letteratura Francese 5 (ed. aggiornata) del Prof. Francesco Pigozzo dell'Università LINGUE E LETTERATURE MODERNE E TRADUZIONE INTERCULTURALE dell'Università E-Campus - ecampus

Tipologia: Panieri

2021/2022

In vendita dal 19/05/2022

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Scarica Paniere COMPLETO (aperte e chiuse) di Letteratura Francese 5 del Prof. Pigozzo - ecampus e più Panieri in PDF di Letteratura Francese solo su Docsity! Set Domande LETTERATURA FRANCESE 5 LINGUE E LETTERATURE MODERNE E TRADUZIONE INTERCULTURALE Docente: Pigozzo Francesco Set Domande: LETTERATURA FRANCESE 5 LINGUE E LETTERATURE MODERNE E TRADUZIONE INTERCULTURALE Docente: Pigozzo Francesco PANIERE DI LETTERATURA FRANCESE 5 - 2/35 Indice Indice Lezioni .......................................................................................................................... p. 2 Lezione 002 ............................................................................................................................. p. 3 Lezione 003 ............................................................................................................................. p. 4 Lezione 004 ............................................................................................................................. p. 5 Lezione 005 ............................................................................................................................. p. 6 Lezione 006 ............................................................................................................................. p. 7 Lezione 007 ............................................................................................................................. p. 8 Lezione 008 ............................................................................................................................. p. 9 Lezione 010 ............................................................................................................................. p. 10 Lezione 011 ............................................................................................................................. p. 11 Lezione 012 ............................................................................................................................. p. 13 Lezione 013 ............................................................................................................................. p. 15 Lezione 014 ............................................................................................................................. p. 16 Lezione 015 ............................................................................................................................. p. 17 Lezione 016 ............................................................................................................................. p. 18 Lezione 017 ............................................................................................................................. p. 19 Lezione 019 ............................................................................................................................. p. 20 Lezione 020 ............................................................................................................................. p. 21 Lezione 021 ............................................................................................................................. p. 22 Lezione 022 ............................................................................................................................. p. 23 Lezione 023 ............................................................................................................................. p. 25 Lezione 024 ............................................................................................................................. p. 26 Lezione 025 ............................................................................................................................. p. 27 Lezione 026 ............................................................................................................................. p. 28 Lezione 027 ............................................................................................................................. p. 29 Lezione 028 ............................................................................................................................. p. 30 Lezione 029 ............................................................................................................................. p. 34 Lezione 030 ............................................................................................................................. p. 35 Set Domande: LETTERATURA FRANCESE 5 LINGUE E LETTERATURE MODERNE E TRADUZIONE INTERCULTURALE Docente: Pigozzo Francesco PANIERE DI LETTERATURA FRANCESE 5 - 5/35 Lezione 004 01. Il concetto di Leitmotiv wagneriano è fondamentale per Orlando in sede di definizione di ritorno del represso metodo di composizione dei propri contributi critici definizione di formazione di compromesso metodo di scomposizione dei testi 02. Tra i seguenti nomi, quale è punto di riferimento teorico e metodologico per Orlando? Marx Freud Saussure Bergson 03. Nel problema auerbachiano della relazione tra letteratura e realtà, il concetto di "mimesi" va messo sempre in relazione per Orlando con quello di bello ideologia convenzione realismo serio 04. Il magisterio di Lampedusa non offrì a Orlando lezioni di letteratura francese un termine di confronto direttamente autoriale lezioni di letteratura inglese le prime intuizioni teoriche di carattere freudiano 05. Quale grande critico tra i seguenti è considerato personalmente da Orlando un vero e proprio "maestro"? Barthes Macchia Eliot Auerbach 06. Da quale campo extra-letterario Orlando estrapola concetti e metodi per la sua analisi letteraria? Matematica Psicoanalisi Economia Sociologia 07. In che senso, secondo Orlando, le scoperte di Freud sono di ordine semiotico? 08. In che senso Orlando trova un nesso tra il lavoro psicanalitico di Freud e quello dell'analista di testi letterari? 09. Si parli della matrice "freudiana" dell'approccio di Orlando alla letteratura Set Domande: LETTERATURA FRANCESE 5 LINGUE E LETTERATURE MODERNE E TRADUZIONE INTERCULTURALE Docente: Pigozzo Francesco PANIERE DI LETTERATURA FRANCESE 5 - 6/35 Lezione 005 01. Orlando praticò la critica "intertestuale" nel senso preciso della ricerca di rimandi espliciti tra un testo e un altro della ricerca di topoi retorici tra un testo e l'altro della ricerca di rimandi eruditi tra un testo e l'altro della ricerca di costanti tematiche tra un testo e l'altro 02. Operazione "principe" per lo studioso di letteratura è secondo Orlando l'analisi di un testo singolo dell'opera di un autore singolo delle condizioni storiche e materiali nella produzione testuale di corpora testuali omogenei dal punto di vista del genere 03. Quale dei seguenti termini non può caratterizzare quello di Orlando alla pratica e teoria dell'analisi letteraria? giudizio di valore decostruzionismo storia strutturalismo 04. Si parli del rapporto tra il pensiero di Orlando e la critica cosiddetta "intertestuale" Set Domande: LETTERATURA FRANCESE 5 LINGUE E LETTERATURE MODERNE E TRADUZIONE INTERCULTURALE Docente: Pigozzo Francesco PANIERE DI LETTERATURA FRANCESE 5 - 7/35 Lezione 006 01. Orlando critica in particolare l'uso della psicoanalisi come supporto allo studio dei fenomeni letterari in chiave psicologizzante logica retorico-figurale semiotica 02. La psicoanalisi di personaggio letterario è per Orlando un'operazione impropria una via maestra dell'analisi letteraria una opportunità di approfondire la conoscenza dell'animo umano un'operazione pertinente solo quando sono rappresentati personaggi psicotici 03. Degli undici modi distinti da Orlando in cui Freud mise in relazione letteratura e psicoanalisi: solo alcuni sono ispiratori per l'opera teorica di Orlando nessuna delle altre risposte è corretta nessuno è ispiratore per l'opera teorica di Orlando tutti sono ispiratori per l'opera teorica di Orlando 04. Quante e quali relazioni Orlando individua tra psicoanalisi e tipologie di studi in ambito letterario? Set Domande: LETTERATURA FRANCESE 5 LINGUE E LETTERATURE MODERNE E TRADUZIONE INTERCULTURALE Docente: Pigozzo Francesco PANIERE DI LETTERATURA FRANCESE 5 - 10/35 Lezione 010 01. Emile Benveniste dedicò un importante articolo alla questione linguistica dello spostamento della rimozione della condensazione della negazione 02. Quale tra le seguenti espressioni Orlando mutua dalla teoria linguistica di Hjelmslev per fare riferimento al "referente extra-testuale" di ciò di cui un testo parla? forma del contenuto sostanza del contenuto sostanza dell'espressione materia del contenuto 03. Quale tra i seguenti fattori della comunicazione individuati da Jakobson è per Orlando da tenere al cuore degli studi letterari? contesto messaggio destinatario destinatore 04. Se si pensa al ruolo della tradizione filologica negli studi letterari, su quale dei fattori della comunicazione individuati da Jakobson tale disciplina tende principalmente a esercitarsi? sul codice sul destinatore sul contatto sul contesto 05. Si elenchino e definiscano i fattori della comunicazione letteraria che Orlando adatta da Jakobson 06. Quali concetti Orlando estrapola e utilizza a partire dalle teorie di Hjelmslev? Set Domande: LETTERATURA FRANCESE 5 LINGUE E LETTERATURE MODERNE E TRADUZIONE INTERCULTURALE Docente: Pigozzo Francesco PANIERE DI LETTERATURA FRANCESE 5 - 11/35 Lezione 011 01. Quale tra le seguenti acquisizioni dell'età dello sviluppo non è mobilitata da Orlando per comprendere in chiave "antropogenetica" i fenomeni letterari? distinzione tra realtà psichica e realtà esterna principio di non contraddizione logica competenza grammaticale superamento del complesso edipico 02. Una qualsiasi figura retorica codificata dalla tradizione rappresenta già di per sé un "ritorno del represso" in senso politico formale contenutistico estetico 03. "Formazione di compromesso" e "ritorno del represso" sono antonimi varianti sinonimiche espressioni usate da Orlando in stadi differenti del suo pensiero semanticamente identici 04. La riconduzione di significati testuali al modello repressione/represso necessita di individuare relazioni semantiche con altri testi e fonti relazioni semantiche interne al testo relazioni ideologiche con il contesto storico relazioni psicologiche con le intenzioni dell'autore 05. Quale dei seguenti aggettivi non può qualificare una delle dimensioni comunicative che in ambito di arte letteraria assume l'espressione di un problema in termini di "ritorno del represso"? linguistica psicologica storica terapeutica 06. Perché in sede di analisi letteraria "represso" è termine più adatto di "rimosso"? perché esiste un inconscio del testo per distinguersi da Freud perché gli artisti creano in modo cosciente perché la letteratura è un'istituzione sociale 07. Il ritorno del represso che si esprime sempre nell'arte è anche sempre conservatore nella prassi perché istituzionalmente reso innocuo dalla sublimazione immaginaria dalla censura politica dalla logica del mercato dalla scelta del lettore Set Domande: LETTERATURA FRANCESE 5 LINGUE E LETTERATURE MODERNE E TRADUZIONE INTERCULTURALE Docente: Pigozzo Francesco PANIERE DI LETTERATURA FRANCESE 5 - 12/35 08. Il ritorno del represso che si esprime sempre nell'arte è anche sempre sovversivo nella prassi perché istituzionalmente critico del sistema di potere dominante fruibile a una pluralità di esseri umani aperto alle interpretazioni individuali marginale al sistema economico dominante 09. Ai fini dell'analisi testuale, il concetto di "ritorno del represso" va inteso in senso ideologico-politico psicologico-biografico antropogenetico logico-semiotico 10. Che cosa si intende con "ritorno del represso formale"? Set Domande: LETTERATURA FRANCESE 5 LINGUE E LETTERATURE MODERNE E TRADUZIONE INTERCULTURALE Docente: Pigozzo Francesco PANIERE DI LETTERATURA FRANCESE 5 - 15/35 Lezione 013 01. Esempio tipico di "metasemema" è la metafora la perifrasi l'ironia l'allitterazione 02. Esempio tipico di "metalogismo" è la perifrasi la metafora l'allitterazione l'ironia 03. Capitale è per Orlando intendere la "figuralità" di cui parla in modo strettamente coincidente con la neoretorica strutturalista nel modo ricostruito da Auerbach a proposito della letteratura medioevale nel modo filologicamente corretto in cui la intende la retorica classica in modo aperto a più scale e più livelli testuali 04. Essenziale nel concetto figurale di "spostamento" è che tra le istanze semantiche messe in quel tipo di relazione vi sia un rapporto di interdipendenza semantica nella coscienza comune una perfetta equivalenza assiologica un rapporto gerarchico di importanza un certo grado di sovrapposizione nella forma dell'espressione 05. A cosa si riferisce la distinzione tra micro e macrofiguralità? Set Domande: LETTERATURA FRANCESE 5 LINGUE E LETTERATURE MODERNE E TRADUZIONE INTERCULTURALE Docente: Pigozzo Francesco PANIERE DI LETTERATURA FRANCESE 5 - 16/35 Lezione 014 01. Per Matte Blanco il funzionamento psichico degli esseri umani è meglio descritto in termini di illogicità bilogica logica aristotelica logica simmetrica 02. Il concetto di "logica simmetrica" è coniato da Francesco Orlando Siegmund Freud Ignacio Matte Blanco Jacques Lacan 03. Quale tra i seguenti rapporti non è logicamente "asimmetrico"? prima di di fronte a madre di più avanti di 04. Oltre che in termini logici, Matte Blanco offre a Orlando spunti per una più rigorosa traduzione delle intuizioni freudiane in termini psicologici geometrici filosofici ideologici 05. Una metafora è descrivibile, in termini matteblanchiani, in base al combinato disposto dei principi di simmetrizzazione e di generalizzazione asimmetrizzazione condensazione spostamento 06. "Logica bivalente" e "bi-logica" sono per Matte Blanco in rapporto di parte a tutto opposizione coincidenza contraddizione 07. Quali sono i concetti fondamentali in base ai quali I. Matte Blanco offre una traduzione del concetto freudiano di "inconscio" utile anche per gli studi letterari? Set Domande: LETTERATURA FRANCESE 5 LINGUE E LETTERATURE MODERNE E TRADUZIONE INTERCULTURALE Docente: Pigozzo Francesco PANIERE DI LETTERATURA FRANCESE 5 - 17/35 Lezione 015 01. Nel "Repertorio dei modelli praticabili" Orlando fa riferimento a "L'inconscio come insiemi infiniti" enucleando i 4 principi di funzionamento dell'inconscio secondo Freud: non ne fa parte il predominio simbolico dei contenuti sessuali il carattere di atemporalità il processo primario l'assenza di principio di non contraddizione 02. Nelle "Dodici regole per la costruzione di un paradigma testuale" Orlando fa riferimento al pensiero di Matte Blanco per spiegare in particolare il criterio delle varianti espressive costanti implicite varianti esplicite costanti lessicali 03. Orlando fa utilizzo del pensiero di Matte Blanco mai, perché non lo conosce in tempo nel nuovo saggio teorico pubblicato postumo fin dall'ultima parte del "ciclo freudiano" nel proprio saggio teorico del 1973 04. Una completa riscrittura in termini matteblanchiani della teoria letteraria di Orlando Non è necessaria perché Per una teoria freudianateneva già conto del pensiero di Matte Blanco è realizzata da Orlando nell'ultimo libro teorico è tentata da Orlando in Illuminismo,barocco e retorica freudiana non è ancora avvenuta 05. Si riassuma il pensiero di Piero Toffano sul rapporto tra figure e logica dell'inconscio nel pensiero dell'ultima fase di vita di Orlando Set Domande: LETTERATURA FRANCESE 5 LINGUE E LETTERATURE MODERNE E TRADUZIONE INTERCULTURALE Docente: Pigozzo Francesco PANIERE DI LETTERATURA FRANCESE 5 - 20/35 Lezione 019 01. Sul "soprannaturale" in letteratura Orlando pubblica in vita Un lavoro Non è stato un tema di ricerca per Orlando Nessun lavoro Due lavori 02. Gli "Oggetti desueti" è uno studio analitico in cui Orlando prende in considerazione un corpus di testi di un medesimo autore un corpus di testi di epoche e lingue diverse un corpus di testi francesi un corpus di testi rappresentativo di ogni lingua esistente al mondo 03. Il "ciclo freudiano" di Orlando non include La lettura della Phèdre La prefazione a Il Motto di Spirito La lettura del Misanthrope Illuminismo, barocco etc... 04. Si ricordino i principali studi che Orlando pubblica in volume Set Domande: LETTERATURA FRANCESE 5 LINGUE E LETTERATURE MODERNE E TRADUZIONE INTERCULTURALE Docente: Pigozzo Francesco PANIERE DI LETTERATURA FRANCESE 5 - 21/35 Lezione 020 01. Rutebeuf è uno scrittore del XVI secolo XI secolo XVIII secolo XIII secolo 02. Orlando pone in exergo alla propria lettura del Misantropo di Molière un verso di Federico II Bernard de Ventadorn Jaufré Rudel Peire d'Alvernhe 03. La "Chanson de Roland" offre un esempio di "ritorno del represso nella serie dei contenuti" di tipo "autorizzato ma non da tutti i codici" perché vi si tematizza in particolare il conflitto tra obbedienza al codice militare e al codice cortigiano cavalleresco cristiano pagano 04. Si parli del ritorno del represso nella serie dei contenuti in relazione alla Chanson de Roland Set Domande: LETTERATURA FRANCESE 5 LINGUE E LETTERATURE MODERNE E TRADUZIONE INTERCULTURALE Docente: Pigozzo Francesco PANIERE DI LETTERATURA FRANCESE 5 - 22/35 Lezione 021 01. Caratterizzante in Rabelais, da un punto di vista di storia letteraria e culturale, è come poi in Ariosto la tendenza a testualizzare un rapporto con il proprio racconto di tipo impersonalizzato auto-ironico serioso fideistico 02. Di quale delle categorie che Orlando enuclea ne Gli Oggetti desueti le Neiges d'antan di Villon offrono esempio? monitorio-solenne sinistro-terrifico frusto-grottesco malinconico-straziato 03. Rabelais, come Ronsard e Montaigne, offrono l'esempio stilistico di una fioritura di metaplasmi metasememi metalogismi metatassi 04. Si parli della relazione tra Jean Calvin e l'avanzata della critica razionalista nel XVI secolo Set Domande: LETTERATURA FRANCESE 5 LINGUE E LETTERATURE MODERNE E TRADUZIONE INTERCULTURALE Docente: Pigozzo Francesco PANIERE DI LETTERATURA FRANCESE 5 - 25/35 Lezione 023 01. In rapporto al discorso su barocco, pensiero scientifico e pre-illuminismo, Descartes come scrittore rappresenta per Orlando un pioniere del modernismo barocco della permanenza di modelli classici della critica razionalista dell'avanguardismo artistico 02. Tra i passi testuali di Descartes che Orlando analizza nelle sue opere, vi è una lettera di esaltazione dell'ambiente urbano che Descartes indirizza a Isaac Newton Guez de Balzac François Malherbe Paul Scarron 03. Paul Scarron, oltre che romanziere fu anche commediografo tragediografo poeta burlesco poeta epico 04. Si ricordino le linee interpretative principali che Orlando utilizza per l'analisi della figura e di specifici passi nell'opera di Descartes Set Domande: LETTERATURA FRANCESE 5 LINGUE E LETTERATURE MODERNE E TRADUZIONE INTERCULTURALE Docente: Pigozzo Francesco PANIERE DI LETTERATURA FRANCESE 5 - 26/35 Lezione 024 01. Il genere drammaturgico di cui Rotrou è uno dei principali autori si definisce commedia tragicommedia tragedia dramma borghese 02. Rotrou vive a cavallo di metà Seicento a cavallo tra Cinque e Seicento nella seconda metà del Seicento nella prima metà del Seicento 03. Nella sua opera critica Orlando parla di Corneille estesamente solo in una monografia mai raramente 04. Si parli del teatro di Rotrou nell'ottica dello studio che gli dedica Orlando Set Domande: LETTERATURA FRANCESE 5 LINGUE E LETTERATURE MODERNE E TRADUZIONE INTERCULTURALE Docente: Pigozzo Francesco PANIERE DI LETTERATURA FRANCESE 5 - 27/35 Lezione 025 01. In che senso Pascal è un precursore paradossale della letteratura illuminista per Orlando? Set Domande: LETTERATURA FRANCESE 5 LINGUE E LETTERATURE MODERNE E TRADUZIONE INTERCULTURALE Docente: Pigozzo Francesco PANIERE DI LETTERATURA FRANCESE 5 - 30/35 Lezione 028 01. Fedra porta alla luce il proprio obrobrioso segreto per istigazione di Aricia Teseo Ippolito Enone 02. Quale tra le seguenti è la negazione simbolica fondamentale che Orlando individua nella Phèdre? Autorità/Trasgressione Re/Parenti ribelli Oblio/Mito Mostro marino/Corpo di Ippolito 03. Di quale delle tragedie di Racine Orlando fa un'analisi approfondita? Phèdre Bérénice Andromaque Esther 04. Un tratto accomuna Ippolito a Fedra, quale? Autorità Trasgressione Femminilità Menzogna 05. Nella Phèdre di Racine l'identificazione dello spettatore/lettore è attratta verso Pasifaé Phèdre Hippolyte Thésée 06. Tra le negazioni simboliche nella Phèdre, quella la cui debolezza permette l'esistenza stessa dell'opera riguarda Aricia Théramène Teseo Ippolito 07. Quale dei seguenti attributi non può qualificare il Teseo di Racine? re padre marito dio Set Domande: LETTERATURA FRANCESE 5 LINGUE E LETTERATURE MODERNE E TRADUZIONE INTERCULTURALE Docente: Pigozzo Francesco PANIERE DI LETTERATURA FRANCESE 5 - 31/35 08. Le gesta di Teseo figurano nella Phèdre come mitico atto soprannaturale di predestinazione civilizzatore vendicatore 09. L'autorità di Teseo, nella seconda parte della tragedia di Racine, è esautorata è fallace è restaurata è assente 10. Fedra, sorella del Minotauro che viene celato in fondo a un labirinto, cela a sua volta nella tragedia di Racine l'amore per Enone un labirinto di parole un segreto mostruoso la parentela con Minosse 11. Quale mostro mitico è l'unico ad essere descritto nella sua dimensione fisica in Phèdre? Medusa un mostro marino un mostro alato il Minotauro 12. Quale tra le seguenti condizioni assimilano Teseo e Fedra, nonché l'inizio e la fine della tragedia di Racine? fuga silenzio morte guerra 13. L'unica negazione simbolica della Phèdre in cui un mostro sia proiettato nel presente del racconto riguarda il personaggio di Ippolito Fedra Pallante Teseo 14. Il silenzio di Ippolito circa la confessione di Fedra non è segno di pavidità magnanimità scandalo astuzia Set Domande: LETTERATURA FRANCESE 5 LINGUE E LETTERATURE MODERNE E TRADUZIONE INTERCULTURALE Docente: Pigozzo Francesco PANIERE DI LETTERATURA FRANCESE 5 - 32/35 15. L'analisi orlandiana della Fedra di Racine si fonda principalmente su dati biografici storici intertestuali testuali 16. La scandalosità morale che Racine pone al centro della propria versione del mito di Fedra si somma a un'altra scandalosità che nella sua epoca investe l'intera mitologia pagana. Quale tra le seguenti? etnica razionale religiosa sociale 17. In contrasto significativo con Euripide, Racine sceglie di concludere la tragedia facendo invocare per l'amore di Fedra l'oblio l'appagamento nell'al di là la punizione del Dio cristiano una fama esemplare 18. Il verso "La fille de Minos et de Pasiphaé" ben esemplifica l'uso dei dati mitologici nella Phèdre in senso nascostamente cristiano superficialmente decorativo semanticamente figurale illuministicamente critico 19. Nella Phèdre di Racine il significato che meglio riassume l'insieme dei significati che si presentano come "repressi" nel testo è il desiderio di Fedra l'omosessualità di Ippolito l'autorità di Teseo l'insubordinazione di Enone 20. In termini di etichette storico-culturali, Phèdre appare alle soglie del romanticismo pre-illuminismo rococò barocco 21. Prima e dopo Racine, diversi poeti e tragediografi francesi stemperano la trasgressività del mito di Fedra espungendo dal racconto la dimensione anti-autoritaria soprannaturale moderna incestuosa Set Domande: LETTERATURA FRANCESE 5 LINGUE E LETTERATURE MODERNE E TRADUZIONE INTERCULTURALE Docente: Pigozzo Francesco PANIERE DI LETTERATURA FRANCESE 5 - 35/35 Lezione 030 01. La lettura orlandiana della Fedra precede quella di un altro capolavoro louisquatorzien, quale? Le favole Le massime Il misantropo Il malato immaginario 02. Quali sono le chiavi interpretative fondamentali che permettono a Orlando di scomporre paradigmaticamente il Misanthrope di Molière? Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) Risposte alle domande aperte di Letteratura Francese 5 1 LEZ 2 QUALE RISPOSTA SI PUO EVINCERE DALLA TEORIA DI ORLANDO PER LA DOMANDA “A CHE SERVE LA LETTERATURA?” Una interrogazione che era stata fatta da diversi intellettuali e studiosi italiani per iniziativa di un gruppo in realtà di studio che aveva aperto un particolare sito on line ponendo il quesito appunto a cosa serve la letteratura. E la risposta di Orlando conteneva una critica alle mode dell’autoreferenzialità e dell’intertestualità che ci ripetono da 40 anni che la letteratura parla di se stessa e non del mondo, rimanda sempre ad altra letteratura e mai al mondo. Secondo Orlando bisogna farla finita con queste anziane mode, tornare a interrogarsi in modo originale sulla parte di mimesi cioè rappresentazione e la parte di convenzione. Inoltre, Orlando paragona la letteratura all’aria che respiriamo e afferma quindi che tramite essa bisogna porre fine alle antiche usanze e interrogarsi in modo originale sulla rappresentazione di essa e sulla corresponsabilità istituzionale degli studiosi. Inoltre, quello che si può evincere dalla risposta è che secondo Orlando la letteratura è qualcosa di vitale e necessario. Essa è paragonata dal francesista all’aria che respiriamo. Essa, imprescindibile e fondamentale per l’essere umano, è una forma di espressione che rientra nella psiche umana e dell’inconscio (es lapsus, sogno, sintomi nevrotici, motto di spirito) Anche la letteratura fa parte di queste espressioni dell’inconscio. La letteratura è parte essenziale e naturale dell’uomo. L’idea guida di Orlando è la naturalità dei fenomeni letterari. LEZ 3 SI DELINEANO LE PRINCIPALI TAPPE DELLA BIOGRAFIA DI FRANCESCO ORLANDO Francesco Orlando nasce a Palermo nel 1934, poco prima dunque dello scoppio della Seconda guerra mondiale (vivrà infatti in prima persona i bombardamenti subiti). La famiglia di Orlando è parte della borghesia medio-alta la quale si è dedicata alla carriera di avvocatura. Riceverà una formazione gesuita ma dovrà abbandonare gli studi per rifugiarsi con la famiglia in campagna. Conseguita la maturità si iscrive alla facoltà di giurisprudenza, per volere del padre, si rende però conto che questa non era la sua vocazione, appena incontrerà Tomasi di Lampedusa inizia la sua carriera letteraria, pubblicherà poco dopo infatti la sua prima ed unica raccolta di poesie. Orlando entrò a contatto per la prima volta con la psicoanalisi grazie alla moglie di Tomasi di Lampedusa, Alessandra Wolff-Stomersee, analista di scuola freudiana e allieva di Sigmund Freud. Si laurea in giurisprudenza e si iscrive alla facoltà di Lettere prima di Palermo, e poi, dopo essersi allontanato da Tomasi di Lampedusa, si iscrive alla facoltà di lettere di Pisa. Si laurea in lingua e letteratura francese e vince il concorso che ne ha permesso il perfezionamento presso la scuola normale superiore di Pisa. A causa di contestazioni studentesche, nel 1970 si trasferì prima all'Università Federico II di Napoli, e poi, nel 1975, a Venezia, nell'Università Ca' Foscari; riuscì a tornare a Pisa nel 1982. Nel 1995 ottenne il conferimento della prima cattedra italiana di teoria della letteratura e in Italia è stato il primo a mettere in rapporto la letteratura e la psicoanalisi. Egli morì a Pisa nel 2010. LEZ 4 IN CHE SENSO, SECONDO ORLANDO, LE SCOPERTE DI FREUD SONO DI ORDINE SEMIOTICO? Freud aveva studiato le espressioni semiotiche e aveva riconosciuto la semiotica come una manifestazione della psiche umana che prova a pensare in termini di dinamica energetica della psiche e di logica o linguaggio della psiche. Tutto ciò sta poi alla base del “ritorno del represso” elaborato da Orlando. Freud ha dimostrato come, rispetto al rapporto tra inconscio e realtà, vi sia un modo di pensare proprio dell'inconscio che può essere pensato come una retorica. Il lavoro onirico consiste nell'azione sulla materialità semiotica dei pensieri del sogno che li trasforma nella manifestazione che si palesa al sognatore. Questo modello, per Orlando, può essere applicato anche al modello di figura sia alle diverse finalità comunicative. Risposte alle domande aperte di Letteratura Francese 5 2 Sia nel lavoro onirico che nel lavoro sul linguaggio si parla di logica, ed è la stessa logica impiegata dallo scrittore di letteratura per creare una figura. La logica è quindi comune sia all'azione figurale che all'azione dell'inconscio, soprattutto a quella onirica. Più in generale, la letteratura e la psicanalisi sono state accostate durante il Novecento per comprendere meglio la natura umana e le sue manifestazioni. Francesco Orlando, nella sua “Lettura freudiana delle Phèdre”, si è rifatto agli studi di Freud sull'inconscio. Egli infatti ritiene che lo studioso di letteratura deve ricorrere a Freud e alle sue scoperte per ottenere un linguaggio coerente che abbia qualcosa in comune col linguaggio dell'inconscio umano. Freud ha considerato, nel corso dei suoi studi, come forme di linguaggio o di manifestazione dell'inconscio, il sogno, il lapsus, il sintomo nevrotico e il motto di spirito. Le prime tre sono forme di linguaggio non comunicante, mentre l'ultima implica una comunicazione cosciente e volontaria. Egli raccomanda allo studioso della letteratura soprattutto il linguaggio comunicante. IN CHE SENSO ORLANDO TROVA UN NESSO TRA IL LAVORO PSICANALITICO DI FREUD E QUELLO DELL’ANALISTA DI TESTI LETTERARI? Freud aveva studiato le espressioni semiotiche e aveva riconosciuto la semiotica come una manifestazione della psiche umana che prova a pensare in termini di dinamica energetica della psiche e di logica o linguaggio della psiche. Tutto ciò sta poi alla base del “ritorno del represso” elaborato da Orlando. Freud ha dimostrato come, rispetto al rapporto tra inconscio e realtà, vi sia un modo di pensare proprio dell'inconscio che può essere pensato come una retorica. Il lavoro onirico consiste nell'azione sulla materialità semiotica dei pensieri del sogno che li trasforma nella manifestazione che si palesa al sognatore. Questo modello, per Orlando, può essere applicato anche al modello di figura sia alle diverse finalità comunicative. Sia nel lavoro onirico che nel lavoro sul linguaggio si parla di logica, ed è la stessa logica impiegata dallo scrittore di letteratura per creare una figura. La logica è quindi comune sia all'azione figurale che all'azione dell'inconscio, soprattutto a quella onirica. Più in generale, la letteratura e la psicanalisi sono state accostate durante il Novecento per comprendere meglio la natura umana e le sue manifestazioni. Francesco Orlando, nella sua Lettura freudiana delle Phèdre, si è rifatto agli studi di Freud sull'inconscio. Egli infatti ritiene che lo studioso di letteratura deve ricorrere a Freud e alle sue scoperte per ottenere un linguaggio coerente che abbia qualcosa in comune col linguaggio dell'inconscio umano. Freud ha considerato, nel corso dei suoi studi, come forme di linguaggio o di manifestazione dell'inconscio, il sogno, il lapsus, il sintomo nevrotico e il motto di spirito. Le prime tre sono forme di linguaggio non comunicante, mentre l'ultima implica una comunicazione cosciente e volontaria. Egli raccomanda allo studioso della letteratura soprattutto il linguaggio comunicante. SI PARLI DELLA “MATRICE FREUDIANA” DELL’APPROCCIO DI ORLANDO ALLA LETTERATURA La letteratura e la psicanalisi sono state accostate durante il Novecento per comprendere meglio la natura umana e le sue manifestazioni. Francesco Orlando, nella sua Lettura freudiana delle Phèdre, si è rifatto agli studi di Freud sull'inconscio. Si ritiene che lo studioso di letteratura debba ricorrere a Freud e alle sue scoperte per ottenere un linguaggio coerente che abbia qualcosa in comune col linguaggio dell'inconscio umano. Freud ha considerato, nel corso dei suoi studi, come forme di linguaggio o di manifestazione dell'inconscio, il sogno, il lapsus, il sintomo nevrotico e il motto di spirito. Le prime tre sono forme di linguaggio non comunicante, mentre l'ultima implica una comunicazione cosciente e volontaria. Egli raccomanda allo studioso della letteratura soprattutto il linguaggio comunicante. LEZ 5 SI PARLI DE RAPPORTO TRA IL PENSIERO DI ORLANDO E LA CRITICA COSIDETTA “INTERTESTUALE” Orlando, oltre ad essere un grande wagneriano, si ritiene un allievo diretto di Auerbach, e Auerbach è in contrasto con il modello dell’ analisi di una singola opera, all’interno di Mimesis naturalmente, dove l’operazione intellettuale di Auerbach non è quella dell’analisi integrale di una singola opera letteraria. È, al Risposte alle domande aperte di Letteratura Francese 5 5 paradigmatico. Il piano paradigmatico è il piano in cui non si ritrovano le associazioni sull’ordine del sintagma e della verbalizzazione concreta, ma si ritrovano invece tutte quelle possibili alternative, quei rapporti in assenza, quelle scelte che non sono state fatte per scelta linguistica. Di questo metodo si è occupato in “Dodici regole per costruire un paradigma testuale” e lo ha presentato a Roma nel 1986, durante un convegno internazionale di critica letteraria. Egli ha delineato 12 regole per attuare tale metodo: 1. Le prime tre indicano cosa vuol dire scomporre l’ordine sintagmatico di un testo, privilegiando come prima regola, il discorso sulle costanti. 2. Le successive tre mettono in guardia dal confondere le costanti con fattori extra testuali. 3 riduzionismi: del vissuto biografico, dei referenti extra letterari e della tradizione letteraria. 3. Le seguenti insegnano a comprendere e individuare le costanti testuali utili a ricostruire un paradigma interno ai significati del testo. 4. Le ultime affrontano il rapporto tra polisemia del testo e finitezza e gerarchizzabilità assiologica del suo sistema di segni. La scomposizione avviene dopo la seconda lettura integrale e piacevole del testo: durante la successiva lettura, infatti, si notano e si iniziano ad annotare tutte le costanti del testo (ambivalenti, oppositive, implicite) e i rapporti logici, semantici e assiologici tra questi. I passi precedentemente e inizialmente distanti tra loro, quindi, saranno adesso vicini, raggruppati in un ordine nuovo (ovvero quello paradigmatico). LEZ 10 SI ELENCHINO E SI DEFINISCANO I FATTORI DELLA COMUNICAZIONE LETTERARIA CHE ORLANDO ADATTA DA JAKOBSON I fattori necessari per ogni comunicazione linguistica, individuati da Jakobson per indicare i casi particolari in cui è dominante la funzione poetica, sono: - 1) UN MESSAGGIO verbale; - 2) UN DESTINATORE che lo emette; - 3) UN DESTINATARIO che lo riceve; - 4) UN CONTESTO a cui si riferisce; - 5) UN CODICE linguistico in cui è formulato; - 6) UN CONTATTO di natura fisica attraverso cui è trasmesso. Questi sei fattori sono in senso molto pragmatico anche fattori definitori dell’atto di comunicazione letteraria, ma bisogna stare attenti a distinguere appunto il piano pragmatico. Nel caso della comunicazione letteraria, quindi, tali fattori si modificheranno – tutti tranne il messaggio. Per cui si avrà: 2) il DESTINATORE, ovvero l’autore; 3) il DESTINATARIO, tutti gli ascoltatori e lettori del componimento nel tempo; 4) il CONTESTO, con cui si indica sia l’informazione del componimento che le circostanze di realtà lontane nel tempo; 5) il CODICE, non solo la lingua in cui è scritto il componimento, ma anche l’osservazione o meno delle norme del genere letterario in cui il componimento si inserisce. 6) il CONTATTO: trasmissione orale o scritta, manoscritta o a stampa del componimento. QUALI CONCETTI ORLANDO ESTRAPOLA E UTILIZZA A PARTIRE DALLE TEORIE DI HJEMSLEV? Orlando per elaborare il concetto di "forma del contenuto" si rifà ai Fondamenti della teoria del linguaggio di Hjelmslev, dove quest’ultima parla infatti della "forma del contenuto". Hjelmslev distingue: Risposte alle domande aperte di Letteratura Francese 5 6 -significati sul piano dell’espressione, che vanno distinte, secondo Hjelmslev, in qualsiasi discorso ; -significati sul piano del contenuto, un insieme di strutture di significato, ossia di rapporti di opposizioni e somiglianze che caratterizzano i testi letterari e ancor di più la Phèdre di Orlando. La “materia del contenuto” per Hielmslev non ha esistenza linguistica e consiste, quindi, in ciò in cui non si può parlare. Si potrà parlare invece quando sarà diventata sostanza di una forma che la ritaglia. Il testo letterario funziona a sua volta in una maniera che può essere più o meno forte come una coerenza, un’unità di struttura all’interno della struttura lingua di cui si serve. E Orlando rivendica che forma del contenuto e forma dell’espressione possono essere studiate dunque, come è senza dubbio lecito fare e farebbe qualsiasi linguista, in una chiave, appunto, di rapporto tra quel dato testo e il sistema lingua in generale, che Saussure chiama langue, ma anche come autonomo gesto conchiuso, dotato, appunto, di una relativa autonomia come sistema di segni all’interno della data lingua e che Saussure chiamerebbe, invece, parole, atto di parole, un atto di parole particolarmente dotato di coerenza interna e di autonomia, nella misura in cui è ispirato a codici autonomi all’interno della lingua, e a codici, nello specifico, di carattere letterario. LEZ 11 CHE COSA SI INTENDE CON “RITORNO DEL REPRESSO FORMALE”? Se “ritorno del represso” è espressione che ci ricorda la drammaticità psicogenetica dell’istituzione letterario, cui Orlando non ha mai smesso di richiamarsi, “ritorno del represso formale” fa specifico riferimento all’applicazione del modello nell’ambito delle forme linguistiche dell’espressione e del contenuto (adottando la terminologia di Hjelmslev). Quest’ultimo fonda la possibilità di una nuova retorica, nonché di una visione della letteratura non più come “cosa”, ma come componente ineliminabile del linguaggio umano. Tale ritorno del represso formale è comprensibile tramite la “formazione di compromesso” : concetto che prescinde dalle differenti opinioni che si possono avere sul modo di procedere della storia umana, collettiva e individuale e anche dallo statuto scientifico che si vuole riconoscere alle teorie psicanalitiche. Occorre però specificare che questo aggettivo, “formale”, tratto definitorio del linguaggio letterario, aggiunto al modello del ritorno del represso, va inteso naturalmente su entrambe le facce formali del linguaggio, rifacendoci alla terminologia di Hjelmslev, la forma del contenuto e la forma dell’espressione naturalmente, quindi questo gioco, dinamico, drammatico di repressione e represso. LEZ 12 CHE COSA SIGNIFICA “NEGAZIONE FREUDIANA”? La negazione freudiana è una delle prime declinazioni del modello astratto della formazione di compromesso. Ma potremmo definire la negazione freudiana anche una delle configurazioni possibili del modello astratto e, facendo un passo linguistico veramente breve ancora più in là, parlare della negazione freudiana come di una figura appunto della formazione di compromesso. E’ uno dei possibili modi di esprimere il modello della formazione di compromesso, uno dei possibili modi, un modo che trova peraltro le sue radici nella conformazione stessa della lingua. Nella sua opera, intitolata “La negazione” del 1925, Freud sostiene che la negazione sia il mezzo attraverso cui si diventa consapevoli del rimosso e ci si liberi dai limiti al pensiero da esso imposti. Tale funzione è per Orlando svolta dalla comicità: più sarà il riso, più il represso da inconscio diventerà conscio. La negazione freudiana consiste nel far emergere ciò che si vuole affermare esprimendolo attraverso la sua negazione, più nello specifico un individuo cerca di tener nascosto nell'inconscio un contenuto (che può essere un’immagine o un pensiero), che però può emergere nel conscio in “forma negata”. La negazione è quindi un modo di prendere coscienza del rimosso, pur non accettandolo. Risposte alle domande aperte di Letteratura Francese 5 7 SI ANALIZZI IN SENSO PSICOANALITIVO E IN SENSO LETTERARIO LA DENEGAZIONE MODELLO “NON MI PIACE” Nella sua opera intitolata “La negazione” del 1925, Freud sostiene che la negazione è il mezzo attraverso cui si diventa consapevoli del rimosso e liberi dai limiti al pensiero da esso imposti. Tale funzione è per Orlando svolta dalla comicità: più sarà il riso, più il represso da inconscio diventerà conscio. La negazione freudiana consiste nel far emergere ciò che si vuole affermare esprimendolo attraverso la sua negazione, più nello specifico un individuo cerca di tener nascosto nell'inconscio un contenuto (che può essere un’immagine o un pensiero) che però può emergere nel conscio in “forma negata”. La negazione è quindi un modo di prendere coscienza del rimosso, pur non accettandolo. Per Freud quindi l’unico modo di confessare qualcosa inconfessabile è negarlo: nell’espressione linguistica ciò corrisponde alla frase del “non mi piace”: - non rappresenta la non accettazione del rimosso (rimozione); - mi piace rappresenta la soppressione della rimozione (rimosso) Parliamo quindi di una tensione, questo scontro di significati in cui sopra al cosiddetto numeratore della repressione ci sta un non, ci sta il termine della negazione, sotto al denominatore starà la parola che designa ciò che viene appunto represso. Possiamo schematizzarlo con una qualsiasi frase verbale tipica, Orlando lo fa con una frase come “non mi piace” in cui non sta sopra e mi piace sta sotto, e come direbbe Benveniste questo non che sta sopra non toglie che ci sia un mi piace pur sempre espresso. Il che diventa figuralmente denso, letterariamente denso, evocativo di significati, quando appunto siamo in un dispositivo testuale in cui per esempio siamo invitati al contempo a distanziarci da un certo personaggio che è portatore di un certo desiderio che è da reprimere e al contempo però sottilmente, sotterraneamente, siamo portati a identificarci con lui. Questo distanziarci e questo identificarci è una sorta di effetto psicologico che si realizza nello spettatore o nel lettore del dispositivo della formazione di compromesso, letterariamente organizzata in questo termine repressivo della negazione, termine di ritorno del represso di ciò che viene negato, ma pur sempre inevitabilmente in un modo o nell'altro al contempo espresso. IN CHE SENSO L’INTERO FENOMENO DELL’ARTE RICADE ISTITUZIONALMENTE NEL MODELLO DELLA NEGAZIONE FREUDIANA? L’arte corrisponde al represso reso fruibile: la poesia, quindi, dà voce a tutto ciò che resta nell’inconscio; nel fare ciò essa è conservatrice (poiché il ritorno del represso è reso innocuo dalla sublimazione e dalla finzione) e sovversiva (poiché questo represso è reso fruibile). (+ VEDERE DUE DOMANDE PRECEDENTI SE SI VUOLE AGGIUNGERE DEL CONTENUTO). LEZ 13 A CHE COSA SI RIFERISCE LA DISTINZIONE TRA MICRO E MACROFIGURALITA’? RISP 1: Analizzando le 3 lettere persiane di Montesquieu, Orlando parla di FIGURA GENERALE, una figura che copre l’intero romanzo di Montesquieu. Non è localizzabile in un punto del testo ma è una macrofigura, rispetto alla quale entra in relazione il testo intero. Quindi questa figura generale, è una macrofigura, una figura di spostamento. Lo stile locale invece è microfigurale se localizzabile in un punto preciso del testo. Le microfigure quindi sono quelle localizzabili che coincidono con le figure retoriche; le macrofigure invece sono quelle estensivamente intese che vanno aldilà della singola parola o frase e che possono abbracciare l’intero testo e coincidono con le figure freudiane (come quella dello spostamento o della negazione). Tutto Risposte alle domande aperte di Letteratura Francese 5 10 5. TIPO 5: AUTORIZZATO MA NON DA TUTTI I CODICI DI COMPORTAMENTO, come accade nella Chanson de Roland in cui l’eroe deve decidere tra il codice cavalleresco e il codice militare per salvarsi. Si crea una contraddizione che non viene autorizzata da tutti i codici. LEZIONE 19 SI RICORDINO I PRINCIPALI STUDI CHE ORLANDO PUBBLICA IN VOLUME I principali studi che Orlando pubblica in volume sono: - “Due letture freudiane”, il volume che contiene l’analisi della Phèdre di Racine e del Misanthrope di Molière(1990); - “Per una teoria freudiana della letteratura” (1992), il libro teorico per eccellenza di Orlando - “Illuminismo, barocco e retorica freudiana” (1997), di cui il terzo volume che chiude il ciclo freudiano in cui la teoria letteraria di Orlando si sistematizza nel corso degli anni 70; - “Oggetti desueti”, uno studio comparatistico; - “Infanzia, memoria e storia da Rousseau ai romantici”, il primo lavoro di Orlando in chiave di intertestualità implicita e a cavallo tra diversi autori. LEZ 20 SI PARLI DEL RITORNO DEL REPRESSO NELLA SERIE DEI CONTENUTI IN RELAZIONE ALLA CHANSON DE ROLAND La Chanson de Roland è il più antico manoscritto che possediamo del poema epico che fonda la «materia di Francia» o «carolingia» nella tradizione narrativa in versi medioevale delle “Chansons de geste”, risalente all’inizio del XII secolo, conservato ad Oxford e di cui l’autore è ignoto. È proprio in relazione al rapporto tra letteratura e ideologia che, nell’opera critica di Francesco Orlando, troviamo una penetrante osservazione ermeneutica sulla Chanson de Roland. Anche se è significativo che l’ideologia non sia convocata da Orlando in relazione a un significato genericamente storico dell’opera, e ancor meno lo sia in un’ottica strumentale di riduzionismo propagandistico del contenuto di un’opera letteraria. All’opposto: ci troviamo proprio al cuore di “Per una teoria freudiana della letteratura” (come sappiamo, lavoro teorico quanto mai scarno di esempi concreti) e per la precisione nel capitolo in cui Orlando, dopo aver fondato la propria visione della letterarietà nella pervasiva presenza di un «ritorno del represso formale» (ciò con cui intende riferirsi alla «forma dell’espressione») all’interno dei linguaggi comunicanti umani, prova a distinguere una struttura tipologica astratta di «ritorni del represso» sul piano invece della «forma dei contenuti». La Chanson de Roland è proprio l’esempio fondativo della quinta e ultima tipologia in questione, che Orlando qualifica di ritorno del represso «accettato ma non da tutti i codici»: è la tipologia che consente per definizione una tematizzazione del tutto esplicita dei termini in conflitto (reprimente e represso) e in cui la dirompenza ideologica del «represso» che trova espressione testuale è minore che nelle altre tipologie perché la sua non accettazione è appunto solo parziale all’interno dello stesso ordine vigente.2+2 LEZ 21 SI PARLI DELLA RELAZIONE TRA JEAN CALVIN E L’AVANZATA DELLA CRITICA RAZIONALISTICA NEL XVI SECOLO In ambito di francofonia, la militanza intellettuale riformista lascia cospicui prodotti tangibili nell’opera di Jehan Cauvin [grafia modernizzata: Jean Calvin], nato a Noyon (1509), cioè in terra di ex ducato di Borgogna divenuta parte del Sacro Romano Impero a fine XIV secolo e che sarà poi annessa al Regno di Francia nel 1544, e morto a Ginevra (1564). Risposte alle domande aperte di Letteratura Francese 5 11 Con il sopraggiungere del XVI secolo, in Europa si assiste alla Riforma sia in ambito culturale che in ambito letterario. In ambito francese, rappresentante di questa ondata riformista è Jean Calvin. Francesco Orlando, nei suoi scritti, più volte accosta la figura di Calvin a Lutero, entrambi visti come paradigmi dello spirito critico della Riforma. Tuttavia il primo vanta una particolare attenzione da parte di Orlando, perché: - funge da termine di confronto per risaltare l’ingenuità popolare del «soprannaturale di tradizione». - nel suo Traité des reliques (1543), Calvino, entrando a pieno titolo come autore francofono, scrive volutamente in volgare francese per rivolgersi in modo diretto al popolo. Si tratta di un’opera incentrata sulle reliquie che Orlando, nel suo “Oggetti desueti”, collega al «magico-superstizioso». Le reliquie fungono da tramite attraverso cui la fede tradizionale cerca di raggiungere il trascendente attraverso l’immanente (molto criticate dalla Riforma). Calvino, attraverso quest’opera, esprime il suo disprezzo, di stampo razionalista, per la fede ottusa e ignorante. - per Orlando, Calvino e il suo Traité costituiscono un esempio di «ritorno del superato», ovvero quel ritorno del represso in cui quest’ultimo è stato reso tale da un «superamento» della ragione: la credenza nelle reliquie è ormai desueta, che pur riaffiorando e rivivendo in ambito letterario, non gode più del credito di un tempo. Inoltre, per concludere Calvino offre a Orlando un esempio di negazione freudiana applicata all’atto di criticare la tradizione da demolire. LEZ 22 CHE COSA SI INTENDE PER QUERELLE DE LA METAPHORE E IN CHE SENSO E’ CONCETTO IMPORTANTE NEL RICOSTRUIRE LA STORIA LETTERARIA DELLA FRANCIA MODERNA? Si tratta di una querelle che interessò il dibattito culturale francese tra fine Seicento e inizio Settecento e creò agitazioni e polemiche nell’ambiente culturale e artistico del barocco tanto da essere definita “moderna”( «modernità» è un termine atto a designare un aspetto del processo culturale di lunghissimo periodo che Orlando analizza da differenti prospettive letterarie nei suoi lavori critici, ogniqualvolta gli capita di focalizzarsi su testi che si collocano tra XVI e XIX secolo) . La querelle diede spunto ad Orlando per la sua trattazione storica sull’intreccio tra storia letteraria e storia delle idee e della mentalità nel passaggio dal barocco all’illuminismo. Come si evince dal nome, al centro del dibattito è la presenza della metafora all’interno del campo letterario in un contesto in cui si assiste all’avanzare di un nuovo razionalismo. Vi è quindi un contrasto tra questo nuovo razionalismo e il classicismo francese che prevede l’imitazione degli autori antichi greci e romani. In particolare si parla di Moderni (gli interpreti del nuovo razionalismo che affermano l’importanza di rappresentare la contemporaneità e quindi la necessità che l’arte si rinnovi sempre) e gli Antichi (interpreti del classicismo secondo i quali la perfezione artistica è già stata raggiunta dai classici e quindi si può solo imitare): ciò comporterà l’ascesa della perifrasi a discapito della metafora, passaggio che segna la fine del barocco e l’inizio dell’illuminismo. LEZ 23 SI RICORDINO LE LINEE INTERPRETATIVE PRINCIPALI CHE ORLANDO UTILIZZA PER L’ANALISI DELLA FIGURA E DI SPECIFICI PASSI NELL’OPERA DI DESCARTES L’analisi dell’opera di Descartes è stata condotta da F. Orlando per comprendere meglio le dinamiche culturali che interessarono il periodo tra XVI e XVIII secolo, sia la Francia che l’Europa. Orlando opera, in Oggetti Desueti, un’analisi di Descartes e Rousseau, visti come i limiti cronologici tra il Rinascimento e la fine del Settecento: un periodo caratterizzato, soprattutto in ambito letterario, dal barocco, dal classicismo e dall’illuminismo. Questo periodo è distinto da Orlando in due fasi: Risposte alle domande aperte di Letteratura Francese 5 12 - Il XVI-XVII secolo del barocco letterario accompagnato da una cultura di tipo tecnico-pratico: la letteratura offre contemporaneamente uno slancio di modernizzazione e uno di regressione a sfondo religioso. Alla base vi sono la metafora e tematiche legate all’idea di «apparenze irreali». - Il XVII-XVIII secolo quando il classicismo francese diviene modello culturale europeo e pone le basi all’ideologia illuminista; si prendono le distanze dalla metafora, dal mito e dall’elemento prodigioso. Questi due periodi hanno però in comune l’estinzione, e in certo qual modo la ribaltazione, del topos del locus amoenus, ovvero dell’intesa «tra cultura e natura». La cultura, sin dall’epoca barocca, si accompagna e diviene sinonimo di artefatto umano, ovvero assenza di natura. Successivamente, nell’epoca dei Lumi della natura sarà esaltata la sua non-cultura, nel suo non-progresso. Descartes è visto da Orlando come pioniere della «critica» razionalista, oppositore del metaforismo «scatenato» e quindi del barocco proprio del suo tempo, che viene attaccato dall’autore stesso. Se il Méthode promuove il rispetto della religione e dell’ordine costituito, nelle Méditations tenta di dimostrare l’esistenza di Dio e l’immortalità dell’anima liberandosi da “opinioni false” spacciate per vere. LEZ 24 SI PARLI DEL TEATRO DI ROTROU NELL’OTTICA DELLO STUDIO CHE GLI DEDICA ORLANDO Jean de Rotrou nasce nel 1609 e muore (di peste) nel 1650, a Dreux in terra di Loire. «Fondateur du théâtre» francese, secondo il motto che gli dedicherà Voltaire nel secolo successivo, Rotrou fu un fecondissimo drammaturgo di cui ci è rimasta una raccolta di 35 tra tragicommedie, tragedie e commedie. La fortuna successiva di Rotrou fu presto oscurata dal rapido superamento della poetica drammaturgica barocca, di cui lo stesso Corneille è ambiguamente partecipe, e poi dal nuovo gusto classicista al cui interno si esprimono due colossi della letteratura francese che oscurano in gran parte il resto dei drammaturghi del secolo: Racine e Molière. La riscoperta di Rotrou, sia sotto il profilo del valore sia sotto quello di una corretta prospettiva storica in merito al teatro del Seicento, fu compiuta nel XX secolo e il lavoro di Orlando su Rotrou dalla tragicommedia alla tragedia vi contribuì in modo significativo, non solo per Rotrou ma per il teatro barocco in generale. Nello specifico, il lavoro monografico che Orlando dedicato a Rotrou nasce come tesi di perfezionamento per la Scuola Normale Superiore di Pisa con cui egli si dedicò agli studi sul barocco letterario. L’interesse mostrato verso Rotrou si spiega con il fatto che, all’interno delle sue opere – e dei suoi capolavori quali Saint Genest, Vecenslas e Cosroès – si riscontrano diverse influenze linguistiche (spagnolo, italiano, latino) e diverse fonti: Euripide e Seneca, Plutarco e Stazio, Plauto e gli italiani cinquecenteschi come Bargagli e Sforza. Tutto ciò è ben sottolineato da Orlando che vede in Rotrou un autore fondamentale all’interno della storia letteraria francese tramite le sue tragicommedie, tanto da attribuirgli il «quarto posto» nella gerarchia degli autori teatrali secenteschi (dopo Racine, Molière e Corneille). A Rotrou Orlando dedicò il suo lavoro dal titolo: “Rotrou dalla tragicommedia alla tragedia”, in cui Orlando studia l’intera produzione drammaturgica di Rotrou in un’ottica che è già attenta al reperimento di costanti, preferibilmente di tipo tematico e atte a fondare su analisi testuali oggettive considerazioni più generali di portata storico-letteraria e storica. Inoltre, in essa l’autore sottolinea il passaggio dal teatro barocco al teatro classico. Emblematica di questo passaggio è la tragicommedia: la forma drammaturgica propria della poetica barocca in cui l’azione si svolge con modalità romanzesche, caratterizzata da inverosimiglianza e complicazione diegetica opposte all’ideale di «unità»; i personaggi sono di alta estrazione, le «regole» aristoteliche di unità di luogo e di tempo vengono ignorate a vantaggio in vista di una rappresentazione volta allo sbalordimento del pubblico. LEZ 25 IN CHE SENSO PASCAL E’ UN PRECURSORE PARADOSSALE DELLA LETTERATURA ILLUMINISTA PER ORLANDO Risposte alle domande aperte di Letteratura Francese 5 15 Inoltre, emerge in particolare il ruolo drammaturgico di Enone, che raffigura una «negazione della negazione», non tanto in quanto solidale con il desiderio di Fedra ma in quanto preoccupata della vita di costei e dunque pronta a sacrificare tutto pur di conservarla. Ma questa «negazione della negazione», documentata ampiamente e articolata in sfumature testuali finissime da Orlando, non basta a muovere l’azione drammatica: è solo con l’arrivo della falsa notizia della morte di Teseo che Enone si decide (e in questo Racine cambia il modello di Euripide) a spingere Fedra a seguire il proprio desiderio invece che soffocarlo nella morte. SI PARLI DELLA TRIADE IPPOLITO, ARICIA E TERAMENTE NELLA PHEDRE DI RACINE Fedra (titolo originale francese Phédre) è una tragedia teatrale scritta in cinque atti dallo scrittore Jean Racine nel 1677. E’ un’opera che si rifà ai classici ellenici e latini di Euripide e Seneca, ma il mito è rivisto sotto una nuova morale e una diversa religione: il Cristianesimo, religione monoteista. < - IPPOLITO: è figlio di Teseo; vittima dell’amore incestuoso della matrigna Fedra. Innamorato di Aricia, confessa il suo desiderio – minore a confronto di quello di Fedra – a Teramene che ne aveva giustificato il desiderio. - TERAMENE: è mentore di Ippolito: alla fine della tragedia racconterà di come il mostro marino ha spaventato i cavalli di Ippolito, smembrandolo e provocandone la morte. Egli aveva giustificato il desiderio di Ippolito per Aricia. - ARICIA: nipote del Teseo (prigioniera dello zio che le impedisce di procreare affinché non perpetui la razza Pallantide, sua nemica); di lei è innamorato Ippolito, al contrario di quanto avviene nel mito classico, per cui Ippolito è dedito a Diana, dea della caccia (inoltre, il personaggio è introdotto nella storia da Racine per mostrare il lato umano di Ippolito, che invece nelle precedenti versioni classiche viene descritto più che altro come insensibile alle donne). SI COMMMENTI IL VERSO DELLA PHEDRE “MES YEUX SONT EBLOUIS DU JOUR QUE JE REVOIS” Verso pronunciato da Fedra a Enone, in preda alla disperazione per il desiderio funesto e incestuoso da lei provato. Emblematico della sesta negazione – negazione della razionalità - che contrappone, come repressione: la morte di Fedra e il suicidio di Enone; come repressi: il desiderio di Fedra e la protezione e la legittimazione del desiderio da parte di Enone. Quest’ultima è colei che, pur di proteggere Fedra, che ha ormai in odio il giorno e quindi la vita, ordisce l’accusa contro Ippolito. SI PARLI DEL RAPPORTO TRA PHEDRE E IPHIGENIE DI RACINE Entrambe le tragedie rappresentano due donne, rispettivamente Fedra e Ifigenia, vittime l’una del desiderio, l’altra della “necessità” /ragione: la flotta greca, infatti, non potrà ripartire per Troia fino a quando non verrà offerta in sacrificio agli dèi la figlia del re Agamennone, proprio Ifigenia. Le due tragedie mostrano l’adesione di Racine alla dottrina giansenista, per la quale l’essere umano, a causa del peccato originale, è rimasto “macchiato” e può ottenere la grazia solo attraverso l’amore di Dio. Qui, vengono rappresentate due donne vittime di passioni e circostanze inevitabili: le protagoniste non sono quindi eroi attivi, padroni del proprio destino, ma anti-eroi, passive rispetto agli effetti delle loro passioni. SI INDICHINO LE 3 VARIANTI CHE EQUIVALGONO, SUL PIANO NON MITICO, COME NEGAZIONI SIMBOLICHE EQUIVALENTI A LABIRINTO/MINOTAURO RISP 1 La negazione simbolica (la terza) prevede l’opposizione tra Labirinto (repressione) e Minotauro (represso), e Minosse (repressione) e Pasifae (represso). E’ una negazione dietro cui si cela il mito della Risposte alle domande aperte di Letteratura Francese 5 16 famiglia di Fedra: come il minotauro si trovava rinchiuso e nascosto all’interno del labirinto che lo nascondeva, così Fedra nasconde, per un certo lasso di tempo, la sua passione incestuosa. Una passione che ella confiderà alla sua nutrice Enone, proprio come farà Ippolito con Teramene, per il suo amore per Aricia. Per quanto concerne la negazione simbolica LABIRINTO/MINOTAURO, sul piano non mitico abbiamo dei termini sinonimi tra loro nella tragedia. Questa è una sinonimia naturale, non nel linguaggio comune ma nel testo letterario in questione. In questo caso la sinonimia è tra il segreto di Fedra e Ippolito e la sua relativa confessione, lo stato nascosto per Fedra che inizialmente non vuole entrare in scena ma poi lo fa, il buio che è assenza di luce e infine il silenzio di Fedra opposto alla parola, cioè la sua confessione. Entrambi, sia Fedra che Ippolito, prima confessano i loro sentimenti a un confidente, per poi confessarlo al proprio amato/a. Il labirinto è ciò che trattiene il segreto, la coscienza/morale e che frena la trasgressione. Durante la dichiarazione di Fedra a Ippolito, il Labirinto è rappresentato dalle esitazioni verbali e dalla struttura labirintica del discorso di Fedra: nonostante il labirinto, però, la confessione verrà fatta. Il Labirinto, col Minotauro che nasconde, è insomma nella tragedia al contempo «mito, immagine, struttura verbale, simbolo di segreto, di repressione, e di irreversibilità delle vie del represso». SI PARLI DEL RAPPORTO TRA NEGAZIONE FREUDIANA E NEGAZIONI SIMBOLICHE CHE ORLANDO INDIVIDUA NELLA FEDRA DI RACINE (GUARDA ANCHE ALTRA RISPOSTA) Il modello della negazione freudiana è applicabile ai rapporti: 1. Messaggio/destinatore Racine condanna i contenuti (repressione) mentre l'autore nel testo prende le parti della protagonista (represso). 2. Messaggio/destinatario: nonostante il destinatario sia moralmente contrario a ciò che avviene nel testo (repressione), si identifica con la protagonista (represso). Le negazioni simboliche sono: - oblio/mito (repressione/represso): l’oblio che Teseo invoca sul mito tragico di Fedra. Tale negazione (ovvero l’oblio) non avviene poiché l’opera non esisterebbe. - eroe/mostri preistorici, re/parenti ribelli (repressione/represso): negazione legata al tema delle gesta di Teseo; i mostri rappresentano il represso che soccombe davanti all’eroe civilizzatore. A questa opera civilizzatrice e di potere si accosta quella del potere politico di Teseo, in quanto re, nella sua città che va mantenuto anche attraverso l’eliminazione del parente ribelle all’ordine (il figlio Ippolito che, a dire di Fedra e di Enone, si è innamorato della matrigna). - labirinto/Minotauro, Minosse/Pasifae (repressione/represso): negazione che si rifà al mito genealogico di Fedra. Il Minotauro era nascosto nelle profondità del labirinto e rappresenta il desiderio segreto di Fedra. Lo scandalo morale incarnato da Fedra trova delle spiegazioni (e corrispondenze) nel fatto che ella è sorellastra del Minotauro (dato che la madre, Pasifae, si è unita al Toro di Creta) e quindi sorella di un essere frutto di adulterio. - mostro marino/corpo di Ippolito: la maledizione di Teseo si incarna nel mostro marino (repressione) che si avventa su Ippolito, uccidendolo (represso). SI COMMENTI IL VERSO “LE FLOT QUI L’APPORTA RECULE EPOUVANTE” Verso riferito al mostro e definito da Orlando «barocco» per via della connessione tra il riflusso dell’onda marina che porta il mostro con l’orrore di fronte ad esso che è provato da tutta la natura; un verso che può essere a sua volta connesso con lo spavento che Fedra ha provato fin dall’inizio di fronte al suo represso, cioè il desiderio incestuoso che, non potendo fare altro che rimanere represso, si trasforma in odio verso l’amato. Risposte alle domande aperte di Letteratura Francese 5 17 SI PARLI DEL MOSTRO MARINO NELLA PHEDRE DI RACINE Il mostro marino fa parte della negazione simbolica sul piano mitico che contrappone il mostro marino appunto e il corpo di Ippolito. Come racconterà Teramene a conclusione dell’opera, il mostro marino spaventa i cavalli di Ippolito provocandone la morte. Il mostro marino può essere accostato a Fedra e alla sua parentela con un altro mostro, il Minotauro, come anche ai mostri mitici che Teseo, da eroe civilizzatore ha più volte sconfitto; tuttavia, questa volta il mostro è suscitato proprio per volere del re/eroe per difendere la morale. Mostruoso è anche il sentimento incestuoso di Fedra che meriterebbe la stessa fine dei mostri sconfitti da Teseo, come nel caso del Minotauro. SI COMMENTI IL DISTICO “NEPTUNE LE PROTEGE, ET CE DIEUX TUTELAIRE/ NE SERA PAS EN VAIN IMPLORE PAR MON PERE” Nettuno, dio del mare, verrà invocato da Teseo per punire Ippolito e il suo desiderio immorale. Il dio, rispondendo alle preghiere del re di Atene, susciterà un mostro marino che smembrerà e ucciderà il figlio Ippolito. Come racconterà Teramene a conclusione dell’opera, il mostro marino spaventa i cavalli di Ippolito provocandone la morte. In questo distico è chiaro come l’autorità e l’onnipresenza del dio Nettuno siano superiori alla volontà dei personaggi, i quali non possono sfuggire ai suoi giudizi e dalle loro colpe. SI PARLI DELLA SERIE DI NEGAZIONI SIMBOLICHE NON COLLEGATE AL MITO CHE ORLANDO INDIVIDUA NELLA PHEDRE Tra le negazioni simboliche non collegate al mito: - si contrappongono l’autorità (repressione) e la trasgressione (represso). Negazione basata sulla figura di Teseo che, in quanto re e quindi rappresentante dell’autorità, condanna la trasgressione e quindi il desiderio immorale del figlio. - Si contrappongono: Luce e buio/ nascosto e scena che la espone sono opposizioni ampiamente attestate – spicca il distico delle ultime parole pronunciate da Fedra, in cui tema luminoso e tema morale sono uniti dall’idea di chiarezza/purezza. A volersi nascondere all’inizio e cercare oblio alla fine è tanto il segreto di Fedra quanto Fedra letteralmente. Segreto e confessione/ silenzio e parola sono opposizioni che geminano da quelle prime. E tutte, assieme, oppongono il cozzo violento che esse generano in Fedra e in coloro che le ruotano drammaturgicamente attorno da un lato - e dall’altro il conflitto più blando e perdonabile che generano in Ippolito innamorato di Aricia (la penombra del bosco di caccia è il suo buio, la reticenza è il suo silenzio, l’innocenza ultima del suo desiderio è la sua colpa). - si contrappongono come repressione: la morte di Fedra e il suicidio di Enone; come repressi: il desiderio di Fedra e la protezione e la legittimazione del desiderio da parte di Enone. «Il desiderio proibito non può farsi valere senza sconvolgere la razionalità repressiva: il ritorno del represso determina in Fedra una crisi permanente della ragione». CHE COSA INTENDE ORLANDO CON “PROBLEMA STORICO DEL MITO” IN RIFERIMENTO ALLA FEDRA DI RACINE? Per Orlando il mito è lo scandalo dell’irrazionale. Racine, nella sua Phèdre, trasfigura gli scandali mitici insensati in scandali sensati unendo allo scandalo dell’arbitrio divino quello della predestinazione umana (legato alla figura della protagonista). Il mito contribuiva a neutralizzare il ritorno del represso nell’opera d’arte e se Fedra non fosse sorta all’interno della sfera mitologica, avrebbe creato problemi nel pubblico di tipo morale. All’interno della sfera mitica, quindi, si può solidalizzare con il represso grazie al tacito accordo tra destinatore e destinatario. Il modo per introdurre il criterio generale è però una discussione specifica della «problema storico del mito» nella tragedia raciniana e nel contesto culturale in cui essa fu prodotta (pp. 31- 40): Ciò su cui non mi soffermo perché ne abbiamo già parlato in abbondanza citando altri luoghi orlandiani. Risposte alle domande aperte di Letteratura Francese 5 20 l’unità di luogo cara alla regolarità drammaturgica classica: non mero rispetto di una regola fine a se stessa, ma simbolo di una prigionia da cui invano Ippolito cerca di fuggire e quando vi riesce lo fa a prezzo della vita. CHE COSA ACCOMUNA E COSA DISTANZIA RACINE E FONTANELLE NELL’ATTEGGIAMENTO DI FRONTE AL PAGANO? Racine e Fontenelle hanno storicamente qualcosa in comune e qualcosa che li distanzia: per il primo il mito è scandalo sia razionale che morale, mentre per il secondo il mito è scandalo razionale. Infatti, il mito per Racine è ricco di sensi e ambiguità razionali, mentre per Fontanelle il mito ha valore letterale e ideologico. Per entrambi, il mito è qualcosa di razionale, Fontanelle lo custodisce come monumento e ammonimento della innata credulità umana, Racine invece lo trasfigura come scandalo dell'arbitrio divino e della predestinazione umana al male. Rispetto al mito classico, Racine e Fontenelle, come gli autori di opere teatrali del periodo, devono attenersi, anche per la composizione di tragedie ispirate al mito classico, alle regole di: bienséance (decoro, decenza) e vraisemblance (verosimiglianza). Rispetto alla “Querelle des Anciens et Modernes” il primo si schiera a favore degli Anciens e il secondo dei Modernes. Gli Antichi sostenevano che la creazione artistica dovesse consistere in una semplice imitazione degli autori antichi, poiché gli antichi greci e romani avevano raggiunto la perfezione artistica – ormai irraggiungibile di nuovo - e che fosse possibile soltanto imitarli. Seguendo questo filone, Racine compone tragedie con soggetti già trattati dai tragediografi greci, rispettando le regole aristoteliche di unità e decoro(come Phèdre, Iphigenie). I Moderni, rappresentati da Perrault, e tra i cui sostenitori si annovera Fontenelle, promuovevano le qualità degli artisti del secolo di Luigi XIV, e non credevano che gli autori classici fossero così irraggiungibili e insuperabili come facevano credere gli Ancienes. Per i modernes la creazione artistica andava rinnovata e doveva rinnovarsi in basse all’epoca di produzione, lasciando così spazio all’immaginazione SI COMMENTI IL DISTICO “OBLIONS-LES, MADAME. ET QU’A TOUT L’AVENIRE/ UN SILENCE ETERNEL CACHE SE SOUVENIR” Questo distico è pronunciato da Enone nell'atto I scena 3. Rivolgendosi a Fedra, Enone sembra farle capire che l'amore che lei prova è associato a conseguenze terribili che sembrano una maledizione, infatti, dice di dimenticarli affinché il silenzio eterno nasconda questo ricordo. Il distico qui ripreso rinvia alla prima negazione simbolica che Orlando individua nella Phèdre che è quella, a conclusione dell’opera, dell'oblio che Teseo invoca sul mito tragico di Fedra. Tale negazione (ovvero l’oblio) non avviene poiché l’opera/il mito non esisterebbe. SI DESCRIVANO IN MODO SINTENTICO ALMENO 3 PERSONAGGI DELLA FEDRA DI RACINE (vedi domanda 3 lez. 28) 1)Ippolito: figlio di Teseo; vittima dell’amore incestuoso della matrigna Fedra. Innamorato di Aricia, confessa il suo desiderio – minore a confronto di quello di Fedra – a Teramene che ne aveva giustificato il desiderio. 2)Teseo, re di Atene: nel corso della Phèdre di Racine, viene rappresenta da un lato l’autorità inadeguata di Teseo/re dall’altra il potere razionalizzatore di eroe mitico e civilizzatore contro mostri preistorici. L’autorità di Teseo è inadeguata perché, pur agendo secondo la morale, e scagliandosi contro anche suo figlio, non riesce a porre fine alla disgrazia che si è abbattuta sulla sua famiglia; l’unica cosa che potrà fare, alla fine, sarà quella di rispettare le ultime volontà del figlio e prendere con se Aricia, la donna di cui era veramente innamorato Ippolito. 3)Phèdre: figlia di Pasifae e Minosse, regnanti di Creta, e moglie di Teseo. La sua stirpe è maledetta perché la madre Pasifae si è congiunta con un toro in adulterio rispetto al marito Minosse che fa costruire un labirinto per nascondere il Minotauro (frutto dell’adulterio della moglie, poi ucciso da Teseo). In Phèdre convivono i Risposte alle domande aperte di Letteratura Francese 5 21 due elementi genealogici dei genitori che vengono tematizzati da Racine, Minosse per ciò che concerne la razionalizzazione, mentre Pasifae come simbolo di adulterio. Infatti, Fedra prova un amore incestuoso nei confronti di Ippolito, che dapprima confessa alla sua nutrice Enone e che la porterà alla morte. LEZ 29 IN QUALE CHIAVE ORLANDO ACCENNA AD UNA INTERPRETAZIONE COMPLESSIVA DELLE PRINCIPALI COMMEDIE MOLIERESCHE? Jean-Baptiste Poquelin, detto Molière, è un commediografo della corte di Luigi XIV con uno stile di scrittura che si discosta dalle convenzioni dell’epoca. Lui è un autore comico e tutto ciò che mette in scena è divertente ed è a tal proposito che, nel 1979, Orlando pubblicò la “Lettura freudiana del Misanthrope di Molière” dove per Orlando comicità e negazione hanno la stessa funzione [ricordando la definizione Freud di «comicità» ovvero quel processo psichico che fa scaricare nel riso «un risparmio di energia derivante da una comparazione fra se stessi e l’altro»], per cui maggiore sarà il riso, meno il destinatario/lettore sarà cosciente del contenuto represso. Nell’opera molieriana sono presenti delle manie che, secondo i dettami comportamentali e morali della società aristocratica attorno a Luigi XIV, sono ripugnanti e che vengono rappresentati per essere derisi. Il misantropo, per esempio, ridicolizza fin dall'inizio le convenzioni e l'ipocrisia degli aristocratici francesi dell'epoca, ma assume un tono più serio quando si sofferma sui difetti e le imperfezioni che tutti gli esseri umani possiedono, criticando gli eccessi della tradizione. Un operare in cui si riconoscono i lettori di tutti i tempi, pur non condividendone più il codice sociale e comportamentale. Orlando prosegue, con una osservazione che ci lascia intravvedere una interpretazione complessiva delle opere di Molière a protagonismo maniacale: «Senza dubbio siamo agli antipodi del misantropo, lungo la gamma in cui si distribuiscono i numerosi maniaci di Molière, fra ignobiltà e nobiltà. Ma quale che sia l’identificazione possibile nell’uno o nell’altro personaggio, il modello che la combina con la non identificazione pare suscettibile di venire concentrato dall’intera commedia in una sola battuta, come esteso dalla battuta alla commedia». LEZ 30 QUALI SONO LE CHIAVI INTERPRETATIVE FONDAMENTALI CHE PERMETTONO A ORLANDO DI SCOMPORRE PARADIGMATICAMENTE IL MISANTROPO DI MOLIERE? Molière è un commediografo della corte di Luigi XIV con uno stile di scrittura che si discosta dalle convenzioni dell’epoca. Lui è un autore comico e tutto ciò che mette in scena è divertente e tal proposito nel 1979 Orlando pubblicò la Lettura freudiana del Misanthrope di Molière dove per Orlando comicità e negazione hanno la stessa funzione ricordando la definizione Freud di «comicità» ovvero quel processo psichico che fa scaricare nel riso «un risparmio di energia derivante da una comparazione fra se stessi e l’altro» . Nell’opera molieriana sono presenti delle manie che secondo i dettami comportamentali e morali della società aristocratica attorno a Luigi XIV sono ripugnanti e che vengono rappresentati per essere derisi. Il misantropo ridicolizza fin dall'inizio le convenzioni e l'ipocrisia degli aristocratici francesi dell'epoca, ma assume un tono più serio quando si sofferma sui difetti e le imperfezioni che tutti gli esseri umani possiedono criticando gli eccessi della tradizione. Orlando nella sua analisi tematica della commedia schematizza le frazioni simboliche sul doppio conflitto rappresentato: COMPROMESSO MONDANO / INTRANSIGENZA MORALE è il dissidio che pone Alceste in rotta con le norme della convivenza sociale; FIDUCIA GALANTE / AUT AUT GELOSO è invece quello che pone Alceste in rotta con le norme dell’amor cortese. VITA A CORTE / RITIRO e LEGAME AMOROSO / ROTTURA è invece quello che lo pone in rotta con le norme dell’amor cortese. Ma la commedia ha un finale indiscutibilmente triste in cui Alceste diventa patetico nel momento in cui decide di ritirarsi dalla vita mondana così come dalla relazione con Célimène. Il doppio Witz che era insito nella sua facciata comica prende con ciò un senso più preciso: VITA A CORTE / RITIRO e LEGAME AMOROSO / ROTTURA. Un «duplice e parallelo rifiuto» che nelle prime scene di primo e secondo atto (dedicati il primo a presentarci Alceste come atrabilaire e il secondo come amoureux ) era stato implicitamente anticipato, ma tramite battute fortemente connotate di ridicolo e che lasciavano la premonizione dell’effettivo finale del tutto inconscia.
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