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Paniere di Letteratura italiana, 12 CFU, LM-14, Ecampus, Panieri di Letteratura Italiana

Letteratura italiana di LM-14 -Paniere svolto con risposte a domande CHIUSE e APERTE! -Utili note in corsivo a lato delle risposte multiple -Annotazioni -domande FUORI PANIERE (OK vuol dire risposta corretta)

Tipologia: Panieri

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Scarica Paniere di Letteratura italiana, 12 CFU, LM-14, Ecampus e più Panieri in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! Lezione 001 01. A quando risalgono le Laudes creaturarum? 1224 opera da San Francesco d'Assisi. Opera di alto valore letterario dell'Italia settentrionale, scritta con una figura retorica più consueta nel Nord Europa: versi terminanti con assonanze 02. Se si considerassero scrittori italiani o solo gli scrittori in lingua propriamente italiana, quali tra i seguenti sarebbero esclusi? San Francesco e Jacopone 03. Quali papi fustigava Jacopone da Todi? Celestino V e Bonifacio VIII Lezione 002 01. Le Laudes creaturarum di Francesco d'Assisi: sono in versi assonanzati secondo il modello nordeuropeo 02. Lo Stabat mater musicato da molti musicisti: è stato in passato attribuito a Jacopone da Todi 03. Si descriva la produzione letteraria volgare riconducibile agli ordini religiosi del secolo XIII. Durante il XIII secolo in Italia nasce l'ordine Francescano, ad opera di San Francesco d'Assisi, e l'ordine Domenicano, ad opera di Jacopone da Todi. San Francesco fu un poeta in volgare, ma scrisse opere latine Laudes Creaturarum, meglio conosciuto come il Cantico di frate sole, una preghiera scritta in volgare umbro che rivela l'idea francescana di predicazione come umile dialogo, con la presenza di versi terminanti con assonanze. Jacopone da Todi, mistico come san Francesco, fu un autore a tratti aggressivo e di vena polemica. Fra le sue opere Laudi, le laudi anonime, che furono create dalla compagnia dei disciplinati: scritte in umbro, destinate ad esecuzioni canore, trattavano della vita di Cristo e dei santi.; in passato gli fu attribuito Stabat Mater. Lezione 003 01. Quando nasce Dante Alighieri? 1265 14maggio 02. Qual è il cognome di Beatrice? Portinari 03. Quali sono e di cosa trattano le opere di Dante in latino? De monarchia, in cui difende l'esigenza di avere un imperatore universale in modo da far cessare contese e favorire la pace; De vulgari eloquentia in cui analizza dialetti della penisola e propone il fiorentino come stile adatto al registro tragico delle canzoni. Il Convivio, invece è în volgare: temi filosofici e teologici, come la possibilità di giungere alla comprensione del divino, e la nobiltà. 04. Quali sono gli elementi fondamentali della biografia di Dante? Dante Alighieri nasce a Firenze nel 1265, appartiene ad una famiglia Guelfa (sostenitori del papato) della piccola nobiltà. Le notizie sulla sua vita ci arrivano dalle narrazioni da lui stesso scritte: Incontra Beatrice Portinari a 3 anni e poi a 18 anni, se ne innamora e la rende musa ispiratrice per le sue poesie. Nel 1300 viene eletto priore, mentre era ambasciatore presso Bonifacio VIII, posizione che gli costò poi l'esilio l'anno successivo per mano di Carlo di Valois. Passò da una corte all'altra dell’Italia settentrionale, scrivendo molte opere in latino, come il De Monarchia e il De Vulgari Eloquentia, e in volgare, come il Convivio e la sua opera più grande, la Divina Commedia. Muore a Ravenna, alla corte di Guido da Polenta nel 1321, senza più mettere piede nella sua amata Firenze. Divina Commedia. Trama: narrazione în prima persona del viaggio attraverso Infemo, Purgatorio e Paradiso, con le tre guide, Virgilio, Beatrice e San Bernardo. Un viaggio in cui Dante incontra dannati e beati fino a raggiungere la luce divina. Sono evidenti conoscenze filosofiche, vi è l'allegoria in verbis (lupa rappresenta la cupidigia, il desiderio sfrenato) e l’allegoria in factis (o figura). Lezione 004 01. Petrarca fu un bibliofilo e cultore degli studi classici L'affermazione è vera 02. Nel Secretum Petrarca dialoga idealmente con Sant'Agostino 03. Quali tra queste date di nascita e morte corrispondono a quelle di Francesco Petrarca? Arezzo 20 luglio 1304 - Arquà 19 luglio 1374 04. L'Africa di Petrarca è un poema di contenuto storico in esametri 05. Quando avviene l'incontro, forse di fantasia, di Petrarca con Laura? 6 aprile 1327 06. Petrarca passò l'ultimo tratto della sua vita In Italia, principalmente in Veneto 07. Quali sono gli elementi fondamentali della biografia di Petrarca? Petrarca nasce ad Arezzo nel 1304, ma trascorse la giovinezza in Provenza, dove conosce e approfondisce la poesia provenzale. Amico fraterno di Giovanni Boccaccio, lavora alla corte del cardinale Giovanni Colonna e diviene ambasciatore del Papa a Napoli. Nel 1327 avvenne l’incontro, reale o di fantasia, con Laura, a cui il poeta dedicò gran parte della sua produzione letteraria, tanto da dividere in due (prima e dopo la sua morte), la sua opera più famosa, il Canzoniere. Muore ad Arquà nel 1374. 08. Quali sono le opere di Petrarca in latino? Se ne traccino gli elementi fondamentali Secretum (1347-1353): Ispirato alla conversione del fratello; De vita solitaria (1346): Elogio della solitudine, condizione ideale per dedicarsi con animo sereno riflessioni essenziali; De otio religioso (1347): lode della vita ascetica che permette l'elevazione dello spirito e la contemplazione di Dio. 09. Si descriva la struttura del Rerum Vulgarium Fragmenta Il Rerum Vulgarium Fragmenta nasce dall’assemblaggio di 366 poesie sparse scritte precedentemente più altre scritte appositamente dar forma all’opera che comincia con un sonetto di introduzione e finisce con una canzone finale alla Vergine; nel resto si segue la storia dell'incontro del protagonista con Laura fino alla sua morte e all'evoluzione dell'io dopo la sua morte. Lezione 005 01. Quale delle seguenti affermazioni è vera: Il Filocolo di Boccaccio è in ottave 02. Boccaccio fu amico, tra gli altri, di Francesco Petrarca L'affermazione è vera 03. La cornice del Decameron è un espediente letterario inventato dal Boccaccio Cornice narrativa: parte di testo all'interno della quale l'autore s'inserisce; un racconto nel racconto. Espediente narrativo inserito da Boccaccio nella novellistica europea. 04. L'Elegia di madonna Fiammetta di Boccaccio può essere definito un vero romanzo psicologico 05.1 racconti fatti dai giovani nel Decameron sono Cento 06. Quali sono gli elementi fondamentali della vita di Boccaccio? Giovanni Boccaccio nasce a Certaldo (Firenze) nel 1314. Da ragazzo si trasferisce presso la corte degli Angiò a Napoli e lavora nella compagnia dei Bardi, insieme al padre. Desideroso di studiare diritto canonico, decide di seguire le lezioni del giurista-poeta Cino da Pistoia e stringe amicizia con Dionigi da Borgo di San Sepolcro, teologo e scienziato, amico anche di Petrarca. Impara il latino, ma dimostra interesse anche per la lingua greca e la cultura popolareggiante. La Napoli che Boccaccio conosce è quella della corte degli Angiò, che instaurano un bel clima sociale e culturale che l'autore rimpiangerà per tutta la vita; qui egli colloca il mito del suo incontro con “Fiammetta”, dietro cui si nasconderebbe Maria d'Aquino, figlia illegittima del re Roberto d'Angiò. Per un crack finanziario del padre nel 1340 torna a Firenze. Nella sua città nel 1348, si trova ad “affrontare” una città falcidiata dalla peste. Nel 1350 (36 anni) conosce Petrarca a Venezia, poeta che ha sempre ammirato. La figura di Petrarca produce in lui un approfondimento degli interessi umanistici e una più severa introspezione. Prima che la malattia gli imponga di ritirarsi a Certaldo, dove muore nel 1375, fu incaricato di commentare la Commedia di Dante pubblicamente, nella chiesa di santo Stefano di 2 una commedia di Machiavelli 05. Perché è importante Il Principe di Machiavelli da un punto di vista linguistico? “Il principe” è importante da un punto di vista linguistico perché Machiavelli inserisce nuove strategie generali di organizzazione del testo ( categorie della forza, dell’evidenza e della brevità) e nuove strutture di sintassi, mentre la presunta barbarie del dialetto materno è riferibile all'aspetto grafico-fonetico e morfologico. 06. Quali sono le caratteristiche principali della Mandragola? Mandragola è una commedia di Niccolò Machiavelli, considerata il capolavoro del teatro del Cinquecento e un classico della drammaturgia italiana. Composta da un prologo e cinque atti, è una potente satira sulla corruttibilità della società italiana dell'epoca. Prende il titolo dal nome di una pianta, la mandragola, alla cui radice vengono attribuite caratteristiche afrodisiache e fecondative. Si è ritenuto a lungo che fosse stata scritta nel 1518, ma studi più recenti la retrodatano agli anni 1514-15[1]. Fu pubblicata la prima volta nel 1524. 07. Si descriva la figura di Machiavelli dal punto di vista della produzione letteraria Non a caso autori come Machiavelli, storico e fondatore della scienza politica, si cimenta in una commedia come la Mandragola. La sua opera principale resta tuttavia il trattato Il principe, scritto nel 1512, in cui, oltre a descrivere le tipologie di governo, descrive come ottenere e salvaguardare il governo: fatto che diviene un obiettivo in sé, al di là dei giudizi morali. 08. Si descrivano la figura e la produzione poetica di Jacopo Sannazzaro. Jacopo Sannazzaro nasce a Napoli nel 1456 e vive alla corte degli Aragonesi per poi passare alle_dipendenze di Federico d'Aragona che seguì anche nell’esilio in Francia fino alla sua morte. Scrisse_molte opere liriche in volgare, di ispirazione petrarchesca. La sua opera più celebre è l’Arcadia, un romanzo pastorale che ha come tema la nostalgia per gli amori, i costumi, i giochi, le feste e i costumi di una comunità di pastori. Gran parte del libro deriva dall'imitazione di Virgilio, Omero e Ovidio. L'opera, nel suo genere, si impone come modello ai poeti della generazione successiva grazie alla descrizione della natura e una visione schietta della vita e dell'uomo. Lezione 010 01. L'Adone di Giovanbattista Marino è un poema mitologico in terzine, caso eclatante di Secentismo 02. L'Accademia dell'Arcadia ha tra i propri fondatori poeti e intellettuali 03. Quali delle seguenti affermazioni è falsa: Galileo Galilei scrisse solo in latino 04. Qual è il poema epico tassesco? La Gerusalemme liberata 05. Nell'Adone Marino utilizza uno stile ricercatissimo e una lingua limpida e comprensibile 06. Si descrivano figura e opera di Chiabrera Gabriello Chiabrera, nato nel 1552 a Savona fu il massimo rappresentante della corrente arcadica. Innamorato della cultura greca, applicò metri greci alla poesia italiana, imitando soprattutto Pindaro, e trattando vari temi: dalla religione alla morale alla storia all'amore, raggiungendo uno stile di cantabile leggerezza e di vivace sperimentalismo formale, tanto nelle liriche (Pindariche, Anacreontiche ecc.) che nei poemi. Dedicò alcuni scritti proprio al nascente teatro dell’opera lirica. 07. Si descrivano figura e opera di Marino, con cenni al Marinismo Ma il caso più eclatante di poeta che può essere considerato esempio nitido di Secentismo fu certo Giovanbattista Marino, napoletano (1569-1625). Scrittore di fama europea, scrisse il poema Adone (1623). Si tratta di un poema in ottave (come i poemi cavallereschi) ma di contenuto mitologico. In verità le digressioni, narrative, scientifiche, ecc. sono infinite. La lingua è limpida e comprensibile, ma le metafore e i paragoni, continui, rendono lo stile ricercatissimo. Ricercatezza che fu chiamata Barocco, Secentismo,o, appunto, Marinismo. AI Secentismo, o Marinismo, e alla sua ricercata elaborazione di metafore e antitesi 5 rare reagì un gruppo di poeti che, insieme ad alcuni intellettuali e storici (Gravina ecc.), fondò nel 1659 l'Accademia dell'Arcadia. Attorno all'Accademia (istituzione tipica della fine del Cinquecento e soprattutto della seconda parte del secolo) si mossero intellettuali, artisti e letterati diversi. 08. Quale ruolo ha il poema cavalleresco nella produzione di Tasso? Un recupero quasi archeologico del poema cavalleresco viene messo in atto da Torquato Tasso, come annunciato nei Discorsi, per la Gerusalemme Liberata sceglie un tema grande e attraente, non tanto antico (la crociata era ancora un attraente argomento propagandistico: i papi ancora raccoglievano denaro in vista della riconquista del Santo Sepolcro), e non tanto recente; lo avrebbe trattato secondo le regole aristoteliche (unità di azione, di luogo ecc.); in uno stile alto e tragico. Il tema fu recuperato nella liberazione del Sepolcro a opera di Goffredo da Bouillon nel sec. XI: in questo senso è anche un poema storico. Il gusto dei paragoni, dei latinismi, delle antitesi raggiunge talora dei punti estremi di virtuosismo, che sono stati ricondotti al Manierismo. 09. Si descrivano la figura e la produzione poetica di Torquato Tasso Tasso nacque a Sorrento nel 1544. La sua vita, come le sue opere, sono segnate dall'esperienza lacerante della infelicità e della follia, collegate alla sua vicenda personale così come all’epoca della Controriforma in cui visse. Si stabilisce presso la corte degli Estensi a Ferrara, durante il quale pubblica le Rime e l’Aminta, e si dedica alla revisione anche di un poema epico, il Goffredo, che diventerà la Gerusalemme Liberata. Proprio questo testo, per i contenuti ritenuti poco morali, diventa la causa di comparizione davanti all’Inquisizione. La condanna che ne scaturì segnò profondamente la mente dell'autore, provocandogli anche attacchi di ira e violenza. Mori nel 1595. Lezione 011 01. La Scienza nuova di Giambattista Vic indaga le leggi universali della Storia comuni a tutte le nazioni 02. Quale delle seguenti opere non è di Ludovico Antonio Muratori Rerum novarum 03. Ripano Eupilino è lo psudonimo di Giuseppe Parini 04. Quale ruolo ha Gianbattista Vico nel contesto storico del suo tempo? Giambattista Vico nasce a Napoli nel 1688. Titolare della cattedra di retorica a Napoli, contrario alla filosofia cartesiana e all'interesse scientifico dominante di allora. L'oggetto delle sue meditazioni è l’uomo nel suo divenire storico. Pubblica a sue spese nel 1725 la sua opera più grande, i Principi di una scienza nuova, connubio tra le discipline storiche con quelle filosofiche. Ne la Nuova Scienza espone lo studio della tradizione dei vari popoli, analisi che gli dava la certezza dell'esistenza di leggi comuni, sulle quali si sviluppavano la loro storia e la loro civiltà. Come la vita spirituale del singolo si svolge su tre momenti, così nella storia dell'umanità, il Vico distingue l'età degli dei (istintiva), l'età degli eroi (fantasia) e l'età degli uomini(ragione). La storia si configura così agli occhi del Vico come una serie di periodi ricorrenti, di corsi e ricorsi. Esistono dunque una natura comune a tutte le nazioni, delle leggi universali della storia, per le quali le civiltà sorgono, fioriscono e ricadono. Nonostante l'oscurità della sua opera, la sua prosa, concisa e lapidaria, assume un tono epico, eroico e solenne. 05. Quali generi letterari hanno utilizzato Ludovico Antonio Muratori e Gaetano Filangeri? Muratori: dopo avere raccolto nei suoi Rerum Italicarum Scriptores le cronache, le biografie, le carte e i diari sulla storia italiana fra 500 e 1500, e una volta discusse le più oscure questioni storiche nelle Antiquitates Italicae medii aevi, scrisse gli Annalese de Italia, minuziosa narrazione storica di fatti a_partire dalle fonti originali. Gaetano Filangieri scrisse La Scienza della legislazione (tematica: attacco all’opprimente e ingiusta società feudale). Lezione 012 01. La Basvilliana è un poemetto in terzine di Vincenzo Monti, di fine Settecento 02. Quale tra le seguenti opere non è di Ugo Foscolo: | dolori del giovane Werther 03. Saul e Mirra son opere teatrali di Vittorio Alfieri 04. Mi trovan duro. / Anch'io lo so: / pensar li fo. / Taccia ho d'oscuro / mi schiarirà / poi libertà. Chi è che parla di sé in questi versi? Vittorio Alfieri (1748-1803) epigramma dal quale si evince la sua attitudine verso il mondo 05. Si descrivano la figura e l'opera di Vittorio Alfieri Vittorio Alfieri nasce ad Asti nel 1749, appartenente ad una famiglia benestante studia all'Accademia militare di Torino per poi viaggiare in Europa in una continua fuga dalla sua insoddisfazione e dalle sue ansie. Nel ‘57 fa ritorno a Torino dove scrive e mette in scena la tragedia Antonio e Cleopatra, intimamente autobiografica. Si dedicò a generi diversi ma i suoi capolavori sono le opere teatrali quali il Saul, la Mirra, oltre a Polinice, Antigone, Oreste, Agamennone. Nella convinzione che la figura del poeta fosse faro di libertà e moralità eroica, l’Alfieri trasforma la poesia in una sorte di sacerdozio, una missione di cui il poeta doveva rendersi degno conducendo una vita nobile. Questo spiega l'impostazione laica del suo pensiero, l'interesse per lo studio psicologico dell’uomo, l'odio per la tirannide e l'ideale di una patria libera, tutti temi che furono ripresi successivamente dagli Illuministi. Muore a Firenze nel 1803. 06. Si descrivano la figura e l'opera di Ugo Foscolo U. Foscolo nasce nel 1778 a Zante che allora apparteneva alla Repubblica Veneziana; fu un entusiasta patriota, ispirato ai modelli classici. Le sue famose Lettere di Jacopo Ortis scritte nel 1802 sono ispirate al Werther di Goethe e sono una storia di amore mescolata al patriottismo e contengono una ferma protesta contro il Trattato di Campo Formio con cui Napoleone cedeva i territori veneziani, fra cui Zante, all'Austria. E uno sfogo sentimentale fondato sui propri problemi amorosi. Muore a Londra nel 1827. 07. Quali sono le caratteristiche principali de I Sepolcri di Ugo Foscolo? L'opera | Sepolcri, scritti nel 1806 è un poemetto in endecasillabi sciolti scritto per protesta contro una legge napoleonica che impediva la sepoltura entro le mura: illustra l'ispirazione che i vivi possono trarre dalle tombe dei grandi. 08. Quali sono le caratteristiche principali del Saul di Alfieri? Vittorio Alfieri, 1749-1803, rappresenta un momento di svolta negli ideali e nei punti di riferimento dei letterati italiani perché è con lui che nasce l'ideale dell'io eroico, isolato, incompreso dalla società, la quale non è all’altezza dei suoi alti ideali. Un suo breve epigramma può essere preso come esempio della sua attitudine verso il mondo: Mi trovan duro. Anch'io lo so: pensar li fo. Taccia ho d'oscuro: mi schiarirà poi libertà. Si dedicò a generi diversi: dalla poesia alla trattatistica polemica all’epigrammistica, ma certo i suoi capolavori sono le sue opere teatrali. Tra esse spiccano Il Saul e La Mirra. Lezione 013 01. Il lessico della poesia di Leopardi è alto e classicheggiante alto e latineggiante, ma mai oscuro 02. Il Romanticismo in Italia è rappresentato dalla ricerca del vero storico e vero morale come supreme forme di bellezza 03. Lo Zibaldone di Leopardi contiene descrizioni e considerazioni filosofiche e filologiche edescrizioni che si animeranno in poesie 04. Le Operette morali di Leopardi non sono in prosa sono una raccolta di 24 componimenti în prosa, divise tra dialoghi e novelle dallo stile medio e ironico 05. La lingua della prosa di Leopardi si ispira soprattutto alla prosa cinquecentesca soprattutto a Guicciardini 06. La struttura metrica prevalentemente utilizzata da Leopardi è la canzone, senza mantenere la rigida struttura rimica 07.1 Canti di Leopardi sono una raccolta di poesie, più volte rivista poesie che riflettono la trasformazione del suo pensiero 08. Quali delle seguenti affermazioni è falsa: Leopardi non conosceva il greco Lezione 016 01. La Relazione di Spagna fu redatta da Guicciardini nel 1512 ‘quando fu inviato in Spagna in qualità di ambasciatore 02. Il Dialogo del reggimento di Firenze ebbe una prima stesura nel periodo in cui papa Adriano VI lo aveva esautorato dai suoi incarichi 03. In tre orazioni (Consolatoria, Accusatoria e Difensoria) Guicciardini prendeva la parte dell'accusa e della difesa attorno al proprio caso 04. In che senso la relazione può essere considerata un genere letterario? Nel periodo in cui fu inviato come ambasciatore in Spagna, nel 1512, scrisse la Relazione di Spagna. La relazione stava divenendo quasi una sorta di genere, letterario” del quale ci restano esempi eccellenti come quella, vivacissima, di Francesco Vettori in Germania, fitta di digressioni narrative. 05. Si descrivano le tre orazioni: Consolatoria, Accusatoria e Difensoria Durante la repubblica fiorentina e della residenza in Finocchietto compose tre orazioni,_Consolatoria, Accusatoria e Difensoria in cui prendeva la parte dell'accusa e della difesa attorno al_proprio caso, per discutere le accuse che gli venivano fatte dagli avversari politici. Lezione 017 01. Le Storie fiorentine di Francesco Guicciardini vennero pubblicate soltanto nel 1857 tramite un'edi; 02. Le Storie fiorentine di Francesco Guicciardini valorizzano la figura di Cosimo de' Medici come "uomo valente e dabbene" 03. Il titolo Storie fiorentine si deve all'editore del XIX secolo 1857 04. Quale delle seguenti affermazioni sul Tumulto dei Ciompi è falsa? avviene nel 1508 in quest'anno G. mette mano all'opera 05. Quale differenza intercorre tra le fonti utilizzate da Guicciardini nelle Storie fiorentine e quelle utilizzate nella Storia d'Italia? Le fonti a cui Guicciardini attinge sono archivi di famiglia ed esperienze personali, quindi non ancora quella varietà a cui farà riferimento nella Storia d'Italia. Lo storico tedesco Eduard Fueter scrisse che con le Storie fiorentine comincia la moderna storiografia analizzatrice nonché il ragionamento politico della storia. Ogni assimilazione ai modelli precedenti risulta impropria e fuorviante. Sempre secondo lo storico, non c'è nulla che ricordi il modo della scuola di Bruni. Le introduzioni artistiche mancano completamente, e così pure i discorsi. Brevi capitoli prendono il posto degli informi libri. 06. Qual è e quale importanza riveste l'evento da cui partono le Storie fiorentine? Il Tumulto dei Ciompi era stato un momento in cui le forze operaie e artigianali della città di Firenze, o meglio i salariati del settore della lavorazione della lana, principale materia prima di produzione e di ricchezza, esclusi completamente dalla gestione politica della società, si erano unite contro il popolo grasso e avevano istaurato un nuovo governo. Rivolte simili si ebbero in tutta Europa, dove gli effetti economici della Peste e il riassesto finanziario si era scaricato proprio sul popolo magro (diminuzione di salari ecc.). Ma un'alleanza del popolo grasso e del popolo minuto (non magro) fece cadere il nuovo governo. Anche Machiavelli dà un'importanza notevole a questo momento storico, che gli sembra uno delle molte dimostrazioni che la storia di Firenze (come quella romana che egli tiene presente in controluce) è fatta soprattutto di dissidi e lotte. Pertanto dissente esplicitamente, nella sua Istorie fiorentine dai predecessori Bracciolini e Bruni. Guicciardini da questo evento sceglie di prendere le mosse, operando quindi non una scelta di impostazione annalistica che avrebbe comportato una prosecuzione dei predecessori dal punto in cui avevano interrotto, bensì scegliendo un punto di partenza che rivela una personale riorganizzazione della visione della storia fiorentina. Contenuto: la narrazione parte con il tumulto dei Ciompi 1378 per poi passare alla Pace di Lodi attraverso cui Lorenzo De Medici riesce a mantenere un certo equilibrio politico fra le potenze italiane. Dalla discesa di Carlo V sull'Italia la narrazione diventa più particolareggiata;: questo perché Guicciardini era convinto dello scopo pratico e didattico che la storiografia poteva avere, in quanto utile ad insegnare anche la condotto politica, il funzionamento delle istituzioni e le azioni di govemo. jone a stampa 10 Lezione 018 01. La Congiura dei Pazzi ha importanza nella storia di Firenze in quanto portò all'uccisione del fratello di Lorenzo de' Medici, Giuliano con cui Lorenzo avrebbe dovuto dividere l'eredità 02. Il giudizio di Guicciardini su Lorenzo de' Medici è Ambivalente Lorenzo è considerato da G. come un tiranno, ma anche come uno capace di aver creato equilibrio 03. Nel giudizio sul Tumulto dei Ciompi, Guicciardini e Machiavelli differiscono, in quanto Machiavelli vi legge uno scontro di forze economico-sociali contrapposte 04. Come potrebbe essere descritto il ruolo di Lorenzo de' Medici in Guicciardini? Guicciardini assume una doppia posizione nei confronti di Lorenzo De Medici che ritiene da una parte un tiranno, ma dall'altra anche una persona capace di instaurare un certo equilibrio politico e un periodo di pace. Con la Congiura dei Pazzi, ordita contro Lorenzo, ma che vede l'uccisione del fratello Giulio, è il momento in cui Lorenzo coglie l'opportunità di eliminare i nemici, il popolo diviene schiavo e gli amici sudditi. 05. Come cambia la descrizione della morte di Lorenzo de' Medici nel passaggio tra le Storie fiorentine di Francesco Guicciardini e la Storia d'Italia? La morte di Lorenzo è un tratto importante dell'opera nel quale si intrecciano osservazioni politiche, psicologiche, storiche. La morte viene annunciata da presagi sinistri e anomali (come G. farà, però forse con più scetticismo, anche nella Storia d’Italia). Interessante per il rapporto fra scelte e necessità ed etica la prima riga del ritratto di Lorenzo: “Furono in Lorenzo molte e preclarissime virtù; furono ancora in lui alcuni vizi, parte naturali, parte necessari”. Di grande intelligenza, non fu però di altrettanta saggezza: “Ebbe buono giudicio e di uomo savio, e nondimeno non di qualità di potersi paragonare collo ingegno” e si notarono in lui scelte temerarie (la guerra contro Volterra, l'ambasciata a Napoli, ecc.). Il maggior difetto fu il “sospetto”, che però probabilmente non era naturale ma dettato dal fatto che in fin dei conti le istituzioni della città rimanevano elettive e teoricamente al di fuori del suo controllo (che invece esercitava indirettamente). “Il complesso giudizio guicciardiniano su Lorenzo, pur nella sua sostanziale negatività, contiene tutti o quasi tutti gli elementi che consentirono il ribaltamento della situazione nella Storia d’Italia, una volta instaurata una problematica diversa e assunto quindi un nuovo e differente punto di vista” (così lo storico F. Gaeta). L'espulsone dei “savi”, cioè di quell’aristocrazia assuefatta e in grado di governare, e alla quale i Guicciardini appartenevano, è il maggior crimine che Lorenzo compie. Ed eppure riesce a garantire pace ed equilibrio. La calata di Carlo VIII sarà a questo punto un esito facile e inarrestabile. Come una “peste”, come una “fiamma”, questo evento viene descritto già da ora, come un evento apocalittico che costituisce la vera svolta negativa della storia d’Italia. Lezione 019 01. Secondo lo studio di Felix Gilbert, i Medici avevano governato a Firenze: attraverso un'egemonia mascherata sotto le istituzioni repubblicane trecentesche 02. Dopo la caduta dei Medici, a Firenze il Consiglio del comune e il Consiglio del popolo furono fusi nel Consiglio maggiore 03. A Firenze il Consiglio dei settanta e il Consiglio dei cento erano stati introdotti dai Medici composti in gran parte da patrizi fiorentini favorevoli al regime mediceo 04. Nel governo di Firenze, il Consiglio del comune e il Consiglio del popolo Erano stati introdotti dai Medici il secondo era stato aggiunto al primo, quando col crescere dell'importanza economica di Firenze nuovi gruppi sociali avevano chiesto di partecipare al governo 05. Come viene analizzata la crisi delle istituzioni fiorentine che coinvolse Guicciardini nello studio di Felix Gilbert? Felix Gilbert analizza il quadro dei problemi delle istituzioni fiorentine all’epoca di Guicciardini e sostiene che i Medici avevano governato attraverso una supremazia mascherata da repubblica: l'egemonia medicea era basata sull’influenza esercitata sugli accappiatori, cioè coloro che selezionavano i nomi da sorteggiare per il consiglio, a cui venne tolto questo compito, successivamente affidato ai membri del consiglio stesso. 11 Questo sistema portò instabilità perché promosse lotte interne e attacchi orditi dagli esclusi. Davanti all’instabilità alcuni credevano che la soluzione migliore era quella di tornare alle istituzioni originali. Per alcuni la riforma del 1494 era un ritorno alle origini. Nello scenario ideologico nel quale si discutevano le varie posizioni e avevano un ruolo importante la “ragione” che era controllabile dell'attività umana. 06. Quali istituzioni fiorentine vengono analizzate nelle Storie fiorentine di Guicciardini? Chi vi poteva accedere? Il Consiglio del comune e il Consiglio del popolo, che risalivano al tempo più antico della storia cittadina; il secondo era stato aggiunto al primo, quando col crescere dell'importanza economica di Firenze nuovi gruppi sociali avevano chiesto di partecipare al governo. Altri consigli - il Consiglio dei settanta e il Consiglio dei cento - erano stati istituiti dai Medici: composti in gran parte di patrizi fiorentini favorevoli al regime mediceo avevano assicurato la piena tutela degli interessi dei Medici.” Lezione 020 01. Il Discorso di Logrogno di Francesco Guicciardini: venne scritto a Madrid e si occupa delle istituzioni politiche di Firenze 02. Quale di questi testi non fu scritto da Guicciardini in Spagna? Storie fiorentine 03. L'espressione «uomini savi», in Guicciardini, corrisponde a appartenenti alla borghesia cittadina' 04. La proposta di Guicciardini di un gonfaloniere a vita mirava a dare continuità e stabilità al potere esecutivo 05. Chi sono gli "uomini savi" e qual è il loro compito secondo Guicciardini? Gli uomini savi, secondo Guicciardini, sono gli aristocratici appartenenti alla borghesia cittadina che avrebbero potuto trovare il modo di opporsi a quei costumi “cattivi” ormai integrati fino a d arrivare ad un aggiustamento parziale o magari integrale. L'obbiettivo era evitare il rischio della demagogia. pratica politica tendente a ottenere il consenso delle masse popolari lusingando le loro aspirazioni economiche etc. 06. In quale occasione e con quali finalità viene redatta l'opera di Guicciardini conosciuta come Discorso di Logrogni Il Discorso di Logrogno, chiamato Modo di ordinare il governo popolare, fu probabilmente scritto nel 1512 mentre Guicciardini si trovava in spagna in qualità di ambasciatore. G. cominciò l'opera quando al governo il potere popolare, ma la concluse quando i Medici si riappropriarono del governo nel 1512. Nell'opera vengono esaminati i problemi costituzionali della repubblica fiorentina (descritta nelle Storie fiorentine): caratteristiche, vantaggi e svantaggi delle istituzioni fondamentali soffermandosi sulla positività del Senato concepito come tramite e raccordo tra esse. L'opera è condizionata da un atteggiamento polemico nei confronti determinata situazione: non si giustifica che i savi abbiano il posto che loro conviene, ma il concetto viene dominato e modificato da una visione complessa dello Stato libero, nella quale accanto ai concreti interessi di parte si collocano le esigenze di buon funzionamento del buon governo (punti che verranno ripresi nel Dialogo del reggimento di Firenze) quella che, a suo avviso, era la costituzione più adatta per Firenze. Lezione 021 01. Giovanni de' Medici, figlio di Lorenzo sale al soglio pontificio nel 1513, col nome di Leone X 02. Il Discorso di Logrogno di Francesco Guicciardini sottolinea la discontinuità del primo e del secondo governo dei Medici 03. Quale ruolo ha la famiglia Medici, secondo quanto Guicciardini annota nel Discorso di Logrogno? L'annotazione di Guicciardini sul manoscritto del Discorso di Logrogno riguarda il ritorno dei Medici al governo di Firenze avvenuta nel 1512 quando il manoscritto non era ancora terminato e quando, quindi, il governo popolare fu destituito dal ritorno dei Medici. Lezione 022 12 01. L'arrivo dei francesi di Carlo VIII in Italia era stato centrale per comprendere la storia di Firenze nelle opere precedenti di Guicciardini nella Storia d'Italia diventa importante non solo per Firenze, ma per tutta Italia 02. "...in modo che così avessi tutte le cose innanzi agli occhi chi nasce in un'età lontana come coloro che sono stati presenti è una frase dei Ricordi di Guicciardini che si riferisce alla Storia d'Italia 03. Gli eventi che aprono e chiudono la Storia d'Italia di Guicciardini sono rispettivamente la discesa di Carlo VIII in Italia e la morte di Clemente VII 04. Quale rapporto intercorre tra la concezione della Storia d'Italia e i Ricordi, in Guicciardini? Se nei Ricordi G. portava alla luce le ragioni degli avvenimenti accaduti, ne la Storia d’Italia l’autore cerca di rendere presenti gli avvenimenti già accaduti per dare al lettore tutti gli elementi che lo aiutino a capire tutti quegli eventi già accaduti e da lui quindi lontani: tenta di farli recepire così come stati recepiti da chi invece era presente. 05. In che senso la Storia d'Italia di Guicciardini può essere definita come "opus magnum" risultante delle opere precedenti? L'opera è stata scritta fra il 1537 e il 1540 e racconta gli avvenimenti compresi fra il 1494, anno della morte del Magnifico, e il 1534 anno della morte di Papa Clemente VII, includendo i fatti più luttuosi della storia recente: dalla discesa in Italia di Carlo VIII al sacco di Roma. L'opera descrive quei fatti politici riguardanti le grandi potenze europee nonché il ruolo secondario, ma pur sempre rilevante, della nostra penisola. La narrazione è infatti intessuta di analisi politiche e psicologiche derivanti da analisi su fonti e testimonianze. L'impostazione è annalistica e lo scrittore segue passo passo le vicende cercando di individuarne le cause. Questa è la sostanziale novità inserita dal G. (soprattutto rispetto a Macchiavelli) Lezione 027 01. Nella Storia d'Italia Guicciardini si ispira a un passo del De Oratore di Cicerone c. trascrive un passo del De O.di Cic. Su un foglio (ritrovato da Ridolfi) con le istruzioni a cui uno storico doveva attenersi. 02. Nella Storia d'Italia di Guicciardini agli eventi politici e militari sono aggiunti discorsi diretti dei protagonisti 03. La Storia d'Italia di Francesco Guicciardin tratta in venti libri un periodo di quaranta anni 20libri/40 amni di storia 04. Quale influenza ebbe la concezione della storia e della storiografica di Cicerone su Guicciardini? Per trattare argomenti di natura politica e fatti militari G. fa prima riferimento ad una summa di regole, a cui uno storico deve attenersi, tratta dal De oratore di Cicerone. G. riporta in foglietto le regole esposte da Cicerone: ordine cronologico, descrizione di luoghi, imprese, strategie, esecuzioni e risultati di azioni; occorre dichiarare cosa è stato fatto o detto e in che modo; occorre spiegare il perché degli eventi (accaduti per temerarietà, prudenza etc); descrivere i personaggi che si distinguono per fama o dignità. Il tutto dev'essere esposto con un linguaggio fluente e sciolto, privo del parlare giudiziario. 05. Perché e dove Guicciardini utilizza la tecnica del "discorso diretto"? G. utilizza la tecnica del discorso diretto nella Storia d’Italia per esprime direttamente e con più chiarezza ed efficacia le idee dei personaggi interessati. Questo era un buon metodo per trattare argomenti spinosi come la politica o eventi militari, un modo per raccontare la vera storia. Questa tecnica era assente nelle Storie Fiorentine, ma già usata nelle Cose fiorentine. Lezione 028 01. “Non essere vergogna alle città pleclare se dopo il corso di molti secoli cadevano finalmente in servitù. perché era fatale che tutte le cose del mondo fussino sottoposte alla corruzione" è una citazione da quale opera e riguardante quale tema? Dalla Storia d'Italia, riguardo la decadenza nella ciclicità 15 02. Per Guicciardini la storiografia ha un compito di sovrapporre l'ordine dell'interpretazione alla razionalità della storia 03. Nell'idea della storia di Guicciardini non c'è un'idea di progresso 04. Quale funzione della storiografica emerge dalla Storia d'Italia di Guicciardini? Dalla Storia d’Italia di G. emerge la voglia dell’autore di riportare gli eventi in modo ordinato organizzati in una architettura elaborata del periodare; è evidente una ricerca di chiarezza e di descrizioni esaustive. 05. Quale ruolo ha il concetto di "declino nella ciclicità" nella concezione storiografica di Guicciardini? Il declino nella ciclicità è il modo attraverso cui G. afferma che il corrompersi delle cose umane è un destino, perché tutte le cose del mondo sono sottoposte alla corruzione. Quindi il compito del “savio” è quello di assistere e raccontare il compimento degli eventi accettando la propria impotenza. Lezione 029 01. La Storia d'Italia di Guicciardini era destinata alla stampa per volere dell'autore ed ebbe sei revisioni 02. Il Proemio della Storia d'Italia fu riscritto da Guicciardini molte volte 03. Il termine 'documenti', nel Proemio della Sto vale 'insegnamenti' docere insegnare 04. "Io ho deliberato di scrivere le cose accadute alla memoria nostra franzesi, chiamate da' nostri princi perturbarla;" è di quale opera? Della Storia d'Italia Proemio 05. Qual è il rapporto tra passato prossimo e passato remoto nel Proemio della Storia d'Italia di Guicciardini Il passaggio dal passato prossimo (ho deliberato) al passato remoto (cominciarono) marca la distanza fra il momento dell'accadere, delle res gestae, e il momento del narrare, dello scrivere. 06. Con quale parola inizia il Proemio della Storia d'Italia di Guicciardini? Si commenti Il Proemio della Storia d’Italia comincia con la parola “Io” perché l'autore assume su di sé una sorta di pluralità di esperienze che ordina e descrive a sua discrezione. Si passa dai ricordi alle cronache ben organizzate. d'It: Italia, da poi che l'armi dei medesimi, cominciarono con grandissimo movimento a Lezione 030 01. Nell'ultima revisione della Storia d'Italia l'allineamento ai canoni delle Prose della volgar lingua di Bembo fa eccezione con termini come "cominciorono" e "deliberato" in luogo di "cominciarono" e "diliberato" 02. Quale delle seguenti affermazioni è vera: nell'ultima revisione della Storia d'Italia permangono alcuni latinismi e fiorentinismi 03. L'uso dell'aggettivo ‘franzesi' per dire 'le armi dei francesi" è una figura retorica che si chiama ipallage 04. La la Rethorica ad Herennium era al tempo di Guicciardini erroneamente attribuita a Cicerone (è stata attribuita anche a Comificio) 05. C'è ricerca di simmetria nel Proemio della Storia d'Italia di Guicciardini? Quali altre considerazioni stilistiche si possono fare Nel proemio della Storia d’Italia c'è una continua ricerca di simmetria e di armonia (concinnitas). Inoltre è evidente l’uso di suffissi superlativi evitati solo per non produrre ripetizione (esempi come noblissime... ingegni molto nobili; preclara...clarissima). Lo stile è grave, come anche l'accoppiamento di parole con la stessa radice come per esempio memoria-memorabile, i vocaboli altisonanti. 06. Sulla base della lettura del Proemio della Storia d'Italia, quali rilievi di carattere linguistico si possono fare rispetto all'uso della lingua di Guicciardini rispetto ai canoni cinquecenteschi? 16 G. ha effettuato divere revisioni sull'opera e ha cambiato diverse volte l'aspetto linguistico. Da alcuni appunti conservati nell'Archivio Guicciardini si è potuto osservare che lo storico aveva appuntato dei dubbi grammaticali che coincidono perfettamente con alcuni punti trattati dal Bembo il quale aveva da poco pubblicato Le prose del volgar lingua (1525). G. cercò di adeguarsi alle nuove regole dettate dal Bembo pur senza rinunciare, come gli fece notare il suo consigliere e primo revisore Corsi, a fiorentinismi, ad esempio cominciorono, forma fiorentina argentea bandita dal Bembo, amorono olti latinismi Lezione 031 01. Nel Proemio della Storia d'Italia l'immagine del mare calmo si riferisce alla pace creata da Lorenzo de' Medici 02. Naufragio con spettatore' è un paradigma interpretativo proposto da H. Blumenberg 03. Il linguaggio figurato e le metafore nella Storia d'Italia si rifanno alle immagini del malato/medico, della peste/fuoco e del mare 04. Con quali immagini Guicciardini descrive la situazione di crisi e le sue possibili soluzioni? G. descrive la situazione di crisi e le sue possibili soluzioni attraverso l’uso di “immagini”, ovvero metafore, uso di un linguaggio figurato. Le immagini usate nel Proemio della Storia d'’/talia sono: * il malato: per designare una situazione negativa, di solito riferito all’Italia * il medico: per indicare il politico * la peste e il fuoco: immagini delle calamità abbattute sull’Italia. Il fuoco ha radici bibliche, mentre la peste- ha radici nella storia vissuta e si collega alla malattia. * il mare: immagine preferita da G. che sceglie per rappresentare l’Italia. Il mare calmo rappresenta la concordia voluta da Lorenzo il Magnifico che viene turbato dai venti delle armi dei francesi. 05. Ci sono tracce di elementi lucreziani nel Proemio della Storia d'Italia di Guicciardini? Per Lucrezio e Gucciardini è la guerra il naufragio. Per Lucrezio terra e aria sono stabili di per sé, prendono e danno, mentre il fuoco e l'acqua sono costantemente dinamici. Lezione 032 01. Quali cause vengono indicate da Guicciardini nel Proemio della Storia d'Italia come fattori che muovono la stori? Dio e la scelleratezza degli (altri) uomini, ma questa seconda emerge come fondamentale 02. È corretto sostenere che nella Storia d'Italia si ritrova il metodo di autopsia risalente a Tucidide? Sì, con l'integrazione di fonti storiche e archivistiche 03. Quali sono le parole chiave nell'orizzonte concettuale che scaturisce dal proemio della Storia d'Italia? Scrivere e memoria 04. Quale ruolo viene dato alla memoria da Guicciardini nel Proemio della Storia d'Italia? G. scrivere e memoria sono le due fondamentali parole chiave. E soprattutto la memoria implica la funzione dell'esperienza personale da usare come fonte principale per esporre i fatti. Si tratta di un atteggiamento chiamato con la parola greca autopsia: modo già usato per esempio da Tucidide e da tanti altri scrittori e narratori che avevano raccontato eventi che avevano vissuto in prima persona. G. fa esattamente questo pur avvalendosi anche di fonti storiche e archivistiche. Il fine di scrivere la storia è quello di insegnare, quindi quello di creare documenti. La causa della storia ripresa nel Proemio sarà la sceleratezza. Le sceleratezze saranno specificate come imprudenza e troppa ambizione. Fondamentale per G. è la discrezione, ovvero la capacità di distinguere e valutare. Lezione 033 01. Nel Proemio della Storia d'Italia il paragone con la storia di Roma non è un abbellimento retorico 02. Nel Proemio della Storia d'Italia le subordinate conferiscono ordine ai fatti storici 17 Lezione 040 01. Quale delle seguenti affermazioni è vera: l'analisi dei Ricordi aiuta a comprendere la visione di Guicciardini contenuta nella Storia d'Italia 02. Che cosa si intende per Ricordi in riferimento all'opera omonima di Guicciardini? Memorabilia considerazioni da memorizzare 03. Nella parte finale della sua vita, Guicciardini si trovò escluso dalla vita politica attiva 04. La corrispondenza di Guicciardini a nostra disposizione è prevalentemente ufficiale, con poche inrformazioni sul suo carattere 05. Si descriva il rapporto tra Guicciardini e la famiglia Medici Difficile da decifrare il rapporto tra Guicciardini e la famiglia De Medici vista la riservatezza dell'autore che non fa trasparire opinioni neanche nelle lettere private raccolte nei Carteggi, la raccolta della sua corrispondenza. La raccolta è più nutrita negli anni di attività politica e scarsa nei periodi di impegno letterario. Lezione 041 01. Riguardo le circostanze di stesura della Storia d'Italia, è possibile definire l'opera: un prodotto di resistenza alla storia il prodotto di un esilio involontario 02. La visione buia e scettica dell'ultima parte della vita di Guicciardini fu criticata da Montaigne 03. La fede umanistica nella lezione che la storia ci fornisce non appartiene a Guicciardini 04. La ragione che muove Guicciardini a scrivere non è solo letteraria 05. Si ricostruiscano le circostanze della Storia d'Italia attraverso i Ricordi e i rapporti coi Medici La prima circostanza riguarda i Ricordi che devono intendersi non come memorie, ma come considerazioni da memorizzare; Guicciardini le aveva intitolate “consigli”. Secondo il famoso detto “se si fosse fatto così tal cosa sarebbe successa o non successa”; i risultati sarebbero stati diversi, ma verificando la soluzione alternativa risulterebbe sicuramente falsa. Il ricordo vorrebbe ridurre gli eventi e le vicende storiche in un susseguirsi di cause ed effetti nei quali a una causa o comportamento corrisponderebbe automaticamente un certo effetto e nessun altro. Secondo Guicciardini il futuro non è prevedibile meccanicamente. E compiere una scelta sbagliata non dipende dall’aver compiuto un'analisi sbagliata semplicemente perché non esistono analisi sicuramente corrette o analisi sbagliate: non possiamo mai verificare la possibilità della correttezza dell'analisi alternativa, poiché le vicende storiche sono uniche: la storia è andata come è andata e non si ha modo di viverla diversamente. Difficile da decifrare il rapporto tra Guicciardini e la famiglia De Medici vista la riservatezza dell'autore che non fa trasparire opinioni neanche nelle lettere private raccolte nei Carteggi, la raccolta della sua corrispondenza. La raccolta è più nutrita negli anni di attività politica e scarsa nei periodi di impegno letterario. Quello che è certo è che Guicciardini aveva avuto la speranza di guidare Cosimo de’ Medici, ma alla fine si ritrovò privo di potere. Certamente dal 1530, dopo la caduta dell'ultima repubblica, Guicciardini vide la sua fortuna interamente legata al successo politico dei medici per questo motivo ci si è chiesti se G. fosse stato un semplice “servo” del casato o avesse partecipato attivamente alle politiche interne. Dalle lettere dei Carteggi sembra che Guicciardini mantenne una certa indipendenza e che non vide i Medici come autorità assolute Lezione 042 01. Dove è possibile riconoscere Guicciardini dietro un impersonale "luogotenente" nei fatti narrati? 20 Durante una congiura a Firenze immediatamente precedente il sacco di Roma narrata nel libro V della Storia d'Italia 02. Nella Storia d'Italia Guicciardini inserisce alcuni episodi in cui è lui stesso protagonista 03. Nella Storia d'Italia Guicciardini definisce il proprio contributo alla vita politica con l'espressione buone opere 04. La frase «come è più presente la ingratitudine e la calunnia» di Guicciardini, esprime amarezza ma non sorpresa Lezione 043 01. La posizione di Guicciardini rispetto agli stravolgimenti del secolo era: politicamente conservatrice, analitica del cambiamento qualità di storico 02. L'entrata in Italia di Carlo VIII è per Guicciardini emblematica di cambiamenti che portano con sé declino 03. Nelle cose umane Guicciardini ravvisa principalmente instabilità 04. Prudenza, abilità, ambizione possono dare, secondo Guicciardini, a un uomo un posto nella storia? Sì, ma non assicurano meccanicamente il successo, che dipende anche dalla Fortuna 05. Quale era la posizione di Guicciardini storico e di Guicciardini politico di fronte alla situazione italiana? Si risponda utilizzando anche un suo autoritratto In qualità di uomo politico Guicciardini detestò il cambiamento e gli intrecci politici che diedero potere alla famiglia De Medici. In qualità di storico analizzò nel dettaglio tutti gli eventi dati dal cambiamento. L'uomo di Guicciardini si adatta agli eventi dipendendo dalla morale: quando un gruppo di giovani nobili intentarono un colpo di stato a Firenze, Risultato poi fallimentare, contro la casa medicea, , Guicciardini, già luogotenente, riuscì a prevenire uno scontro intercettando Federigo che stava per avvisare il Cardinale di Cortona circa la debolezza dei ribelli e negoziò con loro la resa. Le pubbliche azioni del Guicciardini furono dirette verso il senso di ordine all’interno del governo e verso il pubblico bene. Lezione 044 01. Relativamente alle possibilità drammatiche del tipo di narrazione utilizzato nella Storia d'Italia Guicciardini si mostra consapevole 02. La breve storia del papato del Libro IV della Storia d'Italia era stata censurata nella primissima edizione 03. La breve storia del Papato nel libro IV della Storia d'Italia: è una microstoria nella narrazione maggiore che esemplifica la tecnica narrativa focalizzata sul cambiamento 04. Rispetto all'ambientazione geografica delle vicende narrate dalla Storia d'Italia di Guicciardini i luoghi nominati sono molti, in tutta Italia e anche in Europa 05. Microstorie e cambiamento: si descrivano i caratteri narrativi della Storia d'Italia L'uso frequente delle microstorie all'interno dell'opera è facilmente riconducibile alla concezione storiografica dell'autore. Grazie alla sua carriera di diplomatico e nel pieno tentativo di comprendere gli eventi italiani ed europei, G. aveva compreso che la storia richiedeva una ricerca dettagliata ed esaustiva in cui anche i particolari avevano importanza. Le microstorie, miniature di racconti, vengono generalmente usate per riempire lo sfondo di una situazione importante. Lo schema ricorrente nella SDI è costruito intono al fattore cambiamento che è l'aspetto predominante di una storia. Guicciardini però lascia che sia il lettore a osservare la sua storia e a trarne le conclusioni, benché desideroso di affermare il valore della contemplazione del cambiamento. Lezione 045 01. La questione del libero arbitrio 21 è cruciale nella prima metà del XVI secolo 02. L'epidemia detta "mal francese" di cui si occupa Guicciardini è la sifilide 03. Quale parallelismo è condotto da Guicciardini tra la sifilide e la storia d'Italia? I principi italiani sono come i dottori che per ignoranza aggravano la situazione Lezione 046 01. Il ritratto di Lorenzo Magnifico come despota illuminato di Firenze è contenuto: nelle Storie fiorentine 02. L'ambivalenza del giudizio di Guicciardini su Lorenzo de' Medici va rintracciata nella tensione tra giudizio morale e politico (è un tiranno) e l'esito della sua politica di pacificazione Lezione 047 01. Il ritratto di Lorenzo il Magnifico nella prospettiva dell'equilibrio italiano è contenuta: nella Storia d'Italia nelle Cose fiorentine 02. Si descriva la tecnica del ritratto nella Storia d'Italia prendendo ad esempio il ritratto di Lorenzo de Medici All’interno della Storia d’Italia, Lorenzo il Magnifico trova un cambio di immagine: sembra quasi senza personalità e senza individualità, in quanto Guicciardini è interessato solo al simbolo che questi rappresenta. La personalità di Lorenzo rimane grandiosa ma appropriatamente vaga, salvo le due occasioni in cui entra nella storia in modo significativo (quando è in presenza di papa Innocente e Ferdinando di Napoli e quando viene ricordata la cacciata dei Medici da Firenze) anche se entrambe le volte viene ricordato come parte di un gruppo. Lezione 048 01. “Esecutore e ministro dei suoi disegni": di quali personalità sta parlando Guicciardini nella Storia d'Italia? Di Clemente VII (esecutore e ministro) e Leone X 02. Nella descrizione che Guicciardini fa di Clemente VII vige la convinzione che solo nella fine dell'esercizio della carica si mostri il vero valore di un uomo 03. La correctio è una figura retorica che prevede l'insistenza su un elemento per modificarlo. costantemente utilizzate da G. Lezione 049 01. Quale figura emerge col maggior apprezzamento di Guicciardini tra i papi Medici? Quella di Leone X 02. Michelangelo come architetto e Guicciardini come storico rendono dinamiche strutture artistiche precedenti 03. Nella descrizione che Guicciardini fa di Clemente VII ciò che cambia, con l'ascesa al soglio pontificio è la reputazione, non la personalità 04. Si descriva la tecnica del ritratto nella Storia d'Italia prendendo ad esempi i ritratti di Leone X e Clemente VII E'rilevante notare come l’opera si apra e si concluda con la presentazione di due individui, Lorenzo e Clemente VII; G. vede la storia come opera di singole individualità: perché il delineamento di coloro che hanno influito sul corso degli eventi trattati viene presentato attraverso dei ritratti da cui traspaiono le loro capacità, passioni, ambizioni, istinti e debolezze. L'autore costruisce la storia sminuendo la figura di Leone X con l'obbiettivo di fare un complimento alla fama di Clemente VII. Lezione 050 01. In Guicciardini sono legate al termine "impeto" sia la sfida di Capponi ai francesi, sia l'artiglieria di cui viene tracciata una breve storia 22 02. Si descriva sinteticamente il "giudicio" di Guicciardini secondo il suo commentatore Porcacchi Porcacchi, scrittore, curatore di edizioni, traduttore, si può definiere come la tipica figura di letterato prestata alla stampa. Fu lui a scrivere la prima più lunga considerazione sulla Storia d’Italia: è una nota che accompagna la redazione Angelieri 1574 a cura dello stesso Porcacchi. Secondo il letterato quando G. descrive i fatti storici non omette i fatti degli uomini egregi, la loro natura o i loro costumi; egli non pecca mai né di eccesso né di difetto perché ciò che scrive lo scrive con arte. DOMANDE FUORI PANIERE Secondo Gilbert la Storia d’Italia di Guicciardini OK Non vuole trasmettere modelli e valori 1 “Ricordi” di Guicciardini riguardano OK Riflessioni varie Da cosa aveva cominciato Guicciardini la Storia d’Italia OK Battaglia di Pavia Nei “Ricordi”, la capacità di “procedere distinguendo la qualità delle persone, de’ casi e de’ tempi OK È pressappoco la discrezione Secondo M Palumbo al centro dei “Ricordi” è OK La funzione riflessiva Qual è la subordinata che ricorre ossessivamente nella prosa di Guicciardini OK La consecutiva Secondo Varotti la tecnicizzazione del linguaggio politico in Guicciar i vede OK Dalle varianti (sostituzioni)della parola stato) La formalizzazione della tecnica a incastro della prosa di Guicciardini per Mengaldo è OK AbA1 Congiunzioni, avverbi, pronomi relativi sono da R.Tesi raggruppati come OK Connettivi testuali Che cosa contribuisce a creare un clima di intensa passione nell’incipit della Storia d’Italia? OK Contrapposizione fra il clima di idillio precedente alla discesa dello straniero Il Petrarchismo è OK Una corrente poetica d'ispirazione e imitazione petrarchesca Il Macheronico è Un genere letterario ERRATA lingua artificiale costituito da volgare, dialetto, latino usato in composizioni poetiche, burlesche e satiriche Il Galateo di Della Casa è dedicato a OK Galeazzo Flordimonte Luigi Tansillo è un poeta OK Napoletano Berni è un esponente della lirica OK Anticlassicista Il “Pastor Fido”è un’opera di OK Battista Guarino Gli “Asolani” sono stati scritti da OK Pietro Bembo DANTE ALIGHIERI Il termine divina fu aggiunto dal letterato cinquecentesco Lodovico Dolce. Si studierà dalla Poesia della Divina Commedia di Charles Singleton che parte dall’epistola latina che Dante scrive al suo protettore Can Grande della scala. Lezione 062 25 01. Quale studioso anglosassone ha lavorato sulla poesia della Commedia di Dante e in quali anni? Charles Singleton alla fine degli anni Settanta 02. La paternità dantesca dell'epistola latina a Can Grande Della Scala è accettata da molti studiosi, tra cui Singleton 03. La frase:"Quale la relazione di una cosa con ciò che esiste, tale la sua relazione con la verità". è di Albero Magno, rivisitazione di concetti aristotelici Lezione 063 01. "Fides quaerens visionem": a chi dobbiamo questa affermazione? A Charles Singleton studioso di Dante è una formula proposta fatta da S. in grado di definire la qualità del poema dantesco 02. Qual'è il compito di Dante poeta secondo Singleton? Mostrare la verità 03. Quali dei libri dell'Antico Testamento è fonte preziosa, per Dante, sul tema del viaggio? Esodo fondamentale per la comprensione di Dante e del suo poema Il significato letterale della commedia è lo status post mortem dell'essere umano. Lo stato delle anime post mortem dimostra la giustezza della posizione. Nulla nel poema è statico: i personaggi centrali (Dante, Beartrice, Virgilio ecc. ) sono in movimento. Il viaggio, l'itinerario, il “cammin”, è un elemento fondamentale di tutto il poema. Con il viaggio assumono un'importanza fondamentale le guide: Virgilio, prima, Beatrice poi, e infine S. Bernardo. Si tratta di un viaggio letterale e assolutamente reale di un uomo vivo, che deve prendere le mosse da un luogo che non è un luogo fisico. Ci si sta incamminando verso una porta dell'Inferno che non è una metafora. DOMANDE FUORI PANIERE La Cortigiana è un testo di OK Aretino L’Adone di Marino si basa Sulla leggenda popolare di Adone e Venere è ERRATA Il concettistmo è tipico del OK Barocco La tragedia di Ecerinos di Alberto Mussato È scritta in latino OK Ruzante scrive in OK Pavano La Veniexiana è un OK Testo anonimo Lezione 064 01. Quale paragone usa Dante all'inizio del cammino verso la porta dell'Inferno? Quello con un uomo che si mette in salvo sulla riva e guarda all'indietro verso il mare in cui rischiava di affogare 02. Nella lettera a Can Grande Dante descrive il significato profondo, al di là di quello letterale di un testo come di tipo allegorico, morale oppure anagogico 26 Lezione 065 01. Nel poema dantesco: si possono riconoscere una dimensione soggettiva e una dimensione oggettiva 02. Allegoria e simbolismo nel poema dantesco: corrispondono rispettivamente alla dimensione soggettiva e oggettiva Lezione 066 01. Nella concezione cristiana medievale Nessun oggetto nel campo visivo del pellegrino può avere in sé valore finale 02. Quale delle seguenti affermazioni è vera: Nella concezione medievale le cose transeunti alludono a fatti eterni ed è Dio stesso a porre questi significati nelle cose stesse 03. Quale posto occupa l'arte nella concezione cristiana medievale, come si evince dall'episodio di Catone che scaccia le anime intente ad ascoltare il musico Casella? Usare e non godere secondo la formulazione di Sant'Agostino Lezione 067 01. Il viaggio che Dante compie in un tempo determinato è utilizzabile in altri tempi da chiunque: Singleton parla di Whicheverman, 'Qualsiasi uomo' 02. Nella Commedia il poeta non ha inventato la dottrina: la segue L'affermazione è vera Lezione 068 01. A quali personaggi corrispondono le "tre luci" dell'itinerario dantesco? Virgilio, Beatrice, San Bernardo La visione è una funzione dell'intelletto, ed è possibile solo se interviene una luce. 02. La fine del pellegrinaggio di Dante comporta passare dalla condizione di homo viator a quella di homo comprehensor 03. Quale delle seguenti affermazioni è vera: nella concezione dantesca mediante una specifica specie di luce e di visione gli angeli conoscono Dio in un modo a loro naturale Lezione 069 01. I versi: Ma perché tanto sovra mia veduta/vostra parola disiata vola./che più la perde quanto più s'aiuta? si collocano alla fine del Purgatorio Purgatorio xXXII,82-84 Parafrasi: ‘Ma perché il senso delle vostre parole, tanto da me desiderate (desiate), è tanto al di sopra della mia capacità di comprensione che più essa (la capacità di comprensione) si affanna tanto più la perde (la parola). 02. Con quale personaggio si identifica il lume della grazia definito "della rivelazione" da San Tommaso? Beatrice 03. Il verbo trasumanar è un parasintetico coniato da Dante Lezione 070 01. Quale personaggio parla della grazie come "lume che accende l'amore" nel Purgatorio? San Tommaso d'Aquino 02. Il termine «conversione», per la teologia dell'epoca di Dante, ha valore di volgersi della volontà verso Dio, liminare al concetto di itinerarium ad Deum 03. Nella visione medievale ai filosofi è concessa la luce naturale della ragione Lezione 071 01. Qual'è il processo che si innesca dall'azione di Beatrice allegoria della grazia? Transumanar 27 dell'anima dove risiedono le virtù: la felicità è s'inquadra in uno schema di allegoria morale, dal momento che tale allegoria è in termini di azione dell'anima. Lezione 078 01. Come si definisce la cupidigia nel Paradiso? Tempesta nella volontà disordinata 02.A quale autore medievale si rifà Dante nell'interpretazione figurale di Lia e Rachele rispettivamente come Vita attiva e Vita contemplativa? San Tommaso d'Aquino Sant'Agostino 03. Nella visione medievale Adamo pecca per cupidigia, mentre era stato creato per la contemplazione 04. Nello schema delle tre luci, la guida di Beatrice rappresenta un passaggio per la volontà umana a un orientamento che eccede la natura umana 05. Quale parallelismo si può riscontrare tra Vigilio:Lia e Beatrice:Rachele secondo le auctoritates medievali? In cima al Purgatorio, Dante sogna i personaggi biblici Lia e Rachele. AI pari di Marta e Maria nel Convivio, esse rappresentano due modi di vita: la prima la vita attiva, mentre la seconda la vita contemplativa. Come nell’Antico Testamento, la vita contemplativa, ossia Rachele, non annulla il valore della vita attiva, di Lia, anzi Giacobbe dovette lavorare prima per Lia poi per Rachele. Prima la giustizia, poi la contemplazione. Così come Virgilio conduce Dante alla giustizia, preparazione alla contemplazione che sarà rappresentata da Beatrice. Lezione 079 01. Quale parallelismo è possibile condurre tra le guide della Commedia e l'interpretazione biblica figurale di Lia e Rachele? Virgilio e Lia, Vita attiva; Beatrice e Rachele, Vita contemplativa 02. Le virtù che accompagnano Beatrice possono essere ricondotte: Alla vita attiva e contempativa insieme 03. L'idea che la mente o l'anima salissero alla regione soprastante il cerchio della luna arriva a Dante attraverso dottrine pitagoriche 04. Di che colore sono le vesti delle Virtù che accompagnano Beatrice e che cosa rappresenta? Rosso, la carità 05. Fino a che punto il realismo dantesco conduce il parallelismo Virgilio: Lia e Beatrice:Rachele? Che cosa aggiungono le virtù che accompagnano Beatrice Come ancelle al seguito di Beatrice, Lea e Rachele rappresentano le virtù cardinali di un ordine che trascende le facoltà di Virgilio, un ordine transumano che i filosofi non riconoscono. Si giunge a Lia, vita attiva, quando si consegue la giustizia alla quale guida Virgilio; si giunge a Rachele, contemplazione, quando appare Beatrice, al cui seguito troviamo le virtù morali: prudenza, temperanza, fortezza e giustizia. Esse sono le virtù morali infuse, riconoscibili dal colore delle loro vesti, rosso della carità. Costoro conducono Dante dall'altro gruppo, quello delle virtù teologali: fede, speranza e carità, vestite rispettivamente di bianco, rosso e verde Lezione 080 01. A quale interpretazione medievale del Paradiso Terrestre si rifà Dante nella Commedia? A quella letterale di Sant'Agostino, San Tommaso, Sant'Ambrogio 02. Come si caratterizza il paesaggio dell'Eden e di che cosa sono segno questi elementi? Assenza di perturbazioni atmosferiche, dolce aura mattutina; segni del contrasto 03. L'Eden e Gerusalemme sono, rispettivamente il centro dell'emisfero meridionale e settentrionale 04. Le quattro stelle di Inferno I, 22-27 30 corrispondono allegoricamente alle quattro virtù cardinali 05. Il paradiso terrestre: luogo reale o allegoria di una situazione dell'anima? Spiega la soluzione individuata dal realismo dantesco. Fra i padri della Chiesa, l’idea che il paradiso terreste esistesse ancora e che fosse in un luogo ignoto sulla Terra, era molto diffusa. Nella concezione di Dante, l’Eden si trova in un emisfero meridionale coperto d’acqua, opposto all’emisfero settentrionale di terre. Centro esatto del primo è l'Eden, del secondo è Gerusalemme. Dunque la montagna su cui svetta l'Eden è diametralmente opposta a quella di Gerusalemme. L'Eden, che fu per l’uomo il luogo della primaria felicità e rettitudine ma anche del suo primo peccato, era, nell'immaginario, perfettamente equilibrato nell'altro emisfero da Gerusalemme, luogo dove l’uomo fu redento dal peccato originale. DOMANDE FUORI PANIERE Il primo melodramma di Metastasio è OK La Didone abbandonata Il Rerum italicarum scriptores di Muratori sono un'opera su OK Cronisti e storici del Medioevo Federico Della Valle è autore di OK Tragedie di corte Il Rivale di Goldoni nella riforma del teatro fu OK Carlo Gozzi Vico crede che l’origine della natura Si spiega con la scienza ERRATA La Camerata dei Bardi era formata da Musicisti e mecenati ERRATA Il Ca una ri Illuminista OK Lezione 081 01. Prima della Commedia era stato definito "sacrato poema" il poema di Virgilio, da Macrobio 02. Per Dante l'umiltà (anche stilistica) nel mondo cristiano è un valore supremo 03. In quale proprio scritto e a quale autore Dante si appella a proposito dell'innalzamento dello stile da comico a tragico nella Commedia? Nell'Epistola a Cangrande della Scala; a Orazio 04. L'esistenza e i discorsi di quale personaggio giustificano per Dante l'utilizzo dello stile tragico applicato alla materia umile? Di Cristo 05. Quali sono i riferimenti indicati da Dante stesso rispetto all'innalzamento dello stile? In quali opere e con quali riferimenti? Nel decimo canto del Purgatorio Dante afferma che la materia, sollevandosi, rendeva necessario l'ausilio di un'arte più eletta. L'opera stessa è la mescolanza di stili avvenuta con l'utilizzo di uno stile alto e sublime. Nella lettera a Cangrande l’autore sottolinea come Orazio, nell'Ars Poetica, dava licenza ai poeti di commedia di scrivere come gli autori di tragedie e viceversa. Nella prima cantica Dante frequenta un registro alto, nella terza un registro basso, mentre nella seconda una mescolanza di entrambi. Lezione 082 Da 82 a 86 Canto X dell’Inferno 01. Cavalcante de' Cavalcanti è il padre di un amico di gioventù di Dante: il poeta Guido Cavalcanti 02. In Inferno X Dante informa Cavalcante che la cacciata dei guelfi non ha portato in realtà vantaggio ai ghibellini 31 03. Entrati nel sesto cerchio dell'Inferno, quali personaggi si rivolgono a Dante? Farinata degli Uberti e Cavalcante Cavalcanti 04. In quanti atti si può dividere la scena del Sesto girone infernale nel canto X e quale espediente virnr utilizzato nei passaggi In quattro atti, scanditi dalle interruzioni dei discorsi 05. Erich Auerbach è un filologo tedesco che si occupò di Dante nel XX secolo 06. L'ingresso nel sesto cerchio dell'Inferno: in che modo è articolata la scena? Camminano per uno stretto sentiero e conversano tra loro, mentre Virgilio promette a Dante di soddisfare il suo desiderio di parlare con qualcuno dei dannati. In quel momento uno dei dannati si solleva nel suo sepolcro e rivolge loro parola: si tratta di Farinata degli Uberti, morto poco prima della nascita di Dante. La conversazione viene nuovamente interrotta da un altro abitante dell'avello, che Dante subito identifica come Cavalcante de’ Cavalcanti, padre di Guidi Cavalcanti. Riceve conferma del futuro esilio e apprende fino a che punto i dannati conoscono le vicende umane. Non vi è una grande unità d'azione nel senso ordinario; l’unità è sul luogo, sul paesaggio fisico-morale del cerchio degli eretici. Erich Auerbach, filologo tedesco, considerato uno dei maestri della moderna stilistica. La sua opera maggiore Mimesis è considerata pietra miliare della letteratura comparata. Secondo Auerbach, Dante è stato il primo autore, alla fine del Medioevo cristiano, ad inserire il concetto di “la centralità della persona umana frutto della convinzione che la sorte personale dell'uomo sia necessariamente tragica e rivelatrice della sua connessione con l'universale”, elemento che sarà una costante nella futura cultura europea. Lezione 83 01. Il discorso di Virgilio di Inferno X, 31-33 contiene solo proposizioni principali 02. L'espressione «et ecce» si incontra nella Vulgata, episodio di Abramo e Isacco 03. Il termine "magnanimo" usato in Inferno X è arrivato a Dante dalla terminologia aristotelica e tomistica, forse attraverso Brunetto Latini 04. A quale modello stilistico e linguistico è possibile ricondurre il netto e drammatico passaggio dato dall'“allor surse" del v. 52? Allo stile sublime della Vulgata con la resa Et ecce 05. Si commenti l'espressione «allor surse» del verso 52 del Canto X dell'Inferno L'espressione «allor surse» del verso 52 segna il secondo cambiamento di scena che appare più semplice e meno rilevante del primo, ma decisamente un avvenimento improvviso che quindi viene introdotto dall'espressione «allora accadde». Questa espressione, nonché questo modo di interrompere un'azione in corso attraverso un taglio così netto non era di uso comune prima di Dante; «Allora», all’inizio di frase, era usato spesso nell'italiano predantesco, per esempio nel Novellino. Nell’epica francese si usava l'espressione «en vos» oppure «atant ez voz» Lezione 084 01. Dante stesso parla in molti luoghi di quanto si senta debitore agli antichi per lo stile illustre della lingua volgare: lo esplicita sia nella Commedia, sia nel De vulgari eloquentia 02. A quale registro linguistico è possibile ricondurre il "da" nella locuzione "da me stesso" (v. 61)? Al parlato 03. Lo stile complessivo nel canto X è sublime secondo il modello degli antichi 04. Stile sublime e parlato: qual è la sintesi operata da Dante sulla base del modello biblico? La scelta linguistica di Dante mirava ad unire lo stile illustre degli antichi con lo stile degli scritti biblici. L'autore parla degli antichi in molti luoghi, nella Commedia e nel De Vulgari Eloquentia, e specifica quanto sia debitore ad essi per lo stile illustre della lingua volgare. | soggetti presentati nella Commedia offrono una mescolanza di sublime e infimo che agli antichi sarebbe sembrata inaccettabile: si trovano insieme personaggi della storia recente e contemporanea; a volte vengono rappresentati realisticamente e senza 32 03. Il contatto del predicativo (cosa dura) con il soggetto (esta selva selvaggia e aspra e forte) nel verso 4 del cant non è affatto normale in una lingua romanza 04. Il tabù sotteso alla forma passiva del verso 5 (era smarrita) del canto esprime uno stato di distruzione della salvezza 05. Come si può descrivere il fonosimbolismo dei primi cinque versi di Inferno I e quali le sue implicazioni? Nei primi 5 versi della Commedia si presenta il fenomeno del fonosimbolismo, ossia la capacità di creare parole ed espressioni che suggeriscono con il suono stesso il senso, l’immagine, il fatto o la condizione che vogliono significare; coinvolge l'aspetto sonoro e metrico in modo molto più diretto del dato sonoro. Ad esempio il fonosimbolismo, nella descrizione della selva, diventa per il poeta allegoria del peccato in cui l'uomo può cadere nel corso della propria vita; essa è oscura perché non vi batte la luce divina. 06. Come descrive Contini il concetto di assonanza nella sua analisi di Inferno 1? Secondo Contini il criterio da adottare sarebbe quello di stabilire il rapport tra le parole in rima e le consonanze o le assonanze che esse vengono determinando; questo rapporto non è stato istituito da Dante, infatti era già esistente nel De vulgari eloquentia sui cui testi sono evidenti delle singolarità per quello che è il rapporto tra parole in rima e assonanze o consonanze. Ricorrendo all’algebra Contini definisce definisce assonanza limitrofa (si ricordi l'esempio fittizio M N M N O M) quella che spetta a versi come M e N, e assonanza staccato, quella tra due versi che non si seguono immediatamente, cioè tra Me O. In questo canto l’assonanza linguistica è sempre imperfetta. Esempio: considerando il v. 76, «Ma tu perché ritorni a tanta noia?», con il v. 77, «perché non sali il dilettoso monte?», avremo la vicinanza di «noia» con «monte»: quella che è identica è la vocale accentata; mentre non soltanto l'elemento consonantico che segue è diverso, ma diversa è anche la vocale terminale. Lezione 092 01. Sull'asse jakobsoniano della combinazione troviamo nel canto, in progressione orizzontale: alliterazioni e ripetizioni 02. Quale parola è ripetuta ben cinque volte in poco più di cinquanta versi iniziali del canto? Paura 03. La temibilità che accomuna le fiere presenti del canto è resa, sul piano jacobsoniano della combinazioni dal fonosimbolismo del disordine Lezione 093 01. Sono definibili casi di inversione compositiva: l'uso transitivo di cibare e ammogliarsi in luogo di maritarsi 02. In Inferno I, 14 si parla di "quella valle" nonostante non ne sia ancora stata nominata alcuna 03. Sull'asse della combinazione, quali eventi linguistici sono definibili una violenza sulla lingua operata da Danti L'impressionante ricorrere di termini astratti in luogo di concreti 04. Come si possono descrivere gli eventi linguistici sull'asse della combinazione di Jacobson che caratterizzano il primo canto dell'Inferno? Secondo Jakobson in poesia vengono talvolta abbandonati i principi della costrizione sintattica; per esempio una parola può essere scelta più per esigenza di rima che per esigenza di chiarezza espositiva. Lezione 094 01. In Inferno I, 7 possiamo trovare allusioni ai testi biblici: Siracide, Geremia, Apocalisse 02. La visione nella Commedia, rispetto a quella del Roman de la Rose, si connota: come un evento profetico sulla scorta della citazione biblica 35 03. Sulla scorta della tradizione manoscritta della Commedia, in quale altra opera romanza è possibile riconoscere la miniatura iniziale, raffigurante il racconto di un sogno? Nel Roman de la Rose di Guillaume de Lorris 04. Un importante studio di A. Momigliano riguarda il paesaggio dell'Inferno di Dante 05. Quali citazioni bibliche troviamo in Inferno 1? Quali dai classici latini? L'influenza biblica sulla stesura della divina commedia è cosa certa e risaputa, ma è evidente soprattutto nel primo canto in cui l’autore richiama vari Libri sacri come cui l’Ecclesiastico 41,1 utilizzato per descrivere la selva oscura che provoca un tormento di poco inferiore all'angoscia della morte; per l'apparizione delle tre fiere si rifà a Geremia 5,6; la «seconda morte» - ovvero la morte che sopravviene dopo il giudizio - si chiarisce con Apocalisse 20,14. Inoltre, oltre ai testi biblici, è evidente l'influsso di Sant'Agostino sugli «gli dei falsi e bugiardi» trovato nel De civitate Dei, Il xxix 2 («deos falsos fallacesque») e il riferimento a testi classici come l’Eneide (“ad esempio per il «superbo Ilion»; al superbo Iliòn si oppone l'«umìle Italia», dove è da sottolineare che il luogo virgiliano evoca l'aurora, precisamente il punto del giorno in cui l'evento è rappresentato 06. Quale richiamo si può vedere, in Inferno I, del Roman de la Rose? __ si parla di un sogno con corredo di miniature Certamente Dante si è ispirato all’inizio del Roman de la Rose di Guillarme de Lorris in cui si parla di un sogno. La maggior parte dei manoscritti del Roman de la rose sono miniati, ma il corredo di miniature è spesso limitato ad una sola, che comprende la rappresentazione di un individuo steso sul letto, sdoppiato in posizione eretta, cosa che dichiara chiaramente al lettore fin dall'inizio che si tratta di una visione. 07. Descrivi il tema della visione nell'iconografia romanza comprendente la Commedia. Dante trae ispirazione dall'inizio del Roman de la Rose, dove si parla si un sogno. Oltre all'influenza biblica (si ricordano testi come l’Ecclesiastico, Geremia e l'Apocalisse), Dante fa anche riferimento a testi classici come per esempio l’Eneide: “superbo Ilion”, al cui si oppone l’’umile Italia”; il luogo Virgiliano evoca l'aurora, ovvero il punto del giorno in cui l'evento è rappresentato. Lezione 095 01. Il volgere dell'ora nel Purgatorio, rispetto all'eternità dell'Inferno, si caratterizza: come morale più che materiale 02. Quali delle seguenti affermazioni è falsa: Il sistema tolemaico era già superato ai tempi di Dante 03. Nel Paradiso di Dante l'aumento di luce corrisponde al percorso della Grazia come descritto dalla filosofia tomista 04. La solenne parabola del sole nel paesaggio del Purgatorio, rispetto all'Inferno, esprime un austero insegnamento: la perfezione nell'eternità 05. Qual è il ruolo della musica nella descrizione del paesaggio che Dante fa nel Paradiso? Man mano che Dante sale, l'orizzonte esterno e l'orizzonte interno si allargano: ma il secondo senza il primo svanirebbe; senza il paesaggio, la poesia del Paradiso si disperderebbe. Il paradiso dal canto XXII alla fine è pieno di poesia cosmica e di poesia spiritual; l'una si riversa nell'altra fungendo da sfondo. Ad ogni salita la luce aumenta; ad ogni aumento di luce la beatitudine aumenta. La luce va aumentando man mano dal «cieco sarcere» dell'Inferno al paradiso; ciò è necessariamente collegato alla filosofia tomista. Nel percorso di grazia teorizzato da S. Tommaso, la luce e le sue gradazioni è di portata enorme: la luminosità è quasi l’unica caratteristica riconoscibile all'uomo delle caratteristiche del divino. Il Paradiso è pieno di poesia cosmica e e di poesia spirituale. 06. Quali caratteristiche possiedono le descrizioni del paesaggio in Purgatorio e Paradiso? L'anelito religioso sempre più potente che spinge Dante di cielo in cielo, non ha altro punto d'appoggio che la descrizione di quel paesaggio oltreterreno che dilaga d'ogni intorno.Forse era questo del paesaggio l’unico mezzo di espressione della beatitudine che permettesse a Dante di evitare | vaneggiamenti mistici ed impoetici di Jacopone di contrastare le continue tentazioni della teologia rimata. 36 Lezione 096 01. Nello stesso verso: è possibile riscontrare più figure metriche che modificano il computo delle sillabe grammaticali 02. Sono figure metriche che interessano il computo delle sillabe all'interno di parola: sineresi e dieresi 03. Sono figure metriche che interessano il legame tra parole contigue: sinalefe e dialefe 04. Il computo metrico dell'endecasillabo: tiene conto delle figure metriche nel computo delle sillabe 05. L'endecasillabo canonico prevede: un accento principale obbligato in decima posizione 06. L'endecasillabo un verso di undici sillabe con accento principale obbligato in decima posizione 07. Quali sono le figure metriche utilizzate da Dante nella Commedia? Si definiscano, anche con esempi Innanzitutto, occorre specificare che quando, in un verso, si conteggiano le sillabe è necessario tener conto che il computo metrico non corrisponde sempre con quello grammaticale perché è soggetto alle figure metriche. All’interno del verso si possono trovare più figure metriche. Molto spesso nello stesso verso si trovano più figure metriche. Sinalefe, dal greco synaléipho confondo insieme, consiste nella fusione di due vocali contigue, appartenenti a parole diverse che vanno a formare un'unica sillaba metrica. Dialefe, dal greco dialéipho, separo, consiste nel tenere distinte, nel computo delle sillabe, due vocali, delle quali una posizionata alla fine di una parola e una all’inizio della successiva; è dunque il contrario della sinalefe e si applica spesso in presenza di monosillabi o di sillabe fortemente accentate. Dieresi (fenomeno opposto alla sineresi), dal greco didiresis separazione, è un artificio della lingua poetica che consente di dividere in due sillabe un nesso vocalico che normalmente ne costituisce una sola, cioè due vocali che normalmente costituiscono dittongo formano invece uno iato; essa è indica graficamente ponendo il segno diacritico, cioè due puntini posti sopra la vocale più debole. Sineresi, fenomeno opposto alla dieresi, (dal greco synéiresis, il prendere insieme) , è un artificio della lingua poetica che consiste nella contrazione di due sillabe in una all'interno di una parola. Sinalefe e dialefe agiscono sul legame fra due parole contigue mentre sineresi e dieresi agiscono analogamente, ma all'interno di una parola. 08. Si descrivano le caratteristiche principali di metrica e prosodia della Commedia La Commedia è scritta in endecasillabi: un verso di 11 sillabe metriche con accento principale obbligato in decima posizione. L'articolazione ritmica dell’endecasillabo prevede, nel tipo prevalente, oltre all'accento fisso di decima, almeno un accento principale di quarta (4a, 10a) o disesta (6a, 10a). DOMANDE FUORI PANIERE La Provvidenza di Manzoni è centrale ne OK | Promessi Sposi La Natura secondo Leopardi è OK Matrigna Le Operette morali sono incentrate su OK Temi filosofici L’Adelchi di Manzoni è OK Una tragedia Prati e Aleardi fanno capo a Romanticismo languido (secondo romanticismo) OK 37
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