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Paniere e-Campus Filologia germanica 1 e 2 prof Raffaghello - risposte Aperte, Panieri di Filologia Germanica

Paniere con risposte aperte di FILOLOGIA GERMANICA 1 e 2 prof.ssa Raffaghello Cristina

Tipologia: Panieri

2020/2021

Caricato il 18/03/2021

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Scarica Paniere e-Campus Filologia germanica 1 e 2 prof Raffaghello - risposte Aperte e più Panieri in PDF di Filologia Germanica solo su Docsity! Filologia Germanica 1-2 Lezione 2-La Filologia Germanica 1. Che cos'è la Filologia germanica e con quali discipline interagisce maggiormente? La filologia germanica come disciplina scientifica si afferma a partire del XIX sec., con l'interesse nascente per la ricerca delle origini dei popoli. Essa si occupa dello studio e interpretazione delle testimonianze scritte delle civiltà del mondo germanico antico. La filologia germanica coprendo un vasto ambito si avvale anche dello studio e dell'apporto di altre discipline:ad esempio le storie e la dialettologia della lingua inglese, tedesca e olandese;l'indoeuropeistica, la fonetica e la linguistica. Sono importanti anche i rapporti con le altre filologie, per i contatti linguistici con le varie aree.Spesso per risolvere problemi legati alla filologia germanica bisogna rifarsi alla storia medioevale e letteratura latina medioevale, o alle letteerature comparate. Bisogna, però, avere conoscenze anche di cultura generale, diritto germanico, storia delle religioni e anche mitologia, e etnologia. La paleografia è indispensabile per la critica testuale, mentre l'epigrafia è necessaria per le iscrizioni runiche. 2. Che cosa si intende con le espressioni "Germani" e "Germanico"? Con il termine "Germani" si fa riferimento a popolazioni che parlano una lingua affine anche se appartengono a gruppi etnici e tribali molto diversi tra di loro. Con l'aggettivo "germanico",invece, ci si riferisce solo alla sfeera linguistica ed indica un gruppo omogeneo dell'indoeuropeo che posside caratteri distintivi propri. Lezione 3 -I Germani secondo le fonti classiche 3. Quali sono le fonti che trattano dei Germani prima di Tacito? Il De Germania di Tacito risale al 98 d.C. Prima di lui ritorviamo altre fonti che parlano dei Germani.Uno fra tutti è Cesare con il De bello gallico: egli ci dà una descrizione dei popoli germanici mettendo in evidenza il fatto che non avessero un capo, non esistesse la proprietà private dei terreni. Tito Livio nella sua Ad urbe condita tratta degli usi e cstumi dei germanici. Strabone di Amasia redige la Geografia in 17 libri dove fa un resoconto dei suoi viaggi: nota come caratteristiche nei germanici il nomadismo e l'aspetto fisico possente. Velleio Patercolo nelle Historiae Romanae parla della ferocia, falsità e poca furbizia dei Germani. Pomponio mela nel suo De chorographia ci informa dell'alimentazione a base di carne, della ferocia bellica e dell'imponenza fisica. Plinio il Vecchio nella Naturalis Historia cita i cinque gruppi tradizionali in cui è divisa la Germania. 4. Cosa si intende con "interpretatio"? Con il termine interpretatio si intende la descrizione stereotipata che i Romani davano alle altre civiltà, che venivano considerate inferiori rispetto a quella latina, ritenuta superiore. Nell'ambito religioso ad esempio i romani avevano adattato ai germani le loro divinità, cambiandogli però il nome. Lezione5-Le migrazioni I 5. Si illustri cosa si intende con l'espressione "Età delle migrazioni", indicando anche i secoli in cui questa fase si svolge e i gruppi che ne prendono parte. Con l'espressione "Età delle migrazioni" si intende quel periodo che va tra la fine del IV sec. d.C. Al Vi ca.: è n perido in cui si verifica una riorganizzazione geo-politica dovuta allo spostamento in massa dei popoli che spingono da Est verso Ovest. I gruppi che presero parte alle migrazioni si distinguono tradizionalmente in tre gruppi: I germani orientali, dal mar Baltico andarono verso le pianure dell'attuale Germania orientale e polonia per migrare poi in varie direzioni. A questo gruppo appartenevano molte tribù: i Burgundi, i Gepidi, i Rugi, i Vandali, i Goti(ostrogti e visigoti). I germani occidentali collocati inizialmente tra la regione del Reno e dell'Elba. Sono : i Franchi, Svevi,Alemanni, Bavari, Turingi, Longobardi, Angli, Sassoni Frisi e Juti. I Germani settemtrionali comprendono le popolazioni scandinave. Le loro migrazioni sono quelle che fanno riferimento all'età vichinga, caratterizzata da spostamenti via mare. Lezione 6- Le migrazioni II 6. Si delinei il percorso migratorio dei Longobardi.Tra i documenti lasciateci da questa etnia, importante è il cosidetto "Editto di Rotari": di cosa si tratta? In che lingua è redatto? I Longobardi, inizialmente,nei primi secoli d.C. Si trovano sulle sponde del fiume Elba e da lì si spostano raggiungendo la sponda sinistra del Danubio nel V sec., fino a stabilirsi in Pannonia, nell'attuale Ungheria. Attraverso matrimoni di convenienza riescono a creare alleanze con i Turingi, gli Eruli e i Franchi. Successivamnete, re Alboino porta il suo esercito verso l'Italia, senza però essere autorizzato dall'Impero. Nonostante la resistenza dei Bizantini, conquistano il Friuli, parte del Veneto, lombardia, Piemonte, Emilia e Toscana. Creano i ducati di Spoleto e Benevento. Il Re Rotari conquisterò poi la Liguria. Fondamentale nel suo regno sarà la creazione dell'Editto di Rotari, un corpus di leggi scritto in lingua latina nel 643. Con Liutprando al regno longobardo si aggiungono Cividade del Friuli, Brescia, Milano, Lucca. La capitale Pavia sarà conquistata nel 774 da Carlo Magno. 7. Quali regni creano i Burgundi e in che periodo? Anche se non possediamo loro testimonianze scritte in volgare, essi hanno un notevole peso nelle letterature germaniche antiche, per quale motivo? In Burgundi sono una popolazione che fa parte del gruppo dei Germano orientali. Essi si trovano inizialmente nel bacino dell'Oder. Oltrepassano il Reno e sotto la guida di Gundahar cercheranno di formare un nuovo regno nella regione tra Worms, Strasburgo e Pira. All'inizio l'impero li sostiene ma quando vede che l'impero stesso potrebbe essere destabilizzato il regno burgundo viene sconfitto. Tentano la creazione di un altro regno migrando nella valle del Rodano. Entusiasmati dalle vittorie contro Attila e Svevi si espandono verso Lione ma verranno sconfitti dai Franchi. I Burgundi non hanno lasciato testimonianza scritte ma sono fondamentali per la letteratura germanica antica grazie ai testi che fanno parte della materia nibelugico-volsurgica. 8. Si illustri il percorso migratorio dei Goti del III sec. d.C. E i diversi regni che vengono creati dai due rami principali di questa congregazione. I Goti fanno parte del gruppo dei Germani Orientali e sono gli unici ad aver lasciato testimonianze scritte. I Goti nel III sec. d.C. Arrivano sul Mar Nero. Essi si dividono in due gruppi: Visigoti e Ostrogoti. I Visigoti si muovono in direzione dell'Italia che nel V sec. d.C. Raggiungono con il re Alarico. Successivamente dopo il Sacco di Roma tentano di andare in Africa, ma Alarico muore e sono costretti a tornare indietro nel sud della Gallia. Qui sotto Ataulfo fondano un regno con capitale Tolosa; giungeranno poi nella penisola iberica, fondando il regno di Toledo. Il primo regno terminerà perchè i Franchi conquistano la Gallia meridionale con il re Clodoveo. Il secondo regno invece terminerà con l'arrivo degli Arabi in Spagna. Nell'attuale Bulgaria settentrionale c'era un gruppo di Visigoti che non parteciparono agli spostamenti. Gli Ostrogoti,invece, occuparano la pianura ucraina e le coste del Mar Nero. Bisanzio, per limitare le razzie dei Germani in Pannonia stipula un patto di federazione con gli Ostrogoti e l'Imperatore d'Oriente li invierà in Italia contro Odoacre, responsabile della caduta dell'imperatore d'Occidente. Il loro capo è Teodorico: egi sconfisse Odoacre e si insediò a Ravenna, proclamandosi re dei Goti d'Italia. Il regno durerà per 60 anni e terminò con la guerra greco-gotica. Lezione 8-Migrazioni IV 9. Si illustri la storia del regno dei Franchi, dai Merovingi ai Carolingi,ponendo particolare attenzione all'importanza di Carlo Magno e ai secoli di riferimento. La popolazione dei Franchi fa parte del gruppo dei Germnai Occidentali. Attraverso le fonti storiche abbiamo traccia del popolo a partire dal III sec. , quando iniziarono a premere lungo i confini dell'impero. Furono situati lì con lo scopo da fungere da cuscinetto dell'Impero contro il continuo flusso dei migranti. I Franchi nel IV sec. Occuparono l'attuale Belgio fondando un regno. Quando cadde l'Impero romano d'Occidente i Franchi giò controllavano città come Bonn, Treviri, Magonza, Colonia. Sotto Clodoveo occuparono tutta la Gallia, tranne il regno dei Burgundi.Clodoveo, della dinastia dei Merovingi, convertitosi al Cristianesimo, instaura buoni rapporti con il clero gallo-romano. La conversione al cristianesimo è una scelta politica molto importante perchè gli permette di entrare nel mondo latino. I Franchi combattono così le popolazioni non ancora convertite al cristianesimo, quelle di fede ariana. Nel VI-VII sec. Il regno si consolida:comprende tutta la Germania centro-meridionale e tutta la Francia. Fermano anche gli arabi nella battaglia di Poitiers. I forti dissidi all'interno della corona porteranno a dare vita alla dinastia carolingia, con Carlo Magno, che continua la politica espansionistica dei Franchi. Nell'800 a Roma viene incoronato Imperatore del Sacro Romano Impero dal Papa. Carlo Magno ha un'importanza fondamnetale perchè non solo ha rinsaldato l'impero ma ha dato una forte spinta alla cultura e alla letteratura. Fonda la Schola Palatina che promuove la formazione della burocrazia e del personale. Si iniziano a studiare antichi manoscritti e si inizia a prendere coscienza della differenza tra lingua latina dei dotti e lingua volgare. Lezione 9- Le migrazioni V 10. Si descriva cosa si intende con l'espressione "Eptarchia Anglosassone", indicando anche i regni che ne fanno parte e in quale periodo si formano. Con l'espressione 2eptarchia Anglosassone" si intendono le piccole entità politiche in cui si organizzarono gli Anglosassoni in Britannia. Si formarono tra il VII e l'VII sec. E sono: Kent(gli abitanto britanno-latini della regione), Sussex(i Sassoni del Sud),Essex (I Sassoni orientali),Wessex (Sassoni occidentali),East Anglia (Angli orientali), Mercia(Angli della Amrca), Northumbria (quelli a Nord del fiume Humber). Nei primi tempi tutte queste entità si comtrastarono tra di loro non smettendo comunque di espandersi a danno dei celtici. Anche a livello linguistico c'eera frammentarietà tra di loro. Si distingono,infatti, tre macro-dialetti:il sassone occidentale, il kentiano , l'anglico. Lezione 10 Le migrazioni VI 11. Si descriva cosa si intende con l'espressione "Età Vichinga", indicando anche i secoli di riferimento,i popoli che vi prendono parte, le aree oggetto di interesse da parte dei Vichinghi e i motivi che li spingono a spostarsi via mare. Con l'espressione "Età Vichinga" si intende l'espansione dei Germani settentrionali che comprende i popoli scandinavi. L'espansione di questi popoli avviene tra la fine dell'VIII sec. e la fine del XI sec. La peculiarità del fenomeno migratorio vichingo è che i popoli scandinavi si spostano via mare e le spedizioni sono legate al commercio,alla pirateria, al merceneriato e solo in un secondo momento all'insediamento politico. I popoli scandinavi sono, infatti, esperti nella navigazione e grazie a una rivoluzione tecnologica nell VII sec si ha un notevole impulso verso gli spostamenti via mare: conoscono il bordeggio, la navigazione controvento che si dimostra fondamentale. I primi obiettivi delle incursione vichinghe si hanno in Inghilterra e nel regno franco. Saccheggiano Londra ed Amburgo, distruggono l'abbazia di Lindisfarne in Northumbria. In Scozia fanno un'incursione nel monastero celtico dell'Isola di Iona. Orcadi e Shetland, Far Oer e la regione orientale scozzese cadono sotto il dominio norvegese. Le incursioni toccano anche l'Irlanda e il Galles e la Cornovaglia. Aumentano gli attacchi alle coste franche e frisoni e risalendo i fiumi i vichinghi saccheggiamo anche centro importanti dell'Europa continentale. Ad interessare le popolazioni vichnghe sono anche l'Islanda, la Groenlandia. Lezione 11 Società e istituzioni I 12. Cos'è la "Sippe"?QUale istituto giuridico germanico le si potrebbe contrapporre e per quale motivo? La Sippe era un gruppo che riconosceva la propria discendenza da un antenato comune. Appartenere alla stessa Sippe significava appartenere alla stessa famiglia, c'era infatti un vincolo di sangue tra i componenti. Lo scopo era quello di creare legami pacifici ed evitare i pericolo provenienti dall'esperno. Alla Sippe si può contrapporre l'istituto giuridico germanico detto il "COMITATUS": un'associazione intertribale formata da uomini che si dedicano alle armi, con a capo un uomo valoroso, un leader. Tra di loro non ci sono legami di sangue ma sono legati dal vincolo di lealtà e fedeltà. I guerrieri sono fedeli al capo e combattono per accrescere la sua ricchezza e la sua gloria. Dall'altra parte il capo protegge e mantiene i suoi seguaci facendogli anche dei doni. Lezione 12- Società e istituzioni II 13. Si indichino le caratteristiche della figura del "re", come desunte dalle fonti classiche che ci parlano di questo istituto giuridico dei Germani antichi. Si indichino degli esempi di termini utilizzati per designarlo. Come si evince dalle fonti classiche, Tacito fra tutti, la figura del "re", negli insediamenti tribali germanici, o comunque quella della monarchia, come istituto politico in cui un sovrano regna con poteri assoluti perchè discendente di una stirpe reale è stata ignorata per molto tempo dai Germani. Per la scelta del re erano fattori importanti la nobiltà di stirpe e òa virtù militare. Il potere del re non era illimitato così come anche la figura di comandante terminanva con la fine della guerra o con la sua morte. Nelle lingue germaniche esistono vari sostantivi che indicano il capo politico e quello marziale. La figura del "re" sovrano viene ad esempio resa con : germ. *theuðanaz (cfr. germ. *theuðō da cui ags. thēod, ata. diot-a ‘popolo, etnia’) ‘signore di un agglomerato territoriale o tribale’; il termine è usato in got. per rendere greco basileús come ‘Cristo re dei Giudei’. Oppure germ. *kuningaz/*kunungaz, da cui ags. cyning, ata. kuninc/chuninc ‘appartenente a una stirpe, a un clan’ intesi come unità etnico-politica regolata da legami di sangue; cfr. ingl. king, ted. König ‘re’: il termine è conosciuto solo nell’area nordoccidentale. Anche germ. *rik-ija- ‘potente’, da cui deriverebbero per es. ags. rīce, ata. rīhhi ‘regno’, arrivato in germanico come prestito celtico. La figura di condottiere viene tradotta anche con varie sfumature di significato :, per es.: germ. *druhtinaz, ags. dryhten, ata. drohtin ‘capo militare, di una schiera’, successivamente ‘Cristo’. Oppure germ. *harja-tuga- ‘condottiero di eserciti’, da cui ags. heritogo, ata. herizogo (cfr. ted. Herzog ‘duca’). Ancora: germ.* erilaz, ags. eorl ‘guerriero, eroe, principe’, ata. erl ‘uomo’, molto usato in Scandinavia: norr. jarl indica una carica politica importante, con funzioni militari. Lezione 13- La religione dei Germani I 14. Si faccia un confronto tra la descrizione della religione degli antichi Germani offerta da Cesare e quella offerta da Tacito. Le fonti classiche a cui si fa riferimento per avere informazione sulla religione die Germani sono Cesare e Tacito. Tra le due opere ci sono però 150 anni di differenza e quindi è molto probabile che in questo tempo ci sia stata un'evoluzione e trasformazione della caratteristiche delle divinità. Cesare nel De Bello Gallico scredita la religione dei Germnani a favore di quella dei Galli. Descrive la religione dei Germani come un qualcosa di arcaico, non dotato di classe sacerdotale. Le divinità non hanno, ci dice Cesare, vizi e sembianze umane e i Germani venerano elementi naturali dai quali traggono benefici:Sole,Vulcacno;Luna e non vengono celebrati sacrifici. Tacito, invece, fa una descrizione un po' più approfondita della religione dei Germani. Egli ci dice che non costruiscono santuari e consacrono alle divinità boschi e selve, interpretano il canto ed il volo degli uccelli per trarre delle profezie. Le divinità da lui riscontrate vengono paragonate a quelle romane, utilizzando gli stessi nomi latini per identificarle e connotarle. Tacito dice che i Germani venerano una triade divina composta da Mercurio, al quale offrono sacrifici umani, Ercole e Marte, celebrati attraverso sacrifici di determinati animali. Una parte dei popoli germanici venerano ua divinità femminile, la dea Iside. Un'altra divinità femminile è la Madre terra. Il cui culto è legato ai riti della fecondità. Lezione 14- LA religione dei Germani II 15. In merito alla religione nordica, si faccia un confronto tra Asi e Vani, nominando anche divinità appartenenti all'una e all'altra famiglia. Nella mitologia nordica le maggiori divinità si dividono in due gruppi:Asi e Vani. Il primo gruppo, quello degli Asi, è associato alla sovranità. Al diritto e alla guerra, rappresentano quindi una religiosità bellicosa. Di questo gruppo fanno parte Odino, Thor, Baldr. Loki, Bragi. Il seocndo gruppo i Vani sono legati alla magia, alla natura, alla fecondità e alla pace. Ne fanno parte Freyr, Freyja. Lezione 15- La religione dei Germani III 16. Si descriva il concetto del destino per i Germani antichi e ,in particolare, per i Germani settentrionali. paese; la Morte di Alfredo del 1036 che canta la cattura e la morte di Alfredo; la Morte di re Edward del 1065 che è un panegirico dedicato a re Edward il Confessore. Nei manoscritto della Cronaca Anglosassone troviamo altri poemi. Il più antico del 937 è la Battaglia di Brunanburh dedicato alla vittoria di Æthelstan re del Wessex e di suo fratello Eadmund, nella battaglia avvenuta in un luogo non precisato chiamato Brunanburh contro una coalizione di Scozzesi, vichinghi iralndesi e Gallesi guidati dal re Costantino III, Olafr di Dublino e Owen. Il poeta in questo poema non esalta le imprese dei combattenti ma umilia i perdenti. Dal punto di vista stilistico l'opera si caratterizzaper l'utilizzo del metro allitterante e di furgre retoriche tipiche come il kenningbar e heiti. Un altro poema è la Battaglia di maldon che ricorda unoscontro presso il fiume Blackwater del 991, in cui un esercito vichingo arrivato dal mare sconfigge gli anglosassoni. I versi celebrano il sacrificio del capo inglese e dei guerrieri. Il manoscritto che conteneva questo poema fu distrutto nel 1731 da un rogo che danneggio anche il Nowell Codex. Lezione 29- La letteratura di area inglese III 31. SI elenchino i quattro più importanti manoscritti di poesia anglosassone (denominazioni e luoghi di conservazione, epoca di redazione); di un oa scelta, si indichino le opere contenute. La gran parte della poesia anglossasone viene tramandata attraverso quatto manoscritti, datati tra la seconda metà del X sec e gli inizi dell'XI: Junius XI, Exeter Book, Vercelli Book, Nowell Codex. Il Junius XI si trova ad Oxford nella Bodleian Library, redatto tra la fine del X e gli inizi del XI; l'Exeter Book si trova nella Cathedral Library a Exeter datato ,età del X sec.; il Vercelli Book si trova nell'archivio capitolare a Vercelli ed è datato alla fine del X sec.; il Nowell Codex si trova alla British Library a Londra datato tra la fine del X e gli inzi dell'XI sec. Nel Vercelli Book sono contenuti circa 3500 versi incentrati su temi evangelici e meditativi. Comprende anche 23 omelie in prosa e i poemi Andrea, Fati degli Apostoli, il dialogo frammentario Anima e Corpo I, Frammento Omiletico I, Sogno della Croce, Sant'Elena. L'ultima opera è quella che ha la firma runica di Cynewulf. Lezione 31- La letteratura di area alto tedesca I 32. Qual è la situazione dialettale dell'alto tedesco?Permette una "normalizzazione" della lingua che possa essere compresa da tutti allo stesso modo? La lingua tedesca si divide, per ragioni di tipo geografico, in: alto tedesco e basso tedesco. Appartengono all’alto tedesco tutti quei dialetti della zona meridionale, di fatto quella montuosa (da qui la catalogazione di “alto tedesco”) come l’alamanno, il bavarese, il franco (con i dialetti del franco renano, renano meridionale, franco ripuario e mosellano). L’alto tedesco differisce dagli altri dialetti per la comparsa di una seconda mutazione consonantica (sempre descritta da Jacob Grimm), la quale, a differenza della prima, non sarà pangermanica, nè predocumentaria, anzi è una mutazione che varia di zona in zona, fino a scomparire man mano che ci si sposta verso il nord. La situazione frammentaria dei dialetti alto tedeschi non facilità la nascita di una lingua che possa essere compresa da tutti, l'unità politica non si rispecchia nell'unità culturale, solo il latino viene riconosciuto. Le prime traduzioni che erano perlopiù glossature erano strumenti utili alla comprensione della Bibbia e delle opere religiose.L'attività di glossatura si deve soprattutto ai missionari angli-irlandesi. L'espansione letteraria fu maggiore dove c'erano centri monastici. Lezione 32- La letteratura di area alto tedesca II 33. Si descriva la poesia allitterante di area alto tedesca: che tipi di attestazione possediamo? A che epoca risalgono? Lezione 33-La letteratura di area alto tedesca III 34. Si parli dei maggiori esponenti dell'epica cavalleresca di area alto tedesca media, indicando anche le opere loro attribuite. Dal 1170 si sviluppa nella Germania meeridionale, avendo come riferimento l'alto tedesco medio. Heinrich von Veldeke nasce nel Limburgo e scrive in dialetto basso renano. Scrisse l'Eneit, che narra le gesta di Enea. Altro poeta della poesia cavalleresca è Hartmann von Aue. I suoi romanzi noti sono Erec, Gregorius;Iwein, Der arme Heinrich. Altro grande esponente è Wolfram von Eschenbach. Fu un cavaliere laico. Il suo romanzo principale è il Parzival; altri romanzi sono il Titurel e il Willehalm. Infine Gottfried von Straßburg del quale ci è giunto solo un romanzo il Tristano, incompiuto. Fondamnetale per quanto riguarda la poesia cavalleresca è un poema anonimo: il Nibelungenlied, che si richiama all'età delle migrazionie narra la disfatta dei Burgundi. Lezione 34-La letteratura di area antica sassone 35. Che tipo di documentazione caratterizza la letteratura di area antica sassone? Si fornisca un elenco delle opere il più dettagliato possibile e se ne illustri la più famosa e importante. L'antico sassone è un dialetto che veniva parlato nella Germania settentrionale, e non fu interessato dal fenomeno della Mutazione Alto tedesca. I Sassoni furono un popolo sottomesso dai Franchi e cristianizzato. La documentazione scritta risente di qusto influsso, in quanto è di carattere prevalentemnete cristiano. Nell'840 vinene commissionata la traduzione dei testi biblici in antico sassone, nasce così il poema Heliand. E' un poema in versi allitteranti,in cui manca la fine. Cerca di armonizzare i Vangeli. Nell'Heliand è presente l'influsso dei vari dialetti ingevoni, francone e anglossassoni. Il poema cerca di avvicinare le vicende di Cristo a quelli degli uomini con personaggi che vengono riletti in chiave germanica. Dio ad esempio viene rappresentato come un re, Cristo è un condottiero. E' evidente che si tratta di una rielaborazione della dottrina. La fonte teologica principale è il Vangelo di Matteo. Un altro poema epico conservato in tre frammenti è Genesi in antico sassone. Il testo si basa sulla caduta degli angeli fino ad Adamo, su Caino e Abele e sulla distruzione di Sodoma. Per quanto rigurada la lingua, non c'è la certezza che rappresenti una realtà concreta, ma piuttosto sdi tratta di unavariantecn influenze anglossassoni e franche. Lezione 36-La letteratura di area nordica I 36. Quali sono le caratteristiche della letteratura storiografica di area nordica? Si faccia anche uno o più esempi di opere storiografiche. La letteratura storiografica si sviluppa soprattutto in Islanda e Norvegia con un maggior peso nella seconda prima regione. Si sviluppa soprattutto nella poesia, come saghe, storie familiare, genealogie, politiche, religiose,fantastiche. L'opera sotirografica più ampia è sicuramente Heimskringla (Circolo dell'universo),composta nel 1230 dall'islandese Snorri Sturluson. E' composta dalle biografie di sedici re norvegesi e inizia con una storia sull'origine leggendaria della dinastia svedese. 37. Cosa sono le saghe? Di cosa trattano? La saga è un genere che appartiene alla letteratura di area nordica. Il termine deriva dal verbo parlare e indica una narrazione in prosa che vuole mantenere viva la memoria culturale locale, ma vuole anche intrattenere. Le saghe si possono divide in gruppi in base al tema trattato. CI sono quelle sulla storia degli islandesi, "Le saghe degli islandesi", che parlano delle migrazioni , della vita sociale. Poi ci sono le Saghe dei re, che rappresentano una fonte storiografica importante per la società norvergese. Ci sono poi le saghe dei vescovi, che trattano dell'espansione del cristianesimo. Le saghe del tempo antico, isprate a leggende germaniche. Le sghe dei cavalieri, ispirate ai protagonisti del ciclo bretone. 38. Cosa è l'Edda di Snorri? A quale area linguistica appartiene e a che epoca risale? L'Edda di Snorri è una trattazione dedicata all'arte degli scaldi, i poeti di corte scritta da Snorri Sturluson e appartiene all'area linguistica nordica, risale al XIII sec. Lezione 37-La letteratura di area nordica II 39. Cos'è la poesia scaldica?Sene descrivano le caratteristiche:se sono anonime oppure se si conoscono gli autori. Il patrimonio poetico norreno si divide in due gruppi la poesia eddica e la poesia scaldica.Quest'ultima deriva dagli scladi,poeti di corte itineranti al seguito di nobili scandinavi in Norvegia,Islanda,Groenlandia,Irlanda,Inghilterra,RUssia. Sono componimneti non anonimi encomiastic. I poeti componevano versi dedicati ai loro mecenati. Erano opere autoreferenziali, E' una poesia molto colta che si basa sull'allitterazione,rime interne ed esterne,kennigar e heit. Sono componimenti che si trovano soprattutto all'interno delle saghe, ma anche nei trattati grammatcali. 40. Si descriva dettagliatamente la cosidetta "Edda poetica",ponendo attenzione all'epoca di redazione,alla tradizione manoscritta e alla composizione. L'Edda poetica è una collezione di 29 carmi eroici e mitologici allitteranti di tradizione orale, di origini ed epoca diverse. L'Edda poetica è conservata nel manoscritto Codex Regius 2365,4°. Il titolo è dovuto al paragone con l'Edda in prosa, anche se la raccolta poetica comprende testi successivi a Snorri. I carmi sono messi in successione secondo una logica: prima ci sono i carmi mitologici introdotti dalla Profezia della Veggenti. É seguito dal poema Detti dell'Eccelso, che contiene le massime orali antiche con precetti pratici e alcune peculiarità di Odino. Altri testi mitologici che seguono trattano degli dei e delle loro vicende. La sezion eroica narra la storia delle migrazioni di Unni, Goti,Burgundi,Franchi. Lezione 39- Interferenze Linguistiche I 41. Cosa sono i calchi? E i prestiti? Quando una lingua non riescea trovare un termine per un determinato concetto, per colmare la lacuna utilizza i prestiti da una lingua straniera o la formazione dei calchi. Il prestito è un termina alloglotto ripreso nella lingua di arrivo. Nella lingua germanica entrano termini dal latino, dal celtico in diversi periodi, in base delle diverse fasi storiche. I prestiti entrano per contatto diretto.Il calco è una traduzione nella lingua di arrivo di un modello alloglotto. CI sono calchi strutturali e calchi semnatici. Il calco strutturale riproduce fedelmente il modello, mentre quello semantico sono termini già presenti nella lingua di arrivo ma che assumono nuovi significati. Lezione 41- Interferenze linguistiche III 42. SI illustrino le modalità con cui i termini relativi alla religione cristiana entrano nelle lingue germaniche: indicativamente in che periodi,se vi sono lingue che fungono da intermediarie per l'ingresso di questi vocaboli,se si tratta esclusivamente di prestiti o anche di calchi e se ne forniscano degli esempi. I termini relativi alla religione cristiana entrano nelle lingue germaniche soprattutto grazie alle traduzioni nell'VIII sec. Non solo furono introdotti prestiti ma anche calchi. Un esempio di prestito è la parola monaco, dal latino monachus>norr.munki;ags munuc(ingl.monk);ata munih (ted.Mönch). A fungere da intermediarie sono soprattutto il latino e il gotico,anche per i termini derivanti dal grexo. Per quanto riguarda i calchi,un esempio è il termine onnipotente, dal latino omnipotens si ottiene got. All- waldands,ags. Aellmihtig;ata.allmahtig. Lezione 42- Interferenze linguistiche IV 43. Si tratteggi la situazione dell'ingresso di prestiti delle lingue germaniche nelle lingue romanze,in particolare dell'italiano:in che epoca sono avvenuti questi scambi linguistici,quali etnie hanno contribuito all'arricchimento lessicale dell'italiano,ecc.Se ne forniscano anche degli esempi (è sufficiente ricordare i termini in italiano e sfera linguistica di cui fanno parte). Nell'alto medioevo l'arrivo in Italia di gruppi di Germani ha lasciato tracce importanti anche nel lessico. La maggior parte dei vocaboli di origine germanica entrati nel latino,e nelle lingue neolatine risalgono ai secoli VI e il IX . Le etnieche contibuirono all'arricchimento lessicale furono Ostrogti,Longobardi e Franchi. Rientrarono termini appartenenti al campo semantico delle "parti del corpo" come ad esempio anca, guancia, milza, schiena. Dal campo semantico della guerra appartengono termini come bandiera, guerra,schiera; al campo semantico delle "relazioni sociali" appartengono termini come barone, faida,feudo, rango; al campo semnatico dei colori, bianco,bruno,grigio. Lezione 43- Il germanico e le lingue indoeuropee 44. Di quale ceppo linguistico fa parte il germanico? Si indichino inoltre i tre sottogruppi delle lingue germaniche e le lingue germaniche moderne. Il germanico fa parte del ceppo linguistico indoeuropeo. I principali gruppi sono: lingue neolatine, lingue germaniche lingue slave.Le lingue gertmaniche moderne sono: inglese,tedesco,olandese e fiammingo,lingue scandinave. La nascita del germanico avviene tra il V e il I sec. a.C. I dialetti si dividono in tre gruppi:germanco orientale (gotico), germanico settentrionale(norreno),germanico occidentale (anglosassone, alto tedesco antico, antico sassone, antico frisone, longobardo) Lezione 44- Il germanico:Caratteristiche indoeuropee I 45. Si illustrino i concetti di "proto-germanico" e "germanico comune" Le prime attestazione di lingua germanica si hanno nel I sec.d.C. Gli studiosi di grammatica comparata hanno ipotizzata che nel periodo antecedente alle attestazioni scritte le lingue germaniche avessero avuto una fase comune a cui fu dato il nome di proto- germanico. Come il germanico comune anche il proto-germanico non è documentato. Il proto-germanico è uno stadio unitario che comprende fenomeni che lo contraddistinguono rispetto all'indoeuropeo, mentre il germanico comune riguarda una fase che mostra fenomeni comuni alle lingue germaniche, vale a dire un insieme di dialetti. Lezione 45-Il germanico: caratteristiche indoeuropee II 46. SI elenchino le caratteristiche di ascendenza indoeuropea ereditate dal germanico e se ne descriva una a scelta. Caratteristiche di acendeza indoeuropea ereditate dal germanico sono il sistema verbale, il lessico e ler strategie di formazione di nuove parole, la declinazione debole, la semplificazione del sistema verbale.. Per quanto concerne la formazione di nuove parole il germanico si serve di affissi. Gli affissi sono morfemi che da soli non avrebbero alcun significato, ma solo uniti ad altri morfemi esprimono un concetto: a secondo della loro posizione rispetto alla radice sono detti prefissi (es.GE-Birge),infissi (es.got. Sta-n-dan, stare),suffissi(es ang.ealdor-dom, supremazia) 47. Si illustrino le caratteristiche del passaggio dall'indoeuropeo al germanico per quanto riguarda l'accento. L'accento nell'indoeurpeo era musicale ed aveva una posizione libera,mentre nel germanico l'accento si posiziona su una sillaba radicale, non si trova quindi nè sui suffissi nè sui prefissi, che sono sempre atoni. La sillaba accentata nel germanico viene pronunciata con maggiore forza respiratoria. Conseguenza di tutto ciò è che venedo messa in evidenza la sillaba radicale le altre atone si indeboliscono, fino a cadere. Ne derivano effetti a livello fonetico,morfologico e sintattico. Si passa da un sistema sintetico, dove le desinenze aiutano a distinguere la funzione della parola all'interno della fraase,a un sistema analitico, dove la stessa funzione viene resa attraverso articoli,pronomi,preposizioni. Lezione 46-Il germanico:caratteristiche distintive I 48. Si elenchino le caratteristiche esclusive del germanico. Sono caratteristiche essclusive del germanico: la fissazione dell'accento sulla sillaba radicale, la riduzione del sistema vocalico, la nascita di una , l'esito delle sonanti ie, la I mutazione Consonantica, sviluppo di una declinazione debole nominale, semplificazione del sistema verbale, sviluppo di una categoria dei verbi deboli,lesico non di origine ie e comune a tutte le lingue germaniche Lezione 47- Il germanico:caratteristiche distintive II 49. Si illustrino le carateristiche della categoria dei verbi deboli in modo dettagliato. I verbi deboli sono quasi tutti derivati da verbi forti, da aggettivi o sostantivi e, a differenza dei verbi forti, sono raggruppati in quattro classi.I verbi che vengono ordinati nella prima classe si rifanno al tema indoeuropeo caratterizzato dalla presenza del suffisso –èye-/- èyo– (-ji-/-ja-) e sono in prelavenza causativi derivati da verbi primari (nasjan “salvare”) e fattitivi derivati da aggettivi (got. fulljan “riempire” da fulls “pieno”).I verbi deboli ordinati nella seconda classe sono invece caratterizzati dal formante in -ò- che corrispondente all’indoeuropeo -à-; esempio dal latino piscàri, abbiamo in germanico fiskòn; i verbi della seconda classe sono denominativi ed atematici (il formante -ò- è direttamente unito alle desinenze).Per quanto riguarda la terza classe, il suffisso per i verbi deboli è derivante dall’indoeuropeo -è- (lat. habèere “avere”) e sono per lo più deverbativi con significato durativo e denominativi con significato incoativo.La quarta classe è invece caratterizzata da un formante -na- di grado ridotto rispetto al formante indoeuropeo -nà-; ne fanno parte verbi fullnan o gawaknan “svegliarsi”. Lezione 51- Breve glossario dei fenomeni fonetici : le lingue germaniche antiche. Riepilogo 50. Si illustri il risultato della Linguistica Storico-comparata a riguardo delle affinità tra le lingue attestate. La linguistica storico-comparata ha appurato che le lingue germaniche fanno parte di una stessa famiglia linguistica. Le indagine hanno portato ad evidenziare parecchie affinità, e gli studiosi volevano quidi rintracciare una matrice comune. Secondo loro lo stadio prima rio della lingua è quello che viene definito protogermanico, una lingua di partenza da cui poi sarebbero nate tutte le altre lingue, differenziandosi tra loro nel tempo. 51. Si illustrino i concetti di "parentela linguistica","legge fonetica"(non in forma di elenco). Dall'osservazione attraverso la linguistica storica comparata si è giunti alla conoscenza che esiste un legame fra alcune lingue, ad esempio inglese tedesco e danese, in questo senso si parla di parentela linguistica. Le similitudini tra le lingue diventano più evidenti se si prendono in considerzione le attestazioni antiche delle diverse lingue. Le corrispondeze tra le lingue spesso sono regolate da leggi fonetiche. Secondo Ramat la legge fonetica è la constatazione a posteriori di una serie di corrispondenze. 52. SI illustrino la teoria dell'albero genealogico di Schleicher, delle Onde di Schmidt e del sostrato. La teoria dell'albero genealogico viene sviluppata da Schleicher, nell'ambito delle ricerche del XIX sec. Di Linguistica storica comparata e della ricostruzione delle protolingue. Dalla protolingua discendono il Germanico orientale,il germanico settentrionale e germanico occidentLE e da questi poi partono le singole lingue che oggi conosciamo. Alla base della teoria dell'albero genealogico c'è la concezione della lingua come qualcosa che nasce , cresce, e lentamente si differenzia fino a decadere. Schmidt, invece, ha sviluppato una teoria che paragona il comportamento dei fenomeni linguistici a delle onde che si propagano dopo aver lanciato un sasso in acqua, i cerchi si allargano e si propagano fino a esaurirsi lentamente. Anche le lingue nascono in una determinata zona e si diffondono per contatto tra i parlanti fino a scomparire lentamente. Dall'idea del contatto fra le lingue viene sviluppata anche la teroia del sostrato, vale a dire, alcuni fenomeni, ad esempio quelli fonetici, sono stati spiegati a causa dei vari contatti tra le popolazioni che si sono stanziate in una determinata zona e le popolazioni che già si trovavano lì. Proprio la lingua di questi ultimi costituisce il sostrato. Lezione 53- La ricostruzione del germanico II 53. SI illustrino, a riguardo della ricostruzione della parentela linguistica,i diversi approcci utilizzati dalla Geografia linguistica e dallo strutturalismo. La geografia linguistica ha indgato i fenomeni linguistici a partire dai fattori storici e culturali dei parlanti, dato che le lingue seguono barriere naturali e confini politici. Ad esempio i mari e i fiumi permettono contatti e scambi linguistici, e gli Anglosassoni dopo essersi stanziati in Britannia, hanno sviluppato tratti comuni con le altre lingue germaniche, da ricondurre a contatti con gli Scandinavi. Un altro approccio importante è stato quello dello Strutturalismo: a partire della ricerche in ambito della fonologia si è passati dal livello diacronico a quello sincronico per considerare il sistema in cui possono collocarsi gli elementi costitutivi di una lingua. Basandosi su alcuni fenomeni che identificano il passaggio dall'ie al germ, gli studiosi hanno ricostruito i sistemi fonologici di vocalismo e consonantismo, stabilendo i tratti distintivi e i tipi di correlazione che caratterizzano i vari fonemi. Lezione 54- Le isoglosse nelle lingue germaniche 54. Si illustrino a grandi linee le isoglosse del germanico occidentale,delle lingue del Mare del Nord e del germanico nordoccidentale. Si definisce isoglossa la linea immaginaria con la quale, mediante un’ipotesi metodologica, si uniscono i punti estremi di un’area geografica caratterizzata dalla presenza di uno stesso fenomeno linguistico . ISOGLOSSE DEL GERMANICO OCCIDENTALE (datate dal V sec.) 1) Geminazione consonantica, es.: ags. biddan, ata. bitten ≠ got. bidjan, norr. biðia ‘chiedere, pregare’. 2) Germ. */ð/ > germ.occ. /d/; es.: germ. *mōðer > ags. mōdor, ata. muoter ≠ norr. móðir ‘madre’. 3) Germ. *-/z/ cade in germ.occ., ma si conserva in got. (si desonorizza) e norr. (con rotacismo); es: germ. *da az >ǥ got. dags, norr. dagr, ags. dæg (ingl. day), ata. tac (ted. Tag) ‘giorno’. ISOGLOSSE DEL MARE DEL NORD (O INGEVONI) 1) La nasale cade davanti a fricativa sorda e si produce l’allungamento di compenso della vocale che precede; es.: got. fimf, ata. fimf (ted. fünf) ≠ ags., asass. fīf (ingl. five) ‘cinque’. 2) Germ. */ai/ si monottonga nelle lingue ingevoni; es.: got. stains, norr. steinn, ata. stein (ted. Stein) ≠ ags. stān (ingl. stone), asass. stēn ‘pietra’. 3) /a/ > /o/ davanti a nasale; es.: ags., afris., hond (ingl. hand), asass. hand, hond, ata. hant (ted. Hand) ‘mano’. 4) A volte si ha metatesi di /r/; es.: ags. hors (ingl. horse), asass. hers, hors, ata. hros ‘cavallo’. 5) Nel pl. della coniugazione dei vbb. si ha forma unica; es. vb. ‘essere’ presente pl.: ags. sindon per tutte le persone ≠ ata. birum, birut, sint (tre forme distinte). 6) Alcune forme pronominali sono tipiche delle lingue ingevoni: si differenziano nel pron.pers. IIIsg. masch. rispetto al got. e all’ata.; anche l’uscita in vocale di alcuni pronomi è tipicamente ingevone; es.: ags. wē, afris. wī ≠ ata. wir ‘noi’. 7) Vi sono alcune isoglosse comuni all’ags. e all’afris., es.: la pronuncia palatalizzata di /a/ > /æ/ e la palatalizzazione delle velari (cfr. oltre), si veda la parola per ‘giorno’. Si noti che l’ags. e l’afris. hanno molti fenomeni in comune, mentre l’asass. ha subito l’influenza anche dei dialetti franconi e quindi si è differenziato dalle altre due lingue. 55. Si illustrino a grandi linee le isoglosse goto-nordiche e gotico-alto tedesche antiche. ISOGLOSSE GOTICO - ALTO TEDESCHE isoglosse. Anche la cosiddetta seconda rotazione consonantica (zweite Lautverschiebung) fu identificata da Jakob Grimm. Essa investe esclusivamente i dialetti alto-tedeschi, così chiamati perché parlati nella Germania montuosa, e cioè in Germania meridionale, Svizzera ed Austria. Grimm la identificò con questo nome, ma in realtà non si tratta di una vera e propria "rotazione" incondizionata: è in gran parte una trasformazione di fonemi occlusivi sordi condizionata dalla loro posizione all'interno della parola: posizione iniziale, o finale dopo consonante; posizione intervocalica, o finale dopo vocale; posizione interna quando in germanico la consonante era rappresentata da un fonema rafforzato (raddoppiato). I isoglossa Le occl. sorde del germ passano a fricative sorde doppie in ata., se si trovano all’interno o in fine di parola dopo vocale. Le fricative sorde si semplificano se precede una vocale lunga o un dittongo, o se sono in fine di parola Nella II Isoglossa: Le occlusive sorde del germ. passano ad affricate in ata., se si trovano all’inizio di parola, all’interno o in fine dopo consonante e nelle geminate. L’affricata dentale /ts/ continua in ted., come anche l’affricata labiale /pf/, mentre l’affricata velare /kx/ non è attestata nel ted. moderno e per la fase antica si hanno esiti soltanto nei dialetti meridionali. III isoglossa Le occl. sonore del germ. passano a occl. sorde in ata. Si noti che per questi fenomeni si hanno variazioni a seconda delle zone e dei dialetti; tendenzialmente si ha una realizzazione più completa nei dialetti tedeschi meridionali. In ted. moderno gli esiti sono regolari per l’occl. dentale sorda, mentre le occl. labiale e velare passano a sorde soltanto in fine di parola e nelle geminate. Lezione 69- Fonologia:sistemi consonantici delle linguem germaniche 69. Si descriva il sistema consonantico dell'anglosassone e dell'alto tedesco antico. Nel sistema consonantico dell’ags. è presente una serie di palatali che non ha riscontro nellealtre lingue germ., poiché in ags. è avvenuta la palatalizzazione delle velari. È stata indicata anche la fricativa sonora a livello di allofono per l’occl. sonora; ugualmente, in determinate posizioni la fricativa sorda velare può avere come allofono [h] che può scomparire tra vocali.Con l’assordimento delle fricative sonore in fine di parola, sorgono delle fricative sorde e si ottiene, per es., un’opposizione di sonorità per le velari /γ ~ x/. In merito alle grafie, le fricative dentali <þ, ð> sono usate indistintamente: la pronuncia si desume dal contesto fonetico. Per quanto riguarda le opposizioni, si nota che quella primaria per labiali e dentali è occl. ≠ fricativa: /p, b/ ≠ /f ~ v/; /t, d/ ≠ /θ ~ ð/; è secondaria quella del tratto di sonorità. Una tale opposizione si presenta a livello di fonemi per le occl. /p/ ≠ /b/; /t/ ≠ /d/, mentre si realizza a livello di allofoni per le fricative /f ~ v/, /θ ~ ð/, /s ~ z/. Invece, per quanto riguarda le velari, l’opposizione primaria riguarda il tratto della sonorità /k, x/ ≠ /g ~ γ/ ed è secondaria quella di continuità. Dunque è l’opposizione avviene tra fonemi per le velari sorde /k/ ≠ /x ~ h/, mentre si presenta a livello di allofoni per le velari sonore /g ~ γ/. Il sistema consonantico dell’ata. presenta la serie delle affricate, oltre ad altri mutamenti dovuti alla II LV. L’opposizione delle due serie di occl. e delle fricative non è più basata sul tratto di sonorità, quanto piuttosto su quello, più tardo, forte ≠ lene: /p ~ pp/ ≠ /b/; /t ~ tt/ ≠ /d/; /k ~ kk/ ≠ /g/; /f ~ ff/ ≠ /v/; /x ~ xx/ ≠ /h/. La diversa distribuzione e frequenza dei fonemi in ata. è dovuta alla II LV. Per es., la fricativa sonora germ. */ð/ > ata. /t/, mentre la fricativa sorda germ. */θ/ > ata. /d/. Le occl. sonore del germ. sono passate a occl. sorde, successivamente si sono distinte in forti e leni. Le occl. sorde del germ. danno esito di fricative forti doppie o affricate a seconda del contesto. Le fricative forti doppie possono semplificarsi in fine di parola o dopo vocale lunga o dittongo. Non tutti gli studiosi sono d’accordo nel distinguere la fricativa forte dentale / / ʒ dalla sibilante /s/; tuttavia, generalmente si ritiene che la prima sia una dorsale (il fonema è prodotto usando il dorso della lingua come organo principale) e la seconda una apicale (cioè il fonema è prodotto ostruendo il passaggio dell’aria con l’apice della lingua). Le fricative leni sono semplici e continuano la serie delle fricative sorde del germ; le fricative forti sono una conseguenza della II LV e rappresentano un’innovazione dei dialetti alto tedeschi. La fricativa velare presenta un allofono [h] in fine di parola o tra vocali, anche se è ancora presumibile un’opposizione in fine di parola /-x ~ -h/. Come per le altre lingue germ., eccetto il got., si ha in ata. un’opposizione primaria occl. ≠ fricativa. L’opposizione occl. ≠ affricata è invece secondaria. Lezione 71- Morfologia: ilverbo I 70. si indichi cosa è l'apofonia e quale importanza ha per il sistema verbale nelle lingue germaniche. L'apofonia è la variazione del timbro o della lunghezza della vocale radicale, con valore morfologico. Essa rappresenta una caratteristica di ascendenza indoeuropea e si trova ancora nelle lingue germanichemoderne. E' molto evidente nei paradigmi dei verbi forti e nelle forme corradicali. Si ricorda che il germ. e le lingue germ. sfruttano le alternanze vocaliche in modo più massiccio rispetto alle altre lingue ie., infatti è un sistema produttivo nei verbi forti, ma anche in ambito lessicale. Inoltre, nel trattare le forme delle lingue germ., si dovrà tenere conto delle evoluzioni fonetiche relative al vocalismo: le variazioni che ne sono derivate hanno comportato una ristrutturazione del sistema in germ. e nelle singole lingue. Lezione 72- Morfologia : ilverbo II 71. Si parli delle caratteristiche generali del sistema dei verbi forti delle lingue germaniche, indicando anche in quante classi sono suddivisi. I verbi forti sono raggruppati in sette classi in base a due criteri: - il tipo di alternanza vocalica (o “serie apofonica”) – lo schema radicale Le prime tre classi sono caratterizzate da un’apofonia qualitativa, le seconde tre da un’apofonia quantitativa. Si ricorda che il paradigma dei verbi forti contiene quattro forme: infinito, preterito singolare, preterito plurale (I pers.pl.), participio preterito. Il tema del presente caratterizza: ind.pres., ottativo pres., imperativo, infinito, part.pres. Il tema del pret. compare all’ind.pret. e all’ottativo pret. Per ogni classe vengono indicati: la serie di alternanze in ie. e in germ., i paradigmi in germ. e nelle lingue germ. Si ribadisce inoltre che, nel passaggio dall’ie. al germ. e da questo alle lingue attestate, vi sono stati mutamenti fonetici vocalici, pertanto le serie apofoniche e le alternanze nelle lingue germ. presentano delle variazioni rispetto all’ie. In certi casi, vi sono stati anche dei livellamenti analogici per quanto riguarda il vocalismo radicale e gli esiti dell’alternanza grammaticale. Lezione 74 -Morfologia : il verbo IV 71.Si descrivano la IV e la V classe dei verbi forti facendo attenzione alle differenze tra di esse. Se ne fornisca anche un esempio. Lo schema radicale risulta della Iv classe: cons. + voc. radicale + nas./liquida Anche la IV classe presenta due Sottoclassi, a seconda che la radice termini in nasale o liquida, non seguite da altra cons.. Lo schema delle alternanze e quello delle prime tre classi, tranne che per il pret.pl. dove e presente il grado allungato /e:/. Alcuni studiosi ritengono che si tratti di una variazione successiva dello schema, per analogia con la V classe. Si ricorda inoltre che germ. */e:/1 > norr., ata. /a:/, ags. /a:/, mentre si mantiene in got. /e:/. Nei verbi con radice terminante in liquida, si ha abbassamento vocalico al part.pret. Es.: paradigma di germ. *neman(an) ‘prendere’ germ. *neman(an) *nam *nēmum *numanaz got. niman nam nēmum numans norr. nema nam nōpmom numen ags. niman nam, nōm nōmon numen ata. neman nam nam ginoman Lo schema radicale e cosi configurato della V classe cons. + voc. radicale + cons. (no nasale o liquida) Quindi si ottiene: ie. E / O / Ē / E germ. e / a / ē / e Le alternanze apofoniche della V cl. corrispondono a quelle della IV, tranne che per il part.pret. che presenta il grado normale /e/ come l’inf.; alcuni studiosi ritengono che vi sia stata un’estensione analogica dall’inf. Questi verbi hanno una radice che termina in cons., occlusiva o fricativa, pertanto al grado zero non si sarebbero sviluppate delle sonanti, come nelle classi precedenti, ma vi sarebbe stata una sequenza di piu consonanti che avrebbe comportato difficolta di pronuncia Es.: paradigma di germ. *ge an(an) ‘dare’ƀ germ. *ge an(an) *gab *gēbum *ge anazƀ ƀ got. giban gab gēbum gibans norr. gefa gaf gōpfom gefenn ags. giefan geaf gēafon giefen ata. geban gab gābum gigeban Lezione 79-Morfologia. Ilverbo IX 72.Si parli dettagliatamente dei cosidetti "verbi prerterito-presenti" .Se ne fornisca un esempio. i verbi “preterito-presenti” sono di ascendenza ie., veicolano tratti aspettuali piuttosto che temporali, proprio perché hanno valore risultativo. Dal punto di vista semantico, essi esprimono spesso modalità (potere, volere, dovere ecc.), dal punto di vista morfologico mostrano la forma del preterito forte, ma hanno significato di presente. Per la formazione del passato, questi verbi ricorrono al suffisso in dentale, mentre per l’infinito sfruttano il tema del preterito pl.Al preterito e al participio preterito, la radice presenta generalmente il grado apofonico del participio preterito dei verbi forti, tuttavia, va segnalato che, nella IV classe, al preterito pl. la radice è al grado zero e non a quello allungato. Si ricorda, inoltre, che le alternanze apofoniche possono aver subito dei livellamenti e delle riduzioni per analogia. Essi sono relativamente pochi e possono essere suddivisi in sei classi in base alla serie apofonica che li caratterizza. Scrivere l'esempio a penna . Lezione 80-Morfologia: il verbo X 73.Cosa si intende con l'espressione "verbi supplettivi"? Si descriva dettagliatamente il verbo "essere". I verbi supplettivi sono verbi che nella coniugazione utilizzano diverse radici. Proprio questo fenomeno è detto supplettivismo. Questi verbi sono presenti nelle lingue ie, ma anche nel germanico e in italiano. Un esempio, quello più importante, è il verbo essere. Il verbo esserre è anche un verbo eteroclito, vale a dire che si flette secondo più temi e radici. Dunque, il verbo ‘essere’ e un verbo eteroclito che ricorre a tre radici ie.: 1) ie. ES-/S-: esprimeva un’azione di tipo durativo (es.: it. sono ecc.); 2) ie. BHEU-/BHŪ-: esprimeva un’azione di tipo momentaneo e puntuale (es.: it. fui, fosti ecc.); 3) ie. ES-: il significato di questa radice era ‘stare, abitare’; nelle lingueṶ germ., ricorre nella formazione del pret. e del part.pret. del verbo ‘essere’; da essa deriva anche il verbo forte di V cl. *wesan(an). L’opposizione aspettuale delle tre radici scompare nel passaggio dall’ie. al germ.; rimane l’opposizione temporale “presente ~ passato (preterito)”. Di seguito verranno considerate le singole forme del verbo ‘essere’ nel germ. e nelle lingue germ. Infinito: germ. *wes- (< ie. ES-)Ṷ got. wisan norr. vesa ags. wesan, bēon ata. wesan, sīn La seconda forma dell’ags. deriva dalla radice ie. BHEU-/BHŪ- > ags. bēon (ingl. to be); ata. sīn < ES-/S- (ted. sein). Indicativo presente Per il germ. non e stata ricostruita la forma della II pers.pl., poiche non e possibile ricostruirla a causa delle forme diversificate attestate nelle lingue germ. L’ind. pres. in got. e norr. deriva dalla radice ie. ES-/S-: (scrivere a mano le coniugazioni dalle lezioni) Lezione 82-Morfologia:il sistema nominale 74.Si analizzi il seguente paradigma e, identificati genere e classe tematica, si illustrino le particolarità di questo termine in riferimento ad anglosassone e alto tedesco antico. (scrivere declinsazione a penna) Questo paradigma è la declinazione del sostantivo maschile per la parola "giorno", dal germ. *dagaz. Nel caso nominativo singolare la desinenza della parola indoeuropea -OS-> germ.*-az, ciò è dovuto alla corrispondenza per le vocali brevi tra ie. E germ; mentre nell'ags. E nell'ata ci sono forme senza desinenze. G.: si possono presupporre due ricostruzioni, vale a dire ie. -O + SO > germ. *-as(a), ie. -ESO > germ. *-es(a), da cui discende got. -is. D.: la desinenza ie. -O + EI > germ. *ai: su questa base si può rendere conto degli esiti del norr. e del germ.occ.; la desinenza del got. potrebbe derivare da un indebolimento di germ. *-ē, quindi si potrebbe presupporre una desinenza di strumentale, ma sono state proposte anche altre interpretazioni. A.: la desinenza è caduta in seguito agli indebolimenti, ma si può ricostruire una derivazione da ie. -OM > germ. *-a(n); nel germ.occ. si è avuta, quindi, un’unica forma per il N. e l’A. sg. S.: si hanno attestazioni di strumentale soltanto in alcune lingue germ; l’antica desinenza ie. -O si è conservata in germ., ma si è indebolita successivamente dando esiti diversi in ags. e ata
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