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Le Crociate: Storia, Conflitti e Alleanze, Prove d'esame di Storia Medievale

Una dettagliata analisi storica delle crociate, con un focus sulle dinamiche politiche, le alleanze e i conflitti che le caratterizzarono. Vengono trattati i vari sovrani coinvolti, come federico ii di svevia, e i loro rapporti con la chiesa, i crociati e i loro nemici. Vengono inoltre esaminate le condizioni imposte a federico ii per la sua crociata e il suo matrimonio con isabella di brienne, nonché la sua aspirazione a creare un'area euro-mediterranea omogenea.

Tipologia: Prove d'esame

2023/2024

In vendita dal 01/05/2024

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Scarica Le Crociate: Storia, Conflitti e Alleanze e più Prove d'esame in PDF di Storia Medievale solo su Docsity! STORIA MEDIEVALE Nell'epoca delle crociate: Il Cristianesimo ebbe seguito nell'ambito circoscritto della Chiesa ortodossa bizantina, cui guardavano i popoli dell'Europa orientale, e della Chiesa romana, cui aderiva il resto d'Europa; la lotta contro il nemico islamico contraddiceva la missione della evangelizzazione Il concetto di Medioevo e i suoi confini temporali: Sono stati elaborati dagli umanisti del Rinascimento In alcune periodizzazioni, la storia medievale: E' circoscritta tra il 476 (deposizione di Romolo Augustolo, considerato ultimo imperatore dell'Impero Romano d'Occidente) e il 1492 (data della scoperta dell'America da parte di Colombo) Il concetto di Medio evo: Nasce con l'Umanesimo (XIV-XV secolo) nel momento in cui intellettuali e artisti ebbero piena consapevolezza di vivere in un'epoca nuova di grandi trasformazioni culturali, morali ed estetiche La connotazione del Medio evo: Come l'età degli eroi, formulata da Giovan Battista Vico nell'opera In Italia la funzione della Chiesa medievale di conservazione e trasmissione: Della civiltà romana è stata evidenziata, tra altri, da Manzoni, Troya e Capponi XIII secolo, con riguardo particolare: Alla contrapposizione tra proprietari terrieri e popolani, a Firenze, è stata oggetto di studio degli storici fiorentini che si sono ispirati al Materialismo storico di Salvemini La corrente storiografica delle Annales: Durante il Medioevo, il potere dell'Impero e quello della Chiesa: Si collocano all'interno del peculiare modello sociale, politico e della produzione di quell'epoca, come imprescindibili elementi, e però antagonisti sotto alcuni aspetti e in determinate fasi storiche La popolazione persiana, appartenente al ceppo indoeuropeo: In origine era formata da cavalieri- pastori nomadi che rapidamente si abituarono alla vita sedentaria e crearono un grande impero: ad Occidente comprendeva anche le valli del Tigri e dell'Eufrate; ad Oriente una zona più arida e montuosa La Persia fu conquistata da Alessandro Magno: Nell'anno 331 a.C, e verso il III secolo a.C. dai Parti. Fu in lotta con l'impero romano per il dominio della Siria, dell'Armenia e della Mesopotamia; la contesa divenne più aspra con l'ascesa al trono nel 224 d.C. della dinastia dei Sasanidi La popolazione indiana: Appartiene al ceppo linguistico indoeuropeo. In origine era un popolo di pastori e allevatori che progressivamente si vennero trasformando in contadini di una grande civiltà agricola Il Vallo Adriano, opera difensiva romana, fatta costruire: Dall'imperatore Adriano, fra il 122 e il 127 in Britannia, ebbe funzione analoga a quella della Grande Muraglia cinese. Separava due sistemi di vita e due diversi rapporti tra uomo e ambiente: da un lato il mondo delle foreste e delle grandi valli fluviali lOMoARcPSD|17933808 PANIERI VERIFICATI PEGASO 2024 dell'Europa centrale e settentrionale, dall'altro il mondo abitato da popolazioni con sistemi sociali e culturali complessi La città romana aveva una struttura urbanistica: Non dissimile da quella ellenica. Il centro, la urbs, aveva funzioni amministrative, politiche e commerciali; la civitas era il territorio di insediamento abitativo; il suburbio era una zona intermedia tra il nucleo cittadino e la campagna; vi si trovavano gli impianti artigianali, gli anfiteatri, le necropoli e le ville lussuose Nella base sociale del Cristinesimo latino: Il Cristianesimo si affermò con molti decenni di ritardo. Inizialmente si diffuse tra le comunità giudaiche, successivamente (sotto il dominio di Costantino) ebbe seguito crescente tra i cittadini romani divenendo con l'Editto di Milano del 313 religione ufficiale dell'Impero Nella base sociale del Cristianesimo latino: Erano ampiamente presenti i ceti dirigenti romani che apprezzavano l'organizzazione gerarchica del clero (formata da presbiteri, vescovi e diaconi). Da ciò il connubio tra autorità religiosa cristiana e autorità politica romana e un mutamento rispetto all'assetto sociale della Chiesa primitiva L'organizzazione ecclesiale cristiana prese a modello quella amministrativa romana: Furono create le diocesi (coincidevano con i territori dei municipi romani) con a capo il vescovo; tra i vescovi di una stessa provincia assunse rilievo quello della città più grande e nacquero le chiese metropolite, gli arcivescovadi e i patriarcati Il primo concilio ecumenico: Fu convocato dall'Imperatore Costantino nel 325 a Nicea. L'Arianesimo venne condannato anche per gli argomenti sostenuti da alcuni vescovi contro le tesi del prete Ario di Alessandria ma principalmente per volere dell'imperatore che temeva la rottura dell'unità dottrinale nella Chiesa L'ingerenza di Costantino, a Nicea, nelle questioni dottrinali della Chiesa: Costituì un precedente nell'assegnare agli imperatori un ruolo nella difesa dell'ortodossia, e segnò l'inizio del processo di dottrine non approvate sono formalmente qualificate come eresie Contatti stabili tra i Romani e le tribù germaniche: Iniziarono con la conquista della Gallia da parte di Cesare. Nel De bello gallico, scritto nel 51 a.C., ne diede una descrizione accurata evidenziandone gli usi e costumi e le virtù guerresche Originariamente, l'economia delle tribù germaniche: Era basata su caccia e allevamento. L'agricoltura aveva un ruolo marginale applicando pratiche primitive di coltivazione come quella debbio che consisteva nel ripulire il suolo con il fuoco, metodo che rendeva presto improduttivo il terreno e costringeva le tribù a continui spostamenti Le tribù germaniche erano organizzate: In clan organizzati gerarchicamente con il potere apicale affidato ai duces, capi militari appartenenti a stirpi ritenute detentrici di poteri magico-sacrali. Non esisteva l'istituto della proprietà privata Per rafforzare l'esercito romano, si reclutavano: Intere legioni di Germani, Franchi, Alamanni e Burgundi che divennero un elemento essenziale per l'impero romano, da utilizzare nelle operazioni difensive dei territori periferici; alcuni dei loro capi ricoprivano importanti funzioni di vertice In Tracia, l'attuale Romania: I Visigoti praticavano razzie nelle città per procurarsi viveri. Fu così che iniziò una guerra che si concluse nel 378 con la clamorosa sconfitta romana ad Adrianopoli dove morì l'imperatore Valente lOMoARcPSD|17933808 Prima della nascita di Maometto, la penisola arabica: desertico nella parte centro-settentrionale, abitato dai beduini, nomadi dediti al commercio e alle razzie, e dai fellahin, contadini stanziali. Nella zona meridionale, favorita dalle piogge monsoniche, vivevano gruppi di livello socio-culturale più alto La Mecca, già nel V secolo aveva rilevanza: vitalità politica della tribù dei Quraish. I quraishiti costruirono un santuario dedicato al culto politeistico, detto Kaaba per la sua forma a cubo; in definitiva, la città in cui nacque Maometto era un centro oligarchico di tipo mercantile Dopo la fuga a Medina, 622, Maometto: Istituì La Mecca come punto di orientamento della preghiera; sottolineò il carattere esclusivistico della fede islamica, unica vera fede in Allah; istituì il digiuno nel mese di ramadan (=notte del destino) in ricordo della rivelazione notturna ricevuta da Dio I pilastri della religione musulmana sono nel Corano: Il primo è professione di fede (shahada); il secondo è la preghiera; il terzo è il ramadan; il quarto è il pellegrinaggio alla Mecca; il quinto è La presa del potere da parte di Maometto: Dalla Mecca; inutilmente i Quraishiti tentarono di opporsi e preferirono permettere a Maometto un pellegrinaggio alla Kaaba e nel 630 convertirsi al suo verbo, seguiti da quasi tutte le tribù beduine Il califfato elettivo, iniziò alla morte di: Bakr, suocero di Maometto e membro influente dei Quraishiti. Il suo governo e quello degli immediati successori fu contrassegnato da lotte di successio Alì, durante le lotte tra i suoi sostenitori, detti sunniti, e la maggior parte dei musulmani, detti sciiti Nei decenni successivi alla morte di Maometto: ero persiano (conquistato in circa 20 anni) e contro Bisanzio cui tolsero parte dei territori in Africa e Siria. Non conquistarono Costantinopoli e anzi ebbero distrutta (677) la flotta. Nel Mediterraneo, occuparono le isole di Cipro, Creta e Rodi La dominazione araba in Spagna: Iniziò nel 711 con lo sbarco del condottiero Tariq ibn Ziyad (da cui costituirono il territorio di al- ova era tra i più potenti nel mondo arabo. Verso In Sicilia: Gli arabi dominarono per quasi tre secoli. Gli Aghlabiti iniziarono la conquista nel 827, da M La Sicilia, durante la dinastia dei Kalbiti: Che ne fecero un emirato indipendente, conobbe floridezza economica. A Palermo vennero costruiti numerosi edifici e si svilupparono attività commerciali e frutta, ortaggi, agrumi, palma del dattero e papiro. Ebbero rilievo gli studi sul Corano, quelli filologici e storiografici I contadini dovevano al padrone parte del raccolto e giornate lavorative (corvée) oltre che beni. I coloni liberi dovevano al signore una quota del ricavato; quelli di condizione servile lavoravano la pars massaricia; altre terre, gestite dal proprietario boschi, prati e terre incolte di pertinenza lOMoARcPSD|17933808 Dopo la morte di Clodoveo, il regno venne diviso: In quattro parti: Neustria, Austrasia, Aquitania e Borgogna. Nel VII secolo ci f governò Austrasia, Neustria e Borgogna Dopo la morte di Pipino II: Gli succed che avevano valicato i Pirenei; li sconfisse a Poitiers, nel 732 Carlo Martello divide il regno tra i figli: Provenza. Carlomanno abdicò a favore di Pipino e si ritirò nel monastero di Montecassino Bonifacio, monaco: popolo franco. Carlomanno e Pipino ne appoggiarono la missione evangelizzatrice fra i Frigi e i a Bonifacio, Pipino diede un segnale di collaborazione al Papa La ritualità del conferimento vassallatico: I Franchi formalizzavano la nomina a cavaliere con la che doveva essere fornito della cavalcatura, si legava al signore col vincolo di fedeltà quindi otteneva il «feudo» con la cerimonia di investitura Il re longobardo Astolfo avvia la conquista dei territori Bizantini avvicinandosi al territorio Sancti Petri; Stefano II si reca in Francia e chiede aiuto a Pipino il Breve che, patrizio dei Romani, è protettore della Chiesa. I Franchi sconfiggono i Longobardi alla Chiusa di San Michele e a Pavia Si ha con re Desiderio malgrado un proposito iniziale di pace tra i due popoli, sancito con i matrimoni (poi infranti) dei due figli di Pipino, Carlomanno e Carlo, con le due figlie di Desiderio Gerberga e Ermengarda. Chiamato da papa Adriano I, nel 773 Carlo sconfisse i Longobardi e dopo aver assediato Pavia per dieci mesi costrinse Desiderio a seguirlo in Francia come prigioniero Carlo è coronato Imperatore: Da papa Leone III. Riconoscente al re dei Franchi Carlo che, nel 799, lo aveva fatto liberare dalla prigione in un monastero accuse; due giorni dopo, durante la Messa di Natale, il Papa coronò Carlo imperatore Fu riformata da Carlo Magno. Creò distretti a capo dei quali mise dei funzionari pubblici con il titolo di conti i quali avevano compiti riguardanti la difesa; le contee di frontiera denominò marche; altri grandi distretti erano i ducati che spesso avevano carattere nazionale. Per tenere sotto controllo questi funzionari Carlo aveva a sua disposizione suoi fedelissimi chiamati vassi dominici Carlo Magno provvide: Nell'anno 806, a dividere i suoi domini tra i tre figli: al primogenito Carlo assegnò gran parte della Francia e le terre orientali, a Ludovico (il Pio) l'Aquitania, a Pipino l'Italia e la Baviera. La morte prematura di Carlo e Pipino fece sì che Ludovico ereditasse il titolo e tutti i domini dal padre Per tempo, l'imperatore Ludovico il Pio: Provvide a regolamentare la successione dei figli emanando, nel'817, la Ordinatio imperii. Erede imperiale, designò Lotario e agli altri due destinò domini su territori periferici: a Pipino l'Aquitania e la marca spagnola, e a Ludovico, detto il Germanico, la Baviera lOMoARcPSD|17933808 Dopo la morte, nell'840, dell'imperatore Ludovico il Pio: Ludovico il Germanico e Carlo il Calvo (succeduto a Pipino) imposero (843) a Lotario il Trattato di Verdun col quale conservava il titolo onorifico di imperatore e governava in nord Italia, Provenza, Borgogna, Lorena e Olanda. A Carlo il Calvo toccò la Neustria, l'Aquitania e la Marca ispanica; a Ludovico, la parte orientale (Carinzia, Baviera, Alemannia, Turingia e Sassonia) Il problema della successione dinastica nel Sacro Romano Impero si ripropose alla morte di: Lotario (855). Gli succedette il figlio Ludovico II che morendo nell'876 lasciò il suo regno e la corona imperiale allo zio Carlo il Calvo. Poiché né Ludovico II né Carlo avevano lasciato eredi, il figlio di Ludovico il Germanico, Carlo il Grosso governò tutto l'Impero La fine del Sacro Romano Impero: Si compì con Carlo il Grosso. Incapace di fronteggiare le incursioni dei Normanni e gli intrighi di corte, abdicò nell'887 e l'anno dopo morì in un monastero. La parte orientale con la dignità imperiale andò ad Arnolfo di Carinzia; la Francia, al conte di Angers, re Oddone; il regno d'Italia fu attribuito al marchese del Friuli Berengario il quale era lontanamente imparentato con i Carolingi Con Signoria Bannale: Si intende un uso invalso in zone dell'Europa tra il IX-X secolo per cui grandi proprietari terrieri esercitavano abusivamente i poteri di comando senza averne delega dal re né dai suoi funzionari Le migrazioni dei popoli seminomadi continuarono con l'invasione degli Ungari: Che nell'896 erano in Pannonia (attuale Ungheria). In Italia devastarono Pavia (899) e raggiunsero Campania e Puglia. Raggiunsero anche Parigi e nel X secolo la Spagna e il Belgio Il valore di Ottone di Sassonia: Si dimostrò contro i Magiari che sconfisse ad Augusta, nel 955. In seguito, questa popolazione fu convertita al Cristianesimo e sostanzialmente integrata nel sistema politico-culturale europeo Nel X secolo, l'Europa cristiana fu minacciata dagli attacchi dei Saraceni: Che, dopo aver completato la conquista della Sicilia nel 902, crearono emirati a Bari e Taranto; da qui costruiti insediamenti fortificati, partivano per le loro incursioni, saccheggi e razzie L'ambizione dei feudatari che aspiravano a lasciare in eredità: I feudi produsse instabilità nel sistema delle investiture. Con il Capitolare di Quierzy, emanato da Carlo il Calvo nell'877 si stabiliva l'eredità dei feudi maggiori, cioè di quelli concessi dal re o dall'imperatore. Per i feudi minori concessi dai vassalli ai loro fedeli (valvassini) provvederà la Constitutio de feudis, emanata nel 1037 da Corrado II coesistenza di: titolo della corona imperiale); Ducati di Benevento, Salerno e Capua, dei Longobardi; Sicilia che gli Berengario I, marchese del Friuli: suo scettro fu insidiato dal duca di Spoleto Guido II, dal di lui figlio Lamberto II, e da Ludovico di Provenza. Ottenne dal papa Giovanni X la corona imperiale; fu sconfitto e spodestato nel 924 da Rodolfo di Borgogna circostanza in cui Adelaide (nuora del re Lotario) per avere giustizia si rivolse a Ottone I; questi ingerendosi nelle politiche italiane, la sposò e sconfisse Gerengario II. Il papa Giovanni XII lo coronò (961) re e imperatore lOMoARcPSD|17933808 Nevralgici del commercio, nei primi secoli del Millennio: Venezia collegava Pianura Padana e mondo bizantino con centro-meridionale con i mercati arabi e bizantini. Normanni ed Ebrei furono intermediari intercontinentali collegando, rispettivamente, il mare Baltico con i mercati bizantini, e la Germania e Costantinopoli, quella comprendente i Paesi musulmani (Spagna, Africa del Nord, Sicilia, Siria) e quella lla atlantica (Irlanda, Inghilterra sud-ovest, Bretagna, Spagna) e quella dei mari del Nord Una moneta prestigiosa e stabile che potesse circolare dappertutto: Fu coniata a Venezia, nel Firenze e altre città italiane e alla fine del secolo lo scudo in Francia Erano attive nello spazio commerciale bizantino e arabo. Lo erano i centri costieri della Puglia (Bari esportava in Oriente olio, frumento, vino e altri prodotti agricoli) e della Campania; A della Sicilia Tre città marinare ebbero la preminenza assoluta negli scambi sul Mediterraneo: Venezia si Alessio Comneno concedeva a Venezia piena libertà di commercio in cambio di aiuto militare contro i Normanni. Pisa e Genova si contesero il predominio nel mar Tirreno e dovettero difenderlo dai pirati saraceni Cluniacense. Tutti i e papato Caratteristica del monachesimo cluniacense: Fu la grandiosità dei riti e degli edifici di culto. Oltre e alle pratiche liturgiche; il lavoro manuale lo delegavano ai servi e a coloni ei Certosini: Fondato in Francia alla fine del secolo XI, da Bruno di Colonia, prese il nome ità. Le certose, piccole comunità di eremiti, erano costituite da luoghi comuni di preghiera e celle singole dotate di un piccolo giardino Ordini monastici: Eremitici furono quello dei Camaldolesi, fondato a Camaldoli dei Cistercensi, nato in Francia (a Citeaux) alla fine del XI secolo; illustre esponente di questo ordine fu Bernardo di Chiaravalle Una forma del movimento di riforma della Chiesa: Furono le comunità canonicali; i primi claustra c queste forme di vita religiosa in comunità, sul modello degli apostoli Enrico III si attivo per moralizzare la Chiesa: Condannò i vescovi che conducevano uno stile di vita simile a quello dei signori laici e appoggiò le forme monastiche come quella di Cluny. Nel 1046, Enrico lOMoARcPSD|17933808 concilio a Sutri, Enrico depose tutti gli ecclesiastici giudicati simoniaci, depose i tre papi e fece eleggere un suo candidato, Clemente II Papa Leone IX: Asceso al soglio pontificio nel 1049, si adoperò per la condanna della simonia e del concubinato e proclamò il primato del Papa sulla Chiesa. Tentato inutilmente di contrastare Melfi) e conferì a Roberto il Guiscardo il titolo di duca di Puglia e di Calabria La contrapposizione per le investiture, tra Enrico IV e Gregorio VII: Si intensificò quando Enrico depose Papa Gregorio VII; questi rispose con la scomunica. Il Papa sostando nel castello della ottenne dopo tre giorni nei quali attese a piedi nudi in mezzo alla neve in abito da penitente. In seguito depose Il Concordato di Worms: II e successori nella quando fu ribadita la condanna di simonia e concubinato, e si esclusero i laici dagli organismi ecclesiastici Il Liber censuum (1192) della Santa Sede censiva: Entrate derivanti: dalle rendite fondiarie laziali, dal censo pagato in stati vassalli (Portogallo, Sicilia, Aragona), da i cui sovrani avevano ottenuto la corona dal Papa; dal censo pagato dai monasteri (Cluny, Camaldoli, Montecassino, Cava, Montevergine), dalle offerte erogate dai vescovi in occasione delle visite pontificie ad limina apostolorum Nel secolo XII, i monasteri più importanti furono: cui fu abate Pietro il Venerabile Le scuole cattedrali erano: Sotto il controllo dei vescovi. In Francia le più importanti furono quelle presso le cattedrali di Reims, Orléans e di Parigi; in Inghilterra quella di Canterbury; in Spagna quella di Tolosa Le universitates in origine erano: Corporazioni e avevano 4 facoltà: quella delle Arti (Trivio e Quadrivio); quella di diritto (civile e canonico); quella di medicina; quella di teologia. Le più antiche furono a Bologna e a Parigi Lectio (lettura e commento delle opere di auctores autorevoli); Disputatio (esercitazioni di retorica inerenti la questio della lezione, coordinate dal baccelliere. Il giorno dopo avveniva la determinatio (sintesi dei lavori precedenti) e si esponevano le tesi. In alcune facoltà si tenevano prove pratiche Dispute di impegno particolare si tenevano sulle: Quaestiones quodlibetales che ogni magister aperte a qualsiasi argomento culturale (de quolibet), per cui magister e i suoi assistenti rispondevano prontamente alle domande dei presenti Nelle Università europee del Medioevo, i testi: Erano cartacei, e non più in pergamena; erano scritti in carattere gotico e divulgati co forte unione culturale e permetteva a insegnanti e alunni di spostarsi tra le Università lOMoARcPSD|17933808 La divulgazione culturale attraverso le lingue volgari: Esordì negli ambienti feudali dove il latino si Il movimento dei Valdesi: Fu fondato, verso il 1170, dal commerciante di Lione Pietro Valdo che donò i suoi beni ai poveri e si dedicò alla predicazione dei Vangeli. Pur scomunicati da Papa Lucio III (1184), Valdo e i seguaci (i «poveri di Lione») ebbero seguito numeroso in Francia meridionale, Germania e Lombardia. Nel medesimo atto di condanna furono individuati come eretici gli Umiliati e i Catari Il papa Onorio III ebbe la sensibilità di apprezzare la rivoluzione spirituale prospettata da: Due e dei Frati predicatori, istituito da Domenico dei Francescani: Ne temperò la povertà e ne modificò la caratteristica dello stato laicale dei frati. Dopo la canonizzazione di Francesco, nel 1228, il papa Gregorio IX dichiarò che i o generale Alberto da Pisa avviò la Chi ne faceva parte era esentato dal pagamento delle imposte per i possedimenti terrieri e sottratto alla giustizia dei pari; poteva tramandare agli eredi la propria condizione giuridica e ottemperava alle Paci di Dio e alla difesa dei deboli. Nel 1054, il Concilio di Narbona definì i cavalieri milites Christi destinandoli a combattere gli infedeli Il riconoscimento giuridico- Fu sancito da una giurisdizione in parte debitrice del diritto romano e di quello canonico; sanciva che il potere imperiale e quello regio costituissero la fonte del diritto e che il potere nei feudi fosse conferito in ragione della fedeltà politica e a fronte di obblighi (tra cui quello militare o il pagamento di tributi a corrispettivo del mancato servizio armato) Influì spalleggiati da Ariberto, si erano contrapposti ai piccoli feudatari (valvassores) che, spalleggiati guida di Lanzone, un capitaneus passato dalla parte popolare In continuità ideale con la Constitutio de feudis: Che aveva favorito la tendenza auto dissolutiva della società feudale, gli Statuti comunali portarono la medesima tendenza nelle città, quanto ai rapporti tra feudalità e ceti emergenti; alcuni statuti riducevano perfino le prerogative dei sovrani Organi di governo comunali erano: Il Collegio dei consules civitatis (stava in carica pochi mesi e non ma ampliatosi il numero degli aventi diritto, questo Consiglio maggiore (con potere deliberativo) designò un Consiglio minore (o degli anziani) che affiancava il console dalla casa di Baviera (Lotario) e di uno degli Hohenstaufen (Corrado III). Dopo accesa lotta, si convenne di eleggere (1152) Federico I, imparentato con entrambe le casate. Questi esordì (1153, Dieta di Costanza) proclamando la parità del potere temporale dei vescovi tedeschi lOMoARcPSD|17933808 La III crociata (1189-1192): Vide la partecipazione dei più potenti sovrani d'Occidente: Federico Barbarossa, Riccardo Cuor di Leone e Filippo Augusto e, tuttavia, non valse a permettere ai fedeli cristiani l'accesso a Gerusalemme che, infatti, rimase in mano ai Mussulmani La IV crociata (1202-1204) fu il concentrato dei paradossi delle crociate: Seminò morte per conquistare la cristiana Costantinopoli. A ciò si giunse in attuazione del proposito di papa Innocenzo III volto a ricondurre la Chiesa d'Oriente sotto la sovranità pontificia, e di quello del doge di Venezia al controllo mercantile dell'Adriatico e dell'Egeo. Nacque l'Impero latino d'Oriente, precario potentato di Baldovino di Fiandra, Venezia e di altri principi crociati La crociata dell'imperatore Federico II di Svevia: Scomunicato da Papa Gregorio IX, si concluse nel 1229 con la restituzione di Gerusalemme ai Cristiani, senza ricorso alle armi. Il patto stipulato da Federico II con il sultano del Cairo prevedeva però lo smantellamento di tutte le fortificazioni in città, e ciò favorì la conquista di Gerusalemme, nel 1244, da parte di una tribù di Turchi nomadi Luigi IX, il re che assurgerà agli onori degli altari: Fu il promotore e protagonista della VII (1248- 1254) e VIII (1270) crociata. Con esito infausto visto che i Mamelucchi, casta di schiavi-guerrieri, consolidarono il sultanato egizio, contro cui il re capetingio aveva indirizzato i crociati, e avviarono la conquista sistematica dei territori in mano ai cristiani. Le ultime città a cadere furono, nel 1291, Tiro, Sidone, Beirut e San Giovanni d'Acri Nominato Papa nel 1198, Innocenzo III: Attuò un programma teocratico di governo dicendosi essere non vicario di Pietro, come i suoi predecessori si erano detti, bensì addirittura vicario di Gesù Cristo. metaforicamente con Intervenendo nella successione del Regno di Sicilia: Che considerava un feudo ecclesiastico, Innocenzo III cercò di orientare a favore della Chiesa il piccolo erede alla corona imperiale, Federico uscito dalla minorità, conferì la corona del regno di Sicilia, nel 1208 Contro gli eretici, Innocenzo III fu: Molto determinato; in particolare contro i Catari della Provenza e Linguadoca (molti della città di Albi, nella contea di Tolosa della quale era signore Raimondo, e perciò crociata come strumento politico Il re di Francia Filippo Augusto (1180- del re di Francia Filippo Augusto; questi, nella battaglia di Bouvines (1214), prevalse e sottrasse Nella Dieta di Capua (1220), Federico II: Rivendicò i diritti regi e impose ai feudatari del Meridione quelle costruite su terre feudali dovevano essere abbattute, mentre per quelle sorte su terre demaniali il sovrano si riservava di acquisirle al patrimonio pubblico o abbatterle Contro i Saraceni che in Sicilia possedevano molti territori: Federico II mosse con successo violente spedizioni, tra il 1222 e il 1224. Deportati a Lucera, in Puglia, i Saraceni sconfitti poterono continuare a professare la propria religione; questo gesto di tolleranza di Federico fu premiato con la completa dedizione degli abitanti di Lucera che gli fornirono le guardie del corpo e molti contingenti militari Impegnato nella crociata in Terra Santa, Federico II: Stipulò, nel febbraio 1229, un trattato con il fedeli delle religioni del Libro. Questo esito della crociata esacerbò il papa Gregorio IX che organizzò Al trono del Regno di Sicilia: Nel 1258 ascese il figlio naturale, Manfredi, avversato dal Papa e da Luigi IX di Francia; la sorte del giovane svevo fu segnata dalla sconfitta a Benevento (1266), in cui figlio del morto imperatore Corrado IV, fu sconfitto in battaglia (Tagliacozzo) dai francesi e poi messo a morte Nella penisola iberica, la fase decisiva della reconquista contro gli Almoravidi e contro: Il regno Campeador, soprannome di Rodrigo Díaz de Bivar (1043-1099), capitano castigliano, eroe nella presa di Toledo e Valencia Alla metà del Duecento, in Spagna tre erano i regni maggiori: Catalogna. Vi fu una rinascita della vita economica e civile con la ripresa dei mestieri artigiani e e tra il XII e il XIII secolo si costituirono le prime Cortes Nel IX secolo, i Vichinghi: Che le popolazioni slave chiamarono Rus, fondarono, sotto la guida di Oleg, il principato di Kiev, una vasta dominazione territoriale che riuniva tribù degli Slavi de declino di questo principato data a partire dalla metà del secolo XI, in concomitanza con il fiorire di quelli di Novgorod e di Mosca Furono fiorenti; i Rus erano stati convertiti al Cristianesimo greco- -1015), dai missionari bizantini; il metropolita di Kiev doveva obbedienza a Costantinopoli I Mongoli, o Tartari secondo la denominazione araba, erano: Una popolazione seminomade. Si volsero verso Occidente sotto la guida del condottiero Gengis Khan, a partire dal 1220 conquistando la Mesopotamia, la Georgia e la Russia meridionale e, successivamente, la Persia, il principato di Kiev, -militare facevano centro alla capitale Karakorum dai mercenari turchi a servizio del sultano. Tra le ragioni della sconfitta, le tendenze separatistiche tra i discendenti di Gengis Khan E che comprendeva i territori della Cina e della Mongolia, raggiunse il massimo splendore quando a governarlo fu Kubilai (1260- 1294) che trasferì la capitale da Karakorum a Khanbalik (la città di khan), odierna Pechino. In Cina, i Mongoli assunsero la raffinata cultura degli autoctoni convertendosi al Buddhismo Nel IV secolo, la città di Mosca: Acquistò importanza dapprima rapportandosi con i Mongoli (il vicino il fiume Don, con una coalizione guidata dal principe Dimitri Nel secolo XIV si accesero, in Europa, epidemie: Focolai non simultanei ma diffusi, come nelle Fiandre dove perì circa un quinto degli abitanti contestualmente al secolare conflitto tra Francia e Inghilterra, e come la grande peste del 1347 che dall'Italia dilagò, fino al 1350, in tutto l'occidente. Ne conseguì una duratura contrazione demografica, fino alla fine del secolo XVI lOMoARcPSD|17933808 Rovinosi fallimenti finanziari: Colpirono, a metà del XIV secolo, le compagnie fiorentine dei Bardi, dei Peruzzi e quella dei loro soci bergamaschi, gli Acciaiuoli. Firenze soffriva, così, i contraccolpi della della guerra dei Cento anni Le compagnie di ventura, formazioni di soldati mercenari: Fin dalla seconda metà del XII secolo si loro capi, i condottieri). La necessità di assoldarli nasceva dal fatto che per la cavalleria feudale e per la prestare servizio militare Tra i mercenari che combatterono nel corso del XIV secolo: Restano tristemente famosi gli É Inghilterra, i mercenari non erano ammessi). In Italia, condottieri furono: il tedesco Werner di Urslingen, inglese John Hawkwood (Acuto), Alberico da Barbiano, Braccio da Montone, Muzio Attendolo Sforza, Erasmo da Narni (Gattamelata), Bartolomeo Colleoni, Francesco di Bussone (Carmagnola) Dopo la rinunzia di Papa Celestino V: Fu eletto Bonifacio VIII (1294-1303), della famiglia romana dei Caetani, avversato dai sostenitori della famiglia Colonna e dal re di Francia Filippo il Bello; questi non solo impose i tributi al clero francese ma ordì di fare catturare il Papa ad Anagni e di sottoporlo in Francia a giudizio All'inizio del secolo XIV, i re di Francia riuscirono ad esercitare il controllo sul papato: Facendo eleggere Papa un cardinale francese, Bertrand de Got, con il nome di Clemente V (1305-1314) e inducendolo a trasferire ad Avignone la Sede pontificia. Il periodo che è stato denominato della Cattività avignonese si concluse nel 1376, con il ritorno dei papi a Roma Dopo l'estinzione della dinastia degli imperatori svevi: Né Enrico VII (1308-1313) né di Ludovico il Bavaro furono in grado di restaurare la dignità imperiale, malgrado che il secondo fosse stato incoronato imperatore da Sciarra Colonna, rappresentante del popolo romano (ma contro il volere del papa). Maggiore successo ebbe Carlo IV di Boemia che, con la Bolla d'oro, affidò l'elezione degli imperatori a sette grandi elettori Enrico III (1216-1272), re di Inghilterra, confermò le prerogative politiche e fiscali: Riconosciute alla nobiltà, nel 1215, da re Giovanni Senza Terra; anche dispose che il Parlamento (nel quale ammise due rappresentanti della piccola nobiltà per ogni contea e due borghesi per ogni città della corona) fosse articolato in Camera dei Pari (alta nobiltà e prelati) e Camera dei Comuni cioè della bassa nobiltà, del basso clero e dei rappresentanti delle città La Guerra dei Cento anni ebbe inizio nel 1337, quando Edoardo III: Reclamando il trono francese dopo l'estinzione della dinastia dei Capetingi, sbarcò in Fiandra. L'evento decisivo di questa fase della guerra si ebbe nel 1346, quando a Crecy gli arcieri e i balestrieri inglesi distrussero la lenta cavalleria francese. Con la pace di Bretigny (1360) Edoardo conservò i territori invasi (circa 1/3 della Francia) dietro formale rinuncia al trono La fase conclusiva della Guerra dei Cento anni ebbe inizio nel1415 con lo sbarco di re Enrico V: Lancaster in Normandia, a sostegno del duca di Borgogna Giovanni Senza Paura, contro il re di Francia Carlo VI. Questi, perduta la Francia nord-occidentale e Parigi riconobbe Enrico re di Francia. Dal 1429, una pastorella, Giovanna d'Arco, guidò la riscossa francese che si concluse con la liberazione di Parigi (1436); agli inglesi rimase il distretto di Calais Nell'Inghilterra sconfitta e umiliata, per ipotecare la successione al trono del malato re Enrico VI: Si accese una lotta tra i sostenitori della casa degli York (avevano come simbolo una rosa bianca) e lOMoARcPSD|17933808 membri delle famiglie che negli ultimi 4 anni non ne avessero fatto parte. Altro organo istituzionale era il Consiglio dei Dieci Il Tumulto dei Ciompi: Scoppiò nel 1378, ad opera dei cardatori della lana che ottennero di nominare un loro gonfaloniere, Michele di Lando. In una prima fase, questi riuscì a imporre l'istituzione delle Arti dei tintori, farsettai e ciompi. L'esperienza ebbe termine per contrasti interni alle nuove Arti, e per la reazione delle famiglie degli Albizzi e degli Strozzi Nel secolo XV, resa potente dagli affari in Oriente, Venezia: Era vista con timore, e si ebbero fasi e alleanze alterne a favore o contro Venezia. Alla morte di Filippo Maria Visconti, Venezia occupò Lodi e Piacenza; allora Milano conferì la signoria a Francesco Sforza (1450) e questi mosse, in alleanza con Firenze, contro Venezia (alleata con Alfonso d'Aragona). Nel 1454, Francesco Sforza e Venezia stipularono la durevole Pace di Lodi La Firenze di Lorenzo e Giuliano dei Medici: Resta nella storia come immagine dell'Umanesimo. I due fratelli, nipoti di Cosimo, ressero la città dal 1469 e dovettero subire, nel 1478, una congiura ordita dalle maggiori casate fiorentine guidate dai Pazzi e appoggiata dal papa. Tra il 1485 e il 1492, Lorenzo fu l'ago della bilancia dell'equilibrio italiano, grazie all'alleanza con Milano e Napoli L'amministrazione viscontea della signoria regionale di Milano: Era strutturata su tre organi: il Consiglio di giustizia, tribunale di appello rispetto alle magistrature locali; il Consiglio segreto, per gli affari politici; la Camera ducale, per gli affari finanziari e tributari In Scandinavia tra il X e l'XI secolo: Si formarono i regni di Danimarca, Norvegia e Svezia. L'influenza di tedeschi e inglesi vi orientò gli ordinamenti sociali ed economici al modello feudale, e i tre regni furono evangelizzati da predicatori cristiani provenienti dalla Germania. Nel 1397entrarono a costituire l'Unione di Kalmar Praga fu la residenza dell'imperatore Carlo IV di Boemia: E, dal 1348, sede della prima università dell'Europa centrale. In questa epoca crebbe il sentimento di un'identità boema che, con la predicazione di Giovanni Huss, espresse anche una chiesa nazionale ostile al papato (del quale criticava la corruzione spirituale) e all'Impero, al quale i boemi chiedevano maggiore autonomia Dopo la conclusione delle Crociate, l'ordine religioso dei Cavalieri teutonici: Intraprese un'opera di evangelizzazione tra le popolazioni pagane oltre l'Elba e lungo le coste del Baltico, e assunse, nel nome dell'Imperatore, il potere feudale in Pomerania e Prussia orientale. L'Ordine era guidato dal Gran Maestro, eletto dai maestri provinciali (di Livonia, Prussia, Germania, Apulia, Acaia, Armenia) che componevano il Capitolo generale Le origini della Polonia, dall'aggregazione di popolazioni slave: Datano nel X secolo, all'epoca del regno di Boleslao il Prode. Casimiro il Grande (1333-1370) diede unità al regno e prestigio alla capitale Cracovia, limitò il peso politico della nobiltà feudale, creò un ceto di funzionari di diretta dipendenza dalla Corona, mise ordine nell'amministrazione giudiziaria, migliorò le condizioni dei ceti rurali L'invasione dei Màgiari in Ungheria fu dirompente e, però, all'inizio del nuovo millennio: Fu bene assimilata, grazie al re Stefano I. I Magiari già convertiti al Cristianesimo, si riconobbero (1001) vassalli di papa Silvestro II, e Stefano intraprese una politica di conquiste che i successori completarono con la temporanea acquisizione della Boemia e della Croazia Agli inizi del IX secolo, i Bulgari, popolazione turca: Si insediarono nei Balcani. Al tempo dell'imperatore Basilio II (976-1025), riconoscendosi sotto la sovranità bizantina, i Bulgari si sottomisero al patriarca della Chiesa cristiana di Costantinopoli. L'autonomia dai bizantini, l'ebbero con una insurrezione del 1185 che portò alla nascita del Regno di Bulgaria; per un certo periodo governarono Valacchia, Albania e Macedonia lOMoARcPSD|17933808 Nel XV secolo, Ivan III, il Grande: Diede alla Russia un saldo ordinamento interno e una spinta espansiva a danno dei Mongoli. Ebbe la collaborazione del Metropolita di Mosca e del Sinodo dei vescovi, in quanto la Chiesa russa rivendicando l'autonomia sia da Roma che da Costantinopoli si era messa interamente sotto la protezione degli zar e propagandava Mosca come «terza Roma», futura guida della Cristianità Durante il XIII secolo, popolazioni turche, per sfuggire ai Mongoli, si stanziarono: In Anatolia islamizzandola. In seguito alla battaglia dei Dardanelli (1345), l'avanzata degli Ottomani nei Balcani fu inarrestabile; nel 1430 tolsero Salonicco ai Veneziani e puntarono su Costantinopoli. Il sultano Maometto II assediò la città nell'aprile del 1452 e dopo un anno aprì una breccia a Porta San Romano; l'imperatore Costantino XI morì combattendo Dopo la conquista di Costantinopoli, Maometto II piegò la resistenza cristiana: Nei Balcani. Si impadronirono della Serbia (1457 - 1459), della Morea (1460), di Sinope e Trebisonda (1461), della Bosnia (1462 - 1465), di Negroponte (1470), di Caffa (1475) e delle isole Ionie (Santa Maura, Cefalonia e Zacinto,1477). Nel 1479, Venezia si piegò ad accordarsi coi Turchi Presso i Turchi: Il potere politico e religioso era concentrato nelle mani del sultano che delegava a suoi funzionari mansioni sia politiche che militari. Nei riguardi delle popolazioni sottomesse v'era tolleranza potendo i non musulmani osservare il proprio culto a fronte del pagamento di una tassa; non erano, però ammessi al servizio nell'esercito; questo era, invece, obbligatorio per i mussulmani La scelta di Avignone per la sede pontificia ebbe per il papato: Alcuni vantaggi trovandosi la città provenzale al centro di una rete di vie di comunicazione con il cuore dell'Europa e offrendo ai pontefici di operare al riparo dagli intrighi della nobiltà romana. Ciò consentì di organizzare la curia in modo da accentrare nel papa la scelta delle alte gerarchie ecclesiastiche e l'assegnazione dei benefici, riducendo gli spazi di autonomia delle chiese locali Il ritorno a Roma della sede papale fu negli auspici: Di Dante che accusava la Chiesa, soprattutto quella avignonese, di essersi distolta dalla missione spirituale; di Marsilio da Padova che, nel Defensor pacis, accusava la Chiesa di essersi allontanata dagli ideali del Vangelo; di Santa Caterina da Siena; di Brigida di Svezia; di Petrarca Il movimento, a carattere pauperistico, degli Apostolici: Sorse nel 1260, con la denominazione Ordo apostolarum. La Chiesa cercò di limitarne il proselitismo emanando, al Concilio di Lione del 1274 regole restrittive per tutti i nuovi Ordini mendicanti. Tra le guide del movimento, il fondatore fu condannato al rogo e Dolcino da Novara preferì trasferire la comunità in Valsesia Giovanni Wyclif: Fu un colto teologo riformatore (per primo tradusse la Bibbia in inglese) che predicava contro la mondanizzazione della chiesa di Roma denunciandone i privilegi e le ricchezze; riteneva che i sacramenti dell'Eucarestia e della Confessione non avessero fondamento dottrinale adeguato, come anche contestava ai papi il potere di imporre le decime e di comminare le scomuniche Con la conclusione della Cattività avignonese e il ritorno a Roma: Di Gregorio XI (1377), il dissidio tra i cardinali della "obbedienza avignonese" (fautori della permanenza della Santa sede in Francia) e i cardinali della "obbedienza romana" non si spense. Alla morte di Gregorio XI, fu eletto papa il cardinale barese Bartolomeo Prignano, Urbano VI. I cardinali filo-francesi gli contrapposero come antipapa Clemente VII che si insediò ad Avignone Nel concilio di Costanza: Del 1414-1415, prese corpo ufficialmente, con il decreto Haec Sancta, la dottrina secondo la quale il concilio trae la sua autorità direttamente da Cristo. Due anni dopo, il decreto Frequens stabilì che i concili generali si sarebbero dovuti riunire periodicamente, a cadenza decennale. Si trattava di due importanti decisioni intese a condizionare il carattere monocratico del papato Le tesi dei teologi e dei cardinali anti conciliaristi: Furono sostenute, tra altri, da Niccolò da Cusa, Giovanni di Torquemada, Enea Silvio Piccolomini. Quest'ultimo, eletto papa, emanò, nel 1460, la bolla Exsecrabilis, nella quale riaffermò il ruolo del papato come guida suprema della cristianità escludendo che il concilio potesse essere un organismo permanente e sovraeminente al papa La conclusione della controversia tra conciliaristi e anticonciliaristi: Si ebbe al Concilio di Basilea (1431) indetto da Eugenio IV; questi, temendo il prevalere della tesi per cui il concilio può esso stesso esercitare, con propri organi, il governo della Chiesa, ostacolò la prosecuzione dei lavori. Nel 1439, i conciliaristi gli contrapposero un antipapa, Felice V, nella persona dell'ex duca Amedeo VIII Agli inizi del XV secolo, la Chiesa nazionale francese: Mise in discussione la superiore autorità del papa e sue prerogative, quali: la tassazione dei beni ecclesiastici francesi, l'entità delle decime da versare alla curia pontificia, le scelte per la nomina alle alte cariche ecclesiastiche (quali vescovati e abbazie), le competenze dei tribunali ecclesiastici, la rappresentanza francese all'interno del collegio cardinalizio Fu il re Carlo VII a porre le premesse: Dell'autonomia della Chiesa Gallicana dal papa; convocò tutto il clero francese, nel 1437, in un sinodo nazionale, e decretò, a tutela dell'autonomia della Chiesa nazionale dall'ingerenze di quella romana, che il Papa non potesse più assegnare benefici feudali né scegliere i vescovi e gli abati degli ordini monastici Durante il lungo regno di Filippo Maria Visconti: Dal 1412 al 1447, il ducato di Milano attuò una politica espansionistica in Veneto e Romagna servendosi dei condottieri Francesco Sforza e Niccolò Piccinino. Contro Firenze coltivò l'alleanza di Lucca e Siena; per lunghi periodi fu in guerra contro Venezia e il Ducato di Savoia Venezia intraprese una politica espansionistica: Durante il dogado di Francesco Foscari, tra il 1423 e il 1457, nel patriarcato di Aquilea e di Zara, nel ravennate e nei territori degli Scaligeri, dei Visconti e dei Carraresi. Queste imprese furono facilitate dall'alleanza con i duchi di Savoia e il re di Napoli e contrastate da Francesco Sforza La Pace di Lodi: Del 1454, consentì un lungo periodo di pace nella Penisola, fino al 1494. Fu accompagnata con la formazione della Lega Italica alla quale aderirono Milano, Venezia, Firenze e, successivamente, il papa e il re di Napoli Giunto al potere a Firenze, alla morte del padre Pietro: Nel 1469, Lorenzo dei Medici cercò di mettere sotto controllo le prerogative delle istituzioni comunali e fu costantemente in conflitto con altre famiglie di maggiorenti, in particolare con quelle dei Pitti e dei Pazzi (favoriti, questi, dal Papa Sisto IV). Nel 1478, sicari assoldati dai Pazzi si avventarono su Lorenzo e suo fratello Giuliano; il primo sopravvisse, Giuliano fu ucciso Una periodizzazione storiografica: Distingue, nel Rinascimento, una prima fase, quella dell'Umanesimo, che coincide all'incirca con il Quattrocento, ed è l'epoca della rinascita dell'interesse per l'antichità, della riscoperta dei classici e della filologia, degli studia humanitatis e del canone dell'imitazione, e una seconda fase, quella del Rinascimento vero e proprio, nei primi decenni del Cinquecento Il Mecenatismo nel Rinascimento: Fu particolarmente presente nelle corti di Firenze e Roma. Intorno ai Medici e ai papi si raccolsero, come ospiti, gentiluomini, dignitari, funzionari, intellettuali, filosofi, dell'imperatore Augusto (I secolo a.C) Il Rinascimento comportò una concezione del mondo e dell'uomo: Differente rispetto a quella caratteristica della civiltà alto medievale; questa, teocentrica, quella rinascimentale antropocentrica lOMoARcPSD|17933808 Giacomo di Vitry: Vescovo di Acri, ha raccontato delle buone relazioni intercorse tra Franchi e Saraceni nei trent'anni di governo musulmano della città santa (1187-1217) Amerigo di Lusignano: Regnava su Gerusalemme all'inizio del XIII secolo L'appellativo poulains, attribuito a cristiani abitanti in Siria: Ha incerta origine, dalla parola «pulcini» (i nuovi arrivati in Terra Santa) o dalla provenienza dalla Puglia Sono denominati poulains: I cristiani di Siria nati dall'unione di Franchi e donne siriane, saracene, armene, greche Il bisante era una moneta: Aurea di Bisanzio; fu introdotta in Europa dopo che i crociati presero Costantinopoli La consistenza numerica approssimativa della popolazione in tutta Europa: E' stimata intorno alle 150mila persone All'epoca della conquista di Saladino, il tempio di Gerusalemme: Fu profanato (ne fu distrutta la croce d'oro che sormontava la cupola) I frati cavalieri Templari: Sono così denominati con riferimento al compito di custodire il Tempio di Salomone Petra o Pietra del Deserto: E' il nome della città fondata dai crociati nel 1140; il nome arabo è Karak de Moab La comunità cristiana, al tempo di Federico II: In Egitto era numerosa, guidata dal patriarca di Alessandria, lo era ugualmente tra gli Abissini Tra i fedeli mussulmani: E' diffusa la credenza che Mosè e Cristo siano stati profeti di Dio I Melchiti: Sono cristiani sririani, così nominati pechè si affidano alla guida del re (melk) di Costantinopoli La popolazione armena esprimeva, al tempo delle crociate: Una chiesa cristiana dalla forte identità nazionale (utilizzava la lingua armena nella liturgia) e però obbediente alla Santa Romana Chiesa (e non a quella greca) Cesarea di Filippo è la denominazione: Di una antica città (Dan) alle pendici dei monti del Libano, cui Nazaret E' situata all'entrata della Galilea verso Ovest, vicino alla fonte di Sephor, limpida, apprezzata dai re di Gerusalemme per il ristoro dell'esercito La jizya: E' il tributo che i cristiani dovevano agli occupanti mussulmani in cambio della libera professione di fede In Egitto, Abissinia e Nubia, nel XIII secolo: Permaneva una numerosa comunità cristiana e il clero monastico attivava circa 180 monasteri Luoghi citati nei vangeli di Cristo: Tra i quali Betlemme (città natale di Gesù) e Hébron (dove si venerano le tombe dei patriarchi Adamo, Abramo, Isacco e Giacobbe) erano, all'epoca delle crociate, ancora abitate dai cristiani e onorate di culto All'inizio dell'assedio di Damietta: Al-kamil si mostra disposto a concordare e perfino a restituire tutti i territori che erano stati conquistati dal Saladino lOMoARcPSD|17933808 La flotta crociata viene indirizzata: Da Giovanni di Brienne contro l'Egitto deviandola dall'obbiettivo in Terra santa Il piu fiero oppositore all'accordo tra cristiani e musulmani: E' il legato apostolico vescovo Pelaggio che vede imminente la conquista della terra del Faraone La crociata di Damietta si è sviluppata: Interamente in assenza di Fedrico II, gestita dal re di Gerusalemme e dal sultano d'egitto che concordano una tregua di otto anni Giacomo di Vitry, Vescovo che narra gli eventi della crociata: Attribuisce ad al-kamil la celebre malizia degli orientali: infatti crea discordia tra i crociati italici , Templari e Ospedalieri e i crociati francesi, inglesi e teutonici Entrando nella città di Damietta, i franchi: Trovano all'interno delle doppie mura difese con trentadue torri soltanto 3000 superstiti dei settantamila che l'abitavano originariamente La conquista di Damietta avviene: Avviene senza un saccheggio, con la promessa che re Giovanni tratti gli abitanti come avviene per gli altri musulmani nel regno di Acri La perdita del porto di Damietta: E' un duro colpo che al-kamil giustifica con la sproporzione degli eserciti in campo ( 40.000 cavalieri musulmani contro oltre 200.000 crociati) Dall'oriente asiatico: L'impero musulmano e' minacciato dai Selgiuchidi che minacciano i territori di Aleppo e dai Tartari di Gengis-Khan che entrano in Iraq Al-Mansura: E' la fortezza (il nome significa la Vittoriosa) con la quale il sultano d'Egitto al-kamil si propone di salavare il proprio esercito dopo la sconfitta di Damietta Profezie in lingua araba e aramaica: Sono contenute in due testi rinvenuti presso Damietta e in Siria; annunciano che la giustizia divina si abbatterà sui mussulmani per mano di due re, uno d'Oriente e l'altro d'Occidente Il prete Gianni: E' un mitico maestro nestoriano del secolo XI, citato in un testo arabo fatto tradurre da Pelagio per infondere fiducia nei crociati sull'aiuto provvidenziale che verrebbe da Oriente; v'è anche La spartizione del bottino di guerra raccolto a Damietta: Produce tra i crociati forti contrasti: i romani e i latini si rivoltano in armi contro i Francigeni e il cardinale legato; a sedare lo scontro sono i frati degli Ordini secolari e i cavalieri d'Oltremare Re Giovanni di Brienne reclama il trono d'Armenia e: Fa valere con le armi il diritto della moglie Stefania d'Armenia alla successione del re Leone, suo padre: la questione dinastica prevale, in Giovanni, sull'impegno bellico contro il sultano d'Egitto La figura del legato pontificio Pelagio è considerata nella storiografia con giudizi contrastanti: Se Mayer lo giudica poco acuto e testardo nella gestione politica della crociata, altri storiografi adducono l'attenuante che si sia trovato a prendere decisioni in assenza dell'imperatore, e ne lodano la determinazione nel condurre la spedizione in Egitto Per sopravvenute difficoltà politiche in Germania, Federico II: Chiede una proroga al viaggio in Terra santa; lo preoccupano i disordini tra l'arcivescovo Sigfrido di Magonza e il langravio Ludovico di Turingia, e tra i ministeriales e il conte Egenone d'Urach Enrico, rex romanorum: Fu investito dal padre, Federico II, dei titoli feudali del ducato di Svevia e del rettorato della Provenza; non di meno, oppostosi ripetutamente alle politiche del padre, morì in carcere lOMoARcPSD|17933808 Il 22 novembre 1220: Federico II entra a Roma con la moglie Costanza e cinge a San Pietro la corona dell'impero; nella medesima circostanza rinnova l'impegno della crociata per la liberazione del Santo sepolcro A tre anni dall'inizio della Crociata di Damietta: La situazione militare è di stallo: Giovanni di Gerusalemme dirotta i suoi armati in Armenia; Federico II è rimasto in Europa; dimentichi dei doveri militari, i crociati conquistatori di Damietta sono sorpresi da sortite degli egiziani, perfino in territorio palestinese Le rivolte dei baroni e dei Saraceni in Sicilia: Sono represse con difficoltà da Federico II perché fomentate dal governatore di Tunisi Abd al-Wahid, fondatore della dinastia hafsida e protagonista di iniziative politiche non sempre in linea con quelle del califfato almohade La proposta strategica di Giovanni di Brienne: Che giunge a Damietta con cavalieri ciprioti e gerosolimitani è di non inoltrare l'esercito crociato nel Delta del Nilo, come è, invece, la proposta del legato apostolico e del duca di Baviera. Brienne si uniforma a questa scelta piuttosto che abbandonare l'esercito cristiano La campagna dell'esercito crociato lungo il canale del delta del Nilo: Inizia nel giugno 1221. Pelagio dispone di 630 navi, 5000 cavalieri, 4000 arcieri, 40000 fanti Il sultano d'Egitto al-Kâmil: Preoccupato per la consistenza numerica dell'esercito crociato che era giunto dinanzi alla fortezza di al-Mansûra, offre una tregua e la restituzione dei territori recentemente conquistati nel Sâhel Aprendo le dighe costruite, a ritmi forzati, sul Nilo: Gli egiziani riescono a convogliare la piena del fiume sull'esercito dei Franchi; impantanano i fanti fino alle ginocchia e catturano lo scalandrone del legato apostolico e una nave dei Templari La quinta crociata si conclude con una pace di otto anni, a partire dal 30 agosto 1221: E' concordata dal sultano d'Egitto con re Giovanni di Gerusalemme, con il legato papale e col vescovo di Acri; le due parti liberano più di 30.000 prigionieri catturati nelle crociate in Siria, in Palestina e in Egitto, e restituiscono reciprocamente terre conquistate La procedura di avvio della tregua concordata tra il sultano d'Egitto e Giovanni di Brienne: Comporta che questi sia trattenuto in ostaggio insieme a 23 nobili; 20 familiari del sultano restano ostaggi nel campo cristiano per il tempo necessario all'arretramento dei crociati; successivamente il re di Gerusalemme può rientrare ad Acri omaggiato di cibo per la popolazione in Siria Gli effetti del temporeggiare di Federico: Appaiono rovinosi, ai principi della Chiesa e ad alcuni cronisti, e l'Imperatore si toglie la responsabilità della riconsegna di Damietta al Sultano attribuendola ai luogotenenti che aveva tardivamente inviato a Damietta munendoli dei proventi della decima raccolta nel regno di Sicilia Le scelte dell'Imperatore Giovanni, nella gestione della crociata di Damietta: Sono state variamente giudicate. Alcuni storici moderni, ritenendo che il Cairo potesse essere occupato e il sultanato d'Egitto distrutto, accusano Giovanni di Brienne pur valoroso in battaglia -di irresolutezza e scarsa personalità Le scelte del legato Pelagio, nella gestione della crociata di Damietta: Sono state giudicate negativamente evidenziandosi l'arroganza di Pelagio e la inadeguatezza come stratega per avere spinto l'esercito crociato nell'insidioso reticolo di canali nel delta del Nilo lOMoARcPSD|17933808 investitura feudale del regno siciliano perché ha privato i milites Christi del Tempio e dell'Ospedale dei beni in Sicilia Una soluzione diplomatica alla imminente crociata: E' preparata tra Federico II e il sultano d'Egitto. Per tutto il 1228 v'è scambio di diplomatici tra le due parti: l'arcivescovo di Palermo ritorna dall'Egitto con diversi doni, e al-Kâmil invia, ospite nella magna curia di Palermo, un suo negoziatore La nobile famiglia romana dei Frangipani: Funge, a Roma, da sponda al disegno politico dell'Imperatore cui si stringe con vincoli di interesse. Nel 1228, subito dopo la Pasqua, i Frangipani sobillano il popolo contro il papa; questi fugge dall'Urbe, a Viterbo e Rieti, inseguito dai Romani Gregorio IX minaccia di deporre l'imperatore e gli crea difficoltà politiche: In l'Italia centrale (segnatamente a Roma) e nel regno di Sicilia (che si propone di invadere) poiché intende vendicare i nobili a lui fedeli delle angherie, anche crudeli, che Federico ha loro comminato L'imperatrice Isabella di Brienne muore di parto (giugno 1228): A Federico lascia il neonato cui Federico, avuta la notizia della nascita all'atto di lasciare Brindisi alla testa della flotta crociata, impone il nome Corrado Il saggio e giusto sultano d'Egitto: Mira alla pacificazione delle sue terre quanto l'imperatore, in uno spazio euro-mediterraneo aperto allo scambio diplomatico e mercantile, caratterizzato dalla coesistenza e dalla convivenza di culture e popoli differenti e dal pluralismo religioso La navigazione della flotta federiciana nel passaggio gerosolimitano: Con 40 galere, inizia da Brindisi, nel giorno della vigilia di san Pietro del 1228 e si conclude a settembre nel porto di Acri Portolani e registri notarili documentano che, nel Duecento: La navigazione delle tratte mediterranee di collegamento tra l'Occidente e l'Oriente, utilizzate per il commercio e il trasporto dei crociati, è facilitata da molto raffinati saperi tecnici di navigazione Il Breve Chronicon de Rebus Siculis: Di anonimo compilatore, contiene la narrazione dell'iter hierosolymitanum, una sorta di minuzioso diario di bordo che può essere definito un vero e proprio registro di navigazione Fin dalla prima tratta, quella nel mare ionico: La navigazione della flotta imperiale fa segnare la perfetta costanza tra tempo impiegato e spazio percorso (un giorno di traversata equivale a cento miglia marittime) La tratta ionica del viaggio verso la Terra santa riserva: A Federico II, la molto amichevole accoglienza di vecchi alleati e potenziali nuovo alleati; in primis di Venezia, egemone ovunque nello Jonio e nel Mediterraneo orientale, ed anche del conte Orsini, di Teodoro l'Angelo, del Conte di Cefalonia, del sovrano d'Epiro, e di altri Le tappe del viaggio di Federico II attraverso i domini veneziani: Sono, inizialmente quelle di Modone, Citera e Creta; l'Imperatore vi incontra i nobili, i funzionari, gli abili mercanti della Serenissima ed esperti marinai veneti, sentinelle dell'Adriatico Con la IV crociata (1204), Venezia: Dirottandone l'obiettivo contro l'Egitto, aveva sviluppato la propria potenza politica e commerciale nello Ionio, nell'Egeo e nell'Oriente cristiano e vi aveva insediato le famiglie venete La sosta di Federico II a Creta: E' tra le più lunghe e impegnative, trovandosi l'Imperatore a dovere mediare tra gli interessi dei suoi preziosi alleati veneziani e l'interesse legittimo della comunità greca isolana che si era ribellata appellatandosi all'imperatore Giovanni Vatatzés perché contenesse l'egemonia dogale sull'isola lOMoARcPSD|17933808 La sosta nell'isola di Rodi: E', per Federico II, occasione per riprendere le relazioni diplomatiche con il basileus di Nicea. Inoltre è occasione, per il governatore Cesare Leone Gabalas, per favorire l'amicizia tra le comunità greco-cretese e i veneti al seguito dell'Imperatore, e quindi con la comunità veneta di Rodi Il rapporto tra l'Imperatore e la repubblica marinara di Genova: Si mantiene nei binari della diplomazia, pur essendo reso difficile dalla solida alleanza dell'Imperatore con le due repubbliche marinare antagoniste di Genova, nel Mediterraneo: Venezia e Pisa (che appone lo stemma imperiale nelle vele delle proprie navi) La tappa di Cipro, è la più impegnativa politicamente per Federico II che: Sbarcato nell'isola, convoca il giovane re Enrico e il signore di Beirut che, nel tempo necessario a coprire i 60 km che separano la capitale dal porto occidentale dell'isola, si recano da Nicosia a Lemesòs per prestare omaggio a Federico II La potestas regalis su Cipro: Era stata conferita, nel 1192, dall'imperatore Riccardo Cuor di Leone a Guido di Lusignano e poi, nel 1194, dall'Imperatore Enrico VI ad Amerigo di Lusignano Giovanni d'Ibelin: Profittando della debolezza del regno di Acri, amministrava liberamente la città di Beirut senza chiedere disposizioni a re Giovanni di Brienne; adesso che amministra il regno d'Acri, Federico pretende di verificare l'operato, anche pregresso, di Giovanni d'Ibelin Diritto imperiale e diritto consuetudinario cipriota: Non coincidono, nel caso specifico della divergenza tra Federico e Giovanni d'Ibelin. Fin dal tempo di Goffredo di Buglione, a Cipro e nel regno gerosolimitano sono raccolte e tramandate oralmente coutumes in ius publicum peculiari, che hanno valore di legge consuetudinaria Alcuni precedenti politici degli Ibelin: Preoccupano Federico II. Famiglia tra le più influenti dei Regni Crociati, al tempo di re Enrico VI aveva conteso con i Barlais. Giovanni d'Ibelin, che amministrava Beirut in modo autonomo da re Giovanni di Gerusalemme, non aveva prestato l'omaggio feudale all'Imperatore a Brindisi Negli anni successivi al rientro dell'Imperatore dalla Terra santa: Gli Ibelin continueranno ad opporsi alla politica di Federico II intralciando l'amministrazione del luogotenente imperiale Riccardo Filangieri La flotta imperiale giunge in Siria nel settembre 1228: Attraverso il porto di Gazi Magusa, approdando ad al-Batrun; successivamente, attraverso Beirut, Sidone e Sarafand raggiunge i crociati (che avevano edificato castelli a Sidone e a Cesarea) Federico è riconosciuto, in Siria, quale balivo legittimo del regno di Gerusalemme: In quanto è il reggente del piccolo Corrado, il figlio avuto da Isabella Brienne-Boulogne, la figlia di Giovanni di Brienne, morta nel partorire Corrado Il modello federiciano di governo dei territori d'Oltremare: E' rispettoso della mappa feudale di quei territori. L'Imperatore assegna i benefici cercando il consenso dei signori del regno Al termine della VI crociata, ritornando in Europa, Federico II: Concede piena fiducia alla nobiltà d'Oltremare a un cui esponente, Baliano di Sidone, affida la carica di balivo; inoltre affida a Guarniero l'Alemanno e ai cavalieri teutonici un preciso ruolo nel mantenimento della pace nei luoghi santi L'ingresso di Federico II a San Giovanni d'Acri: Avviene nel tripudio delle acclamazioni del popolo cristiano, baronato latino compreso; permane, tuttavia l'ombra di una crociata, la sola, priva del gradimento del Papa, guidata da uno scomunicato lOMoARcPSD|17933808 I Maestri degli ordini cavallereschi: Ai propri cavalieri danno ordine di tenersi in posizione distante un giorno di marcia dalle truppe guidate da Federico Tra la corte di Federico II, quella di al-Kâmil e di al-Ashraf a Gaza, e quella di al-Nâsir a Nabûlûs: Si sviluppano, contestualmente alla crociata, contatti diplomatici. A Giaffa, gli ambasciatori imperiali ed egizi si alternano tra la corte federiciana e quella sultanina, dopo i precedenti incontri a Palermo, al Cairo, a Sidone e ad Acri Sono tra le componenti importanti dell'esercito del regno di Gerusalemme: I cavalieri Ospedalieri e Templari, i frati-cavalieri, gli imperiali, i pellegrini Gregorio VII vuole togliere all'Imperatore che è partito per la crociata in Terra santa: La Sicilia, possesso feudale dei papi. Allo scopo, istiga contro Federico II i baroni meridionali e invia nell'Isola, alla testa di mercenari clavesignati, il cardinale Giovanni Colonna e quel Giovanni di Brienne che Federico aveva privato della corona gerosolimitana La convivenza interreligiosa, a Gerusalemme: Comportava la tutela da parte dell'Imperatore per i fedeli di entrambi i culti e l'affidamento esclusivo della spianata della Cupola della roccia e della Moschea al- Date importanti, nella storia delle crociate, sono: Il 18 febbraio 1229, quando è sottoscritta la pace di Giaffa, e il 17 marzo 1229 quando Federico II entra a Gerusalemme dando compimento allo scopo di tutte le crociate fin dall'appello di Clermont: il libero accesso ai Luoghi santi e la loro pacifica custodia L'accoglienza alle clausole del Trattato di Giaffa è contrastante: Un commento negativo esprime il legato apostolico Gerardo; lo stesso fanno i Maestri del Tempio e dell'Ospedale. Il maestro dei Teutonici confuta le tesi di Geroldo, e critica l'interdetto; Ermanno di Salza elogia la consegna di Gerusalemme ottenuta da Federico II Manchevolezze nell'accordo di Giaffa, criticate dai baroni regnicoli, sono: Di non avere concordato la consegna ai cristiani delle fortezze in Cisgiordania, esponendo Gerusalemme alla facile riconquista araba; di avere abbandonato nelle mani degli infedeli alcuni Luoghi santi; di non avere recuperato alcuni feudi Un vantaggio che al-Kâmil ricava dalla Pace di Giaffa è: Che estende la sua autorità su tutto il Sâhel, sul Medio Oriente e sul Diyâr Mudar: una situazione ben diversa rispetto all'epoca della crociata di Damietta, quando il sultano aveva dovuto richiedere aiuto ad altri potentati mussulmani e aveva subìto un complotto In pellegrinaggio a Gerusalemme: Federico II vi si ferma per due giorni. Su disposizione del sultano al-Kâmil, gli sono consegnate le chiavi della città e, trattato con tutti i riguardi delle prerogative regie, è accompagnato nella al-Qûds Del pellegrinaggio di Federico II a Gerusalemme: Ci resta il racconto di un cronista arabo il quale anche riporta l'episodio del muezzin che recita ad alta voce, da un minareto attiguo all'alloggio di Federico, passaggi del Corano contro i Cristiani; per rimediare all'offesa arrecata, il sultano d'Egitto dispone che nel giorno successivo l'invito alla preghiera sia sospeso Nei regni del Mediterraneo del Duecento: La professione di un credo religioso differente dal quello del sovrano era tollerata dietro imposizione di un tributo pro capite; così avveniva in Sicilia e in tutto il Mediterraneo, compresi i regni di Egitto e di Gerusalemme Nel Duecento, la Magna curia di Palermo: E' culturalmente caratterizzata in analogia con le corti di Damasco, Toledo e delle maggiori capitali cristiane e musulmane. Federico II, alla ricerca della lOMoARcPSD|17933808 Il Liber augustalis: O Costituzioni di Melfi, è la Summa della concezione federiciana sul progetto di riforma della pace nel regno siciliano; sorprendentemente, Gregorio IX l'accoglie senza proteste. Anche l'imperatore è ben disposto a comporre i conflitti, e per quello nell'Italia centro-settentrionale incarica il fidato Ermanno di Salza a risolverlo con l'incaricato del Papa, cardinale Ottone Federico riprende l'attività diplomatica: Su invito del doge, si ferma cinque giorni a Venezia, accolto con fasto nella città lagunare dove visita la basilica di San Marco, e ricolma i veneti di diversi privilegi per la fedeltà dimostrata e per l'aiuto prestato durante la crociata. Poi si reca ad Aquileia presso l'amico patriarca Bertoldo Il rapporto tra Federico e il figlio Enrico VII: Si consuma in modo drammatico. Il giovane non si impegna adeguatamente per forzare i valichi alpini chiusi dai Veronesi ai principi tedeschi chiamati in soccorso da Federico e del papa stesso; per di più, sigla un'alleanza con la Lega lombarda. Federico lo raggiunge aggirando le Chiuse di Verona, lo assedia a Worms, lo depone da re, lo relega in un castello del marchese Lancia, in Sicilia La dieta di Magonza: Celebrata il 15 agosto 1235, è uno dei momenti di maggiore potenza e gloria, per Federico II: alla presenza di 4 re, 14 principi e 30 vescovi e conti, Federico II cinge una quarta volta il diadema dell'impero e celebra il matrimonio con Isabella Plantageneta, sorella di Enrico III d'Inghilterra che Federico sta appoggiando nella rivendicazione dei diritti reclamati nei confronti di Luigi IX La pace tra Franchi e Saraceni iniziata con la tregua di Giaffa: E' turbata da un episodio dell'agosto 1230: I cavalieri Ospedalieri organizzano una spedizione punitiva contro il signore di Hamâh che rifiuta di versare la rendita annuale dovuta, per tradizione, ai frati. Compiono la spedizione: Giovanni d'Ibelin, Giovanni di Cesarea, Gualtiero di Brienne, Pietro di Avalon con 80 cavalieri gerosolimitani e il principe Enrico di Antiochia con 30 cavalieri Si intensificano le relazioni diplomatiche tra regni cristiani e islamici: L'Imperatore ne intrattiene con lo sceicco Fakhr al-Dîn Yûsûf, e ospita gli ambasciatori del sultano di Egitto e del Vecchio della Montagna (la cui signoria nelle zone montuose del Libano è strategica per la contea di Tripoli); con questo intrattiene relazioni diplomatiche anche il re inglese Enrico III La politica dei cavalieri Ospedalieri e dei Cavalieri Templari: Per l'autonomia che ne caratterizza le scelte, risulta sgradita al Papa che rimprovera agli Ospedalieri di impedire il battesimo degli schiavi e ostacolarne la conversione, e accusa i frati cavalieri del Tempio e dell'Ospedale di favorire lo scismatico Giovanni Vatatzés Una scaramuccia turba la pace tra Franchi e Saraceni: Nel giugno 1237, i mussulmani di Aleppo puniscono le scorrerie dei Templari sconfiggendo i cavalieri guidati da Guglielmo di Monferrato, precettore del Templio di Antiochia e da Guido di Gibelet; tra i cristiani, muoiono 100 Templari, 300 balestrieri, 3.000 Turcopoli e molti fanti Le scorrerie dei cavalieri: Sono condannate sia da Federico che da Gregorio IX perché minacciano la pace. Federico ordina che nessuno violi i patti di Giaffa, nemmeno gli autonomi frati cavalieri; il Papa condanna coloro che usurpano i beni dei mussulmani e dispone che il clero li espella dalle diocesi Incarichi apostolici affidati da Gregorio IX: Il papa usa della vocazione missionaria degli Ordini monastici fondati da san Francesco e da san Domenico, inviando i loro frati nell'islam e in Romània per trattare con il patriarca ortodosso Germano II l'unione delle chiese di rito latino e greco L'opera dei Frati Minori, tra le popolazioni islamiche: Risale al 1223, quando il vicario generale dei frati minori, Elia invia missionari in Georgia e a Damasco, ad Aleppo e a Bagdad, a Costantinopoli e a Tunisi. Successivamente, Onorio III autorizza i frati minori a predicare e a battezzare nella terra del lOMoARcPSD|17933808 califfo almohade Miramolino; la fervente opera missionaria di frati minori e predicatori si è poi estesa dal Marocco alla Siria Grazie a un accordo tra il messo imperiale Vivaldo e il Signore di Tunisi: Nel 1231 è stipulata una tregua di dieci anni e un trattato che stabilisce il rilascio dei prigionieri, la reciproca libertà dei mercanti, la restituzione dei beni sequestrati dai corsari sudditi di Federico, un particolare statuto degli abitanti di Pantelleria Gregorio IX accetta la proposta di amicizia: Avanzata dal sultano dei Rûm, lieto dell'esito del soggiorno di Federico II in Turchia. Il Papa accoglie benevolmente il diplomatico del Sultano, il cristiano Giovanni Gabras, e con una lettera del marzo 1235 apre il dialogo con i Selgiuchidi della Penisola Anatolica Il credo islamico, come riportato nella trattatistica cristiana medievale: I Musulmani credono che esista un solo Dio creatore negando la Trinità. Affermano che tutti i profeti e i patriarchi, compreso Gesù Cristo, obbedirono alla stessa legge. Credono che Cristo nacque dalla Vergine Maria attraverso lo Spirito Santo; negano la Passione e Morte di Cristo. Credono nella vita eterna, in un paradiso dove scorrono fiumi di latte, vino e miele La casa della pace (Dâr al-Islâm): E' l'idea di Oriente musulmano pacificato che al-Kâmil progetta negli anni del suo governo (1229-1238) interpretando il potere che gestisce come missione salvifica per la pace Un nuovo pericolo per il califfato egizio: Viene dai confini orientali, dai Tartari di Gran Khân che sono ai confini dell'Armenia e dei territori governati dal califfo abbasside al-Mustansir Il progetto politico-territoriale di al-Kâmil: Prevede la creazione di una rete di vincoli diretti di sangue con i principi più influenti del Vicino Oriente, finalizzata a riportare tutti i territori egiziani, siriani, armeni, turchi sotto un'unica autorità Due anni dopo la Pace di Giaffa, il bilancio dell'azione di governo: Del sultano di Egitto è positivo per i risultati: la pace decennale con l'Imperatore, l'amicizia o l'alleanza con importanti sovrani musulmani e l'allontanamento della minaccia dei Carismiani L'invasione dei Tartari, il popolo del male: Penetra profondamente i territori del califfo abbasside di Bagdad, avendo devastato Mossul e la zona di Sindjâr; al-Mustansir chiede aiuto al sultano d'Egitto e a quello dei Rûm Nell'anno 635 dell'Egira, il sultano d'Egitto: E' la sola vera spada dell'Islam contro i Tartari, e in lui ripone speranza di difesa il Califfo stesso i cui territori sono nuovamente invasi La morte del sultano d'Egitto: Avviene il 9 marzo 1238 quando al-Kâmil aveva 60 anni e regnava da oltre 20 Nel compianto del popolo, Al-Kâmil: Al-Kâmil è ricordato come sultano risoluto e coraggioso, eloquente e colto, buon amministratore La politica di pace, eredità lasciata da Al-Kâmil: Negli anni immediatamente successivi alla morte si manifesta nei rapporti collaborativi tra Mussulmani e Cristianità, mantenendosi la tregua con i Franchi e la pacificazione della Siria Approssimandosi la scadenza della Pace di Giaffa (dieci anni, dieci mesi e dieci giorni): Vanificano in parte il progetto pacificatore e il dialogo tra cristianità e islam, quale era stato concordato tra il defunto sultano d'Egitto al-Kâmil e l'imperatore Federico II lOMoARcPSD|17933808 Secondo Gregorio IX, vigilare sulla sicurezza dei Luoghi santi: E' tornato ad essere, dopo cinque anni dalla pace di Giaffa, una necessità. Nell'elenco dei nemici della pace e dell'unità dei fedeli, il Papa Avvicinandosi la conclusione del decennio di pace concordato a Giaffa, Gregorio IX: Sollecita i sovrani e i cavalieri cristiani al libero servizio per la causa di Cristo in Oriente, e autorizza la predicazione della croce; Federico II deve rimandare il suo coinvolgimento, per ragioni analoghe a quelle che lo avevano frenato all'epoca della V e VI crociata Il passaggio generale in Oriente potrebbe articolarsi su due obiettivi, perché, oltre che: I pagani combattere anche gli eretici (i greco-ortodossi) che, non riconoscendo l'autorità dei vicari di Cristo sulla terra - il papa e l'imperatore-, si ribellano all'ordine pacifico voluto da Dio Dopo la celebrazione del concilio di Spoleto, Gregorio IX lancia un appello perché cessino le guerre intestine che insanguinano la cristianità: Di modo che non distolgano dall'imminente crociata i cavalieri e i sovrani, a cominciare dall'Imperatore, re di Gerusalemme e di Sicilia. Pertanto, tutti i sovrani dovranno astenersi dai combattimenti in corso nei loro regni, per un quadriennio Un secondo obiettivo, il Papa prospetta, della crociata: - inviata, per evidenti interessi, contro Costantinopoli e non contro i mussulmani se ne riprende il metodo, eventualmente commutando in direzione di Costantinopoli il voto di cavalieri che abbiano preso la Croce verso la Terra santa Il latente conflitto, per il controllo di territori in Aquitania e Anjou: Distoglie il re di Francia Luigi IX e quello d'Inghilterra Enrico III dall'accogliere la sollecitazione a prendere la Croce contro i nemici della Chiesa. I frati minori e i predicatori fanno pressione affinché i due sovrani e i loro cavalieri rinnovino, almeno per un triennio la pace tra i due regni I mussulmani di Sicilia: Godono della protezione della Corona perché sono considerati tra uomini del popolo del Libro, fedeli sudditi che possono integrarsi nella comunità di Cristo attraverso un percorso da catecumeni La difficoltà maggiore, per Federico II, di dare inizio alla VII crociata : Consiste nella diuturna contrapposizione che gli riservano i comuni del nord Italia. Risolutamente Federico decreta una nuova colletta tra i baroni siciliani, per armare un esercito e, presa Mantova, nel 1237 porta la guerra in Veneto (cadono Padova e Treviso) L'esito della battaglia di Cortenuova: Nel novembre 1237, è favorevole a Federico II ed esiziale per Milano e le altre città della Lega. L'esercito imperiale è forte, a parte che di Tedeschi, di armati delle più diverse provenienze, tra le quali: La Marca, Aquileia, la Puglia, la Romagna, la Provenza, la Spagna, la Francia, l'Inghilterra Nel novembre del 1238, Gregorio IX media tra Genova e Venezia: Ottiene che sottoscrivano un'alleanza militare per 4 anni impegnandosi: a non accordarsi, e tanto meno allearsi, con Federico II, senza il consenso papale; alla mutua difesa per mare ma non nel caso di attacchi saraceni, volendo mantenere i contratti mercantili e i privilegi. La pena in caso di violazione è la scomunica e il pagamento di 10.000 marchi d'argento Due decisioni di Gregorio IX, in preparazione del nuovo passaggio generale in Terra santa: Seminano incertezza tra i principi crociati. Non sarà l'imperatore a condurre la crociata, perché il Papa diffida di lui; ma se i porti federiciani del meridione d'Italia e del Regno di Sicilia non saranno utilizzati le lOMoARcPSD|17933808 dal re e dal parlamento di Londra che con Luigi IX di Francia hanno sottoscritto una moratoria della guerra per il controllo di Aquitania e Poitou Gregorio IX preme per dirottare la missione crociata inglese: Su Costantinopoli. Il legato papale, cardinale Giacomo di Palestrina, prega, invano, Riccardo di indirizzare i crociati in Romània; in subordine chiede di non partire dal porto imperiale di Marsiglia, allo scopo di non dare merito della crociata al'Imperatore scomunicato Il principe Riccardo, giunto ad Acri, dopo un mese di navigazione: L'11 ottobre 1240, è determinato, in conformità alle istruzioni di Federico, ad ottenere dai mussulmani l'attuazione degli accordi raggiunti dal re di Navarra, compresa la consegna dei territori e dei prigionieri Rispetto agli accordi raggiunti dal re di Navarra, il Sultano d'Egitto al-Sâlih Ayyûb: Prende tempo per attuarli perché non è più pressato da esigenze politico-militari (non teme più un'invasione del suo regno, avendo il principe di Damasco aveva abbandonato Gaza). A Riccardo tocca riproporre la strategia attuata da Federico durante la VI crociata: muovere su Giaffa Strategie contrastanti: Vengono prospettate dai Templari e dai frati cavalieri Ospedalieri. I primi, tradizionalmente ostili alle politiche federiciane, consigliano di appoggiare le mire del principe di Damasco sull'Egitto e di dirigere i crociati su Babilonia; gli Ospedalieri ritengono opportuno costringere il sultano d'Egitto a tener fede ai patti giurati mantenendo l'intesa tra la dinastia ayyûbita la monarchia normanno-sveva Il Sultano d'Egitto al-Sâlih Ayyûb: Invia a Riccardo questa proposta di pace: tregua di 10 anni nella regione; liberazione dei crociati detenuti nelle carceri egiziane; restituzione al sovrano di Gerusalemme di tutti i territori conquistati dal Saladino 40 anni prima nel Sâhel, ovvero nelle terre tra il fiume Giordano e il Mar di Levante Ascalona E' la località di cui i crociati realizzano la fortificazione, nella quale Riccardo di Cornovaglia appone la firma accanto a quella del sultano di Egitto, sull'accordo; la pace potrebbe ora regnare nella Terra santa cristiano-musulmana. Si reca, quindi, al Santo Sepolcro in pellegrinaggio Le caratteristiche della pace di Ascalona: Sono in linea con quelle della pace di Giaffa di cui: proroga i termini e amplia le offerte territoriali concesse a Federico II; conferma l'alleanza tra la corte di Palermo e quella del Cairo, e il progetto di riforma della pace universale condiviso dalle dinastie normanno-sveva e ayyûbita Gli artefici, di parte cristiana, della pace di Ascalona: Sono il fidelis Tibaldo e il procurator Riccardo che ottengono un accordo definito da Federico II «nostro real trattato» la crociata dei baroni, pertanto, ha una connotazione imperiale. A dispetto dell'organizzazione iniziale, il papa poco contribuisce comprendendo che non ne dirige gli sviluppi I principali problemi che impegnano Federico II: Mentre in Terra Santa re Tibaldo e Riccardo di Cornovaglia cercano di evitare la sconfitta dei crociati, sono due annose questioni: l'intenzione di Gregorio IX di rientrare in possesso del feudo del Regno di Sicilia, e la questione dell'autonomia rivendicata dai comuni lombardi della Lega. La novità, inattesa e molto sgradita all'Imperatore, è l'avvicinamento dei veneziani al Papa I mari del Mediterraneo prossimi alla penisola italiana sono sotto il controllo: Della flotta imperiale e di quella veneziana; la prima è supportata dalla Repubblica di Pisa, quella veneziana è alleata con la Repubblica genovese, l'antagonista tradizionale. Marinerie minori sono quella al servizio del Signore afsida di Tunisi (del quale il Papa cerca inutilmente l'alleanza) e quella maltese (di ubbidienza federiciana) lOMoARcPSD|17933808 Federico II ritiene necessario avere il dominio sul Mediterraneo: Al fine di: proteggere i crociati in viaggio da e verso l'Oltremare; contrastare la guerra di corsa, che rende insicure le relazioni commerciali e diplomatiche; intercettare le madue genovesi e veneziane; imporre l'embargo commerciale nei confronti dei mercanti appartenenti alle città italiche ribelli. Nomina il genovese Nicola Spinola ammiraglio imperiale Nella guerra tra l'imperatore e i comuni della Lega lombarda, due importanti eventi: Sono la presa di Ravenna, da parte delle truppe imperiali, nelle militano anche i musulmani, favoriti da Federico, della colonia di Lucera, e la resa della città imperiale di Ferrara a soverchianti truppe veneziane, milanesi, bolognesi ed estensi, guidate da Stefano Badoer Difficoltà Venezia, regina dell'Adriatico, impegna severamente l'Imperatore: Con una flotta di 25 navi. Al comando di Giovanni Tiepolo, figlio del doge, devasta le coste adriatiche pugliesi affondando 12 galee imperiali, tra cui una nave proveniente dalla Terra santa con mille bellatores (erano giunti in soccorso dell'imperatore, oppure erano crucesignati di ritorno dal pellegrinaggio orientale). Tiepolo rientra a Venezia con un ingente bottino Gregorio VII progetta di convocare un Concilio a Roma: Fissandolo per la Pasqua del 1241. Scopi ne sarebbero: risolvere il conflitto con l'imperatore, riformare la cristianità, organizzare il sostegno a Oriente latino, Gerusalemme e Costantinopoli. Del trasporto dei prelati sono incaricati i Genovesi che ottengono il congruo corrispettivo per il noleggio di una ventina di navi, per un mese (altrettante sono messe a disposizione gratuitamente) Nel timore che il Papa profitti dell'adunanza conciliare per deporlo dalla dignità imperiale: Federico si adopera per non fare giungere a Roma i cardinali. Allerta la flotta del regno siciliano; chiama in aiuto quella dei Pisani e incarica l'ammiraglio Ansaldo de' Mari di intercettare la flotta genovese che trasporterà i padri conciliari. Lo schieramento di oltre 25 galee imperiali convince il Papa a rinviare la celebrazione del concilio e a tenere segreta la nuova data Lo scontro navale della Meloria: E' un episodio topico. La flotta guidata dal legato papale parte da Genova alla volta di Roma e il 3 maggio 1241 si scontra con quella dell'ammiraglio imperiale, perdendo 22 galee su 27. I legati papali, più di 10 tra arcivescovi, vescovi e abati sono catturati e imprigionati in Sicilia; oltre 2000 uomini muoiono o sono feriti; oltre 4000 sono i prigionieri Colpito dalla gravità del momento (impossibile il Concilio, in carcere il Sacro collegio): Gregorio IX cerca l'accordo con Federico II e di ciò informa i prelati catturati. Prova ad addolcire l'animo dello Svevo tramite un frate predicatore e il re di Ungheria; autorizza il cardinale Giovanni Colonna a trattare l'assoluzione dalla scomunica di Federico, e la riforma della pace nell'impero e nel regno di Gerusalemme, in cambio della liberazione di tutti i padri conciliari Muore Gregorio IX (22 agosto 1241) e inizia un percorso difficile alla successione: Federico rilascia i cardinali catturati sulle navi durante la battaglia della Meloria, e senza i quali il conclave non si potrebbe insediare; nell'ottobre 1241, dopo oltre 2 mesi di sede vacante è eletto il milanese Goffredo che prende il nome di Celestino IV e regna appena 16 giorni. La sua morte misteriosa apre un'altra vacatio sedis, questa volta di oltre due anni Il ruolo del principe Riccardo di Cornovaglia: E' rilevante nello sviluppo e conclusione della crociata, e nel periodo in cui, al ritorno dalla Terra santa, ospite di Federico II, si adopera sul piano diplomatico. Al riesplodere del conflitto anglo-francese, tenta invano di opporsi in armi a re Luigi IX L'elezione del nuovo papa: Avviene dopo una lunga vacatio, il 25 giugno 1243. Assumendo il nome di Innocenzo IV, il genovese Sinibaldo Fieschi, esperto di diritto canonico, manifesta il proposito di seguire il magistero spirituale e politico del grande papa Innocenzo III. Per Federico II, un pessimo segnale lOMoARcPSD|17933808 Innocenzo IV lascia furtivamente Roma: Il 7 giugno 1244, abbandonando il Palazzo del Laterano. Imbarcatosi a Civitavecchia, raggiunge la fedele Genova e vi si ferma a lungo; in dicembre raggiunge la sicura Lione dove, rassicurato dalla promessa di protezione del re di Francia Luigi IX, fissa la nuova residenza papale Riprendendo la linea politica di: Gregorio IX, nel dicembre 1244 il Papa indice un Concilio da aprirsi a Lione il 28 giugno 1245. Si discuterà: della Romània afflitta dallo scismatico imperatore di Nicea, delle terre dell'impero invase dai Tartari, del regno di Gerusalemme e dei conflitti tra la chiesa e Federico II (che è invitato come parte in causa) L'Imperatore passa alla controffensiva: Invita re Enrico III d'Inghilterra a boicottare l'annunciato Concilio e stringe rapporti diplomatici con l'imperatore Baldovino II e i duchi di Austria, Stiria, Carinzia e Merania. Non riuscendo ad impedire il concilio, ne segue i lavori tramite i prelati inglesi e il fidato consigliere Pier della Vigna Innocenzo IV fa scomunicare Federico: E nel giugno 1245 gli toglie la podestà imperiale; sono presenti: l'imperatore di Costantinopoli, il procuratore inglese, i conti di Provenza e Tolosa, i rettori della Lega, i messi del doge, i patriarchi di Aquileia e di Antiochia, e 140 tra arcivescovi e vescovi; è assente il clero tedesco-ungherese Federico II reagisce alla scomunica: Cingendo la corona imperiale in una cerimonia solenne ed esortando Enrico III e Riccardo di Cornovaglia a ribellarsi contro la sentenza di scomunica. Nell'agosto 1245, ottiene dagli ambasciatori di Venezia, catturati dal conte di Savoia durante il viaggio di ritorno dal Concilio, una nuova professione di fedeltà, a nome del Doge, nei confronti dell'imperatore Innocenzo IV semina disobbedienza e disordine tra gli alleati di Federico II: Invia frati minori e predicatori in ogni angolo dell'impero con il compito di predicare contro l'anticristo, scioglie il re di Ungheria dal giuramento di vassallaggio nei confronti dell'imperatore, spacca l'Ordine dei Teutonici guadagnando alla sua causa il bailato tedesco Federico II convoca una dieta a Cambrai: Con l'intento di una resa dei conti con tutti gli avversari (a cominciare dal Papa che accusa di avere inviato Tibaldo Francesco ad ucciderlo) e, verosimilmente, per opporre un antipapa a Innocenzo IV. Nella primavera 1246, L'imperatore parte con l'obiettivo di superare le Alpi e celebrare l'incontro programmato a Cambrai, che salta per la ferma opposizione del re di Francia Contrapposizioni e disordine colpiscono anche gli Ordini: Sia secolari che religiosi, e ne compromette la fortuna: il ministro generale dei frati minori è deposto, il gran maestro dei cavalieri Teutonici perde il controllo sul bailato tedesco, l'Ordine agostiniano è sospeso, frati minori e predicatori sono cacciati dal regno di Sicilia I baroni gerosolimitani: Pur gelosi delle proprie autonomie sono sottomessi a Federico II ed inclini a riconoscere la potestà feudale del figlio Corrado IV, il figlio che l'Imperatore ha avuto da Isabella Brienne-Boulogne, la figlia di Giovanni di Brienne, morta nel partorire il piccolo designato alla Sacra corona Una iniziativa del luogotenente imperiale, Riccardo Filangieri: Compromette la disposizione del baronato latino favorevole all'Imperatore. Nel maggio 1242, ritardando di propria iniziativa il rientro in Sicilia, Riccardo si ingerisce, ad Acri, nei difficili rapporti tra i frati cavalieri dell'Ospedale e i potenti signori d'Ibelin. Partito Riccardo, Filippo di Montfort, Baliano e Giovanni d'Ibelin cacciano gli imperiali e assediano la casa dell'Ospedale Anche la città imperiale di Tiro è assediata via terra e via mare: Nel giugno del 1242. L'esercito e la flotta condotti da Baliano d'Ibelin, da Giovanni di Arsur, da Filippo di Montfort, da Rodolfo di Soissons e lOMoARcPSD|17933808 Dopo l'incontro con il Papa, re Luigi XII: Si reca da pellegrino a Sens, per ricevere la benedizione dei frati minori riuniti nel Capitolo alla presenza del cronista Salimbene. Quindi fa prontamente vela verso la Terra santa. Con lui sono: la moglie Margherita, i fratelli Carlo di Angiò e Roberto di Artois, e il legato Oddone di Châteauroux Levate le ancore, il 25 agosto 1248, le navi crociate fanno rotta all'iter penitenziale: Dal nuovo porto di Aigues-Mortes (per rispetto al Papa, non è opportuno servirsi di Marsiglia o di altri porti federiciani). Gli esperti ammiragli genovesi Ugo Lercario e da Giacomo del Levante scelgono la inconsueta, veloce navigazione senza scali e giungono a Lemesos dopo 20 giorni Il soggiorno del re nell'isola di Cipro è lungo e sofferto: Le abbondanti provviste raccolte nella spiaggia di Lemesos in colline miste di orzo, di frumento e di uva si guastano per la lunga esposizione alle intemperie, e provocano nel campo crociato una pericolosa carestia che nel nuovo anno degenera in una violenta epidemia; muoiono 240 cavalieri. E' Federico II a soccorrere i crociati inviando il grano siciliano; il re Luigi gli è molto riconoscente La drammatica vicenda di Pier della Vigna: Morto suicida, con la testa spaccata a una colonna, è ancora avvolta nel mistero. Cancelliere, medico, consigliere e gran giustiziere, fu caposcuola della retorica politica di corte; cadde in disgrazia agli occhi di Federico, nel clima generale di sospetti a Corte, accusato di avere complottato in occasione di un colloquio privato con Gregorio IX, durante il Concilio di Lione La politica orientale del papa e il progetto di invasione dell'Egitto: A Gian Giovanni d'Acri, nei quartieri abitati dalla popolazione italica, i contrasti tra Genovesi e Pisani questi favorevoli a Federico II degenerano in scontro armato che blocca per tre settimane il porto. I Veneziani restano neutrali, sotto gli occhi vigili del vicario imperiale Tommaso di Acerra Il 21 maggio 1249, finalmente, la flotta di Luigi IX può fare vela per l'Egitto: Con 118 imbarcazioni, tra cui capienti dromoni. Una violenta tempesta disperde le navi ma il re decide di posizionarsi intorno a Damietta già il 4 giugno 1249. Il sultano al-Sâlih Ayyûb, che si attende una l'invasione di molte migliaia di crociati è nei pressi del lago di Damietta che è difeso da macchine da guerra e dalla valorosa tribù araba dei Banû-Kanâna La campagna di invasione dell'Egitto si apre con un successo dalle proporzioni inattese: Nel delta del Nilo, mille cavalieri crociati uccidono 500 cavalieri saraceni nella zona antistante Damietta, in un combattimento di due giorni che costringe i superstiti a ritirarsi sulla riva costiera orientale. Notte tempo, la guarnigione araba abbandona Damietta e il 6 giugno 1249, senza colpo ferire, i francesi la occupano munita di provviste e armi bastevoli per due anni La situazione difficile del sultano d'Egitto: Al-Sâlih Ayyûb colpisce con una fâtwa i responsabili della sconfitta a Damietta e fa strangolare 50 dei loro emiri. Ammalato di tisi, piagato da una fistola al ginocchio, tenta di impedire l'invasione dell'Egitto per le vie interne, arroccandosi nella fortezza di al- Mansûra costruita dal padre Il 12 giugno 1249, il re Luigi IX entra a Damietta in processione solenne: E dispone misure coloniali di annessione alla corona di Francia: ogni territorio, cosa animata o inanimata presa nella terra del Faraone appartiene alla corona di Francia e non all'impero; ciò allontana l'eventualità che Gerusalemme possa essere consegnata pacificamente alla Cristianità Luigi IX è risoluto nel proposito di rovesciare la dinastia ayyûbita al potere in Egitto: accoglie i rinforzi che, ignari della vittoria di Damietta, continuano a giungere in Terra santa, i più provenienti dall'Inghilterra e dalla Provenza. Federico II continua ad assicurare assistenza logistica avendo, tra altro, assegnato 1.000 salme di frumento e altrettante di orzo, 50 destrieri e il diritto di libera compravendita di tutto il necessario nel Regno siciliano La morte del sultano al-Salîh, avvenuta il 22 novembre 1249 all'età di 44 anni: E' tenuta per qualche tempo segreta. La regina Shadjar al-Dorr ottiene dagli emiri, dai soldati e dai mamelucchi del sultano, il giuramento di fedeltà per il marito morto, per il figlio assente e per il generalissimo che designa alla reggenza Dal braccio del fiume presso Damietta, Luigi IX muove l'esercito verso al-Mansûra: Il 28 novembre 1249, non appena terminata l'inondazione del Nilo che inizia ogni primo ottobre. Nel mese di dicembre, l'avanzata dei crociati scortati dalla flotta è un susseguirsi di successi, attraverso al-Baramûn e, sulla sponda opposta ad al-Mansûra che chiude la via dell'Egitto La possibile trappola di al-Mansûra: Preoccupa Luigi IX fin dall'inizio della campagna. Temendo di impaludarsi, aveva chiesto agli ingegneri di deviare il corso del canale, per ingaggiare gli Egiziani in battaglia campale, ma lo sceicco Fakhr al-Dîn crea nuovi canali e allarga la portata delle acque annullando il lavoro crociato. Luigi ordina di costruire un ponte per attraversare il fiume e anche questo intento è vanificato Nel delta del Nilo, i cristiani cadono in una imboscata: Attraversato un guado fluviale, nel febbraio 1250, messi in fuga trecento saraceni, i cavalieri del Conte di Artois si addentrano in vie strette di al- Mansûra ma sono massacrati: muoiono il principe Roberto, Rodolfo di Coucy, Guglielmo Lungaspada, 300 cavalieri francesi e altri 280 Templari Luigi IX è indotto a più miti propositi: Dalla mancanza di cibo e di acqua potabile nel campo cristiano, e dalla conseguente epidemia. Inviando Filippo di Monfort, Luigi IX chiede al nuovo sultano una tregua nei termini stessi (sgombero di Damietta in cambio della restituzione dei luoghi santi del Cristineasimo con tutti i territori del Sâhel) in cui era stata offerta dal predecessore al-Sâlih Ayyûb La pace ha i contenuti di sempre ma: Questa volta comporta la resa incondizionata di Luigi e un indennizzo. Il re cristiano, ospitato con tutti i riguardi dal sultano ad al-Mansûra, ogni giorno deve assistere alla decapitazione, da parte dell'emiro, di 300 prigionieri crociati. Il 30 aprile 1250, Luigi IX si impegna a versare nelle casse del sultano un 1.000.000 di bisanti d'oro, ovvero 500.000 libbre di tornesi Nel maggio del 1250, gli emiri mamelucchi: Gestiscono il vuoto dinastico in Egitto reintegrando sul trono la principessa moglie del defunto sultano al-Salîh; possono così gestire il potere controllando la successione dinastica attraverso una prassi discutibile, rispetto alla tradizione islamica, e che accresce l'ostilità verso gli ayyûbiti L'onore di Luigi IX: E'compromesso. Rilasciato dagli egizi dietro consistente riscatto, è ora consapevole non poter impedire l'occupazione di Gerusalemme da parte mussulmana. In prigionia ha considerato un errore aver posto a scopo della crociata la conquista dell'Egitto piuttosto che la tutela della Città santa Il consiglio dei nobili di Luigi IX in Terra santa è consultato circa il da farsi: Se la spedizione debba fermarsi ancora un anno in Palestina per ribaltare l'insuccesso o se fare rientro in Europa. Il sovrano decide di far rientrare i fratelli Carlo e Alfonso, e di rimanere in Terra santa per tentare di inserirsi nei conflitti tra i principi musulmani per la successione al trono egizio La scalata al potere dei Mammelucchi: Fa un altro step, ad un anno dalla morte del sultano al-Salîh: il potere è preso dal generalissimo, emiro djâ -Dîn che sposa la regina e la costringe ad abdicare dopo tre mesi di governo L'imperatore si dichiara disposto, per l'amore della fede cattolica, a soccorrere i crociati: Rientra tra maggio e giugno 1250 nel regno siciliano e offre sostegno dell'amico Luigi; chiede che questa lOMoARcPSD|17933808 manifestazione di amore filiale alla Chiesa sia riconosciuto dal Papa al quale i fratelli del re dei Franchi comunicano, per piegarlo alla pace con l'impero, la fine della protezione su Lione Gregorio IX: Fa di tutto per alimentare in Oriente la politica di guerra. Indirizza Luigi IX alla conquista dell'Egitto e lo sostiene nel rifiuto delle proposte di pace del sultano; esorta i Templari ad occupare la Spianata del Tempio e i frati-cavalieri e i baroni d'Oltremare a boicottare ogni trattativa di pace Pur legato alla tregua di al-Mansûra, Luigi IX: E' pronto ad accettare la proposta degli ambasciatori dei sultani mamelucchi che, in cambio dell'alleanza contro gli ayyûbiti egizi, prospettano la restituzione di Gerusalemme ai Cristiani. Per di più, il re intrattiene colloqui con gli emissari degli ayyûbiti L'autorevolezza di re Luigi IX, agli occhi dei principi mussulmani: Declina. Il re stenta ad ottenere che siano levate dalle mura del Cairo le teste penzolanti dei Cristiani, che siano rilasciati coloro che, catturati da piccoli, hanno dovuto rinnegare la fede, che sia stralciato il pagamento delle restanti 200mila libbre preziose dovute per la tregua che ha sottoscritto La condizione in cui Gregorio IX si trova: Per effetto del mancato successo dei crociati. E' in difficoltà perché Luigi IX, che paga le conseguenze del dualismo tra papa e imperatore, ha tolto la tutela alla sede di Lione e lo costringe a cercare una nuova residenza sicura; né ottiene ospitalità da Riccardo di Cornovaglia, a Bordeaux Una grave malattia e la morte di Federico, il 13 dicembre, Santa Lucia: E' questo il congedo, con un'ultima eco che risuona da Occidente a Oriente, dello Stupor Mundi. Al capezzale, a Castel Fiorentino, l'amato figlio Manfredi. Nel testamento, per Gerusalemme: centomila once che possano essere utilizzate col consenso dei pellegrini. Ordina di essere sepolto nel luogo dove oggi riposa con il padre Enrico e la madre Costanza, nella cattedrale di Palermo lOMoARcPSD|17933808
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