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Panofsky, Iconografia della Camera di S. Paolo, Sintesi del corso di Storia Dell'arte

riassunto del saggio di Panofsky sull'iconografia della Camera del Correggio

Tipologia: Sintesi del corso

2017/2018
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Caricato il 12/11/2018

eugeniape
eugeniape 🇭🇷

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Scarica Panofsky, Iconografia della Camera di S. Paolo e più Sintesi del corso in PDF di Storia Dell'arte solo su Docsity! 1507, Giovanna da Piacenza eletta badessa: delega amministrazione dei fondi al cognato Scipione Montino dalla Rosa. @ Convento di S. Paolo: la precedente badessa Donna Orsina ha chiamato l’Araldi (affreschi del coro e soffitto del salone “dell’Araldi”), clausura abrogata da tempo. Sotto Giovanna le autorità cercano di porre freno a questa libertà; solo decreto di Clemente VII del 1524 ripristina clausura ed elezione annuale della badessa. Primo storico della camera = Padre Ireneo Affò; rileva lotta per indipendenza amministrativa, vi collega affreschi ed epigrafi. Architetto = Giorgio da Erba > 2 stanze di diversa misura, parete nord ha 2 finestre con caminetto (con affreschi di Araldi), a est salone, a ovest Camera del Correggio (attraverso 2 porte simmetriche > sull’architrave stemma di Giovanna). Ovunque motti: A) Sul camino della stanza dell’Araldi: transivimus per ignem et acquam et edvixisti nos in refrigerium (Salmo 66, unico motto biblico): tenacia di Giovanna contro l’autorità, ripresa anche dagli affreschi con scene dal Vecchio Testamento e Vangeli; troviamo anche sacrifici pagani, geroglifici tratti da Orapollo (serpente che si morde la coda e piedi sull’acqua), exempla di virtù femminile: unicorno con Vergine (in abito benedettino), Caritas Romana (Pero che offre il seno al padre), Cidippe; sull’altro lato storia della donna di Samaria, strage degli innocenti, Giuditta; B) Ingresso principale: nec te quaesiveris extra da Persio (Saturae), sopra la porta che fa comunicare il salone con la stanza di Araldi gloria cuique sua est dall’Ode a Priapo di Tibullo (che continua con Mi consultino gli amanti respinti, a tutti la mia porta è aperta > rimarca diritto della badessa a ricevere chi vuole); C) Nel camerino di Giovanna: a ciascuno i propri diritti, a me i miei; clamore ed errore; o mi è consentito tutto o mando tutto a monte (in greco); dalle Egloghe di Virgilio: Iovis omnia plena, e Sic erat in fatis dai Fasti di Ovidio > riferimento pericoloso al cieco destino. D) Nel camerino dell’assistente personale di Giovanna motto di spirito: Guardati dall’ozio dai Carmina di Orazio. E) Nella camera del Correggio ancora più polemici: Gli dei volgano le cose al meglio, sulla porta che conduce al gabinetto Con la virtù si raggiunge ogni cosa (coniata ad hoc, riflette Euripide: poiché tutto il cielo è aperto all’aquila e la terra tutta è dimora del nobile spirito), sull’architrave del caminetto proverbio pitagorico Ignem gladio ne fodias (sarcasmo contro gli oppositori). Camera del Correggio: soffitto in 16 parti, al centro stemma di Giovanna (3 mezze linee argentee in campo azzurro), 16 ovati con putti con attributi (alcuni relativi alla caccia, da leggere in rapporto alle 16 lunette monocrome); - Affreschi eseguiti tra 1518 e 1520, dopo opere come Madonna con S. Francesco di Dresda e Quattro Santi del Metropolitan; nel ’20 lavora a S. Giovanni Evangelista - Conosce Giovanna grazie all’amico Scipione Montino - L’idea della volta con ovali (che riprende in S. Giovanni) è suggerita dalla Madonna della Vittoria di Mantegna - Ispirazione principale per i monocromi sono monete romane (a Parma diffusa numismatica, la famiglia Bergonzi da cui proviene Giovanna ha un museo di medaglie, e così Giorgio Anselmi, che ha figlia in convento) - Ha già visitato Roma > magniloquenza michelangiolesca (conosce la Sistina), l’affresco di Diana sul caminetto richiama la Galatea alla Farnesina, l’Adone è simile all’Apollo della Scuola di Atene; la moda di monete e altari funebri con montoni e rilievi con festoni sono diffusi a Roma 3 approcci critici: 1) chi crede non ci sia programma (Olimpo non coerente, nessun suggeritore), 2) chi ritiene che forse il contenuto sia evoluzionistico o sia opera didattica per le monache, 3) chi invece crede che vi sia certo grado di erudizione (allusioni a Giovanna, rappresentazioni di potere femminile, ma nessuna connessione tra le lunette e i putti) > la prima idea è da scartare: perché Parche di cui non vi è alcun altro esempio? Perché attributi cambiati? Perché Giunone è perfetta illustrazione di episodio omerico? La terza è contraddizione in termini: perché significato solo a metà? Crediamo nella seconda ipotesi > secondo Affò il consigliere è il poeta Giorgio Anselmi (ha figlia in convento, è amico di Bergonzi, in molte sue poesie troviamo topoi simili). Scartiamo sia la teoria moralistica che quella evoluzionistica (non tengono conto di Pan, Adone, e si basano su interpretazione errata di altre figure). Sappiamo che: 1) I dipinti delle dimore cinquecentesche sono intenzionalmente ermetici (moda di motti e imprese); 2) L’umanesimo nordico è diverso da quello fiorentino-romano (carattere più filologico, antiquario, non rilettura filosofico-estetica alla Ficino-Poliziano!) > sono autori del nord (Manuzio, Ciriaco d’Ancona, Marcanova, Mantegna) a diffondere epigrafia e calligrafia classica. Influsso anche di Celio Calcagni, Rhodiginus, Piero Valeriano (Hyerogliphica), Giglio Gregorio Giraldi coi suoi discepoli Natale Conti e Vincenzo Cartari, che approfondiscono simbologia e numismatica; 3) Numismatica: gli emblemi diventano popolari anche per la personificazioni di medaglie, da Pisanello allo stile borgognone fuso con la trattazione letteraria dell’impresa di teorici del nord come Giovio e Caro; nell’Italia centrale le monete sono considerate oggetti d’arte, non di studio. Al nord studiosi come Renieri pongono le monete al centro di dissertazioni esoteriche, Pirkheimer scrive trattato sul potere d’acquisto della moneta classica e moderna. L’opera Libri V de asse et eiusdem partibus di Budè, ristampata da Manuzio nel 1522, segna inizio della numismatica scientifica. Altri trattati di Jacopo da Strada, Enea Vico di Parma e Sebastiano Erizzo. Abbiamo poi figura di profilo in rapporto ad un gruppo di 3, frontale. BELLONA = E’ la figura di profilo, Minerva o Pallade Atena in monete romane, ma qui trasfigurata. Attributi di Minerva sono egida, lancia, scudo, Vittoria. Qui la dea ha torcia (passione, quindi impropria a Minerva) > è dunque Bellona, descritta con la torcia da Silio Italico e in molte incisioni di Giraldi, anche Bonasone cita torcia. Il gruppo che le fa da controparte sono le Grazie: Concordia, Amicizia, Pace. GRAZIE = Per Ficino generano Concordia, per Ripa sono figura dell’Amicizia, Giraldi le collega alla Pace riprendendo Aristofane. Le 2 lunette del centro a Nord mostrano dissidio tra terrore e lotta (Pan e Bellona) e integrità e concordia (Spes e Grazie)! Bellona è minacciosa, le Grazie imperturbabili. Sotto il motto ignem gladio ne fodiam. FORTUNA = Ha cornucopia a sx e a dx timone, poggia sul globo. E’ tratta dalla Fortuna Augusti, più comunemente detta Fortuna Redux. MASCULA VIRTUTIS = Nudo che afferra lancia, in testa ghirlanda. Si parla di Adone per via della bellezza, ma è controparte della Fortuna, quindi probabile che indichi Virtù! In Alciati tema della misera Virtus (perchè segui Fortuna come fosse tua padrona?), l’idea del proverbio pliniano Fortes fortuna adiuvat è affinata proprio nel rinascimento. Se nel Medioevo vince Fortuna, qui inizia a vincere Virtù (Livre de Fortune di Jean Cousin), spesso pensate anche come alleate. Cicerone: virtute duce, comite fortuna. - Troviamo Virtus e Fortuna Redux in una maglia di Giuliano de’ Medici: si danno la mano - Jean Cousin mostra la Virtù cinta di alloro, in abito stellato, in mano palma, che mostra via alla cieca Fortuna - Negli Emblemata di Alciati il motto virtutis fortuna comes è illustrato con geroglifico: caduceo intrecciato a cornucopie - Nella medaglia di Giulio della Torre Virtù e Fortuna sono entrambe munite di cornucopie e sormontate da Dio: versione cristiana che troviamo anche nel De Fortuna libris tres di Pontano. Fortuna stessa è serva del destino. Qui consideriamo l’uomo come personificazione della Virtù. La presenza di queste 2 figure opposte, unite alle Parche di fronte, ci fanno pensare a Pontano, amico di Anselmi, il cui De Fortuna è riedito proprio nel 1518. Nella numismatica vediamo spesso Virtù in forma di giovane uomo (anche in un dipinto di Bellini e in una medaglia milanese dove Virtù è soldato che sottomette Fortuna e Cupido). Giraldi introduce il nome Mascula Virtutis. Il gruppo delle 4 lunette può esser letto come Guerra che minaccia la Pace (guerra con Fortuna, pace con Virtù); *** Conferma negli ovati: i putti sopra la Fortuna scalano consueta collina, quelli sopra Bellona combattono per lo scettro, quelli sopra le Grazie danzano, e quelli sopra Virtus rappresentano le aspirazioni trascendenti e l’origine della Virtù: uno in estasi, l’altro cerca di afferrare i frutti del festone, uno indica il cielo con tipico gesto ammonitorio; \\\ TEMPIO DI GIOVE = Accanto alle Parche vediamo tempio con colonne doriche (da tempio di Serapis su moneta di Domiziano), con divinità con scettro sull’uscio. Per Ricci Tempio di Giove Capitolino (unica divinità citata nei motti) > anche i soggetti delle lunette adiacenti sarà legato a Giove: SATURNO = A sx, volge schiena al tempio. Assiso su uno scranno, in mano spiga. Ricorre in monete imperiali a partire da Vespasiano: Securitas Augusti. Qui però connotazione più melanconica\saturnina. Saturno è figura contraddittoria: nel filosofo qui rappresentato vediamo Saturno emarginato dal governo (tempio di Giove): è una sintesi tra Securitas e Saturno dell’incisione di Campagnola. REA E GIOVE = Donna dignitosa incede mentre bambino sgambetta (contrasto con Saturno: passato\futuro?); richiama l’Apollo Citharodeus di Scopas, statua familiare al rinascimento. La scena può essere collegata alle lunette alla sinistra delle Parche se identifichiamo il bambino come Zeus, sottratto al padre da Rea\Opi. Qui dunque Rea salva il bambino Giove da Saturno. DIANA LUCIFERA = torcia a sx e globo nella dx, sembra salutare il piccolo Giove. Forse deriva da medaglia di Antonino Pio dedicata alla Pietas. Torcia la può identificare come Demetra\Cerere, ma essa non reca mai il globo, e non ha relazione con motivo del parto, della maternità o di Giove. Le 2 figure che hanno la torcia di solito sono Vesta, sorella di Giove, e Lucina, de del parto (Virgilio ne parla come surrogata di Diana). Sulle monete Diana Lucifera è molto frequente, ne parla Cartari (da Pausania). La figura può essere Vesta o Diana Lucifera, fusione della Pietas con questa, da monete di Marco Aurelio o Faustina. Nuova allusione a Giovanna che dà il benvenuto a Giove. La prima lunetta a sud ha a che fare con l’educazione di Zeus, e va letta assieme alle altre (in centro le Parche) > perché presenti nel mito di Saturno e Giove? Le limitazioni imposte alla volontà divina sono potere della Necessità, madre delle Parche. Il destino sottomette anche Saturno e Giove! Nel Prometeo di Eschilo: timoniere della Necessità sono le Parche e le Furie, contro cui Giove è impotente. Parla di questo anche Natale Conti (Troia non fu salvata perché così volle il destino). *** conferma negli ovati: 4 dei 5 ovati mostrano putti che maneggiano attrezzi da caccia: quello sopra Saturno ha lancia (mietitura e castrazione, attributo di Saturno), quelli sopra il tempio scoccano freccia (sagitta\saetta = fulmine), nell’ovato sopra le Parche i putti mettono museruola a mastino (parafrasi di Eschilo; la briglia è attributo di Nemesi); sopra Rea e Giove il putto indica Saturno; i 3 putti sopra Diana Lucifera sono divisi: la dea appartiene al settore Ovest ma ha a che fare con le figure di quello sud! Hanno un corno, uno incoraggia l’altro, il terzo si tappa le orecchie terrorizzato da Pan. \\\ GIUNONE PUNITA = Secondo gli Stoici Giunone è personificazione dell’Aria intermedia tra mare e cielo. Colleghiamola alla punizione in Omero (allegoria cosmogonica in cui Giunone è proprio Aria) > Cornuto, Pontico, Pseudo-Plutarco fino a Giraldi, Conti e Valeriano concordano e spiegano che le catene d’oro sono legate al fuoco e le 2 incudini ad acqua e terra (elementi pesanti), la corda d’oro è etere che brilla di stelle. Giunone è sospesa tra questi 3 elementi. TELLUS = Sdraiata su una roccia, cesto di spighe ai piedi, testa cinta da serpente (uraeus egizio), cornucopia a sx, scorpione a dx: deriva dall’immagine di Africa in monete di Adriano (anche in Ripa). Qui trasfigurata in personificazione della Terra, da altra moneta di Adriano con donna sdraiata, cesto di frutta, grande globo e iscrizione tellus stabil. Serpente = animale ctonio (nell’arte tardo-antica Tellus allatta serpente), cornucopia ricorre in molte rappr, scorpione = creatura della terra, generato da Orione (= agricoltura).
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