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Paper per seminario di cinema coreano, Prove d'esame di Storia Del Cinema

Ricerca sulla società sud coreana con riferimenti ai film del sud Corea

Tipologia: Prove d'esame

2020/2021

Caricato il 14/05/2021

anna-salis-3
anna-salis-3 🇮🇹

Anteprima parziale del testo

Scarica Paper per seminario di cinema coreano e più Prove d'esame in PDF di Storia Del Cinema solo su Docsity! QUALI SONO STATE LE CAUSE CHE HANNO PORTATO ALLA DISUGUAGLIANZA SOCIALE IN COREA DEL SUD? E QUALI POTREBBERO ESSERE I RIMEDI? In un paese come quello della Corea del sud, che si è sviluppato sia a livello economico che sociale, in un tempo molto rapido, peraltro dopo aver affrontato i sopprusi della guerra derivata dalla divisione politica (che ha fatto si che si rendesse indipendente dal resto della penisola) e che ha incontrato lungo il processo di cambiamento diverse vicende politiche quali: regimi che guidavano il paese secondo gli interessi statunitensi, totalitarismi militari, governi spesso corrotti e repressivi, ma anche proteste da parte del popolo che spingeva per una svolta democratica; ci si può interrogare sul perchè dell’odierna situazione di disuguaglianza sociale e sulle dinamiche di polarizzazione che sono presenti all’interno della società sud coreana. Quali sono i motivi che hanno portato a questo andamento? Sono da ricercarsi nel governo? Chiaramente si, ma si possono ricondurre anche a una mentalità di buona parte della popolazione coreana che basa il successo solo sul prestigio? Tra l’altro in un momento in cui il prestigio richiede prestigio senza che per i meno abbienti ci possa essere soluzione di scalata. Ma è bene partire da un’analisi più precisa dell’attuale condizione, come riporta la giornalista Erminia Voccia in un articolo de “IlMattino.it” del 25-11-19 “ l’agenzia di stato sudcoreana “YONHAP” ad agosto del 2019 scrive che la disuguaglianza e la distribuzione del reddito tra famiglie ha toccato il punto peggiore negli ultimi 10 anni. Il presidente Moon Jae-In , ormai a metà del suo mandato di 5 anni, ha promosso una serie di misure per alleviare la disparità e stimolare la crescita, senza però conseguire lo scopo di migliorare l’economia della Corea Del Sud. Secondo i critici l’aumento del salario minimo del 16.4% e del 10.9% degli ultimi anni avrebbe avuto effetti negativi sulle piccole imprese e sui lavoratori autonomi, generando in questo modo ancora meno opportunità per i giovani di essere assunti. Se molte delle cause del rallentamento economico della Corea Del Sud, tra le economie più dipendenti dall’esportazioni nella regione, sono da attribuire alle relazioni internazionali (la guerra dei dazi tra Usa e Cina e le questioni storiche non risolte col Giappone), per alcuni, sarebbe il presidente Moon ad aver mancato l’obbiettivo. La società coreana appare polarizzata anche a causa delle differenze nell’accesso all’istruzione, altra tematica che traspare dal film Parasite. Il giovane Ki-Woo falsifica un certificato di una celebre università pur di avere l’opportunità di fare da insegnante privato di inglese della figlia maggiore della ricca famiglia Park. A dimostrazione che i certificati valgono meno della capacità, Ki-woo si dimostra all’altezza del compito, e qui emerge la critica alla società che attribuisce eccessiva importanza ai titoli e agli atenei, non accessibili a tutti gli strati della popolazione. Ci sarebbero infatti ancora forti diseguaglianze nell’ammissione agli atenei in Corea Del Sud. Solo chi ha genitori che possono permettersi le rette delle università migliori riesce ad elevare la propria condizione sociale. In sostanza chi è povero è destinato a restare tale. Non a caso, ha fatto scalpore il caso del Ministro della Giustizia Cho Kuk, alleato del presidente Moon e costretto a dimettersi perchè travolto da diversi scandali. Uno di questi ha portato gli studenti sudcoreani a protestare per le strade. La moglie del ministro è stata accusata di aver prodotto un certificato utile ad aiutare la figlia ad essere ammessa a una scuola di medicina. Gli studenti hanno criticato il Ministro per i vantaggi riconosciuti a sua figlia e che invece vengono negati a molti altri giovani meno fortunati. Un caso che svela dunque quanto sia sentito in Corea Del Sud il problema della disparità sociale ed economica.” Viene naturale a questo punto pensare se non sia impossibile attuare un cambiamento radicale all’interno di una società in cui chi sta al potere è il primo e fra i pochi, a sfruttare dinamiche dettate da una possibilità che viene negata ai più, e allo stesso tempo ad alimentare tutto lo sgradevole ciclo che ne deriva. Perchè è proprio dai gradi maggiori che dovrebbe nascere il senso di filantropia volto a cercare di evolvere lo stato attuale delle cose. Una delle teorie che si impegna a esplicare al meglio questo tipo di meccanismo è la “spoon theory”, all’interno del “ The Journal of Asian Studies” Vol. 76, No. 4 (November) 2017: 843-844, viene spiegato da Hyejin Kim come è nata e cosa vuole demarcare, infatti scrive che “ è un termine derivato dall’idioma inglese sull’essere nati con un cucchiaio d’argento e usato per classificare le persone in base ai privilegi ereditati. Questo termine, che è una risposta locale al problema globale della crescente disuguaglianza di ricchezza, incanala la rabbia per la ricchezza ereditata e l’incapacità del sistema politico di correggerla. [...] Alla fine del 2015, la frase “cucchiaio d’oro” ha illuminato il linguaggio coreano in internet. [...] Gli opinionisti hanno prima attribuito il termine a una attrice inesperta il cui padre famoso si presume le avesse fatto ottenere una serie di ruoli importanti. Il campo dell’intrattenimento ha presentato ampio materiale per riflettere sui vantaggi di avere genitori potenti. Coloro che avevano ottenuto l’aiuto dei loro genitori hanno difeso le loro posizioni, sostenendo che era più difficile avere successo quando gli altri conoscevano il loro background. Come il fratello dell’attrice etichettato per la prima volta con cucchiaio d’oro ha scritto: “Sappiamo di essere cucchiai d’oro... Non può [riferito alla sorella] perseguire i suoi obbiettivi anche se è nata come un cucchiaio d’oro?”. [...] Ciò che è nuovo nella retorica dei “cucchiai d’oro” è l’attenzione sulla disuguaglianza ereditata. [...] I problemi di disuguaglianza e le barriere al progresso sono temi centrali nella discussione pubblica di oggi. Alle persone in cerca di lavoro viene regolarmente chiesto di fornire informazioni sullo stato dei genitori, una pratica che è stata criticata per aver permesso ai datori di lavoro di favorire coloro che hanno un background più privilegiato. La competizione per il lavoro ha creato grande pressione nell’istruzione. Spesso si percepisce una laurea conseguita in un’università di Seoul come essenziale per il successo professionale. Ma quelli che sono ammessi in una di queste scuole tendono ad aver investito molte risorse in corsi extra.” A tale proposito sorge un’ulteriore problema, ossia quello delle elevatissime spese che una buona istruzione, o per meglio dire la migliore, comporta, infatti un sacco di famiglie si trovano a spendere patrimoni, sia per le rette universitarie sia per gli innumerevoli corsi extra che sembrerebbero fondamentali al fine di entrare nelle facoltà più prestigiose. Queste spese in molti casi fanno si che una volta divenuti anziani, i genitori non abbiano conservato del denaro per loro, e in questo modo si trovano a vivere la fase finale della loro vita in miseria, e senza poter nemmeno fare affidamento sui propri figli (che vengono meno anche all’etica confuciana) in quanto questi ultimi dovranno a loro volta pensare al futuro della propria prole. Ne parla meglio un articolo del “The Guardian”di Justin McCurry del 2 Agosto 2017, portando l’esempio di uno studio pubblicato su Lancet, che porta alla luce un interessante paradosso, infatti si legge che questo studio “ ha segnato per la prima volta che la durata media della vita di uomini o donne in qualsiasi parte del mondo ha superato i nove decenni. Si prevede che i sudcoreani sperimenteranno il più grande aumento dell’aspettativa di vita nel mondo industrializzato, con le donne che aggiungeranno 6,6 anni alla loro durata media entro il 2030 rispetto al 2010. La prognosi è stata altrettanto incoraggiante per gli uomini sudcoreani. I risultati hanno quindi sottolineato l’emergere della Corea Del Sud dalle ceneri della guerra di Corea del 1950-53 e la sua trasformazione in esportatrice di successo di tutto, dall’elettronica di consumo e gli smartphone al kimchi e al K-pop. Anche l’età ha influito sfavorevolmente per i lavoratori non regolari. Ad agosto 2014, il salario dei lavoratori non regolari sui 20 anni era del 77,9% dei dipendenti regolari, ma quello dei lavoratori non regolari di circa 50 anni era solo del 58,5% dei loro colleghi regolari, ha detto il prof. Geum.”. Di tutte queste informazioni ricavate dall’ultima fonte presa in analisi, notiamo che le più recenti risalgono all’anno 2014, nel frattempo però, andando a guardare la situazione odierna, non ci sono stati dei miglioramenti sia nella gestione di quello che è il problema sia nei risultati ottenuti nei vari tentativi di risolverlo. Tutto questo nonostante il lavoro di studiosi molto più preparati di chi sta al governo, che però sembrano non essere ascoltati né presi in considerazione, rendendo così tutto lo sforzo di questi ultimi vano. Per cui pur essendoci delle effettive soluzioni che si potrebbero attuare, rimane comunque una visione quasi utopica quella di una nazione che pur essendo una tra le più economicamente sviluppate, in quanto maggiore esportatrice di elettronica, di una cultura che sta spopolando in tutto il mondo, come quella dell’hallyu, ma anche di settori come ad esempio quello della cosmesi ecc. non riesce a rialzarsi, o meglio chi sta ai vertici e potrebbe davvero fare qualcosa in proposito pare proprio che non abbia intenzioni, e qualora le avesse avute non sono mai state quelle giuste. Inoltre tutto ciò fa si che quelle aspettative di vita, che sono man mano cresciute nel corso degli anni in Corea Del Sud, siano un qualcosa di altrettanto elitario, in quanto non è possibile che appartengano a delle classi sociali inferiori, essendo quest’ultime rilegate più a soppravivere che non a vivere, ricordandoci anche che in molti casi, le persone più fragili come quelle anziane sono costrette a prendere addirittura in considerazione l’atto del suicidio. Ma come abbiamo visto in passato le proteste per buona parte delle volte sono spesso servite a richiamare la coscienza di chi può cambiare le cose. Per cui l’unica cosa che resta da fare, e che è possibile, alla popolazione, che ha sempre avuto coscienza della propria situazione, inclusa quella odierna, è quella di farsi sentire, protestare, scendere in piazza e ribadirlo 10, 100, 1000 volte se è possibile, rimarcare ogni singolo danno che porta sulla loro pelle quella negligenza politica che si sta perpetuando nel corso degli ultimi 10 anni, e quanto possa essere ingiusto non considerare parte di una popolazione perchè non ritenuta abbastanza, sia nel prestigio che nell’interesse del benessere. Perchè il benessere è qualcosa a cui hanno diritto tutti gli esseri umani, indipendentemente dalle possibilità di cui dispongono, e il merito dovrebbe essere la misura entro cui decifrare a chi spettano o non spettano determinate opportunità all’interno di una società che allora e solo allora potrà finalmente dirsi giusta. Ma chi è che si prende la responsabilità e l’arduo compito di essere giusto? A questa domanda purtroppo non v’è risposta. Note: Erminia Voccia, “Parasite e lo spettro della disuguaglianza in Corea Del Sud” nel “IlMattino.it”, 25-11-19 Hyejin Kim, “Spoon theory and the Fall of a Populist Princess in Seoul” in “ The Journal of Asian Studies” Vol. 76, No. 4-11-17: 843-844 Justin McCurry,”South Korea’s inequality paradox: long life, good health and poverty” in “The Guardian”, 2-8-17 Autore non trovato, “Inequality in S. Korea High” in “Financial Tribune”, 19-02-16 Bologna Anna Salis
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