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Paper prova intermedia, Prove d'esame di Metodologia E Tecniche Di Ricerca Sociale

Paper di prova intermedia per il corso di metodologie e tecniche della ricerca sociale 1 con Stefano Sbalchiero. Questo paper ha ottenuto il massimo punteggio.

Tipologia: Prove d'esame

2021/2022

Caricato il 20/06/2024

aurora-rosin
aurora-rosin 🇮🇹

Anteprima parziale del testo

Scarica Paper prova intermedia e più Prove d'esame in PDF di Metodologia E Tecniche Di Ricerca Sociale solo su Docsity! Università degli Studi di Padova Scienze Sociologiche Metodologia e tecniche per la ricerca sociale I a.a 2022-2023 VALIDITÀ DEL TITOLO DI STUDIO CONSEGUITO ALL’ESTERO e l’impatto sulle prospettive lavorative delle persone immigrate in Italia Studenti: Alessia De Col (2050243), Gloria Corrocher (2048862), Aurora Rosin (20466008) INDICE Mappa del disegno 2 Introduzione 3 Definizione del tema di ricerca e ricognizione letteraria 3 Posizione del ricercatore 5 Committente 5 Domande di ricerca 5 Obiettivi 5 Scopi 6 Popolazione 6 1. Popolazione di riferimento 2. Popolazione d’indagine Metodo qualitativo 7 1. Interviste semi-strutturate Fasi e tempistiche 7 1. Fasi della ricerca 2. Tempi di svolgimento della ricerca Preventivo di ricerca 8 Comunicazione dei risultati 9 Questioni etiche 9 Riferimenti bibliografici e sitografia 10 1 Il nostro obiettivo è quello di determinare quali siano i fattori che portano gli immigrati a decidere di compiere o meno tale percorso e quali siano gli impatti sulle prospettive lavorative di tale scelta. Ricognizione letteraria Nel nostro percorso di raccolta della letteratura ci siamo imbattute in un lavoro di tesi interessante di Giorgia Gruppioni, HR Specialist, laureata nel corso magistrale di Lavoro, Cittadinanza Sociale e Interculturalità, all’università Ca’Foscari di Venezia. Essa scompone ed analizza il percorso per il riconoscimento del titolo di studio estero ed in particolare come la frammentazione, la complessità e i lunghi tempi costituiscano una barriera al fine della validazione. La sua ipotesi è che la svalutazione dei titoli di studio sia cruciale nel sotto inquadramento professionale dei lavoratori immigrati in Italia. Infatti partendo dalla teoria economica del capitale umano, quindi dal legame di proporzionalità tra livello di competenze e il livello di reddito, Gruppioni asserisce che la realtà data dal mancato riconoscimento dei titoli di studio è molto differente da quella descritta dalla teoria sopra citata. Nella spiegazione della diseguaglianza salariale infatti entrano in gioco altri fattori come genere ed età ed in particolare provenienza etnica e prestigio dell’istituto. Cruciale nella determinazione dell’effettivo valore del capitale umano è la sua origine geografica e l’educazione ottenuta in un Paese estero giudicata a seconda della vicinanza ai Paesi occidentali. C.Saraceno e A.Brandolini (2007) in un articolo, pongono l’accento sulla vulnerabilità degli immigrati, sottolineando tuttavia come in realtà in quanto a caratteristiche personali non siano affatto deboli, infatti solitamente hanno un livello di istruzione elevato e la salute è quasi sempre molto buona alla partenza. A questa forza si accosta però una grande debolezza strutturale…non possono contare sulle reti di solidarietà primarie (molto importanti in Italia). Gli autori evidenziano come sia stato possibile un forte inserimento occupazionale ma solo in seguito a un’altra discriminazione che ha consentito di riservare i posti migliori agli italiani, lasciando agli immigrati quelli peggiori. Per quanto riguarda in particolare il tema che interessa principalmente a noi, gli autori mettono in luce il fatto che il livello di istruzione non influisca sul rischio di restare senza lavoro, infatti anche se tra loro c’è un’alta percentuale di laureati e diplomati, raramente i titoli di studio sono riconosciuti in Italia, e così la maggioranza figura priva di titolo di studio; la procedura di riconoscimento prevede inizialmente un accordo con il paese di origine e poi una lunga procedura che può fallire ad ogni passo per vari motivi, infatti si può anche pensare che le difficoltà poste dalla burocrazia italiana abbiano la funzione latente di contribuire a trattenere gli immigrati ai livelli più bassi della scala professionale. L’articolo di Lodigiani R. (2017) presenta un'importante sfida che l’UE si ritrova a dover affrontare: un'adeguata integrazione dei migranti nel mercato del lavoro, in grado di liberare appieno il loro potenziale. Dove il riconoscimento delle abilità, conoscenze e competenze dei migranti acquisite in contesti formali e non informali rappresenta una questione cruciale. Sulla base di un lavoro di ricerca comparata condotto a livello europeo, l’estratto evidenzia l'ambivalenza dei sistemi di riconoscimento delle competenze che, pur rappresentando potenziali strumenti di inclusione sociale, rischiano in determinate condizioni di diventare strumenti invisibili di discriminazione. Un imperativo chiave è rappresentato da un cambiamento culturale in relazione alla concezione dei lavoratori migranti, da una percezione del loro contributo come forza lavoro strumentale, per colmare le carenze di manodopera e per soddisfare le esigenze contingenti del mercato del lavoro, a una visione del loro capitale umano come risorsa strutturale per la crescita comune e il benessere generale della società. 4 Posizione del ricercatore fermamente convinte che: sia un percorso pieno di ostacoli; limite materiale nella mobilità sociale; aumento discriminazione delle persone immigrate (no riconoscimento titolo di studio); non sia facile prendere una decisione; Committente Il nostro committente è il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, un dicastero del governo italiano che si occupa delle funzioni spettanti allo Stato in materia di politica del lavoro e sviluppo dell'occupazione, di tutela del lavoro e dell'adeguatezza del sistema previdenziale e di politiche sociali, con particolare riferimento alla prevenzione e riduzione delle condizioni di bisogno e disagio delle persone e delle famiglie. Domande di ricerca Quali sono le difficoltà che affrontano gli immigrati nella convalidazione titoli di studio? Quali sono i fattori che influenzano la loro scelta di proseguire con i processi di convalida? Il non riconoscimento del titolo di studio è un limite materiale per la mobilità sociale? Il paese di provenienza e consapevolezza del "valore” del proprio titolo di studio in Italia influisce sulla decisione? Propensione ad accettare un lavoro nel mercato secondario rispetto a proseguire nei processi di convalida del titolo di studio, e se accettazione, la scelta del lavoro è riconducibile all'indirizzo del titolo di studio? Obiettivi 1. Descrivere Le dinamiche della svalutazione dei titoli di studio degli immigrati, le procedure burocratiche che devono affrontare nel processo di convalida. 2. Comprendere I fattori che influenzano la scelta degli immigrati che si trovano in questa situazione, i motivi per cui decidono di inserirsi nel mercato del lavoro piuttosto che intraprendere il processo di equipollenza. 5 3. Spiegare I meccanismi di discriminazione che si attivano nei processi di validazione dei titoli di studio, gli ostacoli che devono affrontare gli immigrati. Scopi 1. Conoscere Le esperienze personali di ogni immigrato, avente titolo di studio conseguito nel suo paese d’origine, preso in considerazione. 2. Cambiare Alleggerire la burocrazia così da incentivare gli immigrati a iniziare il percorso di validazione del proprio titolo di studio. Popolazione 1. Popolazione di riferimento Essa sarà composta da adulti immigrati provenienti da Romania, Albania, Marocco, Cina e India con un minimo di 16 anni, aventi titolo di studio validati e non. Sono stati selezionati queste nazionalità in quanto rappresentano i 5 paesi con il maggior tasso di immigrazione verso l’Italia. Non si è voluto includere individui minori di 16 anni essendo il nostro focus sulle prospettive lavorative; in Italia infatti non è possibile lavorare regolarmente al di sotto dei 16 anni. 2. Popolazione di indagine Dalla popolazione di riferimento verranno selezionati 65 adulti immigrati (circa 50% donne e 50% uomini) delle nazionalità sopra elencate tramite un campionamento a scelta ragionata basata sui seguenti criteri: paese di provenienza; validazione o meno del titolo di studio; 6 elaborazione dati testuali senior ore 28 ore 40 1120 elaborazione dati statistici junior ore 20 ore 30 600 analisi e stesura finali del rapporto di ricerca senior ore 45 ore 40 1800 varie ed eventuali pernottamenti e trasporti 1500 totale senza IVA 30850 IVA 22% 6787 TOTALE CON IVA 37637 Comunicazione dei risultati Una volta conclusa la rielaborazione dei dati e la successiva stesura del rapporto di ricerca, il risultato finale verrà consegnato al committente, il quale sarà responsabile della pubblicazione dell’elaborato sul proprio sito (www.lavoro.gov.it). Inoltre i risultati saranno poi oggetto di seminari e convegni possibili grazie all’appoggio dell’Università degli Studi di Padova, dove saranno presenti alcuni degli intervistati (chi non ha interesse a mantenere l’anonimato) così da raccontare in prima persona le diverse esperienze. Ovviamente verrà invitato anche il corpo del ministero del lavoro e delle politiche sociali, senza il quale questa ricerca non sarebbe esistita. Questi incontri saranno aperti a tutti coloro i quali frequentano il corso di laurea in Scienze Sociologiche, Servizio Sociale e Scienze psicologiche sociali e del lavoro, così da ampliare l’accesso a tutti coloro che potrebbero esserne interessati. Questioni etiche Ci faremo carico della responsabilità di preservare l’anonimato degli intervistati e di chiarire fin da subito la nostra posizione in quanto accademiche, e ci impegneremo a non creare disagi all’interno e all’esterno della vita personale dei soggetti coinvolti. Per acquisire fin da subito il consenso del partecipante, gli verrà consegnato un documento ufficiale che attesta la sua volontà di partecipare allo studio; all’interno di questo documento verrà evidenziato l’utilizzo di strumenti di registrazione per una maggiore accuratezza nell’elaborazione dei dati. Siccome all’interno della nostra popolazione sono presenti anche dei soggetti minori sarà necessaria (per loro) l’autorizzazione firmata dai genitori. Una volta terminata la ricerca, i risultati e la loro spiegazione, verranno obbligatoriamente resi pubblici a tutti i soggetti che vi hanno partecipato. 9 Riferimenti bibliografici e sitografia Lodigiani R., 2017, Migrants’ competence recognition systems: Controversial links between social inclusion aims and unexpected…, European Journal for Research on the Education and Learning of Adults C. Saraceno e A. Brandolini (a cura di), Disuguaglianze economiche e vulnerabilità in Italia, Bologna, Il Mulino, 2007. G. Gruppioni, Il riconoscimento del titolo di studio conseguiti all’estero e il suo impatto nelle opportunità sociali e lavorative delle persone immigrate in italia, Venezia, Università Ca’Foscari , 2017 Erel U. 2010, Migranting Cultural Capital: Bourdieu in Migration Studies, BSA Publication Ltd, Volume 44(4):642-660 professionale-e-titoli-di-studio/procedure-e-informazioni/equipollenza-dei-titoli-di-studio/#:~:text= Equipollenza%20dei%20titoli%20di%20studio%20Due%20o% Convenzione di Lisbona - Miur 10
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