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Parafrasi Canto II Inferno Divina Commedia, Appunti di Lingue e letterature classiche

Parafrasi del secondo canto dell'inferno della Divina Commedia

Tipologia: Appunti

2022/2023

Caricato il 22/12/2022

Ludovico11_
Ludovico11_ 🇮🇹

4.5

(18)

16 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Parafrasi Canto II Inferno Divina Commedia e più Appunti in PDF di Lingue e letterature classiche solo su Docsity! Divina Commedia, Inferno: Canto II - Parafrasi Il giorno volge al tramonto (se n'andava), e il cielo che cominciava a oscurarsi (l'aere bruno) liberava (toglieva) gli esseri animati che abitano la terra dalle loro fatiche; io solo mi preparavo a sostenere l'asprezza (la guerra), sia (si) del viaggio (del cammin), sia (si) dell'angoscia interiore (pietate), che la memoria (mente) descriverà in maniera del tutto fedele, senza errori. Voi Muse, e tu, mio nobile (alto) ingegno, aiutatemi; tu, o memoria, che hai scritto ciò che io ho visto qui si mostrerà la perfezione. Io cominciai a dire: Poeta che mi fai da guida, considera bene (guarda) se la mia capacità (virtù) è sufficientemente forte (possente) prima che tu mi esponga (mi fidi) al difficile e impegnativo cammino. Tu narri (nell'Eneide) che il genitore (parente) di Silvio quand'era ancora vivo (corruttibile ancora), si recò nell'aldilà (ad immortale secolo) e questo avvenne con il proprio corpo (sensibilmente). Tuttavia, se Dio (l'avversario d'ogne male) fu gentile con Enea (soggetto sottinteso) come individuo ('l chi) e come dotato di meriti ('l quale) non sembra indegno a un uomo giudizioso (ad omo d'inteletto) che pensi (pensando) alle prodigiose conseguenze (l'alto effetto) che dovevano derivare (uscir) da lui; poiché egli fu scelto (eletto) nell'Empireo come padre della santa (alma) Roma e del suo impero: la quale Roma è il quale imperatore, se vogliamo attenerci alla verità (lo vero), furono prescelti (da Dio) per fare di quella città il luogo santo dove risiede il pontefice (il successo del maggior Piero). A causa di questo viaggio nell'aldilà (quest'andata), per cui tu attraverso la tua poesia, lo celebri (dai tu vanto) venne a conoscere cose che furono la causa (cagione) della sua vittoria e causa del mantello pontificio (papale ammanto) Vi andò poi a San Paolo per acquisire il sostegno (conforto) alla predicazione della fede cristiana, da cui ha inizio la via che conduce alla salvezza eterna. Ma perché io devo venirvi? o chi lo permette? Io non sono cosi importante come Enea, né come Paolo; né io mi ritengo degno di tale compito (a ciò), né altri (=Dio) lo ritiene. Per la qual cosa, temo che, se mi lascio indurre a dir di si (m'abbandono), il venir con te sia un'autentica follia. In qualità di savio, tu puoi intendere (intendi me') anche che io non riesco a esprimere. E come è colui (qual è quei) che non vuole più ciò che volle in precedenza (che disvuol ciò che volle) a causa di nuove riflessioni (per novi pensier) cambia proposito (proposta), così che si distoglie (si tolle) completamente (tutto) da ciò che aveva già cominciato (dal cominciar), allo stesso modo trovano sul quel pendio buio ('n quella oscura costa), perché, continuando a pensare (pensando), esaurii nel pensiero (consumai) l'impresa (la 'mpresa) che avevo iniziato in maniera cosi baldanzosa (cotanto tosta) Se ho capito bene il tuo discorso (la parola tua) rispose l'ombra di quel magnanimo, la tua anima è colpita (offesa) dalla vigliaccheria (viltade) la quale (vigliaccheria) molte volte (molte fiate) ostacola (ingombra) l'essere umano tanto che lo distoglie (lo rivolve) da ogni azione degna d'onore (d'onrata impresa), come il vedere ciò che non c'è (falso veder) spinge una bestia a ritirarsi Affinché tu ti liberi (ti solve) da questa paura (tema) ti dirò perché venni in tuo soccorso (perch'io venni) e ciò che ho appreso (quel ch'io 'ntesi) nel primo momento in cui (nel primo punto che) sentii dolore per te (di te mi dolve). Io ero tra quelle anime del Limbo sospese fra il destino di vedere Dio e la consapevolezza che lo potranno più vedere, e una donna mi chiamò, così (tal) soffusa di beatitudine nell'aspetto (beata) e colma di bellezza (bella) che io stesso la pregai (la richiesi) di manifestarmi il suo desiderio (di comandarmi). I suoi occhi brillavano più di una stella E cominciò a dire di me in maniera dolce e semplice (soave e piana), con voce angelica e nel suo linguaggio (in sua favella): O cortese anima mantovana, la cui fama si perpetua ancora sulla terra e sopravvivrà a lungo (lontana) quanto il mondo terreno, colui che mi amò (l’amico mio), e non per interesse (de la ventura), si trova sulla spiaggia deserta tanto ostacolato nel cammino, che per la paura sta tornando indietro; e temo sia già così sperduto, che io mi sia mossa in suo soccorso troppo tardi, per quanto ho sentito in Paradiso di lui. Vai dunque, e con il tuo parlare accorto (ornata) e con tutto ciò che è necessario (c’ha mestieri) per la sua salvezza (al suo campare), soccorrilo in modo che io possa essere confortata. Io che ti induco ad andare sono Beatrice; vengo dal luogo dove desidero ritornare (dal Paradiso); mi spinse a venire Amore, che mi ispira nel parlare. Quando mi ritroverò davanti al mio Signore, spesso farò le tue lodi (mi loderò) presso di lui . Tacque allora, e poi parlai io così: O signora della virtù, l’unica grazia alla quale la specie umana supera ogni cosa contenuta (contento) sotto il cielo che ha la circonferenza minore (cioè: il cielo della Luna), tanto mi è gradito il tuo comando che l’ubbidire, anche se fosse già in atto, mi sembrerebbe lento; non ti è necessario (uo’) altro che manifestarmi il tuo desiderio. Ma spiegami il motivo per cui non temi (non ti guardi) di scendere quaggiù nel centro (nell’Inferno) dal vasto Empireo (ampio loco = si riferisce al Paradiso) dove desideri tornare. Poiché tu vuoi sapere le cose tanto a fondo (a dentro), in breve ti spiegherò, disse,
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