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Parafrasi canto V Inferno, Appunti di Italiano

Il documento contiene la parafrasi del canto V dell'Inferno di Dante Alighieri con breve elenco puntato dei principali eventi.

Tipologia: Appunti

2017/2018

In vendita dal 06/03/2023

Pucci_Simone
Pucci_Simone 🇮🇹

43 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Parafrasi canto V Inferno e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! 1. Discesa al secondo cerchio: Minosse 2. I lussuriosi 3. Virgilio indica a Dante alcuni personaggi famosi 4. Colloquio con Francesca da Rimini CERCHIO II: i lussuriosi Contrappasso per analogia (le anime sono travolte costantemente dalla bufera infernale così come in vita furono travolte dal desiderio carnale) Così discesi dal primo cerchio giù nel secondo, che circonda meno spazio e tanto più dolore, che spinge al lamento. Vi sta Minosse in maniera terrificante, e ringhia: esamina le colpe all’entrata; giudica e manda i dannati alla propria destinazione in base a quante volte avvolge la coda. Dico che quando l’anima nata per sua disgrazia gli viene davanti, confessa ogni cosa: e quel conoscitore dei peccati vede quale luogo dell’Inferno è adatto ad essa; si cinge con la coda tante volte quanti gradini vuole che l’anima sia messa in basso. Dinanzi a lui ce ne sono sempre molte: vanno l’una dopo l’altra al giudizio, confessano ed ascoltano (la pena) e poi sono fatte precipitare verso il basso. “O tu che vieni all’ostello/ al luogo doloroso”, mi disse Minosse quando mi vide, lasciando l’atto di un così importante compito, “sta attento a come entri e di cosa fidarti; che non ti inganni l’ampiezza dell’ingresso!”. Ed il mio comandante a lui: “Perchè continui a gridare? Non impedire il suo cammino voluto dal fato: si vuole così là dove può essere fatto ciò che si desidera, e non chiedere di più”. Ora incominciano a farsi sentire le grida dolorose; ora sono giunto là dove mi sconforta molto pianto. Io giunsi in un luogo privo di ogni luce, il quale muggisce come fa il mare per la tempesta, se è battuto da venti opposti. La bufera infernale, che non si placa mai, conduce gli spiriti con la sua violenza; li molesta voltandoli e percuotendoli. Quando giungono davanti alla frana, qui (aumentano) le grida, il pianto ed il lamento; qui bestemmiano la potenza divina. Compresi che a questo tormento sono condannati i peccatori carnali, che sottomettono la ragione al desiderio. E come le ali portano gli stormi in inverno (a disporsi) in una schiera larga e fitta, così quel soffio conduce gli spiriti cattivi di qua, di là, di giù e di su; nessuna speranza mai li conforta, non di pausa, ma neanche di diminuzione di pena. E come le gru volano cantando i propri lamenti, disponendosi nell’aria in fila (una dopo l’altra), così io vidi venire, emettendo lamenti, delle ombra portate dalla suddetta tempesta; per questo motivo io dissi: “Maestro, chi sono quelle persone che l’aria nera punisce in questo modo?”. “La prima di coloro dei quali tu vuoi sapere notizie”, mi disse quello allora, “fu imperatrice di molti popoli. Fu dedita al vizio della lussuria, a tal punto che rese lecito ciò che piace nella sua giurisdizione, per togliere il disonore/torto nel quale era incorsa. Ella è Semiramide, della quale si legge che succedette a Nino e fu sua sposa: governò la terra che il Sultano regge. L’altra è colei che si uccise per amore e ruppe il giuramento alle ceneri di Sicheo; poi c’è Cleopatra lussuriosa. Vedi Elena, per la quale fu necessario tanto tempo colpevole, e vedi il grande Achille, che combattè per amore. Vedi Paride, Tristano”; e mi mostrò e mi nominò col dito più di mille ombre, le quali furono allontanate dalla nostra vita dall’amore. Dopo che io ebbi ascoltato il mio maestro (dotto=sapiente) nominare le donne antiche ed i cavalieri, sopraggiunse la misericordia, e fui quasi perduto. Io cominciai: “Poeta, parlerei volentieri a quei due che vanno insieme e paiono essere così leggeri al vento”. Ed egli a me: “Vedrai quando saranno più vicino a noi; e tu allora li pregherai in nome di quell’amore che li
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