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Parafrasi canto XII Inferno, Appunti di Italiano

Il documento contiene la parafrasi del canto XII dell'Inferno di Dante Alighieri con breve elenco puntato dei principali avvenimenti.

Tipologia: Appunti

2017/2018

In vendita dal 06/03/2023

Pucci_Simone
Pucci_Simone 🇮🇹

43 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Parafrasi canto XII Inferno e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! 1. Il Minotauro 2. Origine delle ‘ruine’ infernali 3. Il Flegetonte ed i centauri 4. Incontro con Chirone 5. Nesso mostra a Dante alcuni violenti CERCHIO VII-1°GIRONE: gli omicidi Contrappasso per analogia ed opposizione (poichè hanno versato sangue, gli omicidi sono immersi nel Flegetonte, fiume di sangue bollente, ad una profondità diversa a seconda della gravità del loro peccato; inoltre i loro custodi, i centauri, sono metà bestie e metà uomini e ciononostante si comportano in maniera civile, al contrario dei dannati, il cui peccato li fa agire in maniera animalesca) Il luogo dove giungemmo scendendo la riva era scosceso e, per quel che si scorgeva, tale che ogni vista ne avrebbe ribrezzo. Come è quella frana che colpì l’Adige a sud di Trento, o a causa di un terremoto, o per il mancamento della base per erosione, che dalla cima del monte, da dove si mosse, alla base, le rocce sono così scoscese che consentirebbero la discesa a chi si trovasse in alto: tale era la discesa di quel burrone; e sulla punta della spianata incrinata era distesa l’infamia di Creta, che fu concepita nella falsa vacca; e quando ci vide, morse se stesso, così come colui la cui ira interiore prevale. Il mio saggio gridò verso di lui: “Forse credi che sia qui giunto il signore di Atene che ti ha portato alla morte lassù nel mondo? Vattene, bestia, perchè questi non è guidato da tua sorella (Arianna), ma va a vedere le vostre punizioni”. Come è quel toro che si scioglie dai lacci in quel momento in cui ha ricevuto il colpo mortale e che non sa dove andare, ma saltella qua e là, io vidi il Minotauro agire in tale maniera; e quello (Virgilio) pronto gridò: “Corri al varco mentre è infuriato, è bene che tu scenda”. Così riprendemmo il nostro cammino giù per l’ammasso di quelle pietre che spesso si muovevano sotto i miei piedi per il peso inusuale (quello di un corpo vivo). Io camminavo pensieroso quando quello disse: “Stai forse pensando a questa frana, che è sorvegliata dall’ira bestiale che ho appena spento? Ora voglio che tu sappia che l’altra volta che io sono sceso quaggiù nel basso inferno, questa roccia non era ancora franata. Ma certamente poco prima, se ricordo bene, che venisse colui che tolse a Lucifero il gran bottino del Limbo, l’alta valle fetida tremò da tutte le parti, a tal punto che pensai che l’universo provasse amore e dovesse tornare al caos; ed in quel momento questa vecchia roccia, qui ed altrove, franò. Ma punta gli occhi a valle, perchè si avvicina il fiume di sangue in cui bolle chi ha peccato di violenza verso gli altri”. Oh cieco desiderio e folle ira, che ci sproni così tanto nella vita terrena/mortale ed in quella eterna ci immergi (nel Flegetonte) con così grande tormento! Io vidi un’ampia fossa descritta ad arco, in quanto abbraccia tutta la pianura, secondo quanto mi aveva detto la mia guida; e tra la parete del cerchio e la fossa correvano in fila dei centauri, armati di frecce, come erano soliti andare a caccia nel mondo terreno. Vedendoci scendere, ognuno si fermò, e tre si allontanarono dal gruppo con archi e frecce scelti precedentemente; ed uno gridò da lontano: “A quale pena venite voi che scendete il pendio? Ditelo, da lì, altrimenti scocco la freccia”. Il mio maestro disse: “Daremo la risposta a Chirone quando saremo appresso; con tuo danno la tua volontà fu sempre così impulsiva”. Poi mi toccò e disse: “Quello è Nesso, che morì a causa della bella Deianira e compì da sè la propria vendetta. E quello di mezzo, che si guarda il petto, è il grande Chirone, che allevò
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