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parafrasi divina commedia purgatorio canto 6, Appunti di Lingue e letterature classiche

parafrasi divina commedia purgatorio canto 6

Tipologia: Appunti

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Caricato il 23/05/2020

giuly181818
giuly181818 🇮🇹

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Scarica parafrasi divina commedia purgatorio canto 6 e più Appunti in PDF di Lingue e letterature classiche solo su Docsity! Testo Purgatorio 6 Quando si parte il gioco de la zara, colui che perde si riman dolente, repetendo le volte, e tristo impara; 3 con l’altro se ne va tutta la gente; qual va dinanzi, e qual di dietro il prende, e qual dallato li si reca a mente; 6 el non s’arresta, e questo e quello intende; a cui porge la man, più non fa pressa; e così da la calca si difende. 9 Tal era io in quella turba spessa, volgendo a loro, e qua e là, la faccia, e promettendo mi sciogliea da essa. 12 Quiv’era l’Aretin che da le braccia fiere di Ghin di Tacco ebbe la morte, e l’altro ch’annegò correndo in caccia. 15 Quivi pregava con le mani sporte Federigo Novello, e quel da Pisa che fé parer lo buon Marzucco forte. 18 Vidi conte Orso e l’anima divisa dal corpo suo per astio e per inveggia, com’e’ dicea, non per colpa commisa; 21 Pier da la Broccia dico; e qui proveggia, mentr’è di qua, la donna di Brabante, sì che però non sia di peggior greggia. 24 Come libero fui da tutte quante quell’ombre che pregar pur ch’altri prieghi, sì che s’avacci lor divenir Parafrasi Quando il gioco della zara ha fine, quello che ha perso rimane da solo e addolorato, mentre ripensa alle giocate fatte e impara tristemente; tutta la gente segue il vincitore; quello tira dritto, e uno gli si mette di fronte, un altro lo tira da dietro, un altro lo segue affiancandolo; quello non si ferma e ascolta l'uno e l'altro; dà la mancia a uno e questo non lo assilla più, e così di difende dalla calca. Così facevo io in mezzo a quella folla di anime, volgendo il viso a loro qua e là, e promettendo mi separavo dalla calca. Qui c'era l'Aretino (Benincasa da Laterina) che fu ucciso dalle feroci braccia di Ghino di Tacco, e l'altro (Guccio de' Tarlati) che annegò mentre era inseguito (o inseguiva). Qui pregava a mani giunte Federico Novello, e il pisano (Gano o Farinata degli Scornigiani) che fece apparire forte il buon Marzucco, suo padre. Vidi il conte Orso (degli Alberti) e l'anima divisa dal suo corpo per astio e invidia, non per aver commesso una colpa, come diceva; intendo dire Pierre de la Brosse; e a questo riguardo Maria di Brabante, finché è in vita, farebbe bene a pentirsi, per non finire in un gregge peggiore (tra i dannati). Non appena mi fui liberato da tutte quelle anime che pregavano perché altri pregassero per permetter loro di purificarsi più in fretta, io cominciai: «Mi sembra che tu neghi, o mio maestro, espressamente in una tua opera, che una preghiera possa piegare una decisione divina; sante, 27 io cominciai: «El par che tu mi nieghi, o luce mia, espresso in alcun testo che decreto del cielo orazion pieghi; 30 e questa gente prega pur di questo: sarebbe dunque loro speme vana, o non m’è ‘l detto tuo ben manifesto?». 33 Ed elli a me: «La mia scrittura è piana; e la speranza di costor non falla, se ben si guarda con la mente sana; 36 ché cima di giudicio non s’avvalla perché foco d’amor compia in un punto ciò che de’ sodisfar chi qui s’astalla; 39 e là dov’io fermai cotesto punto, non s’ammendava, per pregar, difetto, perché ‘l priego da Dio era disgiunto. 42 Veramente a così alto sospetto non ti fermar, se quella nol ti dice che lume fia tra ‘l vero e lo ‘ntelletto. 45 Non so se ‘ntendi: io dico di Beatrice; tu la vedrai di sopra, in su la vetta di questo monte, ridere e felice». 48 E io: «Segnore, andiamo a maggior fretta, ché già non m’affatico come dianzi, e vedi omai che ‘l poggio l’ombra getta». 51 «Noi anderem con questo giorno innanzi», rispuose, «quanto più potremo omai; ma ‘l fatto è d’altra forma che non e queste anime pregano proprio per questo: dunque la loro speranza è vana, o le tue parole non mi sono chiare?» E lui a me: «Le mie parole sono chiare e la speranza di costoro è ben riposta, se si guarda con attenzione e con intelletto integro; infatti l'altezza del giudizio divino non è sminuita se l'ardore di carità (delle preghiere) compie in un istante ciò che deve essere espiato da chi si trattiene qui; e nel punto dove io dissi questo, la colpa non veniva cancellata grazie alla preghiera, e poi la preghiera non era rivolta a Dio. Tuttavia non ti fermare davanti a un dubbio così profondo, prima che ti parli colei che sarà luce tra la verità e il tuo intelletto. Non so se capisci, parlo di Beatrice; tu la vedrai ridere felice sulla cima di questo monte». E io: «Signore, andiamo più in fretta, dal momento che non sono stanco come prima e, come vedi, il monte getta già ombra». Rispose: «Noi procederemo in questa giornata quanto più potremo; ma le cose stanno diversamente da come pensi. Prima che tu arrivi lassù, vedrai risorgere il sole che già tramonta dietro il monte, così che tu non fai più ombra. Ma vedi laggiù un'anima, che se ne sta tutta sola e che guarda verso di noi: quella ci mostrerà la via più spedita». che ‘l giardin de lo ‘mperio sia diserto. 105 Vieni a veder Montecchi e Cappelletti, Monaldi e Filippeschi, uom sanza cura: color già tristi, e questi con sospetti! 108 Vien, crudel, vieni, e vedi la pressura d’i tuoi gentili, e cura lor magagne; e vedrai Santafior com’è oscura! 111 Vieni a veder la tua Roma che piagne vedova e sola, e dì e notte chiama: «Cesare mio, perché non m’accompagne?». 114 Vieni a veder la gente quanto s’ama! e se nulla di noi pietà ti move, a vergognar ti vien de la tua fama. 117 E se licito m’è, o sommo Giove che fosti in terra per noi crucifisso, son li giusti occhi tuoi rivolti altrove? 120 O è preparazion che ne l’abisso del tuo consiglio fai per alcun bene in tutto de l’accorger nostro scisso? 123 Ché le città d’Italia tutte piene son di tiranni, e un Marcel diventa ogne villan che parteggiando viene. 126 Fiorenza mia, ben puoi esser contenta di questa digression che non ti tocca, mercé del popol tuo che si argomenta. 129 Molti han giustizia in cuore, e tardi scocca per non venir sanza consiglio a l’arco; E se mi è consentito, o altissimo Giove (Cristo), che fosti crocifisso per noi in Terra, i tuoi occhi giusti sono forse rivolti altrove? Oppure nell'abisso della tua saggezza stai preparando un bene (per l'Italia) di cui non possiamo renderci conto? Infatti tutte le città italiane sono piene di tiranni, e ogni contadino che si mette a capo di una fazione politica diventa un Marcello. Firenze mia, puoi davvero esser contenta del fatto che questa digressione non ti tocca, grazie al tuo popolo che si ingegna. Molti hanno la giustizia in cuore, ma questa si esprime tardi con le parole per non rischiare di non essere ponderata; ma il tuo popolo se ne riempie sempre la bocca. Molti rifiutano le cariche pubbliche, ma il tuo popolo risponde sollecito senza essere chiamato, e grida: «Me ne incarico io!» Ora rallegrati, visto che ne hai motivo: tu sei ricca, sei in pace, sei assennata! Se dico la verità, i fatti non lo nascondono. Atene e Sparta, che scrissero le antiche leggi e furono così civili, diedero un piccolo contributo alla giustizia in confronto a te, che emani provvedimenti tanto sottili (elaborati, ma anche fragili) che quelli emessi a ottobre non arrivano a metà novembre. ma il popol tuo l’ha in sommo de la bocca. 132 Molti rifiutan lo comune incarco; ma il popol tuo solicito risponde sanza chiamare, e grida: «I’ mi sobbarco!». 135 Or ti fa lieta, ché tu hai ben onde: tu ricca, tu con pace, e tu con senno! S’io dico ‘l ver, l’effetto nol nasconde. 138 Atene e Lacedemona, che fenno l’antiche leggi e furon sì civili, fecero al viver bene un picciol cenno 141 verso di te, che fai tanto sottili provedimenti, ch’a mezzo novembre non giugne quel che tu d’ottobre fili. 144 Quante volte, del tempo che rimembre, legge, moneta, officio e costume hai tu mutato e rinovate membre! 147 E se ben ti ricordi e vedi lume, vedrai te somigliante a quella inferma che non può trovar posa in su le piume, ma con dar volta suo dolore scherma. 151 Quante volte, a memoria d'uomo, hai tu mutato leggi, moneta e costumi, e rinnovato la popolazione (grazie agli esili)! E se tu ti ricordi bene e vedi chiaramente, riconoscerai di esser simile a quell'ammalata che non può trovare riposo nel letto, ma rigirandosi di continuo cerca di alleviare il dolore.
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