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Parafrasi "Virginia" Alfieri atto III scena III, Appunti di Letteratura Italiana

Parafrasi della terza scena del terzo atto della "Virginia" di Vittorio Alfieri

Tipologia: Appunti

2020/2021
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Caricato il 23/01/2021

FraVg
FraVg 🇮🇹

4.5

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Anteprima parziale del testo

Scarica Parafrasi "Virginia" Alfieri atto III scena III e più Appunti in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! Testo Parafrasi NUMITORIA: oh! S’io ben veggio… no, non m’inganno; è desso, è desso; oh gioia! Virginio! VIRGINIA: Padre! VIRGINIO: Oh ciel! Figlia,... e fia vero? Consorte!... al sen vi stringo? Oimè... mi sento... mancar... VIRGINIA Ti abbraccio sì, finché nomarti padre a me lice. NUMITORIA Ansie di te, dubbiose del tuo venir, n'era ogni stanza morte. Quindi t'uscimmo impazienti incontro... VIRGINIA Sollecite, tremanti. Almen lontana or non morrò da te. Più non sperava di rivederti mai. ICIIO Misero padre! non che parlar, può respirare appena. NUMITORIA Questo è ben altro, che tornar dal campo, qual ne tornasti tante volte e tante, vincitor dei nemici. A terra china veggio purtroppo la onorata fronte, d'allori un dì, carca or di doglie, e d'atri pensier funesti: or sei ridotto a tale, che né moglie, né figlia (amati pegni, per cui cara la gloria e il viver t'era) or non vorresti aver tu avute mai. VIRGINIO ... Donne; non duolmi esser marito, e padre; grande è dolcezza, ancor che amaro molto a scontar l'abbia. Se a misfatto in Roma ai cittadini l'aver figlie è ascritto, reo ne voglio esser primo; esserne primo emendatore io vo'. Libera Roma era in quel dì, ch'io diveniati sposo; libera il dì, ch'unico pegno e certo di casto amor Virginia mia mi davi; mia, sì; pur troppo! Delle patrie leggi nata e cresciuta all'ombra sacra, o figlia, eri mia sola speme: eran custodi dell'aver, delle vite, ed onor nostro, i magistrati allora: or ne son fatti i rapitori?... Ah! figlia,... il pianto frena;... deh! non sforzarmi a lagrimar. — Non ch'io indegno estimi di roman soldato il lagrimar, quando il macchiato onore, le leggi infrante, la rapita figlia, strappan dal suo non molle core il pianto;... ma, col pianger non s'opra. NUMITORIA: Oh! Se vedo bene… no, non sbaglio: è lui, è lui, oh che gioia! Virginio! VIRGINIA: Padre! VIRGINIO: Oh,cielo! Figlia...e sarà vero? Moglie! Vi sto davvero abbracciando? Ohimé, mi sento svenire VIRGINIA: Sì, ti abbraccio fino a che mi è concesso chiamarti padre NUMITORIA: Ansiose per te, incerte sul tuo arrivo, ogni indugio ci era mortale. Per questo siamo uscite per venirti impazientemente incontro. VIRGINIA: Eravamo all’erta, tremavamo Almeno ora non morirò lontana da te. Non pensavo che ti avrei più rivisto. ICILIO: Povero padre! Non riesce a parlare, respira a malapena NUMITORIA: Questo è ben peggiore di tornare dal campo (di battaglia) da cui tornasti tante e tante volte vincitore. Ti vedo ora chinare verso terra il capo, un tempo onorato con l’alloro, ora carica di dolori e di pensieri oscuri e funesti. Ora sei ridotto talmente male che né tua moglie, né tua figlia - beni preziosi per cui ti era gioioso vivere e ottenere la gloria- vorresti aver mai avuto. VIRGILIO: Donne, non mi dispiace essere padre e marito, è un grande piacere nonostante sia molto sgradevole che io debba patire per questo (essere padre e marito). Se è considerato un delitto avere figlie a Roma, voglio esserne il peggior colpevole, voglio esserne il primo a emendare questa legge. Il giorno in cui mi sposai, Roma era libera, era libera il giorno in cui tu, Virginia mia, mi davi il segno unico e sicuro del tuo casto amore; mia, sì, purtroppo! Sei nata e cresciuta sotto la sacra protezione delle leggi romane, o figlia, eri la mia unica speranza: ai tempi i magistrati erano i custodi delle nostre vite, dei nostri VIRGINIA Ed io, se nata del miglior sesso fossi, io figlia tua, a chi nomarmi ardisse schiava, oh! pensi ch'io risposta farei con pianto imbelle? Ma, donna, e inerme sono; e padre, e sposo, e tutto io perdo... ICILIO Nulla ancor perdesti. Speme non è morta del tutto ancora: in tua difesa avrai la plebe, il cielo, e noi: se invan; se non ti resta scampo, che di perir con noi,... tremando io il dico,... e i genitori tel dicon tacendo,... tu con noi perirai. Tua nobil destra io t'armerò del mio pugnal, grondante, caldo ancor del mio sangue: udrai l'estreme libere voci mie membrarti, ch'eri figlia di prode, libera, Romana, e sposa mia. — Pensier, che il cor mi agghiaccia, intempestivo egli è finora. VIRGINIA È il solo pensier, che in vita tiemmi. — Oh! se mi vedi pianger, non piango il mio destin, ma il tuo. Nato ad ogni alta impresa, esser di Roma dovresti lo splendor: piango in vederti ridotto, e invano, a disputar l'oscura mia libertà privata; ed in vederti chiuso ogni campo di verace fama; e in veder l'alma in te romana tanto, or che più non è Roma. VIRGINIO E tu non sei mia figlia, tu? l'oda chi 'l niega. NUMITORIA Ah! sola ella è sostegno alla nostra cadente vita. O figlia, morir ben mille volte, pria che perderti, voglio. ICILIO Amata sposa, forte è l'amor, che fortemente esprimi; degno di noi; simìle, e pari, al mio. Ogni tenero affetto, ogni dolcezza, duri tempi ne vietano. Fra noi d'amor paterno e coniugal sol pegno fia la promessa di scambievol morte. possedimenti, del nostro onore: ora sono coloro che li tengono in ostaggio (i rapitori)? Ah, figlia, non piangere, non portarmi a piangere. Non che io trovi indegno il pianto di un soldato romano, quando a strappare il pianto dal suo cuore non debole sono l’onore infangato, l’infrazione delle leggi, il rapimento della figlia… ma piangere non porta la soluzione. VIRGINIA E io, se fossi nata del sesso dominante, io tua figlia, chi oserebbe chiamarmi schiava,oh, pensi che risponderei con vile pianto? Ma sono una donna e sono innocua, e pedo il padre, lo sposo, tutto… ICILIO Non hai ancora perso nulla. La speranza non è ancora morta del tutto: avrai a difenderti il popolo, gli dei e noi, se sarà inutile, se non avrai altra via di fuga se non morire in nostra compagnia, io ti dico tremando… e io tuoi genitori ti dicono (confermano) col loro silenzio… tu morirai, con noi. Io ti fornirò, e tu impugnerai nella nobile mano destra, il mio pugnale, ancora sporco e grondante del mio sangue: udirai le mie ultime parole che eri figlia di un uomo valoroso, eri libera, Romana ed eri la mia (promessa) sposa. Un pensiero che mi gela il cuore, che per ora non dovremo mettere in atto a breve. VIRGINIA E’ l’unico pensiero che mi tiene in vita. - Oh! Se vedi che piango non è per ciò che mi aspetta (per il mio destino) ma per ciò che aspetta te. Destinato ad ogni grande impresa, dovresti essere il vanto di Roma: piango nel vederti ridotto a combattere invano la mia infelice libertà, un interesse privato. e vederti sparire ogni possibilità di reale fama e vedere in te tanto spirito romano ora che Roma non ne ha più. VIRGINIO E tu non saresti figlia mia? Tu? Ascolti, chi lo nega. NUMITORIA Ah! Lei è l’unico conforto nella nostra vita degradata. Oh, figlia voglio morire mille volte prima di perderti. ICILIO Sposa adorata, forte è l’amore che dimostri con decisione, è degno di noi, assomiglia ed equivale al mio. Ogni dolce cosa cara, ogni piacere è vietato
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