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La mobilità nel XVII e XVIII secolo: il Grand Tour e l'influenza italiana sugli artisti - , Sintesi del corso di Storia

Il fenomeno del grand tour, un viaggio di formazione e piacere individuale che diventa sempre più accessibile nel xvii e xviii secolo a causa dello sviluppo sociale, politico, economico e tecnologico. Viene inoltre discusso l'influsso dell'architettura e dell'arte italiana in europa e la crescente domanda di formazione e curiosità artistica che porta alla nascita di un grande mercato collezionistico e di antiquariato. Infine, viene menzionato il viaggio di elisabetta i in inghilterra e il viaggio di corte di enrico iii di valois.

Tipologia: Sintesi del corso

2021/2022

Caricato il 12/01/2024

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Scarica La mobilità nel XVII e XVIII secolo: il Grand Tour e l'influenza italiana sugli artisti - e più Sintesi del corso in PDF di Storia solo su Docsity! PER TERRA E PER ACQUA, RITA MAZZEI Il viaggio un’esperienza alle radici dell’umanità, vediamo alcuni esempi :  L’epopea di Gilgamesh alle origini della storia  Il viaggio di Ulisse <<nostos>>. La nostalgia del ritorno: Ulisse, eroe astuto, intelligente, sempre pronto a trovare soluzioni ai casi più disperati, sopporta molti dolori cercando di salvare la propria vita e quella dei compagni. Possiede inoltre l’abilità oratoria e la curiosità, caratteristica che l’ha spinto a intraprendere il viaggio più famoso e discusso dell’epica. L’Odissea fa parte dei vostoi> i viaggi di ritorno degli eroi. L’eroe è stato lontano da casa circa vent’anni: dieci per la guerra di Troia e altrettanti per il ritorno. Sette dei dieci anni li ha passati sull’isola di Ogigia in compagnia della ninfa Calipso, ed e proprio qui che il nostro eroe ci viene presentato per la prima volta (inizio in medias res, nel mezzo della storia).  L’esodo. Singolo (Abramo), collettivo (popolo ebraico).  Il grande viaggio interiore della “Divina commedia” Dante.  Il viaggio verso la nuova realtà: il “Milione” di Marco Polo  Xavier de Maistre<< Viaggio intorno alla mia camera>>. Viaggio che si svolge all’interno di una stanza. Nel marzo 1794 a Torino, Xavier De Maistre è costretto a restare chiuso per quarantadue giorni nella sua stanza. È agli arresti domiciliari perché ha preso parte a un duello non autorizzato. L'uomo prende la penna e inizia a raccontare quei giorni.  Viaggio nella conoscenza contemporanea << Ulysses>> di J. Joyce Il viaggio Il viaggio è un’esperienza alle radici della civiltà occidentale nel senso che é presente fin dall’inizio nella civiltà occidentale. Il viaggio come un’esperienza di vita e un’occasione di conoscenza, viaggio come percorso attraverso il quale l’uomo non solo conosce gli altri ma in primo luogo sé stesso, dove  alla fine del viaggio di solito il personaggio che lo fa risulta essere cambiato. Il viaggio si può concepire anche come esodo, esilio, in cui si è costretti ad abbandonare la propria terra. Il viaggio può essere un desiderio di conoscenza, può essere motivato da un senso di insoddisfazione, di inquietudine, per dire voler gettarsi dietro le spalle la quotidianità in cerca di nuove esperienze. In riferimento all’età moderna vediamo che l’Europa è caratterizzata da una grande mobilità e in questo senso c’è una mobilità sia alta che bassa.  Domande: come e perché si viaggia? Che cosa si porta con sé e al ritorno? Possiamo distinguere u i cosiddetti Viaggiatori leggeri ( pellegrini, predicatori, soldati, intellettuali) e i viaggiatori pesanti ( nobili, prelati, mercanti). Non dimentichiamo inoltre che con il tempo vi è stata una graduale evoluzione dei mezzi di trasporto ( dai carri alle vetture, alle carrozze più efficienti ) che ha permesso sempre di più ai viaggiatori di spostarsi con più facilità. Il settecento diventa in un certo senso il secolo dei viaggi per antonomasia, questa mobilità si accentua per vari motivi essendo un secolo di sviluppo sociale, politico, economico, tecnologico, che fa in modo che l’esperienza del viaggio diventi più fattibili, più alla portata di un numero sempre maggiore di persone, si afferma il fenomeno del Grand Tour, inizialmente come bisogno formativo e poi anche come piacere individuale. In realtà il Grand Tour si afferma già nel 600, ma diventa un fenomeno globale nel 700, prefigurando quello che sarà il fenomeno che si svilupperà a partire dall’800 definibile come turismo, ovvero sia il viaggio fatto per diletto, per piacere. Cap. 1 VIAGGI E VIAGGIATORI Il viaggio appartiene alle forme più antiche e universali della vita dell’uomo. La figura del mercante La prima tipologia di viaggiatore che prende in considerazione nel suo libro la Mazzei è quello dei mercanti, con le loro spezie, oro, seta e armi. Mercanti che si sono mossi per terra e per mare; i mercanti, fin dai primordi della civiltà umana, sono sempre esistiti perché il commercio, lo scambio è stato uno dei motori fondamentali del viaggio. Se pensiamo al medioevo, la figura del mercante era già presente, una figura che prende avvio in realtà proprio in età medievale con la nascita delle città. Il mercante in un certo senso diventa una sorta di tipo umano per eccellenza, la figura esemplare del viaggiatore. Il mercante sapeva comprendere e parlare più lingue, sapeva affrontare ogni rischio, sulle strade conosceva tutti ed era conosciuto. Per definire ancora quanto sia stata importante la figura del mercante, dal punto di vista antropologico come tipo umano, basti pensare a cosa ha significato nella cultura tardo medievale la figura del mercante che incarnava in sé tutte le caratteristiche dell’uomo nuovo.  Quello mercantile era un contesto in cui gli uomini erano lontani da casa per gran parte dell’anno. Anche nel mondo della letteratura italiana a partire dal 300 (tardo medioevo) la figura del mercante viene fortemente sottolineata da diversi scrittori tra cui ricordiamo Boccaccio nel suo Decameron, protagonisti di queste novelle sono proprio i mercanti. Possiamo far riferimento alla figura, per esempio, di Andreuccio da Perugia che rientra nella quinta novella della seconda giornata del Decameron, dove i dieci giovani della "allegra brigata" hanno stabilito di raccontare le avventure a lieto fine; protagonista è un giovane mercante che giunge dalla sua città natale - Perugia appunto - a Napoli, portando con sé cinquecento fiorini per acquistare cavalli. L’esperienza di una notte turbolenta lo farà maturare e gli insegnerà come stare al mondo. Quindi, anche in questo caso, vediamo come il viaggio cambia il protagonista della novella Andreuccio, che dopo questa sua avventura a Napoli, non sarà lo stesso. Il viaggio ci cambia.  I mercanti chi sono? In primo luogo, sappiamo che quando si parla dei mercanti si fa riferimento in particolar modo ad una figura maschile. Le donne non viaggiavano molto, sono rari i casi di donne che accompagnano i loro uomini in viaggio anche se Mazzei ne sottolinea alcuni. Tuttavia, appaiono in secondo ordine perché non ci sono molte notizie che le riguardano e questo perché la maggior parte delle fonti che abbiamo a disposizione provengono da mano maschile e chi scrive non ritiene importante far riferimento alla donna. I mercanti quando viaggiano dunque portano con sé, come abbiamo detto, alcune volte le mogli ( anche se raramente) i loro figli o dei parenti giovani e questo perché il viaggio ha anche una funzione di iniziazione e funge come percorso di formazione utile per questi giovani; l’educazione del mercante è un’educazione in itinere ovvero un’educazione pratica> non ci sono manuali che definiscono la mercatura attraverso cui si impara il mestiere del mercante, esiste la pratica e la pratica si acquisisce “sul campo”. I mercanti si spostavano su percorsi ben collaudati e chi era agli inizi imparava dai più maturi, la prima volta cadeva durante l’adolescenza. I mercanti sapevano padroneggiare anche le lettere di cambio, strumento del mercato del denaro e permettevano di disporre della moneta necessaria senza dover portare con sé somme importanti. La mobilità mercantile sosteneva lo sviluppo economico europeo. In Europa si evidenziano queste città importanti: Anversa (Belgio), Lione (Francia), Ragusa.   Anversa città importante perché rappresentava il luogo principale dove ci fu l’approdo di un prodotto che da quel momento comincia ad arrivare in Europa sempre più frequentemente a La figura dell’ambasciatore tra letteratura e arte la figura dell’ambasciatore quindi diventa una figura importante e di riferimento e che noi ritroviamo poi anche nella letteratura e anche nell’arte. Per quanto riguarda la letteratura noi dobbiamo dire che spetta agli italiani aver scritto i primi trattati che riguardano la figura dell’ambasciatore, in questo caso bisogna citare un trattato scritto alla fine del 400 da un ambasciatore e scrittore veneto: Ermolao Barbaro il giovane. Il quale scrive de officio legati. Per quanto riguarda la pittura facciamo un esempio: La partenza dell’ambasciatore (dalle cronache di s. Orsola di vittore carpaccio, 1490), figura presente anche nel libro.     Altro esempio citato dalla Mazzei di un altro quadro famoso, conservato a Londra è un quadro dipinto da un pittore tedesco Di Hans Holbein 1533, il titolo del quadro è gli ambasciatori.  I protagonisti del quadro: i due uomini sono ritratti in tutto il vigore della giovinezza e nella sontuosità del loro rango sociale. Jean de Dinteville all'epoca aveva 29 anni (come ricorda un'incisione sul fodero del pugnale che sta stringendo con la mano destra) ed è ritratto mentre indossa un vestito quasi da sovrano, con una casacca in seta rosa, che lascia intravedere tramite tagli e sbuffi la camicia bianca sottostante, un vestito nero e una casacca dello stesso colore bordata da una costosa pelliccia di volpe bianca. L'atteggiamento disinvolto con cui appoggia un braccio al mobiletto sullo sfondo rivela alcune caratteristiche psicologiche come la sicurezza di sé, quasi baldanza. Il personaggio di destra è invece Georges de Selve, un ecclesiastico vaticano di alto rango dell'età di 25 anni che indossa un vestito più sobrio, legato al suo stato di prelato, anche se, a ben guardare, altrettanto sontuoso. Alcuni particolari situati sul ripiano inferiore del tavolo su cui si appoggiano i personaggi rivelano alcune cose.    L’immagine di un libro aperto su una specifica parola che significa: divisione.  Strumento musicale che dovrebbe raffigurare l’armonia ma possiamo notare che una corda dello strumento è rotta.  Il mappamondo rovesciato, come se in un certo senso il mondo fosse capovolto.  Figura del teschio nella parte sottostante dell’immagine. Cosa possiamo trarre da queste immagini? Che ci troviamo in una situazione in cui non c’è così tanta concordia, facciamo riferimento infatti a quel periodo in cui inizia ad esserci una separazione tra mondo cattolico e protestante: scisma anglicano> Lo Scisma anglicano fa riferimento a una serie di avvenimenti del XVI secolo, durante il quale la Chiesa d'Inghilterra ruppe con l'autorità papale e la Chiesa cattolica romana. Gli uomini di cultura Insieme agli intellettuali e ai professori universitari abbiamo come tipologia di viaggiatori anche gli studenti, che si spostavano per raggiungere le università da loro ambite>fenomeno che prende il nome di Peregrinatio academica.  Anche in questo caso una parte importante spetta alle istituzioni Universitarie Italiane che furono tra le più antiche d’Europa e ricordiamo tra queste alcune università molto antiche, in particolare: Padova, Bologna, Pavia, Napoli. Questo fenomeno che fu un fenomeno molto importante non è certamente caratteristico dell’età moderna, ma inizia già nel tardo medioevo e continua nell’età moderna è importante perché con la mobilità di queste figure: professori, studenti, intellettuali si muovono anche le culture, le idee. Si tratta di un fenomeno di grande importanza di disseminazione delle idee e dei contenuti culturali. Fu un fenomeno anche di fusione, di amalgamo tra culture. Sono gli studenti che in primo luogo a partire dal medioevo danno vita a queste comunità, su cui poi si organizzeranno in modo più strutturato i corsi di insegnamento, le facoltà, i collegi. Anche queste comunità di studenti, quindi, contribuiranno a definire questo carattere multiculturale che avranno le istituzioni universitarie a partire dal tardo Medioevo. Sottolineiamo dunque l’esistenza di questo forte legame tra l’università- la mobilità- e la diffusione della cultura, parliamo di fenomeni collegati strettamente tra di loro.  Facciamo alcuni esempi, prendendo in considerazione tre figure in particolare: intellettuale, professore e studente. Intellettuale possiamo prendere in considerazione un personaggio: Erasmo da Rotterdam. Uno dei personaggi più importanti dell’umanesimo europeo, nato nei Paesi Bassi> Rotterdam. Fu uno dei più importanti umanisti nel suo tempo, vive a cavallo tra il 15esimo e 16 esimo secolo; contemporaneo di Lutero con cui entrerà prima in un rapporto intellettuale e poi conflittuale per posizioni diversi. Erasmo viaggia un po’ per tutta Europa, fu in Italia e anche a Torino, dove si fermò durante il suo viaggio per andare a Venezia( che allora era la capitale per quanto riguarda la stampa). Erasmo voleva raggiungere Venezia perché essendo uno scrittore voleva che i suoi libri venissero stampati, seguiva anche le varie edizioni e così via ed era attirato da Venezia. Erasmo fa una tappa a Torino, quel tanto che gli basta per essere ricevuto con tanto onore dall’Università di Torino, un’università che era nata da poco; l’università di Torino venne infatti istituita nel 400 dai principi di Savoia che governavano il Piemonte. Quando Erasmo ci arriva riceverà una laurea ad honoris causa (come si direbbe adesso) - per chiara fama. Di questo evento, di questa visita di Erasmo e della sua laurea abbiamo testimonianze in una laurea affissa nel cortile del rettorato di Via Po’. Importante questo suo viaggio perché lui tocca alcuni luoghi che diventeranno poi mete del Grand Tour, cioè le grandi città: Venezia, Roma, Venezia. A differenza di altri viaggiatori illustri europei che visiteranno l’Italia, Erasmo non è particolarmente conquistato dal fascino dell’Italia ma viene conquistato dal suo fascino letterario. Lui giudica l’arte italiana- allora arte rinascimentale, un po’ troppo sensuale, spinta in quanto rappresentava molto spesso scene erotiche e nudi. Il fascino che subisce Erasmo è dunque un fascino di carattere letterario più che artistico. Un altro esempio di intellettuale viaggiatore in questo caso si tratta anche di un personaggio che ha un ruolo anche politico, quindi parliamo di un intellettuale e personaggio politico francese. François B. che viene preso come esempio in quanto compie diversi viaggi in tutta Europa, fa un viaggio in Svizzera come Erasmo. La svizzera nel primo 500 è un laboratorio importante dal punto di vista culturale, soprattutto per la cultura religiosa. Siamo in un periodo in cui si sviluppano le riforme protestanti: luteranesimo e calvinismo. Una di queste confessioni protestanti di Calvinismo si sviluppa soprattutto in Svizzera e la Svizzera sarà un laboratorio in cui si sviluppano e prendono piede Luteranesimo, Calvinismo. La mobilità culturale non era solo quella legata ai movimenti dei dotti famosi, ma anche gli studenti si muovevano. Nascevano delle specifiche fondazioni collegiali per favorire la mobilità studentesca. Bologna fu la prima città italiana a vedere sorgere collegi studenteschi e un’università di prestigio. L’avventura della Peregrinatio academica comportava delle difficoltà. Dopo un soggiorno in un’università famosa si portava a casa non solo le conoscenze acquisite, ma anche idee, saperi, culture e stili di vita. L’età d’oro della peregrinatio accademica fu tra il 1550 e il 1600. Con la fine dell’unità religiosa in Europa ci fu una radicale riorganizzazione dei circuiti universitari. Altra categoria importante di viaggiatori rappresentata dai pellegrini, i pellegrini vengono da lontano. Una categoria di viaggiatori che noi troviamo molto presente già a partire dal medioevo. Innanzitutto, bisogna sottolineare la mentalità particolare del pellegrino, perché il pellegrino viene mosso da delle motivazioni ben profonde, ben precise. Si viaggia per un voto fatto, una guarigione, un fatto miracoloso e si va appunto per ringraziare, per sciogliere il voto che si è fatto in quest’ occasione. Naturalmente anche il fatto di visitare luoghi sacri alla religione è molto importante per il pellegrino. L’abito che lo caratterizza, nell’iconografia medievale, è un lungo mantello a forma di pellegrina che copre tutto il corpo fino ai piedi. Il pellegrino portava poi un cappello rotondo tenuto da un sottogola. Infine, il bordone, il bastone di marcia. I pellegrini ritornano dal loro viaggio con immagini benedette, reliquie che comprano nei luoghi santi che visitano oppure delle rappresentazioni dell’agnello pasquale che potevano essere di legno, di cera o di materiali più preziosi se si trattava di un pellegrino ricco.  Esperienza che interessa sia il pellegrino dei ceti popolari, sia pellegrini di altri ceti, esperienza trasversale che accomuna ceti bassi e ceti alti per arrivare addirittura ai principi, ai sovrani> ciascuna dinastia, per esempio, era legata ad un santuario particolare. Il pellegrinaggio diveniva una dura prova a causa delle difficoltà che si incontravano lungo la via: il freddo, il caldo, le malattie, la fame, il dormire sulla terra, aggressioni o furti. Le grandi mete dei pellegrini inizialmente: Gerusalemme, Roma, Santiago, Loreto (Loreto a partire dal tardo 400 e inizio 500 diventerà un altro luogo di culto importante legato al culto Mariano, cioè di Maria> legato ad un fatto miracoloso, una tradizione secondo la quale a Loreto sarebbe stata trasportata la casa di Maria Vergine dagli angeli. Sopra questa casa fu fondata poi una basilica dedicata a Maria dove si svilupperà tutto intorno le varie strutture del santuario). L’ accesso a Gerusalemme invece diventerà sempre più difficile, non tanto da quando Gerusalemme va in mano agli arabi alla fine del 12 esimo secolo, ma in particolar modo quando si espande l’Impero turco nel Mediterraneo parliamo dei primi 10 anni del 500. Roma restava una delle principali mete da quando papa Bonifacio VIII aveva proclamato il primo giubileo. Dopo le critiche mosse da Erasmo e Lutero sui pellegrinaggi, la Chiesa di Roma si impegnava a ricostruire la pratica del giubileo. Il giubileo del 1575 è considerato “di svolta”, quasi quindi vediamo che in un secolo c’è un notevole aumento, soprattutto nell’America latina, America spagnola. Tuttavia, la mobilità femminile pur aumentando nel tempo, si connota sempre come una mobilità che possiamo definire NON LIBERA, quindi la donna certamente si muove ma sempre accanto ad una figura maschile. La mentalità diffusa, anche nei testi letterari, è quella della donna considerata come angelo del focolaio, il viaggio è sconsigliato anche per motivi morali in quanto porta a delle esperienze di promiscuità, ed è visto come occasione di tentazione. Siccome nella mentalità dell’epoca la donna è considerata come una persona debole, facilmente influenzabile veniva lasciata a casa. Questo non significa che appunto le donne non si muovano in quest’epoca e alcune volte assumano anche delle forme di mobilità indipendente, cioè da sole, senza nessun tipo di accompagnatore ma significa certamente che questi casi sono comunque minori. Questo si può vedere in alcuni ambiti e noi cominciamo a considerare un ambito che è quello della mobilità causata non dalla necessità di commerciale, come quella dei mercanti, ma da una necessità data per motivi di religione. Si intende che quando in Europa avviene la frattura provocata dalla riforma protestante, tra un’Europa cattolica e un’Europa protestante molti sia uomini che donne sono costretti all’esilio proprio per motivi di religione, si tratta soprattutto di persone che abitano in un paese cattolico ma avendo aderito alla riforma nelle sue forme > luterana o calvinista, sono costrette ad un certo punto soprattutto dalla seconda metà del 500 a fuggire, ad andarsene e quindi a muoversi. Si tratta di uomini, ma anche di donne che accompagnano i loro uomini in esilio, o anche di donne che viaggiano spinte da questa sensibilità che le porta alla diffusione del proprio credo, che può essere anche un credo protestante e li spinge a fare proselitismo= tendenza costante a fare nuovi proseliti. Un esempio è dato dai quaccheri, che sono una confessione protestante nata all’interno del protestantesimo soprattutto inglese e sono una delle tante sette che troveranno la loro affermazione in quell’ambiente ricco di possibilità e libertà che furono le colonie inglesi dell’America Settentrionale fondando delle comunità e che diedero vita anche a città importanti. Quindi all’interno di questo grande movimento di mobilità abbiamo anche una forte componente femminile. ALTRE CATEGORIE DI VIAGGIATRICI Altre donne che viaggiano, nonostante ci siano rimaste poche testimonianze, sono le mogli dei mercanti (già citate). Riprendiamo il discorso sulle donne dei mercanti facendo riferimento ad alcuni esempio che vengono citati appunto anche dalla Mazzei che fa particolare riferimento alle donne dei mercanti lucchesi. Lei (la Mazzei) si concentra nei suoi studi particolarmente su due città: Lucca e Firenze. Lucca era una città molto piccola ma molto avanzata dal punto di vista commerciale, per il commercio della seta in particolar modo. La Mazzei segue la storia di una famiglia di mercanti lucchesi che erano i Bonvisi e traccia le storie di alcune donne Bonvisi che tra ‘500 e ‘600 viaggiano con i loro mariti, partecipano alla vita culturale dei luoghi dove soggiornano> come Lione, svolgendo quel ruolo importante di sociabilità all’interno della comunità; di tessere le relazioni sociali di una comunità. Altro esempio di questa mobilità femminile, Mazzei fa riferimento ad una donna che aveva sposato un mercato Toscano, importante famiglia Fiorentina: la famiglia dei Bandinelli. La moglie non è italiana, ma è polacca, questo ci fa capire di come siano attivi in questo momento i collegamenti che noi abbiamo già considerato tra l’Italia e l’estero in particolare in questo caso tra Italia e Polonia. Questa donna farà molti viaggi tra polonia e Italia per seguire le vicende del marito e della famiglia e quindi avrà un ruolo attivo in questa esperienza di mobilità. Altre donne attive a seguito dei loro mariti sono per esempio, le mogli degli artisti. Mazzei fa l’esempio della moglie di un artista tedesco, uno più famosi del 500> Albrecht Dürer. Fu uno dei più grandi pittori del 500 tedesco, sua moglie l’accompagnerà nei suoi viaggi.  Lui è un pittore che viaggia, che potremo citare di nuovo quando parleremo, in seguito, del fascino dell’Italia nei confronti degli stranieri perché lui alla fine del 400 intraprenderà un viaggio di formazione artistica in Italia, già in questo viaggio vi è affianco la moglie che l’accompagnerà anche nel resto d’Europa. Andrà per esempio nei Paesi bassi ecc.. Tutti questi esempi ci dicono che appunto la mobilità femminile esiste in quest’epoca, sicuramente non è quantificabile in modo preciso, ma comunque dobbiamo ritenere e ricordare che la mobilità femminile anche in quest’epoca è una componente non assolutamente trascurabile. Certamente abbiamo notizie maggiori per quanto riguarda le donne che appartengono a ceti alti, come le nobil donne, principesse e regine. In questo caso abbiamo svariate notizie a partire da personaggi che appartengono a nobili famiglie italiane, come Vittoria Colonna e Giulia Gonzaga (che cita anche la Mazzei). Donne di grande profilo anche dal punto di vista intellettuale, colonna fu anche scrittrice e amica di Michelangelo, artisti dunque di grande spessore. Se andiamo ancora più su nella gerarchia sociale, noi troviamo tutta una serie di principesse e regine che si muovono nel’ 500> Il matrimonio a quell’epoca sanciva non solo unione tra due persone ma anche alleanze politiche quindi purtroppo in questo periodo vediamo una vera e propria “mobilità di spose”. Per esempio, con i due rami della casa Asburgo questo accadrà molto spesso, tra 500 e 600> si scambieranno sposi e spose. E questo cosa comportava parlando sempre al femminile? Era sempre la donna che raggiungeva al marito, dall’Austria alla spagna, o dalla spagna all’Austria quando si spostano naturalmente non si spostano da sole ma vengono accompagnate da tutte un seguito che costituisce la loro piccola corte che portano nella loro sede di residenza tutto un insieme di conoscenze materiali, culturali in senso lato> possono portare sensibilità nuove, suppellettiti nuovi>pensiamo anche al trasporto di mobili, cosa significa portare un mobilio di gusto spagnolo piuttosto che ad un mobilio di gusto tedesco ecc. mobilità che crea quindi anche un interscambio di natura culturale in senso lato. La mobilità femminile aumenta anche in termini quantitativi man mano che procediamo nell’età moderna, già nel 600 inizia ad essere maggiore ma un vero punto di svolta ci sarà nel 700> progressiva apertura culturale, cambio di mentalità, cambia un po’ la concezione della donna, che pur rimanendo subordinata alla figura maschile incomincia ad avere dei margini maggiori di autonomia e dipendenza. L’illuminismo con la sua lotta contro pregiudizi contribuisce al fatto che maturi l’idea di una donna più libera e autonoma anche nei movimenti. Ovviamente questo processo di emancipazione si sviluppa ancor di più nell’800 quando vedremo delle viaggiatrici che compiono dei viaggi da sole e quindi fanno delle esperienze di mobilità che sono delle esperienze completamente autonome. IL PRIMATO DEGLI ITALIANI.> In tutto questo discorso della mobilità che interessa il primo capitolo del libro della Mazzei, il primato dell’attivismo e della partecipazione spetta in modo particolare agli italiani, noi possiamo parlare di una mobilità specificatamente italiana, come se in questo periodo gli italiani fossero quelli che hanno più intenzione di spostarsi e vengono presi da questa smania di mobilità. Innanzitutto, abbiamo visto i mercanti, cui periodo d’oro di questa mobilità dei mercanti si pone tra 13esimo e 16esimo secolo e questa mobilità riguarda l’Europa meridionale ma anche Europa del Nord, abbiamo visto poco fa la presenza dei mercanti toscani in Polonia. La guerra e il servizio militare contribuirono alla crescita della mobilità, a lungo su base volontaria. Altra categoria sono i medici. Nel ‘500 sembra quasi che non vi fosse corte in Europa che non avesse il suo medico italiano. Italiani erano anche i musicisti. Esempio per capire l’esempio del primato degli Italiani: I genovesi per esempio saranno per circa un secolo i maggior finanziatori della moneta spagnola; a partire dal 500 quando Genova si allea in modo strategico alla Spagna e in questo modo mercanti e finanzieri genovesi troveranno un mercato molto forte e importante per la loro attività e poi grazie a questo avranno dei favori in merito alla gestione dell’economia spagnola, infatti diversi settori dell’economia spagnola cadranno in mano ai mercati genovesi. Gli storici parlano infatti del secolo dei genovesi, in quanto i genovesi tra il 1550-1650 in questo periodo fulgido dell’egemonia spagnola in Europa sono i maggiori controllori delle finanze e dell’economia spagnola.  Questo primato degli italiani viene a mano a mano che svanisce il ruolo centrale dei commerci nel Mediterraneo, si passa dall’importanza delle rotte del Mediterraneo che collegava Europa con medio ed estremo oriente che viene meno con il processo che noi chiamiamo di atlantizzazione> ovvero lo spostamento dei commerci sulle rotte atlantiche che sono due: la rotta per le colonie americane e la rotta africana scoperta dai portoghesi. L’Italia infatti nel 600 vive un periodo di decadenza economica importante. Mano a mano che declina il primato del mediterraneo cade anche il primato dei mercanti italiani a favore di altri personaggi ovvero dei mercanti che noi chiamiamo in senso generale” i mercanti del nord “che non sono solo mercanti tedeschi ma mercanti di economie emergenti: olandesi, inglesi, francesi ( quando la Francia a partire dal 600 inizia ad essere una potenza molto forte anche dal punto di vista marittimo).  ARTISTI Accanto ai mercanti un primato degli italiani nella mobilità è visibile anche negli artisti e all’interno degli artisti si hanno svariate categorie dei professionisti dell’arte, qui si parla di artisti a tutto campo, a 360gradi quindi facciamo riferimento ad artisti, pittori, scultori ma sono anche architetti, ingegneri, artigiani, musicisti e teatranti.  Se facciamo riferimento alla CATEGORIA DEGLI ARTISTI: noi sappiamo che l’arte italiana del rinascimento viene esportata in Europa a partire dal 500, per esempio, si può citare un fatto eclatante come il sacco di Roma nel 1527> siccome nei decenni precedenti roma era stata il concentrato dell’arte del 500 perché vi avevano operato: Bramante, Raffaele.. il sacco di Roma procura la fuga di questi artisti che scapperanno in altri centri come Venezia e Firenze, molti però scapperanno anche all’estero, una parte di questi artisti vanno in Francia e saranno quelli che porteranno la cultura tardo- rinascimentale in Francia influenzando l’arte francese del 500.   -Un esempio è dato dal castello di Fontainebleau> dove si hanno testimonianze importanti degli artisti italiani negli affreschi presenti in questo castello. -Altro esempio: Benvenuto Cellini, non solo artista ma anche orafo e intellettuale ha lasciato una testimonianza molto importante della sua esperienza di mobilità: lui scrisse VITA ( autobiografia) testimoniando questa sua esperienza, non solo a Roma ma anche in Francia dove si reca nella corte di Francesco I di Valois e fa per lui dei lavori molto improtanti; nei musei francesi è possibile trovare grandi testimonianze dell’arte di Cellini come per sempio la SALIERA di Francesco I che è un manufatto di alta oreficeria considerato un capolavoro del manierismo europeo. La saliera, Benvenuto Cellini. costumi, tradizioni e così via. Ancora oggi esiste in Spagna questo dualismo, queste due anime,l’ anima Castigliana e Catalana sempre connotate da una certa rivalità anche politica. La catalonia ha sempre rivendicato una volontà autonomistica rispetto alla castiglia, anche altre regioni della Spagna hanno rivendicato questa propria autonomia, anche nei Paesi Baschi per esempio. Parliamo di unione dinastica dunque più che di unione legislativa. Tuttavia ha il merito di unificare la Spagna che da questo momento diventa un regno coeso, poi si aggiungerà all’inizio del 500 anche la Navarra che verrà conquistata, per cui questa regione farà parte a tutti gli effetti del regno spagnolo. Un altro obiettivo di questa unione tra Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona (conosciuti come re cattolici) porta a compimento anche la Reconquista. Infine, un’ultima conquista si ha con il regno di Granada che avviene attraverso un’ultima spedizione militare che si conclude nel gennaio del 1492 -pochi mesi prima della spedizione di Colombo che parte dalla spagna nell’agosto del 1492 alla volta delle Indie(chi finanzia la spedizione di Colombo saranno i re cattolici). Da questo momento la Spagna dunque è un paese unito, una monarchia consolidata che si dota di una corte.  La spagna dopo la morta dei Re cattolici passa ad un loro nipote, si ha un salto di generazione nel senso che non passa ai figli bensì al nipote (che non è dinastia Spagnola ma un nipote di dinastia Asburgica)> Carlo V d’Asburgo che diventerà prima nel 1516 Re di Spagna succedendo ai nonni e poi imperatore del sacro romano impero succedendo all’altro nonno> Massimiliano primo d’Asburgo. Quindi Carlo V si trova con un enorme potere avendo varie corone e vastissimi territori- per motivi ereditari, inoltre, era diventato anche signori dei Paesi Bassi (per via della nonna paterna). GENEALOGIA CARLO V       IMPERO DI CARLO V A META’ 500 RAPPRESENTATO DAI TERRITORI VERDI Domini che vanno dall’europa occidentale all’europa orientale. In quanto re di Spagna eredita non solo la spagna ma anche i domini spagnoli in italia dunque: italia del sud (il regno di napoli), ducato di milano e le due isole: Sardegna e Sicilia. In più i domini di Carlo comprendevano anche i paesi bassi e i domini austriaci: Austria e poi anche a partire dal 1527 la Boemia.Domini molto vasti a cui si aggiungevano anche le colonie Americane che erano state portate in dote alla corona spagnola da colombo e che erano state ingrandite dai successivi viaggi di esplorazione di conquista>per esempio, tra il 1519 e 21 il messico viene conquistato dagli spagnoli e nel corso degli anni 30 verrà portata a termine anche la conquista dell’impero Inca. Carlo V vista l’immensità dei suoi domini sarà costretto a spostarsi incessantemente e allora qui rientra il discorso della mobilità, la sua vita fu caratterizzata da un continuo spostamento da un dominio all’altro per governare e controllare le realtà dei diversi territori.  La corte di Carlo V si definisce come una corte cosmopolita perché ovviamente si tratta di una struttura che accompagna un sovrano che governa su più domini, la corte di Carlo è strutturata secondo un modello: modello della corte di Borgogna> modello che si era affermato alla fine del medioevo> composta da alcuni principi che avevano creato uno stato territoriale, principato territoriale nei paesi bassi, a cavallo fra il confine settentrionale della francia e poi il Belgio (quelli che venivano chiamati paesi bassi); Carlo che era anche sovrano dei paesi bassi prende il modello della corte di Borgogna, un modello che aveva già influenzato nel tardo medioevo altre corti: francese, inglese e anche  la corte dei duchi di savoia, perché un duca di savoia all’inizio del 400 aveva sposato una principessa della casa di borgogna e questa principessa aveva importato nel ducato questo modello della corte di borgogna; era un modello che distingueva all’interno della corte tre sezioni ben precise:  La camera: sezione che si occupava della sfera più intima del sovrano- servitori che si occupavano dei bisogni più domestici. Ogni sezione ha un caposervizio ( un grande ufficiale, che sono dei nobili) che viene chiamato: gran ciambellano o gran cameriere o nel termine fiammingo-francese che poi sarà mutato anche in altre corti viene chiamato il sommèlier de corp.  La casa: governata dai maggiordomi e da questo supervisore chiamato maggiordomo maggiore. insieme di servizi e servitori che si occupava del principe quando era fuori dalla camera.  La scuderia: la terza sezione è data dalla sezione della scuderia che ci interessa in particolare per quanto riguarda la mobilità, dove ci sono i cavalli e i mezzi di trasporto dell’epoca: carri, carretti ecc.. per trasportare tutti gli arredi che devono seguire il sovrano quando si sposta. Servizio che riguarda anche lo sport del sovrano, le attività sportive che servono ad abituare il re a tenersi in forma in vista anche della guerra… per esempio: la caccia. Carlo V lascerà il potere prima ancora di morire nel 1555, pochissimi altri sovrani hanno fatto lo stesso. Divide i suoi domini così: DOMINI SPAGNOLI (ANCHE IN ITALIA E ALTROVE, DI CUI ABBIAMO PARLATO INIZIALMENTE) vengono lasciati a Filippo II di Spagna ( suo figlio) mentre i territori austriaci con il titolo di imperatore, Carlo V li lascerà a suo fratello Ferdinando e che diventerà Ferdinando I. Compiendo questa divisione tra i domini Carlo V determina anche la divisione dei due rami degli asburgo, da una parte verrà creato il ramo degli Asburgo di Spagna e dall’altra parte con Ferdinando I nasce il ramo degli asburgo d’austria che porranno la loro sede a Vienne. Due dinastie autonome che sono legate da quest’origine comune. Con filippo II che sale al trono nel 1556, carlo V morirà due anni dopo nel 1558 la situazione per quanto riguarda la mobilità e la capitale cambia. Filippo II sarà un sovrano molto più sedentario rispetto  a suo padre, che decide ad un certo punto di rendere sedentaria la corte fondando anche la capitale, scegliendo la capitale in una città (allora un villaggio) che non era stato importante fino ad allora cioè Madrid. La sceglie perché madrid ha questa posizione centrale al centro proprio della spagna, quindi filippo II che prima anche lui aveva come residenza della corte altre città: toledo, valladolid, a partire dal 1561 stabilisce la corte a madrid.Madrid è poco più a quei tempi di un villaggio, infatti non ha nemmeno un palazzo reale, nei primi tempi filippo II e i suoi successori soggiorneranno nell’antico castello dei governatori arabi di madrid> reggia dell’alcazar. Filippo II per quanto riguarda la mobilità deciderà di muoversi all’interno del territorio spagnolo, in un raggio di territorio che possa essere facilmente raggiunto per poi consentire il ritorno a madrid (sede del governo), quindi lui fonda delle residenze fuori madrid e ognuna di queste residenze sono espressioni di un particolare bisogno che deve essere soddisfatto. La residenza più importante : reggia monastero dell’Escorial. Escorial sarà un centro politico e di governo dove si spostano i suoi consiglieri, ministri ecc.. ma anche spirituale essendo intorno ad una grande basilica come possiamo notare dalla foto con la cupola, i campanili ecc. e questo definisce il carattere della monarchia cattolica come difensore della fede e della cristianità . Siamo in un’età di conflitti tra un’età cattolica e protestante. FILIPPO III Il successore di Filippo II sarà FILIPPO III non cambierà niente per quanto riguarda la mobilità tranne il fatto che ad un certo punto trasferisce la capitale,  per pochi anni all’inizio del 600> da madrid a Valladolid però poi ritornerà a madrid quindi si tratta di un breve periodo. Non è tanto importante per le residenze perché si sposta sostanzialmente nelle residenze del padre, tanto quanto la sua idea legata ad un progetto di ingrandimento urbanistico della città di madrid per farla diventare ancora di più una città; fa costruire plaza mayor, al centro della piazza infatti possiamo vedere la statua di Filippo III, che ne ha deciso la costruzione.  Importante come figura  anche perché è attento all’immagine della monarchia dal punto di vista monumentale: amplifica il louvre e realizza il primo ponte in pietra di parigi : il pont neuf, che collega le due sponde della Senne. Le icognite della strada. Si poteva viaggiare a piedi, a cavallo, con il mulo, in lettiga, con i carri e chi aveva ampie disponibilità finanziarie utilizzava la carrozza. Affrontavano il viaggio a piedi quei viaggiatori religiosi che andavano in pellegrinaggio, inizialmente anche scalzi. I viaggiatori religiosi si recevano dunque a piedi e percorrevano molti km al giorno, che variavano dalle situazioni atmosferiche. In condizioni climatiche avverse riuscivano ad arrivare a 25km, in condizioni più miti anche a 45 km. Per arrivare a Parigi partendo da Roma si impiegavano tre mesi. Spesso si viaggiava in compagnia per il timore di brutti incontri. I mercanti erano considerati buoni compagni di strada. Bisogna considerare che innanzitutto non esistevano cartelli stradali, che appaiono a partire dal 700 e il tasso di urbanizzazione era molto meno elevato rispetto ad ora, quindi lunghi tratti in cui si viaggiava in aperta campagna.   Il mulo: utile per portare con sé carichi pesanti di mercanzie. Era capace ad attraversare le alpi con carichi pesanti. Nell’Europa del ‘500 i muli erano molto richiesti Il Cavallo: si adattava bene ad ogni percorso, nella foresta, in pianura, sulla carreggiata. Le slitte: in inverno si utilizzavano spesso le slitte, soprattutto nel tratto Vienna- Cracovia e viceversa, proprio grazie a queste, l’inverno era la stagione migliore per spostarsi. Altri mezzi sono la barca e il battello: le imbarcazioni salpavano più volte al giorno ad orari stabiliti. Per acqua si arrivava in Italia, a Marsiglia, Genova, Livorno, e si potevano evitare le Alpi. Per mare non si accorciavano le distanze, e non si era lontani dai pericoli, soprattutto dovuti alle condizioni meterologiche. Carrozza spagnola del Seicento: Per un certo periodo il maggior centro di produzione di carrozze fu Milano, in seguito maestri e carrozzieri si sparsero in tutte le principali città italiane. A palermo,per esempio, la carrozza si diffuse agli inizi del XVII secolo e nel 1647 circolavano già 72 carrozze tra pubbliche e padronali.  La Francia fu quella più attiva nell’attivare una rete pubblica che collegava 46 città> nasce il primo servizio pubblico di trasporto veloce e anche le poste iniziano ad essere organizzate in maniera più efficiente.      La lettiga Altro mezzo cui ha fatto riferimento la Mazzei è la lettiga, era una versione più rudimentale di carrozza; si usava la lettiga.Era più richiesto il mulo rispetto al cavallo come animale, in quanto molto più robusti e potevano essere caricati di più inoltre il cavallo molto spesso perdeva il controllo e quindi era meno affidabile.  Portantina Tutti questi mezzi erano anche degli status symbol, dunque per dimostrare anche la nobiltà di queste persone in quanto potevano permettersi un mezzo di trasporto. Profilo del viaggiatore inglese John Evelyn (1620-1706) amico di Samuel Pepys. John Evelyn (Wotton, 31 ottobre 1620 – Londra, 27 febbraio 1706) è stato uno scrittore inglese. I diari scritti da Evelyn corrispondono con quelli scritti da un altro grande scrittore dell'epoca, Samuel Pepys. I diari ci raccontano spaccati di vita quotidiana inglese e narrano eventi importanti dal punto di vista storico, come la morte di Oliver Cromwell, quella di Carlo II d'Inghilterra, il grande incendio di Londra e la grande peste di Londra. I due diaristi ebbero modo di confrontarsi vicendevolmente diverse volte.   Il viaggio in Italia  Il suo viaggio in italia durò quindi dal 1644 al 1646. Evelyn tenne un diario del suo viaggio che sarebbe stato pubblicato solamente nel 1818, riscuotendo un grande successo di pubblico.Da Cannes si imbarcò per Genova passando per Lucca, Livorno , Pisa, Firenze, Siena giunse a roma nel novembre 1644. Nella capitale romana restò alcuni mesi, prima di proseguire in carrozza sino a Napoli, dove giunse nel febbraio 1645. Qui per esempio si recò, a dorso di mulo sino alle falde del Vesuvio. Tornato a Roma, passò di nuovo a Livorno e quindi a bologna e ferrara per giungere, via fiume, a Venezia nel giugno 1646. Restò nella città lagunare sino all’aprile 1646 facendo frequenti soggiorni a padova per seguire le lezioni di anatomia e botanica. Osservatore curioso Evelyn descrisse l’Italia non solo come culla della tradizione umanistica ma anche come uno dei centri propulsori del rinascimento. In questo modo la sua attenzione si concentra sia sulla roma antica si sulla roma rinascimentale. Le sue descrizioni sono molto attente e dettagliate; dei luoghi che visitava dà conto non solo prestando attenzione agli elementi architettonici, ma anche alle opere d’arte conservate al suo interno e al contesto in cui sorge la chiesa o il palazzo nobiliare che sta per visitare, specificando per esempio se ci sono giardini o meno. Evelyn è molto sensibile al paesaggio naturale che descrive con accuratezza come mostrano le pagine del suo diario dedicate alla Riviera ligure, a genova e a napoli.Il suo amore per l’arte, per la natura sono gli aspetti che hanno indotto a considerarlo un precursore dei romantici e spiega il successo editoriale del suo diario. Alla fine del suo viaggio in Italia, lascia l’italia passando dal Sempione nel 1646 e va verso la Svizzera. Il trasporto pt.II Il noleggio e la vendita di muli costituivano delle vere e proprie attività commerciali che costituivano, appunto, la fase logistica di tutti i trasporti. Dunque si fondavano le società di condotta, ossia le imprese dei trasporti del tempo, aziende anora da studiare. Una delle famiglie più importanti che si arricchì grazie al campo dei trasporti nel 500 > è rappresentata dalla famiglia dei milanesi Annoini ( citati anche da mazzei), anche i ponsampieri (famiglia toscana) che ebbero la loro fortuna a Lione. Disagi del viaggio I disagi che si provavano tuttavia sono gli stessi dei viaggiatori che vanno a piedi ( freddo, caldo, vento, pioggia e grandine). Per proteggersi dal caldo si usavano cappelli di paglia ( i migliori erano fabbriati a cremona), per ripararsi invece dal freddo si usavano cappelli più pesanti di feltro. Per difendersi infine da pioggia e grandine si usavano gli impluvia, sorta di cerate, che però diventavano pesanti una volta che erano pieni d’acqua. Il cavallo infine era anche un simbolo di superiorità sociale ed era il principale mezzo di trasporto e il saper andare a cavallo faceva parte dell’educazione che ricevevano i gentiluomini. Il cavallo era un bene molto apprezzato e appena se ne presentava l’occasione lo si comprava. Si potevano trovare buoni cavalli nelle piazzi mercantili come anversa e lione. La mazzei fa una serie di esempi come quello del  cardinale luigi di aragona durante il suo viaggio compra ben 28 cavalli facendoli spedire alle sue scuderie a roma. La marcia a piedi rimase molto diffusa sino alla prima metà dell’Ottocento, anche per le lunghe distanze. Lo spostamento in diligenza continuava ad avere un costo elevato e le turgotines un vero e proprio lusso. Le strade, invece, continuavano a essere percorse da persone eterogenee. Solamente gli aggiustamenti tecnici del XIX secolo fecero produrre veicoli più agili, sicuri e comodi. Nel settecento tre erano le andatature di riferimento: al passo> 7-8 chilometri l’ora al trotto> 14 km al galoppo> ancora di più ma con una simile andatura sfiancava presto l’animale. Ci viene fatto l’esempio di un nobile lucchese che nel 1726 impiegò sette giorni per compiere il tragitto Vienne – lucca, circa 900 km. Fuggiva a tale velocità perché onorato un debito di gioco voleva sottrarsi alle pene servere comminate dall’imperatore Carlo IV che puniva chi si sottoponeva al gioco. A Roma una delle locande più rinomate era quella dell’orso, Montaigne vi soggiornò alla fine del 1580 nella via che allora si chiamava sistina. Col tempo cedette il primato a quella della Spada. Nella locanda dell’orso alloggiò anche Goethe> nel 1786 prima di trasferirsi in casa dell’amico pittore Johann Hienrich Wilhelm Tischebein. Nelle città poste lungo le rotte commerciali vi erano molte strutture ricettive. Nel 1608 a Ragusa non vi sono locande dove alloggiare e ciò preoccupa le autorità cittadine. A Trento non vi era, invece, questo problema perché vi erano moltissime locande essendo anche ai tempi una delle città più popolate dell’arco alpino (8-10mila abitanti). Le locande erano gestite almeno sino al 600, perlopiù da immigrati di lingua tedesca. Nel Seicento migliorano i servizi di locanda e alberghi nelle grandi città. E, in generale, le qualità delle strutture ricettive andava migliorando dall’est all’ovest e dal sud al nord. Le strutture ricettive inglesi raggiunsero presto un buon livello. Per esempio, il viaggiatore francese Pinot Duclos, che si trovava a Roma nel 1767, notava che il livello delle locande inglesi era migliore di quelle italiane> Olanda e Francia mantennero una buona tradizione di accoglienza. Mentre la spagna era un paese che non si era dotato di strutture ricettive il che contribuisce a spiegare la posizione marginale nelle rotte del Grand Tour. Ogni viaggio era faticoso e pieno di imprevisti e pericoli.   Le prove del cammino: difficoltà e pericoli Non si ignorava mai il rischio di morire durante il viaggio. Dai tranelli di osti, infinite insidie che riservava la strada, l’incontro con soldati disertori. Il tempo atmosferico faceva la sua parte, la neve e il gelo obbligavano a lunghe soste anche sul più breve tragitto. Le abbondanti precipitazioni causavano fiumi in piena e compromettevano la stabilità dei ponti. Una delle prove più dure era imbattersi nella peste: tra il 1613 e il 1666 l’Europa fu devastata da pestilenze, e il contagio era aggravato dalla guerra dei Trent’anni. La babele delle lingue La lingua è elemento di identità collettiva. A lungo, l’uso del latino facilitò la comunicazione nel mondo della cultura e del sapere. Il latino veniva insegnato ovunque e poteva sempre tornare utile nelle circostanze di vita quotidiana. Chi viaggiava, soprattutto nel mondo mercantile, prestava attenzione alla conoscenza delle lingue perché tornava utile per lo scambio di merci e affari. A Firenze e Venezia si sentiva molto la conoscenza delle lingue: i mercanti toscani che frequentavano Barcellona conoscevano il catalano, quelli che erano a Londra conoscevano l’inglese. Nel ‘500 il francese si arricchisce di vocaboli italiani, e si sviluppò una vera italofobia linguistica contro l’italiano parlato a Lione. In questo periodo nasce la fortuna dei dizionari in più lingue. Il ruolo preponderante della Francia in quegli anni fa si che il francese sia la lingua più parlata, utile a conoscersi per comunicare efficacemente. Il trattato di Rastadt consacrò la promozione del francese come lingua comune della diplomazia (usata nei trattati di Vienna e Aquisgrana). Le guide Con la rivoluzione della stampa presero piede le guide turistiche, che presentavano un luogo geografico evidenziato dal titolo e facilitavano il viaggio in luoghi poco conosciuti. Nel 1552 appariva a Parigi una delle prime guide. Il genere nel tempo si perfezionò, per meglio rispondere alle varie esigenze. Coloro che compivano un viaggio per andare a studiare in altre città avevano bisogno di essere informati sulle caratteristiche delle varie istituzioni. Per facilitare la peregrinatio academica hanno fortuna le guide universitarie, specifiche per questi scopi. Per ciò che concerne le guide per i viaggiatori, nella seconda metà del ‘500 si diffondono enormemente. All’Italia era riservato un ampio spazio (38 guide dedicate alla penisola). Le guide francesi copiavano quelle italiane, ispirandosi a un metodo descrittivo che risaliva all’antichità. Prima della partenza la guida poteva facilitare il viaggio, dopo il ritorno serviva anche a tenere il ricordo di quel luogo. In più, poteva nutrire l’immaginazione di chi non poteva viaggiare. Le guide dedicatge a un pubblico più ampio prendevano il nome di almanacchi. Viaggiare nell’Europa delle frontiere confessionali. In quegli anni la situazione religiosa in Europa stava cambiando, la diffusione della Riforma cresceva grazie alla mobilità, attraverso la stampa. Coloro che si muovevano diffondevano le nuove idee, contribuendo ad arricchire il dibattito religioso. In quel periodo nacquero in Europa le frontiere confessionali. Ad esempio, in Germania, nacquero 3 diverse confessioni: quella romana “la cattolica”, la confessione fondata da Lutero “protestante” e una proveniente dalla Svizzera “riformata”. Gli stati tedeschi erano così divisi e le frontiere politiche divennero allo stesso tempo anche confessionali. La Riforma si aggiunge dunque agli inconvenienti di sempre, legata infatti alla questione religiosa c’era quella alimentare (es. menu nei giorni di vigilia). Esuli e esuli italiani. Nel ‘500 era facile che il viaggio fosse percorso di esilio, imposto o volontario. Gli esuli italiani hanno caratteristiche particolari, sono personaggi influenti, importanti socialmente, molti appartengono al ceto intellettuale – personaggi come Vermigli, Curione, Castellione, Sozzini, Pucci. Avevamo parlato di questo girovagare degli esuli molto importante perché da una parte sono esponenti di un ceto intellettuale e dall’altra parte è importante questo ceto perché è animato da questa volontà continua di adattare la religione alle proprie esigenze intellettuali: libertà di pensiero , di critica> per questo motivo questi intellettuali sono importanti perché in un Europa del 500 aspramente divisa rappresentano questo valore della libertà di ricerca, di critica e di pensiero . Molti di questi esuli con questo loro girovagare si ritrovano anche nell’est europeo, che fino alla metà del 500 costituirà una sorta di “isola felice” in cui i dissidenti in materie di religione possono rifugiarsi lì, in quanto si trattava di un ambiente tollerante e aperto e che accoglieva le diversità.  Est europeo- Polonia, Boemia-Moravia, Transilvania. Una città italiana diventerà una sorta di punto di approdo per diversi esuli per motivi di religione è Ferrara. Non si tratta tanto di Italiani, ma si tratta di esuli che vengono dalla Francia> luterani e anche ebrei. Ferrara in quel momento è un ducato ed è governata da una famiglia principesca della dinastia degli Este. Gli Este (o Estensi) furono una delle famiglie regnanti europee più longeve. I primi rappresentanti si possono individuare tra i discendenti dei duchi della Toscana legati a Carlo Magno (X secolo) mentre un ramo cadetto degli Estensi, gli Arciduchi d'Austria-Este, giunse sino al XIX secolo. Ferrara rappresentava anche uno snodo di carattere commerciale> questo grazie anche al po’> Il po’ costituiva una via di comunicazione molto importante in quanto era navigabile, e lungo il po’ vi erano dei porti, degli scambi commerciali. Ferrara controllava la parte finale di queste vie d’acqua ed era dunque una città molto importante; a metà del 500 il duca Ercole II d’Este vuole incentivare Ferrara dal punto di vista commerciale; la corte di Ferrara sotto Ercole II rimase un centro culturale importante, sia per la diffusione di idee protestanti, grazie all’appoggio di Renata di Francia, sia per il mecenatismo. Sotto Ercole II non cambiò la politica ducale nei confronti degli ebrei sefarditi, presenti a Ferrara già dai tempi di Ercole I d’Este; egli infatti credeva in un fecondo dialogo tra la dottrina ebraica e quella cristiana.  Ercole II si sposa con la principessa Renata, principessa francese che porta a Ferrara un seguito di persone luterane, protestanti e quindi in un certo senso rappresenta per i suoi connazionali un punto di appoggio. Infatti, alla corte di Ferrara arriveranno molti esuli delle prime persecuzioni dei luterani in Francia, tra cui una figura importante come Clément Marot. “Cracovia italiana”: città di rifugio e di esilio A partire dal luteranesimo degli anni 20 le diverse confessioni protestanti si erano diffuse con rapidità in Polonia e Lituania. A favorire l’affermarsi di nuove idee era la frammentazione religiosa che c’era in quei regni (minoranze di musulmani e ebrei) e un pluralismo confessionale che faceva convivere ortodossi e cattolici. A Cracovia le nuove idee presero piede tra i mercanti che la città ospitava, in gran parte tedeschi. All’inizio del XVI sec Cracovia si fece italiana per il nuovo stile che si ricercava nell’arte e a corte. Soprattutto da Ferrara la Polonia assorbiva sempre di più l’influenza del Rinascimento italiano. Dalla metà del secolo, mercanti italiani arrivavano a Cracovia in numeri crescenti. Si costituì allora una colonia mercantile a impronta toscana. Ancora, gli esuli italiani avevano come meta privilegiata la Polonia, dove ebbero un ruolo decisivo per lo sviluppo dell’antitrinitarismo. Il “dificil caminho”. Gli ebrei portoghesi da Anversa a Ferrara al tempo di Ercole II Fra il 1492 e il 1493, dopo la cacciata degli ebrei dalla Spagna, Ercole I aprì le porte della città di Ferrara per accogliere gli ebrei sefarditi, giunsero così i primi nuclei di ebrei, che erano artigiani, orafi, argentieri e si integravano nell’economia locale. Ferrara diventa quindi terra di rifugio. Chi erano gli ebrei sefarditi? La storia della presenza ebraica a Ferrara si dipana lungo circa sette secoli ed è intimamente intrecciata a quella della città; i primi insediamenti risalgono agli anni attorno al 1100 mentre i documenti ricordano attività commerciali di ebrei a partire dal 1227. Nel corso del Quattrocento, grazie alle politiche illuminate dei duchi d'Este, la comunità si ingrandisce accogliendo gli esuli cacciati da altri Paesi, in particolare gli ebrei spagnoli (1492), portoghesi (1498) e tedeschi (1530). La seconda metà del XV secolo e il Cinquecento segnano l'età d'oro degli ebrei di Ferrara, vero e proprio centro della cultura ebraica in Italia e si aprono varie sinagoghe fra cui quelle del complesso di via Mazzini 95. Degna di nota la Scola Spagnola, fondata dagli ebrei originari della penisola iberica, giunti in seguito all'invito del duca Ercole I d'Este a stabilirsi a Ferrara e a esercitare i propri commerci e le proprie attività, contribuendo così alla fortuna della città. Fra gli ebrei sefarditi che raggiungono la città ci sono stampatori, medici e mercanti. Con il passaggio di Ferrara allo Stato della Chiesa, nel 1598, inizia la decadenza della comunità. Nel tempo si moltiplicano limitazioni e proibizioni che culminano con la segregazione nel ghetto (1627), individuato nella zona tra via Sabbioni (oggi via Mazzini), via San Romano e via Gattamarcia (oggi via Vittoria). La chiusura del ghetto dura oltre un secolo, con una temporanea apertura durante l'occupazione francese, nel 1796. La segregazione cessa definitivamente con l'Unità d'Italia. All'inizio del Novecento la comunità conta oltre 1000 iscritti, partecipi della vita civile e culturale. Nel 1938, con la promulgazione delle leggi razziali, hanno inizio le persecuzioni e, tra il 1941 e il 1945, i fascisti razziano e distruggono i beni della comunità. 156 ebrei vengono deportati nei campi di sterminio. Le tracce della presenza ebraica in città non si sono mai perse, semmai sono rimaste sopite, incluse nel patrimonio culturale della città. Non è un caso, quindi, che proprio a Ferrara sia istituito, nel 2003, il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah (MEIS), il cui scopo è far conoscere   le segreterie di stato, la cancelleria e della presenza di consiglieri.   Per quanto riguarda i consiglieri a mano a mano che passa il tempo questi consiglieri si emancipano >ovvero funzionano anche indipendentemente dalla figura del sovrano stesso e quindi parliamo di stato in senso generico, impersonale, come ne potremo parlare oggi, dove non si ha una figura predominante come nel caso del sovrano. I VARI TIPI DI CORTE: Corte di borgogna> Una corte importante perché offre un modello che con gli aggiustamenti e dovuti cambiamenti, relativi a ciascun contesto territoriale e culturale, imposterà un modello che verrà seguito ed ereditato dalle maggiori corti europee. Un termine importante per quanto riguarda le corti e il sovrano è quello di ENTRATA GIOIOSA. Entrata gioiosa> momento in cui il sovrano itinerante entra nelle varie città che sono tappe del suo cammino tramite una sorta di apparati celebrativi ed effimeri che rappresentano un momento importante, un momento di incontro tra il territorio e l’autorità politica centrale> che approfitta di queste occasioni per manifestarsi. Siamo in un’epoca in cui non esistono i mezzi di comunicazione di massa, quindi il sovrano è poco visibile, quelle volte in cui lo è si manifesta attraverso queste modalità.  Entrata gioiosa quindi rappresentata dal sovrano e dall’altra parte le città che approfittano di questo momento per rinsaldare il loro legame con il sovrano, e sono occasioni in cui la città cerca di ottenere la riconferma dei propri privilegi. Siamo in una società di antico regime in cui non vi è un diritto uguale per tutti (siamo ancora lontani da questo concetto democratico) i diritti  cambiano in base allo status sociale e sono rivendicati dai vari stati sociali che devono essere dati attraverso una richiesta e poi con una conferma di questi privilegia. Entrata gioiosa> momento importante anche dal punto di vista politico perché è un momento in cui si ristrutturano i rapporti di forza tra periferia e potere centrale, tra territorio e autorità sovrana.  Monarchie e mobilità. Il libro riporta due esempi soprattutto di due grandi monarchie europee caratterizzate dalla mobilità:  La Spagna passa dai Re cattolici e poi nel ‘500 sotto gli Asburgo> che  diventeranno una dinastia spagnola con Carlo V-  Carlo V è il primo degli Asburgo a diventare re di Spagna e che dà il via alla dinastia del ramo spagnolo degli Asburgo.   Carlo V lo possiamo considerare un viaggiatore per necessità, come abbiamo già detto nel corso del suo regno deve spostarsi nei vari territori che non sono solo europei. Di tutti i territori che cadono sotto il dominio di Carlo V (a partire dal 1516 e poi con l’elezione di imperatore del sacro romano impero) lui andrà a visitarli tutti> tranne le colonie che erano troppo distanti.  Muore nel 1558, anche se esce dalla scena politica non per la sua morte ma con la sua abdicazione.   Quando Carlo V abbandona la Spagna, gli spagnoli  erano poco contenti visto che avrebbero voluto che Carlo ci rimanesse molto più tempo ma lui andrà via dalla Spagna abbastanza in fretta e questo distacco creerà vari problemi  in quanto gli spagnoli non accettavano una partenza così precoce da parte di Carlo ( che non aveva al momento nemmeno nessun erede in spagna) e abbiamo  proprio per questo un episodio di rivolta nei confronti di Carlo, parliamo della rivolta dei comuneros (anche nota con il nome di guerra delle comunità di Castiglia, dall'espressione spagnola Guerra de las Comunidades de Castilla) è stata un'insurrezione armata che interessò diversi centri urbani del Regno di Castiglia e León nel periodo compreso tra il 1520 e il 1522, nella fase iniziale del regno di Carlo V d'Asburgo. La rivolta, originatasi da Toledo e Valladolid, arrivò a controllare al suo apice vaste aree della Castiglia. Problema principale: Gli spagnoli si sentono abbandonati, poco privilegiati, non riconosciuti i loro diritti> la rivolta venne sedata dall’esercito Imperiale.  Da questa esperienza Carlo V trae l’insegnamento che in futuro dovrà stare molto attento a non suscitare la protesta di tutti questi territori di cui è sovrano e quindi dovrà rendersi conto essendo, lui sovrano di un impero composito, ovvero sovrano di territori diversi tra di loro per lingua, culture ecc… che dovrà sempre dimostrarsi un sovrano sovranazionale attento alle esigenze e alle richieste di ciascun territorio, cercando di armonizzare queste diverse esigenze. In Spagna, successivamente, si sposerà- con una principessa non spagnola ma portoghese (spagnoli e portoghesi avevano molte affinità culturali) ma nonostante questo non rimarrà tanto in Spagna; ci ritorna nel 22’ e poi ci rimarrà per sette anni, ovvero fino al 1529. A partire dal 1529 in poi inizia a girare nel resto d’Europa> Italia, Germania – In Germania si recherà per problemi religiosi a partire dal 1517, come sappiamo in Germania scoppia la riforma luterana, si diffonde il luteranesimo e questa diffusione si porta dietro anche una sorta di rivalsa politica dei principi che aderiscono al protestantesimo. E quindi Carlo nei periodi successivi dovrà dividere la propria vita tra: Italia, Germania e Paesi Bassi (non dimentichiamo che lui era anche duca di borgogna- sovrano paesi bassi)   Dovrà fare anche dei viaggi in Africa perché dovrà organizzare degli incontri con i principati arabi dell’africa settentrionale, con i turchi in particolare che sono i sovrani di quell’area lì (i principati arabi operavano sotto il controllo dell’impero ottomano). Successivamente si sposta in Germania per ricevere la corona imperiale. Ricordiamo dunque che Carlo V lui si sposterà sempre, non avrà mai una capitale> non avrà una corte sedentaria, questi viaggi di Carlo v sono descritti in modo particolareggiato nel libro della Mazzei. Infine, durante la sua cerimonia di abdicazione a Bruxelles ricorderà tutti questi suoi viaggi, un momento molto emozionante e che viene descritto nei vari libri di storia.     FILIPPO II: successore di Carlo V. Tuttavia Filippo II, che sale al trono nel 1556- figlio di Carlo V- in gioventù aveva fatto molti viaggi, perché Carlo V l’aveva chiamato per un viaggio nei suoi vasti domini tra 1548 e ‘50 per dare modo al figlio di prendere contatto con questi immensi territori che avrebbe dovuto governare> in realtà governerà solo una parte filippo II- come sappiamo e come abbiamo visto nella lezione del 10 febbraio, lui  dividerà questi territori. Esempio di mobilità: citiamo l’esempio della mobilità dei sovrani inglesi e austriaci- che non vengono citate dalla Mazzei nel libro ma che cita il professore. La mobilità dei sovrani inglesi, se ci limitiamo all’arco cronologico considerato da Mazzei- il 500 sostanzialmente- possiamo dire che la monarchia inglese è caratterizzata da una certa mobilità, non c’è solo Londra ma ci sono anche altre residenze. Quando parlo di monarchia inglese nel 500 la identifico con la dinastia che regna in quel periodo che sono: i Tudor>dinastia che sale al trono con il primo Tudor- Enrico VII e che proseguirà nel corso del ‘500 fino a Elisabetta I.   A proposito di Elisabetta dobbiamo sottolineare che Elisabetta proprio per motivi politici fu una grande viaggiatrice, all’interno del suo regno soprattutto nelle province meridionali dell’Inghilterra> in questo periodo la gran Bretagna non è unita- ma divisa in due regni: regno di Inghilterra governato dai Tudor e di scozia governato da una dinastia scozzese.  Elisabetta sarà protagonista nel corso del suo lungo regno- sale al trono nel 1558 e muore nel 1603- di lunghi viaggi, questi viaggi hanno come tappa le dimore principali dell’alta aristocrazia inglese- che accolgono nelle loro dimore Elisabetta e il motivo di questi viaggi era proprio quello di voler rafforzare la figura del sovrano- e in questo caso vi è un motivo in più che determina questo bisogno di rafforzamento della figura del sovrano: il fatto che il sovrano fosse una donna.  Avere una donna come regina creava in un certo senso dei problemi, bisogna sempre fare la tara storica e capire la concezione di quel periodo in relazione alla figura femminile. Elisabetta I rifiuterà sempre di sposarsi nonostante le continue pressioni del parlamento inglese e dei rappresentati della nazione. Questa sua volontà di rimanere nubile sarà rafforzata dalla propaganda che Elisabetta stessa favorirà di sé, della sua immagine, della sua condizione di regina, di donna autonoma e abbastanza forte da governare da sola. Famosa è la frase che le si attribuisce: Io ho un cuore da donna ma uno stomaco da maschio. ENRICO DI VALOIS. Altro viaggio compiuto da una corte principesca ovvero sia il viaggio compiuto negli ultimi mesi del 1573 da un principe francese: Enrico di Valois. Questo viaggio fu un viaggio un po’ particolare, un viaggio definito dal professore effimero perché durò poco e fu effimero anche il titolo per cui Enrico di Valois si mise in viaggio: ovvero sia il titolo di re di polonia.  Ritorniamo indietro e capiamo perché si arriva a questo viaggio. Viaggio compiuto da Enrico III di Valois che diventerà re di Francia e che in questo momento è principe ( figlio di Caterina de medici ed Enrico II di Valois) > sul trono attualmente vi è il fratello maggiore che percorrerà un viaggio con sua madre Catterina de medici per tutta la Francia e di cui abbiamo parlato nelle lezioni precedenti. Enrico di Valois è anche lui coinvolto nelle guerre di religioni> negli anni 70 siamo ancora nel corso delle guerre di religione- anzi, proprio un anno prima del suo viaggio che ebbe inizio nel 1573, nel 1572 avvenne un episodio tristemente famoso delle guerre di religione: il massacro di San Bartolomeo. Nell’agosto del 1572 il partito cattolico organizza una sorta di epurazione dei calvinisti, degli ugonotti- che si vogliono azzerare grazie ad un colpo di mano sanguinoso. Proprio in occasione della festa di questo santo: san Bartolomeo, nel mese di agosto, a Parigi soprattutto ma anche in altre città della Francia viene scatenata la caccia all’ugonotto e quindi vengono presi di mira i calvinisti più in vista e nella fattispecie i capi dei partiti calvinisti- proprio durante questo evento cade sotto le armi dei cattolici uno dei maggiori esponenti del partito ugonotto: l’ammiraglio Coligny> grande ufficiale della corte francese, che appunto viene assalito in casa dalle milizie cattoliche e viene assassinato. Di questo bagno di sangue sembra che uno dei mandati fosse stato anche Enrico di Valois. Questo evento che scoppiare di nuovo la guerra, e dunque si ha una ripresa della guerra civile. Il nome di Enrico di Valois viene collegato dunque a questo evento sanguinoso. Cosa succede invece in Polonia nel frattempo? Nel ‘72 muore il re di Polonia, l’ultimo re della stirpe degli Aghelloni> si chiamava Sigismondo Augusto figlio di Bonasforza e che muore nel 1572 senza eredi; dunque al momento della morte di questo re sorge il problema di affidare il trono a qualcuno. In Polonia sappiamo che è molto potente la nobiltà che influenza anche la successione al trono- la nobiltà infatti riunita nella dieta generale Ricordiamo alcuni casi italiani di viaggi:  Anna D’este che a metà 500 si trasferisce in Francia per sposare un principe della casa di Guisa. I viaggi nel Settecento- nuovo capitolo. L’Età DEI LUMI. Nel secolo dei lumi, la figura del viaggiatore ideale è il “viaggiatore filosofo”, uno dei personaggi che rappresentò meglio questa figura fu Voltaire. A spingerlo a viaggiare furono la curiosità e il gusto per la scoperta. Il ‘700, illuminismo, fu un secolo di grandi cambiamenti- il nostro libro cita l’opera di uno storico francese vissuto nella prima metà del 900 che si chiamava P. Hazard che scrisse un’opera “la crisi della coscienza europea” – che cosa vuole sottolineare in questo Hazard?  il mutamento che avviene nella sensibilità europea a cavallo tra 600 e 700 in un momento in cui molte certezze stabilite (di carattere politico e religioso).  -Periodo dell’illuminismo che critica il principio di autorità, tutte le affermazioni che non sembrano suffragate dall’evidenza e da un rigore scientifico e quindi nazionale- secolo di grandi cambiamenti mentali, logicisti.  - Per quanto riguarda i trasporti: si migliorano sia i trasporti via terra con la creazione di carrozze molto più comode, più grandi. Incominciano a essere costruite quelle carrozze più grani che verranno utilizzate per i servizi di posta e di corriera. Rivoluzione avviene a fine ‘800 con il vapore applicato ai trasporti. Avremo dunque le ferrovie, la locomotiva e il pirografo ovvero la nave a vapore e questo rivoluzionerà completamente i trasporti. - Altra caratteristica di questo cambiamento: Europa diventa cosmopolita. Europa senza frontiere dal punto di vista culturale, gli intellettuali dell’epoca, uomini colti, si sentono legati ad una sorta di comunità intellettuale e scientifica che sopravanza i confini nazionali e quindi comunità cosmopolita. Cosmopolita è un termine che deriva dal greco e che vorrebbe dire considerarsi cittadini del mondo. -Figura tipo del viaggiatore nel 700→ figura del viaggiatore filosofo incarnata da Voltaire uno dei massimi esponenti dell’illuminismo francese: fu commediografo, tragediografo, storico, politico- condusse un’attività molto vasta e in tutte le sue opere fu divulgatore dei principi dell’illuminismo: Critica dell’autorità assoluta, critica dell’intolleranza, critica al fanatismo, dogmatismo- quindi fondamentalismo sia laico che religioso. Per natura essendo un illuminista che amava confrontarsi un grande viaggiatore.  Viaggia in quasi tutta Europa ma non in Italia→ si ferma ai confini delle alpi, fu un grande stimatore della svizzera ma non compie il passo decisivo di scendere in Italia. Però possiamo dire che in un certo senso rappresenta questo modello del viaggiatore filosofico che fa il viaggio come esperienza a 360 gradi. Due luoghi in cui viaggia importanti: 1- inizialmente quando è giovane in Inghilterra→ dove va perché è costretto a scappare da Parigi in quanto entrato in contatto con la censura poliziesca; dall’esperienza inglese un paese molto più moderno rispetto ad altri in Europa trarrà ispirazione per una delle sue prime opere importanti” lettere inglesi” in cui Voltaire dipinge l’Inghilterra come il prototipo ideale della società: libertà, aperta, tollerante. Fine anni 20 del 700. Altro viaggio importante che farà: soggiorno negli anni 50 che fa presso la corte prussiana in Prussia. Importante questo viaggio perché voltaire viene chiamato a Berlino da uno dei sovrani che cercheranno di mettere in pratica alcune idee e teorie dell’illuminismo a favore del loro popolo→ parliamo di Federico II una figura molto importante anche politicamente e militarmente, ma anche una persona molto colta che aveva un’educazione vasta dal punto di vista letterario. Colto anche nel campo musicale. Grand Tour. Età di massimo splendore del cosiddetto gran tour nell’epoca del Grand Tour il viaggio cambia, le caratteristiche del viaggio cambiano. Non più viaggio per necessità, per lavoro, come poteva essere prima nei viaggi che abbiamo preso in considerazione fino ad ora. Qui invece si tratta di un viaggio di piacere individuale, per gusto e un viaggio che ha come scopo la conoscenza, il piacere di informarsi e che all’inizio proprio ha una componente di carattere pedagogico ovvero deve servire all’istruzione, alla formazione di chi all’inizio era protagonista di questo gran tour.  Il termine gran tour si afferma nel ‘700 ma per la prima volta era stato utilizzato in una guida di viaggio pubblicata da un autore inglese del 1670 che al suo interno aveva utilizzato questo termine prendendolo dalla lingua francese, per indicare il viaggio. Da questo momento il termine gran tour sarà usato per indicare tutto questo fenomeno del viaggio che caratterizza il ‘700. All’inizio questo gran tour si arricchisce molto, ricco di componenti di carattere pedagogico, formativo, di quelli che sono i protagonisti di questa prima fase del gran tour. Non nasce nel ‘700 ma già in epoca elisabettiana dunque fine ‘500 e inizio ‘600 e vede protagonisti proprio dei giovani nobili inglesi che vengono mandati a educarsi attraverso il viaggio nell’Europa→ quindi in un certo senso questo gran tour strumento di formazione delle giovani classi dirigenti→ fenomeno inglese che naturalmente si estenderà. Capitava che tensioni e conflitti potevano temporaneamente modificare gli itinerari e incidere sulla fortuna di alcune mete. Ad esempio, durante la Guerra dei Sette Anni (Gran Bretagna e Prussia vs Francia e Austria) condizionò i percorsi del Grand Tour. Il Grand Tour significava soprattutto Italia e Parigi. Per i philosophes soprattutto la meta era l’Inghilterra di Locke, in cui si esaltava la libertà di espressione religiosa e politica. In questo contesto si devono considerare anche i miglioramenti delle condizioni della viabilità, con strade più comode e sicure, indicate anche sulle guide turistiche, che raccomandavano certi itinerari, contrassegnandoli con due asterischi Questo Grand Tour a un certo punto soppianterà anche altri strumenti di formazione che intanto si erano creati all’interno della società Europa nel corso del ‘600 ovvero le accademie nobiliari sorte come alternative ai collegi gesuitici –create da privati nei paesi, ma soprattutto erano istituzioni create dallo stato per l’educazione dei giovani nobili- accademie che esistevano in Francia, Germania, Italia→ Torino-accademia nobiliare a Torino creata alla fine del 600 da un duca di Savoia Carlo Emanuele II ubicata nei locali della cavallerizza reale→ cavallerizza enorme edificio dietro il rettorato di via Po e c’era tutto questo complesso che occupava vari edifici che dovevano servire come foresterie, classi, aule di lezione, scuderie e maneggio, perché ai nobili venivano insegnate quelle arti considerate utili alla formazione di un gentiluomo, giovane nobile> arte equestre- che serviva per la guerra- la scherma- le discipline aritmetiche Frequentante queste accademie erano frequentante anche da nobili che venivano da fuori e non solo dal paese stesso dove erano situate. Quindi questo fenomeno del Grand Tour inizia alla fine del ‘500 inizio ‘600 e diventa sempre più importante e si configura come esperienza di arricchimento culturale che si realizza attraverso viaggio e osservazione diretta di usi e costumi diversi ovviamente→ dunque questo viaggio che si caratterizza come una mobilità a cui si dedica molto tempo. Il viaggio poteva durare anche uno o due anni dunque per sostenere le spese ci volevano anche le possibilità per poter sostenere un viaggio del genere. Inoltre, diventa la prerogativa di giovani rampolli, casate nobiliari o alta borghesia che sono dotate di tempo e denaro. Tempo non deve essere sprecato→ motivo per cui giovane viaggiatore viene accompagnato dalla figura del precettore o tutore il quale ha il compito non solo di impartire varie materie ma anche sovraintendere alla serietà morale e di comportamento del suo giovane allievo. In pratica non fargli perdere tempo, andare dietro a donne, a vizi e stravizi e dedicarsi alla visita, all’arricchimento culturale a obiettivi per cui il viaggio è stato organizzato. Il nostro libro fa alcuni esempi di precettori: Richard Lassels, che fra il 1637 e il 1668 visitò 5 volte l’Italia come accompagnatore di giovani nobili, e fu attento osservatore. Anche Hobbes, perché fece il suo primo viaggio in Italia nel 1610, poi vi tornò in veste di tutore del figlio di Lord Cavendish, e poi 25 anni dopo con il figlio del conte di Devonshire. Un altro scrittore filosofo, politico come voltaire illuminista: Montesquieu che compie il suo viaggio in Italia alla fine degli anni ‘20 del ‘700 e in un certo senso è quasi il modello per eccellenza di questo viaggiatore filosofico> si muove con un’ottica che diventerà sempre più caratteristica dei successivi viaggiatori e filosofici, un’ottica volta a cogliere aspetti politici, sociali ed economici. Oltre che l’arte incomincia ad avere sempre più importanza nei giudizi di questi viaggiatore l’aspetto politico, sociale ed economico e in questo senso Montesquieu non può non rilevare una cosa, sempre più sottolineata dai viaggiatori successivi relativa all’Italia→ il nostro paese è in preda ad una decadenza di carattere politico, economico e culturale. -Politico perché ancora soggetta alla dominazione straniera -Sociale perché soggetta all’influsso della chiesa dunque cultura imbalsamata molto legata ai valori culturali e religiosi. -Economica perché economicamente arretrata.  Montesquieu visita tutte le tappe canoniche del viaggio in Italia e farà anche un soggiorno a Torino che a partire dalla fine del 600 e inizio 700> diventa una tappa anche per i viaggiatori del gran tour soprattutto per chi scende dal versante occidentale delle alpi, chi arriva da nord, nord-ovest. Gli spazi si allargano: se in un primo periodo la direttrice di marcia è sempre nord- sud perché si parte dall’Europa e si va verso il mediterraneo, adesso il cerchio si allarga e si procede anche in altre direzioni, si scopre l’Europa orientale- est e ci sono spazi nuovi –> molti francesi vanno in Inghilterra come tappe del gran tour- e poi in Italia e così via. Si scopre la Germania, la Polonia, la Prussia. Nuove mete non sono più le grandi città d’arte solo ma le grandi città cosmopolite. Componente maschile resta la componente prioritaria ma abbiamo in numero maggiore anche componente femminile→ le donne si muovono sole o accompagnate→ incomincia ad aumentare però la mobilità femminile, segno che la cultura illuminista contribuisce all’aumento di questa percentuale che addirittura gli storici studiosi hanno calcolato arrivi al 15%20%→ dunque un quinto di questi viaggiatori sono donne. Questo ci viene testimoniato anche dalla presenza di donne nell’iconografia del gran tour ovvero sia dai quadri che raffigurano delle viaggiatrici→ perché i Viaggio in Italia, libro scritto da Montesquieu appunto durante il suo viaggio che affronterà nel nostro paese. L’ITALIA. Dunque, l’Italia in un certo senso diventa questa meta delle mete→ meta che non deve mancare nel percorso di formazione dei giovani e nel viaggio di conoscenza.  Era considerato il viaggio in italia come Bello e Utile, in cui il culto del bello era profondamente radicato. La penisola viene vista come culla dell’arte della cultura e della scienza. Un’eccezione è rappresentata da Martin Lutero→ che affronta questo viaggio come pellegrino diretto verso Roma. Questo viaggio doveva avere un carattere liberatorio perché Lutero (allora monaco) già da questo periodo vive una crisi interiore che nasce dal bisogno di capire come l’uomo può ottenere la salvezza e che lo porterà poi ad operare una rottura con la chiesa di Roma. Quando arriva a Roma rimane deluso perché considera tutta questa devozione, questi percorsi devozionali che deve compiere il pellegrino come forme di fanatismo, di idolatria: forme per lui vuote di religione che non appagano lo spirito. Lui coglie questa differenza tra la miseria di alcuni posti della popolazione romana e la ricchezza della corte papale, tanto che matura l’opinione che il papa non sia il pastore della chiesa universale ma sia una sorta di figura dell’ANTICRISTO→ figura del demonio. Perché vede tutta la chiesa come un’istituzione mondana, più interessata al prestigio, potere, esibizione del lusso piuttosto che alla vocazione pastorale. In altri casi, l’Italia richiama proprio l’interesse dei viaggiatori come società mondana e poi perché l’Italia è una sorta di museo a cielo aperto, in ogni città che si piccola o grande che sia vi sono testimonianze storiche. Aprono le danze di questo afflusso di viaggiatori in Italia gli inglesi, siamo all’inizio del ‘600→ POI SI AGGIUNGONO I FRANCESI, momento importante è sicuramente quando a Roma viene fondata l’accademia di Francia dal Re Sole nel 1666, che accoglie i viaggiatori francesi e di dare loro delle coordinate di carattere formativo, verranno istituite nell’accademia di Francia nel corso degli anni delle vere e proprie borse di studio per studenti meritevoli. Quest’accademia esiste tutt’ora e ha sede nella villa medici che si trova sopra trinità dei monti. Questo avviene a Roma perché rappresenta il centro della cultura Europea.  Il libro fa diversi esempi di viaggiatori (al professore interessa in particolare il dato generale poi se ricordiamo anche alcuni viaggiatori specifici va bene, ma non è obbligatorio). I VIAGGIATORI E I SOUVENIRS DEL VIAGGIO.  Siccome c’è una grande domanda di formazione e di curiosità artistica (domanda determinata dall’aumento di viaggiatori) all’aumento di questa domanda scaturita dalla curiosità di oggetti antichi, vi è anche un aumento dell’offerta→ creandosi un grande mercato collezionistico e di antiquariato che ha come obiettivo il soddisfacimento di una richiesta in continuo aumento di ricordi del viaggio ma anche di beni artistici perché molto spesso questi viaggiatori diventano dei collezionisti. Tra i beni artistici vi è anche il ritratto, molti viaggiatori si faranno ritrarre nel corso del loro viaggio in Italia→ questa richiesta fa fiorire un mercato della ritrattistica dove partecipano sia pittori stranieri che risiedono in Italia, sia pittori italiani che si specializzano in questo genere di pittura. Leader del ritratto pittore italiano di origine lucchese che vive a Roma: Pompeo Batoni.   Pompeo Batoni Il libro riassume le strade che percorrono questi turisti- viaggiatori per arrivare in Italia. PER TERRA PER MARE Genova porto antico, Livorno porto che diventa importante a partire dal 600→ incrementato grazie alla dinastia dei medici a partire dalla fine del 500 e in particolare nel 600 che decide di fare di Livorno un importante porto franco (libero dalla dogana)> dunque Livorno molto frequentante da navi straniere che trasportano merci. Sono soprattutto gli inglesi ad essere attratti da Livorno. In questi itinerari alcune città erano mete irrinunciabili: TORINO: Per chi arrivava dalla Francia era la prima città che si incontrava: li c’erano salotti e teatri, logge massoniche. VENEZIA: attrae per vari aspetti: 1) la sua posizione geografica: era una tappa base per chi andava a Roma o per chi si avventurava in Terrasanta 2) l’attrattiva politica, molti di questi viaggiatori vanno a studiare le istituzioni di questo stato repubblicano che vive da secoli. Era chiamala “la Serenissima” per la sua tradizione di un governo di dogi, che veniva visto con ammirazione per la sua stabilità politica. 3) Motivo artistico: città di grandi pittori-basti pensare alla scuola veneta artisti come Tiziano.  4) città mondana, dunque città delle feste: sia religiose (ascensione, sposalizio del Mare), sia laiche (Carnevale). Carnevale di Venezia famoso già da allora che dura dal giorno di Santo Stefano fino al giorno della celebrazione delle ceneri. Dura più o meno due mesi, se non di più e coincide con il momento culminante della stagione anche teatrale→ a Venezia sono presenti tanti teatri che allestiscono delle importanti stagioni sia musicali che teatrali. Uno dei più grandi letterati italiani del 700 cioè Carlo Goldoni è un Veneziano e tante delle sue commedie verranno scritte di getto durante il periodo del carnevale. FIRENZE: era ammirata da tutti per la sua cultura rinascimentale, come luogo di bellezza che si manifestava nelle piazze, nei palazzi, nei giardini. ROMA: era in assoluto la destinazione principale. Era prediletta dai viaggiatori di ogni provenienza, Goethe la chiama spesso “caput mundi”, la capitale del mondo. Nel 1734 vennero inaugurati i musei capitolini. Come mai Napoli affascina? Innanzitutto è una città dai grandi contrasti→ a Napoli convivono insieme due aspetti che sono: miseria e nobiltà (la miseria è rappresentata dal popolo di Napoli). Parliamo di un centro molto popolato già allora ma rappresentato da grandi disparità sociali→ popolo molto povero e ceto nobiliare che risiedeva in grandi palazzi. Aspetto dunque di Napoli come teatro dell’umanità, di vita all’aperto che affascina soprattutto per chi arriva dal Nord→ questo è possibile ovviamente anche perché a Napoli il clima è mite. Il clima consente questa vita di relazione anche all’aperto. Altro motivo di attrazione: -scavi archeologici.  Napoli dunque→ luogo di bellezze naturali, pensiamo che colpo poteva fare sui viaggiatori romantici il Vesuvio. Carnevale a Napoli molto pittoresco, ricco di maschere e invenzioni e poi soprattutto da quella che in un certo senso è la cerimonia per Antonomasia di quello che è il miracolo di San Gennaro, dunque vi sono tante occasioni per i viaggiatori di interesse e di soggiorno. Napoli entra a tutti gli effetti con ragione nell’itinerario del Gran Tour→ fino alla fine del 600 rappresenta l’estremo limite dell’Italia turistica→ il confine tra nord e sud del continente. I viaggiatori raccontano che è già molto difficile viaggiare da Roma a Napoli dunque proseguire risulta difficilissimo. Solo negli anni 70 del 700→ viene scoperto il sud e dunque la Sicilia, viene scoperta da viaggiatori nordici (il libro cita un viaggiatore tedesco e inglese). Viaggiatori responsabili di tour all’interno della Sicilia alla scoperta non solo delle parti costiere ma anche all’interno. Il viaggio in incognito Nel secolo xviii il viaggio diventa una tappa essenziale nell’educazione dei principi, un’occasione per osservare usi e costumi diversi dai propri, sistemi di governo e vita economica, cultura e arte degli altri paesi. Nel secolo xvii cambiarono le modalità di compiere il viaggio per le persone illustri, si impose ampiamente il costume di viaggiare in incognito. Un gran numero di principi inizia a viaggiare per l’Europa senza l’imbarazzo delle cerimonie, abbandonando lo sfarzo. Questa modalità di viaggiare in incognito esisteva già nel passato, ma si perfezionò nel xvii secolo. Questo permise di facilitare le relazioni tra i sovrani e di liberare il campo dai rischi di incidenti che le regole del cerimoniale potevano innescare. Diverse dinastie europee nel 700 viaggiano meno, lo abbiamo visto per quanto riguarda i sovrani francesi. Altri iniziano invece a viaggiare di più come gli Asburgo d’Austria perché all’inizio del 700 abbiamo il rafforzamento della presenza austriaca in Italia, conseguenza delle guerre di successione e che vedono uno spostamento dei poteri egemonici in Italia. Alla presenza spagnola, massiccia nel 500, si sostituisce la presenza d’Austria→ prima al sud fino alla fine degli anni 30 del 700 e poi una presenza Austriaca al centro-nord. Gli austriaci si insediano in Toscana→ nel gran Ducato di Toscana a partire dal 1737 sempre per una questione di cambiamento dinastico dovuto a equilibri europei e poi si insediano in Lombardia. I viaggi in incognito fanno riferimento ad alcuni re molto importanti→ due esempi: →Regina di Svezia e sovrano russo Zar Pietro il Grande. Cristina di Svezia→ eredita il trono da piccola e alla morte del padre che era Re di Svezia e si chiamava Gustavo Adolfo di Svezia. Figura importante perché parliamo di uno dei principali protagonisti della guerra dei 30anni. 1618-1648→ Gustavo Adolfo partecipa alla guerra dei 30anni, fu un grande generale e sovrano e muore nelle tante battaglie che lui in prima linea combatte. Non ha eredi maschi, ha una femmina. La successione in Svezia consentiva alle donne di poter salire al trono (cosa che non veniva concessa ovunque), dunque Cristina eredita questo regno e dopo il periodo di reggenza assume il potere. Caso importante dal punto di vista politico, perché una delle tante sovrane che reggono il regno per un certo periodo che rimangono nubili, senza sposarsi→ dunque abbiamo questa figura di donna e regina che governa per un certo periodo la Svezia e che resta nubile. La cosa importante che ci interessa è dire che Cristina era una donna molto intelligente, molto colta, capace anche dal punto di vista politico. Incoronata regina a sei anni sotto il tutorato di Oxenstierna, a quattordici dirigeva già le cerimonie di corte e prendeva parte alle decisioni di stato. A diciotto fu nominata anche capo del Senato, assumendo i pieni poteri. Fortemente dedita al lavoro, assetata di sapere, non dormiva più di cinque ore per notte. Conversava correntemente in latino sin da piccola e oltre allo svedese, sua lingua madre, parlava perfettamente anche francese, lingua che predilesse, italiano, tedesco, spagnolo, greco, oltre ad avere una conoscenza basica di ebreo e arabo. Collezionista di antichi manoscritti, quadri (ne contava circa 700, tra cui anche dei Raffaello, Tiziano e Rubens), studiò poesia e filosofia, richiamando a corte i maestri e studiosi più celebri del suo tempo. Convinse anche  René Descartes , già cagionevole di salute, a impartirle lezioni di filosofia alle cinque del mattino nella gelida Stoccolma, ma il maestro non resistette più di quattro mesi e morì nel febbraio del 1650 per una polmonite. Fede di Cristina: CATTOLICA. Noi sappiamo che la Svezia fin dai primi tempi della riforma protestante si era convertita al Luteranesimo e quindi quando arriva sul trono Cristina può già vantare un secolo di adesione al Luteranesimo→ lei compie questa conversione, passa al cattolicesimo. Cristina deve fare una scelta: o seguire il suo credo o lasciare il trono e lei decide di lasciare il trono e sceglie di stabilirsi successivamente, dopo aver abdicato in Italia→ Infatti tra l’altro lei è la protagonista a suo modo di questo viaggio del Nord verso il Mediterraneo, verso Roma. Decide dunque di passare il resto della sua vita a Roma. Questo viaggio viene fatto in incognito in parte, anche se successivamente si palesa e lungo il viaggio che lei farà fino a Roma (dove morirà anche) lei attraverserà anche Torino. Torino→ ci troviamo negli anni 60 del 600 quindi possiamo dire anche grazie a varie testimonianze che lei abbia avuto anche un incontro con la reggente madama Cristina di Francia, che appunto aveva governato il ducato fino a quel momento al posto del marito che era un duca di Savoia→ quindi l’incontro delle due “Cristine” testimonia da una parte il fatto che Torino inizia a essere inserita come tappa da visitare e  testimonia anche di questa figura e di questa politica giocata al femminile che non è un caso raro ormai all’interno della storia Europea. →Una volta insediatasi a Roma con la sua corte farà di questa Corte un centro intellettuale artistico molto importante nella Roma del 600. Altro esempio per quanto riguarda il viaggio in incognito Petro il Grande. Parliamo di una spedizione di tipo culturale che lo zar compie negli anni 90 del 600. Zar Pietro I→ soprannominato il grande perché viene considerato il vero fondatore dell’impero russo sarà lui che accanto al titolo di zar si fregerà di un altro titolo→ imperatore. Uno dei grandi sogni dello zar fu proprio cercare di aprire la Russia al mondo occidentale ma per fare questo bisognava che la Russia si avvicinasse all’occidente e che avesse soprattutto uno sbocco sul mare→ sogno raggiunto successivamente alla fine da Pietro durante il suo regno. Lui  puntava ad uno sbocco sul mar baltico che poteva poi, attraverso canale di Danimarca, mettere in collegamento il mare del nord, atlantico, paesi Europa Occidentale. Questo obiettivo di occidentalizzare la Russia, Pietro lo raggiunge attraverso questi viaggi che compie nell’Europa occidentale in cui lui seguito da un certo seguito di dignitari e funzionari del suo governo fa questo TOUR, dove toccherà i paesi più moderni Europa nord- Occidentale→ Germania, Olanda e Inghilterra. Tour→ per apprendere, delle nozioni tecniche e tecnologiche, dei saperi che servivano appunto all’economia e alla società russa per superare il gap che li separava dall’Europa più moderna, l’Europa occidentale. Viaggi che fa negli anni 90 del 600→ sotto pseudonimo, in realtà poi viene riconosciuto. Si narra che si fece assumere nei cantieri di Amsterdam per vedere come erano costruite le nave olandesi e toccare con mano queste costruzioni e successivamente venne scoperto- bisogna dire che anche anche come persona non passava inosservata e quindi ad un certo punto la sua identità si svela. La cosa importante e che appunto la volontà di partenza è quella di essere in incognito. Fatti questi viaggi→ ritornerà in Russia portandosi dietro non solo conoscenza tecniche, saperi, notizie ma anche uomini→ tecnici esperti competenti di determinati settori economia e tecnologia che aiuteranno a modernizzarsi in alcuni ambiti come: la siderurgia, tecnica di costruzione navale, tecniche militari dunque armamenti, edilizia. Altri esempi di questi viaggi in incognito: -Gustavo III di Svezia→  -Imperatore d’Austria Giuseppe II→ figlio di Mariateresa D’Asburgo e fratello di Mariantonietta di Francia che verrà ghigliottinata dai rivoluzionari insieme al marito.  -Paolo Romanov→ fine 700 e inizio 800. Principe ereditario al trono russo che insieme alla moglie intraprenderà un tour per l’Europa. Saranno ospiti a Torino alla fine del 700 mantenendosi sotto l’incognito con il titolo di principi del nord, dunque un titolo generico e questo permette loro di partecipare alla vita mondana senza sottoporsi a quei cerimoniali di corte e sotto quell’etichetta che poi caratterizzava i comportamenti di principi e re→ in parole povere praticamente possono anche loro dedicarsi alla vita mondana ma senza questi lacci e limitazioni. Per esempio, questo li permette piuttosto che essere ospitati a corte di passare la notte in alcuni alberghi sfarzosi.
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