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La vita e l'opera di Giovanni Pascoli, Appunti di Italiano

La vita e l'opera di Giovanni Pascoli, poeta italiano del decadentismo. Si parla della sua infanzia felice, segnata dalla morte del padre, e della sua carriera universitaria e accademica. Si analizzano le sue raccolte poetiche, tra cui le Myricae, e i temi ricorrenti della sua poesia, come la natura, la morte e il nido familiare. Si approfondisce la sua concezione della poesia come forma di conoscenza e consolazione, e si descrive il suo stile poetico innovativo e semplice.

Tipologia: Appunti

2022/2023

In vendita dal 09/11/2023

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giulia-consumi 🇮🇹

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Scarica La vita e l'opera di Giovanni Pascoli e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! PASCOLI Pascoli nasce a San Mauro di Romagna, nella campagna emiliana, in un podere di campagna perchè il padre è amministratore di una terra. Ha un’infanzia felice fino a un episodio traumatico che segnerà tutta la sua esistenza ovvero la morte del padre ucciso in un agguato, questo evento viene rievocato nella poesia il “10 agosto". Alla morte del padre seguono anche una serie di lutti familiari e alla fine lui si ritrova solo con due sorelle e con queste lui passerà tutta la sua vita, o meglio con solo una perchè l’altra poi si sposa, e secondo l’interpretazione di Pascoli tradisce il nucleo familiare. Pascoli vincerà tanti premi prestigiosi di poesia in latino e dopo aver percorso un corso di studi universitario otterrà poi la cattedra di lingua greca e latina, quindi inizia una carriera di docente universitario, avrà quindi una carriera piuttosto normale. Spesso lui si ritirava in un podere a Castelvecchio di Barga, nell’alta toscana in Garfagnana dove lui ritrova quell’ambiente semplice e campagnolo. Egli ha una vita piuttosto tormentata dal punto di vista personale da questi numerosi lutti, egli sviluppa questa specie di ossessione per il nido familiare, famiglia concepita come luogo in cui si nasce e cresce e attorno a questo simbolo del nido ruota tutta la sua poesia. Altro grande tema che si trasferisce in poesia è il tema della morte, tema decadente. Pascoli scrive una serie di raccolte che sono poi a loro volta ripubblicate più volte e quindi si intrecciano in qualche modo tra loro, sono raccolte che ruotano un po’ sempre gli stessi temi. La prima raccolta che pubblica nel 1891 si chiama “ Myricae” significa tamerici, rimanda all’ambientazione semplice e campagnola che è quella più frequente delle sue poesie, raccolta di poemetti, piccoli frammenti. “I poemetti” 1898, opera più narrativa. Pascoli è un profondo narratore, ma anche un profondo classicista, ha una formazione classica, in questi poemetti riprende il metro della commedia. Di questi usciranno varie edizioni. Infine i "canti di Castelvecchio” nel 1903, prendono il titolo da questa località in cui lui da un certo momento in poi si stabilisce. Il titolo canti rimanda alla tradizione di leopardi, richiamano per un certo aspetto le “Myricae” per ambientazione e temi ma hanno una maggiore estensione, hanno una volontà di canto, di dare ampiezza. “Poemi conviviali”, legati al mito, riprendono miti e personaggi del mito antico e poi altre raccolte. Infine scrive delle prose che pubblica verso la fine della sua vita , prose di varia natura soprattutto liriche, “il fanciullino” è il manifesto della sua poetica, qui il poeta è un fanciullo non è un esteta o un superuomo. La prosa che viene pronunciata sotto forma di discorso del 1912 pronunciata a Barga in onore della guerra di Libia in cui pascoli pronuncia questo discorso patriottico e filocolonialista. La guerra in Libia pascoli la vede come un grosso beneficio per gli italiani economicamente più poveri. (Luogo simbolo degli artisti decadenti è Venezia). Pascoli è poeta della natura e della campagna, avendo vissuto in campagna, anche nella maturità avendo trovato questo luogo di otium letterario, nella sua poesia trasferisce questi scenari molto semplici, umili naturali che però assumono dei significati simbolici che rimandano a temi tipicamente decadenti. In più la concezione della realtà che pascoli esprime è sicuramente affine a quella decadente. Se noi prendiamo la prosa del “FANCIULLINO”, prosa metanarrativa in cui Pascoli parla del poeta come di un fanciullo. Quel fanciullo che è in tutti gli uomini, quello sguardo ingenuo e puro sulle cose e sul mondo, sguardo senza filtri che potenzialmente è presente in tutti gli uomini ma quando essi diventano adulti e perdono in parte la loro ingenuità e spontaneità, questa vena che hanno dentro di loro si oscura, si isterilisce. Quando invece si mantiene viva , quando ancora si riescono a vedere le cose con lo stupore della prima volta, con meraviglia e occhi liberi da sovrastrutture e pregiudizi, ecco che questo sguardo così ingenuo è il poeta. Il presupposto è che l’assenza della realtà è misteriosa, per cui gli uomini tendono a vedere in maniera superficiale soltanto ciò che è esteriore, soltanto l’apparenza delle cose. Per andare più a fondo e cogliere ciò che è essenziale e profondo occorre lo sguardo del poeta, sguardo rimasto puro, ingenuo e intuitivo. La poesia è valorizzata non solo come forma di conoscenza così profonda e importante ma viene anche riconosciuto un ruolo consolatorio, poiché sa produrre bellezza e piacere e questo dona consolazione agli uomini. Ha addirittura una funzione educativa poiché trasmette all’uomo questa dimensione di armonia e di equilibrio che secondo pascoli è un valore importante anche per le relazioni tra gli uomini. Si ritorna al classico binomio Oraziano, dilettare e docere: dilettare e insegnare, dare diletto e piacere e contemporaneamente avere un’utilità. MYRICAE Prima raccolta di Pascoli, le Myricae sono degli arbusti, deriva da delle bucoliche di Virgilio , Pascoli lo usa come epigrafe introduttiva della sua raccolta e ne estrae il termine Myricae che diventa il titolo. Fatta di frammenti, poesie brevi che restituiscono quelle intuizioni del poeta fanciullo. L’assunto profondo della poesia pascoliana è molto pessimistico, domina il tema della morte, che è un tema decadente e autobiografico poiché lui ha visto morire molti suoi familiari. È una poesia piena di simboli, e desiderio ossessivo di nido, famiglia, che lui si è visto portare via da questo misterioso destino crudele. Le immagini che spesso userà sono quelle del nido, della casa, per rimandare a una dimensione sicura e protetta . Pascoli è un grande rinnovatore del linguaggio poetico. Ciò che è profondamente nuovo è il lessico che lui usa, poco petrarchismo, all’insegna della semplicità , della quotidianità e della concretezza. La sua non è una poesia descrittiva ma esprime una visione soggettiva della realtà, è lo sguardo del poeta che vede in quella realtà un’essenza profonda. Non c’è da pensare che l’idea che Pascoli ha della natura sia pessimistica, anzi. Nella prefazione di Myricae lui parla della natura come madre dolcissima. Pascoli insiste su questa positività della natura che è come una grande madre . Sono gli uomini secondo pascoli responsabili del male del mondo e della sofferenza. Non è colpa della natura, c’è quasi un senso di venerazione nei confronti della natura che è assoluta protagonista nella sua poesia. POESIA TEMPORALE Un bubbolìo lontano… Rosseggia l’orizzonte, 
 come affocato, a mare: nero di pece, a monte, stracci di nubi chiare: tra il nero un casolare: 
 un’ala di gabbiano. Parafrasi Si sente in lontananza un brontolio. In direzione del mare l’orizzonte si colora di rosso, come se fosse infuocato. Verso il monte il cielo è nero come la pece. Ci sono degli stralci di nuvole chiare. In mezzo al nero si vede un casolare, che sembra l’ala di un gabbiano. bubbolio— termine onomatopeico che riproduce il rumore del temporale. Il titolo è parte integrale del testo, senza il titolo non si può capire. Descrive come delle pennellate di un quadro. Sguardo sul mare, sull’orizzonte si vede un rosso intenso, mentre a monte un nero di pece—> uso del come di specificazione che specifica in modo molto espressivo e concreto la tonalità di un colore in questo caso. Alla fine si ha un’analogia, Il casolare bianco in mezzo al nero è come un ‘ala di gabbiano. Altro elemento tipico di questa poesia e in generale nella poesia di pascoli è lo stile nominale— i verbi sono sottintesi, si procede per sostantivi, questo produce sintesi e delle associazioni dirette. - POESIA N0VEMBRE Gemmea l’aria, il sole così chiaro che tu ricerchi gli albicocchi in fiore, e del prunalbo l’odorino amaro senti nel cuore... Ma secco è il pruno, e le stecchite piante di nere trame segnano il sereno, che dànno i soavi lor mieli pel nero mio pane. Nascondi le cose lontane che vogliono ch’ami e che vada! Ch’io veda là solo quel bianco di strada, che un giorno ho da fare tra stanco don don di campane… Nascondi le cose lontane, nascondile, involale al volo del cuore! Ch’io veda il cipresso là, solo, qui, solo quest’orto, cui presso sonnecchia il mio cane. Tratta della sorella Mariù con cui avrà un bellissimo rapporto. Ella ha raccontato a Giovanni di un incontro con una certa amica, Rachele. Parla di un fiore che ha un profumo molto intenso e inebriante. Era stato proibito alle fanciulle di avvicinarsi al fiore ma Rachele trasgredisce e lo racconta a Maria. Esso rappresenta un desiderio sessuale. Biondo associato a una figura angelica, bruna invece a una più passionale. Pascoli riproduce con tono piuttosto narrativo la conversazione tra le due. Anni piccoli e dolci, quelli della fanciullezza. I tordi le rondini, sempre uccelli precisi. Maria era talmente impaurita che non ci si sarebbe mai avvicinata a quel fiore, il nome di Maria anche è piuttosto significativo—> la vergine. Dolce e crudele associazione ossimorica. Cerulea —> cioè immersa nel cielo azzurro La seconda strofa è un flashback, qui Pascoli unisce sensazioni visive del cielo e sonore e olfattive. Continua con un’enumerazione di piante. Elemento sonoro che prevale su ogni altra sensazione, ronzano, melodie, sonanti. In seguito la preghiera detta ancora con maggior entusiasmo poiché è arrivato qualcuno di gradito e poi d’un tratto, perchè mai piangete, il pianto. L’orto è reso piano dalle loro vesti. Dita spruzzate di sangue, dita umane, immagine che turba in contrapposizione con quell’ambiente così sereno, innocente e fanciullesco. Nella 3 strofa arriva la confessione. I suoi occhi sono neri, i capelli bruni, tipica immagine della femme fatale, sono seduttrici. Egli non le rivolge gli occhi perchè si vergogna. La dolcezza fu tanta che si muore. Si fa riferimento all’esperienza amorosa che come nel gelsomino notturno è vista con curiosità e desiderio ma anche con paura e repulsione. ITALY Fa parte dei primi poemetti, è diviso in 3 canti e ogni canto è diviso a sua volta in altre sezioni. Questo testo è incentrato sul tema dell’emigrazione, tema che Pascoli ha particolarmente a cuore. Castelvecchio dove lui ha questa casa al suo tempo era una terra piuttosto povera da cui molte persone erano emigrate. È un tema e un fenomeno molto comune a fine ‘800 poiché dall’Italia, soprattutto alcune regioni: Garfagnana, sud Italia, veneto molti partivano per andare a fare fortuna. Pascoli sente questo tema e lui lo legge come una sorta di sradicamento e perdita d’identità. L’emigrante che lascia la sua patria, che è come un grande nido, la comunità familiare in senso lato permanere altrove è comunque uno sradicato, secondo pascoli è una ferita per un paese perdere i propri figli. In questo testo Italy è personificata che è come una madre che perde i propri figli. Lui riprende questo tema pure nel testo “la grande proletaria si è mossa” dove tratta anche il tema della guerra in Libia e la vede come un atto di generosità verso gli italiani poiché attraverso la conquista di nuove terre potrà dare lavoro e cibo ai propri figli. Si racconta nel poemetto Italy di emigranti che ritornano a febbraio, inverno freddo piove, tornano a trovare la loro anziana madre. Sono due fratelli Rita e Gio diminutivo per margherita e Giuseppe, insieme a una bambina di 8 anni figlia di un altro loro fratello una certa Mary o Molly che è il soprannome. Molly è malata e sembra in gravi condizioni, in realtà le cure amorevoli dell’anziana nonna le permetteranno di guarire. I due fratelli e la bambina poi torneranno negli stati uniti. Ricostruzione del nucleo familiare, il legame nonna bambina si fa particolarmente intenso e questo permetterà anche di guarire, è anche simbolica la guarigione, lei era nata in America, non aveva mai conosciuto né la nonna né l’Italia, quindi la famiglia che si riunisce ha permesso anche bambina di guarire di iniziare una nuova vita. Il linguaggio è piuttosto semplici con termini più specifici a livello scientifico e per la descrizione della natura, fonosimbolismo, poi c’è l’inglese di Molly poiché lei non parla italiano. Gli emigranti nati in Italia invece parlano una lingua molto strana, che è a metà tra l’italiano e l’inglese, un italiano fortemente inglesizzatìo.
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