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Giovanni Pascoli: biografia e poetica, Appunti di Letteratura Italiana

Giovanni pascoli, nato a san mauro di romagna nel 1855, è uno dei maggiori poeti italiani dell'età moderna. La sua vita è segnata da eventi traumatici, come la perdita del padre e della madre in tenera età, che influenzeranno profondamente la sua produzione poetica. Pascoli è noto per la sua poesia realista e simbolista, che rappresenta la realtà in chiave soggettiva e simbolica. La sua poetica è incentrata sulla rivalutazione dell'infanzia, sulla funzione sociale e morale della poesia e sull'utilizzo di figure retoriche innovative. Tra le sue opere più importanti, myricae del 1890.

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 14/05/2019

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alice-frisino 🇮🇹

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Scarica Giovanni Pascoli: biografia e poetica e più Appunti in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! GIOVANNI PASCOLI Nasce a San Mauro di Romagna nel 1855 ed è il quarto di dieci figli. Il padre, il 10 agosto 1867, viene ucciso da una fucilata sparata da ignoti, ponendo fine all’epoca felice dell’infanzia pascoliana; la famiglia è quindi costretta a lasciare la tenuta che il padre amministrava, perdendo quella condizione di benessere economico di cui godeva. Nei sette anni successivi perde la madre, una sorella e due fratelli. Vince una borsa di studio all’università di Bologna dove frequenta le lezioni di Giosuè Carducci. Successivamente entra in contatto con il pensiero socialista, svolge attività di propaganda sindacale e, durante una manifestazione non autorizzata nel 1879 viene arrestato. Consegue la laurea in Lettere nel 1882. Inizia a lavorare come professore: insegna greco e latino; in questo periodo pubblica Myricae (1891). Dopo un breve soggiorno a Roma si trasferisce in un piccolo comune toscano con la sorella Maria, da lui chiamata Mariù, vera compagna della sua vita. Ottiene un posto per insegnare all’università, prima a Bologna, poi a Messina e infine a Pisa. In questi anni pubblica tre saggi danteschi e varie antologie scolastiche. Si converte alle correnti nazionaliste, raccogliendo i suoi discorsi sia politici che poetici e scolastici. Ottiene poi la prestigiosa cattedra di Letteratura italiana a Bologna, prendendo il posto di Giosuè Carducci. Sosteneva la necessità dell’espansione coloniale dell’Italia, nella convinzione che possa portare lavoro. Nel 1912 la sua salute peggiora ed è costretto a dover lasciare l’insegnamento per curarsi. Trascorre i suoi ultimi giorni a Bologna, dove muore. POETICA La sua poesia rappresenta la realtà e, a livello stilistico, sembra tradizionale ma, in realtà sono molto rivoluzionarie. Viene considerato un poeta ‘provinciale’ in quanto rimane per tutta la vita in Italia rielaborando tutte le correnti europee come, ad esempio il Simbolismo →la realtà è simbolo di qualcos’altro ed è misteriosa. Poetica delle cose →le cose valgono per il significato soggettivo che gli viene dato. La rivalutazione dell’infanzia ha un ruolo fondamentale per la sua poetica che viene chiamata poetica del fanciullo →il fanciullo è presente in ognuno di noi ma il poeta (ruolo sociale) è l’unico che non soffoca la sua voce e ha come compito quello di capire la poesia nella realtà. Sperimentalista →plurilinguismo: linguaggio diversi (tecnico, slang, dialetti, inglese degli immigrati). La poesia ha una funzione sociale e morale, in quanto strumento consolatorio in grado di garantire l’armonia tra gli uomini attraverso la contemplazione comunque della bellezza. Pascoli trova rifugio dalla condizione di dolore in ogni forma di intimità familiare, dal nido alla patria. Figure retoriche come l’onomatopea, anafora, allitterazione sono molto utilizzate nelle sue opere. MYRICAE (raccolta del 1890) Già dal titolo è intuibile che si parlerà di qualcosa di umile; è però evidente l’attaccamento pascoliano al classico in quanto “myricae” si riferisce al nome latino delle tamarici (arbusti del mediterraneo); l’aspirazione proviene da un verso delle Bucoliche di Virgilio. È molto presente l’influenza di figure retoriche e stilistiche tipiche del Simbolismo. I temi principali sono: • La morte: evocata e contemplata. • Il nido distrutto: rappresenta la perdita degli affetti familiari. • La funzione sia consolatrice che maligna della natura. Dialogo Il titolo allude a un dialogo immaginario tra passeri e rondini, che rappresentano due diversi stili di vita. Il testo è una sequenza di quattro madrigali conclusa da un distico in endecasillabi a rima baciata. Il primo madrigale tratteggia un quadro semplice delle contrastanti abitudini dei due uccellini: sedentario, attivo ed umile, quello dei passeri; vagabondo ed esotico quello della rondine. In questa parte si possono notare due cose: il protagonismo del mondo animale, ma anche la proiezione, su di esso, di sentimenti e problematiche umane. Nei due uccellini è possibile infatti scorgere due proiezioni del poeta, che si chiude in
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