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Giovanni Pascoli: La Vita e l'Opera di un Poeta Simbolista, Schemi e mappe concettuali di Italiano

Biografia e analisi della vita e dell'opera di Giovanni Pascoli, poeta simbolista italiano. Nato a S. Mauro di Romagna nel 1855, Pascoli si iscrive all'Università di Bologna e si avvicina al gruppo degli anarchici romagnoli. La sua poesia, fortemente legata alla sua esperienza personale, è pervasa da una tensione straziante e si caratterizza per l'apertura alle cose, l'esperimentazione metrica e la rappresentazione non realistica della natura.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2021/2022

Caricato il 12/07/2022

GabrielG.
GabrielG. 🇮🇹

4.3

(3)

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Scarica Giovanni Pascoli: La Vita e l'Opera di un Poeta Simbolista e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Italiano solo su Docsity! PASCOLI vita Giovanni Pascoli nasce a S. Mauro di Romagna nel 1855. Nel 1862 entra nel prestigioso collegio dei Padri Scolopi a Urbino. Nel 1867 morirà il padre Ruggero, assassinato nel suo carro sulla strada del ritorno verso casa e gli assassinii non sono mai stati scoperti. Questo evento lascerà un segno indelebile nel pensiero pascoliano, andando ad influenzare tutta la produzione del poeta. Di lì a poco succederà la morte della madre, accompagnata da quella dei due fratelli e di una sorella: Pascoli uscirà dal lutto familiare accompagnato dalle sole due sorelle, Ida e Maria. Il poeta si ritirerà a vivere con le sorelle e il loro rapporto farà molto discutere. Nasceranno anche gli interessi di critici e psicologi, i quali sonderanno le intime vicende di casa Pascoli. Da molte poesie di Pascoli emerge anche la visione turbata della sessualità del poeta. Successivamente Pascoli ottiene una borsa di studi per l’Università di Bologna, dove si iscriverà alla facoltà di lettere. Qui conoscerà il socialista Andrea Costa, avvicinandosi al gruppo degli anarchici romagnoli e partecipando ai primi moti socialisti. Prenderà parte anche alla manifestazione in difesa di Gaetano Bresci, pagando anche la prigione per tre mesi. Qui finirà la sua attività politica e riprenderà gli studi presso l’Università romagnola e nel 1882 si laurea. Comincia successivamente la sua attività di professore, che lo vedrà insegnare latino e greco presso alcuni dei più prestigiosi licei italiani. Nel 1906 succederà alla cattedra del Carducci, suo mentore. Comprerà una casa a Castelvecchio dove si trasferirà con le sorelle. Morirà nel 1912, poco tempo dopo la conquista italiana della Libia. L’INTERPRETAZIONE DELLA POESIA DI PASCOLI La predilezione per la tematica infantile e familiare e gli atteggiamenti filantropici e moraleggianti hanno determinato un’interpretazione edulcorata della poesia pascoliana, vista come modello di bontà ed esaltazione di valori ‘domestici’, civili e patriottici. In realtà, la più autentica poesia pascoliana è pervasa da una tensione straziante che la avvicina ai risultati più interessanti del Simbolismo europeo, ponendosi come punto di riferimento per la poesia successiva. In particolare, il contributo di Pascoli al rinnovamento della poesia è da riconoscersi: -nell’apertura alle cose cioè all’introduzione di vocaboli mai usati in poesia prima. -nel plurilinguismo con elementi fonosimbolici e all’apertura alle lingue straniere. -con una frattura e sospensione del ritmo sintattico in nome dei simboli e dell’analogia. -e una sperimentazione metrica cioè la frattura del ritmo del verso e un’organizzazione strofica. I protagonisti dell'Ottocento saranno Pascoli e D'Annunzio. Pascoli sarà Infatti il poeta delle cose e D'Annunzio il poeta delle parole. Importante è il fonosimbolismo cioè l'importanza del onomatopea che può esprimere diverse situazioni e sensazioni e talvolta può evocare malinconia e richiamo alla morte. A causa del trauma infantile importante sarà anche il tema del fanciullino. Il bambino sarà importante a causa della sua visione irrazionale della realtà che non è legata alla logica causa effetto, e il poeta avendo una sensibilità diversa così come il bambino riesce a stare al pari passo con la sua visione irrazionale del mondo. LA POETICA DEL «FANCIULLINO» La poesia di Pascoli, estranea ma vicina alle tendenze simboliste, è fortemente legata alla sua esperienza personale ed è da ricondursi ad un bisogno esistenziale di memoria e di rapporto con le cose. Fondamentale per comprendere la poetica dell’autore è la prosa Il fanciullino, apparsa prima, in parte, nel 1897 sul «Marzocco» e poi nel 1903, in forma più ampia, nei Miei pensieri di varia umanità. L’idea di fondo è che all’interno di ogni uomo vive un «fanciullino», capace di vedere tutto con meraviglia, come per la prima volta, e di comunicare con la realtà più autentica. Il poeta è colui che sa dar voce al fanciullino, componendo una poesia che sappia metterci in relazione con le emozioni più semplici dell’infanzia, risvegliare la solidarietà e la bontà che dovrebbero accomunare gli uomini ed esprimere l’amore. La poesia classica sapeva dare libera espressione a questo fanciullino, riconoscendogli una funzione pedagogica civile e morale (Omero).. Il poeta racconta il dramma che ha distrutto la famiglia, ricorda i suoi cari morti, confronta il paesaggio nuovo di Castelvecchio con quello antico della Romagna, legato all'infanzia e alla felicità perduta. La tematica oltre ad essere quella della natura è la natura, l’infanzia, l’amore e il sesso. Per quanto riguarda la lingua e stile c’è un tentativo di creare una forma innovativa di «sublime», utilizzando termini bassi e alti. NOVEMBRE-Myricae L’incipit della poesia sembra gioioso, ma presto viene lasciato spazio a versi di tristezza. All’inizio c’è l’illusione di una bella giornata primaverile in atto, ma presto il poeta rende noti i particolari che la rendono evidentemente autunnale (il pruno secco, le foglie che cadono, le sagome nere degli alberi spogli ai vv. 5-6). Il poeta fa riferimento alla cosiddetta estate di San Martino, il periodo che parte dal 2 novembre (giorno dei morti) e va avanti per una decina di giorni. La felicità descritta in Novembre è precaria e poco duratura, messa in parallelo con il mondo naturale che, come essa, è completamente caduco e illusorio. Nella prima strofa Pascoli descrive un giorno che sembra quasi primaverile, caratterizzato da una serie di immagini felici e solari. In chiusura, tuttavia, si può già notare una prima nota cupa data da una brutta sensazione a livello olfattivo (l’odore del prunalbo è “amaro”) Nella seconda strofa i primi segnali positivi cedono definitivamente il passo alla negatività dell’autunno e del dolore umano. Nel mondo, che prima era aperto e pronto a nuova vita, si notano con lo sguardo solamente segnali di morte. Nella terza strofa, infine, tutti questi segnali vengono poi amaramente confermati in una desolata sentenza e i segnali visti lasciano lo spazio a quelli uditi, le ventate che spezzano il silenzio e il solo rumore di foglie morte che cadono. Ecco qui dipinta l’estate dei morti. In questa poesia sono presenti alcune tematiche ricorrenti nel lavoro di Pascoli, dall’ambiguo fascino che esercita il paesaggio naturale alla presenza costante della morte. Ricorrente è anche il fonosimbolismo pascoliano: anche in Novembre si ricorre alle sensazioni visive, olfattive e uditive per veicolare un discorso simbolico più profondo. TEMPORALE Il componimento è una “ballata minima”, costituita da una stanza di sei versi settenari preceduta da una ripresa di un unico verso. Il componimento descrive un temporale con una tecnica impressionistica, lasciando spazio (ad eccezione del primo verso, basato su una percezione uditiva) ad elementi visivi e ad associazioni soggettive. La poesia inizia con un verso in cui è presente l’unica nota uditiva della poesia (il resto, infatti, è basato sulle sensazioni visive) “bubbolio”, che è anche una parola onomatopeica avente la funzione di rappresentare il rumore e il mormorio sordo del tuono. Nella seconda strofa il poeta ci descrive l’arrivo di un temporale e, per analizzare meglio la poesia, si potrebbe dividere questa strofa in due parti. Nella prima il poeta ci descrive il temporale che si abbatte sulla terra, e ci riporta ad un quadro impressionista in cui ci sono contrasti di luci e ombre e in cui il colore stesso è usato in modo rivoluzionario. Nella seconda parte, invece, è presente un’analogia “tra il nero un casolare” e “un’ala di gabbiano”. La descrizione del paesaggio è realizzata con tecnica impressionistica, che accosta immagini e note di colore, suggerendo una visione d’insieme. IL LAMPO Il componimento è una “ballata minima”, costituita da una stanza di sei versi endecasillabi preceduta da una ripresa di un unico verso. Il breve componimento descrive un fenomeno meteorologico con tratti impressionistici, tuttavia la scena descritta non è da leggere in chiave realistica o paesaggistica, bensì in chiave metaforica: infatti il paesaggio è umanizzato attraverso l'oggettivazione che qualifica l’animo umano e il lampo è simbolo delle improvvise rivelazioni dell’angoscia dell’uomo di fronte al dolore dell’esistenza. L’ASSIUOLO Sono tre strofe di sette novenari chiusi da un ternario tronco. La lirica rappresenta un’unione esemplare di impressionismo e di simbolismo e, pertanto, può essere considerata, per dirla con Luperini, «un capolavoro di impressionismo simbolico». Un paesaggio notturno, fremiti misteriosi di piante e animali, un lieve chiarore lunare, fanno da cornice al richiamo lamentoso dell'assiuolo che costituisce il motivo conduttore della poesia. Il canto lamentoso dell'uccello notturno, il cui verso chiude ogni strofa, suscita inquetudine, evoca dolori lontani, racchiude in sé il mistero della morte. Attraverso il paesaggio notturno e le immagini della natura il poeta esprime la propria realta interiore, da forma alla propria visione della vita come doloroso procedere verso la morte. X AGOSTO Sono sei quartine di versi decasillabi e novenari alternati. La poesia si apre descrivendo l’ambientazione temporale: è il 10 agosto cioè la notte di San Lorenzo, giornata in cui in genere si manifesta la quantità massima di caduta delle stelle. In questo suggestivo paesaggio c’è una rondine che sta tornando nel suo nido per dare da mangiare ai suoi piccoli; d’un tratto è stata uccisa ed è caduta a terra con ancora il verme in bocca e i suoi figlioli pigoleranno sempre più a piano fino a morire di fame. Anche un uomo però stava tornando a casa e come la rondine d’un tratto viene ucciso; anche lui portava con sé un regalo per le sue figlie. E’ riverso a terra, e nella loro casa lo stanno aspettando inutilmente. Intanto la caduta delle stelle continua, senza fermarsi davanti a nulla, ad inondare la Terra oscurata dal Male. E’ evidente il parallelo tra la rondine e Ruggero Pascoli e tra quest’ultimo e Cristo (morte ingiusta e volontà di perdonare gli assassini). La morte del padre è stata un evento traumatico nella vita di Giovanni, che in X agosto sembra quasi paragonare la morte del padre a quella di Cristo. Questo espediente serve al poeta per mostrare l’assoluta innocenza del padre; il caso non sarà mai risolto e Pascoli non avrà mai una spiegazione sul motivo che spinse i due uomini appostati ad uccidere Ruggero. La morte del padre porterà in casa Pascoli una vera e propria serie di sciagure.
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