Scarica Giovanni Pascoli: vita e poetica e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! GIOVANNI PASCOLI (1855 – 1912) VITA: Conduce una vita dedicata allo studio e alla scuola + poche occasioni di apparire in pubblico ad eccezione del discorso tenuto nel 1912 “la grande proletaria si è mossa”. Ha una vita ritirata e segnata dal lutto che divide il suo nido famigliare. La sua vita è una vita di campagna, fatta di cose semplici e molto umile. Il suo obiettivo per tutta la vita fu quello di ricostruire il suo nido distrutto con la morte del padre e il matrimonio della sorella. Già dalla sua vita si intuiscono le tematiche delle sue opere: lutto - vita di campagna - piccole cose – nido. Per Pascoli il nido è la casa, uno spazio chiuso che è una protezione dai pericoli e dai mali del mondo (sicurezza). Il suo nido viene minacciato dall'esterno e dalla sua distruzione viene a contatto con il dolore e la morte. In altri casi il nido è la culla, ovvero una regressione all'infanzia (genitori ancora vivi, il fratello Zuanì ancora ingenuo, nessun contatto con il male del mondo). Il nido è anche una regressione sociale --> chiuso in sé, isolato dall'arresto del mondo, ma anche una regressione storica perché il nido e il mondo contadino che in quegli anni era sempre meno presente nel mondo. LA POETICA DI PASCOLI: si trova condensata nello scritto “Il fanciullino” pubblicato integralmente nel 1903. Secondo Pascoli dentro tutti gli uomini c'è un fanciullo musico, una metafora per indicare il sentimento poetico. Questa voce si fa sentire soprattutto nell'infanzia, ma con l'età adulta siamo talmente assorti dalla lotta per la vita che la mettiamo a tacere. Il fanciullo musico si stupisce e guarda tutto con meraviglia vede la poesia in tutte le cose. Quando il bambino vede qualcosa di nuovo, vuole conoscere sempre di più funzione adamitica della poesia: il fanciullo dà il nome alle cose, come fece Adamo, e in questo modo le conosce. La poesia è una scoperta: per Baudelaire il poeta coglie le corrispondenze all'interno della realtà in cui vive. Il poeta conosce la realtà, decifrando il mistero della natura giunge all'ignoto, coglie i messaggi della natura, capisce l'essenza della realtà. Questo stupore e questa capacità di decifrare il mistero della natura deve avere una modalità per esprimersi figure retoriche: analogia, onomatopea, sinestesia per trasmettere i sentimenti soggettivi del fanciullino + linguaggio intuitivo, non razionale. L'attenzione è sulla parola, che deve essere pura, precisa per trasmettere delle verità. Pascoli usa termini specifici di botanica quando parla della campagna, Leopardi usa parole con vasta gamma di significati (poetica del vago). Pascoli critica “la donzelletta vien dalla campagna” perché Leopardi scrive di rose e viole, ma Pascoli lo critica perché le rose e le viole crescono in periodi diversi.