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PASCOLI - vita, pensiero e opere, Dispense di Italiano

In questi appunti sono presenti le spiegazioni sulla vita, il pensiero letterario-filosofico e approfondimenti sulle principali opere di Pascoli. La sua visione del mondo, poetica dl fanciullino, meccanismo della regressione. - Myricae, Poemetti, Canti di Castelvecchio, Poemi conviviali soluzioni formali e linguaggio pascoliano

Tipologia: Dispense

2022/2023

In vendita dal 02/06/2023

alice-boriani
alice-boriani 🇮🇹

5

(1)

13 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica PASCOLI - vita, pensiero e opere e più Dispense in PDF di Italiano solo su Docsity! PASCOLI É propriamente definito decadente, assieme a D’Annunzio, nel decadentismo italiano. Nella sua vita accade una cosa fondamentale, ha una vita povera di elementi esterni, ma ha un trauma infantile da cui deriva tutta la sua poesia, ha avuto un po’ come Leopardi una ricchezza interiore pazzesca, la sua poesia è molto più vera e forte di quella dannunziana, la forma è un po’, ma il contenuto è molto ricco. Nasce nel 1855 a San Mauro di Romagna, in questa famiglia contadina, il padre ricopre il ruolo un po’ da pater famiglia, la sua famiglia è molto ampia, ha 8/9 fratelli. Appartengono alla piccola borghesia rurale, il padre di pascoli gestiva le terre di una famiglia aristocratica → fattore della tenuta la torre del principi di Torlonia. Il 10 agosto del 1867 il padre viene ucciso per colpo d'arma da fuoco da un sicario, non verrà preso, c’è sicuramente un mandante ma non si arriverà mai ad identificare chi ha sparato e chi ha fatto sparare. Il paese mormorava sul fatto che il mandante fosse un altro amministratore rivale del padre che voleva subentrare nell’amministrazione di quelle terre, e che poi effettivamente lo ha fatto. La perdita violenta del padre è l’inizio di una sequenza si sfighe, qualche anno dopo muore la madre e uno dopo l'altro i fratelli, la famiglia subisce un contraccolpo fortissimo, fino a quel momento non erano ricchi ma essere rimasti privi del capo famiglia è sicuramente un problema economico. ★ Questo è il trauma da cui nasce tutta la poesia pascoliana. Quando il padre viene ucciso alla vedova Pascoli viene data dai principi di Torlonia una sorta di pensione, poi la famiglia viene lasciata a se stessa. La famiglia entra subito in difficoltà economiche→ una sorta di declassazione Il capofamiglia diventa Giacomo, che aveva 19 anni, per gestire così tanti fratelli vengono disseminati, dispersi in vari collegi. Giovanni Pascoli quando avviene il fatto era già in collegio a Urbino, e lì continua gli studi, poi va a Firenze → questo collegio gli dà una fortissima educazione classica, ha un’assoluta padronanza delle lingue classiche. Si iscrive a Bologna alla facoltà di Lettere, è il periodo più triste della sua vita. Si iscrive grazie a una borsa di studi, ma gli viene tolta perché non andava a lezione, perché doveva sostentarsi, suo fratello ogni tanto gli mandava dei soldi, ma poi anche lui muore, ogni tanto andava a elemosinare per mangiare. Il caso del padre viene archiviato→ questo gli lascia un senso di ingiustizia fortissimo, tant’è vero che qui si colloca la sua piccola esperienza socialista, lì a Bologna in Romagna erano molto attivi, diventa amico di Costa, ha interesse anche verso Bakunin (capo dell’anarchismo). Basta che lui frequenti questi ambienti per far sì che venga sorvegliato, partecipa a manifestazioni contro il Governo, durante una di queste è arrestato e viene messo in carcere per tre mesi. L’esperienza del carcere lo colpisce molto, anche se poi viene liberato anche grazie a Giosuè Carducci. Dopo il carcere non fa più militanza attiva. Lui si professerà per tutta la vita socialista, anche se il suo socialismo è un po’ particolare, non sa cos’è la lotta di classe, è un socialismo un po’ annacquato, → è utopico e umanitario→ per lui era tradotto in un ideale di fratellanza, solidarietà, onestà, pace. Il socialismo di pascoli ha due cose strane: ● si confonde con il cristianesimo, si confonde con il messaggio cristiano ● si colora di nazionalismo Questo deriva dal fatto che nessuna di queste tre cose: socialismo, cristianesimo e nazionalismo è davvero sua. Pascoli si laurea nel 1882 e incomincia a fare l'insegnante inizialmente nei licei, è proprio Carducci che conoscendo le sue condizioni economiche che lo manda ad insegnare. Lui chiama a vivere con sé le due sorelle Ida e Maria, le sue sorelle più piccole, che avevano vissuto in collegio dalle Orsoline, e quando ne erano uscite abitavano con degli zii. Iniziamo la psicoanalisi→ questa strana famiglia che si riforma dai tre fratelli è nella mente di pascoli è una regressione al mondo dell'infanzia, (per lui non è il siamo adulti, soli e vieni a vivere insieme per aiutarci) per lui è un modo per ricostruire la famiglia iniziale, che era stata disintegrata → ha subito un risvolto molto forte → inibisce a se stesso e alle sorelle qualunque relazione affettiva esterna a quella della famiglia, quindi qualsiasi relazione adulta. → Pascoli non si è mai sposato ma non ha neanche mai avuto mai una relazione seria e significativa, una delle sorelle fa come lui, l’altra sorella si sposa, ma è un dramma→ lui voleva la famiglia delle origini. C’erano dei complessi edipici chiarissimi→ il nucleo familiare nuovo non era sano → per Pascoli formare una nuova famiglia non era concepito, era come un tradimento. Questo trova nella poesia pascoliana un elemento particolare, un NIDO→ immagine di un luogo chiuso, piccolo protettivo, caldo, a evocare il calore della famiglia → simbolo fondamentale → il nido è la misura del suo mondo. ★ Nel 1891 pubblica la prima raccolta di poesie→ “Myricae” É il meccanismo dell’inibizione→ verso ogni rapporto che sia affettiva con la realtà esterna. Il matrimonio di Ida causò a Pascoli una forte crisi depressiva→ lui si fidanza con una cugina, ma di nascosto, temeva la reazione della sorella, quando lei lo scopre lui si sfidanza. Evidentemente c’erano in questo nucleo famigliare dei ricatti sentimentali→ Pascoli era anche una specie di padre, di sposo e figlio delle sorelle → le sorelle si sentivano sorelle, madri, spose e figlie di pascoli. Non sono rapporti paritari e sani → diventano reciprocamente dipendenti ➔ Per pascoli tutti noi dentro abbiamo un fanciullino, lo siamo stati ma non abbiamo totalmente superato quell’età, dentro di noi è rimasto qualcosa al fondo di ogni cuore, succede che crescendo c’è chi questa voce del fanciullino la coltiva riesce a sentirla, e c’è chi no. Chi la soffoca e si fa prendere da una visione della vita adulta, giudica secondo i valori tipica della vita adulta e soffocano il fanciullo, gli altri si dividono in due: ➢ chi la sente solo (passivi) → è il pubblico, lettore di poesia, ma non le sa produrre ➢ chi la segue, la pratica (attivi) → il poeta I bambini sono quelli che danno un valore enorme a delle cose molto piccole e banali, o al contrario succede che davanti a un regalo che per gli adulti è molto bello gigante per loro non è niente → i bambini rovesciano la prospettiva, le cose. Alle volte stupiscono perché riescono a dire quella frase che ti fa ridere quando sei disperato o al contrario quando c'è una situazione che fa ridere anche in modo superficiale, loro dicono una cosa serissima. La voce del fanciullino permette di fare tutte queste cose qua anche quando siamo adulti LE RACCOLTE POETICHE: Pascoli pubblica a 40 anni, non è che non scrive poesie fino a quel momento ma inizialmente le pubblica non raccolte, ma separate, sui giornali. Le poesie sono state quindi pubblicate su giornali e opuscoli fuori commercio, poi a un certo punto della sua vita decide di metterle insieme tra il 1891 e il 1911 realizza le sue raccolte in questi ultimi 20 anni. → non usa criteri molto chiari, a volte tematici, a volte stilistici, ma non ne siamo sicuri. Qualche critico ha pensato di destrutturare i testi poetici dalle singole raccolte e metterle in ordine cronologico → ma non si vede niente, non c'è un'evoluzione, non si vede che magari lui all’inizio trattava prettamente di un tema e alla fine di un altro → si dice che la poesia pascoliana è sincronica. La prima raccolta è come “I Malavoglia” per la letteratura italiana, se “I Malavoglia” inizia il romanzo moderno in italia, “Myricae”, esce nel 1891 poi ripubblicato 9 volte passando da 21 testi a 156. inizia la poesia moderna Il titolo in latino, arriva dalla IV egloga di Virgilio, quella del puer, dell’età dell’oro, quella che usciva fuori dalla ring composition. In quella egloga nel 2^/3^ verso Virgilio dice che dato che tratterà di cose importanti lui deve elevare lo stile rispetto alle altre 9, “non omnes arbusta iuvant humilesque myricae” (=non a tutti piacciono gli arbusti e le basse tamerici) Le tamerici sono “alberi”, cespugli bassi bassi o alberelli, sono piante da mare, non hanno bisogno di troppa acqua, in ogni caso sono piante comunissime, una cosa che non è preziosa → non a tutti piace una poesia bassa. umile, legata alla terra, uno stile basso. Pascoli prende il verso e lo scrive sotto il titolo, ma non mette il Non→ quello che voleva dire virgilio lui lo rovescia→ a lui piacciono le cose comuni, lo stile umile → la poetica del basso. É un libro bucolico? NO, c’è la campagna, il ciclo delle stagioni, i lavori dei campi, i rumori e suoni della natura, a volte anche gli uomini MA Pascoli non vuole descrivere la campagna così com’è e non vuole neanche a fare denuncia sociale → diventa lo schermo su cui pascoli proietta i suoi fantasmi interiori (abbandono, morte, solitudine). I temi sono: - la morte del padre (lui sentiva la vicinanza dei morti) - senso di colpa che lui aveva, erano rimasti 4-5 rispetto ai 12 iniziali - ci sono tutta una serie di immagini regressive che rimandano all’infanzia→ nido, culla, siepe SOLUZIONI FORMALI Come i Malavoglia sono importanti non tanto per quello che contengono ma come sono scritti, così anche le Myricae sono importanti non tanto per quello che contengono ma per come lo dicono, soluzioni formali: ❖ Brevitas→ poesie minuscole, come se fossero dei frammenti, perché? Il poeta non vede tutta la verità ma un pezzettino, quindi anche poesia non è lunga distesa e articolata ma è un frammento ❖ Tendenza impressionista: ci sono immagini parziali, dettagli qua e là, non c’è il quadro definito, preciso, procede per dettagli accostati ❖ “E Abrupti” di apertura ❖ Architettura anticlassica: non hanno un ordine logico, sembrano accostare degli elementi, metterli uno di fianco all’altro, come capita ❖ Metafore, analogie, sintesia, usa una trama fonica, il fonosimbolismo (l'assiuolo) ❖ Sintassi frantumata, sceglie frasi brevi, ha uno stile nominale (ellissi del verbo), ha una punteggiatura fitta ❖ Usa metri tradizionali ma inusuali (ES novenario) e metri barbari (che si inventa lui) → lui cerca di riprodurre i metri latini e greci, ma essendo costruiti in un altra maniera diceva che suonavano i greci la parlata dei popoli stranieri quando parlavano greco. Usa la ballata, madrigale, terzine. ❖ ha una dissoluzione metrica tradizionale con cesure, enj, parentesi, punti di sospensione, irregolarità varie → Pascoli sembra tradizionalista dagli elementi, ma ci sono elementi strani (rime ipermetre, punteggiatura inusuale ecc..). L’ASSIOLO LINGUAGGIO PASCOLIANO Contini fa un'analisi importante sul linguaggio di Pascoli→ lui dice che è sicuramente strano, perché è su tre livelli. ➔ grammaticale→ della lingua normale, codificata, Pascoli era uno molto colto ma non dobbiamo fare del grandi parafrasi è un lessico comune, semplice e quotidiano ➔ pregrammaticale→ quello dei suoni, usa onomatopee pure e parole onomatopeiche, inoltre ci sono tutte le cose che lui usa per farci sentire i suoni: le allitterazioni, le assonanze, rime anche interne (è qui la musica di cui parlava Verlaine), ma non è una semplice riproduzione di suoni. ➔ post grammaticale→ termini tecnici, botanici (maggese, pampano, aratro, gora, mandorlo, melo, cavalletta), tutti i termini gergali del dialetto garfagnino Una persona normale non parla così, non mescola tutte queste cose, il suo linguaggio è sperimentale, rivoluzionario → secondo Contini è perché la sua visione è complessa e disturbata. NOVEMBRE “Poemetti” 1897 Pascoli pubblica una seconda raccolta, già il titolo dice che è qualcosa di diverso, con i poemetti ci aspettiamo poesie lunghe. Anche questa raccolta nasce nel 1897 con un certo numero di testi, che progressivamente aumentano, quindi P. decide di dividerla in due volumi. Sul frontespizio riprende sempre Virgilio, con un altro verso: “Paulo maiora canamus” → questo vuol dire che l’ispirazione non è cambiata, il fatto di citare un altro verso di quel libro, che dice che la poesia si eleva significa che in poemetti ci sono poesie diverse da Myricae. Infatti potremmo dire che la stragrande maggioranza dei poemetti hanno un taglio narrativo, potremmo chiamarli racconti in versi, a cui si accompagna un linguaggio più elevato. Sono scritti in terzine dantesche, perché la terzina dantesca è il metro che racconta per eccellenza. È il racconto di una storia contadina→ lui si immagina una famiglia contadina del luogo in cui vive con le sorelle, si immagina la loro vita quotidiana scandita dai rituali contadini, dalla religione, dal lavoro e dalle vicende che in ogni famiglia si hanno (nascite, morti, partenze..). → lui rappresenta qui il suo mondo ideale, per lui la società è quella rurale, il lavoro è quello dei campi e il suo modello, la sua aspirazione massima è la grande famiglia contadina, dove c’è il pater familias che dal lavoro ricava dei principi morali (è il labor di Virgilio) → i poemetti sono il romanzo georgico: mostrano quanto è moralmente sano lavorare la terra, avere a che fare con la natura, seguirne i ritmi. É naturalmente un'utopia regressiva, l'Italia del tempo stava andando da un'altra parte, ci fa sentire tutta la distanza che c’è con Verga, che rappresenta quel mondo e ci dice che è brutto, di fatica, sofferenza e sottolinea che sta morendo, mentre Pascoli lo rende idillico e non si rende conto che si sta smantellando ma ci si aggrappa. ITALY LA NEBBIA Nel 1903 P. pubblica i “canti di castelvecchio”, altra raccolta poetica, e nuovamente nel frontespizio della raccolta mette la citazione di Virgilio, nuovamente mette l’eneide, vuol dire che è in continuità, ma il titolo cambia, è in italiano ed è più lungo→ è un richiamo a Leopardi, vuol dire che i canti di castelvecchio sono poesie più lunghe, hanno un architettura più solida e sono organizzati in un ciclo stagionale.
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