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Patrimonio dell'Umanità in Italia, Appunti di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche

Il patrimonio artistico e culturale italiano e la sua inclusione nella Lista del Patrimonio dell'Umanità dell'UNESCO. Vengono elencati i criteri di selezione dei siti e le linee guida operative per l'attuazione della Convenzione sulla Protezione del Patrimonio Mondiale culturale e naturale. Inoltre, viene presentata l'UNESCO e il suo ruolo nella promozione della pace e della comprensione tra i Paesi attraverso la tutela dei beni culturali e del paesaggio.

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 24/05/2022

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Scarica Patrimonio dell'Umanità in Italia e più Appunti in PDF di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche solo su Docsity! L'Italia è sinonimo di arte e storia. Le bellezze artistiche sono ovunque e ogni angolo del Paese riserva infinite e meravigliose sorprese. Il nostro è uno dei maggiori patrimoni artistico-culturali del mondo. L'Italia ha il maggior numero di beni artistici e culturali dichiarati Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO. Sono infatti ben 55 i siti italiani inseriti nella Lista del Patrimonio dell'Umanità. La Convenzione sulla Protezione del Patrimonio Mondiale culturale e naturale, adottata dall’UNESCO nel 1972, prevede che i beni candidati possano essere iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale come: - patrimonio culturale: 1. monumenti: opere architettoniche, plastiche o pittoriche monumentali, elementi o strutture di carattere archeologico, iscrizioni, grotte e gruppi di elementi di valore universale eccezionale dall’aspetto storico, artistico o scientifico, 2. agglomerati: gruppi di costruzioni isolate o riunite che, per la loro architettura, unità o integrazione nel paesaggio hanno valore universale eccezionale dall’aspetto storico, artistico o scientifico, 3. siti: opere dell’uomo o opere coniugate dell’uomo e della natura, come anche le zone, compresi i siti archeologici, di valore universale eccezionale dall’aspetto storico ed estetico, etnologico o antropologico. patrimonio naturale: 1. i monumenti naturali costituiti da formazioni fisiche e biologiche o da gruppi di tali formazioni di valore universale eccezionale dall’aspetto estetico o scientifico, 2. le formazioni geologiche e fisiografiche e le zone strettamente delimitate costituenti l’habitat di specie animali e vegetali minacciate, di valore universale eccezionale dall’aspetto scientifico o conservativo, 3. i siti naturali o le zone naturali strettamente delimitate di valore universale eccezionale dall’aspetto scientifico, conservativo o estetico naturale Le Linee guida operative per l’attuazione della Convenzione definiscono come Patrimonio misto (culturale e naturale) i beni che corrispondono in parte o in tutto a entrambe le definizioni di patrimonio culturale e naturale. paesaggio culturale (dal 1992): 1. paesaggi che rappresentano “creazioni congiunte dell'uomo e della natura”, così come definiti all’articolo 1 della Convenzione, e che illustrano l’evoluzione di una società e del suo insediamento nel tempo sotto l’influenza di costrizioni e/o opportunità presentate, all’interno e all’esterno, dall’ambiente naturale e da spinte culturali, economiche e sociali. La loro protezione può contribuire alle tecniche moderne di uso sostenibile del territorio e al mantenimento della diversità biologica L'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura (in inglese United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization, da cui l'acronimo UNESCO, è un'agenzia specializzata delle Nazioni Unite creata con lo scopo[3] di promuovere la pace e la comprensione tra le nazioni con l'istruzione, la scienza, la cultura, la comunicazione e l'informazione per promuovere "il rispetto universale per la giustizia, per lo stato di diritto e per i diritti umani e le libertà fondamentali"[4] quali sono definite e affermate dalla Dichiarazione universale dei diritti umani. Fondata durante la Conferenza dei Ministri Alleati dell'Educazione (CAME), la sua Costituzione è stata firmata il 16 novembre 1945 ed entrata in vigore il 24 novembre 1946[5], dopo la ratifica da parte di venti Stati. promuovere la pace e la comprensione tra i Paesi, favorendo la ricerca scientifica, la tutela dei beni culturali e del paesaggio, la comunicazione e l’informazione per garantire a tutti i diritti fondamentali. • I beni culturali sono tutte le testimonianze, materiali e immateriali, aventi valore di civiltà. • Da questa definizione si comprende che sono beni culturali non solo gli oggetti d’arte, ma tutte quelle cose che hanno un valore storico, quali libri, documenti, oggetti d’uso comune, vestiti, strumenti scientifici, ecc. l’unesco si occupa di tutelare i beni culturali quali “testimonianze materiali avente valore di civiltà” 1. Beni artistici e storici: tutte le opere e i monumenti, mobili e immobili, che hanno un riconosciuto pregio artistico o una particolare rilevanza storica; 2. Beni architettonici: tutti gli edifici, gli insiemi architettonici e i monumenti - essere costantemente ricreato dalle comunità e dai gruppi in stretta correlazione con l’ambiente circostante e con la sua storia; - permettere alle comunità, ai gruppi nonché alle singole persone di elaborare dinamicamente il senso di appartenenza sociale e culturale; - promuovere il rispetto per le diversità culturali e per la creatività umana; - diffondere l’osservanza del rispetto dei diritti umani e della sostenibilità dello sviluppo di ciascun paese. Sulla base di un trattato internazionale, conosciuto come Convenzione sulla Protezione del Patrimonio Mondiale Culturale e Naturale e adottato nel 1972, l’UNESCO riconosce che alcuni luoghi sulla Terra sono di “eccezionale valore universale” e che dovrebbero far parte del patrimonio comune dell’umanità. A oggi, sono 190 i Paesi che hanno aderito a questa Convenzione. I siti, per essere inseriti nella Lista del Patrimonio Mondiale, devono soddisfare almeno uno dei 10 criteri ufficiali di selezione: ● Rappresentare un capolavoro del genio creativo umano; ● Testimoniare un considerevole cambiamento culturale, in un dato periodo, in campo archeologico, architettonico, monumentale, tecnologico, artistico o paesaggistico; ● Essere testimonianza unica o eccezionale di una tradizione culturale o di una civiltà vivente o scomparsa; ● Costituire un esempio straordinario di una tipologia edilizia, di un insieme architettonico o tecnologico o di un paesaggio, che illustri uno o più importanti fasi della storia umana; ● Essere un esempio eccezionale di un insediamento umano tradizionale, rappresentativo di una cultura (o più culture) o dell’interazione dell’uomo con l’ambiente; ● Essere direttamente o materialmente associati con avvenimenti o tradizioni viventi, idee o credenze, opere artistiche o letterarie, dotate di un significato universale eccezionale (questo criterio deve essere utilizzato in associazione con almeno un altro); ● Presentare fenomeni naturali eccezionali o aree di straordinaria bellezza naturale o importanza estetica; ● Costituire una testimonianza straordinaria dei principali periodi dell’evoluzione della terra, comprese testimonianze di vita, di processi geologici in atto nello sviluppo delle caratteristiche fisiche della superficie terrestre o di caratteristiche geomorfiche o fisiografiche significative; ● Costituire esempi significativi di importanti processi ecologici e biologici in atto nell’evoluzione e nello sviluppo di ecosistemi e di ambienti; ● Presentare gli habitat naturali più importanti e significativi, adatti per la conservazione in situ della diversità biologica, compresi quelli in cui sopravvivono specie minacciate di eccezionale valore universale dal punto di vista della scienza o della conservazione. La tutela è ogni attività diretta a riconoscere, proteggere e conservare un bene del nostro patrimonio culturale il restauro è un'attività legata alla manutenzione e al recupero dei beni culturali «Per restauro si intende l’intervento diretto sul bene attraverso un complesso di operazioni finalizzate all’integrità materiale e al recupero del bene medesimo, alla protezione e alla trasmissione dei suoi valori culturali» Il restauro è un'attività legata alla manutenzione, al recupero, al ripristino e alla conservazione delle opere d'arte, dei beni culturali, dei monumenti ed in generale dei manufatti storici, quali ad esempio un'architettura, un manoscritto, un dipinto, un oggetto, qualsiasi esso sia, al quale venga riconosciuto un particolare valore. Conservare manufatti artistici è una pratica assai antica. Lavori di manutenzione e di adattamento delle opere d’arte erano già in uso nell’antichità classica. In Grecia, dove l’arte era considerata imitazione della Natura e della sua perfezione, qualsiasi manufatto dell’uomo che si presentava in condizioni degradate poneva l’incombente necessità di ripristinarne l’unità per ristabilire nel monumento un rapporto simpatetico con la natura e con la divinità. Restauro quindi sentito come funzionalità spirituale. Nella Roma antica restaurare significava riparare ma anche rinnovare o rifare in forme più grandiose, in base al gusto o alle esigenze del momento. Il fine era sempre quello d’esaltare e perpetuare nella memoria il potere e la grandezza del popolo romano. Con la fine dell’Impero Romano i cambiamenti politici e religiosi determinarono nuovi atteggiamenti nei confronti dell’arte e del restauro che divenne espressione esclusivamente religiosa, del volere di Dio sulla terra. Le manifestazioni artistiche del mondo antico, pagano e politeista vennero distrutte o radicalmente modificate. Nel corso del seicento la tradizione devozione favorevole all’intervento anche di aggiornamento sui dipinti, specificatamente sui più antichi, e quella per il rispetto con cui andavano trattate le opere dei grandi maestri si intrecciarono e condizionarono a vicenda. Alcuni consideravano lecito sostituire parti danneggiate o persino intervenire con adattamenti ad un gusto più moderno. Altri artisti invece misero in evidenza quanto fosse offensivo che un pittore potesse lavorare su un’opera di un collega. Alcuni si trasformarono in veri e propri restauratori e, come i nostri moderni esperti che ad esempio operarono sulla volta affrescata da Giotto demolita dal terremoto del 1998, raccoglievano dai calcinacci frammenti di affreschi che poi con diligenza ricollocavano nella loro originaria sede, segno di devozione nei confronti dei grandi maestri. Il lavoro del restauratore cominciò a distinguersi da quello del pittore e via via si fecero più accese le polemiche sui criteri da adottare nel restauro di dipinti.
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